Giada D'Angelo Giada rivolse a Selina un sorriso nervoso.«Avrei sparato anche a lui ma c'era il rischio che mi squalificasse» Mentre i loro avversari entravano nell'arena, la ragazza ripensò alle parole di Matthew. Se lui o Selina fossero intervenuti ad aiutarla quello che stavano facendo quella sera non avrebbe avuto alcun valore pratico. Poteva anche fare affidamento sulla collaborazione dei suoi compagni ma doveva essere un di più per la buona riuscita della missione e per la sopravvivenza della squadra, non una condizione indispensabile: altrimenti trovandosi da sola nella condizione di combattere sarebbe stata impreparata e sarebbe morta.«Te lo cedo volentieri» Sapeva che in uno scontro vero non avrebbe potuto permettersi il lusso di scegliere l'avversario; ma fu grata a Selina di averle risparmiato un viaggio rapido all'Huerta, sebbene allo stesso tempo non le andava a genio che la donna rischiasse un brutto faccia a faccia perché si sentiva in dovere di proteggerla. La sua avversaria era un'asari, i cui poteri biotici potevano permetterle di neutralizzare il bersaglio mantenendosi ad una certa distanza prima che questi potesse avvicinarsi in un attacco frontale. Un po' come il fucile permetteva a Giada di neutralizzarli prima che diventassero una reale minaccia. Ma se quella notte lei non aveva il suo fucile a proteggerla, non poteva dire la stessa cosa per l'aliena: Selina l'aveva messa in guardia, e Giada non stentava a credere che nel caso in cui le cose si fossero messe male per l'asari questa avrebbe usato i suoi poteri biotici per metterla in difficoltà. Poco importava che andava contro le regole: non c'era spazio per il fair-play . Vinceva chi restava in piedi, non c'erano altre regole. Al suo posto, lei avrebbe fatto la stessa cosa. Giada si posizionò con un piede indietro sul quale verteva parte del peso, ginocchia leggermente flesse e braccia sollevate in avanti, mani che mostravano in parte il palmo aperto. In posizione reattiva. Quasi certamente, al pari del salarian l'asari l'aveva giudicata dalla sua corporatura mingherlina e dal suo viso, traendone l'impressione di avere davanti un bersaglio facile. Giada sfruttò quindi il fattore sorpresa per prenderla in contropiede. Appena il salarian diede il via ai giochi attaccò per prima. Se c'era una cosa che aveva imparato a livello tattico era il non lasciare all'avversario la preziosa possibilità di colpire per primo con la presunzione di studiarne il comportamento. Durante un combattimento non si poteva aspettare di essere colpiti. Se l'asari avesse mandato a segno il colpo giusto Giada non avrebbe più avuto la possibilità di difendersi. Finendo a terra, avrebbe potuto sognarsi di passare al contrattacco. Sarebbe stata spacciata. L'asari partì con un attacco frontale; istintivamente, Giada si piegò sulle ginocchia abbassandosi di lato per schivarlo e contemporaneamente eseguì uno scatto laterale; ruotando su sé stessa distese la gamba per spazzare letteralmente quella dell'asari, che colpita al polpaccio perse l'equilibrio e fu sbilanciata indietro. Questa per attutire la caduta e non cozzare di schiena portò le mani in basso, dietro ai fianchi. Nel risollevarsi Giada fu più rapida; non le diede la possibilità di riprendersi dallo stupore né di riorganizzarsi nella difesa, le fu addosso per impedirle di ridurre la distanza spaziale. Fece una finta frontale ma attaccò lateralmente, sferrandole un pugno allo sterno. L'impatto avvenne ma il colpo si era fermato ad un centimetro dal bersaglio; l'asari adesso aveva proteso le braccia a protezione del volto e del torace, e Giada non esitò a colpire ancora, con un pugno al ventre dove non c'erano le ossa a proteggerla. Continuò l'aggressione con il preciso