Terrore dallo spazio profondo

Spazio esterno del Consiglio

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    Banshee

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    Ambientazione
    E' un giorno come tanti sulla Cittadella come su qualsiasi altro pianeta della Galassia. Gente che entra ed esce dai negozi, madri che tengono per mano i propri figli, uomini indaffarati nelle proprie mansioni.
    E' un giorno come tanti, come lo è stato ieri e come tutti sperano sarà domani. I grandi schermi disseminati per le città, piccole o grandi che siano, non riportano fatti eclatanti: nessuna guerra all'orizzonte, nessun allarme previsto. Anche i pirati batarian sembrano essersi presi una vacanza dalle loro scorrerie.
    Ma è proprio da quegli schermi che tutti possono vedere che, improvvisamente, ogni immagine scompare. Solo pochi si fermano con espressione dubbiosa, alzando il naso all'insù verso quegli schermi neri.
    Questi pochi vengono avviluppati dalla folla come scogli piantati in mezzo al mare.
    Poi, un suono scricchiolante come di un'interferenza furibonda prorompe dagli altoparlanti degli schermi. Il suono si allunga per infiniti secondi, attirando l'attenzione di sempre più persone.
    I pochi ora sono tanti con il naso all'insù ma molti altri, ancora, sono troppo indaffarati dalle cose terrene per alzare lo sguardo al cielo.
    Gli schermi neri lanciano un paio di bagliori bianchi prima che, su ognuno di essi, compaia una figura incappucciata, ammantata di nero.
    Il cappuccio scende davanti al volto rendendo irriconoscibile la razza di appartenenza; la mani con le dita intrecciate e guantate di nero anch'esse, sono appoggiate su un anonimo tavolo di legno.
    Ora, si possono contare sulla punta delle dita le persone che ancora ignorano quegli schermi; avanzano zigzagando tra la folla, incuranti del motivo di quell'immobilismo.
    Anche loro, però, si fermano e seguono con gli occhi lo sguardo dei loro vicini quando una voce, profonda e cupa, prorompe dall'invisibile bocca della figura ammantata di nero.
    < Ascoltatemi, popoli della Galassia! Ascoltatemi perchè oggi avrà inizio la vostra redenzione! > le mani intrecciate si staccano e la destra, con l'indice teso, viene puntata verso gli sbigottiti spettatori < Voi che continuate a vivere le vostre lunghe, inutili vite come se niente fosse successo. Voi che ignorate gli avvertimenti lanciati da un Grande Uomo ora scomparso. Voi che fingete di ignorare la minaccia incombente. > le mani tornano ad intrecciarsi, calme e distaccate < I vostri governanti vi stanno nascondendo la verità! Perchè hanno paura della conseguenza di quelle rivelazioni...perchè hanno paura a confessarvi che voi tutti, presto, morirete! Io sono solo un portavoce di un'organizzazione che ha diramazioni ovunque...noi siamo i Cavalieri del Nuovo Ordine. Noi siamo ovunque. Vi osserviamo e vediamo le vostre mancanze! Noi siamo la Salvezza della Galassia> La figura tace per alcuni secondi prima di riprendere a parlare < Ma la Salvezza passa inevitabilmente per la Sofferenza...per questo motivo, voi tutti soffrirete affinchè i vostri caratteri vengano forgiati per il difficile futuro che ci attende. Vi colpiremo e vi terrorizzeremo là dove vi sentite più sicuri! Fino a quando non sarete pronti per un Nuovo Ordine. La vostra strada verso la redenzione...comincia...ADESSO! >

    _____________________________________________________________


    < Terra, Thessia, Palaven, Cittadella...attentati terroristici contemporanei su ogni pianeta e colonia! Questo tizio incappucciato non scherzava, maledizione! > disse Udina picchiando violentemente un pugno sul tavolo.
    Il Consiglio si era radunato di fretta e furia, subito dopo che una serie di esplosioni e autobombe avevano gettato nel caos più totale ogni pianeta conosciuto. Le bombe erano scoppiate ovunque, colpendo obiettivi casuali: luoghi di culto, stazioni di polizia, scuole, centri del potere. Erano scoppiate in centro e in periferia; sui pianeti maggiori e nelle più piccole colonie.
    < Questi 'Cavalieri' sono organizzati e hanno pianificato questo attacco senza che nessuno si accorgesse! Come hanno potuto? Chi sono? > domadò veloce la Dalathras Salarian
    < Chi sono? Lo avete sentito tutti, no? Loro sono ovunque....forse addirittura in questa stessa stanza! > replicò stizzita il Consigliere Asari.
    < Non possiamo restare con le mani in mano. > sentenziò, con il suo solito pragmatismo il quarto Consigliere < Siamo stati sfidati e ora tocca a noi rispondere. Dobbiamo aumentare i controlli, intensificare la presenza di soldati e agenti, stabilire il copri fuoco e procedere con piani di contenimento. >
    < Non credo funzionerà. Controlli e agenti erano già presenti e loro li hanno beffati. Senza contare che le popolazioni vedranno in questa stretta un atto tirannico. Dobbiamo essere cauti...e, badate bene, questi Cavalieri sembrano sapere la verità sulla Sovereign e sull'attacco Geth. > disse Udina con fare circospetto.
    < E probabilmente hanno agenti infiltrati nelle forze armate o non si spiegherebbe la facilità con cui hanno portato a termine il loro piano. > acconsentì l'asari annuendo. < Basso profilo e minimo coinvolgimento delle forze regolari...a chi possiamo rivolgerci? > continuo la donna cercando una risposta negli occhi dei suoi interlocutori.
    < Io forse ho l'uomo adatto...un ex membro delle forze speciali. Una testa calda, radiato con disonore dalle forze armate...lo hanno beccato a contrabbandare nuclei ad eezo con i vorcha. Ora ha messo su una banda di pirati che colpiscono senza distinzioni chiunque capiti a tiro. Non ha principi, non ha morale, venderebbe la propria madre per il giusto numero di crediti. > buttò lì Udina quasi vergognandosi.
    < Come potremmo affidarci a un tizio inaffidabile come questo? > domandò il turian accigliato.
    < Non capite? E' appunto la sua inaffidabilità a renderlo affidabile. Non combatte per una causa o per un ideale...vuole solo questi! > replicò Udina posando una banconota sul tavolo < E noi gliene prometteremo così tanti da legarlo al Consiglio con il doppio nodo! >
    Un sorriso comparve sul volto dei quattro Consiglieri. Udina aveva detto 'prometteremo'...e il Consiglio sapeva benissimo come mantenere le proprie promesse.
    < Come si chiama questo pirata? > domandò curiosa l'asari.
    < McClane...Jhon McClane! >

    ______________________________________________________________


    < Allora che ne dici? 5 milioni subito e 15 quando avrete debellato questi Cavalieri del Nuovo Ordine...20 milioni di crediti! Non li vedrai mai in tutta la tua vita. > disse Udina sorridente
    L'uomo che sedeva di fronte a lui nell'ufficio del Consigliere Udina alla Cittadella, se ne stava sprofondato nella poltrona con i piedi incrociati sul tavolo e giocherellava con uno stuzzicadenti che pendeva floscio e umido dalle sue labbra. L'uomo, dalla corporatura armonica, indossava sdruciti abiti che non vedevano un ferro da stiro da almeno 7 lavaggi, ai piedi calzava usurati stivaletti da cow boy con tanto di sperone sul tallone destro. Gli occhi, neri come la pece, scrutavano il volto del Consigliere umano senza tradire particolari emozioni.
    < I soldi non sono sufficienti. Voglio il comando totale dell'operazione. >
    < Concesso. >
    < Voglio immunità diplomatica per me e i miei uomini sia per quello che abbiamo fatto che per quello che faremo. Non risponderemo a nessuno se non a Dio. Possiamo ammazzare, torturare e sgraffignare tutto senza intralci. >
    < Concessa. >
    < Alla fine del contratto, tutte le nostre fedine penali saranno pulite e linde. >
    < Come se fosse già fatto. >
    < Voglio una nave nuova, ben armata e con a bordo 10...anzi 20 casse di Kentucky Strappa Budella. >
    < Andata. >
    < E voglio scegliere personalmente chi portarmi dietro. Non importa quanto spenderete per procurarvi i loro servigi. >
    < Concesso. >
    < Altre condizioni e richieste saranno poste entro la fine della missione. >
    < Dove devo firmare? >
    < A queste condizioni...qua la mano, socio! >
    I due uomini si strinsero la mano calorosamente poi Jhon tornò a sedersi < Allora cominciamo. Per prima voglio Tysha R'ain: mercenaria asari cazzuta e spiatata...dicono spacchi le noci di cocco con una mano! L'unica asari non biotica che esista nella Galassia e anche un gran pezzo di figa: alta, culetto arrampicato, due spalle così...una vera gnocca! >
    < Li sceglierà tutti così i suoi uomini? In base a quanto sono 'gnocche'? >
    < No...questa è per sfizio personale ma forse è meglio se prende appunti, odio ripetermi. Il secondo è Dominic Jeremiah Eyes. Un mio ex commilitone che ho perso di vista dopo essere diventato pirata. Questo tizio è un ottimo soldato ma è vagamente cupo...succede quando vedi morire tutti i tuoi amici uno dietro l'altro. >
    < Preferiremmo non coinvolgere le nostre forze regolari. >
    < Oh, per questo non c'è problema...una volta imbarcati sulla mia nuova nave - che, a proposito, voglio sia chiamata Queen of Pain - diventeranno pirati a tutti gli effetti. Risponderanno solo a me fino al termine della missione. >
    < Vedremo di accontentarla. >
    < Non esiste vedremo! Voglio Jeremhia, non si discute su questo...lui e Donald Russell che è amico di Dominic. Anche lui ottimo combattente, entra ed esce dall'Alleanza come da un fast food, sono sicuro non avrà problemi ad adattarsi alla vita da pirata. >
    < E' sicuro di riuscire a gestire due militari? > domandò sospettoso Udina.
    < Consigliere, lei sottovaluta l'inaudita potenza della libertà! Agire senza pensieri, senza che nessun superiore le dica cosa fare...niente 'Sì, Signore!', niente tacchi da sbattere, niente uniformi da tenere in ordine. Si fidi, quei due si troveranno a meraviglia nella mia ciurma. Poi voglio Urdnot Rotmulag. Ne ho sentito parlare un gran bene su Omega e, a differenza degli altri krogan, non sembra essere un rompi coglioni. >
    < Un krogan? >
    < Un krogan serve sempre! Si possono usare come cuneo in ogni attacco, si possono mandare allo sbaraglio dove gli altri si fermano...o si possono usare semplicemente per sfondare le porte. Niente sfonda meglio le porte di un krogan. >
    < Oltre a questi vuole qualcun altro? >
    < No, sono sufficienti. Al resto penserà la mia ciurma...ho un ottimo pilota ed eccellenti esperti informatici quello che mi manca sono soldati. A parte io e la mia seconda in comando, pochi del mio equipaggio hanno ricevuto un addestramento militare. >
    < Allora mi permetta di suggerirle un nome: Matthew Gale. >
    < E' un suo uomo? > domandò sospettoso Jhon chiudendo gli occhi in una fessura.
    < No, assolutamente. Era la mia seconda scelta se lei non avesse accettato. E' un mercenario, un biotico dal brutto carattere ma dalle indiscusse capacità. Posso aggiungerlo alla lista? > domandò Udina accomodante.
    < Concesso. > disse sorridente McClane battendo una mano sul tavolo prima di alzarsi dalla poltrona < Bene...per ora è tutto! Quando mi avrà procurato la nave e gli uomini che le ho chiesto, saremo pronti a partire. >
    Percorse la stanza con andatura dinoccolata, facendo ben attenzione a far risuonare il suo sperone ad ogni passo.
    Udina lo richiamò quando il pirata stava per appoggiare la mano alla maniglia della porta < Avrà la sua nave entro la fine della giornata e gli uomini che ha chiesto la raggiungeranno là. Mi tolga una curiosità, come intende procedere per rintracciare questi Cavalieri? >
    Jhon si voltò con un ghigno stampato in faccia < Non saremo noi a cercare loro, le assicuro che saranno loro a venire allo scoperto. >

