GalacticLeaks

Sistemi Terminus

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    James Devereaux



    Donald era dentro e anche Wen ma Devereaux dubitava fortemente che quei due sarebbero durati abbastanza da prendere il Bersaglio.
    La navetta presa da Devereaux era una Kodiak modificata che, sulla fiancata, aveva un meccanismo di aggancio magnetico per consentire di attaccarsi alla nave nemica. Per questo motivo veniva chiamata Remora.
    James decise di agganciarsi dalla parte opposta della nave da dove era entrato Donald. Non gli interessava molto che i suoi tre collaboratori (il quarian, Donald e la D'Angelo) sopravvivessero allo scontro anzi, in fondo, sperava venissero eliminati affinchè non entrassero in contatto con il Bersaglio, venendo a conoscenza di cose che non avrebbero dovuto sapere. A parte McNabb, i suoi stessi uomini erano all'oscuro di quello che nascondeva quella missione. Gli sarebbe dispiaciuto doverli eliminare personalmente, alla fin fine era stato lui a chiedere il loro aiuto.
    Mentre le lance termiche aprivano un varco sulla fiancata, Devereaux dava i suoi ordini alla squadra d'assalto che era formata da 8 soldati più lui e Dana: < Una volta dentro, la priorità è l'eliminazione del Bersaglio e dei suoi alleati. Ci divideremo in 3 squadre da 3. La mia squadra cercherà il Lynch, la squadra Alfa, andrà verso la posizione di Donald, la squadra Bravo verso la stiva ad eliminare chi sta affrontando il quarian e la d'Angelo in questo momento. Prima uccidete e poi fate domande. > i suoi uomini annuirono convinti. Devereaux prese Dana per un braccio e l'allontanò dal gruppo < Dana, tu sei il mio migliore soldato...sei l'unica qui dentro che può affrontare la Kruger. Trovala ed eliminala! Non deve rimanere in vita, è chiaro? >
    Dana sorrise con un segno d'assenso e attivò il suo occultamento prima di entrare nella pancia della Desperados.

    _______________________________________________


    Lucy “Lucifer” Kruger



    Non c'era nessuno. Si aspettava di trovare un'intera squadra d'assalto e invece non c'era l'ombra di un nemico.
    Lucy si guardava intorno sospettosa sotto lo sguardo attento dei tre pirati che l'accompagnavano. Probabilmente era entrato solo un guastatore che ora si stava nascondendo. Erano presenti solo 3 stanze in quel corridoio, Lucy andò verso la prima che era la camerata dell'equipaggio.
    Stava per aprirla quando la voce di Crazy Fire interruppe quello che stava facendo.
    < Kruger! Sulla fiancata opposta alla tua stanno aprendo un varco! Leeroy è impegnato giù alla stiva. Chiudo. >
    < Ricevuto. > rispose semplicemente l'assassina. Si rivolse ai suoi tre compagni < Voi restate qui e controllate tutte le stanze. Io vado dall'altra parte della nave a vedere che succede. >
    Senza attendere risposta, agile e silenziosa, cominciò a correre verso l'altra fiancata della nave.
    Arrivò a destinazione proprio mentre la squadra d'assalto irrompeva sulla Desperados. Rimase in copertura, sporgendo solo fugacemente la testa vedendo che la squadra si divideva in tre gruppi più piccoli. Il primo, andò a destra, verso la stiva, il secondo e il terzo imboccarono il corridoio centrale.
    < Leeroy. Presto avrai compagnia. Tre uomini in arrivo alle tue spalle. > sussurrò nel comunicatore per non farsi individuare.
    Attese che le altre squadre fossero abbastanza lontane e uscì dal suo nascondiglio con l'intenzione di raggiungerli alle spalle ed eliminarli.
    Fece solo due passi quando il suo fine udito sentì un rumore provenire proprio alle sue spalle. Con una rapidità innaturale, impugnò il fucile a pompa con entrambe le mani e menò un colpo all'indietro. Il calcio del fucile impattò contro qualcosa di solido e il sommesso sbuffo di dolore seguito dal rumore di un fucile che cadeva per terra, preannunciò il disoccultamento del nemico.
    Dana era stata silenziosa e quasi non credeva possibile di essere stata così fortunata da trovare subito Lucy. Le si era parata alle spalle e stava per premere il grilletto quando un violento colpo l'aveva raggiunta proprio alla bocca dello stomaco. L'armatura aveva attutito il colpo ma il dolore le aveva fatto perdere la presa sull'arma che ora giaceva ai suoi piedi e l'occultamento si era disattivato. La spia fu lesta a riprendersi; mentre Lucy si girava per poterle sparare, Dana mirò al fucile a pompa con un preciso calcio che disarmò Lucy.
    Dana era un'ottima combattente nel corpo a corpo; poteva vantare una padronanza quasi assoluta di varie arti marziali terrestri e non. Inoltre, lei era protetta dall'armatura mentre la sua avversaria indossava semplici abiti e, probabilmente, era anche sprovvista di scudi. La spia, con le mani chiuse a pugno, raggiunse il volto di Lucy con una combinazione precisa di colpi.
    Lucy assorbì i colpi quasi senza battere ciglio: stava solo aspettando il momento giusto per colpire. Dana caricò un destro diretto di nuovo al volto ma questa volta, nel tentativo di imprimere più forza, diede tempo a Lucy di intuirne le intenzioni. L'assassina, con un movimento fulmineo del braccio sinistro, afferrò saldamente il braccio di Dana per il polso in una presa terrificante; le torse il polso, girandole il braccio verso l'esterno e, contemporaneamente, con la mano destra aperta, colpì l'arto di Dana proprio all'altezza del gomito. Il colpo fu devastante e preciso! Il braccio di Dana si spezzò con uno schiocco secco. La spia, urlò sopraffatta dal dolore e, con un calcio, raggiunse il fianco di Lucy che lasciò la presa al polso.
    Dana arretrò tenendosi l'arto fratturato e Lucy si fece subito sotto.
    La spia, nel disperato tentativo di difendersi, lasciò partire un calcio laterale diretto al fianco sinistro di Lucy. Il colpo andò a segno ma l'assassina bloccò saldamente la gamba tra il braccio e il fianco e, questa volta con la mano destra a pugno, colpì con violenza cieca il ginocchio di Dana, lateralmente. I legamenti del ginocchio cedettero di schianto sotto la potenza del pugno di Lucy e quando l'assassina lasciò la presa, la gamba destra di Dana era completamente massacrata e inutilizzabile.
    La spia cadde a terra in preda agli spasmi per il dolore. Lucy si inginocchiò e le tolse il casco, rivelando il grazioso volto di Dana deformato da una commistione di paura, dolore e solcato da grosse lacrime.
    Lucy era indecisa sul da farsi. La prima idea che le passò per la testa fu di spezzare l'osso del collo a quella donna. Sarebbe stato semplice: una secca torsione della testa e tutto sarebbe finito. Poi, le passò fugace una domanda per la testa "Dave l'avrebbe uccisa o le avrebbe risparmiato la vita?"
    Lucy sollevò la spia da terra, caricandosela in spalla come un tappeto e si diresse alla navetta di Devereaux; delicatamente, appoggiò Dana contro la paratia della nave.
    Fissò glaciale la donna negli occhi < Perchè ci date la caccia? Dave sta facendo la cosa giusta. >
    < E'...è un traditore! > cercò di rispondere Dana con la voce distorta dalla sofferenza < Vuole vendere...dati...dati importanti...alla...all'Egemonia! >
    Lucy la guardò stupita: possibile che i loro stessi cacciatori fossero all'oscuro di tutto? < Quando vedrai i tuoi compagni...quelli che rivedrai...dì loro che non siamo noi i cattivi. Non questa volta. > disse senza cambiare tono della voce < Chiedi al tuo capo il vero motivo per cui Dave Lynch è così importante. >
    Si voltò e tornò sulla Desperados. Recuperò il suo fucile e, senza esitazioni, si mise in caccia.


