Trascendenza

Spazio esterno del Consiglio, Cittadella

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   THUMBS_DOWN   Dislike
     
    .
    Avatar

    "I'm just... naturally awesome."
    Mass Effect: Revolution

    Group
    Administrator
    Posts
    3,250
    Morale
    +415
    Location
    Catania

    Status
    Offline

    Eleanor Elliott

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Ingegnere

    citazione (rimuovere se non presente)

    Chinata di fronte ad una scrivania, le dita sottili delle sue mani velocemente sfioravano i tasti del computer. Programmare non era la sua specialità, ma era giusto tenersi in allenamento anche in quell'ambito. Questo pensava Eleanor, quando aveva deciso di passare la notte in ufficio.
    "Ellie... Ma tu non ti riposi mai?" le aveva chiesto un collega del Consiglio. Gary, così si chiamava quel giovane umano la cui massima aspirazione nella vita era occuparsi di burocrazia e scartoffie. Forse per questo Nora non provava alcuna attrazione verso l'uomo, ma nonostante questo lo riteneva una delle poche persone che potessero considerarsi sue amiche.
    "Ogni secondo passato a poltrire è un anno perso della mia vita, Gary."
    "Mi sembri proprio quel tizio che lavora al secondo piano, nel settore B."
    "Ci sono quindici persone nel settore B del secondo piano, Gary. Di chi parli?" Chiese quindi lei, quasi aspettandosi il peggio dalla sua risposta, ma nonostante questo Eleanor non staccò mai gli occhi dallo schermo.
    "Si chiama Kerin. E' un Salarian."
    "Gary... Vai a casa. Il tuo livello di umorismo cala vertiginosamente alle otto di sera." Rispose lei, sorridente.
    "Te lo puoi scordare. Che programmi di bello?" Il ragazzo prese una sedia e si mise accanto a lei. Non capiva nulla dei codici che c'erano scritti sullo schermo, e che continuavano a comparire coordinati con il tocco di Eleanor sulla tastiera, ma l'uomo sembrava contento anche solo di stare vicino alla ragazza dai capelli rossi.
    "Scusami, è top secret."
    "Ah, mi tieni pure nascoste le cose, ora?"
    "Più di quante immagini."
    "D'accordo... Allora non hai scelta. O mi dici cosa stai facendo, oppure molli tutto e vieni a cena con me."
    La ragazza sospirò, e spense il computer, mentre dal riflesso dello schermo poteva vedere l'espressione di gioia di Gary.
    "Dove andiamo?" chiese lei, mentre sulla sedia a rotelle si girava verso di lui.
    "Ehi ehi, calma, ragazza. So che fremi dalla voglia di uscire con me, ma non vieni da nessuna parte vestita così. Vai a casa, apri l'armadio e prendi l'abito migliore che hai. Ti passo a prendere fra un'ora!"

    Non aveva molti abiti eleganti, Eleanor, ma si dava il caso che l'unico in suo possesso fosse comunque molto elegante. Era un vestito bianco, lungo fino alle ginocchia e che le lasciava scoperta metà schiena. Anche Gary indossava un completo elegantissimo, nero con ornamenti grigi. Non indossava nemmeno quegli occhiali che, nonostante tutto, pensava gli dessero più fascino. L'uomo la aiutò a scendere dall'astroauto allo stesso modo in cui l'aveva aiutata a salire, e la adagiò nuovamente sulla sua sedia a rotelle. Solo a quel punto Nora riuscì a vedere dove l'aveva portata.
    "Ma... Questo è il ristorante più costoso del Presidium!" commentò lei, stupita
    "Già. E a giudicare dalla fila, è anche il migliore."
    "Come hai fatto a trovare posto?"
    "Beh... E' semplice: ho prenotato una settimana fa." rivelò Gary, toccandosi la nuca.
    "Sei pazzo!" rispose Nora, ridendo.
    Il locale dentro era ancora più bello di quanto si aspettava: le pareti erano dipinte di bianco, ma in fondo alla sala una di esse non era un muro, ma bensì un enorme acquario illuminato da luci azzurre, e che dall'altro lato si sporgeva verso il centro del Presidium. La ragazza fu felice di scoprire che il loro posto era proprio accanto a quella bellezza, e Gary sorrise, perchè riusciva a leggerlo negli occhi di Nora che quel posto era particolarmente apprezzato.
    Uno dei camerieri tolse una sedia, così che Eleanor potesse accomodarsi al tavolo con la sua sedia a rotelle.
    "Grazie, Ellie. Grazie per essere qui con me, stasera." esordì quindi Gary, una volta accomodati entrambi al tavolo. L'uomo era felice: non era certo la prima volta che usciva con lei, ma era la prima in un posto così formale e da soli.
    "Non devi ringraziarmi, te lo devo. Senza di te i miei giorni in ufficio sarebbero molto più pesanti."
    Il ragazzo arrossì visibilmente, e cominciò ad entrare nel panico, così che a quel punto cerco di cambiare argomento.
    "A-Allora... Ho sentito dire che fanno del sushi eccezionale, qui." disse lui, prendendo in mano il datapad del menù, così da evitare il contatto visivo, ed Eleanor decise di assecondarlo, per lasciare che si sentisse a suo agio.
    "Dici? Io ho sempre voluto provare questo risotto ai mirtilli. Dicono che..." prima che potesse finire la frase, il suo factotum si illuminò, ad indicare l'arrivo di un messaggio. Era abbastanza lungo, tanto che impiegò un minuto a leggerlo... Il minuto più lungo della vita di Gary. A quel punto lei alzò la testa e lo guardò negli occhi, e Gary capì.
    "Ti accompagno io."si offrì lui, con un tono molto più serio rispetto a prima, e fece per alzarsi.
    "No, non serve. Mi dispiace tanto, Gary."
    "Non devi scusarti, è lavoro. Vai, e ricorda: mi devi una cena."

    Il team si stupì di vederla arrivare con quell'abito bianco. Non l'avevano mai vista così elegante, e si aspettavano di trovarla in divisa, ma quel richiamo così improvviso ed urgente non le permise di tornare a casa a cambiarsi. Per fortuna l'SSC si era già premunita di prelevare il suo robot da casa sua, e si trovava nella sua posizione di riposo nella Kodiak, ovvero raggomitolato in posizione fetale.
    "Sergente Barnes, sono stata informata, ma mi riassuma bene la situazione." chiese Eleanor all'uomo al comando della squadra SSC.
    "Con piacere, signorina Elliott. Stiamo volando verso i moli D28, nell'agglomerato Kithoi. Circa tre ore fa abbiamo ricevuto una soffiata anonima, contenente informazioni molto dettagliate riguardo ad un certo appartamento che si affaccia sul molo. Pare che lì risieda un certo Albert Alexanders, ma nei database della Cittadella nessuno è registrato con quel nome. Non sappiamo se la soffiata sia veritiera, ma se lo è potremmo avere tra le mani un ingegnere progettista di Intelligenze Artificiali. E' da circa un anno che non si registrano casi del genere. Possibile che qualcuno non abbia ancora imparato la lezione?"
    "E' una galassia molto grande, sergente. Sarebbe strano se, tra miliardi e miliardi di esseri viventi, nessuno lavorasse su qualcosa di illegale. E' la legge dei grandi numeri."
    La kodiak atterrò proprio davanti all'edificio. Fu a quel punto che Eleanor infilò il casco sulla sua testa, ed il robot prese vita. Si alzò in piedi, e si mosse verso la parete della kodiak attrezzata ad armeria, dalla quale prese un fucile d'assalto Mattock e un fucile a pompa Piranha. Quest'ultimo lo adagiò alla placca magnetica sulla schiena, ed uscì dalla navetta imbracciando il Mattock.
    Si posizionò in testa al gruppo, finchè non raggiunsero l'ingresso del palazzo. A quel punto, con un movimento della mano, indicò la porta all'artigliere del team, che avanzò e piazzò un piccolo ordigno al centro di essa. Mentre aspettavano che la bomba svolgesse il suo lavoro, spiegò al team come dividersi: un gruppo di questi avrebbe aspettato fuori, per evitare la possibilità di una fuga. Il sergente Barnes li avrebbe guidati, mentre il resto sarebbe entrato con lei nell'edificio.
    La bomba esplose, producendo un botto quasi silenzioso, ma efficace. La porta si aprì e la pattuglia entrò dentro. Eleanor fece segno di fermarsi, poi si mosse verso l'ascensore e lo sabotò, rendendolo inutilizzabile. Il team prese quindi le scale, e a quel punto Alexanders non avrebbe avuto alcuna via di fuga.
    La scalata si fermò di fronte all'ingresso del presunto appartamento. Eleanor alzò il pugno, indicando agli alleati di aspettare: sapeva che lì dentro c'era un ingegnere, cosa avrebbe potuto fare contro una pattuglia armata dell'SSC?
    "Dottor Alexanders!" esordì quindi la rossa, richiamando l'attenzione della persona dall'altro lato della porta "lei è accusato di un crimine piuttosto grave, lo sa? Con l'autorità fornitami dal Consiglio, la dichiaro ufficialmente in arresto. Esca fuori con le mani alzate, e le prometto che non sarà mossa violenza contro di lei, e le sarà procurato un buon avvocato, se non lo ha."



    Edited by •Gabry‚ - 9/5/2016, 18:31
     
    Top
    .
  2.     THUMBS_DOWN   Dislike
     
    .
    Avatar

    Banshee

    Group
    Giocatore Veterano
    Posts
    2,232
    Morale
    +392

    Status
    Offline

    Selina Sakarova

       Fazione: Army Of Four
       Ruolo: Mercenario

    citazione (rimuovere se non presente)


    OGGI – Ore 23.42 – Cittadella – Molo D28 Agglomerato Kithoi



    <dottor Alexanders! Lei è accusato di un crimine piuttosto grave, lo sa? Con l'autorità fornitami dal Consiglio, la dichiaro ufficialmente in arresto. Esca fuori con le mani alzate, e le prometto che non sarà mossa violenza contro di lei, e le sarà procurato un buon avvocato, se non lo ha.>
    <le MANI LE ALZIAMO SU DI VOI SE PROVATE AD ENTRARE! NON C’E’ NESSUN ALEXANDERS QUI DENTRO! > disse di rimando Niissa che si teneva al lato della porta con la pistola impugnata mano su mano, pronta a fare fuoco qualora gli agenti SSC avessero provato ad entrare. <e SE PROVATE A VARCARE QUELLA PORTA…>
    < …VI AMMAZZIAMO TUTTI COME CANI! CAZZO! QUANTO SIETE INSISTENTI! > terminò Selina facendo scattare rumorosamente il carrello dell’AT 12 – Raider; la sua figura minacciosa che puntava il fucile contro alla porta era attorniata da una leggera luminescenza azzurra…non si sarebbe fatta mettere dentro solo per 2 fottutissimi chili di sabbia rossa.
    “Chert! [Maledizione in russo] Come siamo arrivate a tutto questo?” pensò proprio mentre sentiva armeggiare gli agenti SSC dall’altra parte dell’uscio.

