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Edited by MasterDrAkE - 29/9/2013, 13:50. -
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Ambientazione
Si calò in quel lungo camino che scendeva fino a dove presumibilmente si trovava Vanessa. Ora si sentiva un gran bastardo per tutte le volte che l'aveva presa in giro. Lui scherzava, ma non odiava veramente quella gente. Con la torcia controllava da una parte all'altra nervosamente, sia per evitare scontri improvvisi con le pareti, sia sperando di rivedere il corpo, possibilmente ancora in salute, della soldatessa.
Dall'alto fecero lo stesso Yuna e la dottoressa, che era giunta poco prima che Chad iniziasse la discesa. Un lungo cavo sparato da Chad verso il fondo fungeva da binario sul quale scorrevano lentamente i tre militari.
Roberts toccò il fondo con un tonfo secco.
«Sono arrivato. Do un'occhiata in giro.»
Si spostò lentamente in quell'ambiente così ancestrale, sconosciuto e alieno. L'architettura ricordava le linee dolci delle costruzioni asari, eppure c'era un che di spartano e minimalista che evocava la marzialità turian.
«Fate attenzione ragazze. Non vorrei facciate scattare qualche meccanismo di sicurezza od evochiate lo spirito di qualche antico faraone che ci maledica tutti quanti.»
Il capo-artigliere trovava sempre il modo di ironizzare per tirare su il morale. Forse era scomodo, forse inopportuno, ma lui sentiva che se non avesse fatto così si sarebbe fatto prendere dal panico. Dopotutto erano nelle profondità oceaniche di qualche assurdo pianeta, dentro la tomba di qualche antica civiltà ormai estinta.
«C'è una porta aperta qua...» notò Roberts. La pavimentazione procedeva in obliquo e Chad discese verso quello che sembrava un accesso socchiuso.
«Roberts, non procedere finché non ne sappiamo di più. Fai andare avanti Chuang!» impartì dall'alto la voce sempre vigile del sergente.
«E' sicuro, è sicuro, sergente. E' solo una porta!»
«Quello era un'ordine, Roberts!»
Con un sospiro Chad accettò il comando del superiore, facendo avvicinare l'ingegnere all'apertura, che ne controllò la sicurezza con uno scan dal braccio. Il capo-artigliere sollevò gli occhi al cielo come a far notare l'ovvietà del risultato al lontano Modine, incapace di vedere cosa stesse succedendo di preciso.
Ottenuto il via libera Roberts passò all'interno, seguito rapidamente da Ventura e Chuang.
Vi era una saletta circolare vuota, senza porte.
«Ok, adesso che si fa?» chiese Roberts disorientato.
«Vedete segni di Romeo?»
«Negativo, sergente. Ah!» s'interruppe bruscamente. Modine rimase col fiato sospeso. «Ecco, Chuang ha appena trovato un pannello sulla parete. Sembra... sembra somigliare alla nostra tecnologia. Ma questo posto non sarà vecchio di migliaia di anni?»
L'ingegnere dopo aver fatto uno scan delle pareti del luogo confermò una datazione intorno a 50.000 anni fa.
Dopodiché, assicurato che non ci fosse pericolo provò ad interpretare l'utilizzo del pannello. Qualche minuto di impaziente attesa fu sufficiente a mettere in moto uno strano meccanismo parecchio rumoroso. Chad trasalì, puntando la mitragliatrice verso il vuoto.
«La porta! La porta!»
Provennero grida confuse dalla radio del Mako.
«Si sta sigillando!»
Roberts e Ventura indietreggiarono contro le pareti della struttura. Poi altri interminabili minuti di silenzio all'orecchio di Modine.
«Ventura! Roberts! Che sta succedendo?!»
«L'acqua. L'acqua... sta... diminuisce.»
Come in una camera stagna di un moderno sottomarino, un sistema di drenaggio liberò la stanza in cui si trovavano i tre. Chad, Cassidy e Yuna si ritrovarono all'asciutto, ancora incapaci di capire cosa fosse accaduto.
