L'Ombra di Shepard

Sistemi Terminus

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    citazione (rimuovere se non presente)

    Era rimasto pietrificato. Se non avesse avuto il casco, probabilmente tutti avrebbero notato come fosse rimasto a bocca aperta, di fronte a quell'enorme ammasso organico che aveva appena attraccato nell'hangar. Aveva già capito chi fosse l'equipaggio di quella bizzarra nave, ma ciò non impedì allo stupore di prendere comunque il sopravvento, non appena il ponte calò e quelle figure insettoidi misero piede sul suolo della base.
    "Ventiquattro anni. Ventiquattro fottuti anni a sentire storie su di loro. Ho fatto ricerche per la mia missione, mi sono documentato e li ho anche visti su Extranet." Le sue gambe cominciarono a tremare, quando uno di quelli si voltò per un attimo nella sua direzione "Nessuna foto rende loro giustizia. Di presenza sono molto più terrificanti. Sono Collettori, dottoressa T'soni. Siamo davanti a dei fottuti Collettori."
    Liara e Wen spalancarono gli occhi quasi contemporaneamente, poichè entrambi avevano capito la gravità della situazione.
    "Quelli non sono acquirenti qualunque, Doc. Non vogliono il corpo di Shepard per appenderne la testa al muro. Lo useranno per farci esperimenti, per studiarlo e chissà cosa... E da come sono armati e ben forniti, non possiamo semplicemente prendere un carrello e portarlo via."
    Cominciò ad armeggiare con il Factotum. Il suo piano era di causare un calo di tensione su tutta la struttura, e nel buio più totale sarebbe stato più semplice, almeno per lui, agire nascosto.
    "Abbiamo bisogno dei tuoi amici, Dottoressa. Tazzik non ha menzionato la loro cattura, quindi devono essere ancora vivi. Posso eliminare facilmente i due collettori, ma attorno a loro c'è un intero platone dell'Ombra, senza contare quel maledetto Salarian."
    Vedere i Collettori arrivare aveva chiarito ogni dubbio: non avrebbe lasciato che quegli insetti portassero con loro il corpo del Comandante, nè tanto meno Liara. I Collettori erano i nemici nella sua guerra, e mai avrebbe fatto loro un regalo del genere. Gli sarebbe costato il posto tra i ranghi dell'Ombra, ma con un alleato come la dottoressa T'soni e, magari, con il supporto di chi credeva in Shepard, avrebbe ottenuto informazioni molto più utili.
    Così, mentre maneggiava con il Factotum per causare il blackout, non poteva fare a meno di riflettere su cosa passasse per la mente dell'Asari in quegli istanti. Era curioso di sapere cosa potesse comportare aver davanti a sè coloro che le avevano portato via tutto: Amici, la Normandy, Shepard, tutto quanto. Probabilmente fremeva dalla voglia di far saltare loro la testa ad uno ad uno, e con loro tutti i complici che erano in quella stanza... Ma erano in due. Senza alleati, senza una vera forza d'assedio, dovevano agire intelligentemente se davvero volevano lasciare quel posto vivi, e con la capsula di Shepard al sicuro sotto la loro protezione.

     
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    Liara strabuzzò gli occhi.
    Collettori? Si trattava di veri e propri Collettori davanti ai suoi occhi? Ne aveva sentito parlare solo di recente riguardo agli attacchi nelle colonie extra Spazio dell'Alleanza e sapeva per certo che la nave che aveva attaccato la Normandy due mesi prima era delle stesse fattezze di quella appena atterrata nell'hangar. Quindi non volevano uccidere Shepard, avevano attaccato la Normandy con la speranza di catturarlo. Probabilmente avevano anche svolto delle ricerche sul pianeta, con insuccesso. Era stata questione di pochi giorni se non si erano incrociati su Alchera il giorno della sua spedizione. Quindi avevano delegato l'Ombra e i Sole Blu al recupero ed ecco che ora il cerchio si chiudeva e il loro piano aveva quasi assunto una forma più chiara. Ancora però era un mistero l'utilità del corpo di Shepard nei piani di quella strana razza. Wen'Vamaah parlava di esperimenti, di studi, e per un attimo le venne in mente la stupida idea che aveva rivolto al Comandante quando gli aveva proposto scherzosamente di sezionarlo. Di certo i Collettori non l'avrebbero fatto con amorevole interesse, ma con occhi clinici e freddi. E che occhi quelli cangianti come topazi, luminosi ma privi di vita, che uno di loro per un attimo rivoltò nella direzione di Liara. Proprio in quell'istante questo Collettore si alzò da terra, levitò a mezz'aria come catturato da un campo gravitazionale, il suo corpo si irradiò di fasci ambrati che lo cosparsero come di crepe e le sue cavità oculari divennero ancora più splendenti. Ricadde a terra come se nulla fosse accaduto, con il corpo che ancora sfrigolava di energia negativa. Parlò con una voce disumana e cavernosa che non sembrava provenire da quel corpo... ma da altrove:
    «Trasferite il corpo del Comandante sulla nave. Il pagamento verrà avviato come da accordi appena lascerà il pianeta.» Si rivolse nuovamente verso Liara e alzò il braccio indicandola con un ossuto dito. «Voglio anche la dottoressa T'Soni.»

