Lacrime nella pioggia

Sistemi Terminus

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    Eleanor Elliott
    Non sapeva più cosa pensare. Matthew e Michelle le avevano dato due consigli totalmente opposti, ma in verità non le importava proprio niente. Bjorn era un bel ragazzo, molto dolce, e forse la vecchia Nora avrebbe trovato dei vantaggi in una relazione come quella... Ma la nuova Nora era più interessata a salvare la galassia.
    Restò da sola per qualche minuto seduta a quel tavolo, con i gomiti poggiati che le massaggiavano il collo, come ad agevolare il flusso di idee dalla mente al cuore, ma nessuna di esse era davvero valida. La Berlin era 'invisibile' ai sensori dei Razziatori, ma anche ammesso che fossero riusciti ad addentrarsi nel loro territorio, sarebbero sicuramente entrati nell'area visiva dei sintetici, e non ci sarebbe stato occultamento che avrebbe tenuto alla portata dei raggi laser.
    Fu invasa da un senso di angoscia, quando un pensiero cominciò a viaggiarle per la testa, ma che fu subito interrotto da una voce alle sue spalle, seguita poi dalla figura di Bjorn con un altro caffè in mano.
    Eleanor osservò la tazza poggiarsi delicata sul tavolo, e quando lo raggiunse Nora rimase pietrificata a fissarlo, immersa nuovamente nei suoi pensieri.
    "Stai be..." l'inserviente non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase, che la rossa si alzò di scatto, facendo quasi cadere la sedia dietro di lei.
    "Scusami" rispose di sfuggita mentre correva via dalla mensa.

    Per tutto il corridoio fino all'ascensore vedeva persone che come lei avevano perso tutto ma che, sempre come lei, erano determinate a costruire una nuova vita e a garantire un futuro ai propri cari. Decine e decine di persone, e nelle altre navi che seguivano la situazione era la stessa. Chi era lei, o Matthew, o Lucy o Michelle per decidere del destino di tutti quei sopravvissuti? Si chiedeva se i suoi amici, soprattutto Gunnarsson, fossero davvero preparati al peggio. Si chiedeva se fosse l'unica ad aver anche solo considerato quell'opzione. Pensava che in periodo di guerra tutto fosse lecito, e che il malessere di pochi potesse essere la chiave per il benessere di molti, però sapeva che quella responsabilità sarebbe ricaduta presto o tardi su loro quattro. Necessitava di sapere se Matthew fosse preparato a tanto, ma era la risposta a preoccuparla. In cuor suo non sapeva decidere quale delle due risposte fosse quella che davvero voleva sentire, e questo la faceva letteralmente impazzire.
    Quando l'ascensore raggiunse l'armeria e le ante si spalancarono, la potenza di quei corpi in movimento, a lavoro, l'atmosfera di fatica ma anche di soddisfazione, la fecero tentennare e cominciò a chiedersi se volesse davvero sapere la risposta... Ma era tardi per tirarsi indietro.
    "Ho bisogno di parlarti." intimò la rossa a Gunnarsson, interrompendo qualsiasi cosa egli stesse discutendo con la gigantessa. "Puoi lasciarci? Anzi no, resta anche tu, così evito di chiedervelo due volte." aggiunse rivolta a Lucy. Nora non si sprecava mai in tante parole, ma ciò non significava che dentro la sua testa non fluissero ininterrottamente... Ma in quel momento il terrore per la loro risposta fece sì che fosse difficile trovare le parole adatte. Si fermò un attimo che sembrò un giorno, e capì che il modo migliore era partire dall'inizio.
    "Ne abbiamo fatta di strada in cinque anni. In qualche modo, Matt, sei riuscito a raccogliere il meglio che l'Alleanza, se ancora esiste, avesse da offrire... E l'hai distribuito in cinque tra le navi più all'avanguardia della galassia. Sei un ottimo comandante, ma c'è da dire che la fortuna è stata dalla nostra parte. Ma come ben sai la dea bendata è cieca, e sono certa che ci lascerà nel momento in cui Hackett ci darà quel fatidico ordine. Sai che non sono pessimista, ma quante possibilità abbiamo? A corto raggio non c'è occultamento che tenga, nè corazze e scudi abbastanza resistenti. Entrare nell'area dei Razziatori non è un rischio, è un suicidio. Il tempo stringe e presto dovremo prendere una decisione. Insomma, non possiamo lanciarci alla cieca sperando di uscirne vivi, ci serve un piano ed attualmente non ne abbiamo. Ma se qualsiasi cosa dovesse andare storta, ho bisogno di sapere se sarai pronto a fare un passo più lungo di un Razziatore." Si fermò un attimo per scrutare i volti dei due, e sembravano confusi. Non sapevano dove volesse andare a parare, ed era comprensibile. Dopo un attimo fece la fatidica domanda: "Una volta lì dentro saremo per diverse ore cinque navi contro chissà quanti Razziatori. Se la sorte dovesse richiederlo... Ho bisogno di sapere se sarai disposto a sacrificare una delle navi per distrarre i Razziatori. So bene che ogni membro di questa piccola flotta è un elemento essenziale, ma non si ottengono risultati senza fatica, non puoi migliorare senza sudare. Il recupero delle celle di energia è fondamentale, e se tutte e cinque le navi verranno distrutte, allora l'umanità sarà ad un passo dall'estinzione. Nelle altre navi abbiamo amici o familiari, e per questo odio doverlo dire... Ma se mai si dovesse arrivare a tanto, riuscirai a condannare una delle navi?"
    Il cuore le andava a mille battiti al secondo, perchè da un lato sperava che dicesse sì, dall'altro sperava che il suo amico non fosse arrivato ad i suoi stessi pensieri catastrofici e folli.

     
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    Matt era chino su una consolle a fare l'inventario. Siccome erano una flotta operativa avevano il meglio degli armamenti disponibili e sapere di avere tanta potenza di fuoco a bordo contribuiva a rassicurarlo un po', nonostante fosse ben conscio che ognuna di quelle armi era meno che inutile contro un Razziatore. Lucy arrivò e si sedette sulla consolle, lateralmente rispetto a lui, in una posa che decisamente portava fuori un lato di lei poco usuale, quello femminile. Per tutta risposta alla sua domanda Matt le diede un leggero colpo col palmo della mano in fronte e poi proruppe sottovoce MA SEI SCEMA?! La guardò brevemente negli occhi Uccidere così un membro dell'equipaggio, mentre siamo in missione, poco prima dello sbarco! E se qualcuno ti avesse visto? Se io non fossi stato davanti ad un monitor in quel momento e non ti avessi visto e non avessi cancellato tutto dalle registrazioni di sorveglianza? È un omicidio, Lucy! C'è la corte marziale per queste cose e la pena è la morte! Prima che potesse ribattere rispose a sua volta E per risponderti: si, finché sei su una nave militare la legge militare vige anche per te... Si tirò su e si portò di fronte a lei Ascolta, so che per te Angelo Nero è importante ma ti ho già spiegato che qui non siamo sulla colonia, non lo puoi fare mentre siamo in missione. A me non importa se uccidi chi è già morto dentro, anzi, in un certo senso potrei anche comprenderti però non voglio che ti succeda nulla di male. Non voglio che tu finisca nei guai per aver "portato a casa" qualcuno Poggiò le mani sulle sue spalle e la guardò intensamente negli occhi, insicuro su come procedere. Alla fine optò per essere diretto E sono sicuro che nemmeno Selina lo vorrebbe... Ti prego, non farlo più quando non sei in un posto sicuro, va bene? Le sorrise e subito dopo arrivò Nora. Matt tolse le mani dalle spalle di Lucy e si voltò verso la rossa, ascoltandola con crescente incredulità. Alla fine quando Nora chiese una risposta lui gliela diede Cosa credi che sia, una partita a scacchi? Sacrifichiamo un pedone per coprire la regina?! Si avvicinò a Nora, guardandola con occhi di fuoco Se la situazione dovesse richiederlo io metterei questa stessa nave di traverso per far fuggire le altre quattro, ora è un po' più chiara la mia politica in merito alle emergenze?! Era fuori di se. Davvero Nora credeva che la Berlin ed il suo equipaggio per Matt avessero più importanza del resto della flottiglia Io ho scelto ogni singolo uomo presente su queste cinque navi, io ho la responsabilità della loro vita, io devo andare dalle famiglie quando QUALCUNO MUORE! Stava iniziando ad urlare senza rendersene conto Preferirei prendere una navetta da solo e distrarre i Razziatori facendo volo acrobatico piuttosto che salvarmi il culo a spese dei miei uomini! Squadrò Nora da capo a piedi e poi non senza una certa dose di fiele disse Ti credevo di un'altra pasta... Forse sbagliavo Iniziò ad avviarsi verso il portellone, ormai non era più in condizione di discutere. Arrivato ad una rastrelliera piena corazze ne prese una per il torso e la lanciò mentre camminava con un grido rabbioso, per sfogarsi, senza fermarsi. Poi proseguì verso l'ascensore
     
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    Banshee

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    Post molto lungo, con colonna sonora e di una tristezza abbacinante! Preparate i fazzoletti!


    Lucy "Lucifer" Kruger

    < E sono sicuro che nemmeno Selina lo vorrebbe... Ti prego, non farlo più quando non sei in un posto sicuro, va bene? >
    Già, Selina. Erano passati 3 anni da quando aveva fatto quella promessa ma ogni volta che parlava con Matt, le sue parole le instillavano il dubbio che non avesse capito ciò che Selina le aveva fatto promettere.
    Solitamente, quando Matt la rimproverava, Lucy annuiva, prometteva di non farlo più e puntualmente disattendeva la sua promessa.
    Ma questa volta era diverso. Questa volta doveva rivivere tutto per capire se stesse sbagliando in quello che faceva. Questa volta doveva tornare a 3 anni prima, anche se la cosa le avrebbe fatto male.
    La ragazza aveva sempre sperato che il tempo avrebbe sanato tutte le ferite. L’esperienza le aveva fatto capire che ciò non era vero.
    Le ferite rimangono. Col tempo, la mente, per proteggere se stessa, le cicatrizza, e il dolore diminuisce, ma non se ne vanno mai.
    Guardava fissa davanti a se, con gli occhi sbarrati perché i ricordi cominciavano a fluire.
    Quel ricordo, in particolare, per lei era il più doloroso. Il ricordo di qualcosa che aveva perduto per sempre ma che voleva tenere stretto a se per ricordare ciò che aveva avuto per breve tempo.