     
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    Donald Russell
    Donald uscì dalla stanza avanzando piano per non fare rumore... Se Kruger non era una stupida, e non lo era, sicuramente aveva lasciato qualcuno dei suoi uomini dallo stronzone
    Avanzò con cautela fino ad a quando intravide uno dei pirati che usciva da una stanza "Cazzo!" si disse sorpreso per poi velocemente aprire una porta e nascondersi dentro
    Dalla padella alla brace... Due Batarian erano lì dentro girandosi di scatto quando udirono il rumore
    -Ehmm! Salve Ragazzi- Disse Donald per poi alzare la carnefix e colpire uno dei due con un colpo stordente che andò a segno facendo cadere il malcapitato a terra
    L'altro era ancora sorpreso e Donald approfittò dell'esitazione per iniettarsi una scarica di adrenalina e colpirlo con la omni-blade, ma subito dopo la porta si riaprì ed il terzo pirata, forse allarmato da rumore, si manifestò dietro di essa con il fucile d'assalto puntato verso il tenente facendo fuoco
    Donald lo vide con la coda dell'occhio e girò il corpo del batarian facendosi scudo poi estrasse la Carnefix e lo freddò con dei colpi ben piazzati.
    Non era ancora finita... il pirata colpito precedentemente con il colpo stordente si tava riprendendo e cercava di recuperare il fucile ma il pide del tenete lo impedì, allontanando l'arma
    -Ciao pezzo di merda!- Donald aveva la pistola puntanta alla testa del batarian -Sai! Non è mai divertente uccidere le persone... - Il tenente invitò a vedersi intorno -Bhe! Forse i Batarian si- il tenente sorrise... Donald non era razzista e rispettava e onorava tutte le razze ma non si poteva nascondere che aveva una piccola antipatia per i Batarian e i Vorchia
    il Batarian guardò, vedendo così che i suoi compagni erano caduti poi osservò la pistola -No ti prego! Non uccidermi... farò tutto quello che vuoi- disse vistosamente impaurito
    -Bravo! Così ti volevo... Dove si trova il ragazzo con l'aria da sfigato?- chiese
    -Si trova nella cabina di pilotaggio- Disse lui
    -Chi ce con lui?-chiese di nuovo
    -due dei nostri, una pilota tutta matta e una una umana brava con il computer... non so altro ti prego- il Batarian era terrorizzato
    Era evidente che non sapeva piu nulla di quanto avesse rilevato allora Donald lo colpì con il calcio della pistola in modo da stordirlo. Poi Prese le armi per nasconderle in un'altra stanza, non prima di aver preso le clip termiche da esse, infine, chiuse la stanza strappando i fili dell'apertura
    Era Come sospettava. Lo stronzone si trovava nella cabina di pilotaggio, il posto piu ovvio dove stare visto che in quel tipo di astronavi poteva essere usato come scialuppa. Ora doveva solo arrivare li dentro e prendere lo stronzone... Facile no?
    Il Tenente si trovava a pochi passi dlla cabina... dalle voci che sentiva sembrava che il batarian avesse detto il vero... quello che voleva fare era entrare a fucile spianato e minacciare chiunque ci fosse la dentro... non voleva uccidere nessuno e dubitava fortemente che dei mercenari potessero prendersi una pallottola per difendere uno sfigato, ma se fosse costretto non avrebbe esitato a sparare.

     
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    Lucy 'Lucifer' Kruger



    Lucy si rendeva conto che la situazione le stava sfuggendo di mano.
    Non aveva avuto più notizie dalla squadra che aveva lasciato a cercare l'intruso e, per di più, anche Leeroy giù alla stiva era irraggiungibile.
    Mentre percorreva il corridoio che portava alla cabina di pilotaggio, Lucy rifletteva su come fosse possibile che li avessero rintracciati così alla svelta; le navi di Aria non partivano dall'astroporto ufficiale di Omega ed era stata ben attenta a non lasciare tracce che potessero aiutare l'Alleanza a risalire alla Desperados. Doveva esserci una talpa a bordo! Escluso l'equipaggio di Aria di cui dubitava fosse compromesso con l'Alleanza, restavano i loro nuovi compagni. Sì, ma chi di loro?
    La ragazza scosse la testa contrariata, non era il momento di pensare alla talpa! Da quello che aveva visto, a bordo dovevano esserci almeno 9 commando dell'Alleanza, più l'incursore che non era stata in grado di rintracciare e forse due o tre altri elementi giù alla stiva. Contro questo dispiegamento di forze, poteva contare, oltre a se stessa, sui 3 contrabbandieri che erano rimasti in cabina di pilotaggio, la ragazza di Cerberus e Crazy Fire. Troppo pochi. Doveva pensare e farlo alla svelta!

    Era arrivata alla fine del corridoio dietro il cui angolo vi era la cabina di pilotaggio.
    < Se provate ad entrare, giuro che mando la nave a sfracellarsi nell'atmosfera di Thessia! > sentì urlare Crazy Fire.
    < Consegnateci il Lynch e avrete salva la vita, perchè rischiare per lui? Andiamo! Voi ce lo consegnate e noi ce ne andiamo per la nostra strada. > rispose la voce di quello che doveva essere il comandante della squadra.

    Lucy estrasse la Beretta e sporse velocemente la testa per avere una visione della situazione.
    Non si aspettava che proprio al di là dell'angolo si trovasse un soldato dell'Alleanza calvo e con la faccia da duro.
    I due rimasero alcuni istanti paralizzati dalla sorpresa di trovarsi così a contatto. Lucy analizzò velocemente la situazione: di fronte a se aveva un soldato dell'Alleanza che, fra un attimo, si sarebbe ripreso dalla sorpresa e l'avrebbe attaccata, più lontano presso la porta della cabina di pilotaggio sigillata, tre soldati dell'Alleanza armeggiavano sul pannello di controllo per riuscire ad entrare.
    Lucifer decise di attaccare per prima, uscì dal riparo e caricò con una spallata il soldato dell'Alleanza; lo colpì con forza, proprio al centro del petto, facendogli perdere la presa sull'arma che impugnava. La reazione dell'uomo fu istantanea e Lucy, senza capire come, si ritrovò supina a terra con l'uomo che incombeva su di lei tempestandola di pugni dai quali si proteggeva come meglio poteva. Prima che intervenissero gli altri tre soldati, la ragazza prese dalla bandoliera una bomba a mano, tolse la spoletta e la fece rotolare verso i tre soldati dell'Alleanza; guardò con un mezzo sorriso il soldato che, alla vista della bomba, aveva interrotto il suo attacco. Era una bomba a mano del XX° secolo, con un timer di 10 secondi dall'estrazione della spoletta al momento dello scoppio.
    < Boom. > le disse glaciale.
    La bomba rotolò tranquilla fino ai piedi di uno dei soldati che, con fare dubbioso, la raccolse < E questa che cavolo è? > domandò soppesandola nella mano.
    < E' una stramaledettissima bomba a mano del cazzo! > urlò uno dei tre gettandosi lontano dal compagno.
    Purtroppo per l'ingenuo soldato, la bomba scoppiò nel momento in cui stava per gettarla lontano.
    La deflagrazione gli polverizzò la parte superiore del corpo, dal bacino fino alla testa ma, grazie al suo sacrificio, gli altri 2 soldati riuscirono a scamparla anche se storditi dalla forte esplosione.
    L'uomo con cui stava lottando, aveva cercato di ripararsi gettandosi a terra, liberando finalmente la ragazza.
    Lucy non attese un attimo: si alzò come un fulmine raggiungendo la cabina di pilotaggio; inserì il codice e si fiondò all'interno, richiudendosi la porta alle spalle un secondo prima di venire raggiunta da una raffica di fucile d'assalto.

    Si appoggiò con la schiena alla porta, tirando un sospiro di sollievo. Dave le fu subito accanto < Stai bene, Lucy? > le domandò preoccupato posandole una mano sulla spalla.
    Lucy si divincolò stizzita e raggiunse Crazy Fire evitando di rispondere. < Stacca la scialuppa e andiamocene da qui. > ordinò monotona.
    < Cosa? > replicò stupefatta Crazy Fire < E Leeroy? Non possiamo lasciarlo qui...senza contare tutti gli altri! Io non mi muovo! > aggiunse incrociando le braccia sul petto.
    Lucy guardò la Beretta che teneva in mano, si voltò e sparò ai tre contrabbandieri. Li raggiunse alla testa ognuno con un colpo poi puntò la canna alla nuca del pilota < Il prossimo è per te. > disse glaciale < Ascoltami bene: la nave è compromessa. Là fuori ci sono almeno 10 soldati dell'Alleanza e, fidati, quelli ammazzeranno tutti se riescono a prenderci. Quindi ora tu stacchi tutto e ce ne andiamo. >
    Dave, l'agente di Cerberus e Crazy Fire non riuscivano a dire una parola. Lucy aveva freddato tre persone senza esitazione e senza dimostrare alcuna emozione.
    Controvoglia, la rossa pilota cominciò la procedura di distacco della cabina di pilotaggio ma prima Lucy doveva fare ancora una cosa. Sempre tenendo la pistola saldamente in pugno, si avvicinò a Sydney.
    < Mi spiace ma non mi fido di te! > disse alzando l'arma e colpendo la ragazza con il calcio della pistola. Sydney si accasciò e Lucy l'afferrò prima che cadesse a terra, la caricò in spalla e la infilò in una delle capsule d'emergenza per poi espellerla nel freddo dello spazio.
    Dave la guardò con la bocca aperta < C'era una talpa a bordo. > spiegò Lucy accomodandosi su uno dei sedili < Chiunque fosse, ora non c'è più e se invece è ancora tra noi... > aggiunse guradando Crazy Fire con uno sguardo di ghiaccio < ...ora sa il destino che l'aspetta. >
    Dave si lasciò ricadere sul sedile accanto a quello di Lucy, cominciando a massaggiarsi le tempie con foga < Non doveva andare così! > disse sconfortato < Non doveva ASSOLUTAMENTE andare così! >
    Lucy lo afferrò per il bavero della giacca e lo avvicinò con forza a lei < E come pensavi andasse? > sibillò cattiva < Ti sei messo contro a tutta l'Alleanza, dovevi immaginare non sarebbe stata una passeggiata. >
    Il ragazzo annuì sconfortato e Lucy lo mollò < E ora che facciamo? > disse proprio mentre la cabina si staccava dalla nave madre e con una forte accelerazione puntava verso Thessia.
    < Ora preoccupiamoci di raggiungere Thessia. Lì ho alcune conoscenze, le contatterò e vedrò di farmi dare armi, munizioni e qualche rinforzo. Non ti preoccupare, è tutto sotto controllo. >
    Lucy era disposta a tutto pur di venire a conoscenza del proprio passato ed era pronta a sacrificare chiunque per raggiungere il suo scopo. Chiunque! Anche Dave, se fosse stato necessario.