    Fuori dalla stanza, seduta svogliatamente su un divanetto di pelle, c'era una giovane ragazza dai capelli biondi raccolti in una corta coda di cavallo.
    Portava una fasciatura all'occhio destro che non riusciva a nascondere completamente una cicatrice che partiva dalla tempia e arrivava, con una curva quasi perfetta, all'angolo della bocca donando al suo volto una perpetua espressione divertita.
    La ragazza indossava degli alti stivali neri dalla suola a carro armato che le coprivano la gamba fin quasi al ginocchio da dove partivano dei pantaloni verde oliva di foggia militare. Il busto era coperto da una semplice canotta bianca molto attillata e con un profondo scollo che metteva in risalto il seno di medie dimensioni ma particolarmente sodo; i capezzoli che spuntavano curiosi attraverso il tessuto della canottiera lasciavano intuire che, sotto di essa, non fosse presente alcuna biancheria intima. Sul collo risaltava una spessa catenina d'oro che portava all'estremità una mostrina di tipo militare, adagiata in mezzo alle sue turgide tette.
    Il fisico, a un primo sguardo, sembrava nella media, forse solo un po' più definito ma il dedalo di vene affioranti che ricopriva l'avambraccio e il cavo elettrico che sporgeva dal bicipite, non lasciavano dubbi sulla sua reale forza.
    La ragazza scrutò indagatrice con il suo unico occhio verde l'uomo che era appena uscito dalla stanza < Allora? Com'è andata? >
    < Siamo ricchi, Pernilla! Ricchi, con la protezione del Consiglio e liberi di fare ciò che ci pare! Ci divertiremo un mondo in questa avventura! >
    La ragazza sorrise compiaciuta < A me interessa solo la parte del 'Siamo ricchi!' La ciurma è pronta e vogliosa...quando cominciamo? >
    < Presto, ragazza mia...molto presto! >



    Edited by hellequin81 - 9/1/2015, 15:33
     
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    Tysha R'ain
    Una corazza giaceva sul pavimento del suo appartamento di Omega, ma non era la sua. Un umano, alto e muscoloso, dalla carnagione scura, stava disteso sul letto a due piazze di Tysha. Anche lei era completamente nuda. Le sue curve affondavano dolcemente nella morbidezza del letto, mentre i suoi occhi fissavano l'uomo addormentato dopo la notte intensa. L'aveva incontrato qualche ora prima all'Afterlife, così come il Turian la sera prima, il Batarian quella prima ancora, e via dicendo. La sua vita era un continuo sesso, sparatorie e rock&roll. Non poteva desiderare di meglio.
    Si alzò dal letto e senza nemmeno vestirsi si affacciò all'enorme vetrata dell'appartamento, che si affacciava sulla strada. Era al primo piano, quindi chiunque avrebbe potuto vederla, ma non le importava. Si era fatta ormai una certa fama su Omega. "Che vengano pure a trovarmi, c'è posto per tutti" era il suo motto quando guardava i passanti sulla strada che osservavano il suo comportamento insolito.
    La classe politica mondiale era nel pallone a causa del messaggio in broadcast di quel tizio in nero. Non ricordava nemmeno il suo nome e non le importava. La gente lì per strada continuava a camminare come se niente fosse, un po' per ignoranza, un po' perchè come lei non gliene fregava assolutamente nulla. Se fosse stato necessario, sarebbe scesa in campo pagata fior di quattrini da qualche ricco politico bisognoso di aiuto. Quella era la sua vita da tantissimo tempo. Non sarebbe stato certo un buffone dal cappuccio nero a cambiarla.
    Improvvisamente il terminale nell'altra stanza squillò. Come previsto, avevano bisogno di lei. In mezzo al fiume di parole, a cui non dava assolutamente nessuna importanza, risaltò un numero formato da parecchi zeri.
    "Dove devo firmare?" chiese lei.

    In meno di venti minuti, era già pronta a lasciare l'appartamento. L'umano giaceva ancora sul suo letto, così Tysha raccolse il busto della sua armatura e glielo lanciò addosso.
    "Sveglia, cocco. E' ora di andare." Superò la soglia della porta, e si girò indietro. "Non dimenticarti di chiudere." aggiunse infine, mentre l'uomo ancora stordito si alzava dal letto senza capire cosa stesse succedendo. Tysha dubitava che le avrebbe svaligiato la casa, ma anche se fosse non gliene fregava proprio niente. Con i soldi della missione avrebbe potuto comprarne almeno quattro di appartamenti.
    Lasciò il condominio, e con indosso la sua corazza integrale e lo zaino in spalla, raggiunse l'hangar dove la sua nave la aspettava. Era la stessa nave precedentemente utilizzata dagli schiavisti batarian che l'avevano catturata. All'epoca la nave conteneva almeno quindici persone, adesso c'era solo lei. Sia all'interno che all'esterno, era una nave molto rozza, tipicamente batarian. Ma aveva tutto ciò che le serviva: spazio, comodità e armi. Tante, tantissime armi. Quegli schiavisti ci sapevano fare, ma non potevano aspettarsi che una gracile Asari avrebbe potuto imbracciare un fucile a pompa meglio di un Krogan. Un errore che pagarono a caro prezzo.
    L'unica cosa che aveva cambiato di quella nave era l'IV. Il fatto che fosse nella lingua ufficiale Batarian non era un problema, dati gli impianti traduttori forniti a tutte le specie. Ma era davvero una intelligenza virtuale primitiva, mentre quella installata da lei (o meglio, da un ingegnere Asari con un fucile puntato alla tempia) poteva gestire l'intera nave, coprendo tranquillamente l'assenza di equipaggio.
    Così una volta accesi i motori, l'IV cominciò ad occuparsi di tutto, ed in quindici minuti la nave era già nello spazio.

    Non visitava la Cittadella da davvero troppo tempo. Quel posto la disgustava quasi quanto le eleganti, raffinate e noiose città Asari. Ma a differenza di queste, negli agglomerati c'era sempre qualche Batarian che faceva a scazzottate con un umano Avrebbe dato via metà della sua ricompensa per poter incontrarsi con i capi della missione in qualche vicolo sperduto degli agglomerati. E invece no, la sua meta era quello schifo di Presidium. Già dopo aver messo piede fuori dall'ascensore tutta quella finta tranquillità le diede il voltastomaco.
    Trovò McClane davanti all'ufficio del consigliere Udina. Lo raggiunse e gettò il borsone accanto ai suoi piedi, poi porse la mano destra all'umano.
    "Lei deve essere John McClane. Sono Tysha R'ain. Ma saltiamo i convenevoli. Quando partiamo, e soprattutto quando verrò pagata? Voglio avere la metà in anticipo sul mio conto prima di lasciare la Cittadella." Disse tutto d'un fiato, com'era suo solito fare.
    Dietro di lui una donna umana con un occhio solo stava seduta e giochicchiava con un coltello. Tysha non l'aveva notata subito, ma quando i suoi occhi finirono per posarsi sulla donna, rimasero lì incollati per un po'. Il suo fisico, il suo modo di vestire... Se la sarebbe portata a letto, su questo ci avrebbe giurato.

     
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  3. ®RømaNEE Re072
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    Dominic Jeremiah Eyes
    Un esplosione, fu la prima cosa che Dominic poté vedere prima di perdere i sensi, lui e la sua squadra erano stati posti di guardia allo spazioporto di Mombasa. Date le recenti minacce del nuovo terrorista, la Jutland ed il suo equipaggio furono riassegnati alla terra, operazioni difensive per evitare che i piani dell'uomo vestito di nero fossero riusciti a concretizzarsi, inutile dire che malgrado gli sforzi dell'alleanza; molte furono le esplosioni che tempestarono il pianeta terra quel giorno.
    Dopo centinaia di morti, sopratutto fra i civili, la situazione non miglioro, da tutte le parti le persone si nascondevano e pregavano per la fine di questa crisi, in tanto, all'ospedale Sacred Heart il tenente comandante aspettava di poter scappare da quel luogo.
    Mi dispiace ma lei non è in grado di lasciare l'ospedale.... Non ancora! urlava un infermiera alla reception, mentre Dominic la spingeva via per uscire da quel luogo, anche due guardie cercarono di fermarlo ma con scarso successo. All'uscita Dom trovò una ragazza dai corti capelli rossi vestita con l'uniforme dell'alleanza che gli si getto davanti dicendogli:
    Joe Manak e Lance Kirkwall sono in prognosi riservata...! disse sottotono, la donna era il secondo in comando della nave su cui l'uomo prestava servizio, la notizia di due suoi uomini rimasti feriti gravemente nell'azione gli fece ricordare gli eventi di poche settimane prima, dopo aver stretto i pugni decise di ritornare al più presto sulla Jutland accompagnato dal suo luogotenente.

    Signore, messaggio in arrivo dall'ammiraglio Evans. Erano ormai alcune ore che il comandante guardava fuori dalla sua cabina e mentre scrutava lo spazio profondo non poté che chiedersi: "Dove sei brutto figlio di puttana...." riferendosi chiaramente all'attentatore che aveva causato cosi tante vittime in quei giorni. Dominic era cosi tanto preso dai suoi pensieri da ignorare il suo pilota che cercava di avvisarlo di un messaggio in arrivo, solo dopo tre avvisi finalmente riusci a riprendersi da quella sua trance ed arrivare in sala tattica per avviare una discussione con l'ammiraglio:
    Felice di vederti in forma... Fece il giovane ammiraglio che apparve come ologramma davanti agli occhi di Eyes, il quale non rispose ma rimase fermo ad ascoltare. Ok... Andiamo al punto... Devi recarti alla cittadella, c'è una missione per te, i dettagli sono nel file informativo che ti ho inviato..... Beh buona fortuna. Nessun saluto militare, nessun intervento, pochi avevano visto quello stato d'animo del comandante che ora stava leggendo qualcosa sulla console.
    Il file conteneva ogni informazione su ciò che doveva fare; sottostare agli ordini di un pirata, la cosa non gli fece piacere ma lesse il nome di quella canaglia e gli suono molto familiare, "Guarda chi ci ritroviamo fra i piedi..." pensò mentre leggeva, altri nomi erano nella lista dei suoi collaboratori, tra questi oltre ad una sua vecchia conoscenza: Donald, vi erano alcuni mercenari ed un ulteriore agente dell'alleanza, ora era chiaro, il consiglio pensava che per sconfiggere questo male ci volesse un'altro tipo di male, ma McClane non poteva essere cosi ingenuo da fidarsi di quei quattro idioti che gestivano tutto da dietro una fitta rete di lecca culo.

    Dopo poche ora la Jutland era già stanziata nei pressi della cittadella e dalla posizione dove stava, al fianco del pilota, Dom riusciva a vedere la nave indicato sotto il quale avrebbe dovuto servire per risolvere la crisi che si stava abbattendo su tutta la galassia.
    «Che ibrido del cazzo è mai quello!» disse mentre sgranava gli occhi nel guardare la Queen of Pain Di sicuro più di una specie ci ha lavorato.... I cannoni sembrano quelli che montano sugli incrociatori Asari... La corazza sembra resistente... Forse Turian e boh.... Non lo so Comandante, la cosa puzza un po....
    Dominic sorrise e mise una mano sulla spalla di Hunz per poi proferir parola: «Tu senti puzza ma io sento il profumo di opportunità», poi si girò e fece cenno con la testa ad Ania che avrebbe preso il comando per il periodo nel quale lui non sarebbe potuto restare a bordo. Dopo poco si trovava nella sua navetta a metà tra la Jutland e la nave pirata.
    Io dico che quella nave è ricolma di trasmettitori a parlare fu Florens, capo operazioni e fidata amica di Eyes che rispose di riamando «McClane avrà già rimosso tutto... Puoi stare tranquilla, non è un allocco» qualche minuto dopo si trovarono nell'Hangar della nave e mentre scendeva con la corazza indosso e un borsone verde oliva posto sulla sua spalla, Clare gli auguro buona fortuna e poi disse al pilota di tornare alla Jutland.
    L'hangar della nave sembrava abbastanza sterile ma sapeva che tra non molto qualcuno gli avrebbe dato il benvenuto, probabilmente lo stesso "capitano", così, dopo aver gettato il pesante oggetto che teneva sulla spalla per terra, Dom prese la sua pipa e l'accese, non poteva farlo sulla sua nave, era vincolato dalle regole poste dall'alleanza, ma ora non serviva sotto l'alleanza e decise quindi di prendersi qualche libertà.