    Non può vedere il Bruto che le sta arrivando alle spalle e non può neanche sentirlo perché la battaglia infuria assordante attorno a noi.
    Quando mi rendo conto di cosa sta per succedere, urlo il suo nome fino a farmi male alla gola ma ormai è troppo tardi.
    Il Bruto punta dritto su Selina, la prende in pieno nella sua carica, la solleva da terra come un pupazzo e termina la sua corsa schiantandola contro il muro di un palazzo diroccato.
    Il Razziatore se ne va in cerca di un'altra vittima e io corro come una dannata per raggiungere Selina; vedo che non si muove più e quando le arrivo accanto, un rivolo di sangue le esce dalla bocca. Respira ancora, a fatica.
    Marek mi raggiunge un attimo dopo assieme a Niissa, Grat e Korra < Portala via! > mi dice raccogliendola da terra e mettendomela tra le braccia < Portala alle navi! Presto! >
    < Venite anche voi! > replico in preda al panico.
    Lui mi prende il volto tra le mani e mi parla tranquillo con quella sua dolcezza spiazzante < Dobbiamo restare qui. Dobbiamo dare abbastanza tempo alla flotta per fuggire. Tu vai! Il tuo posto è accanto a lei! > esclama indicando con la testa il corpo esanime della ragazza.
    < Non voglio...restare sola! >
    < Vai, ti ho detto! Noi ce la caveremo...come sempre! > mi accarezza una guancia, si gira e torna alla battaglia seguito da Niissa, Grat e Korra che mi sfiorano una spalla, in segno di saluto.
    Resto alcuni secondi a guardarli. Le loro schiene che si allontanano, con la sicurezza che è l'ultima volta che li vedo.
    Corro verso la flotta che sta per lasciare il pianeta con Selina tra le braccia.
    Passo attraverso i soldati che raggiungono il fronte e non posso fare a meno di pensare che sono già tutti morti e ne sono consapevoli...glielo leggo negli occhi!
    Raggiungo le navi e mi fiondo sulla prima che trovo.
    La stiva è gremita di feriti e di urla di dolore e di grida di infermieri e di medici che corrono senza sosta.
    "Aiutatemi! Aiutatemi!"
    Lo penso ma non riesco a dirlo poi due infermieri turian arrivano di corsa con una barella, mi strappano di mano Selina e l'adagiano sulla lettiga. Di corsa, attraversano la stiva, diretti in infermeria. Io li seguo, tenendo la mano di Selina.
    "Non lasciarmi! Non lasciarmi!" continuo a ripetere tra me e me mentre non riesco a mettere a fuoco il suo volto per le lacrime che mi riempiono gli occhi.
    Una mano blocca la mia avanzata proprio mentre la barella varca la porta della sala operatoria. < Non può entrare! > mi dice l'infermiere turian < Resti qui! >
    Io obbedisco. Resto immobile davanti alla porta senza muovermi di un passo.
    Un’ora.
    Due.
    Tre.
    Quattro.
    L'infermiere turian esce dalla sala operatoria e mi guarda mentre si toglie i guanti di lattice, rossi di sangue. Glielo leggo negli occhi e comincio a ripetere mentalmente " No!" in continuazione, una mano al petto, il respiro affannato, in un pianto disperato.
    < Abbiamo fatto il possibile... > mi dice cercando di trovare parole adeguate quando sa perfettamente che non esistono.
    "No! No! No!"
    <...ma i danni agli organi interni sono troppo seri. >
    "No! No! No!"
    < Non riusciamo a fermare le emorragie interne... >
    "No! No! No!"
    < ...possiamo solo darle la morfina per placare i dolori... >
    "No! No! No!"
    < ...le manca poco. Le stia vicino finchè può. Mi dispiace. >
    "No."

    Mentre raggiungo la camera dove è stata ricoverata, cerco di ricompormi per quanto mi è possibile.
    Selina è distesa nel letto, con cannette e flebo attaccate un po' ovunque.
    La macchina che monitora le pulsazione batte regolare, un bip dopo l'atro.
    Sembra dormire serenamente e mi ritrovo a guardarla mentre sosto sulla soglia, in silenzio, per un tempo infinito: voglio ricordare ogni singolo dettaglio del suo volto per portarlo sempre con me.
    Mi avvicino prendendo una sedia e l'appoggio delicatamente accanto al letto.
    Con una mano le accarezzo i capelli e lei si sveglia all'istante.
    Sorride.
    Quel suo sorriso buffo che fa sempre quando mi vede.
    < Ciao! > dice in un filo di voce.
    < Ciao... > rispondo senza smettere di accarezzarla.
    < Che botta che ho preso! Mi fa male dappertutto... > sorride ancora e mi cerca con una mano che le prendo nella mia, stringendola.
    < I dottori dicono che te la caverai. > mento a lei e mento soprattutto a me stessa < Devi solo riposare un po'. >
    < Non...sei capace di mentire. Sto morendo, Lu. >
    Mi ero ripromessa di non piangere ma non ce la faccio.
    Affondo il volto tra la sua testa e la sua spalla, singhiozzando come una bambina, senza sosta.
    Ora è lei a passarmi ripetutamente una mano sulla testa, cercando di calmarmi < Non piangere Lu. Muoio...felice! >
    Lei sta morendo ma cerca di consolare me.
    < Non ho rimpianti! Ti rendi conto? Ho girato la Galassia...ho sentito il mio nome venire scandito da 100.000 persone....Sa-ka-ro-va! Sa-ka-ro-va!...ho salvato la Terra e Kar'Shan...ho avuto i migliori amici che si possano desiderare...ma soprattutto...mi sono innamorata di te... >
    Arriccia una ciocca dei miei capelli su un dito, come le piaceva sempre fare mentre ce ne stavamo abbracciate, senza dire nulla, semplicemente a respirarci a vicenda.
    < Non voglio restare sola! > dico egoisticamente, guardandola negli occhi < Lasciami venire con te...se muori...lasciami venire con te! >
    Lei scuote la testa, con un dolce sorriso < Non sarai mai sola, Lucy. Anche se non potrai vedermi...anche se non potrai sentirmi...sarò sempre accanto a te. Ci saremo sempre tutti. >
    Con la mano, indica la sua armatura che qualcuno ha lasciato all'ingresso della stanza < La tasca sinistra, quella sul cuore. > mi dice facendomi capire cosa vuole.
    Frugo nella tasca e trovo subito quello che stava cercando.
    E' una fotografia.
    E' tutta sdrucita e consumata. Vissuta.
    Io e Selina siamo in primo piano. Ridiamo felici e spensierate.
    Subito dietro, i volti altrettanto sorridenti di Marek, Niissa, Grat e Korra.
    Nella parte inferiore della foto, c'è una scritta fatta da Selina: "Army of Six! Non temiamo nulla. Non speriamo nulla. Siamo liberi!"
    Mi ricordo quella foto.
    L'avevamo scattata di ritorno da Kar'Shan, sulla UltraViolent.
    In quel momento ci sentivamo invincibili e immortali...eravamo convinti che niente ci avrebbe mai separato.
    Sorrido mentre con un dito passo sui volti dei miei amici.
    < Mi devi fare una promessa Lu. >
    Annuisco, in silenzio.
    < Devi promettermi che resterai viva fino a quando non ci avrai portato tutti quanti a casa! >
    Selina parla sempre più piano.
    Manca poco ormai e vorrei fermare il tempo pur di tenerla ancora con me.
    Magari solo un'ora in più.
    Un minuto in più.
    Un secondo in più.
    Le prendo la mano e la tengo stretta.
    < Promettilo! Portaci...a casa... >
    < Te lo prometto...vi porterò tutti a casa. >
    Annuisce e intensifica la stretta sulla mia mano.
    E' solo un istante prima che chiuda gli occhi per sempre.
    Il silenzio della camera è spezzato solo dal bip continuato della macchina che controlla il suo battito cardiaco e dal rumore del mio pianto.
    Senza di lei.
    Sono sola.
    Di nuovo.
    E per sempre.


    < Forse ho frainteso quello che voleva. > lo disse ad alta voce, mentre con un dito si asciugava una lacrima che si era accumulata sotto l’occhio ma non stava rispondendo direttamente a Matt < ‘Anche se non potrai vedermi…anche se non potrai sentirmi…sarò sempre accanto a te. Ci saremo sempre tutti.’ Forse con casa non intendeva un posto, intendeva le persone! >
    Si passò una mano sulla tuta all’altezza del seno sinistro, proprio dove campeggiava la scritta 2S racchiusa in un cuore. 2S come Satin Steele, come Selina Sakarova.
    < Mi dispiace Matt… > disse guardando finalmente il suo amico negli occhi < …ti prometto che non succederà più. Ora ho bisogno di pensare se… >
    Non riuscì a terminare la frase perché Nora arrivò piuttosto trafelata con una domanda che non si sarebbe mai aspettata da lei.
    Gunnarson fu piuttosto chiaro nella sua risposta, se ne andò come una furia mettendo a soqquadro mezza armeria.
    < Non sei più uno scienziato, Nora. > disse Lucy saltando giù dalla consolle < O meglio, non sei più SOLO uno scienziato. Ora sei soprattutto un soldato ed è meglio se cominci a ragionare come tale! > non era arrabbiata con la sua amica forse solo un poco delusa < Non devi chiedere mai a un soldato se è disposto a sacrificare un compagno: la sua risposta sarà sempre quella di Matt. Un soldato non combatte e muore né per l’umanità né perché qualcuno glielo ordina. > Appoggiò una mano sulla spalla della ragazza, stringendogliela un poco < Sono i compagni, Nora. I compagni sono la nostra famiglia, la nostra casa. Non sacrificherò mai un mio compagno coscientemente. Quindi la mia risposta è no…e se dovesse succedere, salirò su quella navetta con Matt per consentire di salvarvi. > Non era sicura che Nora e il suo modo di ragionare scientifico potessero capire ciò che tentava di spiegare. < Comunque, se vuoi una risposta razionale allora è meglio se chiedi a Michelle; lei probabilmente la penserà in maniera opposta alla mia. >

     
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    Eleanor Elliott
    Le parole di Matthew ferirono Eleanor più del previsto. Sentiva la morte dentro, ed un senso di angoscia e rimorso la stava divorando lentamente e dolorosamente. L'unico fattore positivo era che almeno, lì dentro, l'unico mostro rimaneva sempre e solo lei. Era tutto ciò di cui aveva bisogno di sapere.
    Ma quelle che la ferirono davvero furono le parole di Lucy. L'amica le aveva parlato col cuore, non era di certo furiosa come lo era Matt, ma aveva colto perfettamente il punto. Nora in quel momento si trovava in una nave militare, colma di militari addestrati da militari, e lei non faceva altro che fingersi un militare... Ma ciò che diceva Lucy era la pura verità.
    "Sono uno scienziato." sussurrava mentre l'ascensore si chiudeva portandosi via l'amica mora, e quando le ante si sigillarono, una candida lacrima le solcò il viso.

