Terrore dallo spazio profondo

Spazio esterno del Consiglio

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  1. ®RømaNEE Re072
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    Dominic Jeremiah Eyes
    < ...nonostante evidenti problemi di feeling, Pernilla, Tysha, Donald e Dominic si occuperanno della Destiny Ascension con il resto del mio equipaggio. Mentre io, il gigantesco krogan e Gale andremo da Aria.>
    Finalmente si entra in azione! Pensò Dominic tirando un sospiro di sollievo, era contento poteva scendere in campo e fare il primo passo per prendere quei cavalieri, di fatti non era contento perché doveva distruggere la Destiny, ma perché in quel modo potevano scovare i Cavalieri e porre la parola fine a quella storia. Forse Dom avrebbe potuto fare qualcosa in più, come contattare l'Ombra, con i quali non aveva brutti rapporti, anzi per molto tempo si erano scambiati favori, ma preferì non dire nulla e non fare nulla. Non voleva tradirsi e di certo con due soldati lì vicino non avrebbe mai detto nulla. La carriera di Eyes non era stata sempre pulita, aveva fatto mille peripezie per diventare qualcuno nell'alleanza, non aveva solo affrontato l'inferno più di qualche volta, spesso si era ritrovato coinvolto con agenzie illegali, tutto pur di poter portare a casa quanti più compagni poteva, tutto a fin di bene, ma ogni cosa ha un prezzo e aveva già abbondantemente pagato ed espiato quelle pene e quegli introiti.

    Dom si strinse nelle spalle e osservo il capitano uscire suonando l'armonica a fiato, sembrava davvero un misto tra un cowboy e un pirata vero e proprio, al comandante piaceva, beh almeno in quel contesto. Eyes passo di fianco a Don e sorridendo gli fece:
    «Ottimo piano! E come già detto» disse poggiandogli una mano sulla spalla e indicando gli altri nella sala «Tu guardi le spalle a me ed io a te!?» continuò sempre sorridendo, era davvero una grancosa avere in squadra Don, voleva dire poter avere qualcuno su cui contare, e in quel contesto gli serviva davvero, già in precedenza il duo aveva fatto strage di avversari, ma lì in quella situazione, non si poteva dire chi fossero i veri amici. Alla fine gli diede una passa sulle spalle e si allontanò, mentre usciva dalla stanza, riprese la sua sua pipa contenente ancora del tabacco e l'accese con un fiammifero che, una volta usato, ripose nell'anfibio, mentre la porta si chiuse dietro di se, si senti la sua voce cantare, in maniera scherzosa: «Yohoo,la vita del pirata... Argh!» Esclamo alla fine per poi ridacchiare.

    Quando fu totalmente fuori dalla sala cercò le docce, dato che prima non aveva avuto modo di darsi una pulita, decise che era giunto il momento di rinfrescarsi un po, era stata una notte bianca e anche se il sonno non si era presentanti, era sempre meglio prevenire ogni sorta di problema, a breve avrebbe potuto sentirsi affaticato e con una gamba dolente, non era il massimo del piacere ne il massimo dell'efficacia.
    Raggiunte le docce, Dom si svesti velocemente, aveva indosso gli stessi vestiti della notte prima, dato che era stato sveglio non aveva sentito il bisogno di cambiarsi, ora tuttavia, era davvero meglio iniziare a farlo.
    Una volta aperta l'acqua fredda Eyes sentì la sua pelle indurirsi, ma gli piaceva. Odiava l'acqua calda e spesso si trovava a rilassarsi troppo, invece quella fredda lo svegliava, lo faceva restare attento anche in momenti di vita quotidiana come quella. Le gocce seguivano il suo corpo, spesso trovando dei profondi solchi, solchi che componevano un mosaico di cicatrici createsi nel tempo e nel dolore. Le cicatrici erano una dietro l'altra, qualcuna causata da un arma da fuoco, altra da armi bianche, alcune causate da schegge e poche ustioni ereditate da delle esplosioni. Gli ultimi tagli che furono toccati erano quelli sulla gamba sinistra, erano ferite fresche, forse di uno o due giorni, ricordi di quell'esperienza vissuta sulla terra nel quale due dei sottoposti di Eyes avevano quasi perso la vita.
    Le ferite che ricoprivano il corpo del soldato non facevano male, almeno non tutte e non nel senso di dolore fisico, facevano male per i ricordi che portavano, per tutti quei corsi senza vita che avevano visto... Per tutti quegli errori causati da qualche stronzo troppo in'alto per essere toccato.

    Finalmente dopo qualche minuto Dom fuoriusci dalla doccia e si avvolse un accappatoio attorno alla vita, si inginocchio nei pressi del borsone che aveva precedentemente preparato e preso dalla stanza che condivideva con gli altri membri della squadra. L'alleanza non era la migliore nel fornire vestiario, di fatti Dom era abituato a vestire con la divisa da ufficiale, ma ovviamente non era proprio il caso di indossarla, anche perché non l'aveva portata, così dopo ave indossato l'intimo, velocemente indossò dei vestiti identici a quegli che portava la notte precedente; stessa canotta, stesso Jeans,stessi anfibi e anche la felpa assomigliava molto a quella precedente, tranne per un dettaglio, questa raffigurava dietro alla schiena una volpe con in bocca una baionetta e portava tracce di quello che poteva essere un acronimo, ormai la scritta era troppo sbiadita per essere letta. Una volta pronto e con cappuccio alzato sulla testa, Eyes si apprestò a tornare in camera, mentre sollevava la borsa, ora piena dei vestiti usurati; qualcosa di metallico fuoriuscì dal borsone e fini a sbattere sul pavimento un paio di volte, Dom tuttavia non la senti e continuo il suo incedere.



    Edited by ®RømaNEE Re072 - 31/1/2015, 00:07
     
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    Donald Russell
    -Pensaci...i tuoi superiori ti avrebbero ascoltato nel tuo esercito?-
    Donald Sorrise a McClane -non mi ascoltano ma di solito faccio di testa mia- un fugace pensiere rivolto a Gale: anche con lui ci fu uno screzio di questo tipo... Donald era un tipo testardo quando si trattava di fare la cosa giusta e non sopporta i compromessi se venivano a intaccare la sua morale. Questa parte del suo carattere aveva decisamente, nonostante il suo eccelente curriculum, rallentato la sua carriera. Donald a quest'ora poteva essere Maggiore invece che Tenente Capo ma a lui poco importava.
    McClane uscì dalla stanza mentre Domincic passò di fianco a lui -Ottimo piano! E come già detto- disse poggiando una mano sulla spalla -Tu guardi le spalle a me ed io a te!?- disse Sorridendo e indicando gli altri pseudo-compagni
    Donald non ricambiò il sorriso, era ancora stranito per le parole di Dom di poco fa. L'amico diede una pacca sulla spalla a Donald e si allontanò.
    Il Tenente lo guardò allontanarsi: avrebbe voluto parlargli, chiedere spiegazioni delle parole di poco fa, capire cosa gli era successo, ma per il momento sorvolò... doveva agire: Chiamare Giada e sopratutto restare concentrato...
    -Russell spero vivamente che tu mantenga la tua parola- Le parole di Gale lo fecero girare
    Donald guardò Gale negli occhi -Lo spero Gale...Quello che mi preoccupa di più sono le nostre due signore e sopratutto lei- indicò con la testa l'Asari -è una psicopatica del cazzo...ma almeno ci sono io a tenerla d'occhio- sorrise.
    I suoi occhi tornarono a guardare quelli di Gale -hai la mia parola che farò di tutto perchè nessuno si faccia del male- il tono e lo sguardo erano seri e decisi.