    Edited by ®RømaNEE Re072 - 29/1/2015, 15:31
     
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  4. Kralag Tritus
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    Urdnot Rotmulag
    Omega la stazione a cui non frega niente del resto della galassia, quando la minaccia terroristica apparve sugli schermi la gente di omega la ignorò, Neanche dopo le fragorose esplosioni che la tempestarono. La gente della stazione continuò la propria vita come se nulla fosse d'altronde quella è la normalità di omega. Quando il messaggio fu divulgato Rotmulag mangiava tranquillo nel suo ristorante preferito la Locanda del Drago e guardando sullo schermo del locale la figura incappucciato disse <<e quel tipo li vuole spaventare la galassia... con un video! Ma fammi il piacere>> finita la frase neanche a farlo a posta gli ordigni cominciarono ad esplodere, ci fu un po di panico generale ma passo quasi immediatamente. Rotmulag aveva ormai finito il suo pasto circa mezzora dopo le esplosioni, uscii in strada per trovare già Meck e operai di varie imprese intenti a ricostruire i collegamenti fra i quartieri della stazione.

    La sera stessa Rotmulag ricevette sul terminale del suo appartamento uno strano messaggio con le istruzioni per un nuovo lavoro, leggendolo velocemente capii che era stato ingaggiato per sgominare e distruggere il tizio in nero come ormai lui lo chiamava e tuonò <<perché ci hanno messo tanto a chiamarmi>>. Con un messaggio di risposta accetto il lavoro e come prima cosa si diresse al suo armadio per preparare il suo bagaglio, aprendolo chino la sua enorme mole per estrarvi una enorme cassa vuota ricavata da un vecchio contenitore per armi militare, la aprii ed all'interno era vuota, la sua attenzione ora tornò sull'armadio che più che un armadio sembrava un mare in tempesta, frugando al'interno estrasse un pezzo per volta una corazza pesante di ricambio totalmente identica a quella che indossava e ne gettò i pezzi alla rinfusa dentro la cassa, successivamente estrasse dall'armadio alcune scatole con all'interno vari pezzi di ricambio e getto anch'essi nella pesante cassa, si spostò e stavolta aprii una credenza li affianco ed estrasse quattro scatole in legno ne aprii una e ne estrasse cinque sigari che si infilò nella corazza la richiuse e mise anche queste scatole dentro l'enorme cassa questa volta riposte bene in maniera ordinata ed infine chiuse la cassa. Con il bagaglio fatto mancavano solo tre cose alla partenza le sue armi Ebony e Ivory le sue fidate pistole gemelle e la sua enorme spada Rebellion, le sue armi erano su un tavolo d'allatta parte della stanza cosi si concentro richiamo il suo potere e immagino le sue armi volare ed incominciare a danzare intorno a lui, le sue armi come previsto iniziarono a fluttuare in mezzo ad affascinanti bagliori blu non appena furono a portata afferrò le pistole e le fece roteare e le infilo nelle fondine sul retro della cintura la sua spada lo carico con aria di sfida ma con un leggero colpo biotico la fece tornare dalla parte del manico la afferro facendola roteare sopra la spalla destra la agganciò alla placca magnetica rimanendo in posa tenendo ancora il manico della spada esclamo con tuono <<che figo che sono>> finita la posa protrasse il braccio verso la cassa e aprendo il palmo della sua mano a tre dita la cassa schizzo immediatamente da lui afferrandola per il manico e trascinandola grazie a delle piccole rotelle alla base. Poco dopo fu già nel traffico della stazione diretto allo sazio porto più vicino fumando uno dei sigari che prima aveva conservato.

    Passò quasi un giorno ad alla fine Rotmulag arrivò sulla cittadella per non insospettire l' SSC decise di passare per le fondamenta della cittadella il luogo dove i reietti della stazione vivevano situato fra lo scafo esterno della stazione e le sovrastrutture abitate dove si poteva ancora vedere la mano degli architetti Prothean dopo alcune ore si trovo allo spazioporto commerciale dove era attraccata la Queen of Pain, la nave sembrava un'accozzaglia di altre navi messe insieme totalmente a caso. Rotmulag trascinandosi dietro la sua enorme cassa si mise davanti alla passerella di imbarco lascio cadere la cassa e ci si mise a sedere sopra estrasse un'altro dei suoi sigari e con un vecchio zippo lo accese aspiro una profonda boccata di fumo con la sua enorme bocca e disse <<quindi tu saresti la Queen of Pain ma che razza di accozzaglia sei?>> e rilascio il fumo immagazzinato in un'enorme nuvola scura per poi di nuovo <<sai mi piaci>> poi tornò a fumare in attesa che qualcuno gli dicesse ti togliersi di mezzo.



    Edited by Kralag Tritus - 11/1/2015, 15:48
     
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  5. Matt360
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    Matthew Gale


    Dopo l'ultima missione con sfondo suicida affidatagli dall'Alleanza, Matthew si sentiva preso in giro e deluso, della sua vita e le vite dei suoi compagni morti non importava a nessuno ciò era chiaro. Nessuno all'interno dell'Alleanza ovviamente " Sono stufo dei vostri metodi Udina, non ho mai criticato i metodi dell'Alleanza anche se spesso erano estremi e ridicoli. Ma questa volta avete pisciato fuori dal vaso ! "
    " Non ti permettere Gale ! Qui non decidi tu ! " disse Udina battendo i pugni sul tavolo mentre accomodava il suo vecchio didietro ossuto nella sua comodissima e costosissima poltrona in pelle.
    " No Udina .. qui sei tu che non capisci ! Stiamo parlando della mia vita e dei miei compagni di squadra!" gridò mentre si avvicinava al Consigliere umano puntandogli un dito a pochi centimetri dal suo brutto naso aquilino.
    " Abbiamo un contratto in cui vi offriamo servizi non la nostra vita incondizionatamente per qualsiasi puttanata che vi sale in testa ! A tutto c'è un limite ! Abbiamo una dignità anche noi soldati e voi spesso e volentieri dall'alto delle vostre poltrone lo scordate !" in quel momento si sentiva una sorta di sindacalista di categoria che lottava per i diritti dei suoi compagni senza alcun risultato, contrattare con l'Alleanza come sempre era utile quanto parlare e discutere con un muro.

    "Se il tuo brutto muso ti permette di vedere bene il monitor guarda il mio profilo, ho ben 3 mesi di ferie che nessuno mi ha mai pagato ne tanto meno ho mai richiesto ." Allontanò il dito da Udina e incrociò le braccia " Sai che c'è ? Me ne vado in ferie oggi stesso, per 3 mesi non voglio neanche una chiamata da parte tua o dei tuoi amici. INTESI ?" marcò volutamente l'ultima parola, era uno dei migliori nel suo campo, non l'aveva mai fatto ma ogni tanto poteva permettersi il lusso di alzare la voce, sopratutto con quel leccaculo galattico di Udina.
    Udina indispettito con un tono di veleno " Vai levati dai piedi, ma non è finita qui ricordalo. Prenderò provvedimenti per la tua insolenza !" si era indispettito era chiaro, ma era una cosa temporanea e sopratutto non era la prima volta che succedeva. Nel frattempò Matthew girò i tacchi e salutò con la mano mentre usciva dalla stanza.

    Appena fuori dall'ufficio di Udina disattivò rapidamente il canale di comunicazioni del lavoro, digitò rapidamente un numero di telefono e dall'altra parte la risposta fu immediata. " Si ? Dimmi " sentire la sua voce era sempre una gioia, con un grande sorriso Matt disse " Abbiamo 3 mesi per fare quello che vogliamo ho chiesto tutte le ferie arretrate " dall'altra parte l'entusiasmo fù evidente " Dici sul serio? ma è fantastico ! Io stacco tra poco ci vediamo a casa " Matt uscì rapidamente dallo stabile e chiamò un taxi per rientrare rapidamente a casa. Una volta a casa mise subito la sua corazza a un lato ed entrò rapidamente in doccia. Da quel momento e per ben 3 mesi l'unica cosa di cui doveva preoccuparsi era come sfruttare il tempo libero.

    I primi due mesi passarono rapidi, quasi volarono. Durante le ferie colse l'occasione per visitare resort e rilassarsi ma sopratutto dedicarsi all'amore, visto che i mesi precedenti questa possibilità gli era stata praticamente negata. Restavano ancora 20 giorni di ferie, e mentre si concedevano un massaggio rilassante alla Spa più famosa della zona i monitor che proiettavano rilassanti giardini zen e pesci variopinti vennero improvvisamente interrotti per proiettare il comunicato del nuovo pazzo di turno.
    " Oh no ... non dinuovo " disse in preda allo sconforto Matt " Questione di minuti e ti chiameranno suppongo " disse triste l'altro mentre entrambe si alzavano, i corpi scolpiti e muscolosi erano ancora unti d'olio per massaggi la massaggiatrice Asari aspettava dubbiosa, ma Matt alzò la mano e disse " Siamo apposto cosi puoi andare grazie " la massaggiatrice fece un cenno con la testa e si ritirò. Una volta arrivati agli spogliatoi e acceso il Factotum non tardarono ad arrivare qualcosa come 100 avvisi di chiamata ... Era Udina e a quanto pare aveva urgente bisogno di parlare con lui vista la quantità di chiamate. Matt sospirò profondamente sconfortato e chiamo Udina
    " Gale santo cielo era ora !"
    " Non mi risulta che siano passati 3 mesi Udina, e l'ultima volta mi sembra che son stato abbastanza chiaro. Che diavolo vuoi ? "
    " Basta stronzate Gale hai visto anche tu il comunicato suppongo "
    " Ciò non significa che voglia imbarcarmi in questa impresa, ti ho chiamato per correttezza non perchè volevo rientrare prima dalle ferie, trovo sempre cosa fare sai? " nel frattempo passò la chiamata all'auricolare e colse l'occasione per vestirsi pagare e uscire dalla Spa
    " Ci servi è una situazione d'emergenza non puoi dire di no ! E sopratutto ci servi subito ! " Matt provò a replicare " Io non .. " Udina non gli diede neanche il tempo di rispondere che attaccò dinuovo " Ti sto inviando i file qualunque sia il prezzo per questo extra lo pagheremo, ma c'è in gioco il futuro della galassia e non puoi permetterti il lusso di grattarti le palle in vacanza mentre il resto della galassia è in pericolo " Udina riattaccò senza neanche dare possibilità di replica a Matthew

    " Dannato Udina !" disse mentre scagliava lontano il suo auricolare " Devi andare vero? " Matt annuì e dispiaciuto disse " Mi dispiace, mi farò perdonare appena possibile lo prometto " si avvicinò e lo baciò il contatto con le sue labbra, tra le loro mani le loro barbe, quello tra le loro era ciò che gli dava la forza per andare avanti, per continuare a lavorare per quei cretini dell'Alleanza... E per portare un dignitoso stipendio a casa ovviamente.

    " Ti chiamo quando arrivò ok? " " Ok, fai attenzione " Matt sorrise " Quello sempre !" e fece l'occhiolino. Durante il viaggio lesse accuratamente tutti i dettagli della missione, una missione in incognito era proprio ciò che ci voleva ... tutto lo stress rimosso si sarebbe ripresentato con gli interessi in pochi minuti. Maledetto Udina ! Non poteva usare la sua corazza, passò all'armeria della Cittadella per comprarne una meno vistosa e più adatta alla situazione e si presentò all'imbarco come stabilito. Una volta arrivato all'Hangar buttò la sua sacca al suolo e massaggiò le noche prima di incrociare le braccia e poggiarsi a un angolo in attesa di quelli che sarebbero stati i suoi futuri compagni di lavoro




    Edited by Matt360 - 11/1/2015, 16:04
     
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    Donald Russell
    I notiziari e i talk non facevano altro che parlare dei Cavalieri del Nuovo Ordine, sparando e ipotizando le cose piu o meno improbabili sul loro conto
    -Dopo Saren ecco un'altro figlio di puttana con manie di grandezza- disse il tenente guardando la tv
    -Almeno a casa la smetti di dire le parolacce? Sara potrebbe sentirti- lo rimproverò Grace, era seduta affianco a lui sul divano
    -Dai Grace! Sara dorme... non puo sentirmi- si difese Donald
    -non è questo il punto Donnie... l'hai promesso- La donna non transilgeva
    -ok! ok! ai vostri ordini- disse sorridendo per poi tirarla a se e baciarla
    -Che stai facendo?- domandò sorridendo
    -Vorrei scopare con mia moglie- rispose lui
    -Donnie!- disse Grace con aria di rimprovero
    -Ok! Ok! Vorrei fare l'amore con mia moglie- sorrise
    -Sara è di sopra a dormire-
    -Appunto! Lasciamola dormire- disse mentre sbottonava la camicia della donna
    Dopo quel lungo periodo buio. Le cose andavano decisamente meglio ora. L'aver perso il fratello fu un duro colpo e il dopo non fu nemmeno meglio per colpa dell'alcool. Paradossalmente dovette ringraziare il suo lavoro, infatti, le sue ultime missioni furono un inferno, ma questo gli diede anche la forza di continuare a vivere e lottare per la sua famiglia... rendendosi conto che suo fratello Robert avrebbe voluto così
    "Ogni uomo deve attraversare l'Inferno, per raggiungere il suo Paradiso" E ora finalmente, Donald, l'aveva ragiunto... Nel corso dele sue missioni aveva perso persone importanti come suo fratello Robert e come Jacksson, uno dei suoi migliori amici caduto in battaglia. Donald Aveva un conto insospeso con la morte ma lui aveva sempre risposto "non ora!"