    _______________________________________________


    James Devereaux



    < MALEDIZIONE!!!! CE LI SIAMO FATTI SCAPPARE DA SOTTO IL NASO!!! >
    Devereaux era più che furioso!
    Dopo la rocambolesca fuga del Bersaglio, la squadra dell'Alleanza era tornata sulla Trident con il loro carico di prigionieri. Il mercenario della Blackwater e la ragazza che avevano recuperato dalla capsula, non sapevano assolutamente nulla. Non sapevano le prossime mosse della Kruger, non sapevano chi fosse realmente il Lynch e non sapevano neanche perchè aveva bisogno di protezione. Stessa cosa per quanto riguardava l'equipaggio della Desperados.
    In quella operazione aveva perso altri 3 uomini e, per di più, Dana sarebbe stata KO per una settimana dopo il trattamento ricevuto dalla Kruger.
    Devereaux aveva convocato il Tenente Russel, il quarian e la D'Angelo in infermeria: Dana era l'unica che avesse parlato e che avesse visto all'opera la Kruger. Forse, interrogandola, avrebbero capito qualcosa di più sull'assassina che proteggeva il Bersaglio.
    Dana era stesa su una brandina con il braccio e la gamba destra immobilizzati; il medico di bordo aveva avuto un bel da fare a sistemare le articolazioni della giovane soldatessa dell'Alleanza, il ginocchio in particolare, era conciato molto male con praticamente tutti i legamenti lesionati o addirittura rotti. Devereaux era ai piedi del letto, affiancato dai suoi rinforzi.
    < Come diavolo ha fatto una tizia senza armatura a conciarti così? > disse contrariato Devereaux mentre osservava il volto tumefatto di Dana.
    < Quella è un mostro, Capo! L'ho colpita almeno 6 volte e quella incassava come se fossero carezze! Sa combattere ed è fisicamente fortissima: sa dove colpire e come farlo per procurare il maggiore danno possibile. E' un mostro! Un mostro! >
    Donald si passò una mano sulla barba < Sì, sì...la Kruger è forte, la Kruger è cazzuta...ma allora perchè non ti ha ammazzato? L'hai detto tu: ti ha messo KO e poi ti ha caricato sulla navetta. E anche l'altra ragazza: poteva ammazzarla e invece l'ha solo stordita e gettata fuori dalla cabina di pilotaggio. C'è qualcosa di strano, non trovate? >
    Gli altri presenti non poterono che concordare con Donald.
    < Inutile pensarci sù. > disse Devereaux < Per ora li abbiamo persi non ci resta che aspettare una loro mossa falsa. > concluse avviandosi verso l'uscita.
    < Capo. C'è un'altra cosa. > lo fermò Dana un momento prima che lui e gli altri varcassero la soglia < Quella Kruger...quando le ho spiegato perchè davamo la caccia al Bersaglio, per un secondo mi ha guardato stupita...come se la mia spiegazione fosse assurda...infine mi ha detto 'Questa volta non siamo noi i cattivi' e poi ha aggiunto 'Chiedi al tuo capo il vero motivo per cui Dave Lynch è così importante.' A cosa si riferiva? > domandò indagatrice fissando l'uomo negli occhi.
    Devereaux si irrigidì per una frazione di secondo prima di rispondere < E' evidente che il Lynch deve averle spiegato una versione alternativa dei fatti. Non sottavalutate quel nerd! E' riuscito a sgraffignare dati segretissimi senza destare sospetti: la Kruger è pericolosa ma il Bersaglio lo è ancora di più. > L'uomo lanciò un'occhiata ai presenti: tecnicamente non aveva risposto alla domanda, sviando l'attenzione sul Lynch ma, prima o poi, parte della verità sarebbe venuta a galla e più i tempi si allungavano, più aumentavano le probabilità di dover eliminare quei testimoni scomodi.





    Edited by hellequin81 - 13/10/2015, 15:16
     
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    Donald Russell

       Fazione: Alleanza
       Ruolo: Tenente Capo

    citazione -SHANXI NON E' STATO UN CASO!- urlò Gurnasson "magari non è stato un caso... ma un bel casino si" pensò (Donald) mentre si imbarcava.

    Usciti dall'infermeria Donald prese con forza il bavero di Devereaux sbattendolo sul muro -Per colpa delle tue stronzate ora abbiamo cinque marine all'obitorio e una in ospedale- Il Tenente era furioso.... Aveva rischiato di essere spazzatura spaziale proprio per non avere altre vittime e Devereaux con la sua ansia di catturare lo stronzone ne aveva procurato.
    I cani da guardia della spia puntarono i fucili verso Donald ma Devereaux fece cenno di fermarsi
    Si mise a sniffare con il naso davanti a lui -sento troppa puzza di stronzate-
    A pensar male si fa peccato ma spesso ci s’indovina e Donald aveva troppi dubbi riguardo l'operato di Devereaux... mentre pian piano accresceva il rispetto verso la Kruger. Per ben due volte gli era stato vicino e per due volte era riuscita a fuggire... La stronza nazzista sapeva il fatto suo... era l'unico che l'aveva affrontata ed era ancora in piedi per raccontarlo e questo Devereaux lo sapeva. Aveva sia visto Lynch che la Kruger e quel cazzone di un Nerd non l'avrebbe mai e poi mai ingannata.
    -Sai Deverreaux! Da dove vengo io, un soldato che fa uccidere un'altro soldato si chiama bersaglio... Spera per te di avermi raccontato la verità e quei uomini non siano morti inutilmente, altrimenti non è della Kruger che ti devi preoccupare- detto questo lo lasciò e se ne andò.

     
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    Lucy 'Lucifer' Kruger



    L’atterraggio della capsula di salvataggio sulla superficie di Thessia non fu dei più riusciti: Crazy Fire era forse una grande pilota su’ nei cieli ma non sembrava molto ferrata nella pratica dell’atterraggio.
    La capsula rimbalzò pesantemente sul terreno tre volte prima di riuscire a fermarsi alzando una densa nube di polvere.
    I tre occupanti uscirono scombussolati dal mezzo e Dave, per la terza volta in poche ore, si ritrovò carponi a rimettere un’abbondante dose di succhi gastrici mentre Crazy Fire gli teneva una mano sulla fronte per aiutarlo nell’operazione.
    Lucy non badò alla scena, preoccupata su come procedere in quella missione che si stava rivelando molto più complicata del previsto.
    In quel momento, si trovavano su un pianeta alieno, senza armi se non per la Beretta 9mm con 7 pallottole di Lucy, braccati dall’Alleanza e, molto probabilmente, anche dalle asari a cui non doveva essere sfuggita l’apparizione di una navicella sconosciuta che era precipitata sul loro pianeta.

    Crazy Fire abbandonò Dave al suo destino e si avvicinò a Lucy < Non mi è piaciuto come ti sei comportata sulla Desperados > cominciò con aria di sfida < E non mi è piaciuto abbandonare Leeroy. Spero per te che il mio amico stia bene e che valga la pena quello che stiamo facendo… >
    Lucy ricambiò lo sguardo di sfida < Altrimenti? >
    < …te lo lascio immaginare. >
    < Pensi di farmi paura? > domandò Lucy quasi sorpresa < Tu non mi fai paura. L’Alleanza non mi fa paura. Io non so cos’è la paura! Non abbiamo più bisogno di te quindi se te ne vuoi andare, liberissima di farlo. >
    < Lucy, smettila! > intervenne Dave che aveva assistito fino ad allora in silenzio. La ragazza lo guardò vacuo, sbattendo lentamente gli occhi < Ti prego. Smettila di fare così! Crazy Fire ha ragione. Ti sei comportata in maniera eccessiva prima. So quanto sia importante per te scoprire il tuo passato ma potresti cercare di essere meno egoista, per favore? >
    Lucy non tradì emozioni ma quelle parole la misero di fronte a quello che sapeva di essere sempre stata. Aveva sempre pensato solo a se stessa e anche in quel momento, aiutava Dave solo per ottenere un obiettivo personale. Annuì ma non chiese scusa a nessuno. Crazy Fire e Dave si scambiarono un’occhiata scrollando il capo: meglio di niente.
    < Ora che si fa? > domandò la rossa pilota.
    < Dobbiamo recuperare armi e munizioni. > cominciò Lucy molto pratica < E ci servono rinforzi. Dave, passami il tuo computer. >
    Dave ubbidì controvoglia e osservò corrucciato Lucy che entrava in extranet e, con una sorprendente facilità, raggiungeva quella parte della rete oscura alla maggior parte dei naviganti < Aria ho aperto questa sorta di blog per cercare di aiutare i suoi uomini o tutti coloro che agiscono fuori dalla legge. > spiegò mentre leggeva attentamente i vari post < E’ semplice e allo stesso tempo geniale! Mercenari, contrabbandieri e assassini vari mettono qui, criptate, le attività in cui sono implicati in modo tale che, se necessario, possano essere contattati da altri criminali in cerca di aiuto. >
    Dave strabuzzò gli occhi, sorpreso dalle parole della mora dagli occhi di ghiaccio < E c’è qualcuno che potrebbe aiutarci? >
    < Sì. > replicò Lucy monotona < Rael Thompson si trova su Thessia, non molto lontano da qui. >
    < E chi è Rael Thompson? > incalzò Crazy Fire interessata.
    < Una bella ragazza ex Alleanza che pratica il Mestiere da poco. Non la conosco personalmente ma ho sentito parlare di lei: dicono sia molto preparata. Ed ha un altro lato positivo. > aggiunse con 1/3 di sorriso.
    < Quale? >
    < Odia a morte l’Alleanza! >
    Lucy recuperò il contatto di Rael e le inviò un messaggio in codice che, tradotto nella lingua corrente, suonava più o meno così:

    ‘Richiedo tuo aiuto in missione di scorta. Ti pagherò 100.000 crediti a missione terminata. Il nostro nemico? L’Alleanza. Ti aspetteremo per due notti all’ Ardat Yakshi, un locale della città di Grevis.
    Lucy ‘Lucifer’ Kruger.’