     
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    citazione (rimuovere se non presente)

    Il Collettore che aveva parlato, e che in quel momento si trovava di fronte a loro due, allungò la mano verso Liara e le afferrò saldamente il braccio. Wen si guardò intorno: dei compagni dell'Asari non v'era più alcuna traccia, ma il tempo dell'attesa era finito: era il momento di intervenire.
    In un attimo, le uniche cose visibili furono l'aura luminosa ed i quattro occhi del Collettore. Quest'ultimo, insospettito, lasciò la presa dal braccio di Liara, ma un attimo dopo la sua testa si trasformò in un ammasso di sangue e materia grigia, che si andò a spargere un po' ovunque attorno al suo corpo esanime.
    "Dobbiamo muoverci, ora!" intimò Wen alla sua compagna, mentre riponeva il fucile dietro la schiena. La afferrò per il polso, non curandosi di farlo con delicatezza, e la scortò fino ad una kodiak, dietro la quale si misero al riparo.
    Il visore del Quarian era dotato di sensori notturni, quindi non era un problema per lui spostarsi... D'altra parte, però, Liara non godeva di questa comodità, quindi avrebbe dovuto guidarla nel buio ed avvisarla di pericoli.
    Dall'altro lato dell'hangar, però, i loro nemici non avevano tardato a munire i loro factotum di torce, ed avanzarono verso la loro direzione. Wen sporse la testa, ed a quel punto fu sicuro che il suo piano non sarebbe bastato a fermarli, ma solo rallentarli.
    "Maledizione..." sussurrò "Hanno cominciato a spostare il corpo. Ma non credo se ne andranno senza di te... Non devi assolutamente farti trovare, capito?"
    Si spostò momentaneamente da quella Kodiak, ed equipaggiò di nuovo il suo fucile da cecchino. Due Collettori, uno per lato della bara. Erano già riusciti a scortarla fino alla rampa d'ingresso della loro nave, ma il colpo del Quarian ne uccise uno, e così facendo l'altro non fu in grado di reggere da solo il peso. Inevitabilmente, la bara scivolò lungo la rampa e finì per investire la prima fila di agenti dell'Ombra.
    Il caos! Solo quello avrebbe potuto volgere il manico del coltello verso le loro mani. Così, mentre i soldati si rimettevano in piedi e procedevano a riportare il corpo di Shepard verso la rampa, il gruppo che si era mosso verso di loro con le torce pensò che fosse il caso di seguire l'origine dello sparo, ma ovviamente non vi trovarono nessuno.
    "Sai una cosa? Ho cambiato idea. Fatti trovare, anzi, assicurati di fare tutto il rumore possibile." consigliò a Liara, sorridendo.
    Attivò l'occultamento, così che nemmeno le torce potessero rivelarlo, e si mosse sicuro verso il gruppo. A distanza ravvicinata si rese conto di quanti fossero: cinque uomini, dei quali tre erano umani, mentre gli altri due erano turian e stavano dietro di loro. Gli bastò una rapida occhiata per rendersi conto di come avrebbe potuto fare rumore... Molto rumore.
    Procedette in avanti fino a superarli, poi si voltò così da guardar loro le spalle. Posò la mano sulla spalla del turian alla sua sinistra, che d'istinto si girò col fucile spianato, ma non si rese conto delle tre granate che, assicurate sulla sua cintura, erano state attivate.
    "A terra!" esclamò l'alieno, ma ovviamente per lui non ci fu nulla da fare. I suoi compagni, invece, si lanciarono via da lui ma furono sbalzati dall'onda d'urto.
    "Adesso, distraili!" comunicò Wen a Liara, attraverso il comunicatore radio dei loro factotum.
    Era cosciente del rischio nel lasciarla da sola al buio, ma se volevano sperare di salvarsi, dovevano eliminare un nemico in particolare. L'unico, tra tutti, che potesse impedir loro la fuga.
    Wen avanzò a passo sicuro verso Tazzik. Era al buio, era sicuro che non sarebbe stato difficile abbatterlo senza che questo se l'aspettasse... Eppure, c'era qualcosa negli occhi del Salarian. Era come se sapesse esattamente dove guardare, e quando l'espressione del comandante si trasformò in un sorriso, il Quarian si rese conto dell'errore. In un ultimo gesto disperato, Wen sollevò il braccio che impugnava il fucile, ma Tazzik fu più rapido di lui, ed un colpo fuoriuscì dalla canna del suo fucile Saber.
    Cadde a terra, l'occultamento si disattivò, e proprio in quel momento le luci della struttura tornarono ad accendersi. Il Quarian urlò in preda al dolore, toccandosi la spalla che l'arma di grosso calibro aveva bucato. La sua mano provò a placare l'uscita del sangue, ma sapeva che sarebbe servito a poco. Era più una reazione istintiva, perchè una ferita del genere si sarebbe infettata facilmente. In un modo o in un altro, avrebbe visto la sua fine.
    Il Salarian rise di gusto, ed avanzò a grandi passi verso il povero Quarian straziato dal dolore.
    "Mi deludi, Vamaah. E' bastata una giovane Asari a farti perdere la testa?" bluffò Verde, che aveva intuito che dovesse esserci dell'altro.
    "Vai al diavolo, bosh'tet."
    "Risposta sbagliata." Il pesante piede del Salarian precipitò sulla spalla ferita di Wen, che pianse dal dolore ed urlò così forte che tutti là dentro vennero distratti. Alcuni provarono pietà, altri gusto, mentre i Collettori non persero mai la concentrazione dal loro compito.
    "Sai una cosa? Avevo quasi pensato di darti ai Collettori. Ma ora che ti vedo qui, sotto il mio piede, annegato in un fiume di lacrime... Credo che non ricaverebbero niente di utile da te."
    Il Salarian estese il braccio fino a che la canna del Saber non andò a collidere con il visore del casco di Wen, che smise di gridare e singhiozzare. Non gli avrebbe dato la soddisfazione di morire in preda alla paura.
    A quel punto era sicuro che Verde avrebbe dato una fine alle sue sofferenze, prima che potesse farlo un'infezione, quindi non si aspettò quei tre colpi di arma pesante che sbilanciarono Tazzik, fino a far cedere i suoi scudi. Ovviamente, non restò a chiedersi cosa fosse successo, ma d'istinto raccolse la mitraglietta che era attaccata al suo fianco e sparò una serie di colpi contro il braccio del Salarian, che d'istinto lasciò la presa dalla sua arma.
    "Come dicevo: vai al diavolo, bosh'tet." Un'altra scarica di colpi andò a piazzarsi sulla gamba che lo stava tenendo immobilizzato.
    Nonostante la sua mente fosse annebbiata dal dolore e dalla mancanza di sangue, sgattaiolò via fino alla prima copertura utile, e lo stesso fece Tazzik.
    Fu in quel momento che riuscì a vedere l'origine dei colpi che l'avevano salvato: era Gunnarsson, l'alleato umano di Liara.
    L'uomo avanzò deciso fino al centro dell'hangar, sparando in direzione degli agenti dell'Ombra che erano passati a difendere il loro comandante. Anche quelli incaricati di cercare l'Asari finirono per mettersi al riparo e fornire copertura a Tazzik, quando un grido ed un fortissimo rumore di passi finì quasi per coprire il suono degli spari.
    "IO SONO CROM!!" gridava la voce, che proveniva dalle spalle di Gunnarsson.
    "Soldato!" esclamò Tazzik "Prendi l'umano!"
    Ma il Krogan aveva ben altri bersagli. Ripetè nuovamente quella frase, e quando la sua corsa lo portò abbastanza vicino, sparò un colpo di Claymore al primo Collettore che stava scortando la bara, per poi lanciarsi letteralmente addosso al secondo.
    Wen sorrise. Si era somminstrato una dose di medigel, che era servita a placare a stento le sue pene, e si godè lo spettacolo... Conscio del fatto che non sarebbe durato molto. Tazzik era vivo ed al sicuro, mentre dalla nave cominciarono ad uscire altri Collettori. Purtroppo la battaglia era appena iniziata, e le squadre erano finalmente state definite.
    Mancava ancora qualcuno, però: dov'era finito Quaharin Garvos?

