Votes taken by Warlord Dan

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    Jango Owen
    Sale osservò l'immagine olografica, indicatagli da Mordin, guardava le regioni neurologiche da stimolare. Prima di esporre a Mordin il suo parere, aprì un file dal suo olopad e lo mostrò al salarian: - Guardi dottore. Queste sono le scansioni della settimana scorsa. Vede queste sorta di grumi celebrali? Sembrano tumori, ma sono benigni. Vengono generati da una sorta di reazione, ai farmaci che diamo ai soggetti. Tali farmaci servono per non deviare i neuroni, a modo che non possa perdere conoscenza di se. Grazie a questi neuroni possiamo considerarlo ancora Jango Owen. -, sperava di essersi spiegato, è sempre stato poco adibito al insegnamento. Il clone sentiva tutto, ma non capiva, d'altro canto era un soldato senza morale, non uno studente di scienze. Sale riprese a parlare: - Ritengo sia necessario vedere se questi tumori possono reagire, in qualche maniera con i neuroni. Ma cerchiamo di non spezzarne il legame per ora. -


    scusate se rispondo solo ora, ho avuto una settimana indescrivibile
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    Jango Owen
    Il dottor Sale si presentò a Mordin, nella sua classica maniera cordiale, e rispose a B-20, il clone: - Come sempre, mi devo curare dei miei figli, se no che padre sarei? eheheh.... Era un tipo piuttosto imbarazzante, ma anche l'unico a conoscere la composizione dei cloni di Jango, senza il suo sapere il progetto sarebbe stato inutile. B-20 era ancora più nervoso, probabilmente provava l'imbarazzo dei figli che vengono salutati dai genitori davanti scuola alle medie. Sale prese posizione, e con un olopad, incominciò a prendere appunti e osservazioni, sullo stato psicologico di B-20. Jango era un tipo molto irascibile e nervoso, e questo influenza negativamente i cloni, che hanno ereditato il suo carattere. Per calmarli bisognava dargli retta o lasciarlo fare, ma non si sa quale delle due fosse la più pericolosa. I cloni dovevano essere messi sotto controllo e per questo venne chiamato Mordin, a collaborare con Sale. Forse i due avrebbero trovato una soluzione, per appianare i nervi dei cloni e metterli sotto controllo.


    lo possiamo muovere tutti jenny, l'importante è che mantenga il suo carattere, che spiego brevemente:

    Intelligente, sempre ottimista e molto socievole, ma anche codardo e irresponsabile. Cerberus lo ha assunto per perfezionare i cloni insieme a Mordin (se per voi va bene), lo hanno preso per le sue grandi conoscenze in biologia. Era uno scienziato dell'alleanza, ma poi decisero di terminare i suoi studi che furono ripresi da cerberus. Poi farò una role dove racconto del passato di Sale e di come ha clonato Jango :D
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    CITAZIONE (jenny_penny_5(2) @ 24/10/2014, 22:40) 
    Ave, oh Cesare! :=)

