Bekenstein

Spazio esterno del Consiglio, Bekenstein

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  1. ®RømaNEE Re072
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    Dominic Jeremiah EyesMentre le due navette iniziavano la lora discesa verso il complesso, il pilota ululo qualcosa, probabilmente un monito. Dopo pochi secondi la navetta del tenente fu colpita da vari proiettili che fecero sobbalzare i propri occupanti, lo stesso Dom impreco più di una volta prima che la situazione non torno normale. I piloti dovettero deviare e costringerli a cambiare strada, fortunatamente entrambe le Kodiak risultavano essere pressoché illese.
    Una volta atterrati tutti i dodici marines sciamarono fuori dai propri velivolo e si assicurarono che l'area fosse libera, ormai era chiaro che era impossibile procedere col piano originario, Ania si fece sentire poco dopo.
    Squadra che succede? Chiese con timore «Nulla di grave, ti avevo parlato di improvvisazione ed è quello che faremo, tu contatta il consiglio e l'alleanza. Chiudo.» rispose con serenità il suo superiore. Una volta sicuro che tutti i suoi uomini stessero bene, Dom decise di non parlare ma di ordinare a gesti cosa fare, così i suoi marines si disposero a delta ed incominciarono ad avanzare verso l'edificio bersaglio, al centro, in posizione avanzata, vi si trovavano tutti e tre i maggiori con il grado in campo (Eyes,Florens e Romano).
    Mentre avanzavano dritti verso Rokford. Anche se tutti e dodici procedevano a passo spedito, cercavano sempre di sfruttare ogni copertura e di stare bassi, questo li aiuto a non essere scoperti subito dal nemico. Dom si accostò ad un muretto dal quale sporse per notare con cosa aveva a che fare.
    Rokford «Ci sono il doppio dei nostri ed hanno un Altas....» Guardò prima Clare e poi Livio entrambi annuirono, non era la situazione peggiore che aveva visto, si strinse nelle spalle e controllo nuovamente il suo M7 poi contatto l'Agente della SSC.
    «Agente D'Angelo, come procede lì, noi siamo pronti ad.... Attirare la loro attenzione, i civili sono salvi?»




    Si breve, scusate ma sto male XD
     
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  2. Kralag Tritus
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    Ambientazione
    Cole spaventato non si fece scrupoli a dire tutto quello che sapeva <<questi mercenari anno sempre lavorato per la mia compagnia ma l'avidità deve averli cambiati>> disse scrollandosi Donald di dosso <<il motivo per cui anno rapito il signor Hock è che è uno dei pochi ad accedere al cavò al disotto della città... questa struttura oltre che come base commerciale è stata pensata come una gigantesca banca privata e i soldi contenuti qui giustificano pienamente tutto questo spiegamento di forze>>si fermò per riprendere un po fiato <<se intendete fermarli lasciate che vi spieghi la struttura d'altronde lo progettata io.
    L'accesso al Cavò è situato sotto la fontana esattamente al centro del complesso ed è situato un chilometro sotto terra, ma per accedere al tunnel bisogna essere autorizzati dalla sala controllo nell'ufficio del signor Hock esattamente li>>
    indico attraverso il buco nel soffitto la cima della cupola, poi abbassò il braccio e continuo <<per accedervi bisogna prendere un ascensore che da qui e esattamente dall'altra parte del complesso in direzione Nord ma per poterlo usare dovete essere autorizzati dalle altre stazioni di sicurezza esattamente a Est e Ovest dalla fontana, dall'accesso al cavò>> Fece ancora una pausa e tossi per via del fumo accecante che avevano usato durante l'incursione <<fate attenzione il complesso è come una vera città piena di negozi e magazzini che brulicheranno di mercenari vi consiglio di spostarvi attraverso i vicoli e se vi puo interessare il loro magazzino pricipale si trova a nord-ovest li i mercenari tengono tutto armi Meck mezzi>> poi cadde sfinito a terra.
    il generale cercò di ironizzare <<ok una super banca mercenari armati di tutto punto e tantissime cose da fare... Niente di più semplice>>.

    Intanto all'entrata del complesso i mercenari si erano si erano trincerati bloccandolo con dei camion blindati e una squadra da 30 uomini ogni mezz'ora circa 10 uomini si staccavano per pattugliare il perimetro della cupola portando con se il Mack altlas ma non si allontanavano mai più di un 500 metri dal'ingresso.

     
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    Giada D'Angelo
    Non appena udito l'urlo di una donna Giada si voltò. A discapito delle sue previsioni, le ferite che il terrorista aveva riportato non erano state abbastanza profonde da indurlo alla resa.
    Impietrita davanti all'arma puntata contro di lei, non ebbe nemmeno il tempo di realizzare che il soldato stava premendo il grilletto; nel giro di un secondo si ritrovò sul pavimento, cozzando la spalla sulle assi del palco, e il secondo successivo il terrorista andò incontro alla medesima fine, terminato da un proiettile del tenente Russell.
    Ripresa dallo smarrimento iniziale, trattenendo una smorfia di dolore si rimise in piedi, lo sguardo fisso sul cadavere del soldato prima di guardare verso il tenente.
    Era grazie al suo intervento se Giada poteva considerarsi viva e indenne; non fosse stato per l'imbarazzo dovuto alla propria negligenza lo avrebbe anche ringraziato.
    Avevano appena perso una importante fonte di informazioni per un errore così stupido, così... banale. E le taglienti parole del tenente sottolinearono la sua incapacità, acuendo il senso di colpa e facendole desiderare di sprofondare nel pavimento, per sparire dalla loro vista.
    La missione di spionaggio era rapidamente degenerata; se non avesse tenuto gli occhi bene aperti avrebbe rischiato di farsi ammazzare, e il tenente Russell non era lì per beccarsi le pallottole al posto suo.
    Non erano in accademia, quella non era una esercitazione. Doveva stamparselo bene in testa.
    Storse il naso davanti ai metodi discutibili del tenente ma preferì tenersi in disparte; Michael restava l'unica fonte di informazioni reperibile, in ballo c'era la sicurezza di molte vite, e se l'intimidazione avesse contribuito a farlo parlare più in fretta perché non lasciare che il soldato dell'Alleanza svolgesse il proprio lavoro?
    E a giudicare dalla reazione di Michael, il tenente aveva toccato i tasti giusti. L'architetto non si fece pregare e spiegò loro come raggiungere i rapitori di Hock. Quando fu chiaro che Cole non avrebbe aggiunto altro, Giada decise di azzardare una domanda.
    «Cat6?», chiese. «Non credo di averne sentito parlare. Avrei scommesso che fossero una specie di marine...», continuò, mostrando le sue perplessità. Era sicura che quegli uomini avessero seguito un programma di addestramento simile, se non identico, al programma in vigore nella marina dell'alleanza.
    «Comandante Eyes» rispose prontamente Giada, parlando al microfono della ricetrasmittente.
    «I civili sono salvi. Le guardie sono dei Cat6; sappiamo che mirano al caveau sotterraneo, ed è lì che stanno portando Hock.», per il momento sarebbe stato al sicuro; se lo avessero ucciso i loro progetti di svuotare i crediti sarebbero andati in fumo.
    «L'ingresso al tunnel che conduce al caveau si trova sotto la fontana al centro della struttura, ma bisogna prima sbloccare i permessi nell'ufficio di Hock. Anche l'ufficio richiede l'autorizzazione dalle stazioni di sicurezza ad est e ad ovest... queste operazioni ci faranno perdere tempo ma temo non siano bypassabili.»
    Restava solo da scegliere come procedere; e sebbene l'idea di dividersi poteva sembrare la più sbrigativa per risparmiare tempo, di sicuro non era la più pratica.
    Chiusa temporaneamente la comunicazione, Giada notò che la camicia del tenente era strappata in un punto dal quale si era estesa una macchia di sangue.
    «E' ferito?» domandò, titubante. Avrebbe voluto chiedergli se aveva bisogno di una medicazione improvvisata ma troppo intimidita dalla sua persona finì per tacere.
     