    Tornò nella sua stanza poco dopo... si tolse la sua giacca dell'alleanza. In Fondo l'aveva messa proprio perchè seccato che una pirata del cazzo che sbandierava libertà di qua e di là gli dicesse quello che doveva o non doveva fare.
    Prese un' altra giacca e se la mise... ora era il tempo di incontrare Giada... La ragazza era brava anche se molto inesperta e gli seccava coinvolgerla, anche se in parte, in questa storia ma era l'unica di cui davvero si fidava.
    Prese la sua Carnefix ed uscì dalla stanza dirigendosi verso l' uscita passando per le doccie dove vide uscire Eyes con un borsone in spalla. Qualcosa di metallico fuoriuscì dal borsone cadendo nel pavimento di quella lurida nave.
    Donald si avvicinò e vide che si trattava di una medaglietta insanguinata con un nome inciso "Romano Livio". Donald conosceva l 'Artigliere capo Livio Romano, avevano combatutto fianco a fianco durante i fatti della Sulaco e sapeva che era tra i migliori amici di Dom... quella medaglietta insanguinata poteva significare una cosa Sola
    Donald chiuse gli occhi e strinse forte tra le mai la medaglietta -Hey Dom!- Chiamò
    Appena Eyes si girò, Donald gli lanciò la medaglietta -L'universo non è perfetto, ma cercare di isolarsi da tutto con il cinismo non è una gran soluzione...- si avvicinò all'amico -Il Dom che conoscevo io non avrebbe mai avvallato un piano del cazzo come quello... e nemmeno quello che conosceva Livio-

     
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    Tysha R'ain
    Fu colta alla sprovvista da quella esplosione biotica, ma non ottenne l'effetto che Gale sperava. Tysha si alzò da terra ed afferrò una sedia che lanciò con violenza verso l'uomo, senza però colpirlo. Doveva essere solo una distrazione per l'umano, così che potesse trovarsi indisturbata di fronte a lui. Mentre Gale era impegnato a disfarsi della sedia, Tysha era già sul tavolo, e con un salto si lanciò verso di lui, mancando però il colpo. A quel punto raccolse un pezzo della sedia, ormai rotta, e decise di usarla a mo di mazza.
    "Ma guarda un po', il nostro mercenario qui ha la lingua più lunga del suo cazzo" disse con un tono aggressivo, mentre agitava l'asta di metallo nella sua mano. "Credi di essere superiore grazie ai tuoi fottuti poteri biotici, eh? Scommettiamo che la tua magia del cazzo non impedirà a questo palo di finirti in mezzo al culo?"
    Tysha era furibonda. Certo che quel Gale sapeva farci con le parole tanto quanto che con i fatti. L'aveva chiamata bambola, pazza sfigurata e l'aveva addirittura scagliata contro un muro con i suoi poteri biotici. L'Asari non poteva sopportarlo. La furia la portò a sferrare diversi fendenti dritti verso la faccia dell'uomo, ma non riuscì a colpirlo nemmeno una volta. Probabilmente ci sarebbe riuscita in condizioni normali, ma la rabbia la portava a sbagliare... E la rendeva più forte. Matthew sembrava non avere speranze contro l'ultimo fendente verticale, troppo veloce per poter essere parato, troppo forte per poter lasciare qualcosa di intero nel suo cranio. Ma la fortuna sembrava girare dalla parte di Gale: McClane intercettò il braccio di Tysha e, non senza fatica, lo fermò.
    "La volete finire?" Disse il pirata "Non siete qui per farvi a pezzi tra di voi, nè per fare un buco nello scafo della nave. Perciò datevi una calmata, se non volete che vi metta il guinzaglio. Nel tuo caso, dolcezza, l'idea non mi dispiacerebbe."
    Tysha riuscì a calmarsi quasi istantaneamente, e lasciò cadere a terra la mazza.
    "Questa volta ti è andata bene, Gale. Spera solo di non essermi di intralcio, sul campo di battaglia, potrei scambiarti per un nemico." minacciò. Nei suoi occhi scorreva rabbia a fiumi, i suoi pugni erano serrati e l'adrenalina le percorreva tutto il corpo rendendo i suoi sensi ipersensibili. Se McClane non l'avesse fermata, probabilmente non sarebbe rimasto granchè di Gale da restituire ai familiari, e lo stesso valeva per lei se l'umano avesse avuto la meglio, con la differenza che lei non aveva familiari a cui potessero restituire i resti.

    Quando la situazione tornò a raffreddarsi, McClane illustrò il piano definitivo, e a quanto pare era stato abbastanza intelligente da mettere Tysha e Gale in due team diversi.
    "Mi piace, capo. Facciamo esplodere questa benedetta nave. Adesso però se non c'è altro, vado a prendere un po' d'aria." Disse senza nemmeno aspettare la risposta. Si girò semplicemente di spalle e si incamminò verso l'uscita. In quel momento avrebbe potuto distruggere l'intera nave, ma si rendeva conto che ne avrebbero rimesso tutti, lei compresa, quindi decise di sfogarsi nella sala allenamenti della nave. Alcuni pirati erano già lì ad allenarsi, ma ciò che interessava a lei era libero: un enorme sacco da boxe.
    Sganciò tutti i pezzi di armatura dal suo corpo, lasciando solo la tuta termica, e cominciò a bersagliare di pugni il sacco. Immaginò la faccia di Gale su di esso, e lo immaginava sanguinare. E man mano che sanguinava, Tysha picchiava più forte, sempre sempre più forte, fino a che uno dei quattro gancetti che sorreggevano il sacco non si staccò. A quel punto si rese conto che i suoi muscoli erano al massimo dello stress, e decise di fermarsi. Entrò nello spogliatoio, e tolta la tuta si infilò sotto la doccia. L'acqua bollente sciolse tutta la tensione e fece scivolare via la rabbia. Una volta finita la doccia, l'Asari era nuovamente la donna che si era svegliata quella mattina, non quella che era diventata a causa di un mercenario qualunque. E la vista di Pernilla che si incamminava verso di lei la portò sempre di più verso la giusta strada.
    Quando furono quasi l'una di fronte all'altra, Tysha fece per aprire bocca, ma a parlare per prima fu la piratessa.
    "Nessun problema biondina. Sei tu il capo... Beh, il vicecapo." rispose l'Asari alle scuse di Pernilla "Se hai voglia di sciogliere la tensione, sai dove cercarmi." Concluse continuando la sua strada verso il dormitorio. Le parole della piratessa le fecero molto piacere, erano inaspettate quasi quanto la sua reazione quella mattina. Tutto andava per il meglio per Tysha, come sempre. Tysha vinceva sempre. Poteva sembrare sconfitta o in difficoltà, ma era tutta questione di tempo. Tysha vinceva sempre, e Tysha avrebbe vinto.