    Quel pomeriggio lo passò interamente in cabina seduta davanti alla finestra sullo spazio. Più guardava l'immensità delle stelle, più si rendeva conto di un concetto importantissimo e che fin'ora le era sfuggito: le cose belle sono belle solo quando le ammiri da lontano. Sin dall'infanzia aveva vissuto una vita solitaria, sognando di vivere una vita normale con dei veri amici, ma adesso che li aveva non poteva fare altro che rovinare tutto. La solitudine, era quello il suo destino. Ma aveva forse parlato in cattiva fede? No. Si stava comportando da egoista? Probabilmente sì, ma anche uno scienziato poteva riconoscere la differenza tra la lealtà e la follia. Matthew affermava che avrebbe distratto i Razziatori da solo se fosse stato necessario... Come biasimarlo? In condizioni diverse anche Nora l'avrebbe fatto. Ma a quel punto chi avrebbe tenuto bada a cinque tra i migliori equipaggi della galassia? Lucy? Michelle? Nora stessa? No, Matthew Gunnarsson era tagliato per quel ruolo. E Nora sarebbe salita su quella navicella per distrarre i Razziatori? Lei non aveva dubbi, ma a quanto pare Gunnarsson ne aveva anche troppi. Il Comandante non capiva, ma Nora non aveva la minima intenzione di spiegarglielo. Sarebbe stato il tempo a fargli comprendere che in guerra esistono i sacrifici. Esistono le persone sacrificabili e le persone da salvare a tutti i costi, e che gli piacesse o meno Matthew apparteneva alla seconda categoria. Sarebbe entrata lei stessa in quella navetta, si sarebbe presa un raggio laser in piena faccia se fosse stato necessario, ma lì dove Shepard aveva fallito, Gunnarsson sarebbe dovuto sorgere dalle sue ceneri.
    'Ti credevo di un'altra pasta' aveva detto, e probabilmente aveva ragione. Matthew non si aspettava Nora lo scienziato, ma Nora soldato... E il soldato avrebbe ricevuto.

    Il momento dello sbarco arrivò un'ora dopo. Per tutta la Berlin c'era un viavai di gente. Chi trasportava le numerose casse di cibo, chi controllava le condizioni igieniche della nave per evitare eventuali diffusioni per la colonia. Eleanor fu l'ultima a lasciare la nave. Aveva mezz'ora di tempo a disposizione per preparare il tutto. Quando la nave fu completamente vuota, la rossa si diresse spedita verso la branda di Gunnarsson, e vi lasciò sopra un oggetto molto importante ed una lettera. La sua sfera magica era l'unico legame che la teneva stretta alla sua vecchia vita. Quell'aggeggio, se premuto l'apposito pulsante permetteva di avere una visione in tempo reale dello spazio al di fuori della nave, e per lei aveva un significato simbolico enorme. Le era stato donato da un vecchio amico, uno dei pochi ad eguagliare il suo stesso talento.
    Posò la sfera sopra la lettera, così che questa non potesse perdersi e volare via... Non sarebbe mai riuscita a riscriverla uguale.

    "Sai bene quanto questa sfera sia importante per me, sai quanto io ci tenga e sai che un pezzo di me morirebbe se dovessi perderla. Ma sai una cosa? Il pezzo che morirebbe se perdessi voi sarebbe insostituibile. Ho perso le gambe e la scienza me le ha ridate. Ma non potrebbe mai sostituire il pezzo di cuore che perderei.
    Hai detto di esserti sbagliato sul mio conto, pensavi che io fossi diversa. Cercavi in me lo scienziato soldato, ma la verità è che sono solo uno scienziato che fa il cosplay di un soldato, un ologramma di ciò che io e mio padre volevamo che io diventassi davvero. Sono uno scienziato, ed è questa la mia indole. Ero solita dire che dentro quella sfera c'era tutta la mia vita precedente. Mi sbagliavo. Quella sfera continua a riempirsi, perchè quella vita che definivo precedente, è in realtà più attuale di quanto non fosse prima. Io, Eleanor Elliott, nel momento in cui ho posato la sfera sul tuo letto, sono ufficialmente rinata. Volevi uno scienziato soldato? Lo avrai. Non calcolerò più le conseguenze, non cercherò più la via migliore, quella razionale, ma seguirò i comportamenti illogici e irrazionali del soldato. Questo cambierà tutto. Cambierà il mio modo di essere, di comportarmi, il mio modo di difendere te, Lucy e Michelle, e non sarò più un ologramma, il riflesso di ciò che dovrei essere, ma sarò ciò che dovrei essere.
    Mi hai preso per egoista. Io non voglio morire, ma non ne ho nemmeno paura. L'unica mia vera paura è quella di perdere le sole persone che abbia mai amato. Tu pensi che io non salirei in groppa ad un Razziatore pur di mettervi in salvo. Bene, ti sbagli di grosso. Se ho detto quel che ho detto è perchè voglio che tutti voi siate felici, di me non me ne frega proprio niente. Ho passato una vita a seguire le mie ambizioni, solo per vedermele portate via dai Razziatori. Adesso l'unica ambizione che mi è rimasta, è quella di portarvi nuovamente il sorriso ed una vita felice. Se per farlo avrai bisogno di Nora soldato, Nora soldato sarà. Prendi questa sfera e conservala, distruggila, lanciala dal portellone o giocaci a calcio, ma conservane il pezzo migliore dentro di te."



    Una volta lasciata lì la lettera, lasciò la stanza con una cascata di lacrime, che continuò fino all'armeria e fino al suo armadietto.
    "Un soldato non piange" pensò ad alta voce, mentre ammirava il panorama della sua corazza pesante Hahne Kedar grigia. Si asciugò le lacrime con il braccio e pezzo dopo pezzo indossò l'armatura. Aprì il portellone, e con gli occhi persi di un neonato che vede il mondo per la prima volta, si diresse verso la camera del consiglio.

     
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    Michelle Hawkins
    Michelle non fece nulla per impedire la corsa della sua compagna ma anzi, diede una pacca sulla spalla al povero inserviente.
    -Le donne... chi le capisce?- gli disse divertita.
    Prese poi la tazza con il nuovo caffè e la consegnò a Björn. Il caffè non doveva andare sprecato per cose dl genere.
    -Forse... un caffè al momento le basta. Meglio non dargliene troppi o diventa come una bambina con troppo zucchero in corpo- spiegò Michelle, rimettendosi comoda al tavolo.

    Al momento preferiva stare alla mensa, piuttosto che in cabina (le minacce di Lucy per la borsa erano ancora vivide) o da qualche altra parte della nave.
    Non avevano certamente bisogno di lei sulla Berlin: non era un soldato e per di più il suo modo di fare non sempre portava a riscontri positivi. La giovane scienziata aveva cercato di essere amichevole, ma a quanto le era sembrato, i suoi modi di relazionarsi non erano del tutto convenzionali.
    "Forse dovrei smetterla di girare e stabilirmi in qualche bunker. Io, l'enciclopedia dell'enigmista e qualcosa da mangiare, contro il resto dell'universo" pensò Michelle, giocando con la sua tazza.
    Magari era un'idea assurda, ma non del tutto insensata per lei. Tutti erano pervasi da quel dannato perbenismo e dall'indole eroica, ma lo sapevano tutti che fine avrebbero fatto. I vigliacchi, i furbi e i bugiardi sopravvivono. Non lo diceva lei, ma lo mostrava chiaramente madre natura.
    "Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti" si ricordò la bionda.
    Magari dovevano solo adattarsi, cercare qualcosa affinché tutti potessero vivere in questo stato... eppure c'è chi ancora crede nel poter riprendere la Terra!

    -Ah! Ognuno creda a quello che vuole, finché a fiato in bocca!- si disse a voce alta.
    Parlare da sole le faceva bene: nessuno obiettava con stupide affermazioni ed era sempre d'accordo con lei.
    Michelle si alzò dal tavolo, ormai annoiata e decise di farsi un giro nella cabina di pilotaggio. Il pilota le era abbastanza simpatico e poi da lì poteva avere accesso ad una vista sullo spazio infinito.

    Passò quasi tutto il tempo concesso in compagnia del pilota, di tanto in tanto Michelle chiedeva delle curiosità sul lavoro dell'uomo e sui viaggi spaziali.
    Il suo era solo un mere interesse; Michelle non era mai stata un granché alla guida di una skycar figurarsi al comando di una nave! Inoltre Luke non sembrava troppo spazientito dalle domande.

    Quando giunse poco all'atterraggio, Michelle smise di disturbarlo e andò a preparasi. Alla donna non serviva molto: visto il suo modo di agire e il suo ruolo, aveva sempre negato di voler un'armatura. "Tenetela per chi serve davvero!" aveva detto a suo tempo.
    Lei era brava in due cose: pensare e scappare. Niente scontri diretti, ma trappole e sotterfugi. Era la prima a correre in ritirata e l'ultima a scendere in campo. C'era chi le dava della vigliacca, ma lei sapeva bene chi sarebbe sopravvissuto alla fine dello scontro.
    Per evitare inutili lamentele, Michelle aveva prevenuto a dotarsi di una semplice cintura che, una volta messa, attivava uno scudo sufficiente da permetterle una corsa veloce. Non molto, ma abbastanza da tenerla in vita.
    La bionda andò dunque all'armeria e recuperò il suo misero equipaggiamento, senza dimenticare di tenere a portata il suo "portafortuna", il bisturi.
    Quando decise di essere pronta, si dirisse all'uscita della nave e guardò attorno, controllando se i suoi compagni fossero nei paraggi. Alzò le spalle quando non li vide e si avviò verso il luogo dell'incontro.