     
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    La scienziata aliena si rese conto di avere una grande forza di volontà nel sottostare a tutte quelle condizioni che la mettevano seriamente in pericolo. Era circondata da nemici, i suoi compagni erano spariti da tempo, e probabilmente la davano per morta, l'unico suo precario legame era con un tizio che fino al pomeriggio passato aveva cercato di farla fuori, che aveva fiancheggiato il salarian che ormai da mesi braccavano per ottenere il corpo di Shepard e che ora la stava consegnando, anche se per finta, a suo dire, alla razza più pericolosa e misteriosa della galassia.
    Ma ogni risentimento nei confronti di Wen'Vamaah venne meno quando lo sentì soffrire per le sevizie impartite da quel senza cuore di Tazzik. Era tornata la luce e c'era poco tempo per decidere sul da farsi, perciò Liara si concentrò per vedere gli obiettivi più vicini. Due dei collettori stavano trasportando la bara di Shepard. Sarebbero stati i bersagli perfetti e prioritari se non se ne fosse occupato qualcuno di completamente inaspettato... era sicura che quel krogan non era dalla loro parte l'ultima volta che l'aveva visto lanciarsi contro Matthew e lo Spettro.
    Poco male, altri di quegli insettoidi stavano giungendo dalla loro nave. Uno di questi assunse improvvisamente le stesse sembianze di quello che a quanto pare era stato freddato da Wen'Vamaah. Si era come potenziato di energia e ora comandava la schiera di cinque collettori dandogli posizioni su dove piazzarsi, dopodiché si mise in copertura sotto una delle ali della nave di Tazzik e aprì il fuoco sul loro alleato inaspettato.
    Alle sue spalle c'erano ancora alcuni agenti dell'Ombra, arretrati per proteggere il loro comandante e trattenere il traditore delle loro fila. Ma di questo si sarebbe occupata dopo.
    Per aiutare il krogan ed eventualmente altri insperati alleati, Liara fece formare una piccola singolarità sopra le loro teste, sperando di immobilizzarli. Due degli alieni furono sollevati e disorientati dalla carica di massa negativa e divennero un facile bersaglio per un angelo custode che li stava sorvegliando dall'alto. Il soldato turian delle forze speciali, Quaharin Garvos, era appollaiato su una posizione per niente comoda tra due tubi che scorrevano lungo il soffitto. Era impossibile vederlo, buio com'era là in cima e quindi non aveva neppure bisogno dell'occultamento attivato. Come fosse riuscito ad arrivare fino a là era un mistero, ma si limitò a far sparire la testa dei due collettori in rapida successione.
    Ora toccava a Tazzik e a Wen'Vamaah. La priorità era Shepard, ma Liara decise di restituire almeno parzialmente il favore di essere stata risparmiata e liberata; dopotutto lei faceva parte dei buoni. Da terra raccolse la prima arma disponibile, un fucile di fattura turian che a malapena sapeva usare, ma avrebbe potuto difenderla in caso di incontri spiacevoli. Corse velocemente sul fondo, passando da una cassa all'altra, cercando di non farsi vedere. Il fucile gli fu infatti utile quando un legittimo utilizzatore di quell'arma gli si parò davanti. «Eccola, è lei!» cercò di allertare i compagni. Liara aprì il fuoco quasi colta di sorpresa, non regolando la mira e provocando una brutta ferita alla carotide del turian, uno squarcio che sgorgò in una fontana purpurea. Sarebbe stato un attimo ora prima che gli altri agenti si presentassero alle sue calcagna.