    Lucy e i suoi compagni raggiunsero la città di Grevis senza intoppi, affittarono una camera nei pressi dell’Ardat Yakshi e passarono le successive due notti al locale in attesa del loro rinforzo.
    Rael giunse quasi allo scadere del tempo ma non era l’unica che voleva unirsi a quella missione. Una ragazza bionda che non sembrava appartenere ad alcuna organizzazione, si presentò come mercenaria indipendente, pronta a dare il suo contributo in quella fuga dall’Alleanza.

    James Devereaux



    Devereaux si ritirò nella propria cabina e, con rabbia, prese il calcolatore che aveva sulla scrivania e lo gettò contro la parete mandandolo in frantumi.
    Stava andando tutto a puttane per colpa di quella stronza della Kruger! Non solo il Lynch era riuscito a scappare ma ora i suoi stessi collaboratori nonché il suo stesso equipaggio cominciavano a dubitare della menzogna che si era inventato per incastrare il Lynch. Solo Joy era al corrente della vera natura dell’operazione. Senza contare le asari che erano piuttosto innervosite da quanto successo proprio sulle loro teste.
    Quest’ultima cosa, però, era riuscito a girarla a proprio favore: le asari avevano promesso massimo impegno nella ricerca dei naufraghi della Desperados.

    Provava rabbia per la situazione in cui si era venuto a trovare. Aveva prestato servizio sotto le insegne dell’Alleanza per 20 anni, 10 dei quali li aveva passati a svolgere tutte quelle attività che non facevano di lui un personaggio tanto migliore di quella psicopatica della Kruger.
    Quella donna lo faceva andare in bestia! Un residuato del passato che però aveva dimostrato una certa accortezza tattica risparmiando Dana…l’uomo arrivò a pensare che sarebbe stato molto meglio se avesse ucciso la sua sottoposta invece che malmenarla e basta.

    La prossima mossa della Kruger sarebbe stata scontata: doveva trovare armi e nuovi collaboratori visto come si era liberata dei precedenti. Certo, Devereaux sperava in un’altra soffiata da parte del loro anonimo ‘amico’ ma dubitava che questa volta sarebbe arrivata.
    Allungò una mano e schiacciò un tasto dell’interfono.
    < Joy, mandami qui la D’Angelo e il quarian. > ordinò.
    < Anche il Tenente Russell? >
    < No, il Tenente comincia a fare troppe domande, lo useremo nel nostro prossimo scontro con la Kruger, sperando che quella troia questa volta lo ammazzi. >
    Joy rise nell’interfono < E a cosa le servono gli altri due, Signore? >
    < Ho bisogno di sapere chi potrebbe trovare la Kruger su Thessia disposto a darle una mano…e l’SSC potrebbe avere una lista. E poi si sa, c’è sempre uno di quegli zingari Quarian in pellegrinaggio pronto a spifferare qualcosa. >


     
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    Rael Thompson

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    Dalle ampie vetrate del sontuoso appartamento, Thessia appariva davvero come un gioiello, un luogo luminoso e vivo, persino a quell'ora della notte. Le architetture eleganti e le luci notturne creavano un'atmosfera eterea e ricca di fascino da cui Rael si lasciò rapire e che le suggerì pensieri che spesso era solita evitare. Non era saggio lasciarsi trasportare dai ricordi, soprattutto nel bel mezzo di un incarico, ma quel panorama aveva qualcosa di nostalgico.
    Un gemito sommesso la indusse ad emergere dai suoi pensieri e a voltarsi verso la propria vittima, che giaceva sull'enorme letto a due piazze al centro della stanza, immersa nella penombra. Era la proprietaria dell'appartamento, che affacciava su una delle zone più suggestive di Thessia, un'asari, e il suo corpo seminudo e slanciato sembrava ancora più sensuale nella semioscurità.
    Era stato facile entrare nelle grazie della asari, grazie a tutte le informazioni ricevute dal proprio cliente, e altrettanto semplice era stato eseguire le direttive della sua spietata vendetta. Ora non doveva fare altro che attenderne i risultati.
    La asari stava gradualmente prendendo coscienza, ma i suoi muscoli erano percorsi da tremiti incontrollati.
    "Tu... Che cosa... mi hai fatto..?".
    Rael si sedette sul bordo del letto. Indossava un abito lungo, che rendeva i suoi movimenti difficili e che le faceva rimpiangere la sua tuta. Era raro ricevere quel genere di incarichi: Rael era più abituata ai lunghi appostamenti, ai tiri di precisione, a lavori rapidi e puliti e ad obiettivi che non l'avrebbero mai incontrata, ma quello era un caso particolare.
    "Wartek voleva che tu ti ricordassi di lui" - spiegò pacatamente la ragazza, osservando le dita della asari contorcersi senza l'ombra di un'emozione - "Non è un uomo che accetta le separazioni tanto facilmente. Soprattutto se gli porti via un bel carico di sabbia rossa".
    La asari soffocò un urlo - "Ti prego... Posso pagarti! Il doppio di quello che lui ti offre!".
    Proposta sciocca, riflettè Rael: oramai Omega era la sua casa e mettersi contro un tipo pericoloso come Wartek poteva renderle piuttosto scomodo il soggiorno. Ad ogni modo, pensarci era irrilevante.
    "Temo sia tardi per i negoziati" - disse, in un sussurro - "Puoi già sentirlo, no? I muscoli non ti rispondono più, e tra poco toccherà alle vie respiratorie".
    Anche se la penombra dominava la stanza, Rael riuscì a distinguere l'orrore puro negli occhi della asari, nel momento stesso in cui realizzò ciò che Rael aveva fatto. Nel suo corpo stava già circolando una dose letale di sabbia rossa, che presto l'avrebbe portata a convulsioni e soffocamento.
    Quando giusero le convulsioni, Rael si allontanò dal letto e si diresse al minibar, dove si versò una dose generosa di elasa, che sorseggiò ascoltando gli ultimi rantoli della sua vittima.
    Non c'era morte più appropriata per una schifosa drogata.
    Vuotato il bicchiere, attivò il factotum per confermare la riuscita della missione e scoprì di aver ricevuto un messaggio. Era in codice.
    Il nome di Lucy "Lucifer" Kruger non le era affatto nuovo, lo aveva sentito qualche volta circolare su Omega, ma non era in grado di associare il nome a qualcuno che avesse già visto. Stava leggendo il messaggio frettolosamente, era più propensa all'idea di tonare nella sua camera e concedersi un po' di meritato riposo, quando una frase risvegliò la sua attenzione.
    Il nostro nemico? L’Alleanza.
    Chiunque fosse Lucy Kruger, non solo aveva una buona rete informativa per conoscere la sua posizione, ma sapeva anche come ottenere il suo appoggio. Ad ogni modo, era già notte inoltrata e poi si sentiva stanca ed appesantita dai propri pensieri, dunque pensò di aspettare la notte successiva.
    Diede un ultimo sguardo alla stanza, ai sacchi di sabbia rossa sparsi sul pavimento, e preferì portare con sé il bicchiere da cui aveva bevuto, per evitare che il quadro perfetto di una drogata suicida potesse in qualche modo crollare.
    Rael raggiunse Grevis la notte successiva e impiegò poco tempo per trovare il locale indicatole dal suo nuovo contatto. Non voleva dare troppo nell'occhio indossando la tuta, dato che non sapeva ancora con chi avrebbe avuto a che fare, ma non era neanche intenzionata a infilarsi un abito striminzito come quello della sera prima; optò perciò per qualcosa di anonimo e abbastanza largo da poter nascondere la Kessler. Parcheggiò l'astroauto e si assicurò che il doppio fondo del bagagliaio, in cui custidiva il fucile di precisione, fosse ben chiuso. Si trattava di un M-29 Incisor: niente di particolarmente speciale, ma riusciva a tirar fuori il meglio di Rael.
    Il locale era gremito di gente e fu necessario un po' di tempo perché Rael riuscisse ad inquadrare la mittente del suo messaggio. Non appena la scorse, ricordò immediatamente di averla già vista su Omega. Del resto, non era un tipo di persona facile da dimenticare: il suo fisico imponente ed appariscente al tempo stesso, così come i suoi modi bruschi, erano fatti per rimanere impressi nella mente di chiunque la incontrasse. Accanto a lei vi era un ragazzo piuttosto gracile, che non dava affatto l'idea di essere un mercenario nè qualcosa di lontanamente simile, ed una ragazza dai capelli rossi che, al contrario, sembrava una compagnia più appropriata per Lucifer.
    Era indubitabilmente un gruppo bizzarro, ma non sembrava ostile. Con passo fermo e deciso, Rael si avvicinò al tavolo, incontrando lo sguardo fiero della donna. Quella sola occhiata fu sufficiente a Rael per capire che Lucy era una donna forte in ogni senso.
    "Rael Thompson" - si presentò, pacata come sempre - "So che c'è del lavoro per me".