    Preferisco Ottaviano, ma va bene uguale :D
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    Jango Owen
    Jango e Connor osservarono finche poterono la fotoreporter, scalare un muro per poi sparire dai loro occhi.
    Connor osservò Jango e poi gli disse: -Sei sicuro che possiamo fidarci di lei?- chiese Connor, facendo una smorfia dubbiosa.
    Jango non aspetto per darli la sua risposta, -Per come stanno le cose, mi fido più di lei che di te.- disse Jango, senza preoccuparsi di ferire i sentimenti di Connor. -Cosa?- disse Connor, esterefatto. Jango fece un sorrisetto e inizio a spiegarli il perchè di questa sua affermazione: -Hai tentato di salvare Jenkins, ma hai fallito. E di conseguenza non vorrei trovarmi ferito a morte, con te come unica speranza di salvezza.- disse Jango, con tono autoritario, -Almeno io ho tentato di salvarlo, te volevi sparargli. Avresti...- disse Connor, agitato, -Vuoi che ti racconti di nuovo, di come mi sono liberato dei deboli durante l'assalto Skyllian?- disse Jango, interrompendo bruscamente Connor.
    Connor sentiva il suo odio per Jango aumentare, stava perdendo le speranze per il successo di questa missione. Ma si accorse di uno schermo dietro di Jango, "Chi sa cosa stesse combinando qua dentro?" pensò Connor. L'aria si faceva pesante per il soldato, non sapeva di chi fidarsi e specialmente come sarebbe andata a finire la missione.
    Ad un tratto Jango tornò a rivolgerli la parola: -C'è qualcosa che devi dirmi Connor?- disse Jango, con aria di superiorità e con il suo inconfondibile ghigno inquietante.
    Connor ci pensò su, si ricordò del datapad, che aveva trovato, ma non voleva darglielo. Di conseguenza fece ciò che riteneva più giusto, -No! Niente!-. Se avrebbe fatto finta di andare d'accordo con Jango, probabilmente non sarebbe morto o per lo meno la missione sarebbe potuta andare a buon fine.
    Jango fissò Connor, prese il fucile d'assalto in mano e disse, -Bene! Perchè a quella Jade serve il nostro diversivo. Abbiamo perso già troppo tempo.- disse Jango, mentre si avviava al corridoio. Connor prese il suo fucile d'assalto e segui Jango, mentre gli chiese un'ultima cosa, -Jango! Non avrai mica intenzione di uccidere pure Jade?-. Jango, al udito di quella domanda, si fermò, e disse, ridacchiando, -No! Almeno che non diventi un problema come Jenkins.-, Jango riprese a camminare e Connor, insospettito dalle sue parole, lo seguì.

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    Jango Owen
    Jango ascoltò Jade. "Allora potrebbero esserci veramente degli ostaggi!" pensò Jango.
    -Dobbiamo raggiungere quella zona. E una votla liberati gli ostaggi, cara la mia fotoreporter, potrai intervistarli tutti.- disse Jango, guardando verso Jade.
    Connor alzò lo sguardo e si rivolse a Jango, mentre si rialzava, -Jango. Jenkins è morto. E tutto per colpa tua!-.
    Jango rimase impassibile alle parole di Connor e dopo qualche silenzioso istante disse: -Era un soldato. In missioni o vivi, portando a termine la tua missione, o perisci, nel tentativo di riuscire nel tuo compito. E poi se non erro, tu hai tentato di salvarlo. Quindi la colpa non è mia, anzi è tua.-.
    Jango annui ad una risata perfida e silenziosa. Connor si stava irritando, stava per perdere il controllo. Ricorda come ha conosciuto Jango, e avrebbe preferito non conoscerlo.
    Dai corridoi arrivò l'eco della voce di umani e batarian del Sole Blu: -Dobbiamo trovarli ed eliminarli. Mettete al sicuro i prigionieri o niente ricompensa. Dov'è finito il dottore?-.
    Connor sentì le voci e dopo un ripensamento si calmò e disse: -Jango dobbiamo muoverci.- disse rivolto a Jango.
    -Ma non mi è ancora chiaro chi tu sia. Come ti chiami? E specialmente cosa ci fai qui?- disse Connor rivolto a Jade.

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    Jango Owen
    -Si si quello che ti pare.- disse Jango, a riguardo della precisazione avanzata da Jade.
    -Aiutiamoci a vicenda. Proprio come dici tu.- disse Jango, accennando ad un leggero sorriso.
    -Allora...tu vuoi un buon servizio, accompagnato da immagini suppongo. Ed io portare a termine la mia missione.- disse Jango mentre si appoggiava al muro.
    Ora attendeva soltanto una risposta da parte della non molto gradita ospite.
    Connor tentò di riprendersi, prese le piastrine di Jenkins e raccolse il suo corpo. Aveva scavato una tomba, una grande tomba per un grande cadetto.
    Dopo aver seppellito il suo compagno di squadra, raccolse il fucile d'assalto e si diresse verso Jango.
    Connor ripercorreva ogni angolo che ricordava di aver visitato, sino all'hangar dove incontrò 4 sole blu che lo caricarono.
    -Uccidete il bastardo!- disse il capo umano.
    -Cazzo! Non è proprio il momento!- esclamò Connor infuriato, mentre cercava riparo.
    Gli spari rimpalzavano sulle casse e non sapeva se uscire a sparare o aspettare.
    Ma quando sentì il fuoco placarsi tirò una granate, che uccise un turian e fece arretrare gli altri umani.
    Poi uscì dal nascondiglio e fini gli altri.
    -Devo sbrigarmi!-

