Memorie

Spazio interno del Consiglio, Bacino di Annos, Narlu

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    Runa Keon

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    Era sicuramente un pianeta affascinante, Narlu. Lo era di giorno, ma di notte... Di notte era talmente buio e silenzioso che incuteva un timore enorme.
    L'accampamento era allestito ormai da qualche ora, ed era entrato pienamente in funzione, mentre nel frattempo il rilevatore aveva appurato che l'atmosfera del pianeta fosse vivibile. Avevano tutti rimosso il casco e si godevano l'aria aperta cercando di ignorare gli ululati che ogni tanto si udivano in lontananza.
    La maggior parte dell'equipaggio stava là fuori, eccetto Argas, il Batarian dal volto bruciato.
    Runa aveva appena finito di raccontare uno dei suoi aneddoti, ma una volta notato Argas che osservava pensieroso dall'oblò della Ranger, decise di andare a fondo della questione.
    "Vogliate scusarmi, ma ho una cosa importante da fare. Appuntamento a domani, all'alba." Si congedò così, alzandosi e allontanandosi dal falò improvvisato al centro dell'accampamento.
    "Ehi, non dirmi che hai paura del buio? O forse è il fuoco?"

    "Non sei divertente, Keon." Il Batarian stava sorseggiando una bottiglia di liquore, dall'odore così forte che lo sentiva anche Runa, alle spalle dell'alieno.
    "Scusa, non volevo offenderti."
    "No Drell, non mi sono offeso. E' solo che sono teso, e preoccupato."

    "Siamo qui insieme, Batarian" Runa imitò il modo in cui Argas l'aveva chiamato con il nome della sua specie. "Se hai un dubbio dovresti dircelo."
    "E' tutto un grossissimo dubbio questo pianeta, questa... Giungla gigante. Prima i Geth, i serpenti volanti ed ora si sono aggiunti anche i Collettori. Non portano nulla di buono, quelli. Nulla di buono, ti dico!"
    "Frena, frena." Commentò Runa ponendo le mani davanti "Siamo qui per scoprire un pezzo di storia, non per vendere schiavi ai Collettori. Poi avranno lasciato questo pianeta almeno cinquantamila anni fa,di cosa ti preoccupi?"
    "I Collettori sanno sempre dove andare e quando andarci. Come credi che mi sia bruciato la faccia?" Chiese a quel punto Argas, indicandosi il lato del volto ustionato.
    "Hai... Hai visto personalmente i Collettori?" Runa era incredulo, e sicuramente incuriosito. Non credeva che quel Batarian potesse avere una storia così interessante.
    "Non ho incontrato i Collettori, no." Il Batarian afferrò Runa per il colletto dell'armatura e cominciò ad agitarlo "IO LI HO VISSUTI I COLLETTORI, CHIARO? Quei bastardi mi hanno portato via tutto, non lascerò che portino via anche me."
    "Hai intenzione di stare qua dentro finchè non ce ne andremo?"

    "Combatterò, se necessario. Difenderò la Ranger e l'equipaggio. Ma non entrerò mai in una di quelle rovine."


    Pensò tutta la notte alle parole di Argas, e come fosse rimasto traumatizzato dal suo incontro con i Collettori. Erano davvero così pericolosi? E pensare che in passato fossero pure così potenti da soggiogare un'intera civiltà... Quel pensiero lo eccitava. Doveva aver paura dei Collettori, come Argas, ma dopo il suo racconto ne rimase incuriosito.
    "E' il momento, ranocchio." Lo avvertì Seleen, che era appena entrata nella tenda del Drell. La Turian era tornata ad indossare il suo caratteristico cappello, molto simile ai fedora umani, ed un pesante giaccone nero.
    "Santi numi, Seleen. Ci sono almeno 35 gradi! Non muori dal caldo lì dentro?"
    "36 per la precisione." Aggiunse lei con un sorriso sarcastico, poi girò i tacchi ed uscì dalla tenda, seguita da Runa.
    Il team era già pronto al centro dell'accampamento, lì dove fino a poche ore fa v'era il falò.
    "Ecco cosa faremo oggi, amici miei. Prima di tutto, grazie a voi tre per la vostra scoperta. Penso sia il caso di approfondirla, perciò dividiamoci in due squadre: signor Had'Adh, Kruger e Seleen, continuate la vostra ricerca. Per quanto riguarda me, accetto nuovamente volontari. Ho intenzione di esplorare la città a 500 miglia da qui. Partiremo tra un'ora, mi troverete nell'hangar della Ranger."

     
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    Jared Had'adh

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    Non bastavano le navi che sparivano, la dottoressa asari criptica e il nostro ritrovamento della corazzata batarian precipitata 450 anni fa...ora ci si erano messi pure i Collettori!
    Questo pianeta è decisamente una fonte continua di sorprese.
    Il fatto che quell'antica civiltà adorasse i Collettori, non avrebbe dovuto essere presa sotto gamba ma l'equipaggio della Ranger, con in testa Runa, sembrano essere preda di un'euforia incontrollabile che non permette loro di focalizzare bene la situazione.
    Situazione che invece io, Lucy e Seleen stiamo cominciando ad avere ben chiara in mente.

    Alla fine, eravamo riusciti a trafugare il prezioso diario di bordo del Capitano D'vora tenendolo ben nascosto a tutti; per riuscire a maneggiarlo senza rischiare di vedercelo sbriciolare tra le dita, non avevamo fatto altro che reidratarlo quanto bastava per riuscire a voltare le pagine.
    Il voluminoso tomo era composto da quasi mille pagine ma solo le prima 50 circa erano state compilate...fortunatamente, aggiungerei, o avremmo passato i prossimi 200 anni per leggerlo.

    Una volta installato il campo base, la tenda mia e di Lucy era diventata una specie di laboratorio clandestino di monaci amanuensi: io cercavo di decifrare le parole scritte dall'elegante calligrafia del Capitano D'Vora mentre Lucy trascriveva ciò che riuscivo a tradurre su un altro piccolo libricino dove annotava con la sua ruvida scrittura ogni parola che mi usciva dalla bocca. Non capisco perchè Lucy si ostini a volere scrivere a mano quando abbiamo fior fiore di calcolatori ultra moderni ma me ne guardo bene dal farglielo notare perchè, per non perdere una mia parola, è seduta proprio accanto a me, sfiorandomi il gomito con il suo braccio...e in quella posizione ho un'ottima visuale sulla sua scollatura che mette in risalto la forma rotonda dei suoi seni, leggermente innalzati poichè quasi appoggiati sul tavolo.
    C'è di più in realtà. Con lei così vicina, riesco a sentire perfettamente il suo profumo che mi fa battere il cuore a mille all'ora. Ha un profumo molto femminile già di suo, in più usa un bagnoschiuma dalla dolce fragranza che risalta le sfumature più nascoste del suo naturale afrore.
    Chiudo gli occhi un istante, interrompendo la lettura, e respiro Lucy a pieni polmoni...Holee! Improvvisamente me la immagino tutta nuda distesa sotto un albero in fiore nel bel mezzo di una prateria sconfinata...il cielo azzurro...il Sole caldo...uccellini che cinguettano felici...e una leggera brezza di primavera che porta direttamente alle mie narici la sua dolce fragranza.
    Una volta mi ha anche detto che usa un bagnoschiuma a base di un frutto terrestre che, a giudicare dall'odore, deve essere per forza buonissimo!
    Come aveva detto che si chiamava? Albiccola...albocciola...no, sono quasi sicuro si chiamasse Albicoccola.
    E' ufficiale: adoro le Albicoccole.
    Ed è ancora più ufficiale: sono innamorato perso di Lucy!
    Holle molee...sentimentolee!

    Il mio sogno è interrotto da un non gentilissimo buffetto che mi arriva proprio alla base del collo < Ti stai addormentando? > mi domanda Lucy glaciale < Muoviti, per la miseria, siamo riusciti a tradurre solo 5 pagine! >
    < Ti rendi conto che questa è lingua batarian di 450 anni fa? E che io NON sono un laureato in lettere? La sintassi, le regole grammaticali, la stessa scrittura delle parole è praticamente incomprensibile! Per fortuna che almeno la bella D'Vora aveva una buona scrittura! >
    Lucy annuisce comprensiva e la cosa mi lascia un po' di stucco: Lucy non è mai comprensiva!
    < Per ora cosa abbiamo trovato? > domanda Seleen alzando il lembo della tenda e facendo il suo ingresso trionfale con uno stupidissimo capello calcato in testa.
    < Se il nostro professorone ha tradotto giusto, per ora non abbiamo molto. > replica Lucy vagamente fredda.
    Per tenere segreta l'esistenza del diario, avevamo deciso che mentre io e Lucy ci dedicavamo alla traduzione, Seleen se ne sarebbe andata in giro a mantenere cordiali rapporti con il resto dell'equipaggio; se fossimo rimasti tutti e tre rintanati, avremmo destato qualche sospetto.
    < Abbiamo scoperto come sono stati abbattutti ovvero esattamente come noi; i danni non erano esagerati e così i batarian hanno pensato bene di prendersi una vacanza, il Capitano D'vora ha mandato alcune squadre in avanscoperta mentre riparavano la nave. Fine. Nelle prossime pagine dovremmo scoprire che fine hanno fatto quelle squadre di ricerca. > spiega Lucy sfogliando velocemente i suoi appunti.
    < Niente di che. > conferma Seleen stringendosi nelle spalle < E' tardi comunque... > aggiunge con un mezzo sorriso prima di mostrare una boccetta < Jared...olio di sandalo! > esclama raggiante muovendo la boccetta < Ti aspetto nella mia tenda...ho le gambe...IN FIAMME! > aggiunge strizzandomi l'occhio ed uscendo così come era entrata.

    Lucy richiuede il suo quaderno e lo nasconde sotto il cuscino della branda con movimenti meccanici e precisi < Sembra una cosa seria tra te e la turian. > dice senza particolare enfasi gettandomi nell'imbarazzo di chi l'ha appena fatta fuori dal vaso.
    < Seria? > replico disinteressato < Io non prendo mai nulla sul serio, mi conosci. Ci scambiamo vicendevoli cortesie...per così dire. >
    La bella umana mi volta le spalle con noncuranza e comincia a spogliarsi per andare a coricarsi. Io resto lì come un babbeo a guardare la sua sagoma di spalle, totalmente rapito dai suoi muscoli guizzanti.
    Sono convinto che dovrei dirle esattamente cosa provo per lei eppure, ogni volta che tento di aprire la bocca, le parole si smorzano in gola, terrorizzate dalla possibile risposta.
    < Non sarai mica gelosa? > le dico mentre sto per varcare la soglia della tenda.
    Lei ride.
    E quella risata praticamente mi uccide...mi sembra di non riuscire a respirare per quanto il mio stomaco si sta contorcendo.
    < Gelosa di te? > domanda voltandosi con un sorriso stampato sul volto < Dovrei essere gelosa di un batarian donnaiolo, cacasotto, fumatore incallito, perennemente sul lastrico e non particolarmente affascinante? Perchè me lo chiedi? >
    Penso che si renda conto di avere esagerato perchè il suo sorriso scompare proprio mentre la mia fronte si corruccia e, probabilmente, il mio volto assume la più triste espressione da batarian che un batarian abbia mai espresso in pubblico. Dura una frazione di secondo prima che riacquisti il controllo del mio volto ma < Scusami... > dice non molto convinta abbassando lo sguardo.
    Io non dico una parola, cazzo! Cerco solo di mandare giù il magone che sento ostruirmi la gola, voltandomi per aprire il lembo di tenda e uscire. Mi blocco un secondo indeciso su cosa dire e poi mi volto per guardarla ancora una volta < Sai qual è la differenza tra te e Seleen? >
    Lucy scuote la testa e mi guarda interessata.
    < Lei aveva tutte le ragioni del mondo per insultarmi ma non l'ha fatto...tu non ne hai neanche una e lo fai ogni giorno. Buonanotte Lucy. >

    La mia voglia di massaggiare le gambe di Seleen è sotto zero e così decido di aggirarmi per l'accampamento senza una meta precisa. Non riesco a capire perchè Lucy mi tratti sempre così male: le ho salvato la vita, le sto insegnando tutti i trucchi del mestiere di assassino, la rispetto, sopporto tutti i suoi difetti la...la amo.
    Mi accendo una sigaretta con rabbia e solo in quel momento mi accorgo della presenza di quella ragazzina tutta occhi verdi di cui non riesco a memorizzare il nome.
    < Ehi! > le dico porgendole il pacchetto di sigarette che rifiuta scuotendo il capo. < E' proprio un bel pianeta... > comincio abbracciando l'orizzonte con lo sguardo < ...tutto verde, misterioso...forse non dimenticato dagli Dei ma sicuramente dagli abitanti di questa Galassia. Ed è anche profumato... > aggiungo inspirando forte dal naso < ...sa di...qual è quel vostro frutto? Albicoccola? >
    < Albicocca. > mi corregge lei gentilmente.
    < Albicocca. > ripeto per memorizzare la parola < Beh, sai che ti dico? Su Kar'shan si dice che le cose belle sono quelle che ti feriscono di più...vale per i pianeti e vale per le persone. E allora vaffanculo alle cose belle! Stai attenta là fuori domani... > aggiungo dandole un piccolo colpetto alla spalla < ...questo pianeta è pericoloso e la Galassia rimpiangerebbe non potere più vedere i tuoi occhi. >
    Getto la sigaretta a terra e la spengo con la punta dello scarpone prima di salutarla con un cenno della mano e dirigermi verso la tenda di Seleen.