     
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    Wen'Vamaah Vas Karaya

       Fazione: Flotta Quarian
       Ruolo: Marine



    Wen stava seduto su uno dei divanetti nella sala centrale della nave. Riflettè molto sulle ore passate, e più tempo passava più le insicurezze lo attanagliavano. Aveva parlato con gli Ammiragli, ed avevano condiviso con lui i suoi dubbi sulla missione. I rinforzi quarian promessi non sarebbero arrivati, non prima di aver scoperto i veri piani dell'Alleanza.
    Ricevette anche una chiamata da parte del sottoposto di Deveraux: quest'ultimo voleva vederlo, ma il Quarian non era sicuro di volerci andare. La sola presenza di quell'uomo riempiva l'aria di una puzza di trappola attanagliante... Si sentiva come se l'umano potesse sparargli alla nuca in qualsiasi momento. Per sua fortuna, il rancore del Comandante era tutto rivolto verso quel Russell. Il soldatino dell'Alleanza non si era fatto problemi a dire tutto in faccia a Deveraux, peccato che di lì a poco quello a ricevere qualcosa in faccia sarebbe stato proprio Donald, qualcosa di molto più doloroso delle parole.
    No, Wen doveva andarci. Doveva reggere il gioco e tenere le distanze da Russell. Era necessario un basso profilo, dato che il piano dell'umano nello scoprire tutto alzando la voce era fallito miseramente.

    Incrociò il Tenente Capo Russell proprio mentre si dirigeva verso la cabina di Devereaux. L'uomo sembrò voler cogliere l'ammirazione di Wen con il semplice sguardo, ma il Quarian fece finta di non comprendere il messaggio e si limitò a salutarlo con un cenno del capo.
    La porta della cabina del comandante era la più grande della nave, era impossibile sbagliarsi, e una volta dentro capì a cosa servisse una porta così immensa: la cabina era anch'essa esageratamente grande, le pareti erano decorate con armi appartenenti a diverse epoche e diverse specie, nonchè medaglie, riconoscimenti, trofei e qualsiasi altro cimelio a metà tra il prezioso ed il pacchiano.
    "Ovvio" pensò Wen sorridendo "Solo una porta gigante può contenere l'ego di quest'uomo."
    A rovinare la rivoltante complessità di quell'ambiente ci pensarono i pezzi in frantumi di un calcolatore. L'umano sembrava non aver preso a cuor leggero ciò che era avvenuto con la Kruger. Non solo il casino con le Asari, ma sicuramente anche i suoi superiori dovevano avergli dato una bella strigliata.
    In mezzo a quel caos, che tutto sommato lasciava trapelare una certa armonia, i suoi occhi caddero sull'unico oggetto apprezzabile di quella collezione. Wen si avvicinò alla scrivania, ancor prima di salutare il comandante, ed osservò da vicino il cimelio: era una sorta di piedistallo a forma di piramide senza punta, che emanava una luce multicolore proprio dove avrebbe dovuto trovarsi la punta; pochi centimetri sopra la piramide, c'era l'elemento principale dell'opera: una sfera metallica decorata secondo la forma geologica della Terra, che fluttuava sopra la piramide quasi magicamente. D'istinto la mano di Wen passò incantata sotto la sfera, che cadde proprio sul suo palmo.
    Finalmente, con la sfera ancora in mano, si voltò verso Devereaux, che sembrò non apprezzare la mossa del Quarian, ma questi non se ne curò minimamente, anzi cominciò a farla rimbalzare delicatamente tra le mani. Wen aveva capito subito, una volta entrato nella stanza, quanto a Devereaux piacesse tenere tutto sotto controllo.
    "Allora. Volevi vedermi, se non sbaglio. Spero sia importante." Disse infine, tenendo sempre gli occhi puntati sulla sfera e mai sull'uomo.

     
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    Michelle Hawkins

       Fazione: Cerberus
       Ruolo: Genetista


    Guardò e riguardò il proprio volto allo specchio. Girò prima a sinistra e poi a destra. Provò diverse espressioni facciali e acconciature.
    E se avesse provato del trucco?
    Sfiorò il livido viola poco sotto l'occhio sinistro.
    Pensò fosse meglio non nasconderlo. Se risultasse troppo curata non verrebbe presa seriamente. Meglio mostrare il livido, avrebbe trovato una buona scusa. Ormai lo faceva da tempo.

    Era stato un errore parlare con sua madre, soprattutto quando aveva scoperto della nuova amante di suo padre. Non che fosse cosa strana, dopotutto lui aveva continue scappatelle. Certamente non duravano molto... suo padre era un uomo codardo e mai avrebbe lasciato la moglie.
    Poche erano le volte che sua madre aveva scoperto l'amante di turno, ma ogni volta lei commetteva l'errore di mostrarsi. Ogni volta sua madre le dava uno schiaffo sul volto, senza neanche togliersi gli anelli dalle dita.
    Il suo peccato? La prima scusa: quello di avere il volto uguale all'uomo. Questo era quello che credeva Michelle. Non aveva mai trovato altre motivazioni plausibili. La madre voleva che le parlasse solo con la sua lingua, ovvero il francese? Allora Michelle parlava con l'accento francese. Voleva che rimanesse zitta? Lo faceva senza pensarci troppo. Avrebbe fatto di tutto per ricevere attenzione dai suoi genitori.

    I segni dello schiaffo erano ancora evidenti quando la convocarono quelli di Cerberus. Non aveva coperto quei segni perchè troppo occupata a non pensarci. Pensare al motivo la faceva stare male e se lei stava in quello stato, non era in grado di lavorare.
    "Moglie gelosa" rispose quando le chiesero il motivo. Era la verità, ma i suoi colleghi pensarono che lei fosse l'amante scoperta. Pensò fosse meglio così, almeno nessuno avrebbe messo becco nella sua famiglia.
    Dopo quel piccolo evento, le spiegarono del perchè l'avessero chiamata. Lei era una scienziata, ma anche abile nel mentire e con diverse conoscenze in più campi. Un membro di Cerberus era stato mandato già in quella missione, ma le cose sembravano essersi complicate. Lei doveva andare là e ottenere dei dati.
    "Mandateci un esperto informatico" aveva ribattuto. Non voleva andare in una missione pericolosa.
    "Tu hai una laurea anche in quel campo" le dissero di rimando. Michelle lì maledì dal profondo del suo cuore.

    Ora era lì, su Thessia. Tramite alcuni giri, era riuscita a scoprire dove si potevano trovare le persone che stava cercando. Si era fatta dare una descrizione approssimativa e tramite alcuni contatti interni all'Alleanza aveva trovato le informazioni che le mancavano.
    Adesso toccava a lei cercare di portare a termine quella missione. Sempre se non finiva ammazzata nel processo.
    Ricontrollò il suo nuovo aspetto: tramite delle lenti a contatto era riuscita a cambiare il colore degli occhi da verdi a neri, si era fatta applicare diversi tatuaggi che, tramite una soluzione non dannosa, avrebbe potuto rimuoverli a fine missione. I capelli erano stati legati e i suoi abiti erano i più anonimi mai visti.
    Quando arrivò al presunto locale, Michelle fece ben attenzione a sfruttare la folla per muoversi senza dare troppo nell'occhio.
    Mentre vagava per lo Ardat Yakshi, cercava le persone a lei descritte. La cosa si rivelò più difficile del previsto, tant'è che pensò subito ad un'altra tattica. Cercò un angolo in cui fermarsi e accese il factotum. Tra i dati ritrovati, si faceva nome di una certa Lucy Kruger e un Dave Lynch. Le sarebbe bastato trovare il codice univoco di un loro factotum, perchè quando venivano acquistati i loro codici venivano registrati ad una determinata persona, e li avrebbe trovati. Lei contava che fossero assieme in quel momento.
    Non impiegò molto a trovarli. Ogni dannato essere in quella galassia ne possedeva almeno uno!
    La scienziata di Cerberus seguì il segnale, fino ad arrivare al tavolo dove vedeva tre persone seduta. E una in piedi. Quest'ultima non corrispondeva a nessuna descrizione che le avevano dato... e non poteva essere certamente il membro che Cerberus aveva inviato poco tempo fa.
    Nell'avvicinarsi al tavolo, ascoltò solo le ultime parole della donna dai capelli neri. A quanto pare era lì per lavoro.
    "Vuoi cedere che hanno chiesto aiuto?" pensò Michelle.
    -Pensavo che delle persone a cui va dietro metà esercito fossero... meno rintracciabili- parlò Michelle di punto in bianco con un perfetto accento francese.
    Dopotutto se doveva mentire lo faceva fino alla fine.
    Si ritrovò lo sguardo di tutti e quattro puntato su di lei e la donna li ricambiò con un sorriso divertito. Alzò le mani in segno di resa.
    -Qualcuno è nei guai fino al collo, non è così? Magari posso aiutarvi. Non ho molta simpatica per i vostri... amici- spiegò, cercando di mantenere una distanza di sicurezza accettabile da quegli individui.