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    Donald Russell
    Cole svuotò il sacco confermando e ipotizzando che i Cat6 fossero lì per un Caveau sotto la città commerciale... Donald ascoltò attentamente l'ingegnere -sembra una fottuta caccia al tesoro- disse quando finì di parlare.
    La missione non era delle piu facili loro erano solo in due, non considerava Giada un valido aiuto, mentre i Cat6 sembravano davvero tanti... forse troppi... ma erano l'unica speranza per la gente che si trovava lì e per fermare il loro folle piano.
    -ok una super banca mercenari armati di tutto punto e tantissime cose da fare... Niente di più semplice- Ironizzò Kralag
    -Gia! Una passeggiata di salute- rispose sorridendo mentre prendeva la pistola e cercava qualcosa di utile dai cadaveri dei Terroristi
    -Cat6? Non credo di averne sentito parlare. Avrei scommesso che fossero una specie di marine...- domandò l'Agente SSC
    Donald trovò una radio da uno dei cadaveri -Cat6 deriva da categoria 6 nome usato dall' Alleanza per segnare i congedi con disonore... si Agente D'angelo! sono dei Fottutissimi Marine- rispose
    Poi sentì una voce conosciuta proveniente dal punto luce di Giada "Dom?" era Dominic
    -Perfetto Kralag anche Dom si è unito alla festicciola... Siamo proprio delle calamite per i guai- ironizzò Donald con il generale ricordando come si erano conosciuti
    Giada finì di parlare con Dominic e chiese se era ferito. Donald si guardò il braccio -è solo un graffio- Disse per poi notare che la radio emanava una luce
    -Nils! Nils! Com'è la situazione... avete ucciso Russel e Tritus?- Disse una voce proveniente dalla radio
    Donald sorrise e accese la comunicazione -Attenzione, attenzione, Nils è defunto... Ripeto: Nils è defunto, pezzo di merda e con lui il suoi due amichetti sopra il palco. Poi ci sono anche gli altri e due che giocavano a fare gli scassinatori... Opps! Mi dispiace ma anche loro faranno tardi- il tono era di scherno
    -Tenente Russell... E' un piacere e suppongo che ci sia anche il Generale Tritus con lei?-
    -Si, la "supposta" per te è quella giusta e Il dispiacere è tutto mio cazzone! Ma stai tranquillo avrai tutto il tempo per conoscermi- Disse Donald continuando a provocarlo
    -Ma io ti conosco molto bene Tenente capo Donald Russell... anche se quando ci siamo conosciuti non eri Tenente... Herr Donald Russell- La parola in tedesco "Herr" fece sobbalzare Donald...
    -Gruber... Hans Gruber- Quel nome era tornato a tormentarlo da un passato non glorioso del tenente
    -vedo che ti ricordi di me? Ti faccio una proposta in nome dei vecchi tempi... Voi ve ne restate li buoni e tranquilli e io non vi uccido... ci stai?- propose Hans
    -Te la faccio io una proposta. Appena ti prendo, caro Hans, posso schiacciare la tua testa di cazzo?- detto questo chiuse la comunicazione
    Rimase a pensare per un secondo ma evitò di dire chi fosse Hans Gruber e come lo conoscesse. Prese un cinturone da uno dei cadaveri dove mise la pistola e le clip termiche. Guardò Kralag e poi Giada -Ragazzina! Tu rimani qui a proteggere gli invitati... Io e il Generale andiamo a fare il culo a quello stronzo- disse infine risoluto.

     
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  5. ®RømaNEE Re072
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    Dominic Jeremiah Eyes
    «Bene agente! Fate ciò che potete per accedere al caveau... Noi avremmo dei piccoli problemi, ma vi raggiungeremo!».
    Dominic ispeziono velocemente i la sua unità, ognuno di loro aveva visto almeno tre battaglie e di sicuro partecipato a molte missioni ad alto rischio, era per questo che si era spaccato il culo per vent'anni, per avere i più vecchi e cazzuti marines di cui l'alleanza disponeva e con molta probabilità ci stava riuscendo. Erano tutti proni da dietro i ripari, l'effetto sorpresa non era il massimo, di sicuro si aspettavano il loro arrivo e di sicuro Dominic non avrebbe deluso le sue aspettative.
    «Clare, tieniti a distanza e prendi di mira l'edificio: occhio ai cecchini!»
    le disse per poi guardarla arretrare lentamente e posizionarsi con il fucile da tiratore la facciata principale, «Prima squadra: Livio,Valleys,Gaju,Booman,Rodriguez e Adams, voi prendete tutti le granate che avete e fate fuoco sull'atlas» Continuò a dargli ordini guardando in faccia i suoi soldati che si apprestarono a prendere le granate, Livio e Booman invece tirarono fuori due ML-77 e attesero l'ordine d'assalto «Vanilla,Berkut,Hawk e Trust con me, copriremo con un buon fuoco di sbarramento la prima squadra» Tutti e quattro gli uomini citati caricarono le armi e presero a puntare il nemico dai ripari, di sicuro non sarebbero stati invisibili per ancora molto, la pattuglia nemica si stava avvicinando troppo.«Ricordate ragazzi: raffiche breve e mirate» passarono pochi secondi, la tensione stava divorando ognuno di noi, ma non era paura, almeno non per Eyes. Aveva varie volte fato visita allo psicologo fornito dall'alleanza, diceva che era ansia da prestazione quella che provava prima di premere il grilletto ma lui non la pensava cosi: "Un cavallo alla griglia di partenza non ha paura... E solo pronto a correre!".

    Dominic uscì dal riparo insieme ad un ordine sparso della seconda squadra che iniziarono a sparare contro i Cat6, cercavano di mirare al corpo, alcuni utilizzarono i loro poteri biotici, Eyes invece sparava di continuo dispensando colpi su più avversari possibili, era per questo che il suo vecchio M-7 Lancer era la sua arma preferita.
    Mentre i cinque soldati alzavano il loro potere di fuoco , la seconda squadra inizio a tempesterà di granate il mech, Livio e Boomen fecero fuoco contemporanea mente verso il loro obbiettivo, Dominic già sapeva che alcune di quelle granate avrebbero mancato il bersaglio, ma non importava, dati i nemici; dovunque fossero cascate avrebbero ferito qualcuno dello schieramento avversario. Intanto da dietro Clare si premurava di trovare qualche cecchino avversario nascosto nel complesso da conquistare. La battaglia sarebbe stata dura ma il comandante aveva fiducia in se stesso e sopratutto nei suoi compagni.