     
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    Subito prima dell'attracco Mathias mandò un messaggio a Lucy chiedendole di raggiungerlo nella sua cabina provvisoria, nel ponte degli alloggi. Stava lavorando al suo terminale. Quando lei arrivò lui le sorrise cortese e con un cenno del capo le indicò la propria bradina Siediti pure se vuoi, io ho quasi fatto! Pigiò ancora qualche secondo sui comandi, poi si spostò di fianco e premette il comando "Play". Sullo schermo del terminale iniziò un video. Dapprima vari spezzoni di video che ritraevano Selina. C'era uno spezzone di un incontro clandestino disputato con Giada, vari momenti tratti da altre situazioni in cui Matt e l'Army of Four erano stati a contatto. Una volta avevano perfino fatto una vacanza insieme, avevano compiuto una missione congiunta su Kar'Shan e avevano deciso di passare un po' di tempo in quel lussureggiante paradiso tropicale. Mano a mano Selina non fu più il solo figurante, comparvero immagini con Marek, Niisa, Grat, Korra, Giada ed infine Matt stesso. L'ultima immagine era una foto di gruppo che avevano scattato durante la vacanza nel pianeta capitale Salarian. C'erano in primo piano le ragazze che sorridevano e dietro i maschi che facevano li scemi facendo finta di azzuffarsi. Marek era in aria che saltava addosso a Matt che cingeva con un braccio il collo di Grat che a sua volta fingeva di dare una gomitata all'addome a Matt. Si erano divertiti, nonostante le differenze Giada e Matt si erano sempre trovati bene con quell'accozzaglia di persone. Una volta finito il video Matt estrasse un chip dalla base del terminale. Stava per darlo a Lucy e aveva già la bocca aperta per parlare ma all'improvviso si aprì la porta della cabina e comparve il suo compagno di stanza, Harry, il suo secondo in comando. Il ragazzo guardò i due e disse Ho interrotto qualcosa? Matt sbuffò e rispose caustico Come no, Lucy stava per farmi un bel pompino! Ne vuoi uno anche tu? - si voltò verso Lucy - Non ti dispiace farne due, vero? Riportò lo sguardo verso il Tenente e attese qualche secondo così da lasciare a Lucy il tempo di dire qualcosa di sagace a sua volta, poi continuò Cosa ti sembra?! Stiamo parlando, idiota! E vorrei un po' di privacy Harry lo guardò <i>Ma è la mia cabina... Devo prendere la mia roba, adesso attracchiamo... Matt lo fulminò con lo sguardo Potevi pensarci prima, vai da un'altra parte, faremo presto... Il ragazzo fece per controbattere ma si bloccò, sospirò e chiuse la porta. Matt mormorò a denti stretti qualcosa in tedesco e poi riportò il suo sguardo su Lucy Scusa, non mi aspettavo un'interruzione... Rise un po' imbarazzato e poi riprese il discorso, tendendole la mano col chip, a palmo aperto verso l'altro. Il chip giaceva al centro del palmo Questi sono alcuni momenti belli che abbiamo passato insieme. Quelli tuoi con Selina li conosci solo tu ed è giusto così... Sono vostri, nessuno può toglierteli, conservali dentro di te, sono un tesoro prezioso. Questi però sono anche miei, sono momenti felici che ho passato insieme a te, insieme a persone che consideravo miei amiche ed insieme alla donna che amavo. Vogliono condividerli di nuovo con te per ricordarti che, nonostante tutto ciò che è successo tu non sei sola... Si avvicinò a lei e la abbracciò senza che lei avesse la possibilità di impedirglielo. Non c'era nulla di sconveniente né nel suo tono di voce, né nelle intenzioni, né nell'abbraccio. Era semplicemente puro affetto, voleva farla sentire al sicuro, apprezzata. Si staccò dall'abbraccio e le afferrò delicatamente le spalle Tu non sei sola Le ripetè sorridendo sincero Ora però è meglio se lascio entrare Harry altrimenti mi sgozza nel sonno Rise sommessamente e lasciò andare Lucy Ed ogni volta che avrai dei dubbi riguardo al fatto che sei rimasta abbandonata io spunterò a fugarli.Sarò pronto a ricordarti che l'"Army of Two" è ancora qua! Non aveva mai usato il termine "Army of Two" prima, voleva usare un nome che l'avrebbe rassicurata ed era il primo che le era venuto in mente. Sorrise ancora ed aprì la porta, uscendo.



    Il consigliere Hackett era nel suo ufficio, non nella camera del consiglio. Raccolse le ultime carte e si diresse nella Camera per incontrare Gunnarsson e il suo equipaggio. Salì sul palchetto che occupava durante i consigli, subito dopo arrivarono il consigliere Turian, quello Salarian e quella Asari. Matt salutò Consiglieri Fu Hackett a rispondere Capitano Gunnarsson. Ottimo lavoro, lei ed il suo equipaggio siete stati ineccepibili, come sempre. Queste tonnellate di rifornimenti daranno alla colonia del tempo prezioso, tempo che non sprecheremo, ripartirete domani stesso, stesse navi, stessi uomini. La vostra destinazione sarà una cosa mai tentata prima, dovrete andare su Khar'Shan. Una nave dell'Egemonia carica di rifornimenti agricoli è stata colpita nell'orbita del pianeta ed è precipitata al suolo, le scansioni indicano che è intera. Sarebbe il colpo più grosso mai centrato fin'ora. Ci sarà tutto ciò che ci serve per diventare auto sufficienti... Abbassò lo sguardo sulla mappa Capitano, non serve che le dica né quanto sarà difficoltoso né quanto sia importante per noi. Sarà il punto di svolta, tutto dipende da questo Matt annuì Sissignore Lui era pronto e sapeva che anche tutti i suoi uomini lo erano. Hackett diede loro i dettagli e poi li congedò. Matt lasciò che le ragazza facessero domande se necessario, poi uscì. La prima cosa che notò fu un diverso atteggiamento di Nora. La prese delicatamente in disparte e le disse, riferendosi al suo sfogo di prima Nora... Io... Io.. Sono stato un'idiota, scusami. Non avrei dovuto reagire così ma mi hai colto di sorpresa con quella domanda e non mi è vnuto in mente nulla di meglio che sbraitare ed insultarti a morte senza motivo, Sono stato ingiusto e meschino e ti chiedo scusa Tirò fuori la lettera che lei aveva scritto con sentimento e poi anche l'oggetto che lei gli aveva donato Questo non lo userò per giocare a calcio né lo butterò. Lo conserverò e quando lo vorrai sarà nuovamente tuo Rimase brevemente in silenzio, indeciso su come continuare Ascolta, io non voglio che tu cambi per colpa di una mia sfuriata. Il mondo come lo conoscevamo è finito ma ciò non significa che noi dobbiamo morire a nostra volta. Io non ti ho chiesto il tuo aiuto perché mi serviva un soldato, ne ho quattro navi piene, a me servive Nora, la pura e semplice pel di carota che è brillante, a volte impulsiva e che ha molta carne dietro gli occhi, sempre accesa e molto più sveglia di me. Voglio Ariel, di Terminator ne ho già una Le sorrise e le cinse le spalle con un braccio Puoi perdonarmi?

     
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    Lucy "Lucifer" Kruger

    Non pensava che Matt avesse tutti quei ricordi legati a Selina. Mentre vedeva tutte quelle immagini scorrere sullo schermo, si ritrovò presto travolta da un turbinio di emozioni: piangeva grosse lacrime e allo stesso tempo sorrideva quando foto e video ritraevano scene divertenti del tempo passato insieme. Improvvisamente, le sembrò di sentire qualcuno che le sfiorava la mano stesa sul letto. Non era niente di fisico era una semplice sensazione ma riconobbe quel tocco…era lo stesso tocco con cui Selina era solita solleticarla, quando la rossa si accorgeva che Lucy era giù di morale.
    <ho interrotto qualcosa?>
    <come no, Lucy stava per farmi un bel pompino! Ne vuoi uno anche tu? Non ti dispiace farne due, vero?>
    < Due di seguito sono troppi anche per me! Però potrei fare una bella spagnola ad Harry! > disse Lucy stando al gioco < Che ne dici? Non ti piacerebbe l’idea? > aggiunse palpandosi i seni.
    Quando finalmente Harry se ne andò, Lucy ascoltò attentamente Matt e, senza sapere come, si ritrovò tra le sue braccia. Non lesse nessuna malizia in quel gesto e, a sua volta, ricambiò l’abbraccio forse stringendo un po’ troppo a se l’amico.
    <….Sarò pronto a ricordarti che l'"Army of Two" è ancora qua!>
    Lucy lo guardò riconoscente < Grazie Matt! > disse mentre abbandonava la cabina con il suo prezioso regalo tra le mani < Fino a ieri ero convinta che senza Selina, lo scopo della mia vita fosse unicamente mantenere la mia promessa. Oggi mi hai donato un nuovo motivo per continuare a vivere e a combattere: tu, Nora, Michelle…i miei amici…la mia famiglia! >
    Si avvicinò all’uomo e, alzandosi leggermente sulla punta dei piedi, lo baciò su una guancia < Grazie! >

    Lucy si sentiva sempre a disagio quando arrivava il momento di sbarcare su un pianeta.
    Aveva vissuto i 3/4 della sua vita nello spazio, in luoghi che avevano sempre avuto un inizio e una fine. Ad esempio, la UltraViolent era lunga 78 metri da poppa a prua e 47 da babordo a tribordo. Non si scappava; per quanto si volesse misurare, le dimensioni erano quelle. Punto.
    Stessa cosa per Omega o per la Cittadella o per la Berlin.
    Lo spazio a disposizione era finito, eri tu ad essere infinito nelle cose che potevi fare entro quelle 4 mura.
    Viceversa, quando si trovava costretta a scendere su un pianeta, si sentiva insignificante a confronto di tutta quell'immensità. I pianeti erano navi troppo grandi per i suoi gusti e ciò le creava profondo disagio.
    Per questo motivo non sbarcava mai se non era protetta dalla sua armatura; si sentiva protetta, padrona di un luogo conosciuto.