     
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    citazione (rimuovere se non presente)

    Matthew non si aspettava di trovare quel macello, una volta raggiunto l'hangar. Era convinto che bastasse entrare di soppiatto e cogliere Tazzik di sorpresa, ma le carte in tavola erano completamente diverse: di certo, la presenza dei Collettori era un elemento piuttosto insolito, ma il soldato non si lasciò distogliere dal suo obiettivo, ovvero quel grosso Salarian che era stato tanto una palla al piede nel corso della sua missione.
    In realtà, quando vide Tazzik ed aprì il fuoco su di lui, Gunnarsson non si era nemmeno accorto di Wen ferito ed intrappolato dal generale dell'Ombra, e se ne rese conto solo quando si ritrovò dietro la sua stessa copertura.
    L'istinto dell'umano lo portò ad alzare la canna del fucile contro il Quarian, ma quest'ultimo alzò le mani in segno di resa.
    "Non siamo nemici... Beh, non più." Affermò Wen, abbassando di nuovo le mani e portandone una sulla ferita.
    Ovviamente, Matthew non potè credere ciecamente alle parole del suo interlocutore, ed infatti non tolse la mira dalla testa del Quarian.
    "Dov'è la dottoressa T'Soni?" chiese l'umano, e Wen indicò dietro di lui.
    "E' nella merda, ecco dov'è." rispose quindi il Quarian, notando come un plotone di agenti dell'Ombra stessero circondando l'Asari "Va' ad aiutarla. Io ho un paio di conti da regolare."

