Le arene di Zakera

Spazio esterno del Consiglio, Cittadella

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    Cacciatore Geth

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    Giada D'Angelo
    Giada trasse un enorme sospiro di sollievo e le sorrise.
    «Credo proprio che seguirò il tuo esempio!»
    Gli sfidanti furono annunciati e Giada tenne d'occhio Matthew come una tigre pronta ad intervenire a protezione della sua tana. Il suo istinto la metteva in guardia dall'avversario: a pelle aveva la sensazione che sarebbe stato scorretto quanto l'asari, e ancora più pericoloso.
    Cercò di mettersi un po' più in disparte per lasciare a Selina e a Marek i loro spazi, visto che Marek sembrava voler parlare con la sua compagna, ma non poté fare a meno di sorridere nel sentire la parte finale della loro conversazione. Erano senza dubbio fuori dalle righe, ma una bella coppia.
    Smise di prestare loro attenzione quando il salarian diede il via all'incontro.
    Matthew era partito bene, si era portato presto in vantaggio tattico, di quel passo l'incontro sarebbe finito presto ed era quel che l'agente si augurava di tutto cuore.
    L'avversario barcollava sotto i colpi del sergente, ancora poco e sarebbe stato spacciato.
    Se avesse giocato pulito l'incontro sarebbe terminato in un paio di secondi con la schiacciante vittoria di Matthew. Ma in incontri come quello, tutto era possibile, tranne trovare onestà.
    Nel momento in cui Giada vide brillare il factotum dell'umano indietreggiò e d'istinto portò una mano al revolver. Marek le bloccò il polso prima che potesse anche solo impugnarla, e nello stesso istante si udirono le urla agghiaccianti di Matthew. Subito dopo fermò anche Selina, che aveva avuto i suoi stessi riflessi.
    «MATT!», Giada urlò in preda al terrore. La lama lo aveva trapassato da parte a parte e ora era sporca del suo sangue. Fu come se il cuore si fosse fermato per un istante interminabile.
    «Lui ha fatto la sua scelta. Peggioreresti soltanto la situazione.»
    Allontanò la mano dall'arma ma fece per scattare verso l'arena, e quella fu la seconda volta che Marek la fermò, tenendo una presa d'acciaio sul suo braccio.
    «Prima lui ha avuto fiducia in te; adesso è il tuo turno di fidarti di lui»
    Nel voltarsi, Giada gli rivolse uno sguardo di fuoco. Più passavano i secondi, e più temette il peggio. Si voltò di nuovo verso l'arena. Vedere Matthew ferito e subire un colpo dopo l'altro senza poter intervenire in suo aiuto la stava uccidendo dentro.
    Passò un minuto che sembrò durare un'eternità, durante il quale Matthew riuscì gradualmente a prendere il sopravvento, e a mettere K.O. il suo avversario.
    Appena il sergente si avviò all'uscita dell'arena, Giada si precipitò in suo soccorso.
    Controllò lo stato della ferita, la pulì con un fazzoletto e la disinfettò tramite il processore del factotum, somministrandogli altro gel medicativo.
    Non riusciva a sorridere delle parole di Selina né a prendere come complimenti quelle di Marek. Era... sotto shock.
    «Hai bisogno di andare in ospedale», disse, la voce priva di espressione.
    Seppure Giada era presente fisicamente al suo fianco, lo sguardo era vacuo.
    Qualcosa in lei era cambiato.
    Davanti ai suoi occhi scorrevano ancora le immagini del factotum che si attivava, Matthew che cercava di schivare il colpo, la lama sporca di sangue.
    Dopo quella notte non sarebbe mai stata più la stessa.
    d'oh, abbiamo postato nello stesso momento e pensato alla stessa cosa xD ho cercato di sistemare, se preferisci una soluzione migliore edito di nuovo!
     