    La sua armatura era ancora la stessa che usava quando era un membro dell'Army of Six, un patchwork di pezzi di altre armature. Era tutta nera opaca se non per due particolari: due ali bianche disegnate sui fianchi del casco e alcune strisce verde elettrico che la attraversavano longitudinalmente su braccia e gambe. I suoi compagni la prendevano in giro perchè quell'armatura era forse la più sgraziata e meno raffinata dell'intera flotta. Lucy ci rideva su, in fondo, l'unica cosa che le interessava era che i vari pezzi dell'armatura le consentissero di sopportare più colpi possibili e le donassero più forza possibile.
    Non aveva poteri biotici nè tecnologici e, per questo motivo, doveva compensare queste mancanze con la pure e semplice forza.
    Sul campo di battaglia, lei era l'ariete con cui sfondare le linee nemiche per questo, come armi, utilizzava un pesantissimo Claymore come arma preferita e una Locust come arma secondaria. Grazie a queste sue qualità, Matt l'aveva da poco messa a capo della squadra d'assalto della Berlin: 25 tra gli uomini e le donne più forti e svitati dell'intera Alleanza. Il nome ufficiale di quel plotone era 1° Squadra d'Assalto e Abbordaggio ma tutti ormai li chiamavano Knochenbruche una parola tedesca, in onore della terra natale di Lucy, che significava Spezzaossa. Matt aveva assegnato quell'incarico a Lucy più che altro per tenerne la mente occupata ed evitare che se ne andasse in giro ad ammazzare persone nel suo ruolo di Angelo Nero.
    < Ehi Capo! Convinci quel barba bianca di Hackett a mandarci a fare un po' di danni! Siamo stufi di fare i facchini! >
    < E' vero, porca puttana! Sono mesi che non faccio a pugni con un cannibale...mi accontenterei anche di un fottuto mutante. Basta che ci sia da menare le mani! >
    A parlare erano stati nell'ordine il caporale Jog Kuntz, un grosso marine la cui simpatia era pari a quella di un calcio sui denti e il Soldato Scelto Eleonore Royale, una ranger di origini francesiche odiava il proprio comandante convinta che Lucy non meritasse il posto che occupava.
    < Io non posso convincere un bel niente di nessuno. Se ci dicono 'raccogliete la merda', noi raccogliamo la merda. Se ci dicono 'uccidete i Razziatori', noi uccidiamo i Razziatori. > Lucy non era particolarmente in vena di tutto quel testosterone < Piuttosto, cercate di non combinare casini a terra e smettetela di rompermi le palle! >
    < Agli ordini raccomandata del cazzo! > disse Eleonore a voce bassa ma in modo che Lucy potesse sentire.
    Lucy non era molto ben accetta come capo poichè non aveva mai ricevuto un addestramento militare e, tecnicamente, non faceva neanche parte dell'Alleanza. Ricopriva il ruolo di Comandante per le sue indubbie doti belliche ma i suoi sottoposti vociferavano che il posto se lo fosse guadagnato solo perchè amica intima di Gunnarson.
    < Hai detto qualcosa soldato? > domandò gelida la mora avvicinandosi minacciosa alla donna.
    < Non oserei mai, capo! > replicò con un ghigno irriverente.
    < Hai qualche problema con me? Ti da fastidio che un mercenario ti dia degli ordini? Parla pure in libertà. >
    Eleonore lanciò un'occhiata ai suoi compagni che annuirono uno dopo l'altro < Abbiamo discusso tra di noi e riteniamo che lei non abbia le qualifiche per comandarci, Signora. Non ha neanche un addestramento militare, come può comandare la punta di diamante della Berlin? >
    Lucy si aspettava che prima o poi il bubbone sarebbe scoppiato. Scosse la testa serrando le labbra < La pensate tutti così? > chiese rivolgendosi ai suoi uomini che, uno ad uno, annuirono.
    La mora strinse forte i pugni < Credete mi serva un addestramento per combattere i Razziatori? Credete che mi serva un addestramento per stendervi tutti uno dopo l'altro? Credete serva un addestramento per scendere su un campo di battaglia? > aveva alzato la voce, richiamando l'attenzione degli altri soldati che stavano preparandosi per lo sbarco < Benissimo! Se vi credete così superiori a me, accetterò la sfida di uno chiunque tra voi! Se vinco io, non voglio sentire più neanche una di queste stronzate...se vincerete voi, rassegnerò le mie dimissioni all'istante. Allora? Chi ha abbastanza fegato? >
    I Knochenbruche si guardavano l'un l'altro, consci di quanto pericolosa potesse essere Lucy. Nessuno sembrava intenzionato ad accettare la sfida. Eccetto Eleonore < La sfiderò io, capo. Ma se vinco io, le dimissioni non bastano: dovrai abbandonare l'equipaggio della Berlin definitivamente. >
    Lucy acconsentì convinta < Affare fatto. Di ritorno dalla convocazione di Hackett, alla palestra grande. > la guardò fissa negli occhi < Non ci andrò leggera, soldato...preparati. >

    Kar’Shan!
    La loro missione era andare sul pianeta natale batarian, Il primo pianeta ad essere attaccato dai Razziatori. Il Punto Zero della catastrofe!
    Quando Hackett ebbe finito di parlare, Lucy alzò la mano < Potremo contare su aiuti esterni? C’è ancora qualcuno che combatte su Kar’Shan? >
    < Non ci sono notizie su una Resistenza ufficiale ma sicuramente ci sono ancora gruppi isolati di combattenti. Se qualcuno ancora combatte, verranno sicuramente a darvi una mano. >
    < Già che siamo là, possiamo evacuare eventuali sopravvissuti? >
    < La priorità della missione è il relitto, Capo Kruger. Tutto il resto è secondario. Sono stato chiaro? >
    Lucy non disse nulla e lasciò che le domande si esaurissero.
    Lanciò un’occhiata all’orologio mentre guadagnava l’uscita affiancata da Michelle < Misha, ho una questione in sospeso con i miei uomini. Ci vediamo sulla Berlin più tardi. >
    Michelle arricciò un labbro nella sua tipica espressione ‘Mi stai nascondendo qualcosa?’
    Lucy arrossì come colta sul fatto < Niente di importante…solo, non dire niente a Matt e Nora, Ok? >

     
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    Michelle Hawkins
    Michelle non aveva mai amato il Consiglio: né prima dell'arrivo dei Razziatori e né dopo. Per lei era una piaga ascoltarli e quello che riferì loro Hackett, non fece che aggiungere sale sulla ferita.

    -Già che ci siamo... perchè non organizzare un tè con i Razziatori?- borbottò a bassa voce.
    La bionda incrociò le braccia e ascoltò le domande di Lucy, sensate e giuste. Come da programma, le risposte non furono affatto rosee, ma nemmeno così gravi. A Michelle il ritrovamento di superstiti era alquanto superfluo: visto com'era Kar'Shan, era decisamente più facile ritrovarli oramai indottrinati.

    Fu il suo turno di porre delle domande.
    -Dalle vostre scansioni sono emerse delle tracce di recenti attività nemiche nell'area della nave?- domandò la scienziata.
    Hackett prese la parola: -Khar'Shan è l'epicentro dell'invasione, i Razziatori si sono spostati ma di certo c'è ancora una forza nemica considerevole sulla superficie. Affronterete non pochi mutanti, questo è certo. Purtroppo non ne sappiamo di più-
    -Quindi ci mandate in pasto al nemico? Non è che è troppo tardi per chiedere un cambio?- chiese con falsa ironia.
    Essere mandata sul pianeta non le piaceva neanche un po', sopratutto se si considerava che lei non era effettivamente un soldato ai loro ordini. La sua frase le fece guadagnare qualche occhiataccia dai membri del Consiglio e qualche richiesta di fare silenzio da parte del suo gruppo.
    Michelle alzò le spalle, per nulla infastidita e lasciò il posto ad altre domande.

    Quasi alla fine della riunione, Michelle si espose con un'ultima domanda.
    -Visto che ci ammazzate letteralmente dal lavoro... non è che ci potreste anche regalare un breve periodo di ferie? Non siamo tutti degli amabili sintetici che possiamo andare avanti per secoli senza stancarci-
    -Quando questa guerra finirà ed avremo seppellito tutti i caduti- disse il consigliere turian.
    -Una guerra contro degli dei sintetici, quindi impossibile concluderla in esito positivo. Ecco perché gli ubriaconi aumentano, dovrei imitarli- fu il commento della bionda. Fortunatamente per lei fu solo sentito dal suo gruppo.

    Alla conclusione della riunione, Michelle si avviò verso l'uscita affiancata da Lucy. Prima usciva da quel luogo e prima i suoi compagni avrebbero evitato altre figure davanti al Consiglio.
    Sapevano del carattere alquanto "amabile" della scienziata, ma ogni volta lei si beccava i commenti sul suo operato da parte dei suoi amici. Ormai era diventa un'abitudine, un po' come il caffé dopo i pasti.

    -Misha, ho una questione in sospeso con i miei uomini. Ci vediamo sulla Berlin più tardi-
    Michelle arricciò il labbro. Nel suo vocabolario, il termine "questione" legato al nome "Lucy" equivaleva a "guai/problemi". Terminator stava nascondendo qualcosa e lei non sapeva cosa. Questo la fece incuriosire come una bambina.
    -Ti devo ricordare che Gungun ti ha beccato da poco mentre facevi qualcosa che lui non considerava passabile?- la canzonò.
    Questo fece arrossire Lucy, colta sul fatto.
    -Niente di importante…solo, non dire niente a Matt e Nora, Ok? -
    La bionda afferrò una delle possenti braccia della mora, mentre sul suo volto si dipingeva un volto divertito.
    -Tsk, sappiamo entrambe che dici il falso- le disse, lasciandola più indietro rispetto a Matt e Nora.
    -Facciamo così: fammi vedere questa cosa "non importante" e io inventerò qualcosa per i nostri amici. Sai bene che sono brava a mentire e le mie scuse reggono più delle tue- propose Michelle.

     
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    "Li pitturo per ricordarti che il rosso sarà l'unico colore che vedrai se proverai ad insultare di nuovo i miei capelli!" rispose scherzosa alla doomanda di Matthew, pizzicandogli il braccio. Le piaceva come si stava evolvendo la cosa. Quel rapporto di amicizia così diverso da come era abituata. Che si stesse tramutando in una ragazza normale?

    Poco dopo il factotum dell'uomo suonò. Eleanor non seppe mai il motivo di quello squillo, perchè Matt inventò una scusa talmente palese, che poteva significare solo una cosa: è un segreto che merita di essere protetto. Nora non amava ficcare il naso nelle faccende degli altri, e quella non sembrava di certo l'occasione per cominciare a farlo, così decise di far finta di credere alla scusa dell'amico. In fondo, chi non aveva segreti? Inoltre lui e lei avevano da poco risolto un diverbio, e l'ultima cosa che la rossa volesse in quel momento era creare un altro pretesto per un litigio.

    Anche la risposta di Lucy le puzzava da morire, e lo sguardo di Matt sembrava indicare lo stesso. L'uomo non sembrava riporre molta fiducia sulla mora, dopo che essa le aveva tenuto nascosto il suo operato da Angelo Nero, e tra l'altro Lucy era anche davvero davvero terribile a mentire, tanto che anche un mutante l'avrebbe capito.
    Però se c'era bisogno anche di Michelle, allora doveva essere importante, così Nora fece il possibile per distogliere l'attenzione di Gunnarsson dalle due.
    "Ricevuto, signora." Disse a Lucy usando un tono freddo e ubbidiente, da perfetto soldato, ma con tutta l'intenzione di voler essere scherzosa, simpatica. Non le riusciva sempre, ma ogni tanto le riusciva quel tanto che basta nel riuscire nei suoi scopi. Infilò il suo braccio tra il busto e il braccio dell'uomo, e lo trascinò quasi a forza via da quella situazione.
    "Fai strada!" disse poi a Matt.