     
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    Giada D'Angelo
    Il tenente Russell fu chiaro e coinciso, e nel risponderle confermò in parte i suoi sospetti. Quei soldati avevano ricevuto l'addestramento militare in vigore nell'esercito dell'Alleanza perché erano tutti ex-marine. Era utile sapere con chi avevano a che fare; questo, però, non li aiutava a sopperire alla loro superiorità numerica.
    «Bene agente! Fate ciò che potete per accedere al caveau... Noi avremmo dei piccoli problemi, ma vi raggiungeremo!».
    «Ricevuto. Chiudo» mentre Giada interrompeva il collegamento ebbe modo di assistere a parte dello sfogo del tenente contro il ricevitore di uno dei soldati. Dal modo in cui si stava rivolgendo alla persona che gli stava parlando dall'altro capo del ricevitore sembrava conoscerne l'identità.
    -Ragazzina! Tu rimani qui a proteggere gli invitati... Io e il Generale andiamo a fare il culo a quello stronzo-
    Passarono un paio di secondi durante i quali Giada gli rivolse uno sguardo penetrante. Sembrava combattuta, quasi fosse sul punto di ribattere per contestare l'ordine.
    «D'accordo. Prima di andare sincronizziamo i factotum, così possiamo tenerci in contatto. Il tenene Eyes vi raggiungerà presto, vi avvertirò se dovessero esserci novità.», liberare Hock e occuparsi dell'incolumità dei civili non erano compiti che rientravano tra le sue priorità; tuttavia era impensabile lasciarli lì privi di difese. Chiunque fosse stata la persona con la quale il tenente aveva discusso poteva decidere di mandare lì altri Cat6 per vendicarsi sugli ostaggi o per prenderli nuovamente in ostaggio e quella stanza non era sicura. Alle debolezze strutturali si erano aggiunte la voragine nel soffitto e gli ingressi non erano sicuri.
    Allontanandosi dal tenente raggiunse Cole.
    «Tu conosci bene questa struttura, pensa ad un posto dove potremmo tenere tutti al sicuro. Restare qui è rischioso. Dobbiamo far evacuare gli invitati senza dare troppo nell'occhio.»
    Ho aggiunto una frase (tenerci in contatto con i factotum), dimenticanza dovuta all'orario :P


    Edited by 'hotaru' - 22/1/2015, 01:05
     
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  7. Kralag Tritus
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    La pattuglia si era ormai allontanata da gruppo principale portando con l'oro l'Atlas arrivati a 500 metri stavano per tornare indietro quando venereo investiti dall'attacco di Dominc, alcune granate colpirono il gigantesco Meck e fecero vacillare i suoi scudi, le granate che non colpirono il Meck colpirono il gruppo impegnati a rispondere al fuoco di sbarramento, Clare non riuscendo a trovare bersagli nemici incominciò a fare piazza pulita del gruppo, quando Livio e Booman tempestarono il Meck con i razzi abbatterono definitivamente i suoi scudi, di tutta risposta il Meck sparò un razzo che colpi Livio e Booman i loro scudi li protessero ma li lasciarono a terra intontiti, Clare vedendo che il Meck perse gli scudi comincio a concentrare i suoi colpi sul lunotto di protezione del mezzo, dopo alcuni colpi cedette colpendo il pilota uccidendolo la sciado la macchina intatta, i nemici rimasti senza la protezione del robot indietreggiarono verso il gruppo principale ma rimasero senza coperture ed infine vennero falciati dal fuoco concentrato di tutti, a 500 metri il gruppo principale allertato dalle esplosioni si divise e cominciò a dirigersi verso il gruppo d'assalto di Dom.

    Cole ancora sotto Shock si sbrigo frettolosamente a pensare <<questa struttura è alimentata da un reattore a fusione la sala di controllo del reattore è blindata e può resistere all'esplosione del reattore stesso, e si può chiudere ed aprire solo dall'interno, li saremo al sicuro>> poi fece una breve pausa <<l'unico ostacolo sono le pattuglie dei mercenari, la migliore probabilità è passare dai tunnel di manutenzione li la sorveglianza e meno stretta>> Poi con il suo factotum proietto la mappa dei tunnel.

    Russel e Kralag erano rimasti soli, il tenente aveva fatto bene a prendere dei rifornimenti dai cadaveri ed il generale segui il suo esempio prese un'alta pistola e le infilo sotto la giacca, qualche clip termica ed uno dei fucili M-99, poi si diresse alla porta blindata <<ok siamo noi contro un esercito perfetto... loro sono tanti ma se ci muoviamo svelti possiamo attuare delle azioni di guerriglia, propongo di dirigerci al loro magazzino per vedere con cosa abbiamo a che fare e magari rimediare qualche giocattolino nuovo>> Disse ironico in fine, trasformo il suo braccio di nuovo nella pinza ad aria compressa afferro la porta blindata stritolandone la serratura e strappandola via dai cardini, una volta libero il passaggio si sposto fece un leggero inchino al tenete <<prego dopo di te>> disse ironico.