    2 GIORNI PRIMA – Nave UltraViolent – Un luogo imprecisato nei dintorni della Cittadella.



    < Posso parlarti un attimo, Selina? > domandò Niissa facendo capolino con la testa dalla porta della camerata.
    Selina era comodamente accoccolata contro il petto di Marek e si stavano godendo una combattutissima partita di Bioball sul teleschermo; Grat era sdraiato nella branda accanto, con un grosso libro steso sul petto che seguiva il ritmo del suo russare rumoroso.
    Controvoglia, Selina si alzò non prima di avere dato un bacio a Marek e seguì Niissa stiracchiandosi come una micia sinuosa.
    < Che c’è? >
    < Sai che settimana prossima è il compleanno di Grat, vero? >
    < Sì…dovrebbe compiere… > replicò Selina pensierosa contando sulle dita < …350 anni tondi, giusto? >
    < Esatto! > replicò Niissa sbarrando ancora di più i suoi occhi da pazzoide < Stavo pensando di fargli un bel regalo quest’anno e un tizio che conosco mi ha detto che un tizio che lui conosce è venuto a sapere da un altro tizio che fra 2 giorni sulla Cittadella ci sarà un grosso scambio di Sabbia Rossa! >
    < Aspetta…aspetta! > la fermò Selina agitando le mani < Mi sono persa al primo tizio. Com’è? Un tizio ha detto al tizio tuo amico che… >
    < No! Un tizio ha detto a un altro tizio che ha detto al tizio mio amico che ci sarò lo scambio. >
    < Ora è tutto chiaro! > replicò Selina che non aveva ancora capito un accidente. < Ma che c’entra la Sabbia Rossa? >
    < Pensavo che mi potevi aiutare ad andare sulla Cittadella, rubare un paio di chili di roba, così poi la regalo a Grat…sai che a lui piace. >
    Selina la guardò con un sorriso furbo < E’ un regalo impegnativo! Non è che la nostra asari pazzoide vuole fare colpo sul krogan ciccione? >
    Niissa arrossì impercettibilmente < NO! > quasi urlò < No! > replicò abbassando la voce < E’ che tutti gli anni gli regaliamo sempre una tanica da 20 litri di Vodka…che poi ci beviamo noi! Almeno questa volta sarà qualcosa di tutto suo! >
    < E’ buona la vodka che gli regaliamo. > pensò Selina ad alta voce prima di stringersi nelle spalle < Va bene. Furto di Sabbia Rossa sia…avviso Marek e prenderemo la scusa di una vacanza shopping tra donne sulla Cittadella. >

    DI NUOVO OGGI – Ore 14.59 – Cittadella – Molo D28 Agglomerato Kithoi



    < Svyatoye der'mo! [porca puttana in russo] Da questa parte Niissa…su per le scale! >

    Il furto era andato a gonfie vele!
    Niissa aveva freezato il batarian di guardia alla navetta con un campo di stasi perfetto dopo di che, Selina si era lanciata con una carica biotica all’interno della stiva di carico della navetta dalla quale era uscita con un’altra fulminea carica biotica solo pochi secondi dopo, tenendo sotto braccio due panetti da un chilo ciascuno di purissima Sabbia Rossa.
    I contrabbandieri non si erano accorti di nulla mentre le due mettevano in pratica il loro audace piano, solo il batarian di guardia si sarebbe risvegliato con un bel mal di testa.
    Purtroppo per Selina e Niissa, quella fulminea azione non era passata inosservata a un paio di sbirri dell’SSC che passavano per i moli della Cittadella.
    I due sbirri avevano intimato un imperioso ‘ALT!’ alle due amiche che, per tutta risposta, fecero loro di rimando il gesto dell’ombrello accompagnato da una sonora pernacchia…subito prima di mettersi a correre come lepri per sfuggire ai due sbirri che ora erano anche parecchio arrabbiati.
    L’inseguimento era stato piuttosto frenetico e ben presto, ai due sbirri si erano aggiunte altre pattuglie scatenando un vero finimondo tra i moli della Cittadella.
    Quando Selina, con il fiatone, si guardò alle spalle vedendo che avevano distanziato i loro inseguitori, buttò quasi di forza Niissa nel primo palazzo che incrociarono per uscire dal campo visivo dei poliziotti.
    Salendo i gradini delle scale a 3 a 3, le due raggiunsero l’ultimo piano e cominciarono a suonare a tutti i campanelli del piano fino a quando trovarono quello di cui avevano bisogno: un appartamento completamente vuoto!
    Avrebbero atteso lì dentro che le acque si fossero calmate prima di dileguarsi e fare perdere le proprie tracce.

    Per loro sfortuna, l’SSC non sembrava intenzionata a voler mollare e il fatto che la zona continuasse a pullulare di poliziotti costrinse Selina e Niissa a rimanere chiuse lì dentro per tutto il pomeriggio.

    SEMPRE OGGI – Ore 23.37 – Cittadella – Molo D28 Agglomerato Kithoi



    < Ma scherziamo? > esclamò Selina stupefatta alla vista di un intero battaglione SSC in tenuta antisommossa capitanato da quello che sembrava un robot < Hanno mandato tutto il 7° Cavalleggeri più un Uomo d’Acciaio per due schifosissimi chili di Sabbia Rossa? E’ così che spendono i soldi di noi contribuenti? > domandò Selina scuotendo la testa scandalizzata.
    < Non paghiamo le tasse da almeno 7 anni! > ribatté Niissa < Forse è per quello che sono così incazzati. >
    < Quando giocavo a Bioball il 39% del mio ingaggio finiva in tasse! Se fai il conto che prendevo 19.000.000 di crediti all’anno, il 39% fa…fa…fa… > replicò Selina cercando di calcolare l’ammontare.
    < Quanto fa? >
    < Fa…abbastanza da avere pagato le tasse per i prossimi 56 anni! Al diavolo! Non voglio finire in galera per due chili di Sabbia Rossa e per non avere pagato le tasse negli ultimi 7 anni! >
    < Neanche io! Ci toccherà ammazzarli tutti! Cazzo… >
    < Eccoli che arrivano! > disse Selina sottovoce prendendo posizione di fronte alla porta.

    <dottor Alexanders! >
    < Chi cazzo è il dottor Alexandre? > domandò in un sibilo Selina guardando Niissa interrogativa.
    < E’ Alexanders…non ‘dre’ ma ‘ders’. > puntualizzò l’asari con lo stesso tono di voce
    < Lei è accusato di un crimine piuttosto grave, lo sa? Con l'autorità fornitami dal Consiglio, la dichiaro ufficialmente in arresto. Esca fuori con le mani alzate, e le prometto che non sarà mossa violenza contro di lei, e le sarà procurato un buon avvocato, se non lo ha.>
    < LE MANI LE ALZIAMO SU DI VOI SE PROVATE AD ENTRARE! NON C’E’ NESSUN ALEXANDERS QUI DENTRO!
    E SE PROVATE A VARCARE QUELLA PORTA…>

    < …VI AMMAZZIAMO TUTTI COME CANI! CAZZO! QUANTO SIETE INSISTENTI! >
    Niissa drizzò le orecchie nella speranza che quelli se ne andassero ma quello non era il giorno in cui i sogni diventano realtà.
    L’asari si voltò sconsolata verso Selina scuotendo la testa e preparandosi a fare fuoco.
    < Cazzo! Che palle! Non ascoltano mai…poi muoiono e si lamentano e gli fanno i funerali con le cornamuse, la banda, i fiori…se ascoltassero, non morirebbero! Che palle! Cazzo! > sbottò Selina caricando al massimo i suoi poteri.

    Lo scontro fu breve ma intenso e, miracolosamente, non lasciò nessun cadavere a terra; si contarono solo un paio di agenti SSC con qualche frattura causata dalle cariche biotiche e dai pugni di Selina e un altro Agente che si ritrovò conficcata nel polpaccio una forchetta e un morso di asari sulla guancia.
    Le armi in dotazione a Selina e Niissa si scoprì fossero solo caricate con proiettili di sale poiché fare entrare armi clandestinamente sulla Cittadella era quasi impossibile, mentre la Sabbia Rossa non fu trovata, visto che era finita nello sciacquone del water.
    Selina e Niissa, ammanettate, furono portate fuori dall’edificio e caricate su un cellulare che le portò alla sede dell’SSC dove furono portate in una stanza degli interrogatori, guardate a vista da due grossi agenti SSC in attesa che una certa Eleanor Elliott le interrogasse.
    < Non avreste del burro di arachidi? > domandò Selina con un labbro sanguinante a una delle guardie che non si degnò nemmeno di guardarla. < O magari un panino? Con salame, peperoni sott’aceto, una foglia di lattuga… >
    < Mi stai facendo venire fame! > la interruppe Niissa tenendosi una borsa del ghiaccio sulla fronte dove era stata colpita dalla mano pesante della Legge < Un po’ d’acqua magari? > si aggiunse alle richieste l’asari guardando speranzosa gli agenti che ignorarono bellamente anche lei.
    < Mi sa che qui siamo finite in un gigantesco, spropositato, superbo, superincasinato casino! Te lo dico io! >
    Terminò Selina rivolgendosi a Niissa che annuì a quelle parole.

    Mai premonizione si sarebbe dimostrata così veritiera!


     
    Top
    .
  3.     THUMBS_DOWN   Dislike
     
    .
    Avatar

    Kinder Buenos

    Group
    Giocatore Veterano
    Posts
    4,249
    Morale
    +122
    Location
    Kaer Morhen

    Status
    Anonymous

    Hanntius Baril

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Agente SSC

    citazione (rimuovere se non presente)


    Guardò in piena disperazione il terminale davanti a sé: sullo schermo vi era una pagina quasi completamente vuota, eccetto per un paio di righe precompilate. L'unica riga compilata era quella relativa al suo nome.
    Il turian si accasciò sulla sedia, lasciandosi sfuggire un lamento frustrato.
    Odiava scrivere un rapporto, figuriamoci il doverlo riscrivere. L'esecutore certamente lo odiava, non c'erano altre spiegazioni. Ogni scusa era buona per non lasciarlo in azione.
    Era cresciuto in un luogo dove le leggi non esistevano, se non le proprie, ma qui... le leggi erano anche troppe.
    «Quel rapporto non si scrive da solo, Baril» lo ammonì il collega salarian, seduto alla scrivania accanto.
    Hanntius girò il capo nella sua direzione, lanciandogli uno sguardo sorpreso e palesemente finto.
    «Dici sul serio? Spiriti! Qui c'è scritto.... "Precompilato". Ero convinto che si compilasse una volta aperto e inserito il proprio nome» confessò il turian, ricevendo in cambio un'occhiataccia dal collega.
    «Mi sento truffato» aggiunse con sdegno.
    L'agente turian tornò a guardare il suo terminale, prima che il salarian potesse nuovamente rimproverarlo. Hanntius cominciò a pensare se potesse ricopiare alcune parti del suo precedente rapporto, giusto per velocizzare quella pena.

    Appena avvicinò le dita alla tastiera, nell'ufficio entrarono frettolosamente alcuni agenti, capitanati da un umano. Hanntius lo riconobbe come il sergente Barn...tolomeo? Bartechenneso? Ah no, Barnes.
    Vide lui e gli agenti confabulare tra di loro, ma quando si avvicinarono alla sua postazione, il turian poté sentire correttamente il loro discorsco.
    «... e Moore, raduna alcuni agenti e recupera una delle Kodiac. Tanis! Baril!»
    Sentendosi chiamare, il turian alzò lo sguardo verso l'uomo e così fece anche il collega salarian.
    «Andate a questo indirizzo e recuperate il robot. Non è troppo grande, prendete una delle auto. Dopodiché portatelo qui e raggiungete la squadra di Moore» ordinò il sergente, intimandolo loro di muoversi.
    I due agenti abbandonarono il loro precedente lavoro, per somma gioia di Hanntius, per adempire ai nuovi ordini del loro superiore. Presero una delle auto di servizio e si diressero all'indirizzo dato, senza farsi troppe domande. A lui toccò trasportare il robot, o come lo chiamava lui "la cosa grigia", sia per recuperarlo che per sistemarlo sulla Kodiak.
    Finito quell'ingrato compito, il turian prese il suo Vindicator e si sistemò con gli altri agenti della squadra.

    Durante il viaggio, il turian ebbe modo di essere informato sulla situazione. A quanto sembrava, c'era stata una soffiata su un presunto Albert Aequalcosa (i nomi umani gli erano complicati) che, a quanto si diceva, stava violando la legge relativa alla realizzazione di IA.
    Per prelevare questo soggetto, avevano addirittura chiamato una degli scienziati che lavoravano direttamente per il Consiglio. Non aveva idea di chi fosse ma, quando atterrarono davanti all'edificio, capì che "la cosa grigia" era di sua proprietà.

    Seguirono tutte le procedure classiche da manuale, persino le persone all'interno dell'appartamento, perchè si rivelarono più di una e non solo il tizio Alvattelapesca, lo seguirono. L'avviso di avvertimento, le minacce e pure lo scontro tra le due fazioni. Certo, più che scontro si rivelò una specie di scazzottata, nella quale lui ricevette pure un pugno sulla mandibola destra e... porca miseria se faceva male. Alla fine però riuscirono a prendere le due malviventi, un'umana e un'asari, e le portarono alla sede del SSC.
    Lui e un altro turian furono messi a guardia delle due aliene, dopotutto non aveva subito grossi danni come alcuni suoi colleghi, con l'ordine di attendere l'arrivo di questa... Elliof? No no no, era Elliott.
    Nel frattempo però, lui dovette sorbirsi le richieste assurde, forse neanche tanto se ci pensava su, dell'umana e le lamentele dell'asari.
    Inizialmente, seguì l'esempio del suo compare turian: nessun contatto e nessuna parola. E ci era anche riuscito!

