Caccia al tesoro!

Sistemi Terminus, Soglia del Valhalla

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    Banshee

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    Selina Sakarova
    < Spazio. Ultima frontiera. Questi sono i – noiosissimi - viaggi della nave UltraViolent. La sua – ignota – missione è quella dì… > una possente mano batarian raggiunse la nuca della ragazza in un amichevole buffetto, interrompendola < Ahi! Mi hai fatto male Marek! >
    < Ben ti sta…è da quando abbiamo lasciato Omega che rompi le palle. >
    Selina finse di imbronciarsi, incrociando le braccia sotto i seni e sbuffando sonoramente.
    < Lo sai che mi annoio durante i viaggi e questo è più lungo del solito! Sono 4 giorni che attraversiamo portali galattici! >
    Esattamente 4 giorni prima, l’Army of Four aveva ricevuto un messaggio anonimo dove erano presenti solo una serie di coordinate e una semplice parola “Cercatemi!”. Il gruppo mercenario avrebbe anche lasciato perdere se, allegato al messaggio, non ci fosse stata la ricevuta di un versamento da 100.000 crediti sul loro conto e, in calce, altre criptiche parole vergate in una calligrafia perfetta, quasi meccanica “Un piccolo incentivo. Se mi troverete, riceverete 10 volte questa cifra.”
    E ora, eccoli lì, nella Soglia del Valhalla, nel bel mezzo del nulla.
    < Umani! Se solo aveste una vita lunga come la nostra, imparereste il significato della parola ‘pazienza’. > esclamò Grat scuotendo la testa.
    < Lo facciamo per i soldi Selina. 1.000.000 di crediti non valgono un po’ di attesa? > rincarò la dose Niissa ingollando l’ennesimo bicchiere contenente una sostanza bluastra.
    I 4 compagni erano radunati in sala mensa ad ammazzare il tempo, lasciando al pilota automatico il compito di raggiungere la destinazione. Come avevano fatto per i 4 giorni precedenti, si raccontavano storie, avventure, giocavano a carte, si allenavano o, semplicemente, bevevano fino a stordirsi.
    < E va bene! Ma almeno facciamo qualcosa di divertente! > Il suo volto fu attraversato da un lampo, come colto da una folgorazione improvvisa. Piantò violentemente il gomito sul tavolo, facendo sobbalzare i suoi compagni e posizionò il braccio ad angolo retto. < Torneo di braccio di ferro? > domandò innocente mentre con le dita della mano invitava qualcuno ad accettare la sua sfida.
    < Sono troppo forte per te…perdi sempre! > disse Grat scuotendo le mani.
    < E io sono troppo debole…vinci sempre! > aggiunse Niissa imitando il compagno.
    < Marek? Per favore!!!! > supplicò Selina con occhi languidi. Il batarian tentennò alcuni secondi, alzando tutti e 4 gli occhi al cielo. < Ti prego!!!! > aggiunse l’umana quasi con le lacrime agli occhi.
    < E va bene! Solo una volta…non al meglio dei 7 come vuoi sempre fare tu! > Con la medesima violenza dell’umana, assunse la sua stessa posizione, stringendo la mano guantata della ragazza. Selina sorrise riconoscente come una bambina a cui fosse stato concesso un lecca-lecca.
    < Scommetto 1.000 crediti su Marek! > disse Niissa mettendo mano ai soldi.
    < Satin Steele è in forma ultimamente…potrebbe farcela. Punto 500 su di lei…Marek, copri il resto della posta? > replicò il krogan.
    < Ma sei scemo? Dovrei scommettere contro di me? >
    < E’ un’assicurazione…sai, nel caso dovessi farti battere da una femmina… umana. > ghignò Grat.
    < Scommetto io su di me. >
    Selina aveva assunto la sua tipica espressione da ‘ti spiezzo in due’; si sentiva carica, cattiva e aveva proprio i muscoli arrabbiati. Non vinceva spesso con Marek ma questa volta avrebbe vinto.
    Stavano lottando da alcuni secondi per ottenere una presa vantaggiosa quando la voce metallica di Lone Star, l’IV della nave, interruppe i due contendenti prima che potessero iniziare la loro sfida.
    < Alle coordinate stabilite c’è un pianeta che non dovrebbe esserci. Atmosfera respirabile. Lo raggiungeremo in 20 minuti. E sembra che non siamo l’unica nave diretta lì. >
    Marek, seguito da Niissa e Grat, si fiondò in cabina di pilotaggio, lasciando Selina seduta al tavolo, pietrificata nella sua posizione. < Ehi! Dove andate? Avete sentito cosa ha detto Lone Star? 20 minuti! Facciamo in tempo Marek! > urlò ai compagni.
    < Pianeta che non dovrebbe esserci, Selina! > cominciò a dire Grat, sconsolato, dalla cabina di pilotaggio.
    < Lo batto in 1 minuto… >
    < Atmosfera respirabile, Selina! > continuò Niissa in un tono più ostile.
    < Sì…ma, la nostra sfida? >
    < Altre navi dirette lì, SELINA! MUOVITI E VIENI QUI!!! > terminò Marek in un ruggito.
    La ragazza, inconsolabile, si alzò a malavoglia dalla sedia, raggiungendo i suoi compagni che stavano osservando, sullo schermo del radar, numerosi puntini diretti tutti verso la stessa meta.
    Si affiancò a Marek < Fifone. Tanto è solo rimandata…non pensare di cavartela così! >
    Il batarian alzò nuovamente gli occhi al cielo < Perché ti ho fatto entrare nel mio gruppo? Perché? >