    Oggi per rispondere ci ho messo una sacco di tempo :P
     
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    Giada D'Angelo
    Giada osservò il tenente Russell e il generale Kralag sbloccare le porte che davano sulla parete opposta della stanza. Quando i due si dileguarono tornò a prestare attenzione a Michael. Assimilò rapidamente le informazioni ricevute e osservò la planimetria della mappa che dal tunnel conduceva alla sala del reattore. Incrociando le braccia al petto portò una mano al mento, assorta nei suoi pensieri. Doveva elaborare un metodo che fosse quanto più possibile sicuro per evacuare gli invitati.
    Si guardò intorno; ad occhio e croce nella stanza dovevano esserci almeno trenta, quaranta persone in tutto.
    Muoversi tutti insieme non li avrebbe fatti passare inosservati. Del resto, non poteva nemmeno lasciarli lì, in balia del prossimo gruppo di disertori.
    La cosa più logica da fare era un'incursione. Una volta verificato che il percorso fosse libero – e in caso contrario, renderlo tale – avrebbe contattato Michael con il factotum per dare il via libera all'evacuazione.
    «Sincronizziamo i dispositivi» disse, spezzando infine il silenzio. Sciolse la postura tesa e pigiò alcuni tasti sulla tastiera olografica proiettata dal factotum, assicurandosi di collegarlo a quello dell'uomo.
    «Trasmetti la planimetria del livello al mio factotum, per favore. E anche le altre mappe della struttura: non tralasciare i livelli delle due stazioni di sicurezza, dell'ufficio di Hock, e la planimetria sotterranea.»
    Michael iniziò col trasferire la planimetria del livello dove erano situati e del livello inferiore, ma guardò Giada confuso dopo la seconda richiesta.
    «Gli ordini sono di-» prima che potesse continuare Giada lo interruppe.
    «Proteggere gli invitati, ed è quel che faremo portandoli nella sala di controllo. Dopodiché ci separeremo.», rispose dandogli le spalle. Si era accovacciata sul cadavere del Cat6 alla ricerca di armi. Il fucile d'assalto recava la dicitura M-7 Revenant. Giada lo sfilò dal sotto il braccio e lo soppesò. Fin dall'inizio non era convinta di portarlo con sé, e il peso considerevole dell'arma fu un ulteriore incentivo a cederla.
    «Cosa hai intenzione di fare, Giada? Il tenente li ha allarmati. Aumenteranno la sicurezza ovunque e presto manderanno un'altra squadra qui.»
    "Lo so, maledizione."
    Giada continuò a frugare, e trovò una M-6 Carnifex dietro la schiena dell'uomo. Istintivamente i suoi pensieri si rivolsero al sergente Gunnarsson. L'M-6 era l'arma preferita di Matthew: precisa e letale.
    «É proprio per questo che farò una breve incursione nel livello inferiore. Hai intenzione di aiutarmi oppure no?» domandò, porgendogli l'M-7.
    «Siamo in inferiorità numerica, Michael, non abbiamo bisogno di altri svantaggi. Se vogliamo avere qualche speranza di liberare Hock devi procurarmi le altre planimetrie. Un conto è recarsi alle stazioni conoscendo bene il territorio... un altro è agire alla cieca.»
    Cole imbracciò l'arma, nello stesso momento capì che non poteva nulla contro la testardaggine della ragazza.
    «Ti contatterò di nuovo quando avrò finito. Una volta che la zona sarà libera dovrai pensarci tu a portare tutti al sicuro»
    Il tenente Russell e il generale Kralag avevano bisogno di supporto dall'interno; e al momento il comandante, impegnato in battaglia, non poteva procurarglielo. Inoltre, non era l'unico motivo per il quale Giada non aveva intenzione di restare in disparte: aveva ancora dei dati da salvare sul factotum, e siccome Michael non nutriva il minimo sospetto che fosse una spia dell'SSC...
    «D'accordo, allora.» il suo factotum e quello di Giada si illuminarono per alcuni secondi. Quando Giada aprì i file una serie di ologrammi si susseguirono davanti ai suoi occhi: le piante delle stazioni di sicurezza, e del caveau sotterraneo. Cole non le aveva passato tutte le planimetrie della struttura, ma era pur sempre un inizio.
    Integrò il silenziatore e il mirino ottico alla pistola, poi lanciò un ultimo sguardo al cadavere davanti a sé, alzandosi in piedi. Aveva sperato di poter fare un veloce cambio d'abiti prendendogli la corazza, ma considerata la diversa stazza si sarebbe rivelata di impaccio anziché di aiuto. Anche gli altri soldati, controllò, erano tutti uomini. Abbandonò l'idea e fissò in vita uno dei cinturoni con diverse clip e alcune granate. Non aveva idea di quanti nemici la aspettavano là fuori e ne sarebbe passata di acqua sotto i ponti prima di riuscire a raggiungere l'armeria.
    Prima di andare inviò le mappe in allegato al factotum del soldato dell'Alleanza.
    «Blocca l'altra porta e restate in attesa»
    Giada si avvicinò alla seconda porta chiusa, dalla parte opposta a dove erano usciti Russell e Tritus. Un paio di spari bastarono a sbloccarla.
    Con il cuore in gola, lasciò la sicurezza della stanza per andare in perlustrazione.
    Piante dei livelli percorsi da Giada
    Livello zero
    Livello -1

    ”Dannato Michael! Fra tutti i materiali a tua disposizione come ti è venuto in mente di usare il vetro?!”
    «Tenente Mail ho bisogno della posizione del nemico nel livello 0, settore C, e poi lungo tutto il percorso del livello -1», parlò al trasmettitore, confidando che riuscissero a violare i sistemi di sorveglianza.
    Nei corridoi regnava il silenzio, cosa che la spinse ad una maggiore cautela e ad avanzare a passo felpato, pronta a sparare a vista. Prima di imboccare il corridoio alla sua destra si accostò alla parete e restò alcuni secondi in ascolto. Nulla di insolito da segnalare. Tenendosi bassa, sbirciò: alla fine del corridoio non c'era nessuno. Proseguì con cautela, quando finalmente arrivò la risposta. Giada ascoltò dall'auricolare. C'era un solo nemico alla sua destra non appena fosse giunta alla fine del corridoio. Lo sentì spostarsi e ripetere sempre lo stesso percorso; passi che si avvicinavano, e allontanavano. Il cat6 mostrava irrequietezza: forse era stato lasciato lì in attesa dei rinforzi. Quando i passi si allontanarono, nervosi, Giada uscì allo scoperto e scaricò tre colpi in successione che perforarono la corazza colpendolo rispettivamente alla schiena e al cuore. Gli si avvicinò per controllare il battito; premendo le dita sull'arteria constatò che era assente e passò oltre.
    Percorse le scale che la condussero al livello inferiore, e avanzò con maggiore cautela. Tutto il piano aveva un aspetto completamente diverso dalla sua controparte alla luce del sole, e di questo Giada fu enormemente sollevata perché diminuiva le possibilità di essere individuata.
    Il tenente la contattò una seconda volta, avvertendola della presenza di due cat6 non appena avesse svoltato dopo il quarto corridoio.
    Giada si preparò. Armò la Carnifex con munizioni disgregatrici, si fece indicare la posizione esatta dei mercenari e la tipologia.
    La risposta del tenente non si fece attendere troppo: nella stanza la aspettavano un soldato d'assalto e un ingegnere.
    Se fosse uscita allo scoperto poteva cominciare a far intagliare la bara.
    Le granate erano da escludere: non aveva la certezza di danneggiarli, e le granate a gas sarebbero state completamente inutili, considerando che i mercenari erano protetti dagli elmi.
    Doveva riflettere: se avesse creato un diversivo, un rumore anomalo, quei due come avrebbero reagito? Al loro posto, Giada cosa avrebbe fatto?
    Essendo la coppia formata da un soldato d'assalto e un ingegnere, prima di passare ad attacchi che li avessero esposti in prima linea, l'ingegnere avrebbe creato un drone da combattimento per mandarlo in avanscoperta. Giada avrebbe dovuto impedirgli di passare all'attacco, altrimenti sarebbe stata la fine; avrebbe dovuto rivolgergli un attacco sabotaggio, e in tal modo avrebbe guadagnato tempo. Il drone si sarebbe rivoltato contro il suo creatore, e a quel punto restava l'altro soldato da colpire fino a svuotare la clip.
    Sudò freddo e si morse il labbro, non riuscendo a contenere l'ansia.
    Era la prima volta che si trovava ad agire senza supporto fisico. Aveva una paura folle, paura di non riuscire a cavarsela.
    Ma non poteva tornare indietro né lo voleva.
    Respirò profondamente, e indietreggiando al riparo proseguì nel piano.
    Appena il drone fosse entrato nel suo campo visivo era pronta a sabotarlo.
     