    Ogni colpo di Tazzik che fuoriusciva dal suo Saber andava a schiantarsi prepotentemente contro la copertura del Quarian, e la diretta conseguenza di ciò era una un fastidioso rimbombo nella sua testa, che quasi gli faceva dimenticare dell'enorme foro grondante di sangue che decorava la sua spalla.
    Era evidente come il Salarian non fosse solo più abile militarmente, ma era anche meglio armato. Wen disponeva solo di un fucile di precisione, completamente inadatto ad una situazione del genere, e di una mitraglietta con uno spray che rendeva impossibile il suo utilizzo a quella distanza.
    "Ehi, Taz! Ti hanno mai detto che somigli ad una lucertola sotto steroidi?" provò a stuzzicarlo, per fargli abbassare la guardia, ma era chiaro anche a lui che il Salarian non avrebbe dato conto ad insulti di così basso livello.
    "Il tuo modo di parlare è così UMANO, Vamaah. I tuoi antenati sarebbero disgustati da te."
    Ecco, quella era l'esatta definizione di 'colpire nel segno'.
    "Almeno io li ho degli antenati. Tuo padre si è scopato un computer?" rispose Wen, alludendo al fatto che Tazzik avesse diversi impianti robotici.
    Dopo un po' fu evidente ad entrambi che sarebbero giunti ad un nulla di fatto, e questa situazione era più favorevole al generale che al Quarian. A quel punto, poteva solo sperare che Liara e Gunnarsson si liberassero dei loro nemici e lo aiutassero a sbarazzarsi di Tazzik... Ma forse l'opzione migliore era pensare al corpo di Shepard, prima.

    Come Liara aveva previsto, una buona quantità di agenti non tardò ad arrivare... Quello che non sapeva era che qualcun altro di più piacevole era anch'egli diretto da lei.
    Matthew era convinto che in situazioni ottimali, Liara avrebbe potuto sbarazzarsi di tutti da sola... Ma era sicuro che la scienziata in quel momento fosse più concentrata sulla sua palpabile vicinanza con il suo adorato Shepard. L'Asari del resto non era un soldato: per quanto fosse micidiale sul lato biotico, non aveva vissuto le esperienze che invece Gunnarsson aveva provato sulla sua pelle. Per esperienza, sapeva che in quelle condizioni Liara si sarebbe fatta ammazzare.
    "Prendetela!" Esclamò uno degli agenti sul fianco destro di Liara, ed i suoi colleghi sul suo lato si lanciarono in un avvicinamento inesorabile... Quello che non sapevano era che avevano qualcun altro alle loro spalle. La testa dell'uomo che aveva parlato fu la prima a saltare, mentre gli altri, in preda alla distrazione finirono falcidiati dal fuoco incrociato dei due amici.
    Una volta eliminati, Gunnarsson si avvicinò rapido alla copertura di Liara e la fiancheggiò.
    "Buonasera, Doc! Da quanto tempo, eh?" la salutò scherzoso lui, che subito dopo si affacciò per guardare in direzione della nave dei Collettori.
    "Ugh, odio gli scarafaggi... Che c'è? Tutti abbiamo dei difetti." continuò ironicamente lui, intento a far sentire Liara più a suo agio, ma non avevano più altro tempo da perdere.
    "Siamo agli sgoccioli, doc. Dobbiamo recuperare Shepard prima che quelli lo portino via."


     
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    Matthew era lì. A Liara scappò un breve sorriso a metà tra il nervoso e il felice di rivederlo.
    «Hai ragione, caporale» annuì. «Dobbiamo salvare Shepard, siamo qui per questo. Lasciamo da parte il conflitto e cerchiamo di...» Fu interrotta da un colpo energetico dei Collettori. Ormai l'obiettivo era chiaro, non era necessario aggiungere null'altro. Liara si limitò ad indicare il capo degli alieni.
    «Dobbiamo liberarci di quello là, sembra esercitare il comando.»
    «Negativo, dottoressa. A quanto ho capito gli stronzi attorno a lui sono il vero problema. Continueranno a sostituirlo se non li finiamo prima tutti insieme. Ha qualcosa di potente che possa farli saltare in aria... tutti insieme? No? Bé, allora dividiamoci i compiti!» Decise di coinvolgere interamente la squadra. Avvicinò il comunicatore del Factotum e parlò a Garvos. «Oh, Spettro che vegli su di noi, puoi seccare il seccatore a ore... vediamo, otto, nove, dieci... dieci e tre quarti sotto la nave brutta?» Detto, fatto. Quaharin centrò la testa romboidale dell'essere nascosto vicino alla prua della nave. Matthew si congedò con un schiocco di lingua e un occhiolino, rotolando all'indietro in copertura. Approfittò della singolarità creata da T'Soni per sventagliare i due Collettori svolazzanti, infine gridò qualcosa a Crom, facendogli capire che doveva caricare (e massacrare di botte) gli ultimi due vicino al sarcofago di Shepard.
    Tornò a curare Liara facendole segno di arretrare vicino a loro per restare più protetta. Gli uomini dell'Ombra erano pur sempre nei paraggi.