«Io... non capisco.» Scosse il capo Chad.
Invece era più chiaro di quanto pensassero. La struttura aveva ancora energia sufficiente per operare quella relativamente economica transazione. Però non era ancora comprensibile cosa fosse quella struttura.
«Che facciamo? Andiamo avanti?» Avanti, avanti dove?
Non ci fu una risposta. Tutti si guardavano straniti senza saper trovare parole per raffreddare il sangue.
D'un tratto la stessa porta dalla quale erano venuti si dischiuse. La luce filtrò e non si sapeva bene da quale fonte provenisse.
Il capo artigliere abbassò il fucile tenendosi pronto e dopo l'ok dal sergente procedette per primo.
Si trattava di un semplice corridoio. Un corridoio apparentemente senza termine, in fondo al quale brillava una rilassante luce.
«Sembra pulito, sergente. Ma nessun segno di Romeo ancora.»
Ai lati, due file opposte di strani scomparti simili a celle dormitorio.
Tutti erano incuriositi da quei sarcofaghi e lentamente si sparpagliarono andandoli ad osservare più da vicino.
«Ci sono dei vetri sopra, ma sono sporchi» notò Roberts sporgendosi verso uno di quelli. «Come incrostati.»
Yuna fece scoprì invece l'ennesimo pannello, alla fine della fila di sinistra.
«E' meglio non toccare, se non sappiamo a cosa servono» commentò Chad. Modine si trovò in accordo. Ora la priorità massima era diventata quella di trovare e recuperare uno dei suoi uomini dispersi, la soldatessa Vanessa Romeo.
La luce sembrò tremolare alle loro spalle. Qualcosa si era frapposto nel raggio luminoso, un'ombra che si stagliò su loro tre. Istintivamente Roberts puntò il mitragliatore verso quella direzione.
«Abbiamo movimento!»
Ventura lo invitò a mantenere la calma. La figura prese forma lentamente, nella silhouette di una donna. Era Romeo!
Sembrava stare bene, ma non aveva l'elmetto!
Ventura le corse incontro per sapere le sue condizioni.
«Sto bene! Sto bene!» sorrideva Vanessa facendo cenni con le mani. «Non ci preoccupate!»
«Ma il casco... non ce l'hai addosso! Qui... come fai a respirare?» chiese Chad incredulo.
Vanessa sospirò.
«Ho dovuto prendermi i miei rischi, ma qui... c'è ossigeno. O perlomeno qualcosa di respirabile anche per noi. Questo posto è vivo! Nel momento in cui sono entrata si è messo in moto qualcosa.»
Chad abbassò l'arma e fece un passo in avanti.
«Ma cos'è questo posto... e cosa ti è successo? Non dovresti esserti fatta male?»
Vanessa gli sorrise con la bontà di una mamma che sorride al proprio bambino.
«La caduta essendo sott'acqua non mi ha fatto male. Ma alcune scosse hanno staccato un macigno che mi è arrivato sulla gamba. Come vedi, però, ora sto benissimo.»
«E come è possibile?»
«Questo posto non è la rovina di qualche antica città. E' una specie di nave. Vedi quelle tombe al muro? Non sono tombe, ma gusci rigenerativi. Almeno è questo quello che ho capito. Venite.»
Li invitò a seguirli e il gruppo incuriosito fece come ordinato, quasi fosse una scolaresca in gita. Vanessa li portò vicino ad uno di quei pod. Con il calcio della pistola grattò via l'incrostatura sulla superficie, quel tanto che bastava per mostrare al suo interno un essere. Un alieno che non somigliava a nessuno di quelli conosciuti nello Spazio della Cittadella e oltre. Pareva un batarian, ma la fronte era simile al carapace di un crostaceo. Inoltre ciò che rimaneva non era altro che una mummia rinsecchita, più scheletro che carne.
«Che cosa sono? Chi sono?» Chad non poteva fare a meno di esplodere in domande. Ma anche Cassidy e Yuna non era da meno, completamente affascinate da quella scoperta assurda. Modine restava in ascolto, ma avrebbe voluto essere lì.