     
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  4. ®RømaNEE Re072
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    Dominic Jeremiah Eyes
    -Hey Dom!- La voce di Don fece girare il soldato che afferrò al volo l'oggetto lanciatogli dall'amico, lo esamino mentre il suo interlocutore continuava a parlare, la medaglietta portava ancora i segni della scorsa battaglia, il sangue si era talmente indurito e incrostato che era stata un'impresa toglierne tanto da far vedere quantomeno i dati. Livio era morto cercando di emulare il suo comandante, ovvero cercando di salvare una vita, ma di solito non era la sua, lui era abituato al pericolo, era sempre stati così; era lui quello che veniva quasi ucciso in missione per salvare i suoi ragazzi, mai era stato il contrario, ma a quanto pareva le cose cambiavano.
    «Ah! Ti sbagli...» Disse poggiando il borsone per terra, per poi piegarsi su di esso e tirare furi un fascio di piastrine di identificazione, erano tante, la maggior parte erano di marine che non aveva combattuto sotto i suoi ordini ma che erano stati al suo fianco, alcune erano di superiori, altri di reparti diversi, ma ognuno di quei pallidi oggetti prima aveva un volto, ora erano semplicemente dei pezzi di metallo che componevano i pezzi di anima di Dominic.
    «Purtroppo certe volte è lecito sacrificare per vincere... Ed io punto sempre a vincere» Disse con un sorriso intriso di tristezza, poi aggiunse al mucchi la piastrina di Livio, prima la guardò e sorrise, poi raggruppo il malloppo e lo mise in una tela rossa che chiuse accuratamente.
    «Non sono un buon samaritano, come dire... In guerra , si manifestavo tutte le emozioni peggiori dell'uomo.... Tutti i suoi lati negativi. E' facile dimenticare che cos'è il peccato, in mezzo ad una battaglia» Sorrise sinceramente per poi chiudere anche la grossa borsa e mettersela sulle spalle, poi si volto e prima di andare nella sua camera disse serio «Grazie comunque, e ora scusami ma vado a mettermi qualcosa di carino» Sorrise alla fine citando Livio, alla fine entrò nella stanza e si sedette.
    Dalla borsa tirò fuori la sua corazza, da poco modificata, era la sua vecchia gladietor e ne ricordava di scontri: bastava guardare quante fossero le scheggiature. La indosso velocemente ed infine provò il casto, la visiera era leggermente inclinata a causa di un esplosione, ma nulla che impedisse di combattere, poi lo tolse ritornò a sedersi ispezionando con lo sguardo le armi che si era portato dietro: il suo vecchi ma ottimo M-7 Lancer, un M-23 Katana,
    un M-29 Incisor, delle granate e la sua inseparabile M-5 Phalanx, tutto l'occorrente per una festa con i fiocchi, per quanto sarebbe arrrivato il momento: sarebbe stato pronto. Siaccese per l'ennesima volta la pipa mentre osservava la porta perdendosi nei ircordi.
    Il flashback tornò ai tempi dell'addestramento; aveva 18 anni quando aveva finito l'accademia e si era lanciato verso la carriera militare. In quei tempi si sentiva carico, si sentiva nel giusto, si sentiva un eroe; un soldato pronto a proteggere e servire l'umanità, insomma giovane e ingenuo. Il corso di addestramento fu duro, ma lui teneva duro ogni giorno contro il sergente istruttore Dizz, gli faceva ingoiare merda ogni giorno e solo molto tempo dopo capì quello che faceva: si faceva odiare per poter far coalizzare le reclute facendone cosi una squadra e cavolo se c'era riuscito. Quei nove mesi furono i duri ma alla fine ne uscì come uno dei migliori, ma il ricordo fu dolorosa per un altro motivo: i suoi compagni di corso, dopo quattro anni erano tutti stai intombati e quella fu la prima crepa profonda che il suo cuore dovette rivere. Col tempo si adatto ma più andava avanti più gli insegnamenti del suo mentore sembravano svanire, insegnamenti incentrati sulla fedeltà e l'onore divennero mere parole gettate al vento.
    Tutto quel tempo sul campo di battaglia portarono a credere i medici che Dom fosse perennemente sotto stress e cosi era, mai la sua pressione era stata stabile e mai i suoi pensieri si erano distaccati da qualcosa di diverso dal combattere, ma era per quello che trasformavano civili in soldati, in macchine da guerra che avevano il solo scopo di farsi divorare da quel male chiamato guerra, cosi era e cosi gli stava bene. Ma mai aveva pensato a quella situazione, su di una nave pirata prendere ordini e decisioni da qualche pazzo che era stato cosi debole da cedere al solo bene materiale, tanto meglio; aveva sempre Don su cui contare, almeno in quella situazione era indispensabile, era sicuro che anche Mett quando fosse giunta l'ora, si sarebbe dimostrato un valido alleato.