    Edited by MasterDrAkE - 11/8/2016, 23:10
     
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    Notò con piacere che i suoi nuovi alleati stavano tenendo a bada sia i Collettori che gli agenti dell'Ombra... Mentre lui se ne stava lì, sanguinante ed inutile. E mentre i due Collettori appena neutralizzati da Crom lasciarono scivolar via la capsula di Shepard, uno sguardo di intesa con il Krogan risultò in un'occasione chiave per agire.
    Il grosso alieno si fiondò sul Salarian, che era poco più piccolo di lui, ma che grazie agli impianti bionici riuscì a tener testa a Crom... Poco male: aveva bisogno che si limitasse a distrarlo. Mentre attivava l'occultamento e scavalcava la sua copertura, pensava a cosa potesse uccidere un Salarian di due metri potenziato tecnologicamente, e con la pelle più dura di uno Yahg, poi i suoi occhi si alzarono verso l'imponente massa organico-sintetica che si ergeva alle spalle di Tazzik, ed un grande sorriso colorò il suo volto.
    Passò accanto al Salarian che, in un'altra occasione, avrebbe potuto notarlo: era successo prima, e per lui si era messa molto male... Ma era troppo impegnato ad ostacolare la furia di Crom, e non si accorse del Quarian che stava percorrendo la pedana che conduceva fino all'interno della nave.

    Fece per attivare la comunicazione radio, ma in quell'istante un Collettore gli passò davanti. Fortunatamente era ancora occultato, e fu abbastanza semplice andargli dietro e spezzargli il collo.
    Solo nel momento in cui dovette preoccuparsi di nascondere il cadavere si rese conto della maestosità e stranezza di quel posto... Quasi più strano e maestoso dell'esterno. I lunghi ed alti corridoi erano decorati con materie organiche pulsanti, che in un'altra occasione avrebbe analizzato più che volentieri, ma piuttosto doveva capire che diavolo di aspetto potesse avere il nucleo ad eezo di quella nave.
    Una volta sbarazzatosi di un cadavere, nascosto in una delle insolite capsule che decoravano le pareti di una stanza. Alcune di esse erano piene di cadaveri essiccati, dei quali era impossibile capire la razza... Ma non ci voleva un genio per fare due più due.
    Fu impossibile per Wen non fermarsi ad osservare quello spettacolo disgustoso, e più guardava più era convinto della sua missione, ma non più solo per il benessere dei Quarian, quanto più per le vittime dei Collettori, gli umani.
    Un segnale della sua tuta, che gli indicò la fine dell'occultamento, lo riportò all'attenzione e gli ricordò della scarsezza di tempo a disposizione.
    "Ehi, Liara... Se ti dicessi dove sono, non mi crederesti mai. Ti do un indizio: alveare." Disse alla compagna via radio "Ho un piano, ma ho bisogno che facciate una cosa molto importante nel frattempo."
    In quell'istante, un plotone di Collettori percorse il corridoio di fronte a lui, ma questi non si accorsero della sua presenza. Aspettò che si muovessero, poi riattivò la comunicazione.
    "Per tutti i Geth, questo posto è terrificante. Dicevo: ho bisogno che vi procuriate una nave. Quella di Tazzik è nell'hangar, la riconoscete perchè è diversa dalle altre... E anche abbastanza bella."
    Pensò un attimo a quell'idea, e più la sua mente elaborava, più la prospettiva lo eccitava: se quel bastardo fosse per caso sopravvissuto all'esplosione, avrebbe comunque visto la sua bellissima nave volare via senza di lui! Avrebbe pagato oro per vedere la sua verde faccia incazzata... Beh, più incazzata del solito.

     
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    Liara stava per rispondere a Wen quando fu anticipata da una voce scandita e precisa. «Vado io.» Riconobbe la freddezza dello Spettro e senza riuscire a vederlo capì che della nave si sarebbe occupato lui, mentre il krogan ribellatosi agli agenti dell'Ombra stava dando loro un bel filo da torcere. Cosa restava da fare, se non recuperare semplicemente la salma di Shepard?
    «Matthew!» Gridò di colpo lanciandosi a rotta di collo verso l'agognato trofeo. Raggiunta quella sorta di lapide fluttuante Liara digitò sui comandi per sbloccarla e poterla trasportare lontano dallo scontro, assicurandosi di preservare intatto il Comandante. «Oh, Shepard.» Mise una mano sul vetro intravedendo l'ombra nera al di sotto. «In quale caos ci siamo cacciati.»
    Rifugiatisi dietro degli scaffali pieni di pezzi di ricambio navali, nell'angolo opposto a Tazzik e alla sua nave, Matthew e Liara fecero il punto della situazione. «Che intenzioni ha il nostro... nuovo amico, T'Soni?»
    «Wen, mi senti? Credo... sì, vedo Quaharin, sta scendendo dal soffitto sopra la nave del comandante dell'Ombra. Cosa dobbiamo fare?»