    In circa cinque minuti raggiunsero un locale vicino al centro della città, o ciò che rimaneva della città, almeno. Quei pochi locali che si erano salvati dall'ultimo assalto dei Razziatori erano quelli più nascosti, ma il piccolo bar in cui entrarono Matthew e Nora sembrava essere particolarmente fortunato. Nonostante la sua zona parecchio vicina al centro, sembrava sopravvissuto tranquillamente. O il proprietario era riuscito in qualche modo a farlo tornare all'antico splendore. Del resto era passato ormai un anno, ed i Razziatori sembravano aver perso interesse in quella colonia... Forse erano ignari del fatto che fosse il nuovo apicentro culturale della galassia, dopo la caduta della Cittadella e della maggior parte dei Pianeti Natale.
    L'interno del bar era spoglio, ben diverso da quelli visitabili sulla Terra. L'arredamento sembrava un misto tra Asari e Turian, con più prevalenza verso quest'ultimo. Predominava il colore grigio: grigi erano i muri, grigio il pavimento, e freddo, grigio metallo i tavoli ed il bancone. Quest'ultimo era debolmente illuminato da una luce al neon che percorreva il suo bordo, che insieme al simpatico barista salarian consentiva un minimo di allegria a quel triste ambiente. Nora si chiese perchè mai Matthew avesse scelto proprio quel posto, e ne ebbe la risposta al primo bicchiere di whisky. Quella roba era di qualità, di come non se ne vedevano e/o assaggiavano da ormai tanto tempo.

    Mentre i due erano seduti ad un tavolo isolato in un angolo del locale, Nora non poteva fare a meno di notare il volto pensieroso dell'amico. Si trattenne dal chiedere per un po' di tempo, ma alla fine cedette:
    "Scommetto che stai pensando a Lucy. Ho visto che anche tu non eri affatto convinto di ciò che ha detto, ed è per questo che ti ho trascinato via. Lucy sa badare a sè stessa, e ti ha promesso che non avrebbe mai più compromesso l'integrità dell'equipaggio. Sono preoccupata anche io, ma è meglio se le lasciamo spazio di agire senza dei cani da guardia attaccati addosso. Dubito che ucciderà nuovamente qualcuno della Berlin, volente o nolente, perciò penso che stia tramando sotto qualcos'altro. Non pensarci più... Sai com'è Lucy, deve essere qualcosa di importantissimo per lei, quindi non impicciamoci. Tanto se dovesse essere qualcosa di pericoloso, lo verresti a sapere comunque."



    Edited by •Gabry‚ - 7/5/2015, 22:30
     
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    Una volte che i quattro si furono congedati i consiglieri Asari e Salarian si ritirarono. Il vecchio umano canuto ed il Turian veterano rimasero a guardare il gruppo di improbabili soldati che usciva. Fu il Turian a rompere il silenzio Sei sicuro che andrà bene? Gunnarsson non è Shepard e il suo equipaggio non è quello della Normandy L'umano si voltò verso l'amico con un sorriso amaro in volto. Gli occhi esprimevano il peso di ciò che restava della galassia sulle sue spalle Lo so, Garrus... Posso solo sperare che vi superino o moriremo tutti di fame fra poco Il Turian alzò brevemente la testa a scrutare le stelle attraverso il soffitto di vetro Che gli spiriti possano accompagnarli, ne avranno un gran bisogno... Poi anche loro abbandonarono i loro scranni



    Matthew rimase sorpreso dal bacio e dalla reazione felice di Nora. Di solito era malinconica e non amava troppo il contatto ma fu felice di questa dieresi nel suo abituale modo d'essere. Incassò la nuca con finto cipiglio e poi prese una ciocca di capelli di Nora fra le dita fingendo di esaminarli Vuoi dire che li pitturi per sembrare un pomodoro di proposito?! Donne: chi le capisce è bravo... Disse scherzando. Un timer suonò sul factotum. Lui guardò il segnale e poi lo spense. Significava una cosa che lui sapeva bene e che sentiva già nel corpo. Era il momento della sua dose di Morfina. Aveva ricominciato in segreto dopo la morte di Giada, non riusciva a sopportare il dolore così era ricaduto nella droga. Se non l'avesse nascosto a chiunque non sarebbe stato dove era ora in quel momento ma d'altronde se non avesse ricominciato si sarebbe sparato in bocca prima o poi. Doveva scegliere se morire pulito o vivere assuefatto. Non era stata una decisione facile ma l'aveva presa... Premette due comandi sul factotum e si fece andare una dose in circolo con la tecnologia osmotica ipodermica. Era una cosa molto conveniente, non lasciava segni e non era dolorosa. Disse a Nora con tono pacato e tranquillo Un messaggio dal primo ufficiale, dice che le navi sono scariche e iniziano le procedure di rifornimento La scusa era a prova di bomba perché aveva ricevuto davvero quel messaggio subito prima di entrare nella camera del consiglio. Aumentò il passo per raggiungere Michelle e Lucy e poi disse ad alta voce così che anche Nora sentisse Che ne dite ragazze, andiamo a bere qualcosa per festeggiare la buona riuscita della missione? Voleva solo rilassarsi con le sue amiche in quel momento. E poi odiava restare solo: pensava al passato

     
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    Grandi mazzate con tanto di screenshot del colpo finale :D quanto mi diverto!!! :D


    Lucy "Lucifer" Kruger

    < Facciamo così: fammi vedere questa cosa "non importante" e io inventerò qualcosa per i nostri amici. Sai bene che sono brava a mentire e le mie scuse reggono più delle tue >
    < E va bene! Vieni anche tu...tanto mi seguiresti di nascosto quindi tanto vale! >
    Matt arrivò loro alle spalle con la proposta di un'uscita collettiva che colse Lucy ancora più impreparata che alla domanda di Michelle. < Ecco...io...devo...ehm...ho dimenticato una cosa sulla Berlin e Michelle mi stava accompagnando a prenderla. Perchè non ci vediamo direttamente al locale tra...diciamo mezz'ora? > senza dare tempo a nessuno di replicare, afferrò Michelle per un braccio trascinandola via a forza con passo spedito. La menzogna non era esattamente una delle doti di Lucy.

    Mentre raggiungevano il luogo dell'incontro, Michelle diventava sempre più curiosa, ponendo domande a raffica alle quali Lucy decise di porre fine spiegando esattamente cosa sarebbe successo..
    Alzò gli occhi al cielo, esasperata e si voltò di scatto < Devo fare a botte con Eleonore, un mio soldato, ok? Dicono che io non ho i requisiti per comandare la squadra e posso anche essere daccordo con loro ma non possono permettersi di mettere in discussione gli ordini di Matt! >
    Prima di entrare nella palestra, Lucy prese Michelle per le spalle, guardandola negli occhi con un'espressione vagamente triste < Ascoltami. Non mi hai mai visto quando faccio a pugni e non credo che ti piacerà lo spettacolo. Dovrò andarci pesante se voglio guadagnarmi il loro rispetto...dovrò maltrattare Elonore, spezzarla in due fisicamente e mentalmente o sarà sempre una mina vagante nella squadra. Vorrei che, qualsiasi cosa succeda lì dentro, tu non cambiassi il modo in cui mi guardi. Ho paura di farti paura. >

    La squadra era presente al completo; i soldati si erano disposti lungo la parete e stavano osservando Eleonore che si preparava all'incontro con alcuni esercizi di riscaldamento e di allungamento. Michelle prese posto sulle gradinate.
    Lucy avanzò a passo sicuro, andando a posizionarsi proprio di fronte ai 'suoi' soldati.
    < Prima di cominciare, volevo farvi sapere che i vostri desideri sono stati realizzati. La nostra prossima missione ha come obiettivo Kar'Shan. Dovremo recuperare una tecnologia che consentirà ai sopravvissuti di aumentare di molto le loro aspettative di sopravvivenza. >
    Detto ciò, cominciò a svestire l'armatura per prepararsi a sua volta allo scontro che avrebbe deciso il suo futuro. Mentre accatastava i pezzi dell'armatura uno sull'altro, diede un'occhiata di sfuggita alla sua avversaria.
    Eleonore era un'avversaria temibile; tra i Knochenbruche era sicuramente tra i migliori se non la migliore guerriera. Fisicamente non raggiungeva i livelli di Lucy ma si avvicinava di molto. Era più alta della tedesca di quasi 5 centimetri ma il suo fisico era più slanciato e leggermente meno possente, così che il loro peso era identico. La francese aveva lunghe gambe tornite, spalle larghe ma armoniche, braccia nerborute ma meno grosse di quelle di Lucy; ma i suoi punti forte erano gli addominali così definiti da sembrare i mattoni di una fortezza.
    Una volta svestita, Lucy rimase con una canottiera verde militare piuttosto attillata, un paio di pantaloncini aderenti neri e i suoi nuovi stivali, pagamento per il lavoro della notte precedente.
    < Conosci le regole > disse la mora avvicinandosi alla francese < Vince chi rimane in piedi. >
    Il Comando disapprovava che i propri soldati si sfidassero tra di loro, per questo motivo si doveva evitare, durante i duelli, che rimanessero segni visibili facilmente riconducibili a una rissa. Perciò, i soldati non si colpivano mai in faccia, là dove i segni non si potevano nascondere, ma sempre ed esclusivamente al corpo o agli arti.
    Le due ragazze indossarono dei guanti da boxe non molto imbottiti che consentivano il danno massimo senza lasciare segni sulle mani.
    Lucy guardò verso Michelle che, come un tifoso, alzò stretti i pugni in segno di incitamento; la mora temeva che la sua scusa di poco prima non fosse stata creduta da Matt e Nora e si aspettava di trovarli lì da un momento all'altro.
    Non voleva che i suoi amici la vedessero per quella che era durante un combattimento. Sapeva di potere sembrare terrorizzante in quella veste ma ormai non poteva farci nulla.