    Edited by ®RømaNEE Re072 - 6/2/2015, 19:34
     
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    Ambientazione
    Pernilla osservava Jhon mentre quest' ultimo preparava il suo borsone per quella trasferta estemporanea su Omega. La ragazza se ne stava con una spalla appoggiata contro la parete e teneva le braccia intrecciate sotto i seni.
    Da quando avevano iniziato la loro avventura da pirati, era la prima volta che i due si separavano ma, soprattutto, era la prima volta in cui Pernilla veniva totalmente investita da poteri di comando.
    Questa cosa, rendeva la ragazza piuttosto agitata e a Jhon non sfuggiva l'inquietudine della sua amica.
    Anche Jhon era pensieroso, non per se stesso, non lo era mai per se stesso, ma per Pernilla.
    Quella missione aveva scatenato nella ragazza un terremoto di emozioni; senso del dovere, ricordi di un passato impossibile da dimenticare ma anche voglia di riscatto e di cambiamento. Jhon pensava che Pernilla vedesse in quella missione un'occasione per potere dare una svolta alla propria vita.
    Pernilla era la donna più tosta e dura che Jhon avesse mai conosciuto ma era anche tanto fragile e bisognosa di attenzioni.
    < Per, cosa ti turba? > domandò Jhon ad un tratto mentre chiudeva la zip del borsone.
    La ragazza si strinse nelle spalle senza dire una parola ma il suo occhio parlava per lei. < Non ti preoccupare... > la rincuorò Jhon < ...sarai una bravissima comandante. Che dici? Abbraccio di incoraggiamento? > aggiunse allargando le braccia sorridente.
    Pernilla sembrava non aspettare altro e, veloce, andò ad accoccolarsi tra le braccia di Jhon che la strinse forte a se, accarezzandole i profumati capelli biondi. La ragazza se ne stava lì, con le mani e il volto appoggiati al petto di Jhon e si sentiva al sicuro.
    < Cosa penserebbe l'equipaggio se mi vedesse così? Altro che bravissima comandante... > dise Pernilla scherzosamente.
    < Bambina, è una cosa del tutto umana quella che ti sta succedendo...cosa credi, che io non mi sentissi come te la prima volta che mi hanno chiamato Capitano? > delicatamente la scostò da se, contro voglia perchè l'avrebbe abbracciata volentieri ancora a lungo < Lo vuoi qualche consiglio? > le domandò gentile ricevendo un cenno d'assenso da Pernilla < Del nostro equipaggio non ti devi preoccupare: ti rispettano e, a loro modo, sono tutti affidabili; in particolare Tavik, Nyala [la turian altezzosa] e i nostri due batarian ambigui. Quanto ai tuoi nuovi compagni di squadra, so che Tysha ti piace...piace anche a me quel diavolo asari! Ogni volta che la vedo mi viene voglia di leccarle tutte le cicatrici...sperando ne abbia anche in posti "segreti"...ma fai attenzione! E' una persona piuttosto violenta e non esiterebbe a pugnalarti alle spalle se per lei fosse conveniente. Con Donald non sei molto in sintonia ma non è cattivo...si disegna così da solo! Di lui ti puoi fidare anzi, accetta i suoi consigli anche se magari non ti piacerà il modo in cui li esprime. Infine, se hai dubbi, paturnie, non sai cosa sia giusto o sbagliato fare...insomma, per ogni cosa cerca appoggio in Dominic. E' disilluso e determinato ma ha un gran cuore nascosto da qualche parte. Tutto chiaro? >
    Pernilla sbuffò divertita a quella paternale < Tutto chiaro...tu piuttosto, stai attento su Omega. >
    < Tranquilla Bambina...non tutti possono contare su un krogan gigante armato con una spada ciclopica, un presunto mercenario con poteri biotici eccezionali e poi c'è il Devil Void con me! Io sono in una botte di ferro! >

    Jhon arrivò alla navetta dove già si erano sistemati Ratmulag e Gale. Si mise in mezzo a loro e diede una pacca sulle spalle ai due < Ci divertiremo su Omega...conosco alcuni localini piuttosto esuberanti dove ce la spasseremo alla grande! Ovviamente, dopo che il nostro amico krogan avrà convinto Aria a stare al gioco. > Si accomodò meglio sul sedile e trasse la sua armonica di tasca. Certo, Pernilla non era lì per sentirlo suonare ma la semplice azione di portare lo strumento alla bocca, gli dava l'impressione di avere vicino la sua amica.
    < Kreet! Possiamo partire! > ordinò al vorcha prima di cominciare il suo concerto che interruppe quasi subito per rivolgersi ai suoi due compagni < Spero non vi dispiaccia un po' di accompagnamento musicale! >

    I consigli di Jhon erano serviti a Pernilla per calmarsi un po'.
    Consultò Tavik che, grazie alle sue conoscenze tra le file dei Sole Blu, si era già procurato l'esplosivo necessario a fare brillare la Destiny Ascension dopo di che, si diresse verso la camerata che ospitava i suoi nuovi compagni di squadra; fortunatamente erano tutti presenti. Bussò sullo stipite per attirare la loro attenzione < Tavik ha recuperato abbastanza esplosivo per disintegrare Tuchanka...appena Donald ci darà il via libera, entreremo in azione. > si interruppe qualche secondo, in preda all'indecisione. Doveva trattarli da sottoposti o da quasi pari grado? Jhon cosa avrebbe fatto al posto suo? Ruppe gli indugi, decidendo che ora era lei a comandare e avrebbe agito come preferiva: li avrebbe trattati come dei consiglieri e non come dei semplici membri del suo equipaggio. < Ho pensato di dividere l'equipaggio in 4 squadre a capo delle quali ci sarà uno di noi...non so se per voi va bene ma avevo pensato di affidare alla squadra di Tysha la sorveglianza del perimetro onde evitare spiacevoli inconvenienti; la mia squadra si occuperà di minare la parte anteriore dello scafo, a Donald la parte centrale e a Dominic il blocco motori. Nel mio equipaggio ho 3 o 4 esperti in demolizioni, ce ne sarà uno per ogni squadra addetta al posizionamento delle cariche. Nella squadra di Tysha, invece, ci saranno i miei migliori soldati...sono due batarian, non credo ti daranno problemi. Che ne dite? Andiamo a prendere i Cavalieri? >
    Rimase in attesa delle risposte dei tre, domandandosi se non fosse stata troppo docile o se avesse dato impressione di essere insicura.



    Edited by hellequin81 - 8/2/2015, 21:22
     
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  6. Kralag Tritus
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    Urdnot Rotmulag
    Quando fu tutto finito per Rotmulag non vi fu più il motivo di restare, per tutto il tempo rimase in silenzio sulle sue non voleva creare più astio di quello che c'era nell'aria, una volta uscito torno ad ingobbirsi per passare nei corridoi della nave con la spada che tintinnava e cozzava sulle pareti, e si diresse in sala mensa arrivato li tentò di prepararsi una di quelle razioni preconfezionate ma fu interrotto da un messaggio che lo avvertiva di partire immediatamente "Neanche il tempo di mangiare mi danno" rimise il cibo nel contenitore e lo rimise al suo posto e frettolosamente si diresse nell'hangar.
    Appena arrivato il pilota vorcia era piegato su di un portello e sterno a riparare una perdita nella navetta mentre Gale era già al suo posto, Rotmulag si mise ad un posto di distanza per paura di occupare tutto lo spazio sgancio la sua spada e sempre tenendola per l'elsa, fece sbattere la punta per terra cosi da potersi sedere per poi poggiare anche l'elsa sul sedile accanto a lui per non doverla reggere tutto il viaggio <<manca solo l'ospite d'onore>> disse a Gale una volta messo comodo non fece quasi in tempo a finire la frase che Jhon entro con quel suo fare allegro, una volta partirti Rotmulag con il suo solito Zippo rovinato si accese un'altro sigaro <<vi da fastidio se fumo>> mentre espelleva la nicotina dalla sua enorme bocca, <<spero tu abbia un buon piano>> continuo tirando di nuovo una bella dose di nicotina <<se conosco aria... E la conosco! non farà niente per niente, dovrà esserci un bel tornaconto per lei>> concluse espellendo la nicotina che pervase l'aria.