    Qualche settimana dopo ricevette un messaggio dal suo vecchio capo... il colonello Eastwood. Dicendo che dovevano vedersi nel suo ufficio
    Donald si presentò -Colonello Eastwood è un piacere rivederla- disse facendo il saluto militare
    -Tagliamo corto Russell... non è per un incontro di piacere che oggi lei è qui- Il colonello era sempre stato un uomo da pochi fronzoli ed a Donald gli piaceva quella parte del suo carattere
    -Sono tutto orecchi colonello-disse mentre si accomodava in un sedia davanti la scrivania di Eastwood
    -Quegli stronzi dei piani alti si stanno cagando addosso per quel CAZZONE incapucciato della tv - prese un sigaro dalla scrivania e lo accese fece un tiro e poi tossì un paio di volte -Quindi quei quattro coglioni del consiglio hanno pensato bene di affidare la sua cattura a Jhon McClane... un fottuto pirata-
    -Pirata?- domandò stupito il tenente
    -Si hai capito bene... un fottuto pirata del cazzo!-
    -ed io cosa cazzo centro?- chiese, anche se temeva di sapere la risposta
    -Quel fottuto pirata del cazzo ha chiesto due elementi dell'alleanza e uno dei due sei tu- tossì un'altra volta mentre fumava -Fottuto vizio del cazzo- disse guardando il sigaro
    Donald si aggiustò la schiena sullo schienale
    -Ma perchè io e non un'altro?- Chiese di nuovo
    -Tu sei lo stronzo che ha violato 7 volte il regolamento interno e 5 volte quello spaziale... scozzando prima in una stazione spaziale Salarian e poi in un palazzo lussuoso di 200 piani armato di pistola e sparando alla gente... penso che ti voglia per queste stronzate-
    -non sono stronzate colonello-
    -e come le vuole chiamare?-
    -Legittima difesa... Signore!- disse sorridendo
    -Chiamale come cazzo vuoi ma e te che vuole- ci fece un altro tiro
    -Da quando all'alleanza prende ordini da un pirata? Udina deve essersi fumato il cervello-
    -Quel coglione deve farsi di cose chimiche... ma purtroppo è lui che comanda... Niente agenti in uniforme Donn, i consiglieri ci chiedono un favore... d'ora in poi sarai un disertore, un fottuto pirata a tutti gli effetti e prenderai ordini solo da quel fottuto pirata del cazzo. L'alleanza non potrà aiutarti le chiappe se succede qualcosa-
    Donald non spruzzava di certo felicità da tutti i pori... proprio ora che aveva trovato la felicità... ma se voleva che l'universo fosse un luogo migliore per sua figlia doveva fermare quei fottuti terroristi del cazzo!
    -Chi è l'altro dell' Alleanza?- chiese
    -Il Tenente comandante Dominic Jeremiah Eyes-
    -Dom?- il suo volto era piena di stupore nel sentire il nome dell'amico
    -Gia! McClane ha chiesto anche quel cazzone dal sorriso idiota... una gran bella coppia del cazzo!-
    Donald sorrise, sapeva bene che in fondo il colonello voleva bene sia a lui che a Dominic
    -Ok accetto! Ma voglio in cambio le rette pagate per le migliori scuole a mia figlia e se dovesse succedermi qualcosa una pensione sostanziosa per mia moglie-
    -concesso!-
    Donald si stava alzando quando lo fermò il colonello -Un' altra cosa! Oltre a voi due ci sarà un uomo di Udina... un' altra sua vecchia conoscenza... il Maggiore Gale-

    Non fu facile salutare Grace e Sara
    -Te ne vai di nuovo?- disse Grace mentre Donald preparava il borsone
    -mi dispiace Grace ma è importante- rispose lui senza guardarla
    -Piu importante di me e Sara?-
    Solo adesso Donald si girò a guardarla -Nessuno è piu importante di voi... ma è mio dovere farlo-
    -Ma perchè proprio tu? Ci hanno gia tolto troppe cose... non gli devi niente- A Grace stavano uscendo le lacrime... si vedeva che era preoccupata per il suo uomo
    Donald lasciò la Carnefix che stava mettendo nel borsone e andò ad abbracciare la donna -non preoccuparti! Tornerò presto... lo sempre fatto-
    Arrivò la figlia che vide i due abbracciati -Papà!- disse
    Donald lasciò la donna e sorrise alla piccola -Ciao Principessa!- per prenderla in braccio
    -Quando torni papà?- chiese la bambina
    -Presto principessa... al mio ritorno ti porto un regalo- disse... Sara abbraccio forte il padre
    Donald mise a terra la figlia per poi prendere in borsone
    -vai a fare il culo ai cattivi, papà- disse in tono innocente la piccola
    Grace fecce un occhiataccia a Donald ma poi sorrise -Fargli il culo campione- disse per poi baciarlo delicatamente sulle labbra

    Il Tenente dell'Alleanza arrivò all'angar in lontananza vide la nave che tra un po sarebbe stata momentanamente la sua casa, sulla fiancata c'era il suo nome "Queen of Pain"... Regina del dolore -Nome del cazzo- si disse mentre si accese una lucky strike.
    Continuò ad avanzare fin quando non vide due figure... uno era un grosso Krogan doveva pesare sui 300kg l'altra figura man mano che si avvicinava si faceva sempre piu livida.
    -Dominic... Jeremiah... Eyes- gli disse sorridendo
    -Ce sempre qualche stronzo figlio di puttana che ci mette insieme- proseguì mentre fece cadere il borsone e allungò la mano per salutarlo

     
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    Jhon sperava che l'asari fosse carina come aveva sentito dire ma non pensava fosse COSI' tanto carina!
    Nonostante le sue forme fossero camuffate dalla corazza integrale che indossava, era impossibile non cogliere l'esplosiva carica sensuale che sprigionava la figura di Tysha e le cicatrici che deturpavano il suo viso grazioso, non facevano altro che renderla ulteriormente interessante.
    L'asari aveva una gran voglia di cominciare, o meglio, aveva una gran fretta di vedere caricata la propria ricompensa sul suo conto corrente. McClane sorrise e si voltò verso Pernilla < Dimmi un po' Pernilla, le asari non vivono tipo 1.000 anni? >
    < Così ho sentito dire. > rispose neutra la ragazza smettendo di giocherellare con il coltello.
    < E allora perchè questa asari ha così tanta fretta? > L'uomo si voltò sorridente verso Tysha < Rilassati Zuccherino! Cominceremo quando saranno arrivati tutti...ricorda che la pazienza è la virtù dei forti. >
    Detto questo, con passi lenti e svogliati andò ad accomodarsi accanto alla bionda umana; da una tasca della giacca trasse un'armonica che si portò alla bocca, suonando un paio di note prima di tornare a rivolgersi all'asari < Nel frattempo, perchè non ti siedi accanto a Pernilla e cominci a 'fraternizzare' con l'equipaggio? > domandò ammiccante prima di tornare a suonare con lo strumento una dolce e triste melodia country.
    A Jhon non interessava in modo particolare suonare l'armonica ma sapeva che a Pernilla, invece, la cosa piaceva molto e visto che la ragazza aveva letteralmente dato un occhio per lui, non gli dispiaceva intrattenerla di tanto in tanto con qualche bella serenata.

    McClane continuò a suonare per quasi un'ora; si interrompeva solo quando un turian zoppo, membro del suo equipaggio, entrava nella stanza per comunicare l'arrivo dei suoi futuri compagni. Jhon impartiva un veloce ordine e poi tornava a dedicarsi all'armonica. La ragazza seduta al suo fianco se ne stava con la testa appoggiata alla parete e con l'occhio sano chiuso, in uno stato di godimento dei sensi.
    Quando anche l'ultimo membro della squadra fu arrivato, l'uomo interruppe bruscamente la melodia e si alzò di scatto picchiando sulla gamba di Pernilla < Ora si comincia! >

    L'uomo e la ragazza entrarono in quella che era stata eletta Sala Tattica della Queen of Pain. I suoi nuovi compagni erano già tutti lì e Jhon, senza dare nell'occhio, cominciò a studiarli uno per uno. Dom lo conosceva, sapeva che uomo fosse e non pensava sarebbe stato un problema lavorare con lui; per gli altri, invece, sarebbe stato una sorta di salto nel buio.
    Avrebbero accettato di essere comandati da un pirata, per giunta non di prima fascia, o avrebbero creato problemi? E se avessero messo in discussione la sua leadership, che armi aveva per farli tornare sulla retta via? Quei 5, se si fossero messi daccordo, avrebbero potuto facilmente sopraffare la ciurma di McClane che, a parte lui stesso, Pernilla e due batarian, non presentava tra le sue fila soldati di professione ma onesti picchiatori di non eccelse qualità.
    Quasi si pentì di avere chiamato quei 5 ma aveva bisogno della loro bravura come combattenti se voleva avere una possibilità di portarsi a casa la ricompensa promessa da Udina.
    < Benvenuti nella vostra nuova casa, signori e alieni vari. Io sono Jhon McClane, onesto Capitano di questa onesta masnada di pirati mentre la ragazza bionda dal sorriso perpetuo si chiama Pernilla Berglund ed è la seconda in comando. Potete chiamarmi semplicemente Jhon, senza Capitano o altre stronzate...tu invece... > disse avvicinandosi a Tysha < ...tu puoi chiamarmi come vuoi, Bambina. > tornò al centro del gruppo prima di proseguire < Voglio essere onesto con voi: ho accettato l'incarico solo per i soldi. Di questi Cavalieri non mi interessa un fico secco e, anzi, probabilmente diventerei loro tifoso se riuscissero a spazzare via un po' di questi politici bastardi! Per ottenere quei soldi sono disposto ad ammazzare, sbudellare, torturare chiunque...che sia colpevole o no, non me ne frega nulla! > si interruppe, guardando negli occhi i suoi compagni cercando di capire se avessero afferrato il concetto. < Bene, ora Pernilla vi illustrerà regole e disposizioni vigenti sulla nave. >

    La ragazza avanzò mettendosi al centro del drappello < Le regole della nave sono molto semplici: non ci sono regole! Ciò nonostante, è bene che vi ficchiate in quelle vostre testacce che qui vige la democrazia più assoluta: a parte Jhon e me, non conta un cazzo di niente nessuno! Non ci interessa se siete Generali, Signori della Guerra Krogan, Super Vixen Asari o mercenari dal cazzo lungo...Jhon e io decideremo come portare avanti la missione; se avete qualcosa in contrario, ne discuteremo civilmente ma l'ultima parola spetterà a noi! > Pernilla parlava diretta e senza sprecare neanche una parola < E ora passiamo alle disposizioni: voi 5 condividerete la stessa camerata, io e Jhon saremo in quella accanto e vi terremo d'occhio. Anche io sarò sincera: non mi fido di nessuno di voi...in particolare dei due dell'Alleanza! > si avvicinò al gruppetto sotto lo sguardo divertito di Jhon: adorava il modo di fare di quella donna.
    < Tu e tu! > disse Pernilla indicanto Dominic e Donald < Buttate la vostra divisa e cancellate le insegne dell'Alleanza dalle corazze; prendetela come una specie di vacanza. Ah...state meno dritti, più sciolti...ora siete pirati non soldatini di piombo! Voi altri tre, andate bene così basta che non combiniate casini o vi mettiate a litigare con l'equipaggio...mi riferisco soprattutto al krogan e all'asari, intesi? >

    < Bel discorso, Per... > disse Jhon battendo le mani < Avete domande? Rimostranze? Problemi? Parlate ora o tacete per sempre! >


     
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    Tysha R'ain
    Quel pirata è fin troppo appiccicoso per i suoi gusti, ma di certo non poteva biasimarlo. Tuttavia, nonostante tutto, aveva la lingua più lunga di quanto potesse aspettarsi da un pirata. Si chiedette se quella lingua la usasse anche per altro.
    McClane la congedò e si mise accanto a Pernilla, la piratessa tanto gnocca. Tysha seguì il suo esempio. Stava per parlarle, ma John cominciò a suonare uno strumento che non aveva mai visto... Probabilmente qualche usanza umana. Fatto sta che la bionda chiuse il suo occhio e, nonostante Tysha provasse a parlarle, nulla poteva smuoverla da quello stato di trance. L'asari decise di accontentare almeno gli occhi. Quella canottiera bianca era più trasparente del normale...