    Eleonore sembrava piuttosto sicura di se e, appena cominciato l'incontro, attaccò subito sferrando un calcio laterale indirizzato al fianco di Lucy che parò con il braccio. La francese puntava sulle sue lunghe gambe per cercare di colpire la mora e nello stesso tempo tenerla a distanza. Lucy non era esattamente esperta di arti marziali e calci, il suo stile di lotta era quello della rissa da strada e per questo ora si trovava in difficoltà.
    Una poderosa ginocchiata in salto riuscì finalmente a raggiungere il corpo di Lucy che abbassò la guardia per un attimo cercando di riprendere fiato; Eleonore sfruttò l'occasione per allacciarla all'altezza della vita con le braccia e spingerla in un angolo del ring. Senza dare tempo a Lucy di riguadagnare la guardia, la francese cominciò a tempestare di colpi il ventre della sua comandante. Erano colpi precisi e potenti, caricati con tutta la forza del corpo, una vera e propria scarica di mitragliatrice tutta concentrata sul corpo di Lucy.
    I Knochenbruche facevano un tifo spudorato per la francese, pregustandosi la sconfitta di Lucy.
    Quando Eleonore si sentì soddisfatta del lavoro compiuto, sollevò lo sguardo, con un sorriso cattivo, per fissare Lucy in volto.
    < Sei stata brava! > disse Lucy sofferente ma ricambiando il sorriso < Mi hai fatto veramente male...ma, se è tutto qui quello che sai fare, non basta! >
    < Non è possibile! > esclamò stupita Eleonore accorgendosi che la sua tempesta di colpi non aveva spezzato l'avversaria < Ti ho colpito una dozzina di volte! Dovresti essere al tappeto ora! >
    < 15 volte. Mi hai colpito 15 volte...e ho intenzione di restituirteli uno per uno. > replicò Lucy stringendo a pugno le mani < Sei pronta? UNO! >
    Eleonore contrasse i suoi fenomenali addominali nel tentativo di assorbire il colpo ma non ci riuscì appieno: quello che la raggiunse era un vero colpo di maglio. La ragazza mugolò per lo sforzo di contenere la forza di Lucy.
    < DUE! >
    Se il primo colpo fu incassato a fatica, il secondo fu ancora più doloroso.
    Lucy aveva imparato a sferrare i pugni da un'ottima maestra. Selina le aveva spiegato che quando si colpisce al corpo, il trucco per vincere la resistenza anche del più forte lottatore, è di affondare il colpo dal basso verso l'alto, imprimendo una lieve rotazione delle nocche della mano nel momento dell'impatto.
    < TRE! >
    Eleonore cercava di contrarre gli addominali al massimo, in uno sforzo visibile ma i colpi di Lucy andavano ogni volta un po' più in profondità. Ad ogni martellata, Eleonore sentiva i suoi addominali cedere sempre di più ma fu solo al nono colpo che il pugno di Lucy riuscì finalmente a distruggere quel muro di mattoni. La francese si piegò in due, espellendo tutta l'aria che aveva in corpo accompagnata da un abbondante scia di saliva.
    Lucy aspettò alcuni secondi affinchè l'avversaria si riprendesse prima di colpire ancora. Questa volta Eleonore riuscì ad incassare la cannonata senza riportare troppi danni ma Lucy colpì di nuovo, in una frazione di secondo, devastandole di nuovo l'addome.
    I successivi tre colpi raggiunsero la francese ormai assolutamente inerme. Ogni pugno sembrava scomparire nell'addome di Eleonore per quanto andava in profondità.
    Eleonore cadde a quattro zampe, vomitando succhi gastrici misti a sangue sul tappeto del ring ma Lucy non aveva finito.
    < Ne manca ancora uno, bellezza! > sibilò cattiva mentre rimetteva in piedi a forza l'avversaria. L'afferrò per un braccio e la costrinse ad andare a sbattere di schiena contro le corde del ring; Eleonore rimbalzò contro le corde, tornando verso Lucy che, con un urlo liberatorio, caricò il destro mentre si lanciava a sua volta contro l'avversaria. Il colpo fu di una violenza efferata;
    Eleonore fu alzata di peso dal suolo, accartocciata come un sacco mezzo vuoto. Si accasciò sulle ginocchia, annaspando per qualche istante prima di cadere riversa al tappetto scossa dalle convulsioni.
    Lucy si girò verso i suoi soldati che avevano assistito annichiliti alla punizione della loro compagna.
    < QUALCUNO DI VOI NE VUOLE UN PO'? > urlò rabbiosa con le tempie pulsanti < E' PER QUESTO CHE MATT MI HA SCELTO COME VOSTRO CAPO! PERCHE' IO NON MOLLO MAI! POTETE SPEZZARMI, POTETE SPARARMI, POTETI ACCOLTELLARMI MA IO NON CADO! NON CADRO' MAI! MI AVETE SENTITO? MAI!!!! >
    Saltò agilmente giù dal ring sfilando loro davanti < Portatela in ospedale e inventatevi qualcosa per giustificare le sue condizioni. >
    < Diremo la verità, Capo: si è scontrata con un treno in corsa. > disse Jog con un sorriso.
    < La voglio in piedi entro domani! Mi servono soldati come lei su Kar'Shan. >
    < I Knochenbruche non mollano mai, Comandante! > replicò Jog esibendosi in un saluto militare, presto imitato dagli altri componenti della squadra.
    < Neanche da morti! Ricordatevelo! >

    Lucy raggiunse Michelle massaggiandosi il ventre dove già stavano comparendo i lividi per i colpi ricevuti. Non aveva il coraggio di guardare dritto negli occhi la sua amica, forse aveva esagerato con Eleonore < Ti è piaciuto? > domandò con una smorfia di dolore < Ora vorrei andare a vomitare...quella menava cannonate! Cazzo! >



    Edited by hellequin81 - 5/5/2015, 11:34
     
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    Sono caduto nella stessa trappola di Hellequin di qualche tempo fa, ed ho modificato il mio vecchio post anzichè crearne uno nuovo :unsure: Che palleeeee


    Eleanor Elliott
    "Li pitturo per ricordarti che il rosso sarà l'unico colore che vedrai se proverai ad insultare di nuovo i miei capelli!" rispose scherzosa alla doomanda di Matthew, pizzicandogli il braccio. Le piaceva come si stava evolvendo la cosa. Quel rapporto di amicizia così diverso da come era abituata. Che si stesse tramutando in una ragazza normale?

    Poco dopo il factotum dell'uomo suonò. Eleanor non seppe mai il motivo di quello squillo, perchè Matt inventò una scusa talmente palese, che poteva significare solo una cosa: è un segreto che merita di essere protetto. Nora non amava ficcare il naso nelle faccende degli altri, e quella non sembrava di certo l'occasione per cominciare a farlo, così decise di far finta di credere alla scusa dell'amico. In fondo, chi non aveva segreti? Inoltre lui e lei avevano da poco risolto un diverbio, e l'ultima cosa che la rossa volesse in quel momento era creare un altro pretesto per un litigio.

    Anche la risposta di Lucy le puzzava da morire, e lo sguardo di Matt sembrava indicare lo stesso. L'uomo non sembrava riporre molta fiducia sulla mora, dopo che essa le aveva tenuto nascosto il suo operato da Angelo Nero, e tra l'altro Lucy era anche davvero davvero terribile a mentire, tanto che anche un mutante l'avrebbe capito.
    Però se c'era bisogno anche di Michelle, allora doveva essere importante, così Nora fece il possibile per distogliere l'attenzione di Gunnarsson dalle due.
    "Ricevuto, signora." Disse a Lucy usando un tono freddo e ubbidiente, da perfetto soldato, ma con tutta l'intenzione di voler essere scherzosa, simpatica. Non le riusciva sempre, ma ogni tanto le riusciva quel tanto che basta nel riuscire nei suoi scopi. Infilò il suo braccio tra il busto e il braccio dell'uomo, e lo trascinò quasi a forza via da quella situazione.
    "Fai strada!" disse poi a Matt.

    In circa cinque minuti raggiunsero un locale vicino al centro della città, o ciò che rimaneva della città, almeno. Quei pochi locali che si erano salvati dall'ultimo assalto dei Razziatori erano quelli più nascosti, ma il piccolo bar in cui entrarono Matthew e Nora sembrava essere particolarmente fortunato. Nonostante la sua zona parecchio vicina al centro, sembrava sopravvissuto tranquillamente. O il proprietario era riuscito in qualche modo a farlo tornare all'antico splendore. Del resto era passato ormai un anno, ed i Razziatori sembravano aver perso interesse in quella colonia... Forse erano ignari del fatto che fosse il nuovo apicentro culturale della galassia, dopo la caduta della Cittadella e della maggior parte dei Pianeti Natale.
    L'interno del bar era spoglio, ben diverso da quelli visitabili sulla Terra. L'arredamento sembrava un misto tra Asari e Turian, con più prevalenza verso quest'ultimo. Predominava il colore grigio: grigi erano i muri, grigio il pavimento, e freddo, grigio metallo i tavoli ed il bancone. Quest'ultimo era debolmente illuminato da una luce al neon che percorreva il suo bordo, che insieme al simpatico barista salarian consentiva un minimo di allegria a quel triste ambiente. Nora si chiese perchè mai Matthew avesse scelto proprio quel posto, e ne ebbe la risposta al primo bicchiere di whisky. Quella roba era di qualità, di come non se ne vedevano e/o assaggiavano da ormai tanto tempo.

    Mentre i due erano seduti ad un tavolo isolato in un angolo del locale, Nora non poteva fare a meno di notare il volto pensieroso dell'amico. Si trattenne dal chiedere per un po' di tempo, ma alla fine cedette:
    "Scommetto che stai pensando a Lucy. Ho visto che anche tu non eri affatto convinto di ciò che ha detto, ed è per questo che ti ho trascinato via. Lucy sa badare a sè stessa, e ti ha promesso che non avrebbe mai più compromesso l'integrità dell'equipaggio. Sono preoccupata anche io, ma è meglio se le lasciamo spazio di agire senza dei cani da guardia attaccati addosso. Dubito che ucciderà nuovamente qualcuno della Berlin, volente o nolente, perciò penso che stia tramando sotto qualcos'altro. Non pensarci più... Sai com'è Lucy, deve essere qualcosa di importantissimo per lei, quindi non impicciamoci. Tanto se dovesse essere qualcosa di pericoloso, lo verresti a sapere comunque."

     
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    Michelle Hawkins
    Lucy non era decisamente fatta per mentire. Minacciare, menare le mani e forse urlare come un krogan incazzato, ma mentire era proprio oltre le sue capacità.
    Michelle venne però trascinata a forza dalla mora, non dandole neanche il tempo di salutare Nora e Matt.

    Quando si furono allontanate dai loro compagni, la bionda pensò bene di investigare sul perché della bugia.
    -Non dirmi che ti fai di sabbia rossa! Hai una vaga idea del fatto che il prezzo è aumentato del 120% nell'ultima settimana? Non è meglio se ripieghi su altro?- domandò Michelle, senza ottenere una risposta.
    -Aspetta! Non dirmelo! Hai trovato un nuovo trafficante? Ultimante si fanno sempre più rari... di quelli bravi, intendo- continuò, cercando di avere un qualche segnale dalla mora.
    -Niente? Eh? Non hai proprio intenzione di dirmi dove stiamo andando? E' una cosa che il nostro Gungun non deve sapere, giusto?-
    Michelle non voleva demordere. Era curiosa per natura e non si faceva scrupoli, se voleva una risposta lei doveva averla.
    -Devo fare a botte con Eleonore, un mio soldato, ok? Dicono che io non ho i requisiti per comandare la squadra e posso anche essere daccordo con loro ma non possono permettersi di mettere in discussione gli ordini di Matt!-
    Alla scienziata sfuggì uno sbuffo divertito.
    -Gli animali ricorrono alla violenza, mentre gli umani usano la ragione. Se tu smettessi di ragionare come un toro furioso forse, dico forse, riusciresti anche a risolvere questi problemi con la dialettica- la canzonò Michelle.