  7. .
    Jango Owen
    Jango chiuse gli occhi e pensò per un attimo. Si girò e riaprì gli occhi.
    "Una fotoreporter, eh? Potrebbe causarmi problemi. Anche più di adesso." pensò Jango.
    Connor entrò nella navetta e posò Jenkins sul lettino del pronto soccorso, collegò un respiratore e lo diede a Jenkins, che iniziò a riprendere conoscenza. Stava riaprendo gli occhi, ma non riusciva a mettere a fuoco. -Connor? Connor dove sei?- disse Jenkins, con tono basso. -Sono qui Jenkins!- gli disse Connor.
    -Cosa è successo?- gli chiese Jenkins.
    Connor esitò, a rispondere, per un attimo. Pensò al corso di psicologia per militari che aveva svolto all'accademia, doveva tentare di calmarlo. -Sei semplicemente stato colpito, nulla di grave.- gli rispose Connor.
    Jenkins fissò il vuoto per qualche istante, tentando di mettere a fuoco il soffitto. Poi gli richiuse e disse: -Non mentirmi. Lo so che la mia situazione è grave. Mi sento bruciare il collo e la schiena, il braccio destro è sicuramente ustionato e non mi sento più le gambe.-.
    Jenkins iniziò a piangere, leggermente. Connor non riusciva a vederlo in quello stato e nemmeno a sentirlo parlare con quella voce fiacca. Iniziò a versare qualche lacrima pure lui e dopo di che gli disse: -Un mech ti ha colpito con un razzo. Il medi-gel avrebbe dovuto disinfettare le ferite, ma non lo ha fatto.-.
    Jenkins ad occhi chiusi pensò e pensò per poi riaprili e chiedere un ultimo favore al suo istruttore: -Connor. Ti prego...uccidimi e seppelliscimi.-.
    Connor rimase di stucco, si fermò a riflettere. Pensava che non gli avrebbe mai fatto una richiesta del genere.
    Connor con le mani tremanti prese la pistola e mentre la stringeva disse:
    -Non posso Jenkins. Non posso.-
    -Connor. Non c'è la faccio più. Uccidimi...non voglio più soffrire.- disse Jenkins, con tono rauco e con le lacrime che cadevano sul lettino.
    Connor continuava a rifiutarsi di sparare, ma non riusciva ad ascoltare il suo cadetto in quello stato.
    Jenkins continuava a ripeterli la sua richiesta. E Connor non potendo più riuscire a sopportare questo peso si alzò puntò la pistola.
    Con la mano tremante tentava di mirare alla testa. Ma gli era difficile. Chiuse gli occhi e poi dopo aver urlato sparò...
    ...Subito dopo lo sparo, si sentiva soltanto il silenzio.
    Connor si rimise seduto, con lo sguardo infranto. Jenkins non parlava più. Era morto da vero soldato.
    -Mi chiamo Jango Owen. Tenente dell'alleanza. In via ufficiale sono qui per recuperare degli ostaggi.- disse Jango.
    Guardava la reporter e continuava a pensare che odia i giornalisti. Sono sempre degli impiastri.
    -Ora non ti dispiacerebbe abbassare l'arma?-

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    FOTO:



    NOME: Kral Ferhal

    RAZZA: Drell

    PROVENIENZA: Omega

    ANNO DI NASCITA: 2143

    PROFESSIONE: Ex Guardia del Corpo

    CLASSE: Incursore

    FAZIONE: Indipendente



    DOSSIER PSICOLOGICO:



    PROFILO CARATTERIALE: Kral nasce ad Omega, circondato dai mille pericoli della stazione. I suoi genitori erano poveri, il padre era un'operaio e sua madre non lavorava. Aveva un fratello e una sorella, Faren e Lyska. Appena diventò abbastanza grande, dovette andare a lavorare con il padre, da cui apprese anche come adoperare una pistola.
    Un giorno un gruppo di mercenari del Branco Sanguinario, andarono a casa sua. Pestarono il padre perchè non gli aveva restituito i soldi prestati. Ma Kral non pote contenersi, prese la pistola del padre e sparò un colpo e ferì un krogan. I mercenari se ne andarono solo dopo che presero quasi tutto ciò che c'era nella loro modesta casa.
    Kral per giorni non riuscì a dormire, ma la sua migliore amica, un'asari molto giovane che lavorava in un mercato di giorno e in un night di notte, lo aiuto ad affrontare la paura.
    Ma sfortunatamente il giorno del suo diciassettesimo compleanno, i mercenari del gruppo sanguinario trucidarono sua madre, suo fratello e sua sorella. Il giorno più brutto della sua vita, in assoluto.
    Il padre, non più ripresosi dal colpo ricevuto, decise di portare Kral alla Cittadella. Dove pote frequentare un corso di ingegneria. Si laureo in meccanica ed elettronica, col massimo dei voti.
    Nel 2163, dopo la laurea, conosce Irakla, sua futura moglia da cui ebbe un figlio. La sua vita diventerà più solare e vivrà un breve periodo di amore e felicità.
    Ma purtroppo suo padre contrae, nel 2166, una terribile malattia che ristringe pian piano le vie respiratorie. Il processo è inarrestabile e pochi mesi dopo muore.
    Kral perde il lavoro come meccanico allo spazioporto della Cittadella e allora decide di seguire un corso militare per poter fare la guardia del corpo, unico lavoro che gli può permettere di mantenere la famiglia, senza doversi allontanare da casa.
    Finito il corso un politico Hanar lo prende come protettore e da li potrà mantenere tranquillamente la sua famiglia, rischiando però diverse volte la vita.
    Nel 2181 il figlio, Jemion, lascia la Cittadella per poter visitare la galassia, come meccanico su una nave mercantile.
    Durante la Battaglia della Cittadella perde sua moglie. La perdita è davvero tremenda, una delle uniche due cose che gli permettevano di essere felice è sparita e ora tutto ciò che gli rimane è ritrovare suo figlio.


    INCARICHI RILEVANTI:
    - Meccanico allo spazioporto della Cittadella.
    - Guardia del Corpo, per un politico Hanar.


    DOSSIER DESCRITTIVO: Kral è alto 1,73m, la sua pelle è celeste con sfumature verdi ed ha due occhi rossi. Lui è un drell piuttosto timido e odia l'opressione, da parte dei più ricchi sui più poveri. Non c'è molto da dire sul suo carattere, tranne che non ama parlare delle proprie disgrazie ed è piuttosto paranoico, non si fida facilmente di nessuno e prima di poter stringere amicizia con qualcuno, deve avere una prova della sua fiducia.
    è molto attaccato alla famiglia, ma purtroppo gli è rimasto soltanto suo figlio. Non accetta spesso aiuto o consigli dagli altri e specialmente diffida dei krogan. Spesso tenta di starne lontano.
    Prova però un debole per le asari, uniche con cui si confida più volte. Una volta chiese di poter vedere la consorte, che gli consentì di scalare la lista dei clienti. Dato che ella aveva visto in lui molta tristezza e sofferenza.