    Passai una strepitosa notte con la turian: le massaggiai le gambe, la esplorai a fondo in ogni cavità turian (Holee! Ne esistono alcune che neanche credevo esistessero) e mi svegliai da solo nel suo letto.
    Quando torno alla mia tenda, Lucy non c’è e ha già rassettato la sua branda con un perfetto risvolto da 10 cm del lenzuolo con la sua precisione militare; la ritrovo solo più tardi, al momento della riunione mattutina e, se è possibile, resto ancora più ferito dalla sua assoluta noncuranza. Mi parla e scherza come se non fosse successo nulla…se c’è qualcosa di peggio dall’essere respinti è l’essere ignorati.
    Per un attimo, mi pento di averla portata con me…in realtà mi pento di averla proprio conosciuta ma è Runa a venire in aiuto al mio titubante cervello, consentendoci di continuare con la nostra ricerca.
    < Vi do due alternative. > dico alle mie compagne ma fissando solo Seleen negli occhi < Nuovo sopralluogo alla nave batarian o cerchiamo l’asari ficotta? >
    < Asari ficotta. > dice Seleen raggiante.
    < Asari ficotta. > conferma Lucy altrettanto su di giri.
    < E asari ficotta sia! >




    Edited by •Gabry‚ - 15/4/2016, 17:52
     
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    Shenna'Nidor Sparkle

       Fazione: Cerberus
       Ruolo: Agente



    "Tutto qui?".
    Shenna assentì, cercando di sembrare naturale. La sua riluttanza alla menzogna non era solo una questione di scelta morale, ma appariva quasi come un qualcosa di genetico, qualcosa che le impediva "fisicamente" di affermare il falso senza tutta una serie di sintomi esteriori. Non poteva di certo essere un vanto per un agente Cerberus, ma parte delle sue qualifiche era anche in questo: i suoi superiori potevano essere certi di qualunque cosa dicesse, senza dare adito a dubbi.
    O almeno, così era un tempo.
    Dahlia si ritenne soddisfatta - "Attenderò notizie tra due giorni, salvo comunicazioni importanti" - disse, dopodiché si prese qualche secondo di silenzio - "Fa' attenzione, Shen" - mormorò infine.
    Chiusa la comunicazione, Shenna si sentì finalmente libera di lasciar andare un sospiro di sollievo. Non aveva voluto accennare alla misteriosa statua dei Collettori, e le era bastata quella sola omissione per metterla in seria difficoltà di fronte al proprio superiore.
    Per nulla sollevata, Shenna uscì dalla propria tenda per andare verso il falò al centro dell'accampamento, ma dopo qualche passo si lasciò rapire dal panorama notturno di Narlu.
    Senza più bisogno del casco, Shenna poteva cogliere i profumi della vegetazione incontaminata e percepirne anche le più piccole sfumature, grazie alla brezza leggera che tirava nella sua direzione; eppure quelle fragranze che sembravano tanto invitanti provenivano dal buio pesto che circondava l'accampamento, un buio nel quale si muovevano creature ululanti e nel quale poteva udire suoni che sembravano promettere esperienze tutt'altro che belle. Un buio in cui Shenna non si sarebbe mai lanciata, ma che in qualche modo sembrava attrarla, con un fascino pericoloso e magnetico...
    "Ehi!".
    Shenna sussultò e incontrò lo sguardo del batarian che, insieme ad altri due membri dell'equipaggio, era andato autonomamente in avanscoperta. Jared, se non ricordava male.
    "Oh! Jared... No, non fumo, ti ringrazio" - disse, declinando gentilmente il pacco di sigarette che il batarian le stava porgendo - "Mi stavo godendo l'aria notturna di Narlu".
    "E' proprio un bel pianeta..." - argomentò l'altro - "...tutto verde, misterioso...forse non dimenticato dagli Dei ma sicuramente dagli abitanti di questa Galassia. Ed è anche profumato...Sa di... qual è quel vostro frutto? Albicoccola?".
    Shenna sorrise, indulgente - "Albicocca".
    L'altro ripeté la parola, come per memorizzarla, un gesto che lo fece apparire quasi tenero. In realtà, Shenna non avvertiva alcun odore di albicocca, ma forse anche gli odori potevano apparire soggettivi.
    "Beh, sai che ti dico? Su Kar'shan si dice che le cose belle sono quelle che ti feriscono di più...vale per i pianeti e vale per le persone. E allora vaffanculo alle cose belle!" - fece tutt'ad un tratto Jared. Non sembrava più il batarian allegro e strafottente che ricordava, quasi come la notte calata su Narlu avesse rabbuiato anche il suo spirito.
    Shenna avrebbe voluto dire qualcosa per tirarlo su, ma il batarian non gliene diede il tempo e, dopo averle raccomandato di stare attenta, con un leggero tocco alla spalla, aggiunse - "Questo pianeta è pericoloso e la Galassia rimpiangerebbe non potere più vedere i tuoi occhi".
    Istintivamente, Shenna abbassò lo sguardo, temendo di non poter controllare il rossore che era solito salirle alle guance quando udiva un complimento; quando lo rialzò, Jared si era già incamminato e la sua figura diveniva man mano una chiazza indistinta nel buio.

    Quella notte, Shenna dormì poco e male: ricordava vagamente stralci di incubi terribili e, per quanto provasse a toglierseli dalla testa, certe immagini persistevano, rinnovando l'inquietudine.
    Quel giorno aveva intenzione di rimanere all'accampamento: seppur leggeri, i danni alla Ranger mettevano ancora in dubbio un decollo sicuro, dunque era suo dovere risolvere gli ultimi problemi, in modo da mettere al sicuro l'intera squadra. Tuttavia, quando Keon parlò della città che aveva intenzione di esplorare, Shenna non riuscì a resistere. Malgrado la stanchezza, malgrado i momenti spiacevoli vissuti là fuori, malgrado le inquietanti scoperte effettuate, quel luogo sortiva su di lei un fascino irresistibile.
    Raggiunse perciò l'hangar della Ranger e salutò il drell con un sorriso imbarazzato - "Ora che non devo più portare il casco, fai attenzione se cerchi di salvarmi ancora la vita: non credo che l'infermeria sia ben attrezzata per traumi cranici" - disse, ridacchiando - "A proposito... Credo di non averti ancora ringraziato".



    Edited by •Gabry‚ - 15/4/2016, 17:52
     
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    Runa Keon

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Esploratore e Mercenario



    Runa sapeva che l'umana sarebbe stata felice di esplorare la città.
    "Non devi ringraziarmi!" rispose il Drell ai ringraziamenti di Shenna, con un grosso sorriso sulla faccia "Insomma, siamo o non siamo su un pianeta pieno di pericoli? C'è un buon 73.4% di probabilità che sarai tu a salvarmi la vita, la prossima volta."
    Runa stava raccogliendo le armi. Preferiva stare leggero, ma non sapeva per quanto tempo sarebbero rimasti lontani dall'accampamento. Aveva accuratamente riposto la pistola al suo fianco, e il fucile a pompa alla schiena, poi aveva incaricato alcuni membri dell'equipaggio di caricare dieci armi sul mako. Sperava che quella volta anche dei soldati si aggiungessero alla spedizione, ed era il caso che non si facessero trovare disarmati.
    "Sai, non sappiamo ancora cosa troveremo là fuori. Saremo abbastanza lontani dall'accampamento e dalla Ranger. Potrebbe essere pericoloso, quindi assicurati di essere ben armata."

    Poco dopo, i primi volontari raggiunsero l'hangar. Avus, Vark e Bisonte non persero quell'occasione, e Runa ne fu felice. Quei tre, nonostante fossero dei pirati, sembravano più intelligenti del resto dell'equipaggio, scienziati esclusi. Quest'ultimi, invece, non si presentarono.
    L'aggiunta al team che lasciò Runa sbalordito fu proprio l'ultima ad arrivare.
    "Quando partiamo?" chiese Leus eccitato
    "Leus? Ne è sicuro?"
    "Che c'è? Crede che io sia troppo vecchio per questo?" chiese il Turian, con tono minaccioso.
    "No, è che pensavo preferisse amministrare i lavori alla Ranger"
    "Ah... Cazzate, Keon. Ho già tre quarti del mio equipaggio a lavoro su quella roba, stare seduto all'accampamento mi sta uccidendo."
    Il Drell sorrise e diede al vecchio Turian una pacca sulla spalla.
    "Molto bene, signor capitano. Non credo che verrà qualcun altro, partiamo subito."



    Chilometri e chilometri di foresta. Migliaia di alberi furono l'unica cosa che riuscirono a vedere per almeno venti minuti. Di tanto in tanto, qualche insetto gigante sbucava tra le foglie e tagliava loro la strada, ma per la maggior parte del tempo il percorso fu più tranquillo del previsto.
    "A questa velocità, dovremmo essere a destinazione fra venti minuti" avvisò Runa, che era alla guida.
    "Non pensate sia strano che non ci sia molta fauna in questo tratto?" chiese a quel punto Vark, il salarian. Anche Runa se lo stava chiedendo, effettivamente non era normale che con della vegetazione così fitta e folta non ci fossero animali in ogni dove.
    "Credo che ci sia, in realtà. Forse non si fidano di noi, e quindi gli animali ci stanno alla larga." ipotizzò quindi Avus.
    "Smettetela con queste cazzate da intellettuali!" il commento improvviso di Leus turbò i presenti, che si voltarono verso di lui. "Siamo su un fottuto pianeta selvaggio. Quelle bestie stanno solo aspettando il momento giusto per mangiarci il fegato. Pensi a schiacciare il piede sull'acceleratore, signor Keon. Prima ce ne andiamo e meglio è."
    Runa sbuffò, ma poi annuì. La città era il loro obiettivo, per studiare la fauna avrebbero avuto altre occasioni.

    Un oggetto appuntito, il rumore di una ruota che si sgonfia, e subito dopo il Mako che sbanda e finisce contro un albero.
    "Cosa è stato?" chiese Vark intimorito.
    "Qualcosa ha colpito una ruota del Mako. Non promette bene."
    "Vado a vedere." disse quindi Avus, che scese dal veicolo, ma quello che vide attaccato alla ruota non era quello che pensava: qualcuno aveva tirato loro un lancia di circa due metri.
    "E' una lancia. Chi cazzo ha tirato una lancia al Mak..." La seconda lancia era indirizzata all'addome del Turian, che venne colpito in pieno. L'arma lo attraversò da parte a parte, e finì per inchiodarlo al veicolo. Tutti i presenti sussultarono, compreso Runa. Il Drell d'istinto provò a rimettere in moto il Mako e scappare via, ma l'urto con l'albero doveva essere più grave del previsto.
    Un attimo dopo, una pioggia di lance cadde sul veicolo, ammaccandolo e in alcuni casi addirittura bucandolo, infatti una di esse perforò il tettuccio sfiorando il braccio di Runa.
    "Non possiamo restare qui!" esclamò il Salarian, in preda al panico.
    "Già, ma non possiamo nemmeno correre via. Chiunque sia stato è riuscito a colpire un Mako a 90 chilometri orari." ribatte quindi Runa, che cercava di mantenere la calma il più possibile.
    "Quindi non ci resta altra soluzione. Spero sappiate premere un grilletto, signorine!" concluse Leus, che si alzò dal suo posto e raggiunse il vano delle armi. Il vecchio Turian raccolse un fucile a pompa Raider, una pistola Talon ed un fucile d'assalto Revenant, ed uscì dal Mako proprio con quest'ultimo in mano. Runa pensò che Leus fosse un po' troppo eccitato considerata la situazione, ma il Turian non avrebbe avuto possibilità da solo. Con la pistola tra le mani, lasciò il posto del conducente e seguì Leus fuori dal veicolo, ma non appena mise piede fuori una lancia gli saettò accanto. Il Drell imprecò, e a quella reazione Leus rise.
    "Bravo, Drell. Finalmente vedo che ti sciogli!" Disse il Turian, che poi si girò a guardare in direzione del nulla "Brutti figli di puttana, uscite fuori come i veri uomini!"
    "Uh... Non credo siano uomini." Il Drell riuscì a scorgere qualcosa su di un albero, una piccola macchia azzurra in mezzo al verde.
    "Sono Asari."

     
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    Jared Had'adh

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    Seleen diventa ogni giorno più aperta ed espansiva, dimostrando di essere una gran chiacchierona. La cosa non mi dà per nulla fastidio anzi, è piacevole ascoltare la sua voce vagamente metallica che accompagna la mia guida del MAKO; non sono abituato a tutto quel cicaleccio, Lucy non è per nulla una persona comunicativa e spesso mi chiedo perchè tenga sempre tutto dentro di se. Certo, la sua vita non è stata facile e il fatto che abbia un vuoto di memoria fino ai 16 anni, abbia fatto parte di un'organizzazione ultra razzista e la sua emotività sia paragonabile a quella di un quadrello di marmo, non aiuta ad essere epansivi.
    Infatti la mia bella Collega, non ha aperto bocca da quando abbiamo lasciato la Ranger; se ne sta al posto del copilota a tenere d'occhio gli strumenti di navigazione quasi senza sbattere ciglio; solo a intervalli regolari, quasi studiati, i suoi occhi cambiano inquadratura spostandosi dal radar, al sonar, al sismografo, alle telecamenre esterne. 12 secondi per ogni strumento. Radar, sonar, sismografo, telecamere. Holee! E' un robot!
    Vi starete chiedendo come faccia a sapere quello che sta facendo. Risposta: merito del mio essere batarian.
    Non avete idea di quante cose in più si possono fare con 4 occhi al posto di 2...e uno dei miei 4 occhi è sempre dedicato a Lucy. 24 ore su 24. Strano che non sia ancora diventato strabico.

