Agente, non è come sembra!

Spazio esterno del Consiglio, Cittadella

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    Roler duerighista

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    Matthew Gunnarsson
    Matt sorrise dopo che lei gli ebbe mordicchiato il labbro Tu mi tenti, demonio popputo! Dovrò esorcizzarti a colpi di sacro bastone! Le diede un lungo ed appassionato bacio mentre si apprestava ad iniziare un ulteriore round con la sua partner.

    Erano giunti infine sulla Terra. Il viaggio era stato tranquillo e piacevole e molte volte Matt l'aveva guardata dal finestrino perché era da molto che non ci metteva piede. Una volta arrivati a casa di lei poggiarono i bagagli nell'atrio e Matt rispose alla proposta di Giada Perché no? Non vorrei mai slogarti qualcosa... La guardò a metà fra il malizioso e lo scherzoso e la abbracciò per poi alzarla a qualche centimetro da terra e schioccarle un bacio sulle labbra Sono felice di essere tornato su questo pianeta con te La depose delicatamente a terra e le diede un altro bacio, stavolta sulla punta del naso

     
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    Giada D'AngeloForse si trattava solo di una impressione, ma man mano che si erano avvicinati alla terra Matt le era parso molto più rilassato di quando erano sulla Cittadella.
    Semplice coincidenza o un vero e proprio cambiamento?
    Per quanto la vita tra le stelle potesse essere più allettante o cambiarli, quella sulla terra era la loro vera casa... tornare alle origini non lasciava mai indifferenti.
    Come del resto fu confermato dalle parole di Matthew.
    «Anche io. Erano secoli che non tornavo a casa», disse, nostalgica ma felice. Lo affiancò mentre lasciavano l'abitazione per seguire le strade principali, in discesa, verso il mare. Infilò le mani nelle tasche della giacca per sopperire al freddo.
    «Tre semplici regole per sopravvivere in terra straniera», esordì scherzosamente prima di procedere all'elenco.
    «Regola numero uno: non ci si sottrae mai un invito a una tazza di caffè in compagnia. Chiunque sia ad offrirtela, si ringrazia e si beve; anche se sono persone che conosci da due minuti e non hai mai visto prima.», ironizzò, tanto per rompere il ghiaccio.
    «Regola numero due: qualsiasi cosa ti chiedano rispondi che sei un turista e non ne sai niente. Se non vuoi rischiare che ogni vecchietta che incontriamo ti racconti in dieci minuti la storia della sua vita. E l'ultima... goditi l'aria di mare che ti fa bene!» gli fece la linguaccia.
    «A parte la tua città, sei stato il altri posti? O hai preferito viaggiare sempre nello spazio?»
     
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    Matthew Gunnarsson
    Matt ascoltò divertito l'elenco mentre, notando i segnali infreddoliti che lanciava Giada, si affrettò a cingere la sua bella signora con un braccio. Lui indossava un bomber di pelle e non era vestito in modo particolarmente pesante. In fondo era cresciuto in una landa fredda. Approfittò per coccolarle distrattamente spalla e braccio mentre lei continuava a parlare. Quando lei fece la linguaccia lui rispose con una finta faccia sconvolta per quel gesto e poi rispose Appena ho potuto sono scappato di casa... Ho frequentato le superiori in America e mi sono Laureato nella mia città natale. Tornavo raramente a casa. Quando ne ho sentito il bisogno ho seguito le orme della mia famiglia ed eccomi qua... Continuavano a camminare mentre il mare si faceva sempre più vicino. Quando ebbe finito la frase rimase in silenzio, tenendo Giada vicino a se per scaldarla e sentirla vicina
     
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    Giada D'Angelo
    Giada gli cinse di rimando il fianco, sollevata di trarne calore. Aveva sempre vissuto in luoghi dove il clima era temperato; il freddo di quell'inverno era insolito per il posto, più pungente di quanto si sarebbe aspettata. Non che di per sé fosse negativo: poteva essere un incentivo a stare accoccolati sotto le coperte o sul divano davanti al camino acceso.
    Matthew non aveva viaggiato molto sulla terra, ma Giada era sicura che di posti - e di cotte e di crude - ne avesse visti molti sotto le armi, qua e là per la Galassia.
    «Per un orso come te allora un freddo simile è sentito come l'inizio della primavera» ironizzò scherzosamente, sorridendogli. Avevano percorso una serie di scale fino a raggiungere la spiaggia. Il mare era placido.
    «Gli orsi riescono a nuotare indifferentemente dalla temperatura marina?» poteva sembrare una sfida...
    Più di una volta, nelle giornate invernali dove c'era bel tempo, Giada aveva visto degli anziani tuffarsi in acqua senza battere ciglio. Matthew aveva una tempra simile? O sarebbe congelato come lei?
    Lo guardò furbescamente e lo spintonò verso l'acqua, per poi indietreggiare e scoppiare a ridere.
    Mi hai beccata proprio mentre ero già fuggita a studiare, sorry xD
     