    Fino a quel momento.

    «Avrei un panino» confessò Hanntius di punto in bianco, attirando su di sé l'attenzione delle altre tre persone presenti.
    Guardò l'umana, colei che sembrava quella interessata più a mangiare, che alle sue condizioni.
    «Potrei donarvelo, ma è per destro-amminoacidi» spiegò, guardandola in modo colpevole.«Non vorrei rischiare di finire dentro per omicidio» disse, alzando le spalle.
    L'unica risposta che ricevette, almeno... visibile, fu la testa scossa dell'altro agente. Non ricevette altro perchè, in quel momento, l'unica porta della stanza si aprì, per far entrare coloro che avrebbero interrogato le due sospettate.

     
    Top
    .
  4. Reiky
        THUMBS_DOWN   Dislike
     
    .

    User deleted



    Rael Thompson

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    Solo quando i pochi partecipanti alla funzione cominciarono ad allontanarsi, Rael si decise ad abbassare gli occhi sulla tomba, che ora fiancheggiava quella di suo padre in una silenziosa e triste reimpatriata.
    Con quell'immagine davanti agli occhi, si poteva ben dire che il suo passato era ormai un capitolo chiuso, qualcosa che andava lasciato in pace, a riposare sotto il freddo marmo, e a Rael andava più che bene: non aveva più alcuna voglia di scomodare fantasmi, non dopo tutto quello che gli anni precedenti le avevano portato.
    Non sapeva nemmeno cosa ci facesse lì, di preciso, col rischio concreto di essere riconosciuta. La Cittadella si era fatta più attenta, a seguito dell'attacco di Saren, e Rael doveva ringraziare le conoscenze poco raccomandabili ottenute su Omega per quella breve vacanza sulla stazione. Non che fosse particolarmente ansiosa di tornare in un lugo nel quale i ricordi l'avrebbero praticamente circondata, senza contare quel piccolo problemino della diserzione dalla Marina dell'Alleanza...
    Un addio? No, Rael aveva già dato un ultimo saluto a Dalio tempo prima, quando le sue "giornate buone" avevano cominciato a scemare, fino a scomparire del tutto.
    Forse si era aspettata di rivedere Aliquis, fra quei volti anonimi, ma in quel preciso istante si rese conto di quanto potesse suonare sciocca quell'idea.
    Il pensiero la fece ridacchiare amaramente: sempre la solita sciocca...oppure no.
    Ponderò l'idea di andare via, ma la mancanza di una meta precisa la spinse ad indugiare ancora un po'. Fu in quel breve lasso di tempo che le cose, ancora una volta, presero una piega inaspettata.
    Rael si sentì tirare l'abito. Era in veste civile, sotto il falso nome di Erin Milton, perciò l'ultima cosa che poteva aspettarsi era una lettera a lei diretta. E invece era proprio quello che un topo dei condotti le stava porgendo, le mani e il volto sporchi dai costanti viaggi nel sistema di ventilazione.
    Se non altro, non era un soldato dell'Alleanza.
    "Non credo tu sia un tipo sveglio, topolino" - esordì la ragazza, prendendo la lettera e aprendola bruscamente - "Sono più che certa che hai sbagliato pers...".
    Di colpo, il fiato le mancò. Nonostante la mancanza di firme o di destinatari, era piuttosto chiaro che quel messaggio fosse indirizzato a lei.

    "Non permettere che la loro scomparsa rimanga ingiustificata.
    La verità è a portata di mano,
    devi solo raggiungere il molo D28 al calare della notte."


    "Chi ti ha dato questa...?" - stava per chiedere al bambino, ma questi era già svanito nel nulla.
    Non sapeva se essere più in ansia all'idea che qualcuno conoscesse il suo rapporto con Dalio (e quindi la sua identità) o preoccuparsi di cosa la attendesse a quel molo. Pensò che forse stava correndo un po' troppo con la mente, che quel genere di messaggio poteva avere più di una chiave di lettura, e il topo dei condotti poteva davvero aver sbagliato. Ma di rimanere col dubbio, non se la sentiva.
    Questa volta non era stata lei ad andare alla ricerca di fantasmi. Questa volta, erano stati i fantasmi stessi a trovarla e, pur nel silenzio più totale, le loro tombe sembravano reclamare a gran voce le risposte a quelle domande che Rael aveva sperato di seppellire insieme a loro.

    L'agglomerato Kithoi era spesso poco trafficato, perciò Rael preferì portare con sé una pistola, nel caso l'autore del biglietto avesse deciso di piantarle un tranello. Aveva nascosto l'arma nello stivale, cercando di mascherarne la sagoma con dei pantaloni larghi, e aveva indossato sotto la felpa un maglia antiproiettile.
    Il molo era meno grande rispetto ad altri, ma non certo piccolo, perciò Rael fu costretta a camminare per un po', per accertarsi di non perdere il misterioso appuntamento.
    Continuava a domandarsi cosa o chi poteva esserci, dietro quel messaggio, ma cercare di trovare una risposta sarebbe stato inutile, dato che al momento brancolava nel buio. Non poteva trattarsi di nessuno di sua conoscenza, nessuno a cui poteva interessare quella particolare questione.
    Svoltò l'angolo e, come in un brutto sogno, realizzò la presenza di alcuni agenti.
    Repentinamente, fece un balzo indietro e si nascose all'angolo, proprio nel momento esatto in cui una Kodiak atterrava di fronte alla zona residenziale. Ne venne fuori una squadra SSC, guidata da una specie di drone umanoide.
    Non aveva mai notato l'impiego di quel genere di tecnologia da parte dell'SSC ma, per quanto la cosa fosse curiosa, non era il momento giusto per ficcare il naso: era chiaro che, chiunque l'avesse contattata, stava cercando di farla cadere dritta dritta fra le braccia della legge. E a lei quel genere di abbracci non piaceva.
    Fece per tornare sui suoi passi, silenziosamente, ma quando si voltò si trovò davanti agli occhi la canna spianata di un fucile.
    "Mani in alto, ben in vista" - ordinò l'agente turian dell'SSC che la teneva di mira.
    "Sul serio?" - fece Rael, abbozzando un sorriso mentre eseguiva l'ordine - "Deve esserci un errore, agente. Io non calpesto nemmeno le aiuole...".
    "Voltati" - continuò l'altro.
    "Cosa? Suvvia, ci siamo appena conosciuti...".
    L'agente SSC la afferrò per un braccio e la voltò bruscamente contro un muro, facendo in modo che tenesse le mani alte e ben visibili - "E' davvero necessario?" - domandò Rael, indispettita, ma preferì starsene buona.
    Non era affatto tranquilla sotto quel falso nome: poteva essere sufficiente per superare un banale controllo, ma era sufficiente una ricerca più approfondita da parte dell'SSC per far saltare fuori in necessario per sbatterla in gattabuia. Meglio restare tranquilli e collaborativi...
    L'agente si chinò ed estrasse prontamente la pistola dallo stivale. Merda!
    Rael appoggiò la testa al muro - "Sa, ho una spiegazione più che plausibile...".
    "Sergente Barnes, una donna dall'aria sospetta si stava aggirando nei pressi dell'appartamento" - disse il turian, aprendo una comunicazione dal factotum e ignorandola beatamente - "L'ho appena disarmata. Propongo di condurla in centrale".
    Ascoltata la risposta del superiore, l'agente chiuse la comunicazione e si apprestò a mettere le manette a Rael, ma la ragazza non aveva nessuna intenzione di seguirlo in nessuna cazzo di centrale.
    Approfittando della sicurezza dell'agente, Rael afferrò prontamente il polso del turian, spezzandoglielo e torcendogli il braccio dietro la schiena in una sola manovra. L'agente finì a terra e la ragazza lo immobilizzò con un piede sul collo.
    "Non costringermi a farlo" - gli mormorò - "Non ho nulla a che fare con voi dell'SSC e preferirei che le cose rimanessero tali".
    Il turian, pur restando in silenzio, la guardava con aria di sfida, e solo in un secondo momento Rael si accorse che il suo factotum doveva avere un qualche SOS automatico.
    La rabbia le suggerì di ruotare il piede e di ucciderlo all'istante, ma proprio quando era sul punto di cedere all'istinto, pensò a quante probabilità ci fossero che quell'anonimo agente dell'SSC fosse il Sauro di qualche bambina; oppure un padre di famiglia...
    "Ferma!".
    Altri agenti dell'SSC erano giunti in soccorso del turian, circondandola, così Rael non ebbe altra possibilità che alzare le mani e rivolgere loro un mezzo sorriso - "Bentornata a casa, Rael..." - bofonchiò.

     
    Top
    .
  5.     +1   THUMBS_DOWN   Dislike
     
    .
    Avatar

    "I'm just... naturally awesome."
    Mass Effect: Revolution

    Group
    Administrator
    Posts
    3,250
    Morale
    +415
    Location
    Catania

    Status
    Offline

    Eleanor Elliott

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Ingegnere

    citazione (rimuovere se non presente)

    Perquisirono la casa da cima a fondo, ma del presunto Alexanders nessuna traccia. Ad abitarla c'erano solo una asari e una umana, che nonostante i tentativi di Eleanor di trarle in arresto senza violenza, cercarono in ogni modo di difendere la loro libertà.
    Doveva ammettere che la donna umana sapeva davvero il fatto suo: entrambe erano disarmate, ma con la semplice forza bruta riusciva a tener testa all'intero plotone. Fu necessario l'intervento del suo bot, che incassava i colpi molto meglio rispetto agli esseri organici della sua squadra. Tra lei e Selina avvenne una scazzottata di tutto rispetto: la prima puntava sull'agilità e la rapidità dei suoi affondi, mentre la seconda incassava qualsiasi cosa e ci dava dentro con pugni dalla potenza impressionante... Peccato che un robot non provasse dolore.
    Alla fine si giunse ad una situazione di stallo, perciò dovette passare alle maniere forti. Non avrebbe usato le armi da fuoco contro una donna disarmata, ma si dava il caso che il bot fosse dotato di taser sui palmi delle mani. Aspettò il primo passo falso della donna, e a quel punto le afferrò il collo, rilasciando così nel suo corpo la scarica elettrica. Selina cadde in ginocchio, non prima di essersi opposta invano all'effetto della corrente. Solo Niissa poteva liberarla, che infatti si lanciò urlando alle spalle del bot di Nora, ma questo, con il braccio libero ed un movimento veloce, scagliò una gomitata in pieno volto alla povera Asari, che per il contraccolpo ruzzolò a terra. A quel punto fu sufficiente l'intervento dei colleghi dell'SSC, che la immobilizzarono e la ammanettarono. Nel frattempo, anche Selina finì KO, riprendendo però i sensi giusto in tempo per ritrovarsi mani e gambe ammanettate.
    Le due donne vennero spedite al centro di comando dell'SSC, dove sarebbero poi state interrogate, mentre un altro avvenimento trattenne Eleanor ed il plotone al molo D28.