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    Matthew Gunnarsson
    Matt ascoltò Marek e annuì. Fece un lungo discorso per complimentarsi con loro. Matt sorrise e rispose ironico Anche tu non sei male per essere un Batarian Cercò anche di ridere ma gli venne difficile. Giada iniziò a prendersi cura di lui. Lo pulì, lo curò. Sembrava tuttavia assente. Disse di andare in ospedale, lui rispose No, ho solo bisogno di andare a casa a dormire Guardò Selina e Marek e disse Ho una ricetta per voi, la lucertola e la seppia blu. Prese il factotum ed iniziò a scorrere una schermata di file, che inviò sia a Selina che a Marek <b>È una pasta speciale, puzza da far schifo ma è meglio del Medigel per tagli e colpi di proiettile. Stimola la cicatrizzazione della pelle e dei tessuti sottostanti, mantenendo la ferita asettica. Funziona per tutte e quattro le vostre specie. Non divulgatela, però o verrò a chiedervi i diritti Provò di nuovo a ridere ma stavolta gli uscì un lamento per via del fianco aperto. Giada era come se non ci fosse, andava avanti meccanicamente. Matt vinse il dolore e se la mise in braccio, sollevandola, per poi abbracciarla. Le diede un bacio fra i capelli mentre la cullava lentamente avanti ed indietro È tutto a posto, sto bene... Le disse piano e rassicurante Sei stata bravissima Un altro bacio fra i capelli ed una carezza sul viso Sono orgoglioso di te Le alzò piano la testa e le diede un bacio a fior di labbra È tutto a posto, amore, è tutto a posto Riprese a cullarla. Guardò Selina e Marek, sperando che le dicessero qualcosa di rassicurante
     
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    Cacciatore Geth

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    Giada D'Angelo
    Matthew si rifiutò di prestarle ascolto. Giada non obbiettò. Sebbene la preoccupazione per lui fosse forte, sapeva che insistere sarebbe stato inutile. Era di coccio. Ma poteva sempre assestargli un tiro mancino e pagare privatamente un medico affinché venisse a visitarlo a casa.
    Serrò le mani in due pugni per mascherare il tremore e cercò di essere più presente per non farli preoccupare.
    Matthew capì subito di cosa aveva bisogno, e nonostante il dolore la abbracciò. A sua volta Giada sopportò le fitte e lo abbracciò di rimando, e circondandogli le braccia al collo lo strinse a sé. Inclinò il viso in modo da nascondere agli altri la sua impressione e fece dei respiri profondi.
    Si sentiva quasi una bambina tra le sue braccia, ma in quel momento la paura e la preoccupazione erano più forti della vergogna al pensiero di farsi vedere ridotta in quello stato dai due mercenari.
    «Essere vivo non implica che stai bene.», disse poi rompendo il silenzio, una volta che fu più calma.
    «Potevi morire.» era stata quella la preoccupazione maggiore. Se la lama fosse finita di qualche centimetro più a destra gli avrebbe perforato l'intestino. O peggio. Ma non sarebbe cambiato l'esito dello scontro.
    Si separò da lui per non essergli di peso o infierire sulle ferite.
    «Ora ci vorrebbe davvero quel bicchiere di vodka», sorrise a Selina, e cercò di sdrammatizzare.
     
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    Banshee

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    Selina Sakarova
    Giada era visibilmente scossa dalla ferita di Matt. La puliva e la disinfettava allo stesso modo di un geth privo di sentimenti. Non andava bene! Non andava bene per niente! Troppo meccanica, troppo preoccupata. Aveva avuto paura per il suo compagno...una reazione più che comprensibile ma che poteva avere ripercussioni future.
    <ora ci vorrebbe davvero quel bicchiere di vodka> cercò di sdrammatizzare Giada con un sorriso
    Selina scambiò uno sguardo con Marek e anche Matt sembrava cercare aiuto dai due. Il batarian sussurrò a Selina < Terapia d'urto! > e strizzò uno dei suoi quattro occhi.
    < Oggi mi sento tanto come uno di quei maestri giapponesi...come li chiamano? Sensei. > cominciò rivolta alla ragazza < Questa è la seconda lezione di questa notte: ogni volta che scendi sul campo di battaglia, c'è sempre la possibilità di perdere un compagno. Dimmi Marek... > disse rivolta al batarian < ...cosa hai pensato mentre quello stava per spezzarmi il braccio e mi riempiva di botte? >
    < Avrei voluto svitargli il cranio e cagargli dritto in gola! >
    < E perché non sei intervenuto, nonostante la paura che provavi per me? >
    < Perché, qualsiasi cosa io possa fare, non potrò mai essere sempre presente per coprirti le spalle. > si rivolse direttamente a Giada questa volta < Lui è un soldato, ragazza. Sa i pericoli che corre ogni volta che indossa la divisa e, nonostante tutto, ci convive...perdere un compagno è forse peggio che morire... > disse lanciando un'occhiata a Selina < ...però, ci hai mai pensato? Senza l'amaro, ragazza mia, il dolce non è tanto dolce. >
    Cinse un braccio attorno alla vita di Selina, attirandola a se e le spinse il busto all'indietro, invitandola a fare un casquè. Con la mano libera, le prese la gamba e le diede un appassionato bacio sulla bocca.
    Marek era abbastanza metaforico nelle sue osservazioni eppure, quella volta, aveva reso abbastanza bene l'idea: puoi perdere chi ami in ogni singolo istante della vita non solo in battaglia, per questo ogni secondo che ci passi insieme deve essere perfetto! Il dolce, senza l'amaro, non è poi così dolce, baby!