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    Matthew Gunnarsson
    Matt stava guardando Giada perso come sempre nei suoi profondi occhi verdi. Aprì la bocca per rispondere ma prima che riuscisse ad emettere un solo fiato li vide illuminarsi furbescamente. Nemmeno una frazione di secondo dopo lei lo spintonò e lui finì a schienata in acqua. La prima sensazione fu un intenso freddo pungente che sentì in tutto il corpo, la seconda fu un lieve dolore, cadendo era andato talmente indietro da finire non solo con la testa sott'acqua ma pure sbattendo sul fondale. Si tirò a sedere e guardò Giada con un misto di rabbia e divertimento, immerso fino alla vita nell'acqua Tu! Piccola folletta dispettosa! Veloce si tirò in piedi ed iniziò a correrle incontro per abbracciarla e bagnarla con i propri vestiti gelidi e fradici e forse l'avrebbe buttata in acqua a sua volta, chissà?
     
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    Giada D'Angelo
    Giada spalancò gli occhi dallo stupore, poi scoppiò a ridere.
    «Non posso crederci! Un orso grande e grosso come te si fa mettere KO da una come me?» si piegò quasi in due dalle risate. Avrebbe pensato in un secondo momento a quanto dovesse sentire freddo Matthew; era troppo occupata a rivisualizzare la scena. Un po' come la reazione tra veri amici davanti alla caduta di uno dei due: non lo si aiuta a rialzarsi, si ride. La trovava davvero esilarante!
    «Non ci sperare!» Giada indietreggiò lesta, sollevando sabbia ad ogni passo per sgusciare dal suo abbraccio al sapore di sale di mare.
    «Vostro onore, a mia discolpa posso dire che non è stato intenzionale!» provò a giustificarsi, alzando le mani in segno di resa.
    «Ero convinta che l'avresti schivata o che avresti posto resistenza. Non ho colpa se hai abbassato la guardia... non sei d'accordo con me?»
     
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    Matthew Gunnarsson
    Matt la raggiunse e senza pietà la abbracciò per bene, avendo anche cura di strofinare la guancia contro la sua per bagnarla e poi di fare lo stesso con l'altra Non sono io ad abbassare la guardia, sei tu che mi disarmi. Una creatura a dolce e delicata come te sembra indifesa e impaurita ma mi dimentico sempre che hai gli artigli... Si staccò da lei e si passò le mani fra i capelli qualche volta per rimuovere un po' d'acqua Come puoi approfittarti di un povero innamorato così..? Fece una faccia fintamente sconvolta, come un bambino preso con le mani nella Nutella che prova ad impietosire i genitori Io mi fido di te e tu mi getti via, per di più in mare Tirò rumorosamente su col naso per finta. Subito dopo però starnutì, e quello era vero
     
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    Giada D'Angelo
    «Daaaai, mi sono arresa! Non essere sleale!» protestò con un tono fintamente supplichevole. Divenne un unico pezzo di ghiaccio quando Matt la abbracciò, e rabbrividì dal freddo.
    «Una creatura dolce e delicata come te sembra indifesa e impaurita ma mi dimentico sempre che hai gli artigli...»
    Giada sorrise maliziosamente, e lo guardò divertita.
    «Abbassare la guardia ti è stato fatale... ma non biasimarti, anche i migliori possono sbagliare» continuò, sempre più divertita. Sapeva che Matthew le avrebbe fatto scontare ogni impertinenza, ma sul momento trovava la situazione così divertente che proprio non riusciva a contenersi!
    «Non ti ho buttato via, non oserei! Qui al sud non si butta niente! Volevo solo assicurarmi che gli orsi sapessero cavarsela in ogni situazione!» si giustificò, stringendosi nelle spalle. Gli si avvicinò e gli diede un colpetto sulla schiena.
    «E' stata la passeggiata più breve che abbia fatto, ma molto carica di significato. Dai, torniamo a casa... ti fai un bagno caldo e ce ne stiamo davanti al camino» per solidarietà gli strinse la vita con un braccio.
    «A meno che tu non voglia beccarti una polmonite per allungarti la licenza... ma non credo ne valga la pena»
     