     
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    James Devereaux



    Non riusciva a farsi piacere i quarian: nomadi dello spazio, ladri, artefici della propria sfortunata sorte. Devereaux li riteneva la razza più subdola e detestabile dell'intera Galassia; peggio dei krogan, peggio dei batarian, peggio dei vorcha.
    Però l'Alleanza, al momento, aveva stretto saldi legami con la Flotta Migrante e per questo, anche se il suo istinto sarebbe stato quello di sparare in una gamba di Wen, abbozzò un finto sorriso e cercò di essere con lui il più sincero possibile < Le asari mi hanno fatto un culo quadro per quanto successo nei loro cieli ma sono più incazzate con i clandestini che ora si trovano a scorrazzare sul loro pianeta. Ci aiuteranno nella ricerca ma dubito che ci consegneranno il Lynch qualora dovessero trovarlo. > fece una pausa significativa < E questo non deve ASSOLUTAMENTE succedere! >
    Mentre osservava Wen, James si trovò ad aggiungere un altra nota alla lista dei difetti dei quarian: la loro maledettissima maschera che non consentiva di interpretare le loro espressioni. Il lavoro di spia si basava fondamentalmente nella bravura di sapere leggere il proprio interlocutore per capire quando mentiva, quando era sincero ma soprattutto, se credeva in quello che stavi dicendo. Ciò non poteva succedere con i quarian e le loro maledette maschere.
    < Il Lynch deve essere nostro. > ribadì convinto < Mi scoccia dirlo ma mi serve l'aiuto dei quarian. Sono sicuro che su Thessia ci siano vostri agenti o semplici pellegrini, ho bisogno che lei attivi la sua rete sul pianeta. Dobbiamo trovare la Kruger e il Lynch prima delle asari e prima che riescano in qualche modo ad allontanarsi dal pianeta. E' tutto signor Vas'Var...signor Wen. >

    Devereaux ripetè la stessa richiesta anche all'agente D'Angelo con la differenza che dall'SSC voleva una lista di persone che potessero in qualche modo aiutare la Kruger. La ragazza si rivelò piuttosto efficiente nel suo lavoro e, solo alcune ore dopo, sulla scrivania di Devereaux erano impignati uno sull'altro i dossier di una dozzina di elemnti probabilmente presenti su Thessia al momento e con valide ragioni per mettersi contro all'Alleanza. Ne scartò 10 e si concentrò sugli ultimi due. Un maschio di circa 40 anni di dome Mircea Donovan e una bella ragazza dagli occhi tristi di nome Rael Thompson. Devereaux sperò vivamente che fosse il Donovan quello a cui dare la caccia...sarebbe stato un peccato dovere eliminare un così bell'esempio di bellezza femminile.

    Non restava che sistemare il Tenente Russell. Quell'uomo era un problema, meglio prendere precauzioni nel caso avesse deciso di cambiare fronte. Devereaux si sporse sulla scrivania e schiacciò il bottone che lo metteva in contatto con il suo secondo in comando < Joy...il Russell dovrebbe avere una moglie e una figlia, giusto? >
    < Un secondo... > disse Joy mentre cercava il dossier di Donald sul suo factotum < ...sì. Grace e Sara. >
    < Perfetto. Cominciate con il trattamento che riserviamo ai traditori dell'Alleanza...una cosa leggera per ora: visite nel cuore della notte a casa loro, qualche notte passata in gattabuia. Se poi il Russell dovesse rompere troppo le palle... >
    Joy rise di gusto < Che tremenda sciagura: un così fulgido esempio di dedizione all'Alleanza che risulta essere una spia dei turian. Non ci si può proprio fidare di nessuno! >

    _______________________________________________


    Lucy “Lucifer” Kruger



    Poteva fidarsi della mercenaria bionda? Aveva chiamato lei stessa Rael e il fatto che la ragazza si fosse presentata era sufficiente per non dubitare troppo di lei.
    Ma l'altra donna? Era spuntata dal nulla e sembrava sapere esattamente ciò in cui Lucy e i suoi compagni erano implicati.
    La mercenaria bionda dal forte accento francese spiegò di essere risaliti a loro grazie all'IP univoco che ogni factotum possedeva. Il problema, però, era che Lucy non possedeva un factotum e quindi il campo si restringeva a Dave.
    Non ci aveva pensato.
    Con una mossa fulminea, strappò il factotum che Dave teneva al braccio e, una volta preso, le fu sufficiente stritolarlo tra le sue mani per mandarlo in mille pezzi sotto gli occhi tristi del ragazzo < Ci tenevo a quel factotum! > esclamò quasi sull'orlo del pianto.
    < Voi potete tenerlo per ora. > disse rivolgendosi a Crazy Fire e alle nuove arrivate < Non sanno ancora chi siete. >
    Con un semplice sguardo invitò le due nuove compagne a prendere posto al loro tavolo < Il nostro compito è scortare questo Sfigato fino ai confini dello spazio batarian. > rispiegò ad uso e consumo di Rael e della francese misteriosa.
    Lucy si morsicò un labbro, indecisa su quanto e cosa rivelare loro. Forse non era più tempo per i segreti; con Leeroy e Sydney era rimasta sul vago e, come conseguenza, i due non avevano avuto motivazioni sufficienti per restare fedeli alla loro missione.
    Forse se Rael, Crazy Fire e la bionda avessero saputo cosa c'era in ballo, avrebbero combattuto con più voglia.

    Lucy toccò Dave su un braccio < Dì loro tutto quanto. > ordinò monotona incrociando le braccia sotto al seno.
    Dave quasi si strozzò a quell'uscita della sua erculea guardia del corpo < Ma non avevi detto... > cominciò a protestare ma fu sufficiente uno sguardo fulminante degli occhi di ghiaccio di Lucy per terminare la sua frase.
    Dave alzò le mani in segno di resa e cominciò a spiegare < Io lavoravo all' ASA...manutentore di database. Ho scoperto che l'Alleanza raccoglie dati su ogni essere umano che vive nella Galassia e su ogni alieno che vive sulla Terra e poi, usa questi dati per darli in pasto a una IA capace di prevedere e guidare i comportamenti delle masse. > si interruppe e squadrò le sue tre interlocutrici per assicurarsi che avessero capito. < In sostanza, la IA - che io chiamo Destino - decide quando un'azienda necessita di una crisi, quando una certa area geografica ha bisogno di una guerra civile, quando c'è bisogno di eliminare di Tizio e Caio perchè ritenuti da Destino troppo pericolosi. > afferrò il suo zaino e fece vedere il computer al suo interno < Io ho copiato questi dati fino alla lettera M...e devo consegnarli all'Egemonia. Ci penseranno i batarian poi ad alzare tanta polvere da soffocare l'Alleanza per almeno 10 secoli! >
    Dire che le tre ragazze fossero sconcertate era dire poco < Ai batarian? > domandò caustica Crazy Fire.
    < Sono gli unici disposti ad aiutarlo. > tagliò corto Lucy autoritaria < Ora passiamo alla parte economica: pagherò di tasca mia per il vostro lavoro e sarò molto generosa. Ma non vedrete un credito fino a missione terminata. Ora che sapete tutto, decidete voi: o restate e ci aiutate o ve ne andate e io sarò costretta ad ammazzarvi come cagne prima ancora che i vostri bei culetti si siano staccati dalla sedia. La vostra risposta? >