    tranquilla Hot (vabeh...detta così, sembra il soprannume di qualche ballerina dell'After Life :D ) andava benissimo...capita di postare insieme ;)
     
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    Giada D'Angelo
    La metafora adoperata da Marek fu efficace ma le fece storcere il naso dal disgusto. Tuttavia aveva ragione da vendere.
    Giada aveva ancora molte cose da imparare, tante altre con le quali fare i conti.
    Sorrise quando vide Marek baciare impetuosamente la sua compagna, e senza pensarci si voltò verso Matthew.
    Gli strinse una mano e non disse nulla.
    Senza l'amaro il dolce non era tanto dolce. Quella frase le era rimasta impressa in particolare.
    Matthew era un soldato e in quanto tale si sarebbe sempre esposto in prima linea, con tutti i rischi che ne conseguivano.
    Giada ne era consapevole, lo era stata fin dal momento in cui aveva accettato l'invito a cena. Ma la guerra aveva già spazzato via la sua famiglia... non voleva perdere anche lui.
    «Se domani ci vede in questo stato Calhoun ci ucciderà» disse, una volta ripresa, «secondo me penserà che abbiamo concluso il round in sospeso nel suo ufficio.» ironizzò.
    «Che ne direste di levare le tende e di andare tutti a riposare?»
     
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    Matthew Gunnarsson
    Matt sorrise Io avrei una bottiglia di vodka da finire ma se la Topolina vuole andare a casa mi sa che mi toccherà accontentarla... Le prese le mani e le baciò Sei speciale. Sul serio. Sono orgoglioso di come hai sopportato questa prova Le diede un bacio in fronte e si alzò piano tenendosi il fianco. Nel frattempo si voltò verso le panchine dove stava il suo avversario. I medici gli giravano ancora intorno ma respirava e sembrava sveglio. Buon per lui, di certo Matt non sarebbe andato ad infierire o ad accertarsi della sua situazione. Fece una carezza a Giada e guardò Marek Dimmi che sei venuto in macchina, ti prego...
     
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    Giada D'Angelo
    «Non ce ne è bisogno» gli disse, scuotendo la testa, «Puoi sempre raggiungermi quando avete finito.», lo rassicurò.
    Se Matthew avesse voluto beneficiare ancora un po' della compagnia dei mercenari lei non aveva nulla da obbiettare.
    «Scusatemi se non mi unisco a voi ma questa serata è stata massacrante.»
    Giada era troppo stanca e troppo provata per unirsi a loro; e, conoscendosi, era sicura che la vodka le avrebbe assestato il colpo di grazia, cosa che non poteva permettersi. Visto ciò che c'era in ballo, per l'indomattina avrebbe dovuto essere perfettamente operativa.
    Matthew le afferrò le mani e ne baciò il dorso, mandandola quasi in brodo di giuggiole.
    Amava i suoi gesti dolci, riuscivano sempre a spiazzarla.
    «Sei speciale. Sul serio. Sono orgoglioso di come hai sopportato questa prova»
    Gli sorrise. Non era ancora del tutto convinta della sua condotta di quella sera, ma quelle piccole attenzioni non le dispiacevano.
    «Qualcosa mi dice che dovremmo tornare a piedi», commentò, con ironia. Non le sarebbe dispiaciuto accoccolarsi contro Matthew ma visto il modo in cui era stato conciato dal suo avversario non la reputò una mossa saggia. Il sergente non se ne lamentava, ma dal modo in cui si muoveva, e in cui i suoi muscoli si contraevano Giada dedusse che doveva soffrire parecchio dei danni subiti.
     
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21 replies since 25/11/2014, 13:11   304 views
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