     
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  7. Matt360
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    Matthew Gale


    Guardò Tysha con sguardo disgustato e compassionevole, credeva davvero di essere cosi forte? Certo era una pericolosa mina vagante, una fottuta pazza psicopatica ma di certo non gli faceva paura. Non con tutta l'esperienza che aveva alle spalle, la migliore istruzione i migliori addestramenti e sopratutto i migliori impianti biotici sul mercato. Gale non aveva paura di ammetterlo i genitori avevano speso tutto per lui il loro unico figlio, ora invece la situazione si era capovolta, ora era lui che ricambiava i genitori con fiumi di crediti e di agi ma secondo lui era sempre troppo poco per i suoi amati genitori.

    Accennò un sorriso beffardo e usci dalla stanza, la sveglia presto la mattina gli permetteva sempre di organizzarsi quindi non aveva alcuna necessità di fare altro. Si stiracchiò quando la porta si chiuse e si diresse verso la navetta e si sedette incrociando gambe e braccia abbassò il capo poco dopo arrivò l'altra parte dell'allegra brigata, ma a lui non interessava granchè doveva solo tenere d'occhio McClane, e impedire che questi svitati concepissero altre idee bizzarre come quella di sacrificare innocenti.

    Quando entrò Kralag sorrise e fece un cenno con la mano mentre annuiva " Eh già spero solo che si sbrighi " Il fare allegro e spavaldo di McClane lasciò Matt leggermente stupito, non sembrava stesse per imbarcarsi in una missione importante. No .. lui stava andando al Luna Park ... Immediato fu il pensiero verso Udina - Si nota che stai li solo grazie ai calci in culo razza di coglione -

    Si girò verso McClane e lo guardò perplesso " Se Aria veramente ci concede il suo aiuto non penso che ci sarà occasione di stare li a spassartela McClane .. avrai tempo di grattarti le palle a fine missione " scosse il capo in segno di disapprovazione

    La piccola navetta, McClane e i suoi amichetti e il fumo del sigaro ... cosa poteva andare peggio? Matt si sventolò un secondo con la mano e poi prese il casco attivando i filtri d'aria " Non ti preoccupare krogan continua pure "


     
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    Donald Russell
    Donald vide Dominic allontanarsi, incapace di dire altro e ricordando come si sentiva lui prima di conoscere quell' uomo: all'epoca non provava più nulla. Nessuna emozione. Rabbia, paura, dolore, amore... era tutto cancellato. La vita... tutto quello che lo rendeva veramente vivo e che lo distingue dalle macchine. L'orrore di Dom per la morte dei suoi amici, in fondo, lo faceva sentire vivo... lo rendeva ancor più cosciente della sua vita... bella o brutta che sia... inutile... ridicola... forse senza scopo... solo un istante nell'eternità... ma un istante da vivere, comunque.
    Uscì dalla Queen of Pain.. la regina del Dolore. Sorrise un'istante...Prima l'aveva definito "un nome del cazzo" ma ora, forse, era il nome piu appropriato. Il sorriso di prima si trasformò presto in tristezza... chiuse gli occhi e vide il volto di suo fratello sorridente "A volte è più difficile privarsi di un dolore che di un piacere" si disse lasciando definitivamente l'hangar

    Donald tornò con il corpo pieno di lividi... solo grazie all'uso di medigel poteva essere in piedi. "cazzo! Quel krogan era peggio di un tir" pensò mentre cercava di mettersi una t-shirt pulita.
    Tranne Gale e Rotmulag, che erano in viaggio per Omega, gli altri si trovavano tutti dentro la camerata... ognuno indaffarato con le proprie cose, mentre Donald stava sdraiato sopra il suo letto.
    Qualcuno stava bussando per attirare la loro attenzione, era Pernilla. Donald si mise seduto, sentiva ancora un po di dolore. subito dopo la comandante in seconda incominciò a dettare le istruzioni "dell'operazione Destiny".
    Donald si mise in piedi -Sarete anche bravi a fare i pirati ma come terroristi fate proprio cagare- disse
    Pernila lo fulminò con gli occhi -cosa vuoi dire?- disse cercando di essere piu calma possibile
    -Il nucleo a Eezo, tesoro... Se esplode quello ci sarebbe una reazione a catena di proporzioni catastrofiche... non solo salterebbe la Destiny ma tutti gli hangar vicini e oltre... compreso noi e questa meravigliosa nave- disse girandosi su se stesso con le braccia allargate a metà altezza... per poi tornare a guardare la donna.

     
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    Tysha R'ain
    Pernilla aveva deciso la formazione delle squadre, ma aveva saltato un piccolo particolare. Una esplosione capace di danneggiare la Destiny Ascension, avrebbe quasi sicuramente coinvolto anche il suo nucleo ad elemento zero, causando una esplosione nucleare che avrebbe ucciso non solo gli abitanti di quel quartiere, ma anche loro stessi. Tysha alzò la mano quasi timidamente "Il piano è perfetto, tranne per una cosa. Il fottuto nucleo eezo. Non so te, Pernilla, ma io ho ancora tutta una vita da vivere." disse l'Asari, e poco dopo Russel appoggiò il suo pensiero con una frecciatina nei confronti di Pernilla ed i suoi pirati. Gli animi erano già abbastanza infuocati, e se le cose fossero andate storte Tysha avrebbe potuto dire addio ad i suoi soldi. Solo ora capiva quanto fosse stata stupida ad aggredire Gale. No, non se ne pentiva affatto, se c'era una cosa che la eccitava più dei soldi, era il sangue. Ma in quel momento aveva più bisogno dei primi che del secondo. Quindi decise di interrompere sul nascere il conflitto Pernilla-Donald, proponendo un'idea folle ma probabilmente l'unica che li avrebbe portati a qualcosa di utile.
    "Ci serve un artificiere esperto, e si da il caso che io ne conosca uno."
    Con il suo factotum proiettò un'immagine olografica al centro del tavolo. Un Turian maschio di circa mezza età, vestito di una corazza pesante nera.
    "Quilio Dexicus, Turian biotico, ed ex militare della divisione Cabal. Eccellente biotico, ed artificiere eccezionale. Se lo portiamo dalla nostra parte, ci penserà lui a far detonare le cariche in modo da non colpire il nucleo..."
    Tysha si fermò un attimo. Ciò che avrebbe detto successivamente, probabilmente non sarebbe piaciuto a Pernilla, e probabilmente nemmeno agli altri. "C'è solo un piccolo problema." Sempre col factotum fece scomparire l'ologramma di Dexicus, per poi materializzare subito dopo quello di un edificio gigantesco. "Dexicus è stato catturato qualche mese fa ed imprigionato nella prigione di massima sicurezza Calpnius, nella fascia di Attica. Si trova su un pianeta del cazzo che probabilmente non si trova nemmeno sulle mappe stellari, ma la prigione sta avendo sempre più fama. Non sarà difficile trovarla, il problema sarà fare uscire Dexicus senza lasciarci la pelle, ma se ci riusciamo ci sarà riconoscente e ci dovrà aiutare. E' una fottuta missione suicida, ma siamo dei pirati adesso, non troveremo altri artificieri disposti ad unirsi alla causa."
    La verità era che Quilio era un suo vecchio amico, ma cosa più importante, le doveva una montagna di soldi. Liberandolo ci avrebbe solo guadagnato.