    2183 - Cerberus Property©





    Edited by DarkCeltic94 - 22/4/2013, 00:45
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    Jango Owen
    Connor vide la ragazza inginocchiarsi di fianco a lui e gli lanciò un'occhiata. Anche se dal tono con cui si era rivolta a lui, aveva capito non fosse proprio amica, ma tentò di chiedere il suo aiuto.
    -Io di medicina non ne capisco niente. Tu forse puoi aiutarci?- disse Connor alla ragazza.
    Connor era agitato, non sapeva se fidarsi o no e per di più non sapeva niente di lei. Jenkins continuava a tossire e il tempo scorreva. Non attese la risposta della ragazza e prese Jenkins, per portarlo dentro alla navetta.
    Jango era arrivato di fronte al portellone, si mise ad addebita distanza e puntò con il lanciarazzi. Si mise a contare: -5...4...3...2...1...- e subito dopo sparò.
    L'esplosione fu forte e la porta si danneggio gravemente. Facendosi piccolo e camminando per orizzontale sarebbe potuto entrare.
    "Odio i posti stretti!" pensò Jango.
    Arrivato dentro la stanza inizio a cercare tutti i file inseriti all'interno dei computer. Vedeva centinaia di informazioni scorrere sullo schermo. Finche non trovò ciò che cercava.
    -Perfetto! Ora non devo fare altro che copiare e scaricare i dati.- Jango fece subito ciò che si disse e inizio ad attendere la fine del processo di backup dei dati.
    L'aria che poteva sentire era silenziosa e vuota. Adorava i posti così calmi, ma preferiva trovarsi ad affrontare alieni.

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    Jango Owen
    Connor si fermò immediatamente, quando vide la ragazza annientare i Sole Blu davanti ai suoi occhi. Subito dopo puntò l'arma contro di lei e le disse con preoccupazione: -Chi sei? Che cosa ci fai qui? Sei una degli ostaggi?- disse Connor.
    "Lei è una biotica! Devo fare attenzione. Potrebbe uccidermi senza che me ne possa rendere conto." pensò Connor preoccupato, mentre dava un'occhiata a Jenkins ferito e a terra senza sensi.
    Jango era tornato nell'hangar, cercava con lo sguardo dove potesse essere il lanciarazzi. "Dove diavolo è?" pensò Jango, mentre cercava in ogni container e cassa.
    Ad un tratto sentì un rumore. Si nascose dietro a delle casse e si mise a scrutare l'area.
    -Cosa diavolo è successo qui?- disse un batarian, a capo di una squadra dei Sole Blu. Gli alieni si addentrarono nella struttura ed iniziarono a cercare i responsabili del massacro.
    Jango reggeva il suo fucile d'assalto Avenger. Era pronto ad eliminarli, ma da solo sarebbe stato difficile. Jango si preparò e inizio a puntare. Finchè.
    Il capitano dei Sole Blu non udì degli spari al di fuori della struttura e disse -Su forza andiamo a controllare!-. Tutti i Sole Blu uscirono dall'hangar insieme al capitano e Jango rimase solo nella zona.
    -Eccolo finalmente!- disse Jango, dopo aver trovato e raccolto il lanciarazzi.
    Si diresse nuovamente alla porta sigillata.
    Jenkins si risveglio e iniziò a tossire, mentre premeva la sua ferita.
    -Resisti Jenkins!- disse Connor che abbassò l'arma e si diresse da Jenkins.
    Gli spargeva dell'altro medi-gel, ma che non riusciva a disinfettare la ferita. La situazione di Jenkins peggiorava e Connor riprese a versare lacrime per il suo cadetto.
    In tanto si era dimenticato vi fosse una civile insieme a loro.

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    Jango Owen
    Jango di avventurava per i corridoi della stazione, controllando ogni angolo, uscita e stanza. Il posto era per la maggior parte disabitato, la resistenza che trovò fu minima. "Devo averli fatti fuori tutti." pensò Jango.
    Di fronte a lui era rimasta una porta sigillata. "Dannazione! Mi servono le abilità di Jenkins. Non posso continuare, se non butto giù quella porta." pensò Jango, che gli venne un'idea.
    Jango aveva visto un lanciarazzi nell'hangar dove Jenkins era stato ferito, forse avrebbe potuto usarlo per buttare giù la porta. Si diresse di corsa sull luogo.
    Nel frattempo, Connor con in braccio Jenkins si stava dirigendo verso il veicolo d'estrazione. Non incontrava resistenza e teneva una pistola in mano.
    Connor si sentiva stanco, ma non poteva cedere. Se no sarebbe stato inutile portare in salvo Jenkins.
    Mentre stava per girare l'angolo, Connor si accorse della presenza di alcuni Batarian, davanti alla navetta. "Dannazione! Questa non ci voleva. Adesso come faccio?" pensò Connor, agitato.
    -Resta qui Jenkins! Farò subito.- disse Connor, rivolgendosi a Jenkins con tono basso e consolatorio.
    Connor prese il Fucile d'assalto e si gettò al assalto sui Batarian...