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    Matthew Gunnarsson
    Matt starnutì ancora e annuì D'accordo, non ho proprio voglia di rifiutarlo un bagno caldo Le fece una carezza sulla guancia e le diede un veloce bacio a fior di labbra. Delicatamente tolse il braccio di lei dalla sua vita, non voleva farla soffrire col freddo, tuttavia la prese per mano intrecciando le dita e le sorrise raggiante Sono fradicio, lontano da casa, è inverno... Eppure non vorrei essere altrove Le carezzò la mano col pollice. Guardò Giada e le disse Sai che per me non sei una semplice "dama di porto", vero? Per me sei speciale, sento che fai per me Gli venne in mente che non era ancora del tutto dichiarato nei suoi confronti
     
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    Giada D'Angelo
    In quel breve periodo ogni pretesto era perfetto per rimandare il ritorno al lavoro - prima la convalescenza per il proiettile al fianco, poi lo stress per la sparatoria, e via dicendo - ma una bronchite... con quel vento e quel freddo anche pochi minuti sarebbero stati più che sufficienti per atterrare una persona. A giudicare dagli starnuti, nemmeno un soldato come Matthew, temprato dall'ostilità del clima, avrebbe fatto eccezione. Dopotutto era pur sempre umano.
    «Io invece scommetto che vorresti essere sul divano accanto al fuoco del camino, accoccolato sotto le coperte e davanti una tazza fumante di cioccolata calda» rispose, stringendo la mano nella propria. Si accostò nuovamente per cingergli il fianco con un braccio. Dopotutto era anche colpa sua se Matthew si stava trasformando in un pinguino.
    Quando Matthew sottolineò di considerarla più di una dama di porto Giada gli sorrise.
    «Hai scelto una dama d'alto bordo, infatti» disse, per poi sporgersi a lasciargli un bacio innocente sul collo.
    «Non hai bisogno di lusingarmi per fare colpo, comunque. Sappiamo entrambi fin troppo bene che resistere al tuo fascino è impossibile»
    Il fascino della sua personalità, del suo aspetto, della divisa... erano tutti punti a suo favore. Giada ormai era consapevole di essere fregata sotto ogni punto di vista: se Matthew avesse voluto persuaderla ad assecondarlo ci sarebbe riuscito a colpo sicuro.
    «Sarà meglio affrettare il passo, se non vuoi che la tua dama di classe diventi anche single» alludeva al freddo che Matthew poteva sentire. Ancora un paio di minuti e finalmente sarebbero stati accolti dal calore dei riscaldamenti.
    «Comincio a pensare che lo fai di proposito. Trovare ogni pretesto per svestirti e girare in casa mezzo nudo, intendo... tra un po' sono più le volte che ti ho visto senza vestiti che non il contrario, sai?»
     
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    Matthew Gunnarsson
    Matt le diede un bacio fra i capelli profumati Lo so che sei di classe, quello che intendevo è che non sei una fra tante, sei l'unica Fece una pausa di qualche secondo Lo sai, vero? Giada disse che probabilmente lui avrebbe voluto stare sotto le coperte con una cioccolata davanti al caminetto. In realtà lui in quel preciso momento avrebbe voluto essere con lei in una stanza qualsiasi a fare delle cose molto precise comunemente definite "continuazione della specie" ma si trattenne e rispose con un "Mh-Mh". In fondo la cioccolata italiana era speciale e lui sapeva che avrebbero avuto molte occasioni di intrattenersi insieme dato che la casa era, purtroppo, rimasta vuota. Le diede un altro bacio fra i capelli e le disse In realtà la maggior parte delle volte è colpa tua se mi ritrovo mezzo nudo per casa, tipo ora. Non mi sono certo gettato in acqua da solo! Quando invece giro tutto nudo è colpa sua... Disse facendo discretamente scivolare la mano verso il suo sedere per poi riportarla subito sul suo fianco Non è colpa mia se parla e mi sfida! Dovresti sentire cosa dice adesso! È proprio sboccato... Sorrise divertito e la guardò, ormai erano arrivati. La lasciò andare per aprire la porta e poi disse Fanne due di cioccolate, non vorrai farmela bere da solo, no? Non chiedeva di meglio che sdraiarsi con lei sotto una coperta calda e rimanere un po' abbracciati insieme. Per lui a volte era meglio di qualsiasi altra cosa
     