    < Ferma il motore. > esclama ad un tratto Lucy interrompendo un divertente aneddoto di Seleen che comprendeva una prostituta hanar, un volus Don Giovanni e una squadra completa di vorcha bavosi.
    Scambio uno sguardo interrogativo con la bella turian e faccio come dice.
    La cabina piomba nel silenzio più assoluto e anche dall'esterno sembrano non arrivare rumori. < Il sismografo dà strane letture. > spiega Lucy indicando lo strumento. Io e Seleen ci sporgiamo per avere una migliore visuale ed effettivamente il tracciato che compare sullo schermo sembra essere l'opera di un pittore dalla mano malferma, affetto da zoppia che sta disegnando mentre cammina: a intervalli irregolari, il sensibile strumento segnala improvvisi tremori a cui seguono corti intervalli di quiete.
    < E' strano per essere un terremoto. > dice Seleen portandosi una mano alla bocca, pensierosa.
    < Non è un terremoto. > dico io che non tolgo gli occhi di dosso dallo schermo. Non può essere un maledetto terremoto perchè si sta avvicinando...e i terremoti non camminano! < Sono...passi! >

    A volte mi maledico per avere sempre ragione!
    Non faccio in tempo a finire la parola "Passi!" che il nostro MAKO è letteralmente travolto da qualcosa che lo capovolge più volte facendoci ballare nell'abitacolo una scatenata e dolorosa rumba che ci sballotta ovunque!
    Quando finalmente il MAKO si ferma, riusciamo ad udire distintamente i rumori di artigli che infieriscono sulla corazza ma, soprattutto, assordanti versi animaleschi seguiti da colpi poderosi sulle fiancate del mezzo.
    Tutti e tre ci fiondiamo a raccogliere le armi e ad indossare i pezzi di corazza sparpaglaiti per tutto l'abitacolo che riusciamo a raccogliere. Quando siamo pronti per uscire dall'abitacolo ed ingaggiare battaglia a qualunque cosa ci sia là fuori, improvvisamente l'attacco dell'essere si interrompe.
    < Ma che cazzo sta succedendo? > domanda Seleen confusa dai rumori che provengono dall'esterno.
    < Sono urla di battaglia. > spiega Lucy cercando di dare un senso alle alte urla che provengono da fuori.
    < Urla di battaglia femminili. > aggiungo aguzzando l'orecchio.

    Lucy rompe gli indugi e preme il pulsante di apetura dello sportello e...
    Holee! Mi sembra di assistere a uno di quei film che andavano di moda su Kar'Shan 50 o 60 anni fa: c'è una specie di lucertolona gigante tutta scaglie, artigli e denti aguzzi che è stata ingaggiata da un gruppo di asari scalze e con il seno scoperto, vestite solo con delle gonnelline di pelle che a malapena copre loro il sedere. Sono armate di lance primitive e qualcuna ha un arco con il quale scaglia in continuazione frecce contro il bestione che, ovviamente, non le sente neanche avendo ad occhio e croce 20 centimetri di corazza ossea che lo ricopre.
    Vedere tutte quelle belle ragazze affannate e sudate che lottano contro il lucertolone mi fa immediatamente partire per uno dei miei sogni erotici...dal quale mi sveglio quando mi ritrovo tra le mani la testa mozzata di un'asari coraggiosa che si era avvicinata troppo alla bestia ed era stata fatta letteralmente a pezzi.

    < JARED! Muoviti!!!! > urla Lucy scuotendomi per un braccio < Dobbiamo aiutarle o saranno fatte a pezzi! > aggiunge mentre abbandona la sua posizione e comincia a sparare contro il bestione.
    La comparsa di Lucy sul campo di battaglia ( o meglio, gli assordanti colpi del suo fucile a pompa ) gettano nel panico sia le asari che il bestione.
    < Sempre troppo avventata. > dico tranquillo a Seleen la quale si è messa a sparare a sua volta contro l'animale.
    I loro colpi non procurano chissà quali danni alla lucertola gigante, come prevedibile del resto.
    Con calma, mi allontano di una trentina di metri dallo scontro, facendo bene attenzione a non essere individuato dalla lucertola che ora è praticamente addosso a Lucy.
    Apro il treppiede del Kyshock, mi sdraio prono a terra e appoggio gli occhi al mirino bioculare.
    "Vento a 7 nodi da sud-est, umidità dell'aria 37%, la forza di gravità di questo pianeta è di 1,04 G... " comincio a dire mentalmente mentre rallento il ritmo del cuore e del respiro. Regolo attentamente le rotelle sul mirino e, nonostante ormai Lucy sia quasi spacciata, non mi faccio prendere dal panico. Solo con un colpo diretto a uno degli occhi del mostro ho la certezza di ucciderlo ma se dovessi sbagliare, ferendolo gravemente, quell'essere diventerebbe ancora più feroce e allora sì che per Lucy e Seleen non ci sarebbe scampo.
    Aspetto che il lucertolone giri la sua testa verso di me, lascio uscire tutta l'aria dai polmoni e accarezzo il grilletto.
    < Boom! Baby! > esclamo raggiante alzandomi di scatto.
    Lo scoppio del proiettile che viene espulso dalla canna sovrasta per un istante il rumore della battaglia e proprio quando l'eco dello sparo si affievolisce, il tonfo sordo del corpo gigantesco della bestia lo segue a ruota.

    Mi avvicino fischiettando a Lucy con il fucile appoggiato alla spalla e le porgo una mano per aiutarla a rialzarsi < Sei stata avventata. > le dico accovacciandomi accanto a lei che è sdraiata a riprendere fiato.
    < Pensavo che il Raider fosse sufficiente. > dice sbaffando e tenendo gli occhi fissi sul cielo.
    < Contro 20 centimetri di corazza? Cosa ti dico sempre? >
    < 'Ogni cosa può essere uccisa ma devi scegliere l'arma giusta.' > replica un po' contrariata < Cazzo! >
    < Non fa nulla. > le dico rincuorandola < Devi solo fare ancora un po' di esperienza. >
    Sorrido e lei mi sorride di rimando...e per un momento, mi sembra di stare volando a 4 metri dal terreno.
    < Ehi, ragazzi! > E' la voce di Seleen a riportarmi a terra < Forse abbiamo un problema! > esclama puntando la sua arma di fronte a se.

    Le asari, riavutesi dalla sorpresa, si erano avvicinate a noi puntandoci contro le loro lance e le loro frecce; si avvicinavano guardinghe e sospettose a semicerchio, intimorite da ogni nostro movimento.
    Mi alzo e faccio abbassare l'arma a Seleen < Ci penso io. > le dico strizzando un occhio.
    Vado incontro alle asari con le mani in avanti < Non abbiate paura... > dico a quella che mi sembra essere il capo del gruppo < ...non vogliamo farvi male. >
    Più mi avvicino, più quelle arretrano spaventate sempre puntandomi addosso le loro primitive armi. < Capite quello che dico? > domando scandendo una parola alla volta.
    L'assari che sto fissando mi guarda interrogativo e non mi ci vuole molto a capire che per lei, sto parlando qualche strano dialetto Yahg. Con un enorme sforzo di memoria, do fondo a tutta la mia conoscenza della lingua asari.
    Vi starete chiedendo come faccia a sapere la lingua asari...pensando magari a qualche implicazione con il mio lavoro da assassino.
    Niente di più sbagliato. La risposta è: prostitute. E' per loro che ho imparato i rudimenti della lingua asari per potere spiegare loro meglio esattamente il trattamento che pretendevo.
    Ripeto la domanda e quella si illumina come la Cittadella di notte e abbassa la sua lancia < Cosa siete? > domanda guardinga invitando le sue compagne ad abbassare le armi.
    Io sorrido e distolgo gli occhi dal suo seno tondo prima di prendere posto in mezzo al semicerchio delle asari < Va bene, donne primitive...ascoltatemi bene! > dico trionfante, ormai che ho rotto il ghiaccio < Io sono Jared, Dio dell'Amore! Loro sono Lucy dal Forte Braccio, Dea della Battaglia e Seleen Gamba Sexy, Dea dello Squat! Siamo arrivati dal cielo sul nostro Carro di Luce per salvarvi e questo... > aggiungo alzando il Kyshock < ...questo è...il mio 'Bastone di Tuono'! 8 chili di peso, canna in acciaio temprato colore blu cobalto, calcio in cedro nero di Kar'Shan. Costa 1.300 crediti e lo potete trovare nelle migliori armerie della Galassia. Con 100 crediti in più, vi personalizzano anche l'impugnatura. Fabbricato dalla Batarian State Arms...la migliore fabbrica d'armi della Galassia. Avete capito? >
    L'asari annuisce e mi si avvicina < Grazie, Jared Dio dell'Amore. Cosa possiamo fare per voi? >
    < Potreste portarci dal vostro capo, Piccolo Fiore Azzurro? >
    Lei annuisce sorridente e ci fa segno di seguirla.

    < Lucy Dea della Battaglia? >
    < Seleen Dea dello Squat? Sei diventato scemo? >
    Le mie due compagne sono al mio fianco e non sembrano avere gradito i ruoli che avevo loro assegnato < Dovevo improvvisare... > replico in un tentativo di scuse < ...voi cosa vedete? > domando loro indicando le asari che ci guardano incuriosite.
    < Un gruppo di asari mezze nude e vagamente primitive. > replica prontamente Seleen < Mi chiedo cosa ci facciano qui... >
    < Io vedo culetti arrampicati, seni turgidi, gambe tornite, occhioni da cerbiatto, passere acerbe, braccia sode... >
    < Puoi smettere di fare il pervertito almeno per 5 secondi? > sbotta Lucy dandomi una dolorosa gomitata.
    < Holee! Non avete capito...queste asari sono tutte giovani...beh, almeno per essere asari. Hanno tutte al massimo 100 anni...lo si capisce dalla sfumatura accentuata della coscia che si congiunge con il gluteo. > cerco di spiegare con il mio occhio critico indicando il fondoschiena dell'asari che ci sculetta davanti.
    < E allora? > domanda Seleen visibilmente indispettita dalle attenzioni che sto rivolgendo alle nostre azzure accompagnatrici.
    < E allora noi stiamo cercando un asari precipitata qui più di 100 anni fa...e sono pronto a scommettere crediti contro talleri Elcor che queste sono le discendenti dei membri di quella spedizione...inoltre, in quanto autoproclamato Dio dell'Amore, avrò un diritto di prelazione su tutto questo ben di Dio!!!! >
    < Fa sempre così? > domanda Seleen piuttosto stupita rivolgendosi a Lucy.
    < Quasi sempre...a volte è anche peggio. >