  13. .
    Jango Owen
    Connor con un medi-gel si apprestò a guarire le ferite di Jenkins.
    -Resisti amico! Ti salvo io!- disse Connor, con voce agitata e sofferente.
    Connor fu il supervisore di Jenkins, lo vide prendere parte al percorso di addestramento alla guerra. I due erano quasi inseparabili e Connor non permetteva li succedesse qualche cosa, lo proteggeva e lo trattava come se fosse un figlio. Si può capire cosa possa provare a vederlo in quello stato.
    Jango si avvicino a Connor e gli disse: -Muoviti dobbiamo andare!- disse con estrema autorevolezza.
    -Ma sei pazzo? Guarda com'è ridotto Jenkins! Ti sembra che possa andare avanti? Dobbiamo richiedere un'estrazione d'emergenza.- disse Connor con le lacrime agli occhi.
    Jango incominciava ad irritarsi ed a perdere la pazienza. "Devo prendere quei dati! O la dottoressa non mi darà ciò che mi spetto da lei." pensò Jango incrinando lo sguardo. -Lui è un soldato! E come tutti noi sa a cosa va incontro. Potrà continuare.- disse, con tono ufficioso.
    A Connor gli si sfondò lo sguardo e dopo un sospiro disse: -Jango? Conosci il protocollo di soccorso. Se dobbiamo recuperare degli ostaggi, dovremo essere in piene forze. Non possiamo portarci fardelli inutili dietro.-.
    Jango prese la pistola, la puntò su Jenkins con sguardo malefico disse: -Se per te è un fardello possiamo anche liberarcene ora.-.
    Connor sorpreso digrigno i denti e urlò -Sei fuori di testa? Intendi eliminare un membro della tua squadra?-.
    Jango si fermò per un attimo e incominciò a ricordarsi cosa successe durante l'assalto di Skyllian. Le urla, il sangue e i morti che si ammassavano ogni minuto che passava.
    -Ricordi Elysium? Che ti dissi che la mia squadra fu completamente eliminata. Bhè! è tutto vero, sta nei registri dell'Alleanza. Ma il più giovane dei componenti era gravemente ferito, ci impediva di andare avanti perchè non riusciva a camminare. Allora, come capo del team, decisi di risolvere il roblema. Gli sparai 9 colpi di M3 Predator in testa.- disse Jango, mentre sul suo volto comparve un ghigno terrificante.
    Connor era terrorizzato dal racconto di Jango, non sapeva fosse così spietato. Ma non volle arrendersi. Si alzò, prese in braccio Jenkins, ora mai privo di sensi, e disse: -Se vuoi andare avanti fallo. Ma non ucciderai un mio cadetto. Porterò Jenkins alla navetta e poi tornerò ad aiutarti.-.
    Jango abbassò l'arma e con uno sguardo quasi indifferente, con ancora il ghigno sul volto, disse: -Come vuoi! Ma penso che avrò già finito. Per quando tornerai.-.
    Connor si volto e tornò sui suoi passi, mentre Jango continua per la sua strada impugnando il fucile d'assalto Avenger.