    "Dio, che mal di testa..." pensò mentre si sfilava il casco di controllo ed il robot tornava a riposo. Nonostante lo usasse così spesso, il suo cervello non era ancora riuscito ad abituarsi alle transizioni da un corpo all'altro, e la conseguenza era una forte emicrania che durava anche per diverse ore.
    Spinse le ruote fino al portellone della Kodiak, ma proprio in quel momento il sergente Barnes lo aprì dall'altro lato.
    "Signorina Elliott" esordì quello. Aveva con sè una donna con le mani legate dietro la schiena. Aveva i capelli scuri e degli occhi penetranti, e sembrava abbastanza infastidita da quella situazione. "Questa donna si aggirava nei pressi dell'appartamento con questa pistola nello stivale."
    Barnes porse l'arma a Nora: non era altro che una comune Predator, non la migliore delle scelte per difendere qualcuno da un blitz dell'SSC.
    "Come ti chiami?" chiese quindi Eleanor, poggiando l'arma sulle sue gambe. Decise di darle semplicemente del tu, perchè non le sembrava una tipa pericolosa nè un possibile intralcio alla legge. Ma proprio la legge le imponeva di interrogarla, suo malgrado, però forse stringendo un clima più confidenziale avrebbero ricavato qualcosa di utile.
    "Dice di chiamarsi Erin Milton." rispose Barnes al posto della presunta criminale.
    "Ho chiesto alla ragazza, sergente Barnes. Non serve che lei faccia da tramite. Può lasciarci soli un attimo?" lo rimproverò la donna, ed il sergente sbuffò per poi eseguire gli ordini. Fece accomodare la donna su uno dei sedili passeggere della Kodiak, proprio di fronte ad Eleanor, poi si chiuse il portellone della Kodiak alle spalle.
    "Perdonalo, il sergente Barnes è un ex militare delle forze speciali, i suoi modi non sono esattamente i più docili. Ha detto Erin Milton, giusto?"
    La donna annuì ed Eleanor sorrise "Milton... Avevo altri impegni questa sera, con un uomo di nome Gary Milton. E invece eccomi qui, ad interrogare una sua omonima e a fare a cazzotti con una donna più muscolosa di mio padre ai suoi tempi d'oro." Sorrise notando come la ragazza fosse perplessa... Probabilmente si chiedeva come fosse possibile che una donna su una sedia a rotelle potesse fare a botte, per giunta con una donna che, dalla sua descrizione, doveva essere un energumeno. Trovava quel comportamento piuttosto buffo, così decise di non spiegarsi.
    "Scusa, probabilmente non ti interessa, quindi passiamo al sodo. Non credo tu sia pericolosa, ma ti aggiravi armata di pistola in un molo direttamente collegato al centro abitato dell'agglomerato Kithoi. Sorvolando sul fatto che sia illegale per i civili possedere armi sulla Cittadella, sarebbe bene che mi spiegassi cosa volevi farci."
    La donna proprio non volle vuotare il sacco, così alla fine Eleanor fu costretta a portare in centrale anche lei. Odiava quando le persone si rifiutavano di collaborare, come se avessero un'alternativa.

    "Ricapitoliamo"
    era giunta al centro di comando dell'SSC poco dopo l'arrivo della scorta con le due criminali del molo D28. Dato che era lei alla guida dell'assalto, chiesero ad Eleanor di presidiare all'interrogatorio. Accettò, non che ne avesse voglia, ma ormai i suoi piani erano saltati... E non è che ci fosse molto altro da fare a notte fonda.
    "Dite di essere arrivate sulla Cittadella per comprare un vaso di ceramica per il vostro amico Krogan, che è appassionato di vasi. Mentre cercavate un negozio che vende vasi in ceramica, siete arrivate al Molo D28 ed avete letto un cartello con scritto 'vasi in ceramica', siete entrate ma avete trovato un appartamento vuoto. Fate per uscire e la porta vi si chiude alle spalle, e quando venite catturate vi rendete conto che il cartello non c'è più. Dico bene?"
    "Non hai sbagliato neanche una virgola!" confermò Niissa, con un volto fiero quasi a voler simulare sincerità. Eleanor dovette ammettere che fosse la balla più assurda e fantasiosa della storia, ma chi avrebbe mai potuto crederci?
    "O-Ok. Quindi, il fatto che abbiate resistito all'arresto..."
    "Ci sembrava che foste dei rapitori in abiti dell'SSC! Insomma, c'era quel robot con voi... A proposito, quel coso mi deve una cena per la botta che mi ha dato!"
    Eleanor sospirò e fece spallucce. Non c'era verso che quelle due fossero sane di mente.
    "D'accordo, sto cominciando a perdere la pazienza. Eravate nell'appartamento di Albert Alexanders, cosa ci facevate? Lui dove si trova, adesso?"
    "Neanche lo conosciamo questo tizio!"
    Niente, non c'era modo di ricavare informazioni con le buone. Forse potevano far qualcosa con le cattive, ma probabilmente Barnes sarebbe stato più adatto per quel ruolo. Eleanor decise invece di provare a parlare con l'altra donna, la Milton.

    "Erin Milton, eh?" l'SSC aveva scavato nei database della Cittadella. Ovviamente quello non era altro che un nome falso.
    "Credevi che non l'avremmo scoperto, Rael?"
    La ragazza dai capelli scuri aprì bocca per controbattere, ma proprio in quel momento un forte boato fece scuotere l'intero edificio, e proveniva dalla stanza accanto... Proprio quella che ospitava Niissa e Selina.


    Non aveva intenzione di far del male alla Elliott, nè a Rael Thompson. Proprio per Rael c'erano piani più grossi in ballo, ma d'altra parte quella stanza era piena di persone capitate nel posto sbagliato nel momento sbagliato, e questo le rendeva le vittime perfette.
    Si voltò verso il collega, che sembrava non si fosse accorto di nulla, poi nuovamente verso le due malcapitate. Nessuno là dentro si rese conto del pericolo, finchè non accese il factotum e premette un tasto, che fece cambiare colore allo strumento, da arancione acceso a rosso.
    "Albert Alexanders non morirà mai." prounciò quelle parole proprio come richiesto, con tono calmo e pacato, senza lasciar trapelare un minimo di esitazione o paura. Dovevano mandare un messaggio a tutta la Cittadella, e colpendola dall'interno della sua sicurezza, avrebbero fatto tremare la galassia.
    "Attento!" Gridò l'Asari, per far sì che l'altro Turian si rendesse conto del collega suicida accanto a lui. Niissa oltrepassò il tavolo nel tentativo di raggiungerlo e trarlo in salvo. Gli afferrò il braccio per spostarlo, e proprio in quel momento la bomba esplose.

     
    Top
    .
  6.     +1   THUMBS_DOWN   Dislike
     
    .
    Avatar

    Banshee

    Group
    Giocatore Veterano
    Posts
    2,232
    Morale
    +392

    Status
    Offline

    Selina Sakarova

       Fazione: Army Of Four
       Ruolo: Mercenario

    citazione (rimuovere se non presente)



    Il volto di Selina si era illuminato quando il turian le aveva prospettato la possibilità di potere addentare un panino; la rossa mercenaria aveva incominciato a salivare e guardava con gratitudine quell'agente SSC così gentile...gratitudine che si traformò in breve tempo in puro odio nel momento in cui quello le portò via la sua illusione.
    < Grazie, amico! > esclamò glaciale Selina < Ora ho più fame di prima! > concluse deglutendo il bolo di saliva che le si era formato in bocca.
    Turian! Non li sopportava! Sempre così impostati, rigidi e con quello sguardo fisso e monoespressivo così difficile da interpretare. Se non fosse stata prigioniera, probabilmente la guancia sinistra di quel turian avrebbe assaggiato le nocche della sua mano destra.

    Per fortuna, l'ingresso di colei che le avrebbe interrogate fece dimenticare presto a Selina i propri intenti bellicosi.
    Niissa e Selina rimasero piuttosto spiazzate alla vista di Eleanor; si aspettavano come minimo un'agente SSC piuttosto corpulenta, con occhi cattivi, accompagnata da qualche collega con la faccia da duro e che magari sarebbe volato anche qualche schiaffone; invece si erano trovate davanti una bella ragazza con i capelli rossi e il viso dolce, per di più su una sedia a rotelle.
    Forse fu per quello che la storia che raccontarono non risultò essere molto convincente. Certo, non avevano avuto il tempo di concordare una versione dei fatti e quindi erano andate a braccio seguendo l'ispirazione...una pessima ispirazione.
    Non ci voleva certo un genio per leggere negli occhi di Eleanor che non aveva creduto a una sola parola della loro ricostruzione!
    Selina si strinse nelle spalle mentre la ragazza sulla sedia a rotelle usciva dalla stanza degli interrogatori: contro di loro, comunque, non avevano nulla se non l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale...un reato non poi così grave.
    < Non ha creduto a una parola. > disse Selina rivolgendosi all'asari < Come ti è venuta in mente la storia del vaso di ceramica? > domandò contrariata.
    < Ho improvvisato ed è la prima cosa che mi è venuta in mente, ok? >
    < Potevamo dire di essere andati a trovare un amico...o magari che stiamo per sposarci e cercavamo un appartamento da eleggere nostro nido d'amore! Ma un vaso di ceramica?!?!?! Diavolo! >
    < Comunque, guarda che ti sentono! > esclamò l'asari accennando ai due turian che erano rimasti a sorvegliarle; Selina arrossì con un'espressione buffa guardando con la coda dell'occhio i due turian. Il simpaticone del panino tratteneva a stento una sonora risata mentre il suo collega, impassibile, cominciò ad armeggiare sul suo factotum.

    < Albert Alexanders non morirà mai > Selina quasi sobbalzò a quelle parole così fuori contesto e, mentre girava la testa per rivolgerla verso il turian che le aveva pronunciate notò il volto di Niissa contrarsi in un'espressione preoccupata.
    < Ma che caz... > cominciò spaventata Niissa alzandosi di scatto dalla sedia < Attento! >
    L'asari si lanciò verso il turian simpaticone e solo in quel momento la russa intuì ciò che fra una frazione di secondo sarebbe successo: l'agente tutto serio aveva intenzione di farsi saltare per aria e Niissa se ne era accorta una manciata di secondi prima di tutti gli altri.
    Selina agì d'istinto, come era abituata a fare sui campi da gioco o quando combatteva nelle arene; Niissa e il turian simpaticone non avevano possibilità di evitare la deflagrazione del kamikaze a meno che lei, grazie alla sua famigerata carica biotica controllata non li avesse allontanati quel tanto che bastava per non essere investiti in pieno dall'onda d'urto.
    In un attimo, Selina caricò i suoi poteri biotici e li rilasciò tutti insieme, lanciandosi senza pensare addosso a Niissa e all'agente SSC. L'impatto di 80 chili di muscoli lanciati a una velocità di circa 130 Km/h non furono esattamente una carezza per Niissa e lo sfortunato turian ma erano sempre meglio di una bomba che ti esplodeva sul naso.

    Il boato dell'esplosione, seguito dall'insopportabile calore della deflagrazione, raggiunse i tre proprio mentre Selina riusciva a infilarsi con il suo carico dietro ad un armadio metallico che evitò loro di venire uccisi.
    < Stai bene? > domandò Selina un po' ammaccata e con il volto sanguinante a causa delle schegge che l'avevano colpita.
    < Credo...credo di sì... > replicò Niissa più stordita dalla carica di Selina che dagli effetti dell'esplosione < ...si è fatto saltare in aria! Quello stronzo si è fatto saltare per aria! >
    Selina annuì e sollevò di peso l'asari da terra < Ora andiamocene da qui...quello sarà stato pure stronzo ma ci ha creato una via di fuga! > disse indicando le finestre sfondate dall'esplosione.

    Niissa si precipitò verso le finestre seguita a ruota dalla russa che però, fatti tre passi, si fermò e tornò a voltarsi: aveva notato che il turian simpaticone era ancora a terra, stordito dal colpo ricevuto e che non avrebbe mai fatto in tempo a scansarsi prima che una grossa lastra metallica di cui era composta la parete le cadesse addosso, schiacciandolo.
    Selina tornò frettolosamente sui suoi passi e andò a frapporsi tra il turian e la parete che stava per crollare; si appoggiò con la schiena contro al muro e puntellò le gambe un secondo prima che il muro cedesse.
    Selina sentì il peso opprimente della parete che faceva pressione sulla sua schiena mentre le gambe tremavano per lo sforzo di sostenere la pesante lastra metallica < Niissa! > esclamò la russa digrignando i denti e serrando gli occhi < Portalo via! Subito! Non resisterò a lungo! >
    L'asari prese il turian per le gambe e lo trascinò senza troppi complimenti fuori dalla stanza ora a Selina non restava che riuscire a sfilarsi da sotto la lastra...più facile a dirsi che a farsi. Usò tutta la forza che aveva nelle gambe per spingere indietro la parete quanto bastava per avere il tempo di sgusciare da sotto la lastra mentre questa cadeva. La russa sentì una fitta lancinante provenire dalla gamba sinistra ma non poteva permettersi di farsi fermare da una contrattura...con un ultimo grido liberatorio, riuscì ad avere la meglio sulla lastra e a togliersi da quell'impiccio proprio prima che la parete metallica si schiantasse con un rumore assordante a terra.