    Edited by hellequin81 - 18/4/2016, 15:56
     
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    Shenna'Nidor Sparkle

       Fazione: Cerberus
       Ruolo: Agente



    Shenna dubitava fortemente di essere in grado di salvare la vita a qualcuno, se a malapena era in grado di badare a sé stessa, ma aveva risposto con un sorriso alle gentili parole del drell. Come le era stato consigliato, si era preparata al meglio a quella spedizione, e oltre alla fedele Talon si era munita anche dell'Avenger, sperando vivamente di non avere bisogno di usarlo.
    Il Mako ondeggiava placidamente sulla superficie verdeggiante del pianeta, che offriva uno spettacolo che raramente Shenna aveva avuto occasione di vedere: il lavoro con Cerberus l'aveva portata sempre e solo in luoghi aridi e inospitali e quella missione si stava rivelando la boccata d'aria di cui aveva bisogno.
    Quasi era dispiaciuta che quel viaggio stava per volgere al termine.
    Tra i pochi partecipanti cominciò un dibattito circa la fauna di Narlu, ma Shenna aveva l'attenzione quasi completamente dedicata a Bisonte. Sapeva che i krogan erano soliti innervosirsi e perdere il controllo in luoghi stretti, e il Mako non era certo una suite di primo ordine; tuttavia, il grosso alieno non sembrava nervoso, e ciò le permise di spostare lo sguardo ad un altro insolito partecipante: Leus, il comandante della Ranger e di quella accozzaglia di pirati e mercenari che popolavano la nave. Aveva avuto l'impressione che si trattasse di un turian posato e ormai abituato al ruolo di comando, ma quella sua iniziativa rivelò uno spirito più avventuroso e pratico. Fu proprio lui, infatti, a tagliare corto le elucubrazioni degli altri in merito agli animali del pianeta, invitando gli altri a concentrarsi sul loro reale obiettivo.
    D'un tratto, il Mako prese a sbandare e prima ancora che Shenna potesse trovare un appiglio, il veicolo andò a schiantarsi contro un albero. Fortunatamente, l'urto non fu eccessivamente forte.
    "Qualcosa ha colpito la ruota del Mako" - spiegò Runa.
    Shenna stava per alzarsi, ritenendo che fosse un suo compito, ma Avus la anticipò, abbandonando l'abitacolo e raggiungendo la ruota colpita. Ciò che disse lasciò Shenna di stucco.
    "E' una lancia" - disse - "Chi cazzo ha tirato una lancia al Mak...".
    Furono le sue ultime parole: un'altra lancia, rapidissima, lo inchiodò al Mako, trapassandolo da parte a parte.
    Shenna trasalì e si alzò nuovamente per scendere e provare a soccorrere il malcapitato, ma si accorse che Keon stava provando a rimettere in moto il veicolo.
    "Che cosa fai? Dobbiamo aiutarlo!" - esclamò, dirigendosi verso il portellone, ma prima che riuscisse ad uscire, una pioggia di lance assalì l'intero veicolo, riuscendo persino a forare la carrozzeria. Shenna, agitata, si mise carponi ed uscì dal veicolo mancando per un pelo una punta acuminata.
    Si appiattì al Mako e provò a sporgersi per cercare di raggiungere Avus, ma gli attacchi insistenti glielo impedivano. Probabilmente non c'era più nulla da fare per lui, comunque...
    Shenna sospirò e cercò di togliersi dalla testa quel pensiero: doveva concentrarsi su quello che poteva ancora fare.
    Intanto, Anche Runa e Leus erano saltati fuori, e il drell era già riuscito a scorgere più di quanto i loro occhi riuscissero a fare.
    "Sono Asari".
    "Asari? Ma come...?".
    Un'altra lancia la raggiunse proprio accanto al piede, ricordandole che non era il momento giusto per le congetture.
    Una cosa era certa: Asari o meno, chiunque li stesse attaccando non aveva certo la loro tecnologia e, malgrado l'evidente superiorità numerica, ciò comportava senza dubbio un vantaggio. Avrebbe corso un rischio, ma di quel passo le cose si sarebbero complicate... per tutti!
    Sollevò la speciale barriera cinetica della sua tuta e, dopo un profondo sospiro, si sporse completamente, appena in tempo per trovarsi faccia a faccia con quella che, a tutti gli effetti, appariva proprio come un'asari.
    La sorpresa colse entrambe, ma l'asari ebbe riflessi più pronti e, dopo un rapido balzo indietro, tentò un affondo con la lancia, che però andò a frantumarsi contro gli scudi potenziati di Shenna. La selvaggia, a quella vista, sgranò gli occhi, ma sembrava già pronta a ritornare all'attacco, quando Shenna, estratta la Talon, sparò tre colpi in aria.
    I boati fermarono la pioggia di lance e furono accolti con grida spaventate che, a quel punto, sembravano giungere da ogni direzione: stavano quasi per circondarli.
    La asari con cui aveva avuto quell'incontro ravvicinato si raggomitolò a terra con le mani sulla testa, terrorizzata.
    Erano ad uno stadio pressocché primitivo: sarebbe stato ingiusto rispondere all'attacco.
    Lentamente, Shenna si chinò, fino a posare la Talon a terra, proprio di fronte all'asari, dopodiché alzò le mani, tenendole ben in vista.
    La asari alzò gli occhi, pieni di meraviglia.
    "Non vogliamo farvi del male" - mormorò Shenna, e cercò di porgerle la mano, ma l'altra si affrettò ad allontanarsi e a raggiungere le compagne, limitandosi a guardarla da lontano.
    Shenna si rialzò in piedi e si rivolse agli altri - "Credo che non capiscano una sola parola di quello che diciamo".

     
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    Runa Keon

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Esploratore e Mercenario



    Legati, trascinati a forza lungo il percorso che le Asari avevano stabilito. Quest'ultime avevano addirittura adoperato alcuni grossi animali simili a scarabei giganti, per trainare ciò che rimaneva del Mako. Runa, che stava appena davanti ad uno di questi, poteva sentire il fiato della bestia sul suo collo, mentre il frastuono del veicolo trascinato gli impediva di sentire ciò che le Asari stessero dicendo. Non che sarebbe stato in grado di capirlo: quelle aliene parlavano una lingua così antica che nemmeno il traduttore automatico del factotum riusciva a decifrarne il significato.
    C'era qualcosa di insolito nel loro comportamento, però. Il fatto che non li avessero uccisi seduta stante, come avevano fatto con Avus, poteva significare che forse non erano così ostili come tutti stavano pensando in quel momento... Oppure di lì a poco sarebbero diventati la loro cena.
    "Abbiamo intenzione di seguirle e venire fatti allo spiedo, come il povero Avus?" chiese ad un certo punto Vark, preoccupato ed al contempo disturbato dal comportamento accondiscendente di Runa, nei confronti delle Asari primitive.
    "Non preoccuparti. Non morirà nessun altro. Ma non trovi che sia strano che delle Asari allo stato primitivo vivano su questo pianeta? Il rapporto del signor Had'adh parlava di una spedizione Asari risalente a qualche secolo fa... Ma queste qui sono molto più regredite rispetto alle Asari del secolo scorso. E' impossibile che le due cose siano collegate, deve esserci per forza un anello mancante nella linea temporale."
    "Perciò il tuo piano è farci finire al brodo uno per uno finchè non avrai scoperto la verità?"
    "Beh... Ho sentito dire che i Salarian al brodo sono deliziosi!" scherzò quindi Runa, ma l'espressione disgustata di Vark rappresentò tutt'altro che una risata. "Dai, sto scherzando. Ho un piano, ma dovete evitare di mettervi in pericolo, da qui in poi."

    La carovana si fermò proprio davanti ad un enorme monolite di pietra, raffigurante la sagoma di un essere dalla forma umanoide, ma i cui dettagli erano stati cancellati dal tempo, come un angolo della grossa lastra che adesso giaceva in frantumi accanto al resto rimasto in piedi.
    Le tre Asari che guidavano il gruppo si disposero a triangolo attorno al monolite e recitarono una sorta di preghiera, dopodichè una di esse fece segno alla carovana di proseguire, al che questa superò la pietra e proseguì il cammino. Runa imprecò mentalmente: tutto ciò che avevano trovato fino a quel momento, non erano altro che reperti storici di scarsa rilevanza, se non fosse per la statua del Collettore. Ora, anche quel monolite, per quanto potesse essere affascinante al suo tempo, non era diventato altro che una grossa pietra con disegnato qualcosa di indecifrabile. E i loro nuovi compagni di avventura, quella tribù di Asari, non poteva nemmeno rivelarsi utile dato che nessuna di queste parlava una lingua comprensibile. Però li stavano portando da qualche parte... Doveva pur esserci qualcosa di utile nel luogo dove queste vivevano.
    Una cascata. Era lì che la carovana si fermò nuovamente.
    "Ti prego, non dirmi che vivono davvero dietro la cascata..." pensò a quel punto Runa... E banalmente, vivevano dietro la cascata.
    Il Drell sbuffò, pensando a quanto la realtà fosse piena di clichè, ma dovette ricredersi una volta attraversata la cascata, perchè dietro di questa non c'era semplicemente una grotta, c'era letteralmente un dedalo intricato di sottopassaggi ed ampi spazi sotterranei, organizzati al punto da ospitare una civiltà non così piccola come una tribù, ma ben più grande.
    Le Asari li scortarono fino alla fine, ma a metà percorso un gruppo di queste prese il controllo degli scarabei che trascinavano il Mako, portandolo chissà dove. Il loro cammino, invece, continuò fino a quello che sembrava il più ampio spiazzale sotterraneo di quella caverna. Dal lato opposto, c'era un intricato separè fatto di rami e foglie, che si estendeva per almeno quattro metri di larghezza, e tre di altezza. All'inizio Runa pensò che fosse quella la loro meta, ma al centro dello spiazzale la carovana voltò a destra fino a raggiungere una zona che sembrava fosse adibita a prigione: erano delle gabbie di legno sorvegliate da due Asari armate di lancia.
    "Non posso crederci, hanno preso anche voi?" Non si aspettava di certo di trovarli lì, Jared, Lucy e Seleen, avevano preso una strada diversa, eppure anche loro erano stati presi. Quante altre Asari c'erano in giro su quel pianeta?


    Il piano di Jared non era andato come lui si aspettava. Il Batarian pensava di aver fatto colpo sulle amazzoni Asari, ma quelle erano più intelligenti di quanto non volessero far credere. I tre avevano seguito le Asari fino ad un monolite, ed a quel punto altre Asari erano sbucate dalla foresta e li avevano privati di tutto: armi, corazza, attrezzatura per la giungla.
    Provò a ribellarsi, Seleen, ma l'unica cosa che era riuscita ad ottenere era l'ira di una di quelle primitive, che la colpì al volto con il manico della lancia. Lucy e Jared non potevano far nulla, così come Seleen, che a quel punto non potè far altro che seguire le Asari.
    Così anche loro si ritrovarono chiusi in gabbia, e Seleen si stupì nel veder arrivare Runa e gli altri.
    "Cazzo. Sapevo che non saremmo dovuti venire su questo schifo di pianeta." fu l'unico pensiero che la Turian riuscì ad elaborare.

     
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    Banshee

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    Jared Had'adh

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    In una scala da 0 a 100, dove 0 è il livello di pericolosità di un tenero cucciolo di coniglio e 100 è il vostro incubo peggiore che si materializza ed è pure incazzato, Lucy, in quel momento, direi che raggiunge tranquillamente un 96 di punteggio...ad essere ottimista.
    Tutto era cominciato quando, poche ore prima, le asari ci avevano bellamente fregato e, invece di accoglierci come Dei, ci avevano gettato in cella; Lucy aveva tentato di reagire e, probabilmente, non sarebbe stato difficile avere la meglio su un gruppo di asari primitive armate di lance e frecce ma io l'avevo fermata: presentarci di fronte alle asari con una dozzina di cadaveri sul groppone non ci avrebbe fatto fare una gran bella figura e noi avevamo bisogno di risposte alle mille domande che si andavano accumulando ogni minuto che passava.
    Peccato Lucy non la pensasse così!
    Da quando ci avevano messo in cella, la nerboruta umana si era andata a sedere contro una parete della cella con le gambe incrociate; aveva la fronte corrugata e i suoi occhi di ghiaccio erano inquietanti come un krogan a cui hanno appena detto che il suo clan è un gruppo di pippe segaiole. Continua ad aprire e chiudere a pugno la mano destra, facendo scrocchiare le dita con uno scricchiolio sinistro.
    Anche l'arrivo dei nostri compagni non sembra rincuorarla...anzi, forse neanche se ne accorge visto che i suoi occhi restano fissati su un punto imprecisato del terreno.
    C'è solo una persona nella Galassia che è in grado di farle raggiungere quei livelli di incazzatura...un batarian, per la precisione...che di professione fa l'assassino: cioè IO!
    Evidentemente, mi ritiene colpevole per essere finita in cella dimenticandosi che è stata lei la prima ad avere l'idea di aiutare le asari.
    Donne!

    Da bravo fifone quale sono, sto bene attento di stare alla larga da Lucy; rimango sempre ad almeno 6 metri di distanza e mi guardo bene anche solo dall'incrociare il suo sguardo; spero che con il passare del tempo le passi l'arrabbiatura e non ho assolutamente la voglia e il coraggio di affrontarla.
    Questo è quello che voglio io ma non è quello che vuole lei.
    < Jared. > mi dice con tono cupo < Ti devo parlare. > aggiunge sempre rimanendo seduta e invitandomi con la testa a sedermi accanto a lei.
    Io deglutisco amaro, prendo il poco coraggio che ho e vado ad affiancarla.
    Non so che atteggiamento tenere...se essere serio, preoccupato o cos'altro...opto per un tradizionale approcio alla Jared < Che succede Lucy? Mangiato pesante? > butto lì con un mezzo sorriso al quale l'umana replica agghiacciandomi con i soli occhi.
    < Non ho voglia di scherzare. >
    < Qual è il problema? > domando cercando di essere serio e interessato.
    < Sei tu il problema! > risponde senza esitazioni con cattiveria.
    Avete presente quelle scene dei film dove c'è un animaletto che sta attraversando una strada, di notte e all'improvviso viene illuminato dai fari di un'auto che arriva a 100 all'ora? L'animaletto sgrana gli occhi, recita una preghiera ai suoi dei nella speranza che l'auto rallenti ma, purtroppo per lui, alla guida c'è il più stronzo degli insensibili che accelera pure onde evitare di mancare la povera creatura.
    Ecco...io, in quel momento, sono quell'animaletto!
    < Non capisco... > dico dopo che mi sono un attimo ripreso dal mattone che mi è appena caduto in testa.
    < E' da un po' che ci penso... > comincia a dire Lucy continuando a fissarmi < ...da quando siamo colleghi, non fai altro che cacciarmi nei guai! Come se non fossi già brava io a farlo! E sai perchè succede? >
    Scuoto il capoccione e mi preparo al massacro.
    < Perchè non pensi mai a quello che fai! Hai 36 anni, Jared, e ti comporti ancora come un ragazzino di 16! Sei l'assassino più bravo della Galassia e ciò nonostante non abbiamo i soldi per arrivare a fine mese perchè li butti tutti in scommesse, puttane e macchine costose! Fuggi sempre davanti alle difficoltà...sei un fifone, codardo, cagasotto che si ficca nei guai e poi li scarichi su di me. Quante volte ho dovuto affrontare i TUOI nemici? Strozzini...fidanzati incazzati...senza contare quando scommetti SU DI ME! >
    Beh...poteva andare peggio ma non poi tanto peggio < Mi dispiace, Lucy. Hai ragione ma posso cambiare! Ti prometto che... >
    Lei ride sarcastica < Me lo hai già detto almeno 100 volte e sei sempre uguale. > dice tornando subito seria < Quando torniamo su Omega, prendi le tue cose e te ne vai. Il nostro rapporto lavorativo è terminato. >
    Holee! Ok, peggio di così non poteva andare.
    La fisso a lungo con la bocca semi aperta senza sapere cosa dire < Ma...ma...non sei ancora pronta per fare l'assassina per conto tuo. >
    < Non mi importa! > sbotta furiosa < Tornerò a fare il mercenario o rientrerò nella Fratellanza Ariana. E' finita, Jared. >

    Ora, probabilmente un altra persona avrebbe cercato di replicare a tono o magari avrebbe tentato una difesa ad oltranza schierando tutte le sue migliori argomentazioni ma, su Kar'shan, c'è un vecchio proverbio che dice "a volte parlare o stare zitti è la stessa cosa...ed è molto meglio stare zitti."