    Poco dopo, tutta la ciurma arrivò seguita da quegli altri quattro membri della missione: due membri dell'alleanza, un krogan enorme ed un altro umano, che Tysha non riuscì ad identificare: poteva essere un mercenario, o un altro pirata al servizio di McClane. Non che all'Asari interessasse più di tanto.
    Di conseguenza all'arrivo dei quattro, McClane smise di suonare e si alzò. Pernilla lo seguì a ruota.
    "La biondina ha pure un culo fantastico" pensò Tysha.

    Dentro la nave ci fu un breve briefing di John, terminante con una frase rivolta a Tysha: "tu puoi chiamarmi come vuoi, Bambina."
    "Ti va bene 'quello che sgancerà i soldi il prima possibile se non vuole vedersi sganciato un calcio nei coglioni'? O preferisci il più semplice 'Testa di cazzo'?" Rispose lei. Non era cattiveria la sua, anzi, il suo era un modo per scherzare e scogliere il tono professionale il prima possibile. Del resto il capitano aveva la lingua lunga, rispondere con una lingua altrettanto lunga le sembrava il minimo.
    McClane lasciò la parola a Pernilla, che illustrò ai cinque il regolamento della nave. Quel suo modo di fare da donna col ciclo perenne la faceva impazzire, e cominciò a fantasticare sul funzionamento delle sue prestazioni sessuali. Tysha pensò che si sarebbe divertita molto in quella missione.
    Quando infine il capitano chiese se ci fossero domande, l'Asari alzò la mano: "La regola della camera da condividere è violabile, vero?" chiese ammiccante.


    La Queen of Pain aveva un equipaggio piuttosto colorito. Umani, Batarian, Turian, perfino qualche Salarian e addirittura un Quarian. Tysha non potè che non pensare ad uno zoo. Nemmeno sulla Cittadella c'era tutta quella varietà di specie.
    La sera si ritrovò nella stanza con gli altri quattro compagni. Erano quasi tutti maschi umani, e sapeva che avrebbero potuto trovarsi in imbarazzo, ma Tysha si tolse comunque la corazza di fronte a loro, mostrandosi per come matriarca l'aveva fatta. Non fece nemmeno caso alle loro reazioni, poichè per lei era più normale stare nuda che vestita, tuttavia immaginava che alla ciurma avrebbe dato fastidio vedere una Asari nuda in giro per la nave, ed infatti dal suo borsone trasse fuori una veste nera sottile e lunga fino a metà coscia, sorretta a malapena da due laccetti.
    "Non so voi" disse "ma io non ho sonno." Si diresse verso la porta, e poggiando una mano sul terminale essa si aprì. Fuori c'era ormai solo il povero Turian zoppo, che si girò a guardarla, ma solo per mezzo secondo, poi tornò a strascicarsi verso chissà dove. L'Asari passò davanti alla camera del capitano, la cui porta era aperta. McClane e Pernilla si stavano spogliando come se fosse normale. La donna fece per togliersi la maglietta, ma si fermò quando scoprì Tysha a 'spiarli'. Si avvicinò a lei, e passando la mano sul terminale chiuse la porta. L'Asari scosse la testa e proseguì. Avrebbe cercato un'altra vittima per quella notte.

    Camminando si trovò davanti ad un'enorme finestra che dava sullo spazio. Non che gliene fregasse più di tanto, ma la incuriosì semplicemente perchè la sua nave ne aveva una uguale. Poco più avanti due Batarian, il Quarian ed un umano stavano giocando a carte. Erano carte umane, ma conosceva quasi ogni gioco, e a quanto pare anche i membri della Queen. Li osservò per un attimo: In meno di cinque secondi, l'umano perse il giro e con esso anche tutti i soldi. Il poveretto si alzò dal tavolo e le passò accanto, mentre lei faceva per sedersi al suo posto. Nella sua vestaglia non aveva soldi, ma poteva offrire altro come montepremi...

     
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  9. ®RømaNEE Re072
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    Dominic Jeremiah Eyes
    Dominic... Jeremiah... Eyes A udire quel suono la memoria di Dominic si risveglio dal torpore provocatogli dal tempo, aveva fatto visita tante volte all'inferno e non sempre c'era chi ci rimaneva dentro, anzi, si potevano trovare anche compagni con i quali affrontarlo e uscirne vittoriosi, per più di una volta quell'esperienza l'aveva trovata al fianco di Donald, fu felice che la prima persona che vide su quella nave fosse proprio lui.
    «Donald! Figlio di buona donna!» Disse stringendo la mano del suo commilitone per poi rispondere all'affermazione seguente.
    «Hai detto bene! C'è sempre qualche stronzo che fa il passo più lungo della gamba Ahahah» Esclamo mentre marco la sua risata; la profondità della sua voce fece sembrare il suo ridere quasi cupo, tuttavia c'era da dire che a fare da contrapposizione fu il tono della risata, come sempre allegra e spontanea.

    I due si incamminarono insieme verso la sala tattica, non che conoscessero la strada, di fatti per qualche secondo gli prese il timore di essersi persi, tuttavia, grazie ad una buona dose di fortuna, riuscirono a trovarla.
    Jhon era lì e con lui vide altre quattro persone: un asari, abbastanza carina, un enorme krogan, un altro uomo, che doveva essere Matthew Gale e una bionda dal fisico non poco attraente. Una volta visto con chi avrebbe avuto a che fare, si staglio sul suo volto un piccolo velo di tristezza. "Dio santo.... Cazzo se non trovo nemmeno una Turian in mezzo a tutte queste specie.... Sono proprio alla frutta!" Pensò scherzoso per poi ascoltare con attenzione le parole di Jhon, che ovviamente non perse l'occasione di provarci con l'asari, la quale riusci a rispondergli a tono, causando una risatina da parte di Eyes. Al termine del discorso non poté non notare quanto i soldi potessero trasformare l'uomo, anche durante le missioni svolte insieme si notava che Jhon aveva la forza e l'intelligenza per essere tra i migliori.... Ma forse gli mancava il cuore, a Dominic questo non gli importo. Eyes aveva passato venti anni nell'alleanza, nei quali aveva sempre preso il minimo per le licenze, aveva combattuto, l'avevano ferito e per più di una volta aveva pensato di lasciare la marina, ma non poteva. Non voleva lasciare nessuno dei sui compagni da soli e se ora non poteva passare al metal detector, per via delle schegge nel suo corpo, era proprio perché non voleva mai che nessuno ci rimettesse le penne, ovviamente i suoi sforzi furono vani.
    I pensieri del marine si interruppero quando la seconda in comando si avvicino, disse le classiche cose che un malvivente poteva dire, notò anche un certo sdegno nel nominare l'alleanza, una lieve rabbia salì al cervello dell'uomo. "Solda..tini di piombo!!!" Serrò i pugni per qualche secondo, era strano solitamente non si comportava così, era sempre sciolto e non era mai capitato di arrabbiarsi per cosi poco, forse era a causa di quello che era successo vari giorni prima, forse pensare che uno dei suoi fosse morto per essere definito "soldatini di piombo" da una qualsiasi canaglia qualsiasi, gli fece per qualche secondo perdere la calma.
    «Mm» Mugugno qualcosa, ma sapeva di star esagerando ed invece di cacciare la sua ira e causare delle stupide discussioni, decise di levare un lieve sorriso, leggermente sforzato e dire: Rilassarci noi?... Togliti prima tu quella scopa dal culo!» Sarebbe rimasto fermo ad affrontarla, ma non aveva la concertazione necessaria per non creare disagi al gruppo, cosi si congedo subito dopo lanciando uno sguardo a Jhon, sapeva già tutto ciò che voleva, e decise quindi di ritirarsi subito in quella che sarebbe stata una cabina divisa. Una volta uscito dalla sala tiro un pugno contro una paratia lì vicino, poi prese qualche secondo per ricomporsi e continuo il suo incedere.

    La "suite" che il gruppo doveva condividere non era affatto piccola, certo dormire per Eyes era un optional, ormai erano settimane che non riusciva a farsi una dormita come dio comandava, fintanto che questa sua nuova abitudine non intaccava la sua capacità nel combattimento sarebbe stata benaccetta. Seduto su di una sedie proprio nella camera, il soldato armato di coltello Kukri stava scavando un lungo solco sulla sua armatura, poi incominciò ad espanderla fino a far si che un teschio non comparisse sulla spalla sinistra, dove prima si trovava l'insegna dell'alleanza, mentre questo suo piccolo operato si svolgeva, il marine non poté non notare l'asari che con disinvoltura incominciò a svestirsi, era sempre un gradito spettacolo e di certo non tradì uno sguardo compiaciuto, lui aveva indosso solo un paio di scarpe da ginnastica,un pantalone di tuta, una Canottiera che non copriva interamente i pettorali, da quel poco che si poteva notare, sul petto del soldato vi erano molte cicatrici e si poteva di poco notare l'inizio di un tatuaggio, sopra alla canottiera Dom teneva una felpa aperta e accanto a lui vi era una delle cose più costose che aveva comprato: una bottiglia di whiskey RED LABEL DEL 2015. Tirò fuori un bicchiere ed inizio ad ingurgitare la bevanda.
    "Non so voi" disse "ma io non ho sonno." Disse l'asari prima di uscire dalla stanza, anche Dom dopo poco lasciò la camera portandosi con se la bottiglie, avrebbe ispezionato un po la nave, forse avrebbe trovato qualcosa di interessante da fare, oltre a scolarsi l'intera bottiglia.

     
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  10. Matt360
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    Matthew Gale


    I suoi futuri compagni di lavoro arrivavano uno dopo l’altro, riconobbe subito Donald dal suo modo “ colorito” di esprimersi, era un gran soldato particolare a suo modo, l’altro invece non lo conosceva non sapeva niente di lui.
    Pensò subito ai file nella sua mail, effettivamente quell’idiota di Udina aveva provveduto anche a inviargli i profili di tutti i componenti della nave, ma lui lesse solo la parte che gli interessava della mail. Diretti al punto e senza troppi giri di parole, Matthew era una persona molto diretta e che sempre mirava al centro dei problemi e delle discussioni, odiava i giri di parole, l’esatto opposto di ciò che faceva Udina o chi per lui.