     
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    citazione (rimuovere se non presente)

    Alla fine trovare il nucleo si rivelò relativamente facile: a differenza dei nuclei usati da tutti, quello brillava di luce arancione, ma Wen ipotizzò che dovesse godere delle stesse proprietà e funzioni.
    Ciò che si rivelò complicato fu uscire vivo dalla nave. Un primo Collettore lo vide armeggiare con il terminale di quella che doveva essere la sala macchine: il Quarian riuscì a farlo fuori, ma non abbastanza in tempo da impedirgli di far scattare l'allarme... Se così si può chiamare. Difatti, non scattò nessun suono o avvertimento, semplicemente tutti gli insettoidi cominciarono a riversarsi nella sala macchine.
    A quel punto potè solo correre, e sperare di ricordare la strada che aveva fatto all'andata.

    Crom non lasciò un attimo di fiato a Tazzik, e lo stesso fece il Salarian con il Krogan. Ad un certo punto, però, un rumore di motori ed una forte luce attrassero l'attenzione di Verde, che si girò in quella direzione e vide la sua astronave messa in moto, appena in tempo per ricevere un poderoso pugno Krogan in pieno volto.
    Tazzik finì al suolo, e l'attenzione di Crom venne attirata da Matthew.
    "Ehi! Muoviti, abbiamo solo cinque minuti!" gridò l'umano, ma il Krogan si voltò verso la nave dei collettori.
    Ci fu un attimo di silenzio e di insostenibile attesa, ma quando la figura di Wen finalmente spuntò dalla penombra della nave, Crom lanciò un rumorosissimo grido, che si tramutò in eccitazione non appena vide anche la miriade di Collettori alle sue spalle.
    Wen pensò che quell'urlo fosse una sorta di incitamento, un modo per dire "ehi, tu sì che sei un Krogan", ma non restò molto a rifletterci su... Aveva ben altro a cui pensare, come l'orda di insetti che gli sparava addosso.
    Oltrepassò l'uscita, e il portellone si chiuse alle sue spalle. Era conscio del fatto che i Collettori l'avrebbero aperto in un battibaleno, così pensò che fosse il caso di guadagnare un po' di tempo. Si toccò la cintura e ne prese una granata adesiva, che si appiccicò sul suddetto portellone, e dopo qualche secondo la deflagrazione ammaccò la grande lastra di metallo, impedendo ad essa di scorrere giù.
    Notando che la situazione si era volta per il verso giusto, verso un momento di sicurezza, Crom si girò verso la nave di Tazzik, seguito a ruota da Wen.
    "VAMAAH" esclamò una voce rauca, terrificante, alle spalle del Quarian. Wen si voltò, e la sua vista fu oscurata dall'enorme stazza del Salarian, che inaspettatamente scagliò un pugno sul suo addome.
    Sputò sangue, tanto sangue, che irrimediabilmente andò a macchiare l'interno del suo casco, ed a quel punto nemmeno il medigel fu abbastanza ad ignorare il dolore. Quasi come una catena, cominciò a risentire anche la ferita di Saber sulla spalla, e Wen ne fu quasi paralizzato. Crollò a terra, in preda agli spasmi, e come se non bastasse, Tazzik infierì sul suo inerme avversario. Volarono calci su tutto il suo corpo, sentiva le costole rompersi, e le sue urla quasi coprivano il frastuono causato dal motore della nave e dai Collettori intenti ad abbattere il portellone.
    Crom provò a salvare il suo amico, che vedendolo alla carica cercò di dissuaderlo, ma Tazzik fu pronto a prendere il suo M100 dalla placca magnetica sulla sua schiena. Una granata volò via dalla canna dell'arma in direzione di Crom, ed un ultimo calcio in direzione della testa fece perdere i sensi al Quarian prima che questi potesse vedere l'ordigno raggiungere il Krogan.