    Il resto della giornata fu una lunga, frustrante, malinconica attesa che quel maledetto giorno finisse. Speravo che la notte e una bella dormita, mi schiarissero un po' le idee...purtroppo, di dormire, non credo se ne parli.
    Per fortuna le asari mi hanno almeno lasciato le sigarette.
    < Jared, Dio dell'Amore... > mi richiama una voce proprio mentre sono appoggiato con la schiena alle sbarre e fisso Lucy che dorme serena sdraiata per terra. Quando mi giro, mi trovo di fronte l'asari che abbiamo incontrato oggi, quella che sembrava il capo del manipolo di pelle blu che avevamo salvato da quel mostro. < ...dovresti riposare, è stata una lunga giornata. > mi dice fissandomi.
    Ha un nasino bellissimo. Così bello che, nonostante sia praticamente nuda, non riesco a distogliere gli occhi dal suo volto. < Che cos'è? > aggiunge indicando la sigaretta che tengo tra le dita.
    Le faccio vedere come si usa e gliela porgo attraverso le sbarre. Lei afferra la sigaretta e la guarda dubbiosa prima di imitare il mio gesto e dare una lunga boccata.
    Da azzurro, mi sembra che il suo volto diventi verde proprio un attimo prima che cominci a tossire con forza e getti a terra la sigaretta imprecando con parole che non riesco a decifrare.
    < Hai ragione. > le dico nel mio asari stentato < Fanno veramente schifo. >
    Apro il pacchetto e mi infilo in bocca un altra sigaretta accendendola con lo zippo che l'asari osserva affascinata < E' una delle vostre magie? > mi domanda osservando con gli occhi sgranati la fiamma.
    Io sorrido < Si chiama accendino...e non è una magia. Anzi, credo che vi svelerò il segreto del suo funzionamento prima o poi. >
    Non ho nessuna voglia di dialogare ma l'asari dal nasino attraente non è della mia stessa idea e, visto che di dormire non se ne parla, tanto vale darle corda e passare un po' di tempo senza pensare alle parole di Lucy.

    Continuiamo a parlare forse per 2 o 3 ore, io seduto all'interno della cella e lei che se ne sta con le gambe raccolte contro il petto dall'altra parte delle sbarre. Si chiama Eteria ed è l'asari più curiosa che abbia mai incontrato; ogni cosa sembra stuzzicare il suo interesse e allora io le spiego, nei limiti del mio vocabolario, a cosa serve questa o quest'altra cosa.
    Quella mi ascolta attenta e con gli occhioni sgranati e, per la prima volta in vita mia, mi sento importante per qualcuno. E' una bella sensazione. Strana.
    < Perchè prima la femmina con i muscoli ti ha ripreso? E' per quello che sei triste? > mi domanda ad un tratto quando il discorso si era fatto un po' più personale.
    Io la guardo un po' stupito e lei si porta un dito agli occhi, cercando di spiegarmi che aveva visto tutto.
    < Sì. E' per quello che non riesco a dormire. >
    < E' la tua amante? > domanda interessata.
    < No. Non è la mia amante. >
    < E allora chi è? >
    Come faccio a spiegarle chi è o meglio, cos'è Lucy per me? Non l'ho mai detto a nessuno, forse nemmeno a me stesso.
    < Chi è lei? Lei è...un raggio di Sole che riscalda la tua pelle dopo una lunga notte fredda. Lei è...una leggera brezza che ti porta il profumo di un campo fiorito. Lei è...un regalo inaspettato il giorno del tuo compleanno. E' un sorso d'acqua quando hai sete e un pezzo di pane quando hai fame. E' la Fire Bird rosso fiammante che tanto desideravo da ragazzo. E' il bacio della buonanotte che mia mamma mi dava sulla fronte quando ero bambino. Lei è tutto questo...e io l'ho persa per colpa mia. >
    Non so quanto di quello che ho detto sia stato capito dall'asari ma quando finisco di parlare lei mi sta guardando con i lucciconi agli occhi < Sei molto diverso dalle altre Creature dei Cieli...loro non parlano mai con noi. >
    < Beh...loro non parlano la tua lingua. > le dico indicando i miei compagni addormentati.
    < Non loro. Quelli che vengono due volte ogni stagione. Quelli con tanti occhi come te ma diversi da te. >
    Impiego lo stesso tempo che passa tra il semaforo che diventa verde e lo stronzo dietro che ti suona per afferrare ciò che sta dicendo. < Aspetta...tanti occhi, testa a trapezio, brutti come la morte, sgraziati come un ballerino senza piedi? >
    Lei annuisce sempre ad ogni mia aggiunta, dipingendo un quadro perfetto dei Collettori.
    < E quando dovrebbero arrivare? >
    < Tra 3 tramonti se non sbaglio. >
    < Holee Molee...accidentolee! >

    Scatto in piedi come un pupazzo a molla e raggiungo il lato opposto della cella che comunica con la gabbia dove sono rinchiusi i nostri compagni. Runa e Occhi Verdi dormono serafici e tranquilli e io non vorrei svegliare tutti quindi li chiamo sotto voce, senza esito.
    Sono costretto a cominciare a lanciargli contro sassi sempre più grossi ed è quando ne sta partendo uno grande come una patata, diretto proprio alla spalla del drell che quello si desta e si guarda attorno assonnato prima di vedermi che mi sbraccio per farlo avvicinare.
    < I cazzo di Collettori...stanno per arrivare! Dobbiamo uscire da queste gabbie e andarcene subito da questo pianeta canaglia...hai capito? >


     
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    Shenna'Nidor Sparkle

       Fazione: Cerberus
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    Non era del tutto certa che l'idea di sottomettersi alle misure delle asari fosse buona ma, d'altra parte, Shenna non avrebbe di certo accettato di reprimerle con la forza, non se le loro vite non erano a rischio. Perciò, restò in silenzio per tutto il tragitto, ignorando le lamentele del salarian che, a quanto pareva, teneva buona fede alle caratteristiche della sua specie non stando mai zitto. Piuttosto, era interessata alle riflessioni di Keon: effettivamente, quelle asari sembravano troppo regredite per poterle collegare alla spedizione di cui Jared e gli altri avevano scoperto l'esistenza, e tutto ciò, insieme al ritrovamento di quella misteriosa statua, non faceva altro che rendere le cose ancora più confuse. Se non altro, avevano tutto il tempo di riflettere e di ipotizzare, mentre le asari li conducevano chissà dove...
    Condotti oltre una cascata, Shenna si vide comparire davanti agli occhi una serie di cunicoli sotterranei, quasi come se si trattasse dell'opera di enormi formiche. Le asari li scortarono all'interno di quei percorsi e Shenna sperò di uscirne presto: sentiva già la nostalgia dell'aria aperta, per quanto poco ne avesse goduto.
    Sfortunatamente, il loro soggiorno sembrava destinato a durare più di quanto si auspicava.

    Shenna se ne restò nel suo angolino, cercando di utilizzare il tempo a disposizione per cercare delle risposte plausibili e trovare il collegamento mancante a tutte le scoperte fatte fino a quel momento. Dal comportamento assunto dalle asari, era chiaro che seguissero una sorta di credo, o di religione, qualcosa che non sembrava avere a che fare con la Siari o con la dea Athame. Cercò di osservare le loro mosse, per capirne di più, ma dopo un po' la stanchezza si fece sentire.
    Nemmeno se ne accorse, quando si assopì, ma si svegliò di colpo quando sentì la mano di Keon scuoterla.
    "Che... cosa..?" - balbettò.
    Bastò un breve riassunto della situazione per fugare tutto il sonno e per farla saltare in piedi. Poteva sperare nella buona fede delle asari, ma non certo in quella dei Collettori: farsi trovare belli pronti in una gabbia non era proprio il massimo dell'aspettativa.
    "Un momento! Jared, puoi farti capire?" - sussurrò, rivolta al batarian - "Fatti spiegare qual è il motivo del loro arrivo! Anche perché così potrai distrarla...".
    E, detto ciò, estrasse una piccola lama dal dorso del braccio, ben nascosto dal rivestimento della tuta.
    Sperava solo di non dover essere costretta a mettere fuori gioco le poche asari rimaste a guardia delle loro celle.

     
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    Runa Keon

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    "Puoi spiegarti meglio?" Chiese Runa, abbastanza intontito e anche un po' impallidito. Poteva immaginare il perchè di quella statua nel tempio. Narlu era abitato da una specie sconosciuta, almeno fino a cinquantamila anni fa, perciò era tutto possibile... Ma da allora il pianeta era stato abitato solo da quelle strane Asari prima, e poi anche dai Geth. Runa non riusciva proprio a capire cosa potessero trovare di così interessante i Collettori in quel pianeta ed in quelle Asari primitive.
    Jared quindi spiegò tutto ai nuovi compagni di cella: le Asari parlavano effettivamente la lingua asari, una versione molto diversa da quella parlata nel nuovo millennio, ma comunque comprensibile. Grazie alle conoscenze del Batarian della lingua delle Asari blu, questi era riuscito a comunicare con loro e a farsi portare lì, anche se quel piano non era finito come sperava lui. Il punto era che Jared era effettivamente riuscito ad attirare la curiosità di una delle selvagge, e questa gli aveva detto dei Collettori.
    "Tre tramonti... Merda." era la voce di Leus a fare quel commento. Il vecchio Turian era stato svegliato dal chiacchiericcio dei tre, tanto che riuscì a comprendere la gravità della situazione, oltre a quanto loro avessero catturato.
    "Ho parlato con i tecnici della Ranger prima di andar via." Runa aveva già capito dove il vecchio volesse andare a parare, e non era una bella notizia. No, era assolutamente una notizia di merda. Gli occhi del Drell si spalancarono e cominciò a sudare freddo.
    "Vedo che hai capito, Drell. La Ranger non sarà pronta a partire prima di tre giorni."
    Leus sembrava eccessivamente tranquillo, anzi... Era quasi come se fosse eccitato all'idea di fronteggiare i Collettori. Runa proprio non capiva quel Turian, si chiedeva se quell'entusiasmo fosse a causa di un brivido di guerra dei suoi anni passati, o forse era solo la voglia di sentirsi giovane. Proprio per quello lo ammirava: Runa era un Drell, e in quanto tale non avrebbe mai capito cosa significasse diventare vecchio, ma era conscio del fatto che anche lui, un giorno, seduto su una sedia con un respiratore artificiale attaccato alla gola, si sarebbe sentito inutile ed eccessivamente vecchio. Leus stava dimostrando di essere diverso dagli altri uomini di età avanzata. Era forte, pimpante e pieno di forza d'animo... Ma era anche impulsivo, e quella sua caratteristica li avrebbe fatti ammazzare tutti, in un momento o in un altro. Per questo era necessario che qualcuno placasse quella foga.
    "Mi sembra che siamo tutti d'accordo: siamo nella merda fino al collo... Ma questa cosa deve restare tra noi." Suggerì quindi Runa, ponendo il suo sguardo ai dormienti Vark, Bisonte e Seleen. "In questo momento la priorità è uscire da queste gabbie e uscire da questo covo di matte."
    "Ma come, Keon! Non vuoi più scoprire perchè sono qui?"
    "Più di qualsiasi cosa, ma non è questo il momento. Non vi pago per morire, vi pago per aiutarmi nell'esplorare il pianeta. Non potete farlo da due metri sotto terra."