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    Donald Russell
    Prima di Uscire Donald guardò Giada... Era giovane e inesperta, entrata in un gioco piu grande di lei... sarebbe riuscita ad essere all'altezza? Donald sapeva solo che doveva esserlo per lei e per tutta quella gente... Ricchi del cazzo certo! Ma pur sempre persone.
    La proposta del Generale era sensata... inseguire Hans con le poche clip a disposizione e senza una cazzo di armatura a diffendergli era un suicidio in più sperava che Hans avrebbe avuto qualche impiccio ad aprire quel cavour in modo che non rimanessero troppo indietro rispetto a lui.
    -Grazie Generale- rispose a Kralag son un sorriso per poi uscire dalla sala
    -Quindi se ho capito bene il piano è procurarsi delle armi, uccidere i cattivi e salvare gli ostaggi? Bel piano! Semplice e facile da ricordare- disse ancora sorridendo
    Poco fa aveva provocato Hans e lo aveva fatto per un motivo... Distogliere i suoi pensieri sugli invitati e far monipolare la sua attenzione su lui e i Generale... conosceva Hans come lui conosceva Donald e quindi, il tenente, sapeva che la sua priorità del Cat6 era eliminare i problemi.
    -Comunque Kralag! Se conosco bene Hans sa che siamo fuori l'edificio... quindi occhi aperti- disse
    Avanzarono per un pò. Il perimetro per adesso era sicuro e Donald incominciò a parlare -Suppongo che ti devo una spiegazione- si fermò un'attimo -Hans Gruber era il mio vecchio superiore... un' uomo spiettato e inpracabile che non si ferma a niente pur di compretare una missione... nemmeno l'uccisione di civili indifesi. Durante un assalto a dei pirati Batarian diede ordine di borbadare una loro base con ancora gli ostaggi dentro. Io mi rifiutai dicendo che potevamo passare dai condotti e salvare tutti ma lui non mi ascoltò e fece fuoco lo stesso- Chiuse gli occhi -Fu una strage...- Riaprì gli occhi e riprese ad avanzare -al mio ritorno feci rapporto... effettivamente avevo ragione e Hans fu radiato con disonore... lo ricotrai nel periodo della mia sospenzione... Ricordi? Quando mi facevo di alcool dalla mattina la sera... lui era diventato un Cat6 proponendomi di entrare nelle sue file... io lo mandai gentilmente a farsi fottere-
    I due arrivarono davanti l'angolo di un negozio fermandosi di colpo perchè c'era un cammione che passava, in lontananza si sentivano gli spari del combattimento di Eyes -Cosa cazzo stanno trasportando?- chiese piu a se stesso che al Generale.

     
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  10. ®RømaNEE Re072
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    Dominic Jeremiah EyesI proiettili delle varie armi sfrecciavano a gran velocità da entrambe le parti, alcuni proiettili erano più vicini di altri, ma in generale l'unità dell'alleanza stava seguendo le direttive del loro comandante e stavano facendo a pezzi l'unità nemica. quando Livio e Booman si levarono dai loro ripari con i lancia razzi impugno il meck rispose travolgendoli in un'esplosione. Dom credeva di averli persi, però fu Livio il primo a comunicare di star bene, poi anche Booman confermo la sua incolumità. Altri secondi di battaglia passarono e Eyes arma in spalla, continuava a martoriare i propri avversari, i suoi scudi furono toccati solo una o due volte, non abbastanza nemmeno per farli arrivare a meta, la sua vecchia corazza pesante di classe gladiator era ottima per quel tipo di situazioni, per le battaglie.
    Alla fine l'atlas fu neutralizzato dando a Dom un opportunità, quando anche i CAt6 in ritirata furono pacificati, il comandante fece segno alla seconda squadra di seguirlo, tutti e cinque gli uomini si mossero tenendo la testa basta e sparando brevi raffiche di colpi sui nemici in lontananza, stavano spalla contro spalla pronti a difendersi a vicenda e al cetro vi era Eyes che puntava dritto all'atlas. Nelle retro linee Livio era ormai pienamente operativo ed ordino alla sua squadra di far fuoco di soppressione, in tal modo da far retrocedere il nemico o almeno tenerlo impegnato su due fronti di fuoco.
    Così si sfruttava una delle tattiche più semplici: una squadra avanzava l'altra copriva, tanto semplice quanto efficace. Clare invece si cercò un punto migliore ed iniziò a sfoltire il gruppo avversario cercando di essere quanto il più accurata possibile. La squadra di Eyes aveva ormai raggiunto il veicolo bipede, due uomini della squadra si misero sulla sinistra e due sulla destra continuando a far fuoco sulle forze nemiche, nel contempo Dom, getto via il pilota dall'abitacolo dell'atlas poi, agilmente, ne prese il controllo e si posiziono proprio sulla linea di tiro avversaria, fu così che iniziò a tempestare di colpi le unità nemiche, di certo qualche proiettile gli sarebbe arrivato; era senza riparo ed era il bersaglio più appetitoso, ma sapeva che Clare,Livio e le due squadre con loro, avrebbero reso il colpo molto difficoltoso. Come sempre, si fidava dei suoi sottoposti.
    Quando Dom iniziò a spargere fuoco, notò come i suoi compagni si fossero gettati senza esitazione, nella mischia, come se si sentissero immortali con lui al suo comando, Dom avrebbe voluto che fosse cosi e sperava davvero di riportare tutti a casa, anzi non lo sperava, l'avrebbe fatto e basta.
    «Forza marine! Volete diventare degli eroi!?» Chiese in maniera ironica mentre continuava a sostenere il fuoco, a quelle parole anche il volume di fuoco dell'intera unità crebbe, il caos della battaglia era la melodia che Dom sentiva da sempre, ormai l'aveva fatta sua, le scie di proiettili, l'esplosioni, le urla, lo scoppio del proiettile, tutti suoni e tutte le immagini che ormai dipingevano da molto il quadro intitolato: La vita di un soldato, di Dominic J. Eyes.

     
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  11. Kralag Tritus
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    Ambientazione
    Il generale si fermò insieme a Donald e ascoltò la sua domanda <<probabilmente rinforzi diretti al fronte dell'entrata... meglio cosi meno mercenari a guardia del magazzino forza muoviamoci veloci e con discrezione>> rispose percorsero il restante tragitto spostandosi sui retri dei negozi e nelle stradine di servizio quando uscendo su di una via dovettero tornare trepidamente nell'ombra per via di un posto di blocco che dovevano per forza attraversare, il generale si guardò in torno e vide una scaletta di servizio che portava sul tetto di alcuni edifici, Il generale con un cenno del capo verso la scaletta disse <<che ne pensi>> poi si acquattòper nascondersi alla vista di un secondo camion in arrivo.

    Da un'altra parte sul fronte dell'ingresso L'unita dell'alleanza stava avanzando verso il secondo gruppo di mercenari, i mercenari provarono a rispondere ma molti vennero falciati dalla potenza di fuoco dell'Atlas cosi si ritirarono velocemente dietro i camion blindati e con loro sorpresa arrivo sagomando un camion con 0 unita mercenarie di rinforzo.