     
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  10. ®RømaNEE Re072
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    Dominic Jeremiah Eyes
    Quando Pernilla bussò richiamando l'attenzione dei presenti in camera, Dom si riprese dai suoi pensieri e per qualche secondo si dimentico anche di ciò che aveva pensato l'attimo prima, poco importava; ora era lì pronto ad ascoltare un pirata e anche a combatterci affianco, almeno cosi pareva.
    Il soldato ascoltò attentamente il piano della donna sbuffando di tanto in tanto del fumo dalla bocca, il tabacco nella pipa era quasi finito ma era inutile continuare a fumare, a breve sarebbe dovuto scendere in azione e con troppo fumo nei polmoni; la prestazione di combattimento sarebbe stata inferiore al normale e quest non gli piaceva per nulla. Nel discorso di Pernilla non vi era indecisione e nemmeno arroganza, non stava dando ordini ma nemmeno chiedendo pareri; semplicemente esponeva un piano che poteva essere opinabile; il che fece sorridere Dom, aveva sottovalutato il pirata che gli stava di fronte: forse aveva il controllo su se stesse, abbastanza da poter mettere guidare, almeno a parole, quel gruppo misto di persone, ma questo er solo un piccolo inizio.
    Donald disse qualcosa riguardo il nucleo ad Eezo, per Dom invece non era un grosso problema, avrebbero potuto utilizzare i trasmettitori a lungo raggio per inviare abbastanza radiazioni da attivare le cariche, certo avrebbe fatto enormi danni collaterali; per non parlare dei civili che potevano rimanere coinvolti, ma la cosa non lo toccò, anche i civili morti potevano definirsi danni collaterali.
    Quilio Dexicus Qualcuno pronunciò quel nome e immediatamente Dom si girò verso la voce che aveva proferito tali parole, si irrigidì e strinse i pugni mostrando chiaramente il suo disprezzo verso tale turian, perché si, lo conosceva e anche bene.
    Il comandante aveva già affrontato quell'essere, era uno dei pochi avversari che non aveva potuto assicurare alla sua giustizia, qualcuno durante l'operazione di cattura l'aveva preso prima di lui, ma sapeva bene che se gli fosse capitato tra le mani una seconda volta, non avrebbe esitato a prendere la sua vita. Dom fece una smorfia e cerco di calmarsi, era un'occasione d'oro, avrebbero potuto attuare il piano con maggior sicurezza e alla fine della storia; Dom avrebbe potuto anche eliminare quel bastardo una volta per tutte.
    «L'Asari ha ragione» intervenne, non senza sentire un brivido dietro la schiena, non era stato facile dire quelle parole, «Non abbiamo molto tempo dalla nostra, ma io conosco l'ubicazione di quel pianeta e con un po di fortuna non avremo nemmeno bisogno di combattere, e poi» disse sorridendo «cosa abbiamo da perdere!?»
    Aveva un piano, quella prigione era tosta da assaltare, ma i contatti di Dom avrebbero potuto far evadere il carcerato senza troppi problemi, e nel caso scontri, una bella rivolta in massa non sarebbe stata una grossa problematica da gestire, conosceva bene quel posto e sapeva di poter concludere il tutto senza troppi problemi, una volta portato fuori il pacco; avrebbero potuto far saltare l'ascension e se tutto avrebbe filato come Dom credeva, anche la testa di Quilio avrebbe seguito il destino della corazzata.

     
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    Banshee

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    "Quilio Dexicus? Che nome del cazzo!" pensò Pernilla sentendo quelle parole.
    Era stufa di stare dietro a quei rompi palle!
    Solo Dominic sembrava avere capito che degli effetti collaterali, visto quello che stavano facendo i Cavalieri nel frattempo, c'era poco da preoccuparsi. Fondamentalmente, non le interessava nulla di fare alla svelta: i suoi soldi li avrebbe avuti a prescindere da quanto tempo avessero impiegato a stanare e fermare i Cavalieri.
    Si strinse nelle spalle alle rimostranze di Donald e Tysha < Come volete! Io non ho fretta di fermare i Cavalieri...anzi, non me ne frega un cazzo! Andiamo a prendere questo turian dal nome stupido. > indicò Dominic che sembrava avere già in mente un piano per prelevare Quilio < Tu penserai a come tirarlo fuori da quella prigione. E voi due, lo aiuterete a studiare un piano. Fosse per me, farei saltare per aria anche tutta la Cittadella. Solo una cosa: non voglio rischiare la mia vita e quella del mio equipaggio in questa missione. Inventatevi qualcosa che non preveda combattimenti in caso contrario, scordatevi il nostro aiuto. E questa non è una richiesta: è un ordine! Io comando, io decido. Fine della storia! >
    Si voltò e si diresse verso la cabina di pilotaggio dove Nyala - la turian dal fare altezzoso - aveva momentaneamente sostituito Kreet nel ruolo di pilota. < Fai rotta per Calpnius. Andiamo a prendere un tuo compatriota esperto artificiere. E mettimi in contatto con Jhon. >