    C'era la pace assoluta all'interno della Ranger. Argas la trovava bellissima così: solitaria, silenziosa. Poteva sentire i rumori della sala macchine anche dal ponte equipaggio, e la cosa gli era molto d'aiuto. Quella sera non si sentiva a suo agio il Batarian, aveva come la sensazione che qualcosa li stesse osservando dal buio della foresta, allo stesso modo in cui lui osservava dall'oblò il resto dell'equipaggio accampato nelle tende e attorno al fuoco. Si chiese come potessero essere così tranquilli la sera, nel bel mezzo di una distesa nel nulla, con un rettile gigante sopra le loro teste e chissà cos'altro.
    "Ehi, Argas! Smettila di cagarti addosso e vieni a bere con noi!" esclamò Mander, un umano dell'equipaggio. L'uomo era seduto attorno al fuoco insieme ad altri sette, e tutti stavano mandando giù bottiglie e bottiglie di liquori, o chissà cosa, si raccontavano storie e scherzavano.
    "Di cosa mi preoccupo?" riflettè Argas, enormemente tentato dalla proposta dei colleghi amici. Cominciava a pensare che forse le sue paranoie riguardo quel pianeta fossero ingiustificate, e poi sarebbero dovuti restare lì per tre giorni. Forse marcire dentro lo spazio accogliente della Ranger non era la migliore delle opzioni a sua disposizione, o forse sì. La verità era che, guardandoli passare il tempo così spensieratamente, pensò che forse la solitudine non era l'approccio giusto per superare la paura.
    "Collettori, Geth, si fottano tutti. Anche quel drago e quella piramide di merda."
    Aprì il portellone e la sua comparsa provocò uno schiamazzo generale, tra grida, cori ed applausi. Argas stette al gioco facendo un inchino, e poi proseguì scendendo le scale che l'avrebbero portato a contatto con il suolo. E fu proprio nell'istante in cui il suo piede toccò terra, che un fascio di luce rossa sfiorò la coda del suo unico occhio sinistro ancora buono.

     
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    Shenna'Nidor Sparkle

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    Shenna non condivideva l'eccitazione di Keon all'idea di non poter lasciare il pianeta prima dei fatidici tre giorni, ma se non altro nessuno stava andando nel panico.
    Certo, nessuno a parte lei.
    Jared continuava a conversare con la asari, la sola rimasta nella stanza, e Shenna sfrutto le sagome di Keon e Leus per nacondersi allo sguardo di questa e cominciare il lavoro. Si trattava di gabbie rudimentali, che una come Lucy avrebbe facilmente potuto spezzare senza troppe cerimonie... se ciò non avesse causato un fracasso incredibile. Non intendeva attirare l'attenzione di un centinaio di asari irragionevoli, preferiva fare con calma e approfittare del momento propizio per scappare il più presto possibile.
    Ci volle un po' per tagliare la prima stecca, soprattutto perché quel tipo di pianta tendeva a buttar fuori una quantità eccessiva di resina, che le rendeva difficile l'opera.
    "Ragazzina, dammi quell'affare" - sbottò all'improvviso Leus, burbero - "Spiriti, così in tre giorni non riusciremo ad uscire nemmeno da qui dentro!".
    Shenna obbedì e, impacciatamente, cedette il posto al turian che, effettivamente, si sbrigò molto più velocemente di lei.
    Ad un tratto, la asari si alzò e, salutato Jared, si allontanò.
    Shenna pregò interiormente perché la selvaggia non si voltasse: sarebbe bastato un veloce sguardo per accorgersi che le canne erano state tagliate, data la resina che colava dappertutto. Fortunatamente, le sue preghiere furono accolte, e Shenna tirò un sospiro di sollievo.
    Non appena la asari scomparve oltre uno dei cunicoli, Leus assestò un calcio alle sbarre della loro prigione, e queste finirono a terra senza troppo rumore.
    "Plateale, ma forse sarebbe stato meglio fare tutto silenziosamente" - borbottò Shenna.
    Ad ogni modo, non si udivano passi giungere in quella direzione, perciò il gruppo sgusciò velocemente dalla gabbia.

     
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    Banshee

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    Jared Had'adh

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    Eravamo arrivati su quel pianeta da un giorno e mezzo e già tutto stava andando di merda! Prima il drago nei cieli, poi la scoperta che da quel pianeta era estremamente difficile andarsene, aggiungiamoci delle asari selvagge che ci avevano catturato, una spruzzata di Collettori figli di puttana in arrivo, la presenza dei Geth e, per quanto riguarda il sottoscritto, la prospettiva non troppo remota di perdere Lucy una volta scampati a questo casino.
    Miscelando tutti gli ingredienti, il risultato era la ricetta perfetta di quella tazza ricolma di fumante sterco krogan che stavo sorseggiando secondo dopo secondo.

    Dei presenti, a quanto sembrava, ero l'unico in grado di comunicare con l'asari dagli occhi magnetici e la cosa mi lasciava piuttosto esterrefatto!
    Lì erano presenti fior fiore di pirati, un archeologo che aveva girato la Galassia e una promettente agente di Cerberus! Tutta gente di mondo di cui dubitavo la castità e che non riuscivo a capire come facessero a chiedere a una prostituta asari una carriola con cetriolo e smorza candela se non spiegandoglielo nella loro lingua.
    Non che mi dispiacesse intrattenermi con la bella asari primitiva ma una volta appurato che lei, in quanto semplice guerriera, sapeva solo che i Collettori arrivavano, prendevano una dozzina di asari e se ne andavano, stavo cominciando ad esaurire gli argomenti di conversazione per dare tempo a Occhi Verdi e al vecchio turian di crearci una via di fuga.

    Ad un tratto l'asari si congedò con gentilezza e voltò noi le spalle, decidendo fosse giunto il momento di andare a coricarsi; se solo avesse gettato un'occhiata dietro di se mentre si allontanava, si sarebbe sicuramente accorta della pozzanghera di resina che si era formata ai piedi delle sbarre, opera del lavoro certosino di Occhi Verdi e del turian anziano.

    Di comune accordo con Keon, Shenna e Leus, avevamo deciso di non rendere partecipi i nostri compagni della mia scoperta un po' per non preoccuparli e, in quanto a me, perchè sapevo che se Lucy avesse intuito il vero motivo di quell'evasione, la nostra fuga si sarebbe trasformata in un bagno di sangue di asari troglodite...una situazione che avrei preferito evitare.

    < Perchè ora scappiamo? > domanda la mia erculea amica non capendo cosa fosse cambiato da quando eravamo andati a coricarci.
    < Problemi sulla Ranger che richiedono la nostra presenza. > replico il più neutrale possibile infilandomi nel pertugio aperto da Shenna cercando di abbassare il più possibile la voce.
    < Che tipo di problemi? > incalza Lucy che noto essere già a un passo dall'essere adirata.
    < Problemi del tipo che devi fare silenzio per una volta e smetterla di fare domande, ok? > rispondo bruscamente stupendomi per il tono adirato della mia voce.
    Lucy mi congela all'istante con i suoi occhi di ghiaccio ma, almeno, evita di proseguire con il terzo grado. Mi sfila accanto impettita e sfiorandomi con forza con una spallata. Penso di avere perso altri 10 punti nel suo già basso indice di gradimento ma non posso permettere che la nostra fuga stealth si trasformi in un massacro.

    In gruppo, avanziamo silenziosi per il campo asari cercando per quanto possibile di evitare le sentinelle e, nei casi estremi, non facciamo altro che metterle a dormire senza arrecare loro danno eccessivo.
    Uscire da quel dedalo di cunicoli si dimostra più complicato del previsto ma, fortunatamente, Keon e Occhi Verdi dimostrano di avere una memoria fotografica invidiabile e, sbagliando strada solo un paio di volte, finalmente intravvediamo la cascata che faceva da ingresso all'insediamento asari.

    Ce l'avevamo fatta. Ancora pochi passi e avremmo guadagnato l'agognata libertà...a cui sarebbe seguito il problema dei Collettori ma...che cavolo! Un problema alla volta!

    < E' molto scortese rifiutare così la nostra ospitalità! >
    Quelle parole in asari ci immobilizzano all'istante. Evidentemente, la nostra fuga non era poi passata così inosservata come avevo sperato. In breve tempo, siamo circondati da un nugolo di asari mezze nude che ci puntano le loro rudimentali armi addosso. Holee! Che situazione di merda!
    < Non stavamo scappando. > dico portandomi in testa al gruppetto con le mani alzate < Volevamo solo raggiungere il nostro Carro del Cielo per potervi aiutare contro i Visitatori dello Spazio. >
    Dalle numerose asari che ci circondano, si stacca una che aveva i seni coperti e che vestiva abiti più sfarzosi...forse una specie di capo. < Nessuno può opporsi ai Visitatori dello Spazio! Ci abbiamo provato più volte e siamo state sempre annientate! >
    Io mi avvicino sempre con le mani alzate a un'asari armata di lancia e, con un veloce movimento, strappo la sua arma di mano tenendola alzata sopra alla testa < Perchè voi avete solo queste armi! > le spiego mostrando la lancia a tutte le presenti. Poi, comincio a chiamare ad alta voce la bella asari dagli occhi magnetici, sperando sia presente a quella adunata.
    Dopo qualche istante, Eteria, si fa largo tra le sue compagne raggiungendo la prima fila < Eteria! Diglielo! Raccontale del mio Bastone di Tuono! >
    L'asari tentenna, indecisa sulle parole da usare e nel frattempo vengo affiancato da Keon e da Occhi Verdi che non stanno capendo un accidente di quello che sta succedendo. Purtroppo non ho tempo per spiegare loro nel dettaglio il dialogo tra Eteria e quella specie di Capo Tribù che sembra essere irremovibile nelle sue decisioni.

    La bella asari però, ad un tratto viene supportata dalle sue compagne di pattuglia che avevamo salvato da quel mostro gigantesco e, dopo un lungo conciliabolo, il Capo Tribù fa cenno alle sue compagne di abbassare le armi.
    < I vostri Bastoni di Tuono sembrano essere uguali a quelli dei Visitatori dello Spazio! > esclama ammirata la Capo Tribù < Ma se vi lasciamo andare, chi ci assicura che tornerete ad aiutarci e non scapperete? >
    Io mi stacco dal drell e dall'umana e raggiungo la Capo Tribù con un sorriso soddisfatto < Perchè IO sono Jared, il Dio dell'Amore e non permetterò a nessun Visitatore dello Spazio di fare del male a delle splendide creature come voi. > le dico mellifluo prendendole una mano e baciandola sul dorso.

    L'asari arrossisce e poi, forse, mi faccio prendere un po' troppo dalla parte che mi ero inventato.

    < Ascoltatemi tutte! > esclamo rivolto alla tribù di ficotte scosciate < I vostri giorni di terrore sono finiti! Io e i miei compagni... > dico indicando i miei basiti camerati che mi fissano con le bocche mezze aperte < ...scacceremo da voi la minaccia dei Visitatori dello Spazio e delle Macchine dall'Occhio Rosso! Gli Dei ci hanno mandato perchè questo pianeta appartiene a Voi, straordinari Esseri dalla Pelle Blu, dai seni di marmo, dalle gambe tornite e dai culetti arrampicati! Io, Jared, il Dio dell'Amore, vendicherò anni di soprusi da parte dei Visitatori dello Spazio! Costruirete statue in onore della nostra impresa e tramanderete alle vostre discendenti dai seni d'acciaio le nostre eroiche gesta! >

    Quando finisco di parlare, le asari cominciano a lanciare alte urla di guerra in preda all'euforia; sventolano le loro lance verso il cielo, saltano dalla gioia (muovendo su e giù le loro poppute figure, quasi ipnotizzandomi.)...io alzo le braccia al cielo imitando le loro urla, ridendo di gusto e gettandomi in mezzo a loro per ricevere i loro affettuosi ringraziamenti.

    Solo quando i miei occhi incrociano quelli di Lucy mi ricordo di tre cose.
    La prima è che non sono solo in quel momento; la seconda è che la mia promessa fatta alle asari sarà difficile da mantenere; la terza è che la mia boccaccia mi ha messo, di nuovo, in una situazione del cazzo!
    Avevo dato la mia parola a quelle asari...non potevo rimangiarmela. Ora avrei dovuto convincere i miei compagni a restare e a battersi contro i Collettori.

    Con il sorriso che mi si spegne sul volto, esco da quella calca di tette e culi che mi facevano sentire come un bambino in un negozio di caramelle e mi ricongiungo con i miei compagni.
    < Che cazzo è successo? > mi domanda Lucy allargando le braccia per abbracciare quella folla di asari in tripudio.
    Io sono piuttosto imbarazzato perchè non so esattamente come spiegare loro quello che ho combinato < Diciamo che ho una notizia buona e una cattiva. > dico restando sul vago mentre lancio ancora qualche urlo di incitamento alle mie nuove tifose che rispondono prontamente.
    < Jared... > dice Lucy portandosi le mani ai fianchi con uno sguardo severo < ...che cazzo hai combinato di nuovo? Che notizia buona? >
    < La notizia buona è che siamo liberi... >
    < E quella cattiva? >
    < Ecco...in cambio della libertà dovremo rimanere qui, batterci assieme a queste asari, sconfiggere i Collettori e, se avanza tempo, magari scacciare anche i Geth. >

    Lo sguardo di Lucy mi dice che ho avuto un vero tracollo nel suo indice di gradimento, peggiore del Lunedì Nero delle borse Galattiche di 25 anni fa.
    Mi consolo quando scopro che il Capo Tribù delle asari ci farà scortare alla nostra nave dalle sue migliori guerriere tra cui Eteria che mi lancia uno sguardo complice condito da una leccata di labbra che mi costringe ad intervenire laggiù, prima che qualcuno si accorga della reazione che può avere un ammiccamento così esplicito sul presunto Dio dell'Amore.
    Holee!
    In fondo, Lucy non è l'unica femmina della Galassia, no? Se lei non riesce a capire quanto la amo, posso sempre trovarne un'altra che mi apprezzi per quello che sono.