scopo di intimidirla e sfiancarla al punto tale che l'unica preoccupazione dell'aliena divenisse difendersi, e a quel punto non ci sarebbe voluto molto prima di porre fine allo scontro. All'ennesimo attacco si ritrovò sbalzata indietro da un campo di forza che conosceva bene. Quella puttana stava sfruttando parte del suo potere biotico in modo da respingere i colpi di Giada ma non da ferirla, così che dando le spalle al salarian questi avrebbe potuto anche prendere una vista ed evitare di intervenire. Giada indietreggiò e l'asari ne approfittò per attaccare. Le arrivò un pugno che venne evitato con una schivata laterale; Giada ne approfittò per afferrarle il polso e lo strattonò tirando il braccio verso il proprio fianco, e subito dopo con l'altra mano usò la parte inferiore del palmo per assestarle una sonora botta alla fronte. Presa ancora in contropiede, l'asari indietreggiò stordita e sollevò le mani per proteggere il viso. Giada le stette addosso; portò il peso del corpo avanti e flettendo le ginocchia si abbassò penetrandone la guardia; assestò una scarica di pugni facendo affondare le nocche all'altezza del meso-sterno, comprimendo la trachea per mozzarle il respiro – ma l'avversaria aveva contratto i muscoli, quindi il colpo inferto fece meno danni del previsto -, e terminò con un pugno all'intestino là dove non ci sarebbero state ossa a proteggerla. Per proteggersi dai colpi bassi l'asari abbassò la guardia e cambiò i punti da proteggere, spostando le mani dal viso al ventre; Giada ne approfittò per tornare a colpirla sul viso. Usando la mano di taglio, puntò alla gola; la carica biotica bloccò il colpo prima che potesse andare a segno, così Giada cambiò tattica; con uno scatto si abbassò, evitando un altro attacco dell'avversaria, e la confuse su dove avrebbe colpito; mentre lei si aspettava che colpisse in basso, con uno scatto laterale Giada si spostò e le sferrò un pugno alla tempia. L'aliena barcollò indietro; cercò di difendersi raccogliendosi sulle gambe e si fece scudo con braccia e gomiti, ma non si accorse che le sue gambe erano più larghe nel tentativo di essere più stabile. Prima di darle modo di raccogliersi Giada le sferrò un calcio all'inguine. La vide piegarsi in due e annaspare dal dolore. Era arrivato il momento di porre fine all'incontro. Il modo di combattere di Giada era particolare, e forse anche insolito per una semplice recluta del servizio sicurezza. Se l'SSC impiegava un sistema di combattimento che mirava esclusivamente a neutralizzare l'avversario senza ferirlo, il sistema impiegato da Giada era invece molto comune tra le fila della marina dell'Alleanza. Puntava sulla rapidità di reazione e sull'efficacia dell'esecuzione, curandosi di mantenere la testa leggermente indietro per non offrire all'avversaria la possibilità di colpirla, e allo stesso tempo i colpi erano rapidi senza movimenti estesi che comprendevano le “acrobazie” delle arti marziali orientali che piacevano a quelli dell'SSC, questo per non dare modo all'avversaria di bloccarle un arto e passare al contrattacco. Di quelle arti, tale sistema di combattimento abbandonava tutto ciò che difettava di praticità e che in una reale situazione di pericolo avrebbe potuto rivelarsi dannoso per la sua incolumità. Pur di uscire illesa – o viva – da quella situazione avrebbe utilizzato ogni mezzo possibile, anche se questo significava procurare all'avversario un trauma irreversibile o ucciderlo. Puntava inoltre a finire lo scontro in fretta: quando si dava inizio ad uno scontro non si sapeva mai come poteva finire, ogni istante della durata del conflitto avrebbe aumentato le probabilità di rimanere ferita o uccisa. Non voleva passare il resto della notte all'Huerta: il giorno