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    Giada D'Angelo
    «Quello che intendevo è che non sei una fra tante, sei l'unica. Lo sai, vero?»
    «Naturalmente. Lo davo per scontato» ma le parole di Matthew fecero nascere il dubbio che darlo per scontato poteva rivelarsi pericoloso in un momento futuro.
    «Mi sembra giusto, è sempre colpa di Eva…» ironizzò, assecondandolo. «Qualche idea per risolvere il problema?» domandò, non senza una punta di malizia. Poteva bene immaginare quanti e quali pensieri stessero passando per la testa al soldato. Limitarsi alle allusioni era stata una scelta mirata a tenerlo un po’ sulle spine: l’attesa, alle volte, era la parte migliore, e rendeva appagante il raggiungimento dell’obbiettivo.

    Al termine della licenza di Matthew Giada non riusciva a tornare alla normale routine. Eppure in quei cinque giorni non avevano fatto niente di particolare.
    I giochi tra le coperte, una cioccolata calda, il calore di un abbraccio davanti al fuoco del camino, il risveglio accanto ad un’altra persona, erano tutti momenti che nella loro semplicità avevano lasciato il segno. Nel breve periodo passato con Matthew era stata troppo presa da lui per rendersi conto che qualcosa era cambiato.
    Lo realizzò alla partenza, quando il sergente fu richiamato alla sua nave segnando il momento di separarsi.
    Giada lo salutò calorosamente prima di accedere all’SSC.
    Lo lasciò con la promessa di scrivergli spesso, e fu con un po’ di tristezza che lo guardò di entrare nell’ascensore che conduceva all’hangar.
    Tornata a lavoro non fece il minimo sforzo per accollarsi ore di lavoro straordinarie, anzi. Quel tempo lo impiegava in lunghe passeggiate, durante le quali, con la testa tra le nuvole, non faceva altro che pensare a lui, e al momento in cui avrebbe risentito la sua voce.
     
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    Matthew Gunnarsson
    Giada e Matt dopo aver passato qualche giorno a casa della famiglia di lei dovettero tornare sulla Cittadella. La licenza del soldato era agli sgoccioli, così come il permesso di lei per malattia. Ebbero giusto il tempo di raccattare la roba del sergente e passare un po' di tempo insieme prima di doversi salutare. Raggiunsero l'hub davanti alla centrale dell'SSC, dato che la c'era anche un ascensore per i moli dove doveva arrivare lui. Matt lasciò cadere a terra il borsone e circondò con le braccia Giara, tirandola a se con delicatezza. La abbracciava in vita, guardandola sognante. Le diede un dolce e delicato bacio, pieno di tristezza ma anche di speranza. Poi le afferrò piano il mento tra pollice ed indice, alzandole piano la testa. Gli occhi di lei esplosero di luce quando i vari neon e fari di quello spiazzo li incrociarono. Matt aveva visto stelle, pianeti, galassie, nebulose. Questo valeva di più, erano gli occhi che lo avevano catturato, che lo avevano preso all'amo e che lo avevano fatto innamorare di lei ancor prima di scoprire la persona meravigliosa che si celava dietro di essi. Li guardò brevemente e poi le disse Ora è meglio che vada. Non dimenticarmi, ok? Una battuta per spezzare la tensione del distacco, infatti Matt sorrise e rise sommessamente. Le diede un altro bacio a fior di labbra e poi la lasciò andare, chinandosi poi a raccogliere il borsone. Entrò nell'ascensore e si voltò a guardarla. Alzò il braccio per salutarla e sorrise mentre le porte si chiudevano. Una volta sullo shuttle Matt tirò fuori dalla giacca una foto che le aveva fatto in riva al mare. Un semplice fotoritratto che però valeva moltissimo per lui. Guardò la foto, sorridendo, per poi riporla nuovamente nella tasca interna della giacca, quella posta sopra il cuore. Sentiva già la sua mancanza
     
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