     
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    Rael Thompson

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    Prima ancora che Lucifer potesse risponderle, l'attenzione di tutti fu attirata da un'altra figura che si era avvicinata al gruppetto, pur mantenendosi a debita distanza.
    "Pensavo che delle persone a cui va dietro metà esercito fossero... meno rintracciabili" - esordì. Aveva una forte flessione francese e l'aria rozza che le conferivano i suoi tatuaggi era mitigata dallo sguardo sveglio ed intelligente che caratterizzava i suoi occhi scuri. L'acutezza che percepiva dai suoi modi le suggerì di mantenere le distanze: nel poco tempo che aveva trascorso su Omega, aveva già imparato che non tutti erano chi dicevano di essere, nemmeno in un posto apparentemente perfetto come Thessia. Questo avrebbe potuto dirlo anche per quanto riguardava Lucifer ed il suo curioso seguito, ma fino ad allora era stato sufficiente restare concentrata per non incappare in brutte sorprese. Del resto, stare lontani dalla gente pericolosa in un lavoro come quello che aveva scelto era praticamente impossibile.
    Rael pensò che si trattasse di un altro contatto di Lucy, ma le parole della nuova arrivata sfatarono questa ipotesi. Lucy dovette immaginare che la nuova arrivata li aveva rintracciati tramite l'Ip del factotum, perché vide la donna afferrare il congegno del ragazzo che le sedeva accanto e sbriciolarlo tra le mani, un gesto che la sua mente calcolatrice registrò immediatamente: era una donna forte, che a quanto pareva non conosceva mezzi termini. Doveva andarci cauta, con lei.
    Invitò entrambe a sedersi e annunciò l'obiettivo: portare il ragazzo ai confini dello spazio batarian.
    Detta così, sembrava decisamente più facile di ciò che era in realtà: infatti, dopo che Lucy ebbe lasciato la parola al diretto interessato, questi rivelò la gravità del caso in cui era implicato.
    Rael ascoltò attentamente ogni parola del ragazzo, e l'ultima frase la convinse definitivamente.
    Era dai tempi della sua militanza nella Marina che nutriva un profondo disgusto per le meccaniche dell'Alleanza, che per anni aveva provato a giustificare in quanto mossa da buone intenzioni, ma ora non aveva nessun motivo per impedire alla semplice verità di venire a galla. Non aveva più paura del caos, ormai ci viveva dentro.
    A quel punto, Lucy si premurò di chiarire la questione economica, concludendo con una minaccia neanche troppo velata, che Rael definì superflua.
    "Non c'è alcun bisogno di metterla in questo modo" - disse, neutra - "Sappiamo tutti come funzionano queste cose".
    Si appoggiò allo schienale del divanetto e guardò intensamente il ragazzo - "In genere non amo immischiarmi in cose più grandi di quello che so gestire, ma tu... Non so se hai le palle o se sei soltanto stupido, ma hai fatto qualcosa da cui non si torna indietro". I suoi occhi gelidi si spostarono su Lucifer - "Tuttavia, sei stato piuttosto abile, o fortunato, nella scelta degli alleati".
    Non sapeva il motivo per cui una donna come Lucy avesse interesse a raggiungere quell'obiettivo, ma al momento non c'era alcun bisogno di approfondire quell'argomento, anche perché di certo Lucy non avrebbe parlato. Ciò che contava era che la sua presenza rendeva quel piano suicida qualcosa di possibile, e Rael era allettata all'idea di mettere i bastoni fra le ruote all'Alleanza.
    "Non posso fare miracoli" - concluse - "ma se c'è anche una sola possibilità per far sì che l'Alleanza abbia ciò che si merita, avete il mio pieno appoggio".

     
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    Lucy “Lucifer” Kruger

       Fazione: Arian Brotherhood
       Ruolo:Assassina

    citazione (rimuovere se non presente)


    JAMES DEVEREAUX



    Devereaux cominciava a rivalutare leggermente i quarian. Quegli zingari dello spazio erano più efficienti del miglior Servizio Segreto in circolazione e il rapporto di Wen che indicava la presenza di un uomo e una donna che corrispondevano alla Kruger e al Lynch avvistati nei sobborghi della città di Adelot ne erano la conferma. I due erano a quanto pare accompagnati da altre 3 femmine umane, una delle quali era quella Rael Thompson che Devereaux aveva tanto sperato non fosse coinvolta. Peccato. Occhi Tristi aveva i giorni contati.
    Una delle altre due umane era la ragazza dai capelli rossi che pilotava la Desperados mentre della bionda non si aveva alcun riscontro: un fantasma. E quando si parla di Fantasmi, Devereaux sentiva sempre puzza di Cerberus; d'altra parte che Cerberus fosse coinvolto, era stato confermato dalla cattura della Dottoressa Abrams.

    Adelot era comunque una città piuttosto vasta e i quarian non erano riusciti a scoprire l'esatta ubicazione dei 5 sospetti. Una vera seccatura! Avrebbe dovuto agire alla vecchia maniera, mandando una squadra sul posto a investigare.
    < Joy. > disse Devereaux nell'interfono < Dobbiamo mandare una squadra sul pianeta per cercare quello stronzo del Lynch. >
    < Ricevuto, Capo. Prendo i soliti 5 e comincio le ricerche. >
    < No. > replicò Devereaux deciso < Tu resti a bordo. La Kruger sarà all'erta e di sicuro è preparata per ogni evenienza...inutile rischiare altre perdite tra i nostri. Mandiamo giù i nostri nuovi amici...e Dana. >
    < Ma, Capo, Dana non si è ancora ripresa al 100%. > protestò Joy senza troppo convinzione.
    < Meglio così...sarà più facile per la Kruger ammazzarla una volta per tutte. >
    James era sinceramente pentito di avere chiamato quegli 'esterni' a collaborare; facevano troppe domande e ora si era aggiunta anche Dana che cominciava a dubitare delle sue parole. Era dispiaciuto di dovere sacrificare la sua pupilla; Dana aveva buone probabilità di fare carriera nei servizi segreti: era bella, sveglia, forte e determinata ma, durante quella missione, aveva mostrato un lato del suo carattere inaccettabile per una spia. Le spie, non possono avere dubbi poichè il lavoro che svolgono è talmente sporco in alcuni casi, che devono dimenticarsi di avere una coscienza.

    Dana era in piedi, aggrappata a una barra metallica che la sosteneva mentre la Kodiak sbandava e ondeggiava durante l'attraversamento dell'atmosfera di Thessia. Restava in piedi poichè il suo ginocchio destro la tormentava ogni volta che tentava di piegarlo.
    Non capiva perchè Devereaux avesse mandato lei, ancora ferita, a comandare la squadra di ricerca; e non capiva perchè, oltre a 4 suoi colleghi, fossero presenti anche il Tenente Russell, il Quarian e l'agente dell'SSC. Li guardò uno per uno e dalle loro espressioni, intuì che anche loro non si spiegavano quella scelta...beh, almeno i due umani, per il Quarian poteva solo immaginare quale fosse la sua espressione nascosta dal casco.
    E poi aveva una dannatissima paura! Aveva paura di trovarsi di fronte di nuovo la Kruger: quella donna era terrificante e il ricordo di come l'aveva massacrata, le fece partire un brivido che le percorse tutta la schiena.
    Zoppicando vistosamente, andò di fronte ai tre esterni < Atterreremo a breve. > disse seria e cercando di celare il tremolio che aveva alla voce < Dai dati dei Quarian, ci concentreremo su 2 quartieri periferici di Adelot: io e il Tenente Russell con due uomini indagheremo qui... > spiegò mostrando sulla mappa olografica il quartiere di loro competenza < Wen, D'Angelo e altri due uomini si concentreranno sull'altro quartiere. > I tre annuirono e Dana voltò loro le spalle per una frazione di secondo prima di tornare a guardarli < Devereaux ha dato l'ordine di sparare a vista. > aggiunse titubante < Ma...preferirei prenderli vivi se possibile, se non tutti, almeno l'Obiettivo, il Lynch...devo sapere perchè...non fa nulla. E state attenti alla Kruger: non affrontatela da soli... > aggiunse toccandosi istintivamente il ginocchio < ...quella non si lascerà mai prendere viva. >

    _______________________________________________


    LUCY "LUCIFER" KRUGER



    Lucy era conscia che ogni secondo in più che passavano su Thessia, le probabilità di essere scoperti dalle Asari o dall'Alleanza aumentavano in progressione geometrica. Dovevano andarsene subito da quel pianeta ma come farlo, si era dimostrato un bel problema.
    Lucy aveva dovuto dare fondo a tutti i favori che la criminilità asari le doveva, accumulati in anni di omicidi e pestaggi che l'umana non sempre si faceva pagare appunto per accumulare favori da riscuotere nel momento del bisogno.

    Era grazie a quel tacito accordo che era da sempre esistito tra i malfattori di ogni tempo se ora i 5 potevano contare su di un rifugio abbastanza sicuro, armi in abbondanza e una via di fuga bella che pronta.
    Lucifer aveva lasciato alle altre 3 ragazze il compito di andare in giro a riscuotere i suoi favori; sapeva che il suo volto e quello di Dave erano conosciuti mentre per Rael, Michelle e Crazy Fire il discorso poteva essere diverso. Loro 3, per ora, non erano ancora state bruciate, forse.
    I 5 si erano ritrovati al loro rifugio sicuro e le notizie che le 3 ragazze avevano riportato non erano propriamente entusiasmanti: si diceva fossero in giro umani sospetti che facevano troppe domande e anche un quarian troppo curioso. Il cerchio si stava stringendo attorno ai 5 fuggiaschi, non restava che agire subito, prima che fosse troppo tardi.

    < Allora è deciso. > disse Lucy convinta < Partiremo questa sera al tramonto. C'è una nave cargo in partenza per Deekuna e un'asari che mi doveva un favore ci ha concesso un passaggio clandestino: dobbiamo solo riuscire a trovarci per le 19.00 all'entrata est dell'astroporto. > spiegò frettolosa < Ho tralasciato il dettaglio che, una volta a bordo, prenderemo il controllo della nave e la dirotteremo verso Kar'Shan. > aggiunse sollevando un angolo della bocca in un'abbozzo di sorriso.
    < Rael: io e te prepariamo le armi qui. Michelle e Crazy Fire: uscite e cercate il percorso più sicuro. E' tutto. > ordinò imperiosa rivolta alle sue colleghe. Dave, che le era accanto, si schiarì la voce e le diede un colpetto sul braccio per attirare la sua attenzione; quando Lucy lo guardò con aria interrogativa, il ragazzo ricambiò con uno sguardo complice, abbozzando con un gesto della testa verso le tre ragazze. < E' tutto...per favore. > si corresse Lucy leggermente imbarazzata.