    Selina uscì zoppicando dalla stanza con l'adrenalina a mille, il fiatone e gli occhi fuori dalle orbite per l'eccitazione < UNA BOMBA? > urlò rivolta a chissà chi per scaricare la tensione < PENSAVATE DI FARE FUORI SELINA SAKAROVA CON UNA CAZZO DI BOMBA? IO SONO LA BOMBA! IO SONO LA BOMBA! >




    Edited by hellequin81 - 13/5/2016, 14:27
     
    Top
    .
  7.     THUMBS_DOWN   Dislike
     
    .
    Avatar

    Kinder Buenos

    Group
    Giocatore Veterano
    Posts
    4,249
    Morale
    +122
    Location
    Kaer Morhen

    Status
    Anonymous

    Hanntius Baril

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Agente SSC

    citazione (rimuovere se non presente)

    Sentiva dolore in ogni parte del corpo, come se fosse stato investito da un tir contenente un esercito di krogan. Udiva tutto in maniera distorta, tranne che per un lungo e prolungato fischio. Quel suono gli martellava la testa, provocandogli altro dolore.
    Tossì diverse volte, fino a quando non riuscì a respirare più facilmente. Intontito, il turian guardò attorno, cercando di capire cosa fosse successo.
    Non si trovava più nella stanza per gli interrogatori, ma nel corridoio. Nel muro vicino a lui c'era un grosso buco, mentre a terra c'erano solo macerie. La stanza era completamente esplosa.

    Si appoggiò alla parte della parete ancora integra e cercò di rialzarsi da solo. L'udito gli stava tornando e con esso anche alcuni sprazzi di memoria. Ricordava di aver sentito il suo collega dire qualcosa, poi era stato agguantato dall'asari, un esplosione e... dopo il tutto diventava confuso o nero.
    Cercò preoccupato le due criminali, preoccupato per la loro possibile fuga a seguito dell'accaduto, ma le trovò vicino a lui. L'asari sembrava stare bene, mentre la sua compagna umana zoppicava.

    «... FARE FUORI SELINA SAKAROVA CON UNA CAZZO DI BOMBA? IO SONO LA BOMBA! IO SONO LA BOMBA!»

    Hanntius quasi imprecò per il dolore alla testa, provocato dal tono di voce dell'umana. Si stava ancora riprendendo e questa sbraitava a destra e sinistra.
    «Uh... solo una?» si lasciò sfuggire, tossendo subito dopo.
    Non si rese conto di averlo detto ad alta voce, fino a quando non notò lo sguardo di entrambe su di lui.
    "Merda" pensò subito, capendo la sua situazione. L'esplosione avvenuta doveva aver allertato ormai quasi tutti nel SSC, ma alle due aliene sarebbe costato poco metterlo fuori gioco, vista la sua situazione, e scappare via.
    Si disse che doveva prendere tempo, sia per aspettare l'arrivo degli altri agenti che per salvarsi dal suo commento.
    «Ehm, volevo dire... solo una? Pensi che sia sufficiente per rimodernare questo posto?» domandò con un tono divertito.
    «Questo qua deve aver battuto male la testa» commentò l'asari in direzione di Selina.
    Il turian si lasciò sfuggire una piccola risata a quel momento. Dal fondo del corridoio, Hanntius poteva già vedere alcuni agenti del SSC arrivare in gran corsa verso di loro.
    «A dire la verità, da piccolo sono caduto. Non c'è più niente da fare per me!» spiegò ad entrambe.

    Qualche attimo dopo gli agenti arrivarono da loro, erano per lo più turian e asari, puntarono immediatamente le armi verso le due criminali, dando una veloce occhiata nella sua direzione.
    «Cosa è successo qui? Cos'era quell'esplosione? Ci siete solo voi?» domandò un turian dal colorito scuro e dalle marcature color arancione.
    Hanntius prese la parola, prima che l'umana o l'asari potessero farlo.
    «C'è stata un'esplosione, noi tre siamo gli unici presenti in quella stanza d avercela fatta. L'altro turian, ecco...» riferì, cercando di ricordari cos'era avvenuto.
    «... l'altro tizio si è fatto esplodere con una fottutissima bomba!» disse Niissa, per continuare:« Prima di farsi saltare in aria, il turian ha detto "Albert Alexanders non morirà mai" e poi boom! Non fosse stato per Selina, saremmo tutti belli che morti, sopratutto il vostro collega»
    Hanntius annuì a quelle parole, confermando ai suoi compagni le parole dell'asari.

    Non ci voleva un genio per capire che la situazione si era appena aggravata. Questo Alexanqualcosa non era di per certo una storia come le altre.
    «Qualcuno informi la Elliott sull'accaduto e... chiamate un medico» disse il turian, facendo segno verso la zoppicante Selina.

     
    Top
    .
  8. Reiky
        THUMBS_DOWN   Dislike
     
    .

    User deleted



    Rael Thompson

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    Le vicissitudini degli ultimi anni le avevano fatto sviluppare una certa indifferenza rispetto ciò che le capitava, forse maturata per una sorta di rassegnazione, tuttavia non era nemmeno stupida. Sapeva che aprire troppo la bocca in quelle occasioni poteva portarla in guai più grossi di quelli che effettivamente meritava, perciò quando l'agente la condusse al cospetto di quella che sembrava essere a capo dell'operazione, Rael tenne le labbra cucite.
    Dopo le prime battute, ebbe anche un'altra buona ragione per restare senza parole: la donna - dotata di modi piuttosto gentili - accennò ad una scazzottata con qualcuno, eppure... Eppure era su una sedia a rotelle.
    Le sue domande furono prevedibili e altrettanto lo fu il silenzio di Rael, che venne così condotta alla base.
    Durante in tragitto, la ragazza ebbe modo di notare altre due persone coinvolte: un'asari che sembrava piuttosto isterica, e una donna la cui fisicità le ricordò immediatamente Prudence.
    Chissà a chi stava facendo il culo, in quel momento...
    La centrale SSC era più fredda e spoglia di quanto ricordasse, e gli agenti erano parecchio meno simpatici di quando, da piccola, gironzolava per quelle stanze.
    Chissà cosa avrebbero pensato, suo padre e Sauro, nel vederla seduta all'altro lato del tavolo da interrogatorio.
    "Sono domande piuttosto semplici... Milton" - stava commentando uno dei due turian, mentre Rael non riusciva a pensare ad altro che alla sete tremenda che aveva. Alzò la testa dal tavolo il poco che bastava ad incrociare lo sguardo dell'interlocutore.
    "Una birretta potrebbe sciogliermi la lingua" - fece lei, rivolgendogli un sorrisino.
    "Non scendiamo a patti con gente come te" - si intromise l'altro turian, che misurava a grandi passi la stanza.
    "Io sto parlando con il poliziotto buono" - borbottò Rael - "Insomma, quanto ancora dobbiamo andare avanti?"
    "Stai... dicendo sul serio?" - esclamò il presunto poliziotto buono - "Non hai risposto ad una sola domanda!".
    Rael lo guardò stupita, poi spallucciò - "Beh... non state facendo un gran lavoro!".
    "Ok, ora basta" - disse il turian che camminava nervosamente per la stanza, dirigendosi a pugno stretto verso Rael, ma l'altro lo fermò con un cenno della mano.
    "Oh, wow, ora si che sono spaventata" - fece la ragazza, ironica. Sbuffò sonoramente - "Insomma, dove sono gli aggeggi strappa-unghie e altre diavolerie simili? Così non otterrete certo...".
    Il suo assurdo sproloquio fu interrotto da un cazzotto in pieno viso, partito inavvertitamente dal poliziotto cattivo.
    "Cazzo!" - esclamò la ragazza non appena il dolore le diede la possibilità di parlare - "Perché diavolo voi turian picchiate sempre in faccia?!".
    In quel momento, un terzo agente fece il suo ingresso nella stanza, portando un datapad al turian più tranquillo.
    "Novità" - fece questi, prima di uscire.
    Il turian controllò il datapad, per poi rivolgere uno sguardo turbato alla ragazza - "Erin Milton, eh?" - disse - "Credevi che non l'avremmo scoperto?".
    E che cavolo! Pensò Rael, abbassando lo sguardo. Pensò a qualcosa di intelligente da dire ed era sul punto di aprire bocca quando un boato assordante scosse l'intero edificio.
    "Che diavolo...?" - esclamò il turian irascibile. Si rivolse all'altro, dicendogli di tenere sotto controllo Rael e subito uscì dalla stanza.
    La ragazza non si aspettava un'occasione più propizia di quella: non appena rimase sola con il turian, sparì sotto la scrivania, approfittando della distrazione di quest'ultimo, e gli artigliò le caviglie con le gambe, girando fino a bloccargliele sulla schiena, dove Rael si sedette.
    "Perdonami" - disse, sincera, prima di spezzargli una gamba a livello dell'articolazione, per poi fuggire dalla stanza.
    Non aveva idea di cosa avesse causato l'esplosione, ma non era del tutto sicura di escludere una qualche sua implicazione. Non avrebbe mai dovuto dare tanto adito a quel dannatissimo biglietto, avrebbe dovuto ascoltare quella vocina nella sua testa, che le consigliava di lasciarsi tutto alle spalle.
    Un manipolo di agenti le comparve di fronte, e Rael si buttò nell'ufficio a fianco, per non essere vista.
    "Guarda chi si vede".
    Rael si voltò e incontrò uno sguardo che riconobbe immediatamente. Era il turian a cui aveva spezzato il polso, che ora mostrava una spessa fasciatura intorno all'avambraccio.
    Ebbe solo il tempo di riconoscerlo, dopodiché l'alieno la colpì alla tempia con il calcio della pistola.


     
    Top
    .
  9.     +1   THUMBS_DOWN   Dislike
     
    .
    Avatar

    "I'm just... naturally awesome."
    Mass Effect: Revolution

    Group
    Administrator
    Posts
    3,250
    Morale
    +415
    Location
    Catania

    Status
    Offline

    Eleanor Elliott

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Ingegnere

    citazione (rimuovere se non presente)

    I tre coinvolti nell'esplosione vennero portati all'Huerta Memorial Hospital, per dei banali accertamenti. Era ormai chiaro che, dato ciò che era accaduto, le due donne non fossero coinvolte nel crimine... Eppure erano un bersaglio. Forse qualcuno temeva che avessero visto qualcosa che non dovevano vedere, e quindi erano diventate anche loro delle vittime e testimoni... Ma la verità era che avevano già perquisito l'appartamento, ed era totalmente pulito.
    "Perquisite nuovamente l'appartamento al molo D28, ma andate più a fondo. Scoprite se ci sono stanze nascoste, doppi fondi nei cassetti, qualsiasi cosa." Ordinò Eleanor via radio alla centrale dell'SSC. Era andata anche lei all'ospedale, ma non con l'intento di interrogare nuovamente Selina e Niissa, ma per fare qualche domanda all'altro Turian coinvolto, l'ufficiale SSC di nome Hanntius Baril.
    Lo trovò nella stanza a destra in fondo al corridoio. Vedeva dalla parete trasparente che l'agente era in compagnia di un medico che lo stava visitando.
    "Tutto bene?" Chiese la rossa, dopo aver bussato, poi proseguì spingendo le ruote della sedia a rotelle fin dentro la stanza.
    "E' una roccia, questo qui." commentò gentilmente la giovane dottoressa dando un leggero pugno sulla spalla di Hanntius, che reagì con una lieve smorfia di dolore, ma sorridendo. Il medico era una umana molto alta ma decisamente magra, dai capelli biondi e corti. Eleanor pensò che fosse molto graziosa e simpatica, ma soprattutto che il giovane Hanntius doveva aver fatto colpo su di lei, dato come lo guardava.
    "Ha riportato qualche frattura, specialmente al torace, ma si riprenderà molto presto."
    "La ringrazio, Dottoressa. Le dispiacerebbe lasciarci soli per un po'?" chiese quindi Eleanor, con un tono di voce il più pacato possibile, al che la dottoressa annuì e si voltò un'ultima volta verso il Turian, prima di chiudersi la porta alle spalle.
    "Ti è andata bene!" commentò a quel punto l'umana "Se fossi capitato nella stanza a sinistra, invece di lei adesso verresti visitato da una vecchia Salarian. Si dice sia la più anziana della sua specie" aggiunse quindi, schiacciando un occhio.
    "Come ti senti?" chiese poi, tornando seria, ed infine passò al motivo della sua visita.
    C'erano fascicoli, come su tutti, anche sul Turian che si era fatto saltare in aria, ma quelle informazioni non erano abbastanza. Chiese ad Hanntius se lui lo conoscesse, se l'avesse mai incontrato fuori dall'ufficio, o fuori servizio. Gli chiese se avesse mai visto in lui comportamenti sospetti, o qualsiasi cosa che gli permettesse di scavare a fondo sulla questione. Hanntius le diede molte informazioni utili da cui partire, ma sarebbe stato comunque come cercare un ago in un pagliaio... Poi si ricordò di Rael Thompson.
    "Grazie, Baril. Sei stato più utile di quanto pensi. Riprenditi presto, perchè avrò bisogno di tutto l'aiuto possibile."