    Erano quasi giunte al luogo di incontro che Michelle venne nuovamente afferrata da Lucy.
    -Cos'è? La giornata "agguanta anche tu una Michelle"? Perchè sei intesta al momento- disse con finta rabbia. Ormai era al corrente delle scarse capacità comunicative verbali di Terminator, ma la cosa cominciava ad essere stancante per la giovane. Era abituata a parlare e non ad essere afferrata ogni due per tre.
    Michelle intravide solo allora lo sguardo triste della propria compagna.
    -Ascoltami. Non mi hai mai visto quando faccio a pugni e non credo che ti piacerà lo spettacolo. Dovrò andarci pesante se voglio guadagnarmi il loro rispetto...dovrò maltrattare Elonore, spezzarla in due fisicamente e mentalmente o sarà sempre una mina vagante nella squadra. Vorrei che, qualsiasi cosa succeda lì dentro, tu non cambiassi il modo in cui mi guardi. Ho paura di farti paura-
    La ex scienziata di Cerberus alzò le spalle, facendo finta di nulla.
    -Staremo a vedere- commentò la più bassa, liberandosi dalla presa.

    Fortunatamente per lei, c'era abbastanza posto sugli spalti per potersi godere quell'incontro.
    A quanto aveva udito dagli altri membri della tifoseria, un branco di animali troppo eccitanti per l'incontro a suo parere, si stava prospettando una bella lotta.
    "Perchè mai Matt avrebbe elementi del genere sotto il suo comando? Da dove li ha pescati? Spero per lui che si sia fatto rimborsare" pensò Michelle, mentre malediva il casino provocato dai soldati.
    Appena vide le due concorrenti sul campo, alzò i pugni in segno di incitamento per la sua compagna, cercando di farsi notare.
    Quando Lucy la notò, fu allora che sul volto di Michelle si dipinse un sorriso poco rassicurante.
    -FALLE IL CULO TERMINATOR! O GIURO CHE IL TUO BAGAGLIO FINISCE DRITTO DRITTO IN BOCCA A UN BRUTO- le urlò dagli spalti.
    Michelle non aveva ben chiaro cosa fosse l'idea dell'incitamento fra amici, ma sapeva il valore delle minacce.

    Una volta iniziato lo scontro, la bionda si fece muta, nel tentativo di carpire ogni azione.
    Le sembrava un combattimento tra un rinoceronte e un toro, tutti e due piuttosto incazzati tra di loro. A quanto le sembrava, la francese era brava a picchiare, infatti era riuscita a prendere alla sprovvista Lucy.
    Il coro da tifoseria dei Knochenbruche aumentava man mano che vedevano la mora in difficoltà, facendo così crescere il mal di testa alla scienziata.
    "Perchè non c'è mai dell'acido quando serve? Almeno urlerebbero per qualcosa..." maledì Michelle, all'ennesimo sbotto di gioia dei soldati.
    Oramai a tutti sembrò che stesse per vincere Eleonore, quando Lucy lasciò spiazzati tutti con le sue parole. La mora tolse poi ogni dubbio quando cominciò la sua rivincita sulla francese.
    Il coro dei soldati calò man mano che Lucy sferrava i suoi pugni, fino a quando l'incontro si concluse con un terribile colpo da parte della mora.
    -QUALCUNO DI VOI NE VUOLE UN PO'? E' PER QUESTO CHE MATT MI HA SCELTO COME VOSTRO CAPO! PERCHE' IO NON MOLLO MAI! POTETE SPEZZARMI, POTETE SPARARMI, POTETI ACCOLTELLARMI MA IO NON CADO! NON CADRO' MAI! MI AVETE SENTITO? MAI!!!!-
    Per Michelle, quello sembrò il momento adatto per mostrare il gesto dell'ombrello agli altri sfidanti.

    La scienziata lasciò Lucy ad occuparsi dei soldati e dalla sua sfidante e scese dagli spalti.
    Dopo alcuni minuti fu raggiunta dalla compagna, piuttosto dolorante per l'incontro appena concluso.
    Michelle notò che, contrariamente a prima, Lucy non la guardava più negli occhi.
    -Ti è piaciuto?-
    La bionda si prese alcuni secondi prima di rispondere. Cosa le poteva dire? "Sai, ho visto persone corrotte vive dalla pioggia acida. Ho letteralmente vivisezionato i corpi di persone ancora coscienti. Aiutato a disintegrale la sanità mentale di intere famiglie. Ho ucciso anche a sangue freddo le uniche persone che mi hanno cresciuta... e tu mi chiedi questo?"
    Scosse la testa. Quello non era esattamente il momento per dire tutto quello, senza neanche una domanda posta precisamente.
    -Ho visto di peggio- scherzò Michelle, dando un piccolo colpo a Lucy.
    -Ora vorrei andare a vomitare...quella menava cannonate! Cazzo!-
    Michelle tirò fuori uno dei medigel che portava sempre con sé per le emergenze e lo lanciò a Terminator.
    -Tieni e smettila di lagnarti. Quello è compito mio- le disse divertita.
    -Inoltre non puoi vomitare! Devi imparare la scusa decente. La scusa sarà: "Siamo andate sulla Berlin per prendere delle pastiglie per il tuo mal di testa e io ti servivo per decifrare il giusto medicinale, dato che il medico non sempre c'e durante queste pause. Sul viaggio di ritorno, qualche demente ha provato a rapinarmi, convinto di aver vita facile. Tu l'hai menato e lui ha chiamato gli amici. Bum! Ora hai i segni della scazzottata e una scusa- spiegò Michelle, mentre Lucy si adoperava ad usare il medigel appena datole.

     
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    Matt si sedette. Nora sembrava un po' perplessa dal posto, però era comprensibile. Era un bar nascosto, spoglio e quasi del tutto dall'aspetto asettico. Tuttavia quando assaggiò il suo ordine capì perché erano andati la. Matt si mise a pensare, ne era passato di tempo da quando si era ritrovato solo a bere con una donna. Naturalmente non intendeva nutrire pensieri maliziosi nei confronti di Nora nonostante lei fosse una bella donna. Il solo fatto di trovarsi in una situazione del genere gli fece riaffiorare i ricordi più dolorosi e più belli che portava con se. Ritornò Giada. Quanto l'aveva amata... Perfino quando decise di schierarsi con Cerberus lui era pronto a disertare e a seguirla. Era annichilito da lei, totalmente perso, totalmente innamorato... Si toccò il petto, in corrispondenza delle piastrine. Appeso alla catenella c'era anche un anello, quello che lui aveva regalato a Giada quando lei aveva accettato di sposarlo e che lei gli aveva ritornato quando era andata via con Cerberus. Lo portava sempre. Anche quando la vide morire lui aveva quell'anello con se... Stava per riprendere a parlare quando Nora iniziò un discorso. Lui la ascoltò distrattamente fino a quando lei disse una frase fatidica: "Dubito che ucciderà nuovamente qualcuno della Berlin". Matt mutò espressione e quando lei ebbe finito di parlare lui rispose E tu come lo sai?! Aveva fatto di tutto per proteggere il segreto di Lucy! Come faceva Nora a saperlo ma soprattutto come faceva a sapere che Lucy gli aveva promesso di smetterla? Non devi farne parola a nessuno! Mai più! Tutta la sua malinconia era mutata in rabbia sporca di paura. Era tornato a fare il mastino senza rendersene conto quando avrebbe voluto fare per una sera il pigro gatto di casa
     
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    Le confessioni di Lucy. Risposta veloce giusto per mettere in difficoltà Michelle/Aires :D


    Lucy "Lucifer" Kruger

    Lucy conosceva Michelle da anni ormai ma di lei non sapeva praticamente nulla.
    Sì, d'accordo, ottima scienziata, coraggiosa quanto un pyjak, sempre con la battuta pronta, assolutamente impermeabile a ciò che le succedeva attorno.
    Queste cose le sapeva perchè le aveva scoperte frequentandola ma poteva dire di conoscere DAVVERO quella ragazza?
    Non sapeva nulla della vita di Michelle. Di quello che aveva fatto 'prima'. Prima dei Razziatori, prima di incontrarsi, prima di diventare una squadra con Nora e Matt.
    Mentre si applicava un bel po' di medigel per dare sollievo ai suoi addominali distrutti, Lucy pensava a un modo per poter penetrare quell'invisibile barriera che Michelle si era costruita attorno.
    Forse se fosse stata lei a dirle qualcosa del suo passato, qualcosa di strettamente personale, a sua volta Michelle si sarebbe lasciata andare.
    Fu percorsa da una scossa elettrica quando la sua mano sfiorò per sbaglio l'ultima costola sinistra; dal male che aveva provato, era molto probabile fosse rotta. Non una buona notizia visto che il giorno dopo si sarebbero imbarcati per una missione suicida e tutti avrebbero dovuto essere al meglio. Pazienza, avrebbe stretto i denti come se fosse stata sana.
    Non sapeva come iniziare il discorso mentre camminavano affiancate verso il locale dove le stavano aspettando Nora e Matt.
    Guardò di sottecchi l'amica bionda e buttò lì < Ma tu, prima dell'attacco dei Razziatori, cosa facevi per vivere? Intendo...cosa facevi davvero. > Silenzio < Sai cosa facevo io, Misha? Prima dei Razziatori e prima di conoscere Selina? > Uno sguardo vagamente interessato < Ero un membro della Fratellanza Ariana. Non so se ne hai sentito parlare...prendi Cerberus e moltiplicalo per due. Ora come ora, sono convinta fosse un'ideologia sbagliata ma, all'epoca, ci credevo davvero. Odiavo gli alieni ma odiavo anche gli umani...tutti gli umani che non erano come me. Uccidevo per vivere. Una delle migliori assassine di Omega ma non usavo fucili di precisione o chissà quali armi sofisticate. Mi piaceva guardare la vita che si spegneva negli occhi dei miei obiettivi. Provavo...piacere! Piacere fisico...come avere un orgasmo doppio dopo una lunghissima scopata. Ancora oggi provo le stesse sensazioni...anche prima, mentre massacravo Eleonore ho...goduto! Nonostante il dolore. Credo sia per quello che io non perdo mai. Perchè se perdessi, non potrei provare tutte quelle sensazioni che provo nel vedere soffrire il mio avversario. Mi aumenta il battito cardiaco, il respiro si fa affannato, sento i capezzoli inturgidirsi e premere contro la maglietta e, se non stringessi forte le gambe...beh, sai cosa intendo. > Non era mai stata così sincera con nessuno ma, in fondo, stavano per affrontare una missione suicida, che importanza aveva tenere dei segreti? < A volte penso di essere malata...o con qualche rotella fuori posto...non che si possa essere molto sani con i tempi che corrono eppure capisco che non è giusto come sono. Mi sento cattiva. Ma la cosa buffa è che non provo rimorso per tutto quello che ho fatto perchè, in quel momento, era la cosa giusta da fare. E tu Misha? Hai mai fatto qualcosa di cattivo? Qualcosa per cui provi rimorso? >


     
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