  14. .
    Jango Owen
    I tre scesero dal veicolo, impugnando fucili d'assalto Avenger, con le loro corazze splendenti e le barriere alzate. Jango in testa faceva da punta del triangolo che formavano. Arrivati a una piccola struttura, si fermarono davanti la porta sigillata. Era il turno di Jenkins, doveva disattivare il blocco e aprire la porta, gli servì poco tempo. La porta si aprì e Jango fu il primo ad entrare.
    Subito dopo la soglia vi era un batarian, che si girò e fece per puntare la pistola su Jango. Ma quest'ultimo lo caricò, lo stese e gli sparòo in testa. Uno spruzzo di sangue sporcò la sua corazza, ma lievemente. I tre proseguirono e perlustrarono tutte le 4 stanze del corridoio. Erano tutte vuote.
    Ciò che trovarono furono dei semplici dormitori. Ma Connor trovò un datapad, lo lesse e trovò dei file riguardanti a una ricerca per biotici. Connor non sapeva se mostarle a Jango, per ciò tense il datapad, senza mostrarlo a nessuno.
    -Qui non ci sono! Continuiamo a cercare oltre il portellone.- disse Jango con tono totalitario.
    I tre dopo essersi riuniti si diressero al portellone. Questo si aprì, senza bisogno di bypassarlo, e i tre si trovarono davanti 5 soldati del Sole Blu.
    -Dannazione! Al riparo!- urlò Connor, mentre correva verso un riparo.
    -Uccideteli!- esclamò il capitano del Sole Blu.
    Jango si mise dietro a una cassa nell'avanguardia, Connor andò alla sua sinistra e si riparò dietro ad altre casse, mentre Jenkins rimase in piedi a sparare. Solo qualche istante dopo si mise al riparo. I soldati del Sole Blue continuavano ad arrivare, anche se cadevano come mosche, e di conseguenza decisero di usare un mech pesante.
    Il mech usci dal container e iniziò a sparare al rparo di Jango, che si ranicchio dietro al suo riparo per evitare di ferirsi.
    Jenkins si affacciò e tentò di sparare all'occhio del mech, ma venne individuato e il mech gli sparò un razzo contro. Jenkins tentò, con un salto, di cambiare riparo ma l'esplosione lo coinvolse parzialmente.
    -Jenkins!- urlò Connor.
    Jenkins si sentiva il collo bruciare e le ossa a pezzi, era come essere spinti da un'onda d'urto causata da un biotico. Connor corse verso Jenkins, nel fratempo, Jango prese la mira e sparò un colpo preciso sull'occhio del mech e codesto si disattivò.

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    Jango Owen
    Fehl Prime
    3 settimane dopo l'attacco dei Geth alla cittadella
    Studio di ricerca segreto impianti L4

    Al tenente Jango Owen, è stata affidata una missione importante per gli studi della dottoressa Hawkins.
    Anche se un suo informatore, Jango, non era facente parte di Cerberus. Ma Owen ha semre avuto ammirazione per Cerberus, che diede la base per un futuro compimento dei suoi ideali.
    Jango era mosso da un'ideale forte e lontano, la supremazia degli uomini sugli alieni e il loro completo controllo della galassia. Ma Jango sapeva che finche gli uomini non si sarebbero ribellati, non avrebbero mai ottenuto niente di ciò che sperava.
    Ora per potersi avvicinare a Cerberus, deve compiere una missione che lo porterà a uccidere umani. Odiava farlo, ma sentiva che era indispensabile.
    Il mezzo di trasporto atterrò ed uscì insieme ai suoi due sottoposti, Alan Jenkins e Connor Joasson. I due soldati pensavano di lavorare per l'alleanza, ma in realta dovevano seguire il loro tenente.
    Jenkins era l'incursore del gruppo, il suo compito era quello di risolvere eventuali anomalie con i sitemi della struttura. Mentre Connor era un comune sodlato come Jango, nati entrambi sulla Terra si conobbero dopo l'assalto di Skillyan e li fecero amicizia. Entrambi odiavano gli alieni, ma se Jango preferiva sottometterli, Connor preferiva dimostrare al consiglio il vero valore degli umani.
    Mentre il veicolo perdeva di quota, Jenkins chiese a Jango: -Tenente? Qual'è il nostro compito preciso?-, -Dobbiamo salvare degli ostaggi presi da un gruppo di pirati. Potrebbero esserci dei dannati biotici tra loro fate attenzione.- rispose Jango.
    Jango odiava i biotici, pensava fossero infetti e dei pesi morti per la società. Infatti fa sempre molta attenzione a non entrare in contatto con l'elemento zero.
    La navetta atterro e il portellone si aprì. Jango tolse la sicura al proprio fucile d'assalto, si girò e disse a Connor e Jenkins: -Discesa! Verso l'obbiettivo!-.

16 replies since 2/12/2010
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