    Era ancora sdraiata sulla branda della sua cella, Rael, quando una voce la destò dal suo sonno.
    "Sveglia, principessa! E' pronta la colazione!" disse il secondino Turian, che era entrato nella cella. Quando Rael finalmente aprì gli occhi, l'alieno non aveva portato proprio nulla.
    "Che c'è, speravi che qualcuno ti svegliasse con un bacino sulla fronte, una carezza e dei croissant appena sfornati? Su, alzati, hai visite." aggiunse infine l'uomo con voce quasi crudele, e lo stato di confusione post-risveglio non aiutava Rael a prenderla serenamente. A sostituire il Turian che lasciava la stanza entrò invece Eleanor, che teneva sulle sue gambe un foglio di carta.
    Man mano che la donna si avvicinava, per Rael fu sempre più facile riconoscerlo, e quando la rossa lo aprì di fronte a lei, allora fu chiaro di cosa si trattasse.
    "Non permettere che la loro scomparsa rimanga ingiustificata. La verità è a portata di mano, devi solo raggiungere il molo D28 al calare della notte." diceva la lettera, che Eleanor recitò ad alta voce. Sapevano ormai molto su Rael Thompson, e non fu difficile per l'SSC scoprire a chi si riferisse l'autore della lettera.
    "Chi credi sia stato a mandartela? Se posso chiederlo, ovviamente." chiese quasi timidamente ma piena di curiosità.
    "Io penso che tu sia solo un'altra vittima di un gioco più grande di tutti noi. E' nella mia natura risolvere giochi, ma non posso farlo da sola. Diciamocelo, sei in una situazione di merda, se mi passi il termine, però non posso ricattarti. Chiamiamolo scambio di favori: aiutami a risolvere il caso, ed io ti aiuterò a trovare l'autore della lettera."

     
    Top
    .
  10.     +1   THUMBS_DOWN   Dislike
     
    .
    Avatar

    Banshee

    Group
    Giocatore Veterano
    Posts
    2,232
    Morale
    +392

    Status
    Offline

    Selina Sakarova

       Fazione: Army Of Four
       Ruolo: Mercenario




    Aveva perfettamente capito a cosa servissero le tasse che lei non pagava: a poter mantenere quel grandissimo sperpero di denaro che era la sanità pubblica sulla Cittadella!
    Dopo la bomba, erano arrivati gli sbirri a riempire Niissa e Selina di domande a cui non potevano e non sapevano rispondere; poi, al posto delle divise blu dell' SSC, erano arrivati i camici bianchi dei dottori che avevano preso quasi di forza le due mercenarie e le avevano trasportate d'urgenza all'Huerta.
    Le avevano stese su delle barelle, provato la pressione, controllato il battito cardiaco ed eventuali lesioni cerebrali senza trovare nulla...e nonostante questo, ora le due si trovavano in una camera dell'ospedale a sorbirsi l'ennesima visita da parte di una vecchissima dottoressa salarian che, forse anche troppo professionalmente, le stava sottoponendo a un check up totale.

    < Se tocco qui, le fa male? > domandò la salarian manipolando il collo di Selina con delicatezza.
    < No! > sbottò seccata la russa < Ho una maledetta contrattura al quadricipite femorale...non una tracheite! > aggiunse adirata mentre la salarian passava ad esaminare le potenti spalle della mercenaria.
    Selina, decisamente frustrata, alzò gli occhi al cielo maledicendo tutta quella professionalità. Voleva essere dimessa da quel luogo puzzolente di disinfettante e di pulito.
    < Ne ha ancora per molto? > domandò Selina scocciata alzandosi a sedere < Dove devo firmare per le dimissioni? >
    < Siete sotto la tutela dell'SSC. Non è prevista una vostra dimissione se non sotto esplicito ordine dell'SSC. > replicò professionale la dottoressa.
    < E con chi devo parlare dell'SSC per farmi togliere la tutela? >
    < Con la Dottoressa Eleanor Elliott. Quando avrò terminato la visita, verrà a parlarvi. >
    < E quanto durerà la visita? > incalzò Selina notando che alla salarian mancava da visitare circa l'80% del proprio corpo.
    < Il tempo necessario. > replicò secca la dottoressa < Se tocco qui, le fa male? > aggiunse palpeggiando il petto di Selina proprio all'attaccatura del seno.
    < No! > rispose demoralizzata la russa lasciandosi ricadere sul cuscino.

    Doveva velocizzare quella visita e l'unico modo che le venne in mente fu di utilizzare la sua migliore qualità: la capacità eccezionale di essere insopportabile!

    Con un mezzo sorriso, si concentrò sul volto della dottoressa, fissandola con insistenza. La salarian notò quello sguardo fisso ma non fece una piega.
    Poi, allungando una mano, Selina punzecchiò una guancia della salarian.
    < Fantastico! > esclamò con la bocca mezza aperta < La sua pelle è veramente morbida. Non avevo mai toccato così una pelle salarian! Niissa...vieni a sentire! > aggiunse rivolgendosi alla sua amica che assisteva divertita alla scena.
    Senza farselo ripetere, l'asari balzò giù dal letto e raggiunse il giaciglio di Selina. Si sporse sulla branda e a sua volta cominciò ad accarezzare il volto della salarian.
    < Vi chiedo di smetterla. > disse la dottoressa continuando imperterrita nella sua visita.
    < E' vero! > esclamò Niissa ignorando la richiesta dell'aliena < Sembra di toccare il sedere di un neonato. Sono tutti così i salarian? Che crema per la pelle usa? >
    < E' una caratteristica della mia specie. > rispose seria la salarian < Ora vi chiedo gentilmente di smetterla. >
    < Sai cosa mi ricorda? > aggiunse Selina rivolgendosi all'asari senza degnarsi di accondiscendere alla richiesta della dottoressa < Quando ero piccola, mia madre aveva una borsa di pelle fabbricata in Italia...io passavo le ore ad accarezzarla! Era così morbida e vellutata! Mi chiedo se non fosse fatta con pelle salarian... > aggiunse trattenendo a stento una risata.
    < Stando alla sua età, escludo potesse essere di pelle salarian. Umani e salarian all'epoca non erano ancora entrati in contatto. > puntualizzò la salarian che cominciava ad essere piuttosto scocciata.
    < Sarà stata pelle di crotalo...o coccodrillo...o magari... >
    < Varren! > si illuminò Niissa schioccando le dita < Il ventre dei varren ha la stessa consistenza! Ricordi su Deekuna? Quando abbiamo assistito a quell'incontro clandestino di lotta di varren? >
    < E' vero! > replicò Selina < Kordio...è così che si chiamava quel varren...ha la stessa pelle della pancia di Kordio. >

    La salarian, stizzita, interruppe il suo lavoro fulminando le due mercenarie con gli occhi < Per quanto ancora andrete avanti a parlare della mia pelle? >
    < Fino a quando non terminerà la visita e non ci lascerà andare. > fu la risposta in coro delle due.
    La dottoressa, sussurrando una serie infinita di improperi, finì di compilare la cartella clinica sul suo factotum e la inviò alla Elliott.
    < Siete le peggiori pazienti che abbia mai avuto! Maleducate! > esclamò mentre imboccava l'uscita come una furia.

    Selina e Niissa si diedero un sonoro cinque alto e si rivestirono in un lampo.
    Si misero a gironzolare per la corsia fino a quando Niissa individuò il turian simpaticone che aveva fatto loro compagnia durante lo spettacolo pirotecnico alla sede SSC.
    < Ehi! Sbirretto simpaticone! > esclamarono le due amiche andando a sedersi ognuno su un lato della branda del turian.
    Quasi all'unisono, si sporsero verso il turian, mettendogli un braccio attorno al collo e andando ad abbarbicarsi a lui, premendo contro di lui i loro seni < Stai bene Sbirretto? > domandò Selina sfiorandogli il naso con un dito < Io e la mia amica avremmo una richiesta...vedi...il fatto che qualche stronzo ci abbia fatto esplodere una bomba a due passi di distanza, ci ha veramente fatto incazzare! Ora, noi vogliamo sapere chi è quel qualcuno e poi strappargli le scapole per farci due posacenere. Quindi, per piacere, ora parli con la tua superiore in carrozzella e la convinci a farci entrare nella partita. Collaboratrici esterne! Fidati...possiamo fare cose che voi sbirretti non potete neanche SOGNARE di fare! Affare fatto? >
    Niissa, per ammorbidire le resistenze dell'agente SSC, si avvicinò al turian...e lo leccò partendo dal collo, su fino a un millimetro dalla bocca.


     
    Top
    .
  11.     +1   THUMBS_DOWN   Dislike
     
    .
    Avatar

    Kinder Buenos

    Group
    Giocatore Veterano
    Posts
    4,249
    Morale
    +122
    Location
    Kaer Morhen

    Status
    Anonymous

    Hanntius Baril

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Agente SSC

    citazione (rimuovere se non presente)

    Hanntius sapeva di stare abbastanza bene, sebbene il suo corpo fosse completamente dolorante, poteva ancora reggersi sui suoi piedi e per ciò fu inizialmente contrario a recarsi all’Huerta, assieme alle due vittime dello scoppio.
    Alla fine però dovette cedere e presentarsi anch’egli all’ospedale, per ricevere le cure mediche di cui necessitava.
    Lo assegnarono ad una giovane dottoressa umana, Hanntius cercò di facilitarle il lavoro stando il più calmo e buono possibile, anche il più delle volte commentava ironicamente il suo stato fisico e cercò di convincerla di stare bene. Lei lo zittiva semplicemente toccando le parti lese, tant’è che il turian cominciò a chiederle se fosse segretamente sadica.
    L’umana evitò di rispondergli, lasciandolo con il suo dubbio, ma lo informò del suo reale stato fisico: qualche frattura, soprattutto nella zona toracica, senza contare i lievi ematomi distribuiti sul corpo.
    L’agente annuì a quelle informazioni e si preoccupò di rivestirsi, aiutato dalla donna umana nei casi in cui i movimenti gli procurassero qualche dolore.

    Quando la donna bionda lo cominciò ad istruire su come dovesse comportarsi in questa situazione, entrambi sentirono bussare alla porta.
    Da lì a pochi attimi entrò Elliott, giunta per chiedere delle sue condizioni. Il medico la informò prontamente, regalando un affettuoso pugno ad Hanntius.
    “Questo me lo merito per la domanda sul sadismo segreto” pensò, lasciandosi sfuggire una smorfia divertita. Almeno ora aveva una conferma sulla reale natura dell’umana.
    Le due donne scambiarono ancora qualche parola, dopodiché la dottoressa li lasciò da soli.

    «Ti è andata bene!» commentò a quel punto l'umana «Se fossi capitato nella stanza a sinistra, invece di lei adesso verresti visitato da una vecchia Salarian. Si dice sia la più anziana della sua specie».