    Il tempo scorreva veloce e Lucy non aveva più aperto bocca, concentrata com'era nel controllare le armi che poi riponeva ordinatamente in due grandi borsoni neri. Rael, ogni tanto, cercava di rompere il silenzio ricevendo in cambio solo sguardi monotoni da parte di Lucy.
    Stufa di quel silenzio la mercenaria dagli occhi tristi raggiunse Dave che se ne stava seduto ad un tavolo con la testa appoggiata al palmo della mano e non staccava gli occhi da Lucy < Ehi! > disse Dave salutando la mercenaria che aveva un'evidente espressione scocciata dipinta sul volto < Non prendertela con lei. > disse indicando Lucy < Se sapessi la vita che ha avuto, capiresti perchè è diventata così...però...è bella, vero? Così forte, decisa...con quegli occhi di ghiaccio... > sospirò sognante e si concentrò su Rael < Anche tu hai dei bellissimi occhi ma perchè sono così tristi? > domandò innocente restando in attesa di una risposta.

    Mezz'ora dopo, la porta del rifugio si aprì di schianto < Dobbiamo andarcene subito! > disse Crazy Fire visibilmente agitata richiudendosi la porta alle spalle < Quegli stronzi sono già qui! Michelle sta cercando di portarli fuori strada ma non credo che abboccheranno a lungo! >


     
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    Pettegolo

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    Donald Russell

       Fazione: Alleanza
       Ruolo: Tenente Capo

    citazione -SHANXI NON E' STATO UN CASO!- urlò Gurnasson "magari non è stato un caso... ma un bel casino si" pensò (Donald) mentre si imbarcava.

    -A cosa sta pensando Tenente?- La dolce voce di Giada lo destò dai suoi pensieri
    Donald le sorrise -A Quanto sono bravo a mettermi nei guai e che prima o poi la mia boccaccia finirà per ammazzarmi... uno tronzo, testa di cazzo di prima categoria- poco fa era stato avventato a minacciare Devereaux ma la rabbia del momento aveva preso il sopravento.
    Giada Si mise di fianco il burbero soldato -Bhè! Anche io ho un certo talento per i guai...- disse scherzando
    Donald la guardò e sorrise di nuovo ma poi girò lo sguardo e tornò serio -Occhi aperti Giada... ho il dubbio che giochiamo per la squadra sbagliata- Disse
    La Giovane SSC lo osservò -Gia! Anche io non mi fido di Devereaux... Ci sta nascondendo qualcosa-
    -Ti fidi del Quarian?- Chiese Donald
    -Credo che anche lui sia nella nostra stessa barca- Disse Giada
    -Puo darsi- L'agente sembrava fidarsi... Donald invece nutriva ancora dei dubbi sull'amico con il casco.

    Seduto con le mani incrociate... Il Tenente Capo Donald Russell era li mentre la Kodiak da li a poco gli avrebbe portato su Tessia... Era ancora pensieroso. Forse stava giocando per la squadra sbagliata.
    Osservo la gamba di Dana... Zoppicava vistosamente... non si voleva un genio per capire che non era ancora pronta per scendere in campo... ma perchè? Possibile che quella fottuta spia di Devereaux avesse pianificato di catturare la kruger e nello stesso tempo far fuori i suoi stessi uomini? Non sarebbe stata la prima volta che capitava, il ricordo di Hans Gruber e dei fatti di Bekenestein erano ancora vivi.
    -ci concentreremo su 2 quartieri periferici di Adelot:- incominciò Dana
    Donald instintivamente mise una mano dove aveva la foto della moglie e della figlia. Lo faceva sempre prima di una missione... Gli ricordava sempre che aveva un motivo valido per ritornare
    -io e il Tenente Russell con due uomini indagheremo qui...Wen, D'Angelo e altri due uomini si concentreranno sull'altro quartiere.-
    -Quindi se non la trovano loro ci pensiamo noi. Se non la troviamo noi ci pensano loro.- aggiunse uno dei uomini di Dana
    -E se non la troviamo nessuno dei due?- Chiese Giada
    -Saranno cazzi amari!- Si intromise Donald con un sorriso
    Dana fece finta di non sentire e continuò -Devereaux ha dato l'ordine di sparare a vista. Ma...preferirei prenderli vivi se possibile, se non tutti, almeno l'Obiettivo, il Lynch...devo sapere perchè...- A quella affermazione Donald la osservò con più attenzione... Forse Dana non era del tutto fedele a Devereaux, e forse aveva gli stessi dubbi che aveva lui -non fa nulla.- si sbrigò a rettifficare la spia -E state attenti alla Kruger: non affrontatela da soli...quella non si lascerà mai prendere viva- A Donald parve di sentire un leggero tremolio nella voce di Dana quando pronunciò il nome della Kruger... se questa volta Dana avesse affrontato nuovamente la stronza psicopatica ci sarebbe rimasta secca senza se e ma.
    Il Tenente si alzò e si avvicinò alla Donna parlando a bassa voce -Lo sappiamo tutte due che lei non è in grado di combattere- indicò il ginocchio -e che quei due cazzoni che si è portato non saprebbero affrontare nemmeno una puttana asari arrapata con le mesturazioni, figuriamoci una cazzuta stronza psicopatica del cazzo... Se incontriamo la Kruger la lasci a me-
    La Kruger era cazzuta ma anche lui non era da meno... e poi non voleva che quei coglioni del cazzo lo intracciassero... doveva capire.


     
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    Michelle Hawkins

       Fazione: Cerberus
       Ruolo: Genetista

    citazione (rimuovere se non presente)

    Michelle guardò la strada davanti a sé e la scartò dalla sua mappa mentale.
    Era troppo stretta, nel caso in cui Terminator (AKA Kruger) e MissAllegria (c'erano altri modi per definire Rael?) avessero voglia di giocare con i soldati in cerca della Sarah Connor sbagliata (forse doveva chiedere a Dave di cambiare nome), inoltre c'erano pochi civili da poter utilizzare in caso di fuga rapida. Senza constare la quasi assenza di papabili angoli di copertura.
    -Un'altra- disse ad alta voce.
    La donna dai capelli biondi cominciò a camminare, seguita da poca distanza da Crazy Fire.
    -E' la terza che scarti, di questo passo possiamo anche mettere su casa e invitarli per un tè- commentò l'altra umana con tono annoiato.
    Michelle si lasciò sfuggire un sospiro stanco per l'ennesima lamentela della compare.

    In parte quella donna aveva ragione, ora erano tutti braccati dall'Alleanza e non avevano idea di quanto tempo avessero a loro disposizione, prima di essere trovati da loro.
    Nel dubbio, Michelle cercava almeno di fare un buon lavoro: trovare una via abbastanza sicura e preferibilmente rapida per scappare. Le cose non erano semplici: dovevano anche stare attente a individuare una strada anche non meno possibilità di essere scelta da quei dannati tizi che li cercavano.

    Ad un tratto, la bionda si sentì strattonare. Crazy Fire l'aveva trattenuta dal fare un altro passo.
    Michelle stava per imprecare e chiederle cosa avesse. Non esattamente in quell'ordine, ma piuttosto combinando le due cose.
    La ragazza dai capelli rossi la indirizzò con lo sguardo verso un punto davanti a loro due. Michelle portò i suoi occhi neri (rimpiangeva il suo verde naturale) verso lo spazio davanti, cercando di capire cosa volesse. Guardò ai lati della strada e poi verso la folla di persone. C'erano un numero imprecisato di asari e poi, in numero minore, diversi esponenti di ogni razza: turian, salarian, elcor, c'era persino un gruppo di umani con un quarian...
    -Merde- imprecò la scienziata di Cerberus, riconoscendoli dalla descrizione di Lucy e dai loro appostamenti.
    Come a volere dimostrare una delle numerose Leggi di Murphy, appena Michelle finì di parlare, uno di loro guardò nella loro direzione e le vide entrambi.
    Forse doveva aver riconosciuto Crazy o forse entrambe, giacché Michelle lo vide strabuzzare gli occhi e poi indicarle ai suoi compagni.
    -Dannazione!- esclamò agitata la rossa.
    La scienziata le afferrò il braccio e le parlò rapidamente: -Corri dagli altri, io prendo tempo. Ricordi le strade che ho scartato? Prendi quelle, se l'Alleanza è furba sceglierà subito le strade che ti avevo indicato.-
    E senza aspettare una risposta dalla collega, la spinse via e recuperò una delle armi che aveva recuperato dal rifugio della Kruger. Era una semplice M-9 Tempest, ma sarebbe servita al suo piano.
    Guardò i soldati avvicinarsi velocemente a lei. Lanciò loro un sorriso divertito e cominciò a sparare in aria.
    Al suono degli spari, la folla di civili cominciò a urlare e correre in preda al panico, creando non poca difficoltà al gruppo dell'Alleanza.

    Michelle si coprì il capo con il cappuccio della felpa scura che indossava e cominciò a scappare, usando la folla come diversivo.
    Sperava che la confusione si dilagasse anche nelle strade vicine, almeno per aumentare le vie di fuga dei compagni.
    Mentre correva, la bionda cercò di tenere a mente la cosa più importante: "Ore: 19.00 all'entrata est dell'astroporto - nave cargo per Deekuna"

     
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