    Quando vide che gli altri si spostavano anche lui seguì a ruota, la nave non era il massimo, anzi era proprio un autentico merdaio - Dopotutto da un pirata che ti aspetti? - Pensò tra se e se mentre camminava. Pareti luride e un equipaggio di gente “ recuperata” da vari punti poco raccomandabili della galassia, un tipico quadretto di ciò che ci si può aspettare da un gruppo di pirati insomma.
    Quando il “capitano” si presentò e successivamente presentò la sua donna o quel che era per lui. Fù subito chiaro a Matt chi dei 2 portava i pantaloni nella relazione e di certo non era lui. Lei era una donna forte una tipica “ donna con le palle” un po’ troppo volgare forse ma sicura di ciò che faceva era chiaro, lui … - Vedremo che tipo di persona è -

    Accennò un piccolo sorriso quando la donna sorridente concluse il suo discorso caricò la sua sacca in spalla, per il momento forse non era prudente avvicinarsi a Donald e al suo amico, era chiaro che gli altri 2 contatti dell’Alleanza erano loro. Fece finta di niente e si diresse verso la camera comune scelse il posto più comodo e soprattutto più “ coperto” si sedette sul letto e colse l’occasione per aprire il suo Factotum e inviare un messaggio “ Arrivato, ci siamo anche già imbarcati … Speriamo bene” le prospettive non erano delle migliori ma di certo Matt non mancava di spirito di adattamento, anzi forse era una delle sue caratteristiche distintive.
    “ Stai tranquillo andrà tutto alla grande come sempre ;) Matt accennò un sorriso triste … mancavano ancora 20 giorni di vacanze. - O mi paghi questi giorni doppi o raddoppio i giorni di vacanza. Non hai scelta Udina o cosi o calci in culo a 2 a 2 fino a quando non diventano dispari … E questa volta lo faccio sappilo -

    Poco dopo vide la donna Asari entrare e spogliarsi con grande disinvoltura, come se non facesse altro dalla mattina alla sera insomma. Matt inarcò il sopracciglio sinistro, si alzò e prese la sua sacca considerato l’acquisto lampo fatto poche ore prima doveva ancora controllare i suoi acquisti e montarli. “ Tranquillo ti sto vendendo un autentico gioiellino Matt di me ti puoi fidare” ogni volta la stessa storia, Matt chiedeva Francis proponeva il suo pezzo migliore e la carta di credito di Matt piangeva per qualche mese.
    “ Francis sei sempre il migliore” sussurrò a opera completa, un armatura perfetta color rosso sangue graffiata in vari punti in modo da figurare come un armatura “ vissuta” ma allo stesso tempo perfettamente efficiente comoda e soprattutto … della sua taglia, fattore sicuramente non trascurabile.
    Nel frattempo anche l’amico di Donald aveva fatto il suo ingresso nella stanza, ma Matt non l’aveva calcolato più di tanto perché occupato con il montaggio della sua corazza, ma ora a opera finita vide che il soldato si stava concedendo un paio di drink non propriamente leggeri.
    “ Red Label eh … ti piace bere leggero insomma” commentò ironicamente con un sorriso verso lo sconosciuto. Con qualcuno doveva pur iniziare ad attaccare bottone per non destare sospetti no? Tolse la giacca di pelle nera e la maglietta a maniche lunghe per rimanere con il torso scoperto. In quel momento si ricordò che tra una corsa e l’altra il giorno non aveva seguito la sua tabella di allenamento. Un giorno senza allenarsi è un giorno sprecato e un giorno in più necessario a raggiungere il tuo obbiettivo Matthew, il suo allenatore da piccolo gli ripeteva sempre queste parole quando non aveva voglia di allenarsi. Per lui era una filosofia di vita, da piccolo Matt non la capiva ma crescendo, ora era Matt ormai a promuovere quella filosofia con i ragazzi che allenava. Cosi sul posto stesso a pochi cm dal suo letto inizio la sua serie di esercizi.

     
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  11. Kralag Tritus
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    Urdnot Rotmulag
    Finalmente qualcuno comincio ad arrivare e si misero ad aspettare alcuni si salutavano mentre altri si ignoravano, quando ad un certo punto un turian zoppo si affacciò dal portellone di imbarco facendo segnino di entrare, una volte entrati nei corridoi Rotmulag quasi sbatteva la testa sul soffitto dovete piegarsi per non sbattere l'estremità superiore della gobba ogni tanto la sua enorme spada ondeggiava e cozzava sule paratie dei corridoi producendo scintille.

    Finalmente arrivarono nella sala tattica e finalmente pote tornare dritto con la schiena, lascio la sua pesante scatola metallica appena accanto alla porta ed entrò.
    Ascolto tutto il discorso di Jon e dell'umana ed alla fine esclamo ad alta voce <<ehi l'umana sa il fatto suo!>> poi il suo stomaco brontolò fragorosamente <<ho solo due domande dov'è la sala mensa, e quante provviste avete>> concludendo infine con una grassa risata, finito di ridere si girò con dei pesanti passi e guardò quelli che sarebbero stati i suoi nuovi compagni di stanza e disse con un leggero ghigno maligno <<io sono Urdnot Rotmulag piacere di fare la vostra conoscenza, voglio scusarmi in anticipo se durante la notte potrei russare... se lo ritenete necessario posso sistemarmi da qualche parte in stiva.>> e poi torno di nuovo a ridere.

    La sera stessa la nave partii per lo spazio profondo, Rotmulag trascino la sua cassa nella stanza comune e si sistemo su uno dei letti più grandi, il letto era poco più di una branda con comodino in metallo vicino, Rotmulag posizionò la cassa ai piedi del letto la aprì e ne tirò fuori una dell scatole di legno quella già aperta ne estrasse due sigari e li mise nel solito scomparto della corazza poi posizionò sul comodino, anche gli altri suoi compagni si stavano finendo di sistemarsi quindi gli sembrò scortese non offrire <<se a qualcuno venisse voglia non fatevi problemi>> disse indicando la scatola sul comodino disse a gran voce, poi con le sue pistole e la sua spada si girò ed uscii dalla cabina, quando mise piede fuori si dovette di nuovo piegare per non sbattere la gobba sul soffitto ed il pavimento in metallo scricchiolava ad ogni suo passo, non conoscendo la nave cammino per buoni quindici minuti quando finalmente si imbatte nella sala mensa, seduti ad un tavolo c'erano due Batarian, un Quarian ed un umano che giocavano a carte lui li ignoro e si diresse verso alcune sgangherate credenze, rovistando trovo un vecchio pacchetto si snack umani molto probabilmente scaduti "Meglio di niente pensò" d'altronde gli stomaci dei Krogan potevano digerire anche sostanze velenose ed un pacchetto si snack scaduti non potevano certo fargli male, prese il pacchetto e si avvicinò ad un tavolo attirò a se una sedia con i suoi poteri tolse le sue pistole gemelle e le mise sul tavolo sganciò l'enorme spada e poggio anch'essa sul lato del tavolo ed infine si mise seduto, la sedia scricchiolò rumorosamente appena fu un po più comodo aprii il pacchetto ed iniziò a macinare guardando lo spazio al di fuori di una grande finestra sul cosmo, poco dopo quasi a metà pacchetto entrò nella sala l'asari che arrivata insieme a loro, la ragazza era perso che nuda ma a lui interessava più la sua storia <<ei asari vieni un po qui ti andrebbe di parlare con un povero vecchio>> disse tonando, appena l'asari fosse più vicina in tono più sommesso <<ai delle belle cicatrici ai voglia di raccontarmi la loro storia>>

     
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    Pettegolo

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    Donald Russell
    La stretta di mano tra i due amici fu calorosa e Donald era felice di poter convivere la stessa esperienza con lui, ma notò anche qualcosa di strano... era Dominic ma qualcosa era diverso in lui. Fu il quel momento che vide Gale... secondo Eastwood, il maggiore era la spia di Udina, colui che non doveva destare sospetti e informare il consigliere... Quindi per non far saltare la sua copertura gli diede solo un fugace e veloce sguardo

    Uno dei mebri della ciurma di McClane, un turian zoppo, gli chiamò informandoli che potevano entrare. Donald e gli altri si incamminarono tutti insieme verso l'interno della Queen of Pain -Wow, una vera nave e io che pensavo a una tugurio pieno di teschi e di lerciume- ironizzò, infatti, la nave era piena di teschi e lerciume
    Donald continuava a guardarsi intorno, e nonostante davanti a lui si fosse il piu grosso Krogan che avesse mai visto, cercava di studiare quella che tra poche ore sarebbe stata la propria casa -Tho! ce anche un cesso in questo cesso... meglio del grande hotel- disse vedendo la porta del bagno... Il Tenente continuava ad ironizzare ma in fondo quel letamario non gli dispiaceva.
    Finalmente arrivarono nella sala tattica dove erano attesi dal capitano... con lui c'era una ragazza umana dai capelli biondi raccolti in una corta coda di cavallo molto prosperosa e un' asari dagli occhi verdi e dai lineameti del viso dolce, anche lei aveva una scollatura prosperosa "piu che una nave pirata sembra un bordello spaziale" pesò
    Donald ascoltò attentamente le loro stronzate da pirati Bla! Bla! Faceva fatica a seguire gli ordini Dell'Alleanza, figurati se a prendere il comando era un pirata... infatti, Donald era sempre stato definito una testa calda, un piantagrane, una una zeppa nel culo dai suoi superiori, ma questo con molta probabilità McClane lo saveva ed era sicuramente questo il motivo per cui si trovava là.
    Dopo il discorso di McClane, L'Asari rispose a tono ad una sua proposta "bel caratterino l'Asari... mi piace" pensò.
    Subito dopo fu la volta della donna bionda a prendere la parola, scoprendo così che si trattava del secondo al comando... il suo nome era Pernilla.
    -intesi?- finì Pernille
    Donald sorrise -Chiaro e Cristallino- disse in tono di scherno
    Ma mentre Donald rimaneva calmo. Il monologo della donna aveva turbato e alterato Dominic è questa era la seconda cosa strana che notò... il vecchio Dom avrebbe preso a ridere, magari facendogli una risata in faccia
    Verso la fine McClane chiese se avevano domande... Donald prese il borsone allontanadosi.
    -Dove vai?- chiese Pernille
    -Vado a pisciare, vuoi darmi una mano? Il dottore dice che non devo sollevare pesi- ironizzò con un sorriso per poi uscire dalla stanza
    Non potè non notare il pugno di Dominic contro una paratia della nave terza cosa trana "un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova" decisamente c'era qualcosa di diverso nell'amico.

    La camerata che dovevano dividere era grande ma essenziale ai minimi termini... si mise ad osservare i propri compagni: I due umani gia li conosceva mentre Dell'Asari aveva notato la lingua tagliente e il corpo da favola, Il Krogan sembrava un tipo simpatico è questo era tutto dire per un Krogan... ma a pelle o corazza, dipende dai puti di vista, non gli dispiaceva per niente.
    Donald si sedette nel letto assegnatogli... A differenza di Dominic non aveva voglia di cancellate le insegne dell'Alleanza dalla corazza, quindi tirò fuori la foto di Grace e Sara... non era passato nemmeno un giorno che gia sentiva la loro mancanza.
    L'Asari si spogliò davanti a loro come se niente fosse. A Donald quel spettacolo improvvisato non gli dispiacque nascondendo però il volto della moglie e della figlia con un dito.
    Spostò lo sguardo verso Dominic per vedere come si comportava l'amico alla vista di quelle curve mozzafiato ed è lì che si accorse della quarta cosa strana... la bottiglia di Red Laber tra le sue mani. Ora ne era assolutamente certo... qualcosa era successo al suo vecchio amico e non era nulla di buono. Gale disse qualcosa a Dom e subito dopo vide il maggiore che faceva le flessioni.
    Il Tenente ripose la foto per parlare con Dom che nel fratempo era uscito dalla cabina.
    Erano rimasti lui e Gale nella stanza ma doveva stare attento lo stesso... forse c'erano delle cimici e non poteva rischiare che La spia di Udina fosse scoperto... Quindi decise di fare quello che gli riusciva meglio, oltre a uccidede, provocare -hey amico! Sono esterefatto! sei tutto muscoli, cento Kili di muscoli, una dinamite pronta ad esplodere ma scommetto che hai una miccia molto corta in mezzo le gambe- disse in tono di scherno per poi uscire lui stesso dalla stanza... "Scusami Gale sono sicuro che capirai" si disse
    Qualche metro più in la vide Dominic si affiancò a lui e indicò la bottiglia -Sai che ci sono passato anch'io? Se pensi di annegare i tuoi problemi nell' alcool, ti svelo un segreto: i problemi sanno nuotare benissimo- disse all'amico



    Edited by Donald Shepard - 13/1/2015, 23:19
     
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    Banshee

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    Ambientazione
    Tysha aveva risposto per le rime alle avance di Jhon e l’uomo non aveva potuto fare a meno di apprezzare la prontezza di spirito dell’asari. Decise che l’aliena, se presa nel verso giusto, non sarebbe stata un problema; in fondo era una mercenaria e McClane dubitava fosse mossa da chissà quali alti ideali che non fossero i soldi.
    Dominic, invece, si era risentito parecchio per le parole di Pernilla riguardo all’Alleanza. Conosceva quell’uomo che metteva i suoi compagni davanti a tutto e poteva comprendere il suo stato d’animo per quelle parole.
    McClane, d’alta parte, sapeva benissimo perché Pernilla odiava tutto ciò che aveva a che fare con l’Alleanza. Era stata l’Alleanza a portarsi via, ancora bambina, il suo amato padre, era stato un sergente dell’Alleanza a violentarla durante la sua ferma sotto le armi ed era stato un soldato dell’Alleanza a strappargli l’occhio e a sfregiarle il volto. Avrebbe raccomandato alla ragazza di essere più morigerata con le parole, non voleva che l’astio si trasformasse in odio. Ne andava della riuscita della missione.
    L’altro soldato dell’Alleanza e il krogan si dimostrarono molto più alla mano di quanto avesse pensato mentre quel Gale, rimase in silenzio.