    Nei sotterranei Giada era nascosta dietro un angolo in attesa di qualcosa che non sarebbe arrivato. Le due guardie mercenarie ciondolavano avanti e in dietro con fare scocciato, fino a che l'ingegnere si mise seduto su di una casa si tolse l'elmo e si accese una sigaretta, inspirò profondamente la pesante nicotina che riggettò poco dopo con un leggero soffio <<senti un po perché ci anno lasciati qui>> Rivolgendosi alla seconda guardia, anch'egli si fermo e si rivolse all'ingegnere <<hanno paura che qui ricchi mollaccioni possano scappare da questi tunnel... ma sai che ti dico quelli hanno il culo troppo pesante per farlo>>
    L'Ingegnere passò una sigaretta al soldato che si mise anche lui seduto su di un mucchio di casse davanti all'altro mercenario e appoggio il suo fucile per terra, si tolse il casco ed iniziò anche lui a fumare <<ei ai per caso delle carte con te>> disse il soldato, l'ingegnere non disse niente si limitò ad allungarsi e a trascinare un'altra cassa in mezzo ai due estrasse qualcosa dalla corazza e sbatté un mazzo di carte sulla superficie di plastica della cassa <<che ne pensi di un bel Skilian Five>>
    <<mi leggi nel pensiero>>.

     
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    Pettegolo

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    Donald Russell
    Donald fece cenno di si, quindi veloci con la tenta abbassata si diressero verso la scaletta mise il fucile a tracolla, aveva usato un pezzo della sua giacca e legato tra la canna e l'impugnatura. incominciò a salire seguito dal generale
    Salirono fino ad arrivare nei pressi del tetto. Donald si affacciò scrutando la zona vedendo così quattro mercenari: Due erano armati con fucili di precisione, ovviamente si trattava di cecchini, gli altri e due avevano dei fucili d'assalto.
    Russell si girò verso Kralag facendo con le dita il segno di quatro e indicando la posizione di ognuno dei mercenari poi estrasse la pistola e fece segno con le dita: tre, due... uno
    Il Tenente si inniettò una scarica di adrenalina e saltò per superare l'ultima parte della scala sparando e colpendo con una raffica di colpi il mercenario piu vicino... uno dei due cecchini allarmato puntò l'arma verso il Tenente che però si buttò a terra colpendoli le gambe poi lo finì con un'altra raffica -Buona notte pezzo di merda- disse una volta che il cat6 fu a terra stecchito.

    Si alzò! I Mercenari erano tutti fuori gioco -Beh! niete male per dei soldati vestiti da damerini- disse sorridendo al Generale
    Poi tirò fuori la radio che aveva preso precedentemente al mercenario della sala -Hey Hans ti interesserà sapere che altri quattro cattivi sono ufficialmente iscritti al necrologio di domani mattina... Stai perdendo colpi cazzone-
    -Tenette Russell! Lo sai? Tu e il tuo vecchio amico ossuto state diventando davvero una gran seccatura- disse Hans dall'altra parte
    -e non hai visto ancora niente... abbiamo intenzione di infilarti un fucile su, dritto nel culo- Piu Hans era occupato con loro e meno problemi avvrebbero avuto Giada e gli ospiti ed era per questo che il Tenente cercava di provocarlo
    Hans coprì il comunicatore in modo che Donald non possa sentire -fai ritirare le truppe all'entrata faremo saltare le cariche... vedranno con chi hanno a che fare- disse il capo dei cat6 a uno dei suoi uomini che subito dopo chiamò le truppe
    Hans tolse la mano dal comunicatore -Sei ancora lì Don?-
    -Certo che sono qui... testa di cazzo!- Rispose il tenente mentre prendeva delle clip termiche dai corpi dei Cat6
    -Allora ti consiglio aprire bene gli occhi... vedrai uno spettacolo interessante- Disse.
    Donald non poteva vederlo ma il Cat6 aveva un sorriso diabolico
    Il Tenennte si alzò preoccupato: da li si vedeva benissimo la battaglia tra gli uomini di Eyes e quelli di Hans... notò subito che i cat6 si tavavano ritirando... -cazzo!- esclamò
    Donald accese subito il suo factotum -Dom sono Donald... Andatevene da li.... SUBITO- Il tenente non sapeva cosa avesse di preciso in mente Hans ma lo conosceva e qualunque cosa fosse non era sicuramente nulla di buono.

    Gruber spense il comunicatore poi si rivolse al suo luogotenente -Falle esplodere- Disse
    -Ma Hans! E' ancora presto... Gli uomini in coda non faranno in tempo a ritirarsi- Protestò uno dei suoi
    -FALLO E BASTA!- disse con un tono che non ammetteva repliche
    -Si signore!- rispose il luogotente
    Hans guardò Hock -Allora Signor Hock... Dove eravamo rimasti?- disse puntandogli l'arma

     
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    Cacciatore Geth

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    Giada D'Angelo
    I secondi che seguirono parvero interminabili. Giada sudò freddo, la mano mossa da un lieve tremore. Trattenne il respiro, pronta a tirare il grilletto. Ma quel momento sembrava non arrivare mai. E alla fine non arrivò.
    La fortuna doveva essere dalla sua parte perché i due cat6 non solo non avevano dato segno di aver sentito il rumore che aveva fatto per attirare la loro attenzione, ma dovevano essere tra i più svogliati della combriccola.
    Si appiattì quindi contro il muro e rimase in ascolto. Identificò alcuni suoni: lo scatto metallico di un accendino seguito dalla scintilla della fiamma, l’odore della sigaretta accesa. Uno dei due era così rilassato da aver ritenuto opportuno prendersi un momento di pausa dallo sporco lavoro che aveva accettato di eseguire. Il tonfo che aveva udito lasciava spazio a più interpretazioni: poteva essersi seduto, o aver lasciato l’arma pesante per terra.
    I suoni si replicarono; Giada dedusse che anche il secondo soldato era stato vinto dalla tentazione di un tiro di sigaretta. Nessuno dei due stava indossando il casco: poteva tentare di stordirli lanciando una granata a gas, così non sarebbe stata costretta ad ucciderli.
    Ma poteva avere la certezza che avessero davvero tolto i caschi protettivi? E se fosse stata una finta per spingerla ad abbassare la guardia e a coglierla impreparata una volta uscita allo scoperto?
    Le comunicazioni con il tenente Mail erano state interrotte. Non poteva indietro per contattarla, per quanto avrebbe preferito avere supporto visivo. Un solo passo falso, un rumore sbagliato…
    L’eco nei corridoi amplificava i suoni, ma non interferiva con la chiarezza delle voci.
    Entrambi sembravano dare per scontato che nessuno degli invitati avrebbe tentato la fuga dai tunnel. Del resto non erano poi molto distanti dalla realtà: se Giada non fosse riuscita a ripulire il percorso, nessuno avrebbe lasciato la sala dei ricevimenti.
    Non c’era più tempo per le esitazioni.
    Si tenne bassa e afferrò una granata a gas dal cinturone. L’effetto sarebbe stato abbastanza forte da narcotizzarli senza ucciderli e senza procurare effetti collaterali permanenti. Tolta la spoletta, Giada si mantenne bassa e uscì allo scoperto con uno scatto, il tempo di lanciarla contro i due soldati prima di tornare al riparo. Li udì tossire e afferrare le armi, ma i due tonfi pesanti che seguirono erano il segnale che il gas a dispersione immediata aveva fatto effetto.
    Giada trattenne il respiro e controllò che non vi fossero altri cat6 nei paraggi.
    «Via libera. Fai evacuare tutti alla svelta, non abbiamo molto tempo!» comunicò al factotum di Michael.
    Si chinò sui due soldati per frugare nelle tasche, lo sguardo che saettava da un ingresso all’altro nel timore di vedere altre guardie arrivare prima degli invitati. Recuperò alcune clip compatibili con la Carnifex, e quando Michael la avvertì dal ricevitore di non sparare perché cominciavano ad arrivare civili Giada tornò nel corridoio.
    Ne sentiva il brusio chiassoso, i passi malfermi, e la sua ansia aumentò.
    «Imboccate quel corridoio e proseguite al livello superiore! Svelti!»
    Il rumore di spari la rese ancora più tesa, pronta a reagire.
    Michael chiudeva la fila, trascinando il fucile pesantemente mentre con la mano libera si teneva una spalla. Doveva essere ferito. Giada lo raggiunse e lo sorresse, affrettando il passo. Con la mano libera sparò alcuni colpi d’avvertimento per rallentare i soldati.
    «Vi copro io, andate!»