«Che cosa sta accadendo? Di che state parlando?» tuonò nel comunicatore.
«Signore, alieni. Qui sotto ci sono delle specie di tombe di alieni, ma non sono né Turian, né Salarian, né Asari o altro. Non ho mai visto nulla del genere in nessun libro.»
John rimase esterrefatto. Basito e senza parole. Voleva gridargli di andarsene da lì, ma al contempo era affascinato da quel mistero e ne voleva sapere di più. Perciò lasciò che Vanessa continuasse la sua spiegazione.
«Non ho capito nemmeno io chi siano. Ma vedi, sembrano tutti morti. Voglio dire, non respirano, sono asciutti e sembrano cadaveri. Non sono un medico e non so definire la vita di ogni creatura, ma questi mi sembrano piuttosto morti.»
Ridacchiò come era suo solito fare, rassicurandoli che se avevano avuto dubbi fino ad ora, la vera Vanessa Romeo era lì davanti ai loro occhi.
Cassidy la invitò a procedere.
«Dunque, stavo cercando un bottone per uscire da qua...»
«Ma tu come ci sei entrata qua? Noi per caso abbiamo attivato una sorta di ascensore.»
«E come avrei dovuto fare con una gamba rotta a risalire il tunnel dal quale siete scesi? Ho proseguito dolorante in cerca di qualcosa. Ho fatto la medesima strada che avete percorso voi, ma giunta qua mi sono trovata in un vicolo cieco.»
Apparve scocciata dalla domanda stupida di Chad.
«Comunque dicevo: stavo cercando un pulsante o una leva per farmi uscire da questo posto e inavvertitamente ho attivato questo pannello. Ora guardate.»
Armeggiò per qualche istante sulla console, apparentemente a caso e forse era davvero quello che voleva fare. Tentò un paio di volte finché uno dei gusci alle loro spalle non si illuminò. Degli innesti blu come gemme di cobalto si accesero alla base e alla cima, dell'energia sembrava scorrere silenziosamente incanalandosi nella tomba di quell'essere dormiente. Vanessa corse in quella direzione richiamando gli altri.
Assistettero a uno spettacolo a dir poco miracoloso, che persino Chad fu incapace di descrivere al sergente.
La creatura all'interno iniziò a rigenerarsi, i tessuti sul proprio corpo si formarono come una ragnatela, ogni arto iniziò ad avere rapide contrazioni nervose, la testa si scuoteva, finché un respiro liberatorio non esplose dal petto di quell'essere e gli occhi gialli si spalancarono spaventando persino il grande e grosso Roberts.
«Ma che...?!»
Il fascino di quella trasformazione non durò però a lungo. Purtroppo l'alieno ebbe la facoltà di esalare solo un respiro, prima che la macchina si spegnesse e lui tornasse suo malgrado nell'eterno riposo. Vanessa però, nonostante il tragico esito dell'esperimento, non perse il sorriso dalle guance.
«Questo sistema può riportare i morti in vita! Ma evidentemente se si è morti da troppo tempo non funziona proprio bene. Tuttavia ho voluto sperimentarlo personalmente, ho aperto uno dei gusci, ho spostato il cadavere e l'ho riattivato. Ovviamente ho cercato di usare lo stesso guscio che avevo attivato prima per caso! Se te lo stai domandando Roberts... non sono COSI' ottusa!»
Le due donne di scienza e ingegneria che erano con loro rimasero entrambe senza parole. Solo Cassidy si espresse nella meraviglia che quella scoperta poteva apportare alla loro società.
Dopo le dovute spiegazioni a Modine il gruppo decise che era ora di andare, di mantenere il segreto e che gli esperti avrebbero tentato di tirare fuori da quegli abissi quella miniera d'oro.
Tornarono sulla Midway ed effettuati i rapporti il capitano Wallace si mise immediatamente in contatto con l'Alto Comando dell'Alleanza, che avrebbe poi informato il Governo e il Presidente Huerta.
Edited by Drake Girard - 26/6/2020, 12:30.