    Nyala scosse la testa: non aveva nessuna voglia di affrontare quel viaggio e non vedeva l'ora di fare saltare per aria la Destiny Ascension. La turian, oltre che secondo pilota, era anche una degli artificieri della nave. Si riteneva la migliore artificiere della Galassia e non capiva a cosa servisse un altro per fare il suo mestiere.
    Il volto gioviale di Jhon apparve alcuni istanti dopo. Pernilla lo ragguagliò sul cambio di programma esternando il proprio disappunto per quella che riteneva una questione da poco.
    < Capisco. Beh, lasciagli fare come preferiscono. Ogni giorno che passa, sono vittime in più fatte dai Cavalieri ma a quanto pare l'unica cosa che loro vogliono è non sporcarsi le mani personalmente. Assecondali e non farti il sangue amaro, ok? > la tranquillizzò Jhon.
    < Ok. E voi? Siete arrivati su Omega? >
    < Siamo arrivati e pronti ad entrare in azione. Ho mandato Ratmulag da Aria per avere un incontro: il krogan la conosce, non gli dirà di no. Quanto a Gale, non mi fido di lui quindi lo terrò all'oscuro del mio piano. >
    Si lasciò andare a un largo sorriso che Pernilla conosceva fin troppo bene.
    La bionda lo osservò preoccupata < Jhon! Come intendi convincere Aria a stare al gioco? >
    < Nel modo più semplice possibile: la minaccerò! Ho già mandato Kreet a trovarsi un bel posto da cui tenere sotto tiro l'After Life. Ci sarà da divertirsi, peccato tu non sia qui. >
    < Fai attenzione Jhon...non si scherza con Aria. Quella è capace di darti la caccia per mille anni. >
    < Tranquilla Bambina! Quando finiremo questa missione, con tutti i soldi che faremo, spariremo dalla Galassia...neanche Aria ci troverà. > Jhon stava per chiudere la conversazione prima che Pernilla potesse ribattere < Ah...Per...un'ultima cosa! > si avvicinò allo schermo e lo baciò < Mi manchi...a presto! >

    Come previsto, Aria aveva acconsentito ad incontrarli. Quando arrivarono all'After Life, vennero perquisiti e privati di qualsiasi arma; Jhon lo sospettava e per questo era andato già disarmato se non per la sua inseparabile armonica.
    Salirono le scale fino a trovarsi al cospetto della Signora di Omega. L'asari dava loro le spalle, osservando altezzosa ciò che succedeva nel locale.
    "Un vero pallone gonfiato!" pensò Jhon.
    < Ho acconsentito a questo incontro solo per rispetto verso Ratmulag ma non ho tempo da perdere. Vi do 5 minuti. >
    Jhon prese la sua armonica e le diede una soffiata dentro, emettendo un acuto suono che fece finalmente girare l'asari che lo fulminò con lo sguardo < Non mi piace parlare a una schiena. > disse l'umano quasi per scusarsi < Jhon McClane: pirata, lestofante, ladro, taglia gole e attualmente al soldo del Consiglio. > fece un leggero inchino e, con un gesto della mano, indicò i suoi compagni < Il krogan lo conosci, lui invece è Gale...presunto mercenario dal cuore d'oro. >
    < Vieni al punto umano. La mia pazienza ha un limite. > lo minacciò Aria.
    < Calma, Big Boss. Siamo qui perchè ci serve la tua "copertura". > disse sottolineando l'ultima parola unendo indice e medio delle due mani, muovendo poi le falangi su e giù.
    < Dovresti spiegarti meglio. >
    < Avrai sentito parlare dei Cavalieri del Nuovo Ordine, giusto? >
    < Sì. Quei bastardi stanno colpendo anche Omega. Continua. >
    < Io e i miei amici stiamo cercando di infiltrarci tra le loro fila. Abbiamo un bel piano che prevede la deflagrazione della Destiny Ascension per attirare la loro attenzione ma ci serve la tua raccomandazione. Pensa: Aria al fianco dei Cavalieri! Scommetto si faranno una sega a vicenda appena ne verranno a conoscenza! >
    Aria si portò una mano al mento, pensierosa < Capisco. Potrebbe funzionare ma io cosa ci guadagno? >
    < A parte la cessazione delle esplosioni su Omega? > incalzò Jhon, speranzoso.
    < Su Omega la gente muore ogni giorno...non è un posto per signorine! Devi fare di meglio, umano. >
    Jhon sbuffò scuotendo la testa < Mi costringi a passare alle maniere forti! Peccato! > mise la mano destra ad imitare una pistola e puntò l'arma immaginaria contro l'asari < Allora ci guadagni la tua vita, Bambina! >
    Aria e i suoi uomini, guardarono Jhon con un'espressione che andava dallo stupito al divertito prima di scoppiare in una sonora risata.
    < Sei solo un pagliaccio! > disse Aria tra le risate < Fateli sparire dalla mia vista! > continuò ordinando a due suoi tirapiedi di liquidare il trio.
    Un turian e un batarian, ancora sorridenti, si avvicinarono vesrso Jhon.
    L'uomo puntò loro contro il dito < Non un passo o vi freddo lì dove siete! >
    C'era qualcosa nello sguardo di Jhon che fece esitare i due alieni ma la paura di disobbedire ad Aria era superiore a quel timore. Avanzarono ancora verso i tre ma con passi meno decisi.
    < Vi avevo avvertito! BANG! BANG! > puntò prima il turian e poi il batarian che caddero a terra con il cranio bucato ad ogni BANG dell'umano. Jhon tornò a puntare la finta pistola contro Aria < Quando un'asari senza pistola incontra un umano con una pistola immaginaria, l'asari senza pistola è un'asari morta. > sorrise divertito prima di proseguire < Voglio una risposta, affermativa se possibile, o sparo anche a te! >

     
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  12. Matt360
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    Matthew Gale


    Segui Jhon durante lo sbarco, più lo guardava e meno si fidava di quell'uomo. Si notava a distanza che era più instabile di un nucleo di eezo danneggiato. Ma continuò a far finta di niente e lo segui fino all'incontro con Aria
    Dopo il breve siparietto ne ebbe la conferma, era veramente instabile non era solo scena. Ignorava gli accordi presi in precedenza però le minacce facevano il loro effetto c'era da riconoscerlo.
    Lui non proferì parola dopotutto per una volta dopo tanto si ritrovava solo a dover obbedire agli ordini, dentro certi limiti ovviamente ...
    " Qui non si scherza ... " furono le uniche parole che sussurrò. Ma Aria non era una sprovveduta ... e sopratutto non era una che si faceva minacciare. Stava per scoppiare una bomba e non era quella che Jhon voleva piazzare sulla Destiny Ascension ..
    Aprì le mani pronto ad attivare i suoi poteri, se c'era da combattere ... lui era pronto


     
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    Pettegolo

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    Donald Russell
    Quilio Dexicus!
    Aveva gia sentito quel nome e in effetti era il miglior artificiere Turian in circolazione e se c'era uno che poteva far saltare la Destiny senza intaccare il nucleo a Eezo, quello era Quilio Dexicus... peccato che si trovava in gattabuia in una prigione di massima sicurezza
    Donald sbuffò! Avevano poco tempo -Abbiamo poco tempo per fare uscire Dexicus ...- disse il soldato alla Asari e a Dom, Pernilla era gia uscita
    I due guardarono Donald con fare curioso -Vi spiegherò tutto dopo... ora vi basta sapere che non mi importa come farete ma ci serve quel testa di cazzo di un turian in quella fottuta nave non piu di tre giorni-
    Decisamente il tempo non era dallla loro parte... ma il piano di Donald era gia in corso e non potevano sbagliare niete.