     
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  2. JefCat
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    Jeremy Best
    << Sai Frank... Stavo pensando a quel strano messaggio ricevuto... A quelle coordinate... Ma soprattutto le parole che ha usato. . .>> Jeremy era pensieroso e si sfogava con il povero Pyjak bombardandolo di discorsi senza senso per la scimmia; eppure, quel messaggio, aveva qualcosa di strano, di insolito e di inaspettato.
    Tutto era iniziato la notte prima. Jeremy Best, come di consueto, era rientrato al appartamento con un Asari conosciuta al Afterlife, una figura molto attraente e sensuale che si presentò come Elinth; fin qui tutto bene, solita routine: Qualche drink, qualche battuta, qualche toccatina e si ritrovavano a letto. Ma con lei non era finita lì. A differenza delle altre volte, l'unione mentale fu molta più lunga e profonda, come se Elinth volesse scoprire cosa nascondevano i pensieri di Best. Il contrabbandiere si accorse di quello che era successo e cercò in qualche modo di staccarsi dalle "brame" dell'aliena, la quale però ce lo aveva sotto scacco.
    L'indomani mattina si risvegliò completamente nudo e distrutto fisicamente; di Elinth non vi era più traccia e il povero Frank era stato legato al bonsai gigante del appartamento come un salame. Forse l'Asari si era voluta divertire con quella povera bestia oppure l'aveva fatto per impedire al Pyjak di svegliare il padrone.
    Non appena aver liberato Frank ed essersi vestito, Jeremy accese il suo Factotum e trovò un videomessaggio registrato di Elinth: <<mi dispiace Cocco... È stato bellissimo ma devo scappare! Ho lasciato sul tuo Factotum le coordinate di un pianeta, raggiungilo! Lì troverai un relitto di una fregata ancora funzionante, alcuni mercenari, soldati e forse forme di vita indigene... Ma soprattutto anche un bottino oltre il milione di crediti! Ti prego... Cercami!>>
    Si schiacciò, con i palmi delle mani, gli occhi facendo scivolare poi le dita lungo le guance: <<merda! Che situazione di merda!>>
    Un ora dopo si avviò allo spazioporto di Omega, lì lo attendeva il suo "TomJak": Un ex F-61 dell'Alleanza dei Sistemi modificato per le sue esigenze. Innanzitutto montava un modulo di propulsione Helios, questo li consentiva una velocità nettamente superiore e un consumo minore rispetto ai propulsori con reazione H2/O2; i nuclei di elemento zero erano rimasti quelli di ordinanza dell'Alleanza. L'abitacolo era stato leggermente ingrandito, rendendolo più comodo per i movimenti, in più, dietro al sedile del pilota, ce n'era un altro più piccolo dove era possibile far alloggiare una seconda persona ma risultava più una mini stiva. L'armamento era quello classico del vecchio caccia F-61 Trident ma in più aveva gli aggiornamenti dell'intercettatore rendendolo decisamente più pesante; il TomJak era quindi in grado di difendersi da solo in caso di attacco da piccoli mezzi e in più, poteva "rompere le palle" a qualsiasi fregata.
    Il viaggio fu abbastanza lungo a causa della sosta per il carburante, ma i crediti a Best non mancavano e affrontò il viaggio ripensando solo a Elinth.
    Frank dormiva nel sedile di dietro, imbracciando, come se fosse un ramo, un M-98 Widow; la scimmia spaziale era circondata da scatole di viveri e di clip termiche, in più c'era un M-29 Incisor posizionato dietro il sedile. Il contrabbandiere indossava il suo abbigliamento di routine, dentro il fodero interno della giacca teneva la sua fidata Carnifex.
    Quando Attraversò il portale ci fu un gran bagliore e subito dopo il TomJak si ritrovò nel sistema Raheel-Leyya della ammasso della Soglia del Valhalla.
    Si avviò quindi verso il sistema delle coordinate a velocità iperluce, non appena le raggiunse spese i motori e si allineò con l'orbita del pianeta, diventando un vero e proprio satellite.
    Cliccando i tasti digitali dell'interfaccia del caccia, iniziò ad analizzare la superficie e l'atmosfera del pianeta: <<bzz.. Atmosfera respirabile... Superficie rocciosa... Pianeta potenzialmente colonizzabile! Bzz...>>
    Jeremy inarcò il sopracciglio destro pensando: "Colonizzabile un corno! Questo pianeta non dovrebbe esistere!"
    Se nelle mappe standard non risultava l'esistenza di questo pianeta c'era qualcosa che non andava. Infiniti ragionamenti attraversarono la psiche di Best: "Troverai mercenari... Forme indigene.. Una fregata..." <<ehi Frank!>> gridò il contrabbandiere spezzando i suoi pensieri; il povero Pyjak mugolò qualcosa stirandosi e sgranchendosi le articolazioni.
    << Su forza.. Dovremmo rimanere in orbita per un po... Prendi una Tupari e vieni qui.>>
    Frank sentendo la parola Tupari spostò il Widow con cui condivideva il sedile e cominciò a frugare dentro una delle casse, recuperando una lattina del tanto adorato integratore; con l'agilità di una scimmia, qual'era, si spostò oltre il sedile posizionandosi sopra le gambe dell'umano, quindi li porse la bevanda: << Grazie Bello!>> esclamò l'umano accarezzando con la mancina la testa del Pyjak mentre con l'altra mano afferrava la lattina << Ora dobbiamo solo attendere... Se è come penso.. Su questo pianeta non saremo soli!>>




    Avevo fatto anche uno schizzo del "TomJak" ma mi è venuto una cacca! :'D


    Edited by JefCat - 18/11/2014, 13:09
     
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    Sydney Abrams
    Cerberus aveva contattato una delle loro informatrici, Sydney, dopo aver ricevuto delle strane coordinate con la promessa di una ricompensa se raggiunte. Forse era una bufala, forse no, però Cerberus doveva comunque controllare, all'organizzazione piaceva controllare perché facendo così otteneva molte informazioni che altrimenti sarebbero sempre rimaste all'oscuro, già...un poco di fortuna e la news va giù...più o meno. Il lavoro degli informatori poteva essere molto noioso, ma anche molto interessante e pericoloso. Poteva essere pericoloso non tanto per come un informatore riusciva ad ottenere l'informazione richiesta, ma piuttosto per l'informazione in sé, infatti certe cose non dovrebbero mai essere scoperte...forse queste coordinate erano una di queste cose? Syd sperava di no. Certo, le piaceva vivere la vita loca, ma fino a un certo punto. Lavorando per Cerberus aveva imparato che questo lavoro doveva essere accompagnato con una assicurazione sulla vita. Meglio non rischiarla così tanto la vita perché prima o poi la fortuna gira e adesso Syd stava girando nella navetta che era di Cerberus, ma il logo e tutto il resto era stato cancellato così che sembrasse una navetta come le altre. Syd stava rileggendo le coordinate con la parola "cercatemi", forse c'era stato altro, ma Cerberus le aveva dato solo quello. Il capitano della "navetta", questa era molto più di una navetta ma l'equipaggio la chiamava così per qualche strano motivo, si avvicinò a Syd e l'informatrice lo guardò, assomigliava al capitano Kirk -Siamo nella Soglia del Valhalla, qui non dovrebbe esserci niente...- iniziò il discorso, ma la ragazza finì la sua frase -Invece avete trovato qualcosa- il capitano annuì -E non solo noi- il capitano le mostrò il radar -A Occhi Blu piacerà saperlo- significava che qualcosa stava succedendo -Che cosa facciamo? Continiuamo? Il pianeta che abbiamo trovato...- il capitano aggrottò la fronte facendo intendere che tutto questo era troppo bello per essere vero -Il capo ha detto di proseguire- replicò Syd e il capitano annuì ritornando al posto di comando. Syd sospirò guardando i puntini sul radar.