    «Ti darò un incentivo in più per convincerti a collaborare» Gruber guardò malignamente l’uomo.
    «I miei uomini hanno raggiunto la sala degli invitati. Al mio ordine, faranno fuoco sul primo ostaggio. Ne uccideranno uno ogni dieci secondi, fino ad ucciderli tutti. Le colpe ricadranno su di te, e in ogni caso sarai finito»

    «Tenente Mail?» la voce di Giada attraverso il ricevitore era affaticata e bassa.
    Era la terza volta che provava a mettersi in contatto con la base operativa e la ricezione era disturbata. Doveva essere successo qualcosa: forse chi era a capo dei cat6 aveva scoperto l’intrusione nei sistemi di sicurezza e aveva fatto in modo di disturbare il segnale. In tal caso il tenente Mail ci avrebbe messo un po’ per ripristinare la comunicazione; grosso guaio, considerando che i Cat6 superstiti le erano alle calcagna.
    I civili e Michael erano al sicuro nella sala del reattore. Nessuno avrebbe potuto entrare dall’esterno.
    Giada era riuscita a contrastare l’offensiva ma per permettere a tutti di evacuare in tempo aveva dovuto sacrificare tutte le granate e parte delle clip. Se non avesse fatto presto rifornimento, non sarebbe durata a lungo.
    Si era iniettata una doppia dose di medigel per i tagli riportati alla gamba e così aveva fermato l’emorragia. Era ancora in grado di combattere.
    «Russell, mi riceve?» Giada attese speranzosa, avanzando lungo il corridoio con cautela. Nemmeno Russell rispondeva. Giada cominciò a temere che il comunicatore del factotum fosse danneggiato.
    “Maledizione!”, riflesse. Russell e Tritus stavano sicuramente raggiungendo una delle due stazioni di sicurezza per poter sbloccare l’ascensore. Davanti a sé c’era il cadavere di un cat6, una donna che aveva più o meno la sua stessa corporatura. Aveva pari possibilità di raggiungere o meno la stessa stazione di sicurezza dove si stavano dirigendo i due soldati.
    Sarebbe stato come giocare alla roulette russa: il fato avrebbe deciso per lei.
    Dopo un attimo di esitazione, Giada iniziò a svestire il corpo della corazza e dei vestiti per potersene appropriare.

    Lontano dalle orecchie di Hock Gruber riprese a provocare il tenente.
    «Spero tu abbia apprezzato lo spettacolo, Don. Sarai contento di sapere che gli invitati sono al sicuro, ma la ragazza… ahimè, non ce l’ha fatta.» sospirò teatralmente. Aveva visto il trio dalle telecamere di sorveglianza prima di occuparsi di Hock, prima che l’intero circuito saltasse.
    «Del resto dovevi sapere a cosa la mandavi incontro, ma non preoccuparti, ti prometto che molto presto la raggiungerai»
     
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  14. ®RømaNEE Re072
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    Dominic Jeremiah EyesLo scontro continuava e i Cat6 stavano venendo falciati come fili d'erba, Dom era fiero dei suoi uomini, erano compatti uniti ed ognuno copriva le spalle agli altri. Qualche proiettile raggiunse gli scudi del comandante senza però causare grandi danni, nemmeno un quarto della suo scudo fu scalfito, tuttavia ormai la schermaglia stava per giungere alla fine, nessuno marine era stato ferito, qualcuno riportava delle ammaccature ma nulla di più.
    L'atlas continuava a dispensare proiettili falciando gli uomini in ritirata mentre con i lanciarazzi creava una perfetta tempesta di piombo che facilmente devastava chiunque fosse sul raggio d'azione, tuttavia l'occupante del mezzo non si lasciava prendere dalla foga e rimanendo saldo, teneva d'occhio ogni movimento avversario, poi una voce familiare gracchiò nel suo elmo.
    -Dom sono Donald... Andatevene da li.... SUBITO- Preoccupato dell'ammonimento del vecchio amico Dom decise di concedergli fiducia senza pesarci due volte:
    «Squadra ritirata! Squadra due fuoco di copertura!» Ululò la sua voce, alcuni soldati furono restii a ritirarsi e lasciare cosi il loro condottiero, ma era necessario: qualcuno doveva rimanere a guardargli le spalle, altrimenti sarebbero stati bersagli troppo facili. Eyes cercò al meglio di offuscare il tiro degli avversari per poi lanciargli contro un po di morte.
    «Comandate, venga fuori di li!» Grido Clare dalla sua posizione mentre cercava di sputare quanto più fuoco preciso e veloce, cercava ovviamente di mirare ai nemici con armi pesanti per poi passare a quelli che sembravano avere più possibilità di poter creare danni. Dom evitò di rispondere cercando di tenere la posizione, i colpi, seppur pochi, dei nemici stavano causando non pochi danni; il braccio sinistro dell'atlas fu messo fuori uso e quello destro non se la cavava meglio, per quanto riguardava gli scudi del marine, nemmeno quelli erano messi meglio, ma fin quando i suoi uomini non si fossero messi al riparo non avrebbe mai abbandonato quella zona.
    Dopo pochi secondi da terra si sollevarono delle piattaforme metalliche di forma cilindrica; mine magnetiche, tane da poter tirar giù l'intera Jutland, all'unisono gli esplosivi brillarono, tutto quello che il comandante vide fu il bianco e qualcosa,o qualcuno che lo lanciava via dall'abitacolo del veicolo, poi buio.