    Quando tutti ebbero esposto la loro posizione, Jhon li liquidò abbastanza alla svelta. Era tardi ormai e la missione sarebbe iniziata davvero solo il giorno successivo. < Domani mattina, summit di cervelli durante il quale esporrò il nostro piano d’azione. Godetevi la serata, gironzolate quanto vi pare...alle 8 qui. Per quelli dell’Alleanza, alle 8 significa 8 zero zero…so quanto siano dure da perdere le abitudini! >

    Il rapporto tra John e Pernilla era abbastanza bizzarro; erano grandi amici, tanto che la ragazza aveva perso l’occhio per salvare l’uomo ma il tutto non era rovinato da nessun implicazione sentimentale. La ragazza era stata profondamente segnata dalla violenza subita ed era estremamente restia ad aprirsi verso una relazione sentimentale. Ciò nonostante, dopo lunghi anni, i due erano diventati abbastanza intimi, Pernilla diceva che Jhon era il suo ‘ScopAmico’ e a Jhon, sempre alla ricerca di un posto caldo nel quale soddisfare le proprie pulsioni, la cosa andava bene così.
    I due si erano incontrati per puro caso nell’ufficio dell’allora Comandante di Divisione il giorno in cui John era stato sbattuto fuori dall’Alleanza, quasi 10 anni prima. Entrambi, quello stesso giorno, furono radiati con disonore lui - soldato 25enne di ottime prospettive - per un traffico di nuclei ad eezo con i vorcha, lei - giovane recluta di soli 19 anni - per avere mandato all’ospedale in fin di vita il proprio Sergente…già, proprio quello che l’aveva stuprata.
    Quel giorno nacque l’idea di mettere a frutto le rispettive capacità combattive per intraprendere la carriera di pirati con un unico scopo: diventare ricchi da fare schifo!

    I due si stavano cambiando per andare a coricarsi e a Jhon non sfuggì il nervosismo della ragazza, confermato dalla brusca reazione alla visita di Tysha.
    < Quella ti vuole vedere orizzontale, possibilmente nuda e con lei sopra che ti fotte alla grande…chiamami quando succede che non voglio perdermi lo spettacolo! > cercò di scherzare Jhon.
    < Non è serata Mac…quindi smettila subito. > replicò Pernilla mentre si toglieva la canottiera lanciandola per terra e rimanendo a torso nudo.
    < Che ti prende Per? > domandò McClane andando alle sue spalle e cominciando a massaggiarle delicatamente la schiena.
    < Ripetimi un po’, perché abbiamo accettato questo lavoro? >
    < Per i soldi, per cosa se no? Potrebbe essere il nostro ultimo lavoro poi saremo così ricchi da poter smettere di fare questa vita schifosa. >
    < Già…i soldi. E se quel tizio incappucciato avesse ragione? Se davvero presto moriremo tutti, a cosa ci serviranno i soldi? A cosa sarà servito tutto quello che abbiamo fatto per i soldi? >
    < Quello è solo un maniaco con smanie apocalittiche…non dovresti prenderlo sul serio. > La prese per le spalle e la fece voltare per poterla guardare in volto. McClane assunse un’espressione indagatoria < Dimmi un po’…non sarà perché ci sono i due tizi dell’Alleanza che sei nervosa? >
    < No…cioè…sì…ma non per quello che pensi tu. Lascia perdere Jhon, è una cosa complicata. >
    < ‘Complicato’ è il mio secondo nome…spara, Bambina! >
    < Vedi…da quando abbiamo accettato questo lavoro è come se mi sentissi in dovere di…non saprei come spiegarlo…di portarlo a termine ma non per la ricompensa. Questa volta siamo i buoni Jhon! Ma non trovo una motivazione valida per prendermi questo peso sulle spalle. > Si allontanò dall’uomo e andò a guardare fuori dall’oblò < Io li invidio quei due…perché loro hanno un motivo per combattere, hanno uno scopo da dare alla loro vita, hanno qualcosa per cui valga la pena morire. Io invece…riesco a malapena a trovare un motivo per continuare a vivere. >
    Jhon la guardava esterrefatto; non sapeva cosa rispondere e quelle parole lo stavano rendendo pensieroso < Per…io non… >
    < Non fa niente, Mac…mi passerà. Ora sono stanca, andiamo a dormire. > Si diresse al proprio giaciglio e si infagottò sotto le coperte, posizionandosi su un fianco e dando le spalle al letto di McClane.
    Jhon impiegò un’eternità a prendere sonno. Se ne stava fermo immobile a guardare il soffitto e non gli sfuggirono i pesanti singhiozzi che la sua amica, lì accanto, cercava di soffocare. Avrebbe voluto alzarsi e andare a sdraiarsi accanto a lei, abbracciarla e confortarla fino a quando non si fosse sfogata ma…cosa gli faceva credere di essere la persona giusta per farlo? Cosa avrebbe potuto dirle? Lui era sempre stato guidato dal denaro…voleva sempre più soldi per poter spendere sempre più soldi; non aveva mai pensato che potesse esistere un altro scopo nella vita. E ora la sua fidata amica se ne usciva con questa novità.
    “ Al diavolo Per! “ pensò McClane sbuffando “ Hai un tempismo perfetto, dannazione! Ora che abbiamo la possibilità di smettere, te ne esci con questi problemi esistenziali? Cazzo! “
    Dire che fosse furioso sarebbe stato poco eppure, se era così disinteressato alla parole di Pernilla, perché lo avevano così colpito?

    ____________________________________________________



    < Svegliati Jhon! Maledizione! Sono già le otto e mezza passate! >
    Jhon sobbalzò nel letto, scosso per le spalle da Pernilla che, trafelata, si stava cambiando di fretta e furia.
    Bell’inizio arrivare in super ritardo alla prima riunione! E per di più lui doveva essere il Capo Missione!
    Scattò veloce come un coguaro e in pochi secondi, i due ufficiali della Queen of Pain schizzavano fuori dalla loro stanza e coprivano di gran velocità il corridoio che conduceva alla Sala Tattica.
    Come prevedibile, erano gli ultimi e varcarono la soglia tra gli sguardi in parte divertiti e in parti rimproveranti dei loro nuovi compagni e del resto dell’equipaggio. Jhon aveva convocato tutti: i 5 esterni e i 21 membri dell’equipaggio. Tra quei 21, spiccavano i due batarian, il turian zoppo, una turian dal portamento elegante e un vorcha ghignante in uniforme da Devil Void.
    < Scusate il ritardo…il mio gallo è andato in ferie! > cercò di scherzare Jhon che prese posto, affiancato da Pernilla, sul lato corto del tavolo posto al centro della stanza.
    < Visto che siamo in ritardo, andiamo subito al sodo! Scopo della nostra missione è individuare e possibilmente fermare i Cavalieri del Nuovo Ordine. Ora… > disse prendendo una pausa < …alcuni di voi si staranno chiedendo perché il Consiglio si sia affidato a un pirata. > guardò prima Dom e poi Donald < Perché il Consiglio non ha fiducia nelle proprie forze regolari e sospetta che sia proprio lì che si annidi il nemico. Inoltre, grazie a qualche piccola clausola che ho inserito nel contratto, avremo una libertà di manovra presso che totale. Non dovremo chiedere il permesso a nessuno ed essendo pirati, nessuno potrà renderci il conto delle nostre azioni. > Con un gesto della mano, invitò Pernilla a proseguire.
    La ragazza chiamò il turian zoppo, di nome Tavik, che le porse un sacco di tela grezza. La ragazza lo prese e ne rovesciò il contenuto sul tavolo.
    < Queste microspie sono state trovate durante un’ispezione ‘superficiale’ della nave. Le abbiamo contate: sono 67. Evidentemente il Consiglio non si fida poi così molto di noi, non credete? > domandò con un mezzo sorriso < E fa bene a non fidarsi perché il nostro piano per individuare i Cavalieri, è diventare noi stessi Cavalieri! Io e Jhon crediamo che per infiltrarsi ci voglia troppo tempo…tempo che non abbiamo. Per velocizzare, dovremo dimostrarci più zelanti e fanatici dei Cavalieri stessi, usando i loro stessi metodi per farci notare. >
    Jhon passò in rassegna i volti dei suoi nuovi compagni < Se non avete afferrato il concetto…daremo ai Cavalieri uno spettacolo di cui resteranno affascinati: una grande, devastante deflagrazione in un luogo pubblico! >


     
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    Tysha R'ain
    Quei tizi erano i giocatori di carte più scarsi dell'intero universo... Beh forse solo l'umano di prima era più scarso, per farsi battere da loro.
    Dopo circa un'ora, nella stanza entrò anche il Krogan che era arrivato con lei e gli altri tre quella mattina. Ad occhio e croce sembrava avere più di mille anni, ma come tutti i Krogan, l'età che avanza doveva averlo solo reso più forte.
    Il bestione portava una grossa spada, insolito per uno della sua specie, ma del resto una persona normale in quella nave non c'era. Sembrava uno zoo più che un covo di pirati.
    Tysha decise di ignorare il compagno e continuò la partita con quei tre perdenti, ma poi Rotmulag le rivolse la parola.
    "Ehi asari vieni un po' qui, ti andrebbe di parlare con un povero vecchio?" disse il gigante. Tysha si girò di scatto, e lo guardò per un paio di secondi. Quella partita era una noia, ed il suo obiettivo in fondo era perdere e dare il premio, non vincere.
    "Beh, miei cari, pare che per voi non ci sia più possibilità di vittoria... Si da il caso che abbia appena vinto." Disse mostrando loro le carte ed alzandosi dalla sedia.
    "Hai delle belle cicatrici, hai voglia di raccontarmi la loro storia?" chiese poi il Krogan, e per un attimo Tysha si fermò. Odiava quando le persone le chiedevano delle sue cicatrici, e non era mai incline a rispondere, ma in quel caso l'avrebbe fatto.
    "Mi stai davvero chiedendo questo? Tra tutte le cose che potevi chiedermi... Il numero di scarpe che porto, con quanti esseri viventi, e non viventi, sono stata a letto, come ho perso i miei poteri biotici... No, mi vai a chiedere proprio l'unica cosa a cui non risponderò mai, nemmeno sotto l'effetto di dieci Ryncol. La gente dice che me le sono procurate contro uno Yahg, armata solo di pistola. Ironicamente rispondo che non è vero, che l'ho fatto a mani nude. Cazzate. La verità è che non c'è un solo fottuto motivo per cui la gente debba sapere delle mie cicatrici. Per voi Krogan sarà un vanto, ma per me non sono proprio un cazzo."
    Aprì il frigorifero e ne prese due birre, poi ne lanciò una al Krogan "Non ti offendere, bestione. Ci sono molte cose che puoi conoscere di me, molte, mooolte cose." Continuò ammiccante, mentre apriva la bottiglia di birra e se ne scolava in gola metà in un sorso. "Ma mi dispiace per te. Come mi sono procurata le cicatrici, che ti piaccia o no, non è qualcosa che dirò a qualcuno." Una volta finito di parlare, mandò giù l'altra metà di birra e lanciò la bottiglia nel cassonetto senza muoversi dalla sua posizione, poi girò i tacchi. "Con il tuo permesso, signor signore della guerra, io vado ad infilarmi in una stanza a caso... Sperando che il proprietario non mi chieda delle cicatrici." concluse senza nemmeno rivolgergli il volto.