     
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    Nora Elliott

    La nave di Nora giunse nel Sistema intorno alle 4 del mattino per il sistema galattico standard. Metà mattinata, per il sistema terrestre.
    La sua era una navicella bi-posto comprata qualche settimana prima, e quello era il suo primo volo. Di solito lei viaggiava nelle navi di altri agenti del Consiglio, ma in quella missione era da sola.
    Perchè mandare una ragazza disabile da sola nello spazio? Beh, quella doveva essere una missione tranquilla. Raggiungere le coordinate e prendere lo scienziato accusato di aver sviluppato intelligenze artificiali. Il consiglio aveva pensato bene di inviare Nora data la sua esperienza nel campo ingegneristico ed elettronico, nonchè la sua abilità di programmazione di IV. Certo, una IV era ben differente da una IA, ma Nora era sicuramente più esperta di uno Spettro qualsiasi.
    Non sapeva da chi il Consiglio avesse ricevuto la soffiata. Si era limitato a darle le coordinate ed i dettagli della missione. La cosa le sembrava effettivamente un po' sospetta, ma Nora preferiva non trarre conclusioni troppo in fretta. Aveva troppo poco tra le mani.
    Ed in ogni caso, c'era il suo robot a proteggerla.
    NEBo era nella stiva della nave, raggomitolato su sè stesso immobile, ed accanto ad esso v'era il casco per il controllo in remoto. Nora avrebbe scansionato la situazione dalla nave, e se fosse stato necessario, avrebbe preso il controllo del bot anzichè muoversi sulla sedia a rotelle. In effetti, la cosa non le dispiaceva affatto. Nelle ultime missioni aveva agito più dalle varie navi che sul campo di battaglia. Da buona figlia di soldato dell'Alleanza, la giovane Nora aveva le battaglie nel sangue, ed un po' di azione, anche se in remoto, l'avrebbe fatta sentire come se non avesse vissuto gran parte della sua vita seduta.
    Per l'occasione aveva legato i capelli a coda di cavallo, ed indossava la sua solita uniforme del Consiglio. Era necessario, se fosse scesa dalla nave col suo vero corpo, avere un aspetto più professionale ed autoritario possibile.
    A dire il vero, il Consiglio non voleva a tutti i costi assicurare il 'criminale' alla giustizia. La prospettiva di sviluppare delle IA era troppo allettante anche per loro. Probabilmente avrebbero accantonato il progetto come sempre, ma il Consiglio aveva il vizio di vietare qualcosa di grosso solo per poterla avere per primo. La cosa non è che piacesse granchè, a Nora, ma in fondo da brava scienziata ed ingegnere, la tentazione di mettere mano su qualcosa di più complesso di una IV la eccitava.

    Arrivata nei pressi delle coordinate, il radar della nave segnalò la presenza di un corpo celeste, un planetoide forse. Proprio nella posizione indicata dalle coordinate.
    "Strano" pensò "Questo è un sistema conosciuto, com'è possibile che quel pianeta venga segnalato come sconosciuto?"
    Nora pregò che non si fosse guastata la strumentazione della nave. L'ultima cosa che voleva era ripararla. Non aveva nemmeno il tempo... Ma no. Giunta alle coordinate il pianeta era effettivamente lì. Sembrava abitabile, e anche diverso da tutti gli altri pianeti conosciuti del Sistema. La strumentazione non si sbagliava, ma allora cosa ci faceva quel pianeta lì?

    Nora decise di rimanere in orbita ancora per un po'. Cercò di instaurare una comunicazione con una qualsiasi stazione sul pianeta, per chiedere chiarimenti. Qualcosa doveva pur esserci, lì. Altrimenti chi avrebbe potuto mandare le coordinate, e perchè?

     
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    Banshee

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    Selina Sakarova
    I quattro osservavano affascinati e preoccupati la gran quantità di segnali sullo schermo radar. Alcuni erano isolati, altri in formazione, altri ancora si muovevano come se fossero nel bel mezzo di una battaglia.
    L’Army of Four si scambiò un’occhiata interrogativa; fu Selina a esporre per prima il proprio pensiero < Io, indietro, non ci torno! Dopo 4 giorni di noia, sono disposta ad affrontare tutta la Gerarchia Turian con uno stuzzicadenti e una pistola ad acqua, se necessario. >
    < E 1.000.000 di crediti sono tanta roba. > aggiunse Niissa.
    < Mmmm…tra 5 minuti entreremo nell’atmosfera del pianeta. Possiamo scendere a dare un’occhiata e al massimo decidere in seguito. > Era Marek il capo del gruppo e spettava a lui l'ultima parola.
    Niissa occupò il posto di pilotaggio, affiancata da Marek.
    Avevano appena superato lo strato più esterno dell’atmosfera quando la UltraViolent si spense completamente. Motori, elettronica, la IV…tutto morto! Si accesero le luci di emergenza e Marek cominciò a sbraitare come se non ci fosse un domani.
    < Ma che cazz…Niissa? >
    < Non lo so…qualcosa ha disattivato tutto…ho solo il controllo del timone! >
    < Riesci a portarci giù? >
    < Forse ma non sarà un atterraggio facile! >
    < Grat, Selina…alla stiva! Mettete in sicurezza quello che potete, soprattutto Blasto… > ordinò il batarian.
    < …e state pronti ad aprire i paracadute di frenata al mio segnale! > concluse Niissa mentre si accaniva sulla cloche di comando.
    Selina scattò sull’attenti, piuttosto eccitata < Agli ordini Comante! >