    «Oh!» esclamò sorpreso, «Ma è divertente stare con una anziana salarian! Pensi che una volta, quando venni a portare un amico che era stato ferito in uno scontro, una di loro mi raccontò vita, morte e miracoli dei suoi vicini! Fu così che beccai un ladro» raccontò con aria allegra.
    «Inoltre… sospetto che la dottoressa sia sadica: per zittirmi mi premeva sulle parti ferite» rivelò il turian.
    «Come ti senti?»
    «Sto bene, nulla di cui preoccuparsi, Signora» rispose pacatamente, cercando di stare anch’egli serio.
    Dopodiché la donna lo cominciò ad interrogare sul collega turian, dato che lui era stato l’ultimo agente del SSC con cui aveva avuto un contatto.
    «Lo conoscevo da poco. Si era trasferito dalla divisione Investigativa, un amico mi disse che qualcosa era andato storto durante un’indagine e lui ha voluto un trasferimento. Non ci ho mai parlato molto con lui, solo qualche breve scambio di parole durante le pause. Di lui conoscevo solo il cognome, Craticus, e che era il tipico turian, quello su cui voi umani fate continuamente battue» disse Hanntius, bloccandosi un attimo. Gli venne il dubbio, forse era stato troppo razzista con le sue ultime parole, per giunta davanti a un suo superiore.
    «Cioè… voglio dire… il tipico turian serio e composto che appare nelle barzellette degli alien- cioè… non voglio dire che siate... » si bloccò per calmarsi un attimo, «Spiriti! Le chiedo scusa, a volte dovrei stare zitto» si scusò, in imbarazzo.
    Pensò di dover continuare con il discorso sul turian suicida, possibilmente evitando altre uscite.
    «Ultimamente Craticus sembrava più taciturno del solito, pensai che fosse a causa del cambio di turni, dato che molti se ne sono lamentati. A conti fatti però… non credo che questo possa giustificare l’accaduto» disse infine.
    La donna ascoltò fino alla fine le sue parole, ringraziandolo poi dell’aiuto.

    Appena Elliott uscì dalla stanza, la dottoressa rientrò con calma nella stanza.
    «Doc, mi dica la verità… sono libero? Potrò mai rivedere la luce del sole?» domandò drammaticamente.
    La donna lo fissò alcuni secondi, come indecisa se prendere quella domanda seriamente o meno.
    «Stavo per informarti che eri libero, ma ora che ci penso potrei aver tralasciato qualcosa...» gli disse, fissandolo con aria pensierosa, «… forse dovrei ricominciare da capo?»
    Fu il turno di Hanntius di chiedersi quanto seriamente doveva prendere in considerazione le parole della donna bionda.
    Proprio quando volle chiederle un chiarimento, dalla porta emersero due figure ben note a lui. Per sua disgrazia.
    «Ehi! Sbirretto simpaticone!»
    «Awwww ho già un soprannome! Ma che carine!» rispose al saluto, con la sua solita aria da buffone. Era il suo marchio di fabbrica da anni.
    Stava per chiedere loro se stessero bene, quando entrambe si misero ai suoi lati e lo abbracciarono. Stritolarono era il termine corretto, vista la situazione.
    «Stai bene Sbirretto?» domandò Selina sfiorandogli il naso con un dito.
    A quel gesto, Hanntius ritirò indietro il capo, infastidito. A un umano, quel gesto avrebbe ricordato quello di un gatto quando gli si provava a toccare il naso.
    «Sì, diciamo che... ecco… sto bene» disse il turian, trovandosi sempre più in difficoltà nella sua attuale situazione. Non era mai stato bravo con le donne, di nessuna razza. Trovarsene due così vicino, soprattutto così attaccate, era nuovo e strano per lui. Si sentiva fortemente in imbarazzo.
    «Io e la mia amica avremmo una richiesta...vedi...il fatto che qualche stronzo ci abbia fatto esplodere una bomba a due passi di distanza, ci ha veramente fatto incazzare! Ora, noi vogliamo sapere chi è quel qualcuno e poi strappargli le scapole per farci due posacenere. Quindi, per piacere, ora parli con la tua superiore in carrozzella e la convinci a farci entrare nella partita. Collaboratrici esterne! Fidati...possiamo fare cose che voi sbirretti non potete neanche SOGNARE di fare! Affare fatto?»
    Hanntius ascoltò il discorso della donna dai capelli rossi, capendo dove volesse andare a parare. Decise di controbattere quelle parole, ma sentì qualcosa leccargli dal collo fino all’attaccatura della bocca. Si bloccò completamente per quel subdolo gesto.
    Per diversi istanti sembrò non riuscire a creare un pensiero logico e il suo sguardo era fisso verso il nulla. Improvvisamente vide entrare nella sua zona visiva il medico, che aveva cominciato a guardarlo contrariata, come a volergli dire “Ebbene?”.
    Hanntius solo allora, con quel rimprovero inespresso, cercò di pensare a qualcosa. Si ricordò vagamente delle lezioni di sua madre, quando lo avvertiva che non sempre le persone ricorrevano alla violenza per ottenere ciò che volevano, uno dei casi era quello che lui stava subendo. Si ricordò di dover pensare ad altro, qualcosa per distrarlo. Pensò alla vecchia salarian di cui aveva discusso con Elliott.

    «Io… ecco… credo che abbiate preso un pesce piccolo, come dite voi umani» cominciò il turian, evitando di pensare al fatto che gli fossero praticamente addosso, «Capisco che abbiate avuto entrambe una giornata… non proprio idilliaca, ma come membro del SSC non posso permettere che voi di “strappargli le scapole per farci due posacenere”. E’ indecoroso, oltre che fuori moda. Quest’anno vanno quelli in ceramica di Sur’Kesh! Inoltre posso parlare con il mio superiore, ma non sono un bravo oratore. Lo potete capire voi stesse»
    «Hai sentito?» chiese divertita Nissa alla sua compare, «Oltre a non volerci aiutare…»
    «Non ho proprio detto quel-»
    «… vorrebbe anche impedirci di dare una giusta punizione a quel tizio! Lui, un turian disarmato e solo soletto!» lo schernì l’asari.
    Hanntius guardò finalmente l’asari, ritrovandosela a pochi centimetri dal volto.
    «Il mio lavoro è impedire questo genere di cose, se devo farlo solo soletto e disarmato lo farò, anche se dovessi rischiare di perire. Cosa alquanto disdicevole» dichiarò il turian, ricevendo in risposta un sorriso sornione dall’aliena.
    «Tu potresti farlo, ma la dottoressa qui presente?» domandò, indicandola con lo sguardo, «Dici che possa impedirlo anche lei?»
    Un ringhio basso e dal suono metallico uscì dalla bocca dell’agente.
    «Lei non c’entra. Tu e la tua amica volete qualcosa da me, precisamente volete delle future informazioni dal SSC, non da un medico. Chiederò di lasciarvi incontrare con la persona in carica, ma starà a voi vendervi bene. Io non posso farlo per voi»

     
    Top
    .
  12. Reiky
        THUMBS_DOWN   Dislike
     
    .

    User deleted



    Rael Thompson

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    Quando il brusco risveglio la riportò alla realtà, Rael sentì ritornare inesorabilmente il fortissimo dolore alla testa, che dal centro della sua tempia andava ad espandersi fino alla base della nuca.
    "Fottuti turian... Sempre in faccia..." - borbottò massaggiandosi la zona dolorante e notando, al tempo stesso, che le veniva difficile persino muovere la mandibola. Poi ricordò dell'altro colpo subito, quello ancora precedente, nella sala degli interrogatori.
    Non era il miglior inizio di giornata della sua vita, ma nemmeno il peggiore, e non sapeva quanto questo potesse essere confortante.
    Il turian che l'aveva svegliata se ne stava impalato di fronte a lei, con aria di scherno e... ovviamente non aveva portato un fico secco. Niente colazione per il disertore.
    "Che c'è, speravi che qualcuno ti svegliasse con un bacino sulla fronte, una carezza e dei croissant appena sfornati?" - disse - "Su, alzati, hai visite".
    Rael sollevò la testa dolorante con una smorfia di dolore, e a quel movimento protestarono anche tutti i muscoli del corpo, sofferenti per il pessimo comfort del suo giaciglio.
    Non si meravigliò quando vide entrare la rossa sulla sedia a rotelle, ma si stupì di non vedere alcuna scorta.
    Non aveva dato certo prova di grande fiducia! Forse la donna era giunta a darle buone notizie...
    Con la coda dell'occhio, Rael adocchiò il biglietto sulle gambe della donna e ben presto lo riconobbe.
    "Non permettere che la loro scomparsa rimanga ingiustificata. La verità è a portata di mano, devi solo raggiungere il molo D28 al calare della notte" - lesse la rossa, per poi guardarla - "Chi credi sia stato a mandartela? Se posso chiederlo, ovviamente."
    "Se posso chiederlo?" - Rael ridacchiò tenendosi la mandibola - "Ho qualche scelta? Qualcuna che non includa il restarmene qui per il resto dei miei giorni?".
    "Io penso che tu sia solo un'altra vittima di un gioco più grande di tutti noi" - ammise l'altra - "E' nella mia natura risolvere giochi, ma non posso farlo da sola. Diciamocelo, sei in una situazione di merda, se mi passi il termine, però non posso ricattarti. Chiamiamolo scambio di favori: aiutami a risolvere il caso, ed io ti aiuterò a trovare l'autore della lettera."
    Rael trovò quel discorso più che ragionevole e apprezzò il fatto che la donna andasse dritta al punto, senza troppi giri di parole e soprattutto senza colpi in pieno volto.
    Perciò, decise di seguire il medesimo registro.
    "Non ho idea di chi possa averlo fatto" - disse, scuotendo debolmente la testa. In realtà, un'idea l'aveva, ma era così assurda da apparirle impossibile. Senza contare che mettere in mezzo Aliquis avrebbe minato la sua necessaria segretezza, e forse persino per un nulla di fatto.
    No, non poteva parlarne, nemmeno con la gentile signorina.
    "Però, se me lo permetterai, vorrei rendermi utile" - propose invece - "Collaborerò in tutto e per tutto, ma voi... Voi dovrete fare lo stesso. Magari cominciando a dirmi se avete quache informazione circa lo spiacevole incidente di Dalio Nerius".
    I suoi occhi la scrutavano attentamente, come per cercare qualche segnale che le rivelasse esitazione o, peggio, bugie. Ma quella Elliott non sembrava affatto il tipo.

     
    Top
    .
  13.     +1   THUMBS_DOWN   Dislike
     
    .
    Avatar

    "I'm just... naturally awesome."
    Mass Effect: Revolution

    Group
    Administrator
    Posts
    3,250
    Morale
    +415
    Location
    Catania

    Status
    Offline

    Eleanor Elliott

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Ingegnere

    citazione (rimuovere se non presente)

    Centro operativo d'emergenza, Agglomerato Zakera, ore 19
    Il Consiglio non si dimostrò ben disposto nell'affidare la missione a dei civili sconosciuti, e soprattutto coinvolti nell'incidente e poco raccomandabili. Avevano bisogno di dati, di qualcosa di concreto che convincesse il Consiglio ad appoggiare la missione economicamente... E magari militarmente. Ma prima di questo, Eleanor potè contare solo sul supporto dei suoi nuovi collaboratori civili.
    Diede loro appuntamento di fronte a quello che sembrava essere una normalissima palazzina di quattro piani, ma all'interno era tutt'altra cosa. Anzichè quattro, i piani erano in realtà due, ma più alti del normale. Non c'erano appartamenti all'interno, ma un'unica grande centrale in incognito, fornita di un laboratorio, un'armeria, un paio di celle ed anche degli alloggi per la notte.
    "Se ve lo state chiedendo..." esordì la donna, una volta che l'ultimo entrato, Hanntius, ebbe chiuso la porta alle sue spalle "Questo posto non è sotto controllo dell'SSC. Non è sotto il controllo di nessuno, in realtà. Ce ne sono altri sparsi per la Cittadella, e sono stati costruiti dal Consiglio per le missioni speciali degli Spettri. Sono dei centri operativi totalmente funzionali e per ogni necessità dello Spettro, e... Beh, voi non dovreste sapere della sua esistenza."
    Fece cenno con la mano, ad indicar loro di seguirla, e li portò fino alla stanza successiva, che doveva essere adibita a sala di briefing.
    Eleanor conosceva gli Spettri, lavoravano sempre da soli. Il Consiglio probabilmente aveva pensato a quella stanza per funzioni comunicative e diplomatiche, ma era chiaro a tutta la Galassia che quelli non fossero i metodi convenzionali di uno Spettro. Quel posto puzzava di morte e di sangue.
    La rossa aspettò che tutti si accomodassero attorno al grande tavolo centrale, e li osservò mentre lo facevano. Rael sembrava ancora poco motivata, come se non fosse sicura di voler riesumare il suo passato, mentre dall'altra parte le due mercenarie sembravano più motivate che mai. Hanntius era stato molto convincente riguardo all'includerle nella missione, ma Eleanor non era sicura che il Turian avesse ragionato con la sua testa a riguardo.
    "Signori, abbiamo una pista." disse quindi, una volta assicuratasi che ognuno fosse al proprio posto. La rossa raccolse un datapad e lo accese, lasciando che questo mostrasse una serie di fascicoli di ogni sorta.
    "Rael, mi hai chiesto di indagare sull'incidente di Dalio Nerius... Beh, leggi i nomi."