     
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    Runa Keon

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    Runa non poteva credere a ciò a cui aveva assistito, e soprattutto a ciò che Jared aveva rivelato... Ma a differenza degli altri non era affatto turbato dal dover restare ancora un po'.
    Era un archeologo, un esploratore... Ed era estremamente curioso. Tre giorni all'arrivo dei Collettori, giorni che probabilmente non sarebbero proprio bastati a scoprire la verità sulla specie che un tempo abitava Narlu.
    "Il nome!" esclamò ad un tratto il Drell, mentre le asari scortavano gli esploratori fino alla Ranger. Quest'ultimi, e anche alcune Asari si girarono alla reazione di Runa, che non si era accorto di averlo detto ad un volume un po' troppo alto.
    "Sei impazzito?" chiese quindi Leus, che gli era accanto.
    "Siamo su Narlu per scoprire chi abitasse il pianeta prima di queste Asari, o prima dei Collettori... Ma non trovi che 'Specie che abitava il pianeta prima delle Asari e dei Collettori' sia un nome un po' troppo lungo?"
    "Narliani? Narliesi?" Ipotizzò il Turian.
    "I Drell non si chiamano Rakhanesi, i Turian non sono Palaveniani" lo corresse quindi Vark, che seguiva la marcia appena dietro di loro.
    "Oh ma chi se ne fotte? Abbiamo cose più importanti a cui pensare, su!" Concluse quindi Leus, distanziandosi da Runa e ponendosi al capo della marcia.

    Fu proprio Leus il primo ad assistere alla scena. Il Turian restò immobile di fronte alla piana che gli si parò di fronte agli occhi. Quello che una volta ospitava l'accampamento e la Ranger, ora era solo un suolo pieno di macerie. Dal lato completamente opposto, non c'era più la Ranger ad oscurare la visuale, la nave era letteralmente scomparsa... Così come buona parte dell'equipaggio, tranne i pochi che adesso giacevano al suolo in pozze di sangue.
    Runa, che si affiancò al Turian capitano, contò da quella distanza almeno dieci vittime.
    "Ci hanno lasciati qui cazzo, ci hanno lasciato qui quei fottuti bastardi!" commentò Vark una volta raggiunti i due, e notando che parte della ciurma se l'era svignata con la Ranger.
    "Figlio di puttana..." mormorò quindi Leus "Argas, giuro su tutti gli Spiriti che me ne andrò da questo fottutissimo pianeta e ti strapperò quei maledetti occhi uno per uno! E te li farò mangiare, brutta troia di un Batarian!"
    "Calmati, prima vediamo se ci sono dei superstiti." Furono la voce rassicurante e l'abbraccio di Seleen a calmare il Turian. "L'avevo detto che non saremmo dovuti venire." Aggiunse poi la Turian, rivolta verso Runa, scuotendo la testa per poi proseguire verso ciò che restava dell'accampamento.
    Camminare in mezzo alle macerie non fu affatto facile, emotivamente parlando, per nessuno di loro. Leus, Seleen e Vark si fermavano di fronte ad ogni cadavere, ripetevano il nome della vittima e davano i loro saluti, con Bisonte che li seguiva a testa bassa.
    "Landor, il Ciclone." recitò Seleen quello che era il nome dell'ultimo Turian rimasto. Il pirata, rivolto con la schiena verso il cielo, aveva quest'ultima perforata da una serie di fori da proiettile. Probabilmente era stato colpito alle spalle in un tentativo di fuga, dato che il Turian era disarmato. Seleen provò a voltarlo, al che accorse Bisonte ad aiutarla, ma nell'esatto momento in cui la sua schiena toccò terra, Landor aprì gli occhi e cominciò a tossire sangue, a litri. Venne aiutato a mettersi seduto, poggiando la sua schiena su ciò che restava di una cassa di provvigioni.
    "Se... Seleen. C-capitano..." Provò a parlare, ma ogni parola veniva smorzata da un attacco di tosse, e sempre più sangue fuoriusciva dalla sua bocca.
    "Ehi, Ciclone! Mai ti avevo visto così senza parole!" Sdrammatizzò quindi Leus, con gli occhi lucidi ed un finto sorriso sulle labbra, che però sembrò funzionare. Il Ciclone sorrise, ma questo gli costò altro dolore, quindi il pover'uomo stesso pensò che fosse il caso di tagliare corto.
    "Argas... Aveva ragione... Capitano. Narlu... Questo posto è maledetto."
    "Chi? Chi è stato a fare tutto questo?" chiese quindi Seleen, inginocchiandosi accanto al capitano, proprio di fronte a Landor.
    "Siamo stati attaccati questa notte." rispose l'uomo tra un colpo di tosse e l'altro "Sono stato tra i primi ad essere stati colpiti, e non li ho visti... Ma quel rumore, quelle armi... Sono stati i Geth."
    "Figli di puttana..." mormorò Seleen, alzandosi dalla sua posizione e guardandosi attorno agitata.
    "Che ne è della Ranger? E del resto dell'equipaggio?" chiese però Leus, insistendo con il suo desiderio di vendetta che, dopo aver parlato con il Turian morente, era più forte che mai.
    "N-Non lo so, signore. Ho perso i sensi prima che potessi accorgermene. Signore, chi... Chi altri è morto?"
    "Elena, Ormal, Jein, Muri, Savan, Neria, Belor, Kex, Iela... Karos."
    Ogni nome pronunciato da Leus fece corrugare sempre più il volto del povero Landor, ma fu l'ultimo nome a farlo scoppiare in un pianto di disperazione. Karos, una giovane Turian da poco unitasi alla ciurma... Era sua moglie.
    "Spiriti... Oh, Spiriti..." singhiozzò ripetutamente il Turian morente, mentre il capitano Leus gli dava appoggio con la sua solida mano sulla spalla. Non c'era proprio nulla che potesse dire per risollevare la sua situazione... Solo la tradizione.
    "Landor, il Ciclone. Fedele servitore della Ranger, soldato, amico." Recitò Leus, dopo essersi alzato. "La Ranger, il suo equipaggio e le sue anime ti hanno dato la vita, e tu l'hai data per loro. In nome di Capitano, dichiaro il tuo servizio concluso. Possano gli Spiriti condurti tra le braccia di chi ti ama."
    "E possano gli Spiriti condurre te verso nuove mete. E' stato un onore, Capitano Leus."
    Seleen aveva voltato a tutti le spalle, così che nessuno potesse vedere il fiume di lacrime che aveva inondato il suo viso. Non appena udì lo sparo scosse la testa, si asciugò le lacrime e alzò lo sguardo al cielo, quasi a rivolgere un ultimo saluto all'anima di Landor.

    Il gruppo di Asari che li aveva scortati non capì una parola di quello che si stessero dicendo, ma capirono che doveva trattarsi di un rituale funebre, poichè anche loro piantarono le lance a terra e posarono lo sguardo verso il basso, in completo silenzio. Fu solo dopo lo sparo, che le selvagge ripresero le armi in mano, cominciando a blaterare qualcosa nella loro lingua. Runa si voltò verso Jared, che si preoccupò di tradurre ciò che quelle volessero dire.
    "Ci avete promesso bastoni del tuono, un carro dei cieli e altri uomini del cielo come voi, ma qui non c'è altro che morte e rovina... La stessa rovina che hanno portato i Visitatori dello Spazio, quando hanno ucciso tutti i Padroni." disse il capo di quelle.
    Runa spalancò gli occhi. Padroni?
    "Aspetta, di chi stai..." provò a dire Runa, talmente entusiasmato che non rifletté sul fatto che quelle non capissero cosa stesse dicendo, ma appena fece un passo avanti le Asari puntarono le loro lance prima contro di lui, poi contro tutti gli altri. D'istinto Runa alzò le mani e fece un passo indietro.
    "Jared, spiegale che siamo stati attaccati dai Geth!" ma il Batarian non ebbe tempo di aprir bocca, perchè un grido dall'alto squarciò il cielo.
    "Non di nuovo..." pensò il Drell, mentre la sua mano andava verso la prima arma che aveva adocchiato lì per terra, ma proprio quella mano fu fermata da quella fredda e ossuta di Seleen.
    "E' l'occasione migliore che abbiamo." affermò lei. Runa si voltò verso le Asari, che si erano concentrate sul prepararsi all'arrivo del drago, poi nuovamente verso Seleen, alla quale annuì. Raccolse l'Avenger che stava per usare in soccorso delle Asari, e li seguì.

    Fuggirono tutti verso la foresta, correndo fino a lasciarsi diversi chilometri di distanza da tutto quell'enorme casino, e solo a quel punto Runa, davanti a tutti, pensò di fermarsi a riprendere fiato. Da lì in poi potevano accontentarsi di camminare e fare rassegna degli approvvigionamenti che Bisonte era riuscito a raccogliere, approfittando della distrazione delle Asari. Erano due enormi scatole trasportabili a spalla grazie a dei lacci, una delle quali era stata trasportata da Bisonte stesso, l'altra da Leus. Il Krogan caricò una testata al primo scatolo, che non potè far altro che rompersi sotto quella pressione, rivelando al suo interno alcune scorte di cibo essiccato e purificatori d'acqua. Era un bottino piuttosto fortunato, ma Runa sperava di trovare ben altro nell'altra scatola.
    "Doppio Jackpot." pensò, mentre un'altra testata di Bisonte rivelava il contenuto della seconda provvigione. Era una cassa contenente otto armi, tra cui due pistole Carnifex, un fucile di precisione Viper, un fucile a pompa Raider, una mitraglietta Hurricane e una Hornet, poi un fucile d'assalto Mattock e infine un Phaeston, oltre ad una cinquantina di clip termiche.
    Senza contare Runa, che aveva già recuperato l'Avenger all'accampamento, quelle erano otto armi per sette persone. Il primo ad equipaggiarsi fu Bisonte, che non tardò a recuperare quel Raider. Seleen tra la ciurma era famosa per la sua ottima mira, così ne approfittò per prendere il Viper, ed infine Leus si equipaggiò con il Phaeston.
    "Fantastico, abbiamo provviste per... Non so, un giorno e mezzo? E armi limitate che dovremo usare per difenderci da ogni fottuta cosa!" Si lamentò a quel punto Vark, che non aveva ancora raccolto nessuna arma. "Avete almeno un piano per passare la nostra vita su questo maledetto pianeta fino alla fine dei nostri giorni? Comincio a rimpiangere le Asari..."
    "La fine dei nostri giorni? Io non ho intenzione di restare su Narlu ancora per molto."
    "Sveglia! Ci hanno rubato la nave!"
    "Non siamo gli unici tecnologicamente avanzati, qui..." rispose Runa, sorridendo mentre il suo sguardo era rivolto alle clip termiche che, una per una, stava agganciando alla sua cintura.
    "Ehi, Leus!" gridò verso il Turian qualche metro lontano, che apparentemente aveva già capito tutto "Che ne dici di spaccare il culo a qualche Geth?"
    "AH! Non vedo l'ora!"

     
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    Shenna'Nidor Sparkle

       Fazione: Cerberus
       Ruolo: Agente



    Shenna non aveva nulla da rimproverare a Jared: che la sua iniziativa fosse spinta da megalomania o da puro altruismo, il risultato finale le stava bene. Non aveva ancora idea di che cosa succedesse su quel dannato pianeta, ma era chiaro che le cose non andavano esattamente a meraviglia, e questo valeva soprattutto per quelle asari, probabilmente tenute volutamente ad uno stato primitivo, incapaci così di tutelarsi o di avere una propria autonomia.
    Inoltre, adesso erano liberi di agire!
    Nessuno dei partecipanti alla spedizione era uno sprovveduto: con un po' di cautela sarebbe stato possibile ottenere l'aiuto necessario per gestire la situazione nel miglior modo possibile, anche se Shenna era dell'idea che ormai la segretezza della missione poteva anche andare a farsi benedire, se questo metteva in pericolo le loro vite e quelle delle asari.
    Sapeva che questo poteva andare contro le aspettative di Keon, ma dubitava che il drell avesse altre opzioni disponibili.
    Ad ogni modo, la decisione da prendere avrebbe coinvolto tutti, quindi la prima cosa da fare era raggiungere la Ranger.
    Durante il viaggio di ritorno, Keon continuò a restare col pensiero a Narlu e i suoi studi, stavolta chiedendosi quale potesse essere il nome della razza che abitava il pianeta. Doveva amare davvero molto il suo lavoro, e Shenna non lo invidiava solo per questo: avrebbe voluto avere la sua tranquillità... Lei non faceva che pensare ai Collettori.
    Purtroppo, l'arrivo alla zona d'atterraggio non fu come si erano aspettati. La nave era sparita, e c'era di peggio: l'equipaggio rimasto a terra era stato sterminato.
    La gran parte del gruppo si diede alla rabbia e al disappunto, ma Shenna non poté che sentirsi dispiaciuta per la triste fine dei loro improvvisati colleghi. Si avvicinò ad una delle vittime, analizzandone il corpo senza vita.
    "Armi da fuoco" - mormorò contrita, chiudendo gl occhi al povero turian. A quanto pareva, anche i Geth avevano fatto la loro comparsa.
    Intanto, Leus e Seleen stavano dando l'ultimo saluto ad un loro compagno, e quando gli concessero misericordiosamente la morte, Shenna dovette distogliere lo sguardo, turbata.
    Questo le permise di notare che le asari iniziavano ad innervosirsi.
    Non c'era modo, per lei, di rassicurarle e, a giudicare dalle parole che Jared tradusse per loro, nemmeno per il batarian era il caso di darsi nuovamente ai bei discorsi.
    La cosa andò rapidamente degenerando, e bastò un passo in avanti di Runa perché le asari ritornassero velocemente alle loro armi.
    Fu in quel momento che un verso a loro familiare riempì l'aria, coprendo ogni altra voce.
    "Keelah..." - sussurrò Shenna, portando istintivamente la mano al fianco, dimentica di non avere con sé la pistola, mentre gli occhi scrutavano il cielo. L'arrivo dell'enorme rettile attirò l'attenzione di tutti, ma per fortuna Seleen ebbe il sangue freddo di approfittare di quella situazione per allontanare tutti dalle asari inferocite.
    La turian la scrollò poco delicatamente per la spalla, invitandola a seguirli.
    "Non vorrai lasciare queste povere...?".
    "E muoviti, santarellina!" - sbottò l'altra, trascinandola a forza verso la foresta.