    La mattina dopo si svegliò in una stanza con due letti, ma entrambi i proprietari giacevano su di uno insieme a lei, tutti e tre completamente nudi. Erano due umani, che molto probabilmente non avrebbero mai dimenticato quella notte. I loro corpi erano pieni di graffi, tagli, morsi e sangue, ma nonostante tutto sembravano felici. Probabilmente non andavano con una donna da troppo tempo... Tysha non ne aveva viste molte sulla nave, e quelle poche sicuramente erano più frigide di un ghiacciolo al polo nord.
    Tysha si svegliò prima di loro, e senza preoccuparsi di non svegliarli, si alzò dal letto. Mentre raccoglieva la sua veste, i due si svegliarono e si alzarono dal letto, ancora doloranti.
    "Dovreste farvi medicare." Disse loro. Non era sempre così violenta a letto, ma lo era quasi ogni volta che le chiedevano delle cicatrici. Era il suo modo di rimpiazzare il brutto ricordo della loro genesi, procurandone agli altri nel modo più piacevole possibile... Ma soprattutto il ricordo le procurava una rabbia immensa, che doveva sfogare negli unici due modi che conoscesse. Prima di uscire, andò di fronte al più carino e avvicinò le sue labbra a quelle dell'uomo, ma invece di baciarlo le morse sensualmente.
    "Ci vediamo, belli." concluse mentre apriva la porta, ancora nuda, ed indossò la veste solo una volta fuori, mentre percorreva il lungo corridoio fino alla sua stanza condivisa con gli altri quattro. Li trovò ancora tutti addormentati, effettivamente era ancora relativamente presto. La riunione con la crew sarebbe avvenuta solo un'ora dopo, così aveva tutto il tempo per lavarsi, quindi raccolse il sapone ed una asciugamano dal suo borsone, poi lasciò nuovamente la stanza.
    Non ci mise molto a trovare gli spogliatoi. Il turian zoppo le aveva dato alcune indicazioni confuse il giorno prima, ma non erano comunque difficili da trovare. Erano divisi in spogliatoi per maschi e in quelli per femmine. Le Asari non conoscevano quel concetto, essendo monosessuate, ma la galassia le riconosceva ufficialmente come donne, quindi entrò nello spogliatoio femminile. Al suo interno trovò solo una Turian intenta a lavarsi sotto il flusso della doccia. Aveva un atteggiamento altezzoso sia da vestita, che senza indumenti addosso. Infatti mentre entrambe facevano la doccia, nell'aria si sentiva chiaramente l'imbarazzante suono del silenzio. Avendo cominciato prima, la Turian lasciò per prima la doccia e poi lo spogliatoio.
    Tysha uscì dalla doccia e si legò l'asciugamano attorno al suo corpo, a coprire il seno e le parti basse, e poi lasciò lo spogliatoio. Al suo rientro in stanza, erano già tutti svegli e si stavano cambiando. Lei, esattamente come il giorno prima, si spogliò come se niente fosse ed indossò la tuta, e poi i vari pezzi aggiuntivi che formavano una corazza. Le due Carnifex alle cosce ed il Revenant sulla schiena, e Tysha era pronta a scendere in battaglia. Si chiedette cosa ne pensavano gli altri della missione, se fossero motivati o se fossero stati mandati lì non per scelta loro. Tutto ciò che sapeva era che lei non vedeva l'ora di intascare il suo compenso.
    Alla riunione, come al solito a parlare furono soprattutto McClane e Pernilla. Quest'ultima mostrò loro cosa avevano trovato dopo un'ispezione della nave: microspie. C'era da aspettarselo, ma le sfuggiva il perchè le avessero tolte. In fondo, il Consiglio aveva dato alla ciurma carta bianca, potevano concludere la missione come meglio potevano. Insomma, l'unico modo in cui avrebbero potuto indispettire il Consiglio era causando qualche macello e coinvolgendo qualche civile... Ed infatti McClane confermò questa sua teoria. Un atto terroristico bello e buono. Tysha era elettrizzata, se fosse stata umana avrebbe avuto la pelle d'oca. Invece strinse semplicemente i pugni.
    "Adesso cominciamo a ragionare, cazzo. Mi chiedevo quando avremmo cominciato a comportarci da pirati, e non da fottutissimi diplomatici. Se dobbiamo far saltare in aria qualche grattacielo, avete il mio supporto. Le esplosioni ed io andiamo molto d'accordo." Disse sempre più eccitata all'idea. Qualsiasi persona normale avrebbe reagito male, pensando al rischio che avrebbero corso dei civili innocenti. Ma a Tysha non gliene fregava proprio nulla dei civili. L'unica persona che doveva essere tutelata era lei stessa, e se per stare bene avesse dovuto far saltare un'ala della Cittadella o nuclearizzare Thessia, l'avrebbe fatto senza esitazioni.

     
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  15. ®RømaNEE Re072
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    Dominic Jeremiah Eyes
    Gale si era avvicinato, con l'intento di impiantare una discussione, cosa che rendeva felice Dominic, distrarsi lo avrebbe fatto sentire meglio sopratutto se poteva farlo con qualcuno dell'alleanza. Dai muscoli e dall'aspetto generale, sembrava davvero un tipo che amava scontrarsi o comunque servire l'alleanza. Dalle poche informazioni che aveva su Matthew riscopriva in lui un po di se stesso, tranne forse per la lunga lista di richiami fatti dai superiori, tuttavia sapeva che sarebbe stato un valido aiuto nel caso le cose si sarebbero messe male. Il trentottenne rispose all'agente sotto o pertura: «Ah! si, bere veleni cosi forti è il mio hobby preferito!» rispose sorridendo per poi lasciarlo alle sue flessioni.

    I corridoi di quella nave erano troppo uguali fra loro, sembravano cosi vuoti,cosi desolati che lasciarono un senso di angoscia nel cuore del già provato Eyes. Dopo pochi secondi delle voci, sibilanti, iniziarono a farsi sentire, stranito dal fatto che tali suono sembravano sempre più accalcarsi e avvicinarsi al soldato, Dom si poggio con le spalle al muro e strizzo gli occhi, all'improvviso il fastidioso ed assordante vociare trovò la sua fine, il soldato riaprì gli occhi e tutto sembrava tacere, tuttavia quando abbassò lo sguardo noto che stava sostando su una pozza di sangue. All'inizio sembrò spaventano, poi notò che tale liquido rosso stava gocciolando dalla sua bottiglia e quando la portò vicino al volto per ispezionarla; il veto specchiò qualcosa che fece sobbalzare l'uomo: decine di volti che urlavano sembravano mescolarsi con il liquore contenuto nell'involucro. Dominic prese a imprecare ma un attimo dopo si ritrovo a fissare una bottiglia normale contenente per meta alcool e dopo aver costatato che ai suoi piedi non vi era traccia di sangue; prese a sorridere e a fare un altro sorso.
    «Amici miei, voi non volete proprio lasciarmi eh!?» Parlò tra se e se mentre i ricordi riaffiorarono, di'impeto quei volti anonimi e quelle voci sterili, avevano trovato la loro identità nella mente dell'ufficiale. Tutti amici,compagni,sottoposti e superiori, tutti coloro che non aveva potuto proteggere, non lo lasciavano mai veramente o forse, più semplicemente, era lui a non lasciarli mai.
    "Sarà una notte lunga..." Pensò mentre da un angolo spunto il suo fidato amico Donald.

    Sai che ci sono passato anch'io? Se pensi di annegare i tuoi problemi nell'alcool, ti svelo un segreto: i problemi sanno nuotare benissimo Proferì parola Donald che ormai si era affiancato all'altro membro dell'equipaggio. Dominic gli sorrise e sollevando la bottiglia gli disse: «Non se gli tieni la testa sott'acqua!» ridacchiò alla sua stessa ironica frase. Conosceva il passato del commilitone, sapeva quello che aveva passato e a pensarci bene i due si erano incontrati in circostanzi simili, solo che all'epoca i due erano invertiti.
    Dom fisso la sua attenzione su come fosse bello poter bere "in servizio": per anni Eyes non aveva fatto altro che rispettare codici e sottostare a regolamenti, ora tuttavia afferrava quella che i pirati chiamavano "libertà", "Libertà.... Come se il suo significato fosse: fai ciò che vuoi e chissà poi cosa succederà! " per il soldato erano solo un'accozzaglia di stronzate, non era un filosofo ma di certo non era uo che considerava l'uccidere e depredare: libertà. "Solo perché uno issa la bandiera nera crede di essere liberò di sputare su tutto il resto... Ah grazie a dio sono cresciuto!" si disse mentre pensava a chissà cosa.
    Dopo un po si riprese dai suoi pensieri e ridiede importanza all'altro soldato, dicendogli: «Comunque Don, non devi darti pensiero: con l'alcool provo semplici sentimenti d'amicizia, nessun amore o ossessione» Sorrise infine per poi poggiare la bottiglia per terra ed accendersi la pipa; «Ah! Lo stesso discorso coinvolge il tabacco! Senza questi due non avrei mai superato la permanenza a scuola» Disse alludendo suoi vizzi lì presenti. Era vero, Dom non aveva mai avuto episodi di alcolismo e di fatti beveva quella volta ogni tanto e non eccedeva mai, era nella sua natura non eccedere nel fare le cose. Fin dalla scuola era quello che non si sbilanciava mai, restava perfettamente in media; e così che aveva continuato a vivere, sempre restando in medie ed eccedendo solo quando sapeva che gli sarebbe servito ed è cosi che avrebbe continuato a fare, non perché aveva paura ma semplicemente per non essere notato e per non scoprire mai le sue carte. Certo il suo difetto di esporsi troppo nelle battaglie lo aveva portato ad avere più metallo che altro ma se lo faceva, se rischiava la vita era sempre per la salvaguardia di qualcuno, li era fatto cosi.

    La mattina seguente, Dom era sveglio a fissare la sua gamba sinistra, durante l'ultima operazione era stata scheggiata ma nulla di grave, tuttavia quella mattina iniziava a dargli qualche noia. Dopo una veloce colazione: due sandwich e una specie di borraccia ricolma di liquido bianco e dopo aver ingurgitato tre o quattro pillole (probabilmente antidolorifici), Dominic andò dritto verso la Sala tattica non badando che fosse in anticipo di trenta minuti.
    All'arrivo non notò nessuno e decise quindi di appoggiarsi in un angolo buio ed incominciare a fumacchiare la sua adorata pipa. Il tempo passo e sempre più persone si unirono a lui nella sala; fece conoscenza anche con alcuni membri dell'equipaggio e infine anche Jhon e Pernilla fecero la loro comparsa. I due presero a parlare e a quanto pareva, il consiglio aveva cablato la nave ma prontamente Jhon si era disfatto di quei congegni, anche per questo c'era Mhett a fare da garanzia per le forze della cittadella.
    "Ahahahah, forse ho capito che intenzioni ha il consiglio!" un ghigno si staglio sul volto di Eyes, a quanto pareva l'alleanza ed il consiglio si assomigliavano molto.
    Il soldato ascoltò il piano dei del capitano non emettendo fiato e continuando a fumare, una volta finita l'esposizione voleva intervenire mostrando disappunto, ma preferì restarsene zitto, voleva indagare sulle reazioni dei suoi compagni, a quanto pareva l'asari fu la prima ad approvare quella follia.
    "In fondo; questo male va combattuto con un diverso tipo di male..." Pensò quasi convinto che il piano potesse avere successo, e che era meglio sacrificare qualche civile ora, al posto di perderne milioni poi, il cinismo di un tempo stava riprendendo piede nella mente di Eyes. Non voleva ferire persone innocenti, ma sapeva che in guerra si dovevano fare scelte, alcune delle quali avrebbero inesorabilmente richiesto la vita di pochi per la salvezza di altri; ma non era sempre cosi? Le persone che uccideva ogni giorno per non erano semplici dipendenti o soldati che semplicemente facevano il suo lavoro ma dalla parte opposta? E in quei casi non esitava nel premere il grilletto.... Stavolta tuttavia avrebbe dovuto colpire le stesse persone che aveva protetto fino ad allora ma, facendolo, avrebbe salvato altre. Beh comunque non era un soldato, non in quella situazione, non per combattere quei cavalieri del *****.

     
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