    Il Tenente raggiunse Pernilla propio un secondo dopo che aveva finito di parlare, presumibilmente con John
    -Mi manchi...a presto!-
    Donald sorrise "allora in quella scorza così dura cè un cuore"
    Lanciò un datapade sulla scrivania della donna -Qui ci sono tutti i nomi e gli indirizzi delle guardie di sicurezza assegnate alla Destiny- Si sedette senza essere invitato -fra tre giorni arriverà un grosso carico di Sabbia Rossa nella cittadella e la maggiorparte degli agenti sarà occupata con essa... come puoi intuire quello è il momento giusto per effettuare l'attentato- Donald avanzò con la schiena guardandola dritto negli occhi -Dimmi Pernilla, come hai detto prima conosci gia la disperazione di un bambino nel perdere i genitori.. vero? E conosci anche l'agonia di un bambino di sei anni mutilato in un letto di ospedale? Io l'ho visto e credimi, non è piacevole!- riprese fiato -Mi dispiace molto per quello che hai passato per colpa di alcune teste di cazzo dell' Alleanza ma sia tu che quei babini non siete danni collaterali... siete persone- Il tono di Donald era cordiale non voleva provocare Pernilla... voleva solo far capire il suo punto di vista.

     
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    Tysha R'ain
    Ci fu un po' di dissenso tra la ciurma, ma alla fine il piano era stabilito: avrebbero recuperato Dexicus, e la nave fece subito rotta verso la prigione. Durante il viaggio avevano tutto il tempo necessario per elaborare un piano efficace, ma in verità non c'era piano che tenesse contro quella prigione. Personale di sicurezza di oltre cinquecento membri, Videosorveglianza 24 ore su 24 e dispositivi di difesa automatici tutti attorno al perimetro. Per non parlare del sistema informatico tra i più inviolabili in circolazione. 'Poco male' pensava Tysha. Più il piano fosse stato difficile, maggiore visibilità avrebbero avuto nei confronti dei terroristi.

    Raggiunse Pernilla nel suo 'ufficio', ma vi trovò già Donald. I due erano intenti a parlare di cose che avevano tutta l'aria di non aver niente a che fare con la missione. Che fossero private o meno, a Tysha non importava, e quindi entrò lo stesso.
    Mentre la distanza fra lei e i due compagni diminuiva, i loro discorsi si facevano sempre più nitidi. Parlavano di bambini, della loro disperazione, delle sofferenze che patiscono in guerra.
    "Quante cazzate per un così piccolo spazio vitale..." affermò varcando l'uscio della porta. "Senza offesa, Mr. Alleanza, ma se credi che quella sia sofferenza, è evidente che non sei mai stato usato come cavia da laboratorio, e soprattutto non sei mai stato rapito, torturato, usato e poi gettato dai pirati Batarian. Su una cosa però hai ragione. Quei bambini non sono danni collaterali, ma è il loro futuro che viene plasmato per essere il danno collaterale di qualcun altro. Per buona parte della mia breve vita ho dovuto patire tutto quello che ti ho detto, e come vedi io sono qui. E' vero, ammetto di avere qualche rotella fuori posto, ma sono una persona migliore? Cazzo, sì." Fece una breve pausa. Dalle facce dei due, capiva che non avevano la più pallida idea di dove volesse a parare, e in effetti quando facevano quei discorsi a lei provava lo stesso sentimento. Ma non ora... Ora aveva tutto chiaro.
    "Proprio quando la mia vita sembrava alla deriva, ho sfruttato tutto quello che rimaneva di me stessa e l'ho incanalato nella mia forza. Ho preso in mano la situazione e ho plasmato il mio futuro sul sangue degli altri. Ciò che voglio dire è che in questa fottuta galassia non esiste male che non sia curabile finchè siamo vivi, e finchè avremo la forza di opporci."
    Quei discorsi sembravano troppo anche per lei. Fin'ora aveva dato l'aria di essere una a cui importasse solo dei soldi, del sangue e del sesso... Ed in effetti era così, ma c'erano alcune cose che scavavano qualcosa di ben più profondo nel suo cuore... Tre secondi dopo però era già tutta acqua passata. Risollevò gli animi con una sonorissima pacca sul fondoschiena dell'uomo, e poi si posò con gli avambracci sulla scrivania, mostrando un primo piano del dècolletè a Pernilla ed il sedere a Donald.
    "Bene, vogliamo parlare di affari adesso?" chiese sorridendo e schiacciando un occhio.

    Spiegò ai due la situazione della prigione, sperando che almeno loro avrebbero trovato un modo per entrare, con le buone o con le cattive.
    "Per quanto mi riguarda" aggiunse "possiamo anche raderla al suolo con un bombardamento aereo, ma non so quanto sopravvivremmo e soprattutto non so se sopravvivrebbe il nostro obiettivo."

     
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  15. Kralag Tritus
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    Urdnot Rotmulag
    Rotmulag produsse un sonoro sbuffo di dissenso quando la guardie di aria caddero a terra morte. Guardò Jhon con in volto un'espressione di dissenso ed esaclamò <<sappi che ai ucciso due miei conoscenti>> distogliendo lo sguardo da Jhon si incamminò verso Aria e si posizionò dietro di lei con la schiena rivolta verso l'esterno come un norme muro poi si avvicinò leggermente all'orecchio di aria dopo tutto lui poteva permettersi queste libertà conosceva Aria da ormai 3 secoli <<perdona il mio datore di lavoro... è un vero idiota>> poi si allontano di nuovo <<dicci cosa ci guadagni be questi cosi detti "cavalieri" stanno attaccando anche Omega giusto? Il che significa che hanno delle talpe all'Interno della tua organizzazione, be se patrocini la nostra operazione di pulizia ci occuperemo noi di questi rifiuti al posto tuo. Io penso sia una buona offerta>> poi si avvicino di nuovo come prima <<sai che non farei mai niente contro di te appunto mi sono messo qui dietro per proteggerti dal cecchino del mio idiote datore di lavoro... ora con permesso.>> si allontanò da Aria e si rimise a braccia conserte accanto a Jhon in attesa di una decisione.


    Scusate la mia assenza ma sono stato oberato di impegni lavorativi di questo periodo vi prego di perdonarmi.
     
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67 replies since 8/1/2015, 17:25   1352 views
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