    Giunti alla stiva, Grat si precipitò subito ad ancorare Blasto, un mezzo terrestre progettato e costruito da lui stesso; era sgraziato e visivamente orripilante ma di un'affidabilità eccezionale. Selina nel frattempo, si occupava delle munizioni, delle armi e dei viveri.
    < IMPATTO TRA 25 SECONDI! PRONTI CON I PARACADUTE! > annunciò la voce dell’asari negli auricolari. < APRIRE TRA 3…2…1…ORA! >
    L’umana attivò la leva manuale di rilascio, facendo gonfiare i giganteschi paracadute che impressero una violenta frenata alla nave. La ragazza si schiantò contro le paratie della nave poi, il contraccolpo, la fece letteralmente volare per la stiva.
    La nave aveva rallentato ma era ancora troppo veloce per essere manovrata con cura. Niissa, pur con la sua bravura, non riusciva a evitare gli ostacoli che si trovava davanti all’improvviso. Stava dirigendo la nave verso una radura posta nel bel mezzo di una intricata giungla che si stendeva a perdita d’occhio sotto di loro fino a dove si riusciva ad arrivare con lo sguardo. L’impatto con le cime degli alberi procurava scossoni che si ripercuotevano su tutta la nave.
    Tutto quello che non era stato fissato, volava per la stiva accompagnando Selina e Grat in una danza sgraziata.
    Uno scossone più violento degli altri, preannunciò l’impatto col terreno e, alcuni secondi dopo, finalmente la UltraViolent riusciva a fermare la sua folle corsa.
    < State tutti bene là sotto? > domandò Marek preoccupato.
    < Una favola! > disse Grat.
    < E Selina? > chiese ancora più apprensivo il batarian.
    < Non la vedo Marek. > rispose il krogan con un filo di tensione nella voce.
    In un angolo della stiva si era formato un accumulo di barattoli, scatole, detriti dalla dubbia utilità…che cominciò a tremare, prima lentamente, poi con sempre più forza fino a quando esplose letteralmente, mostrando la siluette di Selina che saltava fuori come un pupazzo a molla.
    < BOO-YA! QUESTA SI’ CHE E’ STATA ADRENALINA PURA! RIFACCIAMOLO IMMEDIATAMENTE!!! >
    < Direi che sta bene! > concluse Marek tirando un sospiro di sollievo.
    I 4 compagni si ritrovarono fuori dalla nave, per valutare i danni. < E’ un po’ ammaccata ma se torna l’energia può portarci via di qui. > sentenziò Grat che, tra loro, era il meccanico. < A quanto pare non ci resta che stare al gioco del nostro misterioso amico. Per fortuna Blasto e i nostri factotum funzionano ancora. >
    < E a quanto pare noi non siamo state le uniche vittime. Guardate qua! > aggiunse Marek proiettando un’immagine del pianeta < Tutte le navi che erano nei pressi del pianeta, hanno avuto la nostra stessa sorte. Chiunque sia stato, vuole essere trovato! >
    < A proposito… > disse Niissa controllando il proprio factotum < …è appena arrivato il secondo indizio. >
    Alzò il braccio per mostrare lo schermo ai suoi compagni e lesse ad alta voce: < “ Se trovarmi tu vorrai/molte leghe percorrerai. / Destra, sinistra, su e giù/ fai attenzione o non torni più. / Una moltitudine parteciperà/solo uno mi troverà. / Dove sono, non lo sai? / Rispondi a questo e ti avvicinerai./ “Lavora d'ago fino a mezzanotte/ per aggiustare le mutande rotte.” > finita la lettura, lo schermo diventò nero tranne per 7 trattini lampeggianti che comparivano nel centro. < Ci sta prendendo per il culo? >
    < Indovinelli…questa storia mi piace sempre di più! > esclamò saltellando Selina < Se rispondiamo correttamente, ci darà un’altra serie di coordinate. E dobbiamo farlo prima degli altri. Vediamo…7 lettere…qualche idea? Io non porto le mutandine… >

     
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  6. JefCat
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    Jeremy Best
    Mentre gustava la Tupari lo sguardo di Jeremy era fisso sul radar: Altre navi si stavano dirigendo verso il pianeta, o almeno sulla sua orbita. << Lo sapevo che c'era qualcosa che puzzava...>>
    Alle parole dell'umano Frank alzò le orecchie e lo guardò in volto senza capire, apparentemente, cosa avesse detto il padrone. Ad un certo punto una navicella biposto sfrecciò davanti al TomJak: Jeremy Best spaventato sputò il liquido dell'integratore sul vetro della calotta. << Ma che cazzo?!>> schiacciò con la mano la lattina e la buttò all'indietro, verso il sedile posteriore; quindi agitando le gambe, per smuovere il Pyjak, disse con tono eccitato: << Frank! Torna dietro! Non mi piace la gente che pilota con in mano i testicoli di un Turian!>>
    Accese il quadro e impugnando la cloche iniziò l'inseguimento della navicella senza dare tempo al povero Pyjak di sistemarsi per bene dietro; infatti sbatté la faccia sulla canna del widow.
    Ci volle solo qualche secondo prima che il contrabbandiere raggiungesse il biposto e si posizionasse dietro la sua "coda".
    <<boom Baby...>> pronunciò quella frase con un tono quasi sadico ma quando stava per aprire il fuoco gli strumenti si spenserò <<figlio di Putt...!!!>> il Tomjak, assieme alla navicella, perse l'orbita e lentamente si andava a perdersi verso l'atmosfera del pianeta << Oh merda! Qui finiamo belli arrostiti!>> come per miracolo, Best riuscì a posizionare il caccia in modo tale da far assorbire agli scudi termici il calore che velocemente di stava andando a crare.
    Intorno al Tomjak si creò un muro di fuoco e dalla fronte di Jeremy scese una goccia di sudore.
    Qualche secondo dopo uscirono le nuvole e sotto di loro spuntò un enorme radura verde circondata da una fitta giungla, il posto perfetto per atterrare: Purtroppo i comandi non rispondevano.
    Il Tomjak si schiantò "dolcemente" sul terreno strisciando per circa un chilometro: Il motore destro era andato a farsi benedire. Non appena il caccia fermò la sua folle corsa, Jeremy, che aveva tenuto stretto tra le mani la cloche tirò un sospiro di sollievo << Vivo..>> Frank dietro era stato sommerso dalle scatole e dalle clip termiche, ma non si era fatto niente di preoccupante, forse solo qualche botta. Il contrabbandiere, invece, aveva un grosso taglio sulla fronte destra a causa della lattina di Tupari che l'aveva colpito durante lo schianto; una striscia di sangue si scivolava lungo la pelle fermandosi sul sopracciglio.
    << Quel figlio di una grandissima Troia!>> gridò mentre cercava di aprire la calotta con i comandi del quadro digitale << Ma vaffan..!!!>> alzando le ginocchia all'altezza del petto mollò un doppia calcio al vetro della calotta che finalmente si aprì. Scese con qualche difficoltà cadendo sulle ginocchia e sui palmi delle mani ansimando, con la cassa toracica che si gonfiava ad ogni respiro. Rimanendo in quella posizione si guardava attorno respirando con la bocca mentre le gocce di sangue si stampavano sul terreno erboso sotto di lui. Ad un certo punto avvistò il biposto, che era riuscito ad atterrare qualche centinaio di metri dalla zona del Tomjak.
    Furioso Jeremy si alzò, non senza qualche difficoltà, e buttando la giacca per terra, quindi anche la carnifex, si avviò verso la navicella rimanendo in canottiera; a quanto era arrabbiato non si accorse nemmeno che il quadro si era riacceso per un messaggio criptato appena ricevuto. Con i muscoli gonfi per il ribollire del sangue iniziò a camminare verso la navicella urlandole contro: << Ehi Stronzo!... STRONZO!... Io ti ammazzo con le mie stesse mani brutta testa di cazzo! Giuro davanti a Dio Onnipotente che te la faccio pagare! >>