    RICARDO HERNAN
    VEX T'BAL VAS NEDAS
    ASHER KAR'SKAR
    BARELIA MERIS
    ALBERT ALEXANDERS
    DALIO NERIUS

    Albert Alexanders non morirà mai. Lo stesso Albert Alexanders proprietario dell'appartamento sul Molo D28, e lo stesso Albert Alexanders che era presente tra quei fascicoli.
    "La situazione dell'Agente Nerius è una questione privata e ti darò tutto quello che si sa più tardi, intanto concentriamoci su questi nomi. Abbiamo un umano di origini terrestri, ingegnere aerospaziale. E' stato arrestato dall'SSC qualche giorno fa, per traffico illecito di astronavi rubate. Vex T'Bal è una Quarian esiliata e residente sulla Cittadella. Adesso lavora nei pressi dell'Agglomerato Zakera, fa la barista in un pub per destroaminoacidi, ma pare sia stata esiliata per aver sottratto alla Flottiglia componenti Geth disattivati. La terza figura è un Batarian, pare sia un rinomato artigliere, ma ha avuto un passato con la dipendenza da sabbia rossa. Poi abbiamo la dottoressa Meris, biologa e neurologa Asari radiata dall'albo dei medici, per ucciso un paziente con sperimenti illeciti al cervello."
    Eleanor lesse tutte quelle informazioni senza mai alzare lo sguardo verso i suoi interlocutori. Solo a quel punto alzò la testa e li osservò per bene: tutti la stavano ascoltando, ma dalle loro espressioni nessuno sembrava capire cosa questi avessero in comune. Avrebbero avuto una visione più chiara dopo aver sentito di Alexanders.
    "Albert Alexanders. Umano, sessantasei anni. Ex generale dell'Alleanza, ha preso parte alla guerra del Primo Contatto... Ed era stato dato per disperso, e considerato morto. L'uomo torna in circolazione sette anni dopo, e dopo esser stato rimesso in regola abbandona il mondo militare per darsi allo studio delle specie sintetiche. Alexanders è scomparso nuovamente tre anni fa, ma prima di sparire il fascicolo riporta di una sua malattia mentale non ufficialmente confermata. A quanto pare era ossessionato dal dare vita alla specie perfetta. Fino a qui sembra solo un vecchio pazzo, ma se è riuscito ad influenzare altre cinque persone, forse ha davvero qualcosa per le mani."


    Chiuse il flusso d'acqua sfiorando la sua mano contro il pannello digitale sul muro, e scostò la porta scorrevole quanto bastasse per vedere la parte inferiore di quella donna che giaceva sul letto.
    Aveva proprio bisogno di quella doccia, dopo l'intenso trattamento a cui era stato sottoposto. Era stato tutt'altro che spiacevole, ma sicuramente più faticoso del previsto.
    Scostò totalmente la porta scorrevole del box ed uscì, non curandosi della quantità di acqua che aveva ancora addosso, e che non tardò a riversarsi a terra lungo tutto il tragitto fino alla stanza da letto. L'umana era ancora nuda, ma del resto era impossibile rivestirsi con entrambe le mani ammanettate al letto, così ne approfittò per ammirare il suo corpo ancora una volta. Non andava pazzo per le umane, ma qualsiasi femmina di qualsiasi specie era sufficiente per risvegliare i suoi istinti, e poi quell' 'esemplare' era particolarmente interessante: non era molto alta, ma aveva un fisico molto formoso e dei morbidi e lisci capelli biondi. Ciò che la rendeva speciale, però, era il colore dei suoi grandi occhi, anzi, i colori. La donna aveva un occhio grigio ed uno verde, così diversi che sembrava quasi che uno dei due l'avesse rubato a qualcun altro.
    "Hai intenzione di lasciarmi così tutto il giorno?" chiese all'improvviso quella, distogliendolo dai suoi pensieri.
    "Perchè, vuoi già andartene?" chiese quindi lui, con aria scherzosa, anche se la domanda era abbastanza seria. Si tuffò nuovamente su di lei, che gli si avvinghiò con le gambe e cominciarono a baciarsi.
    "Cos'è stato?" la domanda di lei interruppe il momento proprio sul più bello.
    "Sarà stato il vento..." mentì lui, che cercava di riprendere dove si erano fermati, ma il volto preoccupato della donna alla fine lo costrinse a cedere. "D'accordo, va bene! Vado a controllare!" obbedì lui, alzandosi dal letto e raccogliendo la Phalanx sul comodino.
    "Umane..." mormorò "Va a finire sempre così."


    "Pare che tutti e quattro siano attualmente sulla Cittadella, perciò potremmo andarli a cercare. L'inghippo sta nel fatto che, guarda caso, stanno tutti in un agglomerato diverso. Le informazioni viaggiano troppo velocemente, perciò c'è il rischio che una volta catturato uno gli altri si mettano in fuga. Potremmo dividerci, ma ne vale la pena, secondo v..."
    La domanda di Eleanor venne interrotta da un sussulto, causato dal rumore della porta che si spalancava dietro di lei.
    "Fermi tutti, nessuno si muova!" Intimò la voce, ma Eleanor sbuffò, perchè aveva capito di chi si trattasse. Spinse le ruote della carrozzella per potersi girare, ma nonostante avesse capito chi fosse, si sorprese comunque di trovarsi di fronte ad un Drell nudo e con una pistola in mano.
    "Santo Dio, Fin!" esclamò lei a quel punto, sforzandosi di non guardare verso la sua direzione. Il Drell spalancò gli occhi, ed abbassò la pistola. Sembrava sorpreso di trovare proprio lei in quel posto ed in quel momento.
    "Ma guarda guarda chi c'è qui, a violare le regole! Miss 'seguolalegge' Elliott!" esordì quindi lui, alzando le braccia e sorridendo con tutti i suoi denti. "Entri in casa mia con degli ospiti, e nemmeno me li presenti? E che ospiti..." commentò poi, con lo sguardo rivolto verso le umane e la Asari nella stanza.
    "Fin, questa non è casa tu..." Eleanor cercò di correggerlo, ma quello cambiò discorso interrompendola, sapendo quanto questo la facesse irritare all'inverosimile.
    "Sono Fin Shuil, primo Spettro Drell, attualmente in una missione top-secret." si presentò lui, porgendo la sua mano prima verso Rael, poi verso Selina.
    "Immagino..."
    "Sto seguendo le tracce di una Asari che mi ha rubato il cuore... Oh, credo di averla trovata." Fin prese la mano di Niissa e la baciò delicatamente.
    "Bene, ora che ho concluso la mia missione, merito una ricompensa." il Drell puntò il dito verso Eleanor, gongolando "La mia ricompensa sarà vedere la faccia dei Consiglieri quando dirò che la loro protetta utilizza risorse senza il loro consenso."
    "Non... Non puoi farlo!" protestò lei stringendo i pugni e con lo sguardo più minaccioso che potesse fare.
    "Non posso? Certo che posso! Sono uno Spettro, ricordi? Al di sopra della legge, rispondono solo al Consiglio e bla bla?"
    "Ti dico che non puoi. Perchè se lo facessi perderesti l'occasione che stai aspettando da tutta la vita."
    Sorrise, perchè aveva colto nel segno. Shuil era uno degli Spettri meno considerati di tutta la Galassia. Era entrato a farne parte da qualche anno, all'interno dei quali si era occupato solo di casi minori e di pochissima importanza. Con quella sola frase era riuscita ad indispettirlo, e forse avrebbe guadagnato un po' di tempo.
    "Vai avanti, ti ascolto." rispose quindi lui, con un tono di voce molto più serio rispetto a prima e la fronte corrugata. Spostò una delle sedie libere fino a posizionarla tra lei e Niissa, ed ascoltò attentamente i dettagli sul caso di Eleanor.

    "Quindi, vediamo se ho capito: vorresti il mio aiuto per trovare questo Alexanders e impedirgli di creare intelligenze artificiali?"
    "Non vogliamo il tuo aiuto. Voglio il tuo silenzio. Non dire nulla al Consiglio, e a missione conclusa potrai prenderti il merito di tutto. Diventerai uno Spettro rinomato ed il Consiglio potrebbe pure prenderti in considerazione."
    "Cazzate. Non avrai solo il mio silenzio. Non me ne starò con le mani in mano ad aspettare che facciate tutto il lavoro. Guida pure il tuo team, ma da adesso in poi ci sarò anche io e le mie infinite risorse."
    Eleanor sospirò, ma acconsentì. Odiava quel tizio e non lo voleva tra i piedi... Ma era uno Spettro, e avrebbe fornito un aiuto che solo uno Spettro poteva dare.
    "D'accordo, ma ad una condizione: mettiti i pantaloni."



    Edited by •Gabry‚ - 7/6/2016, 00:27
     
    Top
    .
  14.     THUMBS_DOWN   Dislike
     
    .
    Avatar

    Banshee

    Group
    Giocatore Veterano
    Posts
    2,232
    Morale
    +392

    Status
    Offline

    Selina Sakarova

       Fazione: Army Of Four
       Ruolo: Mercenario




    < Ciao Marek! >
    Il volto del batarian nel visore del factotum si illuminò di gioia quando i suoi occhi incrociarono quelli grigi di Selina < Ciao Meravigliosa! > replicò il batarian sorridente < Come va lo shopping con Niissa? Cominciavo a preoccuparmi visto che non ti facevi sentire. >

    Dopo il briefing e l'incontro con lo spudorato Spettro drell, Selina aveva dovuto dare fondo a tutte le sue doti affabulatorie per convincere Eleanor a cencederle quella chiamata. Selina sapeva quanto Marek fosse protettivo e ansioso ed era sicura che, se non si fosse fatta sentire, il suo amante avrebbe anche potuto invadere la Cittadella con l'aiuto di Grat, solo per andare a cercare lei e Niissa.
    Inoltre, l'obiettivo che lei e Niissa avevano scelto era un batarian a quanto pare abbastanza conosciuto e forse Marek avrebbe potuto dare loro qualche consiglio in quanto conoscitore di quasi tutti i batarian valesse la pena conoscere.
    Le due avevano scelto il batarian seguendo una semplice logica: quel Asher era un esperto di esplosivi e solo poche ore prima un turian si era fatto brillare a un centimetro dal loro naso. Solo uno stupido non avrebbe trovato un collegamento tra le due cose e Selina forse era superficiale ma di certo non si reputava poi tanto stupida.

    La russa era piuttosto sulle spine alla prospettiva di comunicare al suo Capo, amante e datore di lavoro che, come quasi sempre, si era cacciata nell'ennesimo casino...anche se questa volta, la colpa non era stata proprio tutta sua.
    < Ecco...lo shopping è andato bene ma... > cominciò Selina mordicchiandosi nervosa un labbro.
    L'espressione di Marek cambiò subito. Conosceva troppo bene Selina e sapeva che quando si mordicchiava un labbro, era meglio prepararsi al peggio < Non dirmelo. > disse scoraggiato < Vi siete cacciate di nuovo nei guai! >
    < Non esattamente! > La voce di Niissa si intromise nella comunicazione mentre il suo volto andava ad affiancarsi a quello di Marek sul visore di Selina < Sono stati i guai a trovare noi. Questa volta, te lo giuro, io e Selina non abbiamo fatto quasi nulla! >
    < Ahah! > Il volto gioviale di Grat comparve