    I radi spari furono i primi suoni che udirono le orecchie di Eyes, quei rumori tuttavia sembravano ovattati e di base avevano un acuto fischio che gli fece aprire lentamente gli occhi, lo spettacolo che segui non gli fu di buon auspicio: dell'atlas non rimaneva niente e vi era sangue da tutte le parti; almeno dove si trovava precedentemente il suo veicolo e anche lui ne era impregnato. Piano piano e a poco a poco, il soldato riusci a mettere a fuoco la situazione, i pochi mitragliatori che ancorò non si erano ammutoliti gli ricordarono che si trovava su di un campo di battaglia. Dom si trovava inginocchio proprio in mezzo al fuoco, che ormai si era ridotto a uno o due spari, ormai il combattimento era finito e la vista di un cadavere poco distante dalla sua posizione gli causò non poco sconforto.
    Le spoglie del soldato erano poche e racchiuse in quella che precedentemente doveva essere una N7 Defender Armor, avvicinandosi Dom aveva sempre più la convinzione di riconoscere quel corpo, una volta inginocchiatosi al suo cospetto fu palese chi fosse quell'uomo.
    Livio era sdraiato a pancia sotto, entrambe le braccia erano state strappate via e dalla vita in giù non restava più niente del marine, nemmeno il resto del corpo era stato risparmiato: l'armatura era squarciata al livello del petto; Dom lo notò quando fece per girarlo e fu colpito da uno schizzo di sangue che si scagliò sulla visiera dell'elmetto.
    «Dovevi restare nella retroguardia, brutto figlio di puttana...» Disse guardandolo in viso, anche quello molto deformato a causa dell'esplosione, velocemente Dom strappò via dalla gola dell'amico: una piastrina militare che riportava il suo nome; un misto di rabbia e frustrazione strinse il cuore di Eyes che passandosi una mano sulla visiera si liberò dalla macchia rossa che non gli permetteva una chiara visuale.
    Il nemico si era asserragliato dietro le porte dell'edificio così fece cenno all'interà unità di avanzare, poi si portò per primo di fronte al sito.
    Riparato e poco distante dall'obbiettivo; Dom fu raggiunto dagli altri uomini, che con gran sollievo del comandante, erano rimasti illesi.
    «Prima Squadra Pronti a penetrare nella struttura,Clare sei al comando della seconda squadra, state pronti a far saltare l'edificio, stanno suonando la nostra canzone!» Tutti i marine si posizionarono a semicerchio di fronte alla porta, tutti a distanza di sicurezza e dietro a dei ripari: Booman aveva prono il Lanciarazzi mentre della squadra di Dom furono Vanilla e Hawk, tutti gli altri presero a preservare l'area; le esplosioni avevano ucciso anche i cat6 all'esterno ma non si sapeva mai, erano sempre attenti ai dettagli e quella volta non era diversa.

    «Ania, chi c'è dietro a quella porta?» Chiese Dom rivolto al suo secondo al comando, che non tardò a rispondere: «Dodici contatti, vi stanno aspettando» Il comandante rise mentre caricava la sua arma l'effetto esplosivo avrebbe portato via almeno metà degli occupanti, e gli altri non sarebbero stati un problema, aveva sete di vendetta, ma non sarebbe ceduto alla furia cieca portando alla morte altri marine!
    «Sentito ragazzi? Ci stanno aspettando e sappiamo tutti che è scortese far attendere!» Tre razzi sciamarono verso la porta facendola esplodere, poi otto fucili dell'alleanza e due granate fecero capolino oltre l'uscio straziato, il fuoco fu continuo e sostenuto.

    "Tenente Mail" Finalmente Ania riusci a ripristinare i contatti riuscendo ad avvisare anche il consiglio e l'alleanza, non avrebbero tardato a far suonare la carica, almeno cosi sperava. «Agente D'angelo, ora riceviamo, le comunicazioni sono molto disturbate, ripetete l'ultimo messaggio!»

     
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  15. Kralag Tritus
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    Ambientazione
    "e altri quattro si uniscono agli spiriti" pensò tritus ricordando uno dei tanti discorsi sentiti dal primarca, <<bene altri quattro andati... proseguiamo non dovrebbe mancare molto.>> disse a Donald <<proseguiamo>> Passarono altri 5 minuti abbondanti a saltare da un tetto all'altro gli edifici per fortune erano di tipo commerciale ed erano disposti a non più di tre metri l'uno dall'altro, poi finalmente arrivarono alla zona di stoccaggio del complesso, la zona era composta da una schiera di una ventina di magazzini. quando entrarono sempre per vie sopraelevate Tritus decise di prendersi un po di tempo per studiarne le posizioni. Cominciò ad osservarli ed a studiarli osservandone i dettagli Osservò i Mack di servizio entrare e uscire dalle chi vuoti chi carichi ne studiò le entrate e i vari punti di accesso, poi notò qualcosa un gruppo di 10 Cat 6 entrò in uno di essi, 5 entrarono mentre gli altri 5 si misero a guardia della porta. <<russel eccolo quello è il nostro magazzino>>, Indicò il terzo magazzino in una delle traverse della zona. Si mi mise a braccia conserte <<dobbiamo introdurci di soppiatto nel magazzino in due non posiamo affrontare 5 mercenari, anche se li trucidassimo riuscirebbero sicuramente ad avvertire i loro uomini all'interno e per quanto ne sappiamo li dentro potrebbe esserci addirittura un robot gigante, Dovremmo escogitare una strategia con i contro fiocchi>> Disse poggiando una mano sol fodero della spada con lo sguardo rivolto verso il loro bersaglio.

    Gli invitati erano in salvo dentro la sala di controllo del reattore dietro porte che resisterebbero ad un'esplosioni di dimensioni bibliche, giada era intenta ad indossare una corazza dei Cat 6 quando dal fondo dei corridoio i pesanti passi dei mercenari si fecero più incalzanti, Giada si dovette sbrigare, aveva un 'unica possibilità per raggiungere l'esterno attraverso i condotti di ventilazione.

    Sul fronte dell' entrata gli uomini dell'alleanza fecero irruzione, entrarono con un'entrata esplosiva con i fucili spianati sparando a tutto ciò che si muoveva ma i colpi andarono a vuoto, perché non cera nessuno i Cat 6 si erano già ben trincerati all'interno dei primi edifici che si incontrano nel complesso, ergendo olobarricate a loro protezione agli ingerissi degli edifici.

    Intanto Hock preso in ostaggio non sembrava preoccuparsi aveva sentito attraverso le radio cosa stava succedendo e sapeva che qualcuno lo stava venendo a salvare quindi sapeva che doveva prendere tempo. Alla minaccia di uccidere gli invitati del ricevimento lui rispose con noncuranza <<fate pure i miei avvocati sistemeranno tutto>> poi fece una breve pausa ad effetto poi in tono pacato <<non temo le minacce ho la morte perche non potete uccidermi altrimenti non entrerete mai nel Cavour>> .

     
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46 replies since 27/9/2013, 20:52   766 views
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