     
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    Nora Elliott

    Non fece nemmeno in tempo a cercare stazioni sul pianeta, che un'altra nave dietro la sua si preparò a fare fuoco. Non sembravano dei colpi particolarmente dannosi, e la nave di Nora era dotata di scudi decisamente resistenti, ma una corazza relativamente debole. Fu per questo che, quando il colpo del nemico fallì ed entrambe le navi caddero, gli scudi ressero a malapena il calore, ma ricevettero il colpo definitivo una volta a contatto col suolo.
    La nave precipitò di punta, infatti una volta toccato il suolo fece un ulteriore salto, ma quella volta non c'erano gli scudi a proteggerla... E pochi attimi dopo la nave era ridotta malissimo. C'erano pezzi sparsi qua e là, ed usciva parecchio fumo nero da praticamente ogni fessura. La sua sedia a rotelle era poco più dietro dentro la nave. Sembrava intatta, ma non aveva tempo per prenderla, o sarebbe morta soffocata.
    Tossì molto forte, mentre si sganciava la cintura di sicurezza che le aveva decisamente salvato la vita, e con molta fatica si trascinò fino al portellone. Già spingersi era uno sforzo enorme per le braccia, dato il suo fisico gracile, ma aprire il portellone sarebbe stato impossibile... Tuttavia doveva provarci, o sarebbe stata la fine. Spinse con tutta la sua forza, fino ad aprire un piccolo spiraglio, da cui trascinò fuori la testa ed il busto, ma la stanchezza le impedì di fare di più. Si ritrovò così con metà corpo dentro la nave, e l'altra metà, quella importante, fuori. La nave era progettata per incidenti simili, quindi probabilmente non sarebbe esplosa, ma aveva un taglio sulla spalla destra che sanguinava copiosamente.
    "Bel modo di morire" pensò. Almeno suo padre aveva avuto la decenza di morire in battaglia, non prima della battaglia. I suoi capelli rosso fuoco, che in tutto quel trambusto si erano pure sciolti, svolazzavano seguendo il vento, che era leggero ma rinfrescante, e sicuramente più piacevole di tutto quel fumo nero che aveva riempito la nave.
    Quando la figura di un uomo fu quasi vicina alla zona dello schianto, Nora era ormai in procinto di perdere i sensi. La vista le si annebbiò, il corpo rispondeva debolmente ai comandi del cervello, e tutto il mondo intorno a lei cominciò a girare.

     
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    Sydney Abrams
    Syd si era avvicinata al capitano che stava dando indicazioni al suo equipaggio. Ma l'informatrice di Cerberus non era interessata a quello che stava accadendo attorno a lei, infatti stava percependo tutto il resto come se lei fosse dentro ad una bolla che la separava dal mondo esterno. Syd sentiva gli altri in modo confuso, non vide un membro dell'equipaggio correre dal capitano e indicare qualcosa con sguardo preoccupato e non vide neanche che il capitano stava correndo verso la cosa indicata. Gli occhi di Syd erano concentrati sullo schermo del suo factotum perché era arrivato un altro messaggio, si trattava di vecchi dati appartenenti a Cerberus stessa, anzi, Syd li aveva trovati qualche tempo fa. L'informatrice appoggiò una mano sulla tempia destra quando sentì il procinto dei suoi classici mal di testa...le venivano sempre più spesso, dannazione, ma Syd scosse la testa cercando di non farci caso. Aggrottando la fronte, continuò a leggere i dati "Ma che cosa sta succedendo?" si domandò. Aveva ottenuto quei dati tramite una delle sue conoscenze, un amico che aveva incontrato durante uno dei suoi viaggi di lavoro, e con una semplice cena amichevole, infatti i dati in sé non erano così eclatanti, però l'informatrice dentro di sé disse che c'era qualcosa di strano in questi dati...erano stati modificati in qualche modo. La superficialità, come l'ignoranza, era una brutta bestia per gli informatori...e forse per tutti in generale -Non è come sembra- mormorò tra le labbra socchiuse, qualcosa doveva nascondersi dietro a questi dati e quindi iniziò a spippolare sulla tastiera olografica, ma proprio in quel momento la sua mano fu trascinata via dalla testiera perché qualcuno la stava strattonando -Che cosa...?!- urlò infastidita alzando gli occhi dal factotum. Finalmente Syd si degnò di guardarsi attorno e vedere che cosa stava succedendo. Tutto l'equipaggio stava correndo da una parte all'altra, alcuni erano chini sulle apparecchiature, altri invece correvano fuori per andare a fare chissà che cosa. La Abrams non riusciva a capire che cosa stesse succedendo quando i suoi occhi si soffermarono su uno degli schermi della nave che mostrava i segni 'vitali'...erano tutti sullo zero percento -Deve mettersi in sicurezza Abrams!- il capitano aveva un tono che non ammetteva repliche...le stava dando un ordine come capitano infatti -Adesso!- Syd annuì e andò a sedersi su una di quelle sedie che avevano degli allacci di sicurezza in caso di atterraggi turbolenti, lei si assicurò 'mettendosi in sicurezza' come aveva detto il capitano...dopo poco anche gli altri membri dell'equipaggio fecero lo stesso, il capitano fu l'ultimo. Syd strinse i manici della sedia, odiava quella sensazione di panico che cresceva quando si sapeva che doveva succedere qualcosa ma non tra quanto, però almeno sapeva come sarebbe stato perché aveva già partecipato ad atterraggi difficili. Li detestava. Invece alcuni membri dell'equipaggio qui sembravano eccitati, soprattutto il pilota e il copilota. Il messaggio al momento era uscito fuori dalla sua mente, il cuore le batteva a mille nel petto, però il mal di testa misteriosamente era scomparso, forse perché Syd non stava cercando di ricordare niente adesso. Diede di nuovo uno sguardo attorno, il capitano stava guardando i due piloti, ma poi spostò lo sguardo su Syd e sorrise, un sorriso alla Kirk, per cercare di calmarla e Syd cominciò a sent...l'impatto fu violento, a Syd mancò il respiro quando i lacci di sicurezza si strinsero attorno al suo corpo per tenerla sul posto. La navetta si schiantò al suolo, ma nel mentre degli scudi si innalzarono automaticamente proteggendo un poco la navetta, quegli scudi poterono attivarsi perché prendevano un tipo di energia alternativa dalla caduta stessa e non dalla navetta, più veloce era la caduta e più gli scudi erano energizzati, però purtroppo la navetta fu comunque danneggiata. Il tonfo della navetta fu sentito in modo ottuso dall'equipaggio all'interno, del fumo si innalzò in più punti. Anche se tutti erano stati messi in sicurezza, comunque avevano delle ferite qua e là. Tutti si slacciarono dalle sedie e iniziarono a verificare i danni quando il capitano diede il permesso, anche Syd cercò di fare lo stesso, ma sentì un fitto dolore alla spalla destra -Stia ferma- le disse una voce femminile autoritaria che le applicò un po' di medigel, il dolore le si attenuò subito, Syd ringraziò -Dovere- rispose il medico di bordo che andò subito via diretta verso altri pazienti, Syd vide anche degli assistenti del dottore fare medicazioni qua e là. Syd si alzò con attenzione, la sua curiosità voleva portarla fuori per vedere che cosa ci fosse, ma il capitano la fermò -Prima usciamo noi- c'erano anche degli uomini insieme a lui con delle carnifex, indossavano delle magliette rosse mentre invece il capitano una gialla scura. Gli uomini con le magliette rosse aprirono il portello ed uscirono con le carnifex puntate, ma dopo poco le riabbassarono -Qui sembra tutto apposto- il capitano annuì e fece cenno a Sydney di seguirlo fuori e così fece uscendo dalla navetta.


     
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  9. JefCat
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    Jeremy Best
    La navicella biposto era ridotta ad uno schifo: Pezzi infuocati sparsi attorno e fumi neri di combustibili e impianti uscivano da ogni fessura.
    Portando l'avambraccio destro sulla fronte per ripararsi dal calore e un po dal fumo, Jeremy Best si avvicinò di più al relitto, sempre furioso per quello che era accaduto. Ad un certo punto vide una testa con lunghi capelli rossi uscire da uno spiraglio, tossendo come se stesse soffocando; l'ira funesta sparì alla vista di quel corpo in difficoltà. <<ehi!...Ohu!>> gridò il contrabbandiere arrivato davanti al corpo che riconobbe come una donna; si aspettava tutto tranne che una ragazza: Un Krogan magari oppure un Batarian, ma mak una donna.
    Scrutandola sorpreso si accorse della vistosa ferita sanguinante alla spalla; spingendo con entrambi le mani il portellone lo aprì definitivamente, quindi sollevò Nora dalla spalla non ferita, poi afferrò le sue gambe estremamente leggere con l'altra mano e la prese in braccio.
    Si allontanò con la donna guardandola in volto curioso: Notò che aveva perso i sensi. Arrivati al Tomjak adagiò la donna per terra posando la sua schiena contro il metallo del naso del caccia. <<frank! Cassetta del pronto soccorso!>> il Pyjak era spuntato con la testolina dal sedile anteriore e osservava il fare del padrone, ma alle sue parole scattò all'attenti iniziando a frugare tra le casse. <<non sono un medico... Ma un pochino di medigel dovrebbe farti solo bene...>> attivando il factotum applicò il gel miracoloso su Nora bloccando l'eventuale emorragia che si sarebbe andate a creare.
    Frank sbucò con una piccola cassetta in mano e saltando dal abitacolo la porse a Jeremy, il quale aprendola estrasse un rotolo di bendatura e iniziò a passarlo sotto l'ascella di lei per poi farlo scorrere sopra la spalla; mentre compiva l'operazione sbuffò: <<questo è quello che chiamo atterraggio di fortuna...>> finito il bendaggio strappò la tela facendo un nodo per tenerlo fermo. Quindi lanciò dentro l'abitacolo la cassetta e calandosi estrasse la Carnifex dentro la giacca, quindi si allontanò di qualche metro per controllare la situazione. Frank intanto era salito sulle gambe di Nora e la osservava in volto avvicinando i suoi enormi occhi a quelli di lei.

     
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    Selina Sakarova
    < Davvero non porti le mutandine? > chiese Marek intressato.
    < No, Capo...e neanche il reggiseno. Sotto le tutine che indosso, sarebbero fastidiosi. >
    Marek aveva deciso di portarsi Selina in perlustrazione mentre i cervelloni della compagnia si sarebbero concentrati sull'indovinello. I due non avevano ritenuto necessario indossare le corazze ma erano ben armati: Selina con il suo inseparabile Lancia dardi Graal, Marek con una Locust e un fucile Kyshock.
    Si erano allontanati di quasi 4 km dalla UltraViolent e, in quel breve tragitto, si erano già imbattuti in un paio di vorcha del Branco Sanguinario e avevano evitato una pattuglia di soldati batarian giunti da chissà dove.
    Non erano tornati indietro perchè sia i vorcha che i batarian non erano in esplorazione ma di sentinella, ovvero anche le loro navi erano precipitate sul pianeta.
    < Non è strano? > domandò ad un tratto Selina. Marek la guardò invitandola a proseguire < Il Branco Sanguinario e l'Egemonia non si sarebbero mossi per solo 1.000.000 di crediti. E scommetto dollari contro pesos che non sono gli unici ad essere qui. >
    < Ci avevo pensato anche io. Sento puzza di fregatura! Comunque non possiamo fare altro che trovare questo tizio e costringerlo a farci ripartire...con o senza i soldi. >
    < Sì ma noi siamo solo in 4 mentre di sicuro ci sono in giro organizzazioni più numerose...ci servono alleati Marek! >
    < Ma davvero? A cosa credi che stia pensando? A parte a te che non porti le mutandine, ovviamente! >
    < Scemo! Che dici dei batarian di prima...non aiuterebbero un loro simile? >
    < Sono stato cacciato dall'Egemonia, ricordi? No...ci serve qualcuno di neutrale e che non badi molto a chi siamo. >
    I due si guardarono, colti da una folgorazione all'unisono < Cerberus! >

    Mentre parlavano camminando, si erano distratti. Selina era concentrata sull'indovinello, Marek era concentrato sulle mutande di Selina; era inevitabile che, con quei pensieri in testa, non badassero molto a quello che poteva succedere.
    Uscirono dalla foresta, entrando in una radura dove giaceva il relitto di una nave di medie dimensioni. Erano a non più di 30 metri e furono subito individuati dall'equipaggio della nave. Erano uomini vestiti di rosso e, appena videro la coppia, una decina di mirini furono puntati sui nostri eroi.
    < Buttate le armi a terra e inginocchiatevi! > berciò un uomo che indossava una maglia gialla.
    Selina era pronta a scattare ma, questa volta, i nemici erano troppi e, senza il supporto di Grat e Niissa, non potevano sperare di avere la meglio.
    < Fai come dice, Selina. > ordinò Marek dando il buon esempio, inginocchiandosi docile per terra.
    L'uomo vestito di giallo si avvicinò sempre puntando la sua arma < Chi siete? Cosa ci fate qui? >
    < Siamo mercenari...Army of Four...anzi, in questo momento Army of Two. Credo che ci abbiano incastrato esattamente come voi. Potremmo aiutarci a vicenda, non crede? Voi chi siete? > rispose Selina tenendo le mani bene in alto.
    < Noi siamo Cerberus. > rispose l'uomo. Con un cenno del capo, ordinò a due magliette rosse di raccogliere le armi < Seguitemi, deciderà Syd della vostra sorte. >
    In quel momento, il factotum di Marek cominciò a suonare, seguito a ruota da quello di Selina. Con una sguardo, chiesero il permesso di rispondere e l'uomo di Cerberus acconsentì.
    < Marek, Selina...l'abbiamo risolto! Era BUSSOLA la risposta! > squillò la voce di Niissa < 'Lavora d'ago fino a mezzanotte' è l'ago che punta sempre a nord e 'per aggiustare le mutande rotte' nel senso di indicare la via se è mutata. Ora abbiamo le coordinate della seconda tappa....muovetevi! >
    < Niissa, siamo un tantino occupati. Ci facciamo vivi noi...chiudo! >

     
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  11. jenny_penny_5(2)
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    Sydney Abrams
    Due persone con le magliette rosse fecero cenno al capitano che c'era qualcuno -Rimanga qui- ordinò a Syd e la ragazza annuì perché tanto non aveva intenzione di seguire il gruppetto, oramai tutta la sua concentrazione era ritornata sul messaggio da decifrare. Continuò a spippolare e le sue dita cominciarono a formare parole che lì per lì non avevano senso per Syd, parole antiche, un linguaggio antico di una lingua ancora in uso, ma si trovava ancora agli inizi e quindi era troppo presto per tirarne fuori qualcosa. Nel frattempo Kirk, l'informatrice l'aveva soprannominato così perché le ricordava troppo quel personaggio e adesso si era dimenticata il suo vero nome, aveva incontrato degli altri superstiti "Forse dire che siamo di Cerberus non è stata una bella mossa, Syd si arrabbierà" pensò il capitano accompagnando il duo. La 'navetta' non aveva nessun simbolo di Cerberus a bordo perché apperteneva a quell'equipaggio da sempre sin da prima che si arruolassero con Cerberus e quindi l'organizzazione aveva permesso loro di tenere la loro nave così com'era, di mantenerla loro. Il capitano ne fu grato perché il suo dovere era preoccuparsi della sua nave e dell'equipaggio all'interno. Invece Syd credeva che Cerberus aveva voluto rimanere anonima e per questo la nave non aveva simboli, si sbagliava. La ragazza alzò lo sguardo dal messaggio quando vide avvicinarsi la maglietta gialla del capitano, Syd stava indossando una maglia blu scuro con pantaloni neri, comunque non indossava una delle uniformi dell'equipaggio -Li abbiamo trovati vicino alla nave, erano armati- indicò due persone dietro di lui e delle armi. Syd li osservò -Sa chi siamo, gliel'ho detto- aggiunse poi il capitano trovando che in una situazione del genere era un po' inutile mentire su chi fossero. Syd lanciò una occhiataccia al capitano per qualche secondo, ma poi ritornò subito a guardare i due nuovi arrivati. Il capitano disse chi erano e che avevano appena ricevuto un messaggio -Hanno le coordinate- quindi non erano solo loro due, ma appartenevano ad un equipaggio molto più vasto...meglio non farsi troppi nemici e sicuramente Kirk pensava la stessa cosa. Il factotum di Syd fece uno strano bip, la donna guardò il messaggio e vide che erano apparsi dei versi della Divina Commedia "Nel mezzo del cammin di nostra vita/selva oscura/via smarrita..." Syd lesse mentalmente, non era finito qua, c'era dell'altro e il messaggio decifrato parlava di tutti i pericoli che Dante aveva dovuto affrontare per raggiungere il Paradiso. Forse anche quel messaggio andava interpretato, ma una cosa era certa: niente coordinate. Kirk si avvicinò e lesse anche lui il messaggio, in qualche modo dovevano farsi dare le coordinate dal duo, l'unico modo era collaborare -Sareste disposti a seguire le coordinate insieme a noi se vi lasciassimo vivere?- chiese Syd guardando i due. Certo, avrebbe potuto chiedere direttamente le coordinate, ma così loro avrebbero anche potuto mentire.


     
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    Nora Elliott

    Il sole stava ormai calando per fare spazio alla luna, anche se in mezzo a quegli alberi ciò che si poteva vedere del tramonto era solo il cielo colorato di arancione.
    Nora si svegliò circa un'ora dopo l'incidente. Si aspettava di trovarsi ancora penzoloni da ciò che restava della sua nave, ma invece le sue mani toccarono il freddo metallo del muso di un'altra nave. Era adagiata su di esso con un piccolo Pyjack accanto, che saltellava felice. La rossa rivolse lo sguardo di fronte a sè e vi trovò un uomo. L'istinto la portò a far materializzare il suo factotum, che subito caricò una piccola palla di fuoco, sufficiente ad incenerire una corazza, ma poco altro. Il movimento portò però una fitta al braccio e Nora strinse i denti, il factotum scomparve e la mano libera si portò sulla spalla.
    Non si aspettava di essere bendata. Quella nave non molto prima l'aveva quasi attaccata, poi misteriosamente erano entrambi precipitati, e adesso quell'uomo stava medicando le sue ferite.
    "Chi sei?" chiese aggressivamente "e perchè mi hai attaccata?"
    In quello stato Nora non poteva fare molto. Avendo il suo robot avrebbe potuto avere la meglio contro un eventuale avversario, ma la sua nave era chissà dove e lei era costretta sul muso di un caccia. Però l'uomo non sembrava ostile. In fondo aveva medicato le sue ferite.
    Si trascinò leggermente più sopra usando le braccia, così che potesse stare quasi seduta, con la schiena poggiata al parabrezza.
    "Io sono Eleanor. Eleanor Elliott, ma puoi chiamarmi Nora" Si presentò lei, senza farci troppo caso. Come se fosse un'operazione di routine. "Non so cosa tu voglia da me, ma io sono qui per una missione. Mi hai aiutato e di questo te ne sono grata, ma non posso fermarmi."