     
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    La corvetta salarian si alzò in volo e planò sopra le teste di Matthew e Liara. Il portellone si aprì, Matt spinse rapidamente all'interno il container di Shepard. Liara si attardò notando Wen'Vamaah colpito in faccia dal piede di Tazzik. La mano di Matthew era già tesa verso di lei: «Coraggio, doc, abbiamo Shepard. Lasciamo questo posto!»
    Liara raggiunse la mano del soldato. Rimase sul bordo del portellone; si stava per richiudere mentre Matthew stava già rientrando scorrendo una mano sulla tomba del Comandante. “Ce l'abbiamo fatta” pensò.
    «Non possiamo lasciarli» sentenziò Liara interrompendo l'entusiasmo di Gunnarsson.
    «Cosa? Sei impazzita, doc? Non abbiamo tempo, se è vero ciò che ha detto il quarian...»
    «Ci hanno aiutati. Forse più delle persone che ci hanno accompagnato qui. Se non fosse stato per loro...» Corse in cabina di pilotaggio e mise una mano sulla spalla del turian. «Arma le torrette frontali e fai dietro front.»
    «Come vuole lei, dottoressa» sibilò appena Quaharin.
    Così la piccola nave ruotò su sé stessa, si abbassò verso Tazzik e aprì il fuoco facendo indietreggiare gli agenti mercenari.
    «Cosa diamine sta succedendo?» ringhiò il salarian vedendo la propria nave rivolta contro di lui. Non fece in tempo a capire che venne assaltato alle spalle da Crom, inspiegabilmente sopravvissuto alla granata ma decisamente acciaccato e pieno di segni e tagli spillanti un fluido vinaccia. «IO... SONO... CROOOOM!» Poi si rivolse a Wen'Vamaah. «Vai Nero, sali su quella piccola nave!»

     
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    Wen'Vamaah Vas Karaya

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    citazione (rimuovere se non presente)

    "Nero! NERO!"
    Era intontito, confuso, dolorante, a pezzi... Ma vivo. E fu la voce di Crom a risvegliarlo, un Crom pronto a sacrificarsi per lui, che probabilmente non sarebbe nemmeno sopravvissuto.
    No, non l'avrebbe permesso.
    Si alzò a fatica, Wen, ed impugnò la sua mitragliatrice. Non restava più molto tempo, ma non sarebbe andato da nessuna parte senza il Krogan. Non si era infilato in quel macello per vedere innocenti morire per la sua causa.
    Crom stava ancora tenendo Tazzik immobilizzato, che cercava di dimenarsi al meglio dei suoi sforzi, ma l'addome del Salarian toccò il freddo metallo dell'arma di Wen.
    "Ti lascerei vivere per mandare un messaggio all'Ombra, ma tu ed il tuo capo siete un'erbaccia che va estirpata dalla galassia. goditi i fuochi d'artificio, bosh'tet." Disse fiero il Quarian, per poi sparare un'intensa raffica, che penetrò gli scudi, poi la corazza ed infine scavò nella carne del generale. A quel punto Crom lo lasciò andare, ed aiutò Wen a camminare.
    Guardò il timer sul suo factotum: tre minuti e ventidue secondi. Con un tocco sulla schiena indicò a Crom di andare più veloce, e circa un minuto dopo la nave riuscì a sollevarsi da terra.
    Sia gli agenti dell'Ombra, che i Collettori che nel frattempo erano riusciti a sfondare il portellone, aprirono il fuoco contro la nave, nel tentativo di riportarla giù, ma Tazzik aveva fatto un acquisto di tutto rispetto: probabilmente quella nave avrebbe retto il fuoco di una torretta antiaerea, figurarsi i colpi di un'arma da terra.

    Nonostante l'interno della nave fosse insonorizzato, la conflagrazione del nucleo fu così potente da farsi sentire perfino lì dentro, ed ovviamente l'onda d'urto non risparmiò la nave di qualche pesante vibrazione.
    Non ci fu molto di cui parlare con Matthew o con Garvos... Ma con Liara era felice di dialogare. Si era addirittura concessa una pausa dal suo ammirare la capsula di Shepard, e si era offerta di medicare le ferite di Wen. Ovviamente non era un medico, nè tanto meno v'erano gli attrezzi per rimetterlo in sesto come si deve, ma le dosi di medigel, gli antibiotici e le fasciature avrebbero fatto temporaneamente il loro dovere.
    "Dottoressa T'Soni..."
    "Sì?"
    "Grazie."
    "Non ringraziarmi, l'avresti fatto anche tu al posto mio."
    "Non ci metterei la mano sul fuoco, dottoressa."
    Liara sogghignò mentre finiva la medicazione.
    "Cosa farai, adesso?" chiese poi l'Asari.
    "Ho visto personalmente cosa fanno i Collettori. Continuerò la mia missione. Mi spiace aver ottenuto poco e nulla da questa base, ma per fortuna ho una buona memoria. E voi, cosa farete?" Wen indicò con la testa il corpo di Shepard, e Liara sembrò confusa. "Andiamo, Liara. Non sono uno stupido, è chiaro che non vogliate dargli solo una semplice sepoltura."
    Liara rise e si alzò in piedi, per poi poggiare una mano sulla spalla del Quarian.
    "E' top secret." aggiunse ammiccando "Ma stai certo di una cosa: il Comandante non ha ancora finito con questa galassia."

     
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175 replies since 4/11/2013, 15:46   2048 views
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