dopo aveva una missione alla quale prendere parte. Si protese quindi all'attacco per infliggere il colpo decisivo che l'avrebbe messa al tappeto, chiudendo l'incontro. Nel momento in cui sentì Selina in pericolo, e la vide colpita a ripetizione dall'umano, abbassò la guardia. Voltare il capo per controllare la sua posizione era stato istintivo ma fatale; l'asari colse al volo l'occasione e dopo averla respinta con la barriera biotica mandò a segno due pugni al plesso solare che le tolsero il fiato. Vedendola in difficoltà, l'aliena ne approfittò per colpirla ancora senza pietà alle costole asternali, per una debolezza strutturale erano più inclini a fratture, che scricchiolarono sotto le sue nocche ad ogni colpo. Piegata in due dal dolore, per un paio di secondi le si annebbiò la vista. Due secondi che corrisposero ad altrettanti colpi, allo sterno e allo zigomo, il cui gancio decisivo la fece barcollare e cadere faccia a terra. Tossì sangue che lasciò una chiazza sull'arena. Di quel passo si sarebbe fatta massacrare. Di fatto l'asari non aspettò che si rialzasse, le fu subito addosso ed eseguì uno strangolamento, con l'apparente intenzione di farle perdere i sensi. Il braccio faceva pressione sulla gola per soffocarla. E con l'altra mano teneva salda la presa sui capelli, strattonandoglieli per tenerla ferma e procurarle altro dolore. Gli occhi cominciarono a lacrimarle, di dolore e di rabbia. Furibonda con sé stessa, la rossa non si fece prendere dal panico. Raccolse le energie e ruotò il volto verso il gomito dell'avversaria, in modo da rendere la presa meno dolorosa e soffocante in quanto non comprimeva direttamente la gola. Le tentò tutte, una dopo l'altra, con una aggressività e una ferocia animasche; morse il braccio da sopra la tuta, assestò gomitate, fece leva sulle ginocchia e sulle braccia per buttarsi indietro in modo da farle allentare la presa, cominciò perfino a darle testate sotto il mento, punto che avrebbe fatto molto male quando colpito dato che era pieno di terminazioni nervose. L'ultima testata fu sufficientemente forte da spingerla ad allentare la presa. Giada le piombò addosso come una tigre inferocita e, intrappolandola sotto di sé, con una mano le bloccava il viso schiacciandolo per terra in modo che fosse di profilo e colpì con le nocche la tempia. Una volta, due, tre, quattro. L'asari agonizzava in preda al dolore, e non si rialzò più. Giada tornò in piedi con una certa fatica, e affannando e barcollando raggiunse Selina, che si era sbarazzata del suo avversario prima di lei. Per tutto il tempo il cuore non aveva smesso di battere, pompando adrenalina nel sangue. Ed era una sensazione che vinceva la nausea e a tratti attenuava il dolore, facendola sentire vigile e cosciente a sé stessa.«Avevi ragione» , le sorrise ironicamente per poi pulirsi la bocca con il dorso della mano. Lasciò una scia di sangue sulla pelle.«Quella puttana giocava sporco.» , cercò Matthew con lo sguardo. Fu sorpresa di trovare anche Marek, visto che quando lo avevano lasciato era totalmente contrario a quegli incontri.«Ma ha avuto quel che meritava, come tutti gli imbecilli che puntando su di lei hanno pagato il salarian per non interferire con le loro scommesse. Chissà quanto saranno calate a picco!» , ricordò le parole di Selina prima dell'incontro. Si voltò a guardarla.«Combattere per ideali e per le piccole cose... sono tutte cazzate, vero?» , non voleva essere un'accusa. Di fatto il tono di Giada era deluso. A livello pratico non aveva provato ciò che si aspettava e la cosa la turbava.«Mors tua, vita mea. E' solo istinto di sopravvivenza... non è così?» Mi sono basata un po' sui principi del krav maga, spero vada bene ^^
Edited by 'hotaru' - 27/11/2014, 18:08