     
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    Banshee

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    Selina Sakarova
    < La conosco quella filastrocca…Divina Commedia, Dante Alighieri. > esclamò Selina sentendo le parole farfugliate da Sydney. < Ma cosa c’entra? A noi hanno dato coordinate a loro, questo! >
    < Forse è una specie di avvertimento. > rispose compito l’uomo vestito di giallo. Era un uomo affascinante che sprizzava mascolinità da ogni poro. Assomigliava a un attore di alcuni secoli prima…che personaggio interpretava? “Ma certo! Il Capitano Kirk!”
    Marek e Selina finsero di consultarsi alla proposta di Sydney in realtà, il loro piano era proprio trovare Cerberus ma non potevano certo saltare di gioia o il loro potere contrattuale sarebbe sceso di molto.
    < D’accordo. > concluse Marek < Possiamo collaborare. Mentre venivamo qui abbiamo visto soldati del Branco Sanguinario e anche batarian. Ci sarà da combattere spero siate pronti. > detto questo si rivolse a Selina < Esco a contattare gli altri e farci raggiungere. Tu resta qui ma non combinare casini! >

    Quando Marek fu uscito, Selina cominciò a guardarsi intorno curiosa. Oltra al capitano Kirk con la maglia gialla e all’equipaggio con quella rossa, la sua attenzione era tutta per la ragazza vestita di azzurro.
    Una bella ragazza che continuava a sbatacchiare le dita sul suo factotum. Anzi, sembravano volare sicure in un’operazione di maestria pura.
    Selina era curiosa, se quelli erano di Cerberus perché non avevano le uniformi tipiche dell’organizzazione? < Avrei una domanda…da quando Cerberus ha cambiato uniforme e indossa dei pigiami? Problemi a recuperare crediti? > sorrise della sua sciocca battuta ma c’era un’altra cosa che le premeva sapere, giusto per avere una conferma ai suoi dubbi < A parte gli scherzi, io e i miei amici siamo stati attirati qui con la promessa di trovare 1.000.000 di crediti; e voi? Cosa vi è stato promesso? >

     
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  14. JefCat
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    Jeremy Best
    Jeremy Best era rimasto in piedi con la Carnifex in mano tenuta lungo il fianco destro, osservava il sole che avvicinandosi all'orizzonte cambiava forma. A differenza del sole terrestre però, questa stella era molto più grande, infatti la temperatura sembrava tropicale.
    Quando Nora si svegliò Frank smise di saltellare e la fissò mentre lei attivava il factotum seguito da subito una smorfia di dolore per la ferita sulla spalla. Poco dopo la donna si rivolse a Best con un tono a dir poco aggressivo, lui dandole le spalle gli rispose: <<sono quello che ha salvato il tuo bel faccino da una bella tinta nero grigiastra di fumo.>> girò il capo verso di lei mostrando la fronte corrugata in un espressione cattiva <<ti ho attaccata perché a momenti mi distruggevi il Tomjak!>>
    Si girò completamente verso di lei e si avvicinò lanciando dentro il caccia la carnifex che teneva in mano <<oh.. Uao... Eleanor Elliott!... Non mi dice niente..>> si piegò sulle gambe portando il busto all'altezza della faccia di Nora per poi continuare <<senti dolcezza se avessi voluto qualcosa da te l'avrei già presa...>> appoggiò la mano destra sui capelli di lei accarezzandoli <<ma non voglio niente...!>> "Se riesco a trovare quella troia di Elinth avrò già tutto... Fregata, soldi e tanti saluti a quella vecchiaccia di Aria" <<e comunque per quanto mi riguarda puoi anche alzarti e andare a fanc...>> un ruggito potentissimo soppresse la parolaccia del contrabbandiere, il quale girò il capo verso la fonte alle sue spalle. <<gesù Cristo!>>
    Dalla giungla era uscito una specie di dinosauro piumato, simile ad un allosauro ma con colori vivaci, una specie di criniera piumata sul collo e una coda estremamente lunga; i colori erano simili a quelli di un pavone.
    Frank spaventatissimo si nascose in mezzo alle gambe di Nora aggrappandosi al bacino di lei e iniziando a tremare come un coniglio. Jeremy si alzò di botto e buttandosi con il tronco del corpo sul bordo dell'abitacolo afferrò con la mancina il Widow impugnandolo con entrambe le mani.
    Il rettile intanto aveva iniziato la carica sui tre superstiti, la sua bocca lasciava cadere un fiume di saliva: Non ci vedeva più dalla fame.
    Caricato il Widow con la Cliptermica e poggiando bene il calcio sulla spalla destra, Best prese la mira puntando il mirino sul cranio della bestia aliena; piegò leggermente le ginocchia per avere più stabilità <<boom Baby...>>
    Quando il colpo partì la testa del dinosauro esplose interrompendone la folle corsa, poi ci fu il boato del colpo e infine la forza del rinculo fece volare all'indietro il contrabbandiere che cadde con le natiche al suolo <<cazzo!>> strizzò l'occhio sinistro in una smorfia di dolore lasciando il fucile per terra <<senti Bellezza... Per me puoi andare dove vuoi ma ho appena rimediato la cena!>>

     
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  15. jenny_penny_5(2)
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    Sydney Abrams
    Uno dei membri dell'equipaggio che avevano portato dentro i due nuovi arrivati guardò Selina in malo modo quando definì la Divina Commedia una filastrocca, stava per aprire e ribattere, ma il capitano gli lanciò una occhiata dissuadendolo poi il capitano disse la sua riguardo ai canti e Syd annuì trovandosi d'accordo -Infatti non vengono citati tutti i canti, ma solo alcuni, specialmente quelli riguardanti i pericoli che Dante ha dovuto affrontare- il capitano e Syd non avevano scrupoli a parlarne davanti ai due nuovi arrivati perché parlare così liberamente del messaggio li aiutava con la contrattazione. Syd non riuscì a trattenere un sorrisetto quando Selina definì il capitano come Kirk, tale capitano si voltò verso l'informatrice aggrottando la fronte e Syd alzò le spalle come per dire che glielo aveva detto che assomigliava a Kirl e non era stata solo lei a notarlo. I due rimasero a fissarsi per qualche secondo fin quando il sorrisetto di Syd scomparve. Infine Kirk ritornò a guardare Selina e Merk quando si dissero d'accordo poi Marek uscì per chiamare gli altri, Syd per un secondo lanciò una occhiata preoccupata al capitano perché aveva lasciato andare fuori Marek, ma il capitano non ricambiò l'occhiata continuando ad osservare Selina -Possiamo anche non indossarle- rispose Kirk con la versione semplificata. Alla seconda domanda spettava a Syd rispondere -Non ne sono stata informata- ed era divertente perché Syd era una delle informatrice di Cerberus, ma Cerberus non informava lei, si sentì anche un po' in imbarazzo per questo, il capitano se ne rese conto e subito cercò di cambiare discorso, ma arrivò il medico di bordo, lei indossava un 'pigiama' bianco e rosso -L'equipaggio sta bene, non ci sono feriti gravi- il dottore informò il capitano nonché suo amico poi spostò lo sguardo su Selina alzando un sopracciglio -Collaboratori- iniziò a spiegare Syd, ma poi fu il capitano a continuare -Si chiama Selina, il suo gruppo ha ricevuto altre coordinate mentre noi abbiamo...- guardò Syd -...informazioni- l'informatrice alzò gli occhi al cielo e Kirk fece uno dei suoi mezzi sorrisetti.

     
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