    Quando la loro corsa terminò, Shenna era senza fiato. Ormai il chiasso della battaglia non era più udibile, e la ragazza si lasciò cadere a terra, tra la stanchezza e la delusione.
    Già prima di accorgersi che la nave era sparita e che il resto dell'equipaggio era stato ucciso, Shenna aveva caldamente appoggiato l'idea di contattare il suo superiore per un aiuto, ma adesso le cose erano precipitate al punto che le sembrava l'unica via di fuga.
    Tuttavia, dubitava che gli altri sarebbero stati d'accordo...
    "Non siamo gli unici tecnologicamente avanzati, qui..." - disse ad un tratto Keon, nel mezzo di un battibecco con il logorroico salarian. Aveva un sorriso strano...
    I Geth!
    Shenna, allontanò immediatamente la mano dal factotum: se esisteva anche solo una remota possibilità di farcela senza
    l'intromissione di Cerberus, allora bisognava almeno provarci.
    Inoltre...
    "Una nave non è la sola cosa che potremmo ottenere dai Geth" - disse Shenna, rialzandosi di scatto con una luce negli occhi - "Se riusciamo ad estrarre il nucleo di memoria da una delle macchine, potremmo scoprire di più. Credo di poterci riuscire!"

     
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    Jared Had'adh

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Sicario




    Odio correre.
    Il fiatone, il sudore, le gambe che bruciano nel tentativo di mantenere il ritmo che il cervello, stupido, cerca di aumentare ad ogni falcata. Quando finalmente ci fermiamo in mezzo agli alberi, mi lascio cadere a terra puntellando le mani all'indietro nel tentativo di riempire i miei malandati polmoni con quanta più aria possibile. Lucy, al contrario, è riposata come se si fosse appena alzata dal letto.
    Holee! Quanto mi piace quell'umana!
    Ascolta attenta e in silenzio le varie idee che i miei compagni tirano fuori, respira tranquilla dal naso, la sua pelle lattea e vellutata non luccica nemmeno visto che nonostante la corsa, non una stilla di sudore è uscita dai suoi pori. Si avvicina alla cassa delle armi e raccoglie il Mattock, inserisce una clip termica con scioltezza e si mette il fucile a tracolla.
    Perfetta. Lucy è perfetta.

    Essendo concentrato sui movimenti di Lucy, l'attenzione che presto alle parole di Runa e Occhi Verdi è particolarmente bassa. Quello che riesco ad intuire è che quei pazzoidi vorrebbero attaccare i Geth per riprendersi la Ranger. Siamo in 7 con poche armi e ancora meno munizioni e questi vogliono assaltare un campo Geth che, giusto per precisare, ha appena avuto la meglio sull'intero equipaggio della Ranger. Ovvero, ragionando per difetto, dovevano essere almeno una cinquantina quelle macchine schifose.
    7 contro 50 ma sicuramente saranno di più. Vedo negli occhi di Lucy quella scintilla che le si accende ogni volta che si prepara a una missione suicida e mi domando cosa abbia quella ragazza per spingerla sempre a cercare la morte con tale noncuranza.
    Ma io, al contrario di lei, non ho nessuna intenzione di fare la fine di Custer contro i fottuti indiani! E' troppo istintiva Lucy e l'istinto porta a fare gesti sconsiderati oltre ad accorciare di molto la vita...e io vorrei che la vita di Lucy fosse lunga e felice.
    Avremmo bisogno di qualche rinforzo per sperare di avere successo. Un rinforzo che potevano essere le asari.
    Ah già! Peccato che le abbiamo abbandonate a fronteggiare il drago dei miei coglioni e che ora, probabilmente, si sono aggiunte alla lista di chi ci sta dando la caccia su quel fottuto pianeta.

    Mi alzo e raggiungo a mia volta la cassa delle armi. Sono rimaste solo una Hornett e una Carnifex; afferro la pistola pesante e me la rigiro tra le mani poi lancio un'occhiata ai miei compagni < Vi spiace se prendo anche la Hornett? > domando ricevendo una generale stretta nelle spalle.
    Mi stringo nelle spalle pure io e aggiungo la mitraglietta al mio "formidabile" armamento.
    < Avete davvero intenzione di andare a cercare i Geth, ingaggiarli in battaglia e fare tutte le stronzate che Occhi Verdi ha detto di potere fare? > domando con nonchalance.
    < Questo è il piano. > risponde Leus che sembra non vedere l'ora di cominciare.
    Tutti sembrano essere piuttosto su di giri e determinati. Con lo sguardo, cerco un paio di occhi che mostrino dubbio o paura, invano. Non ha dubbi Seleen. Non hanno dubbi Keon e Occhi Verdi. Nè Leus. Nè, tanto meno, Lucy.
    < In 7? Armati con l'equivalente di cerbottane e fucili ad acqua? > incalzo cercando di fare sorgere qualche dubbio nei miei temerari camerata.
    < Che c'è? > si intromette Lucy con un sorriso cattivo < Hai paura Jared? >
    Perchè è sempre così cattiva con me?
    Scuoto la testa < Non volere suicidarsi è diverso dall'avere paura. > replico con calma evitando di guardare il suo ghigno strafottente.
    < Io invece credo che tu abbia proprio paura. > Insiste lei cominciando a girarmi attorno. Poi mi si avvicina con il muso e comincia ad annusarmi < Lo sento. Odore di sigaretta. Profumo di acqua di colonia da quattro soldi. E puzza di paura. > termina con una smorfia schifata prima di allontanarsi.
    Mi ha umiliato senza motivo di fronte a tutti. Abbasso il capo scoraggiato ma con lo sguardo, do una rapida occhiata in giro.
    Gli altri assistono alla scena in silenzio. C'è chi si scambia gomitate divertite, chi scuote la testa sconsolato.

    E, ad un tratto, sento qualcosa che mi attanaglia lo stomaco mentre osservo le spalle di Lucy che si allontanano da me.
    In quel preciso momento, la sto odiando. Sto odiando tutti loro in quel momento.
    La rabbia, la furia, l'ira che sono sempre così bravo a tenere ben sotto controllo, riaffiorano tutte insieme puntando dritte al cervello. L'istinto ha il sopravvento sulla ragione.
    E' strano. Credevo che la rabbia annebbiasse la coscenza invece, mentre stringo forte i pugni, tutto diventa cristallino. Con chi credono di avere a che fare? Con un buffone? Con un cagasotto?
    Io sono Jared - cazzo - Had'adh!!! Il miglior assassino di tutta la Galassia!

    So esattamente cosa fare. Alzo il capo e fisso Lucy che ora si è voltata e parlotta con Seleen indicando con la testa verso di me, sorridendo.
    Parto lento. Uno, due passi in direzione dell'umana. Lucy smette di parlottare con Seleen e scorgo un alone di dubbio che si insinua nei suoi occhi. Tre, quattro passi. L'umana mi punta contro il Mattock.
    < Non un altro passo, Jared! > dice notando la Carnifex che tengo morbidamente nella mano destra.
    Ormai è troppo tardi per lei.
    Cinque passi.
    Un balzo in avanti a coprire la distanza che mi separa ancora da lei.
    Afferro la canna del Mattock con la mano sinistra spostando l'arma quel tanto che basta.
    Lucy preme il grilletto; sento la pallottola che corre veloce nella canna sotto la mia mano ma il proiettile mi passa a un centimetro dalla gamba conficcandosi nel terreno is uno sbuffo di polvere.
    Tiro l'arma verso di me, smuovendo anche la ragazza e alzo il ginocchio destro di scatto, con violenza, colpendola proprio all'inguine. Eh sì...fa molto male anche alle femmine questa mossa.
    Lucy strabuzza gli occhi ed emette un suono acuto dalla bocca.
    Molla il Mattock per cercare di combattere a mani nude...so che se riesce a mettermi le mani addosso non c'è partita e la stronza sorride impercettibilmente, perchè lo sa anche lei. Peccato non abbia tenuto conto della tracolla del fucile.
    Nel momento in cui molla il fucile, io ruoto l'arma quel tanto che basta per far si che la tracolla non le si sfili dal braccio poi, infilando la canna della Carnifex all'interno dell'asola della tracolla, la sposto per ingabbiare anche l'altro braccio di Lucy; infine, lascio cadere la Carnifex, afferro il Mattock per l'impugnatura e giro l'arma su se stessa bloccando le braccia di Lucy. Le do' una spintarella per farla roteare su se stessa e, quando è girata di spalle, la raggiungo con un calcio dietro al ginocchio per farla cadere, con lo stesso piede la colpisco in mezzo alle scapole per mandarla a terra.
    Lei cerca di rialzarsi ma io ho già messo mano alla Hornet e lascio partire una raffica che disegna sul terreno con i suoi proiettili la sagoma della testa di Lucy che rimane immobile.
    Il tutto, è durato meno di 5 secondi. Un tempo più che apprezzabile anche se avrei potuto fare di meglio.
    Sempre tenendo il piede sulla sua schiena e la mitraglatrice puntata alla testa, mi inginocchio per poterle parlare direttamente nell'orecchio.
    < Chi sono io? > le domando premendole la canna sulla nuca.
    Silenzio.
    < Chi cazzo sono io? > dico tranquillo premendo un po' più forte.
    Lucy tace e mi guarda con odio.
    < Io sono Jared Had'adh. Io sono l'assassino numero uno dell'intera Galassia. Ero il numero uno prima di incontrarti e sarò il numero uno anche quando te ne sarai andata. Io ho ucciso un Consigliere nella stanza del Consiglio. Io ho ammazzato più gente di tutti voi messi insieme. Io ti ho salvato la vita...ricordi? Tutti ti volevano morta...Branco, Sole Blu, Eclipse...e senza di me saresti già cadavere da un pezzo. Posso prendere la tua anima quando e come voglio. Posso prendere l'anima di chiunque. E' chiaro? > le domando severo.
    Lei annuisce impercettibilmente e vedo la sua bocca che trema nel tentativo di contenere le lacrime.
    La lascio andare e ripongo la Hornett nel fodero mentre mi rialzo in piedi
    < Io non ho paura per me. Non ho niente da avere paura perchè io NON ho niente! Non ho mai avuto niente e per questo sono il migliore di tutti. Niente affetti. Niente amici. Niente interessi. Niente amore. Niente da prendere sul serio. > le dico raccogliendo la Carnifex < Ma da quando ti ho incontrata io ho sempre paura...ho paura PER te! Perchè ti amo e farei qualsiasi cosa per tenerti al sicuro. Nonostante come mi tratti, nonostante per te io sia solo uno stupido, cagasotto, brutto batarian...nonostante questo io sono così scemo da essermi innamorato di te. Quindi, sì, è vero...ho paura. Ho paura perchè so che io uscirò vivo ma non posso assicurare che ne uscirai viva anche tu. > Raccolgo il Mattock e lo porgo a Lucy che nel frattempo si è messa a sedere e mi fissa con la bocca mezza aperta per lo stupore delle parole che, Holee, mi escono dalla bocca senza controllo. < Volete andare ad ammazzare i Geth? Andiamo ad ammazzare i Geth. Riprendiamoci la Ranger e andiamocene da questo incubo. > Mi accendo una sigaretta e rilascio il fumo lentamente dal naso. < Credo tu abbia ragione Lucy. E' meglio se, finita questa storia, ognuno vada per i fatti suoi. Ti ho insegnato quello che potevo insegnarti e ritengo tu possa avere una discreta carriera. Ma voglio tornare a non avere niente di cui avere paura. >

    Mi incammino prendendo la direzione da cui eravamo arrivati senza badare se gli altri mi seguono oppure no.
    < E ora dove vai, Jared? > domanda la voce metallica di Seleen.
    < I Geth non ci cadranno addosso. Dobbiamo tornare al sito della Ranger, studiare le tracce, vedere la direzione che hanno preso...forse troveremo anche qualcosa che ci potrà servire: armi, munizioni, equipaggiamento. > mi volto e passo lo sguardo su ognuno di loro < E per la cronaca, se dovessi scoprire che qualcuno di voi va in giro a spifferare qualcosa riguardo alla mia professione...beh...potete immaginare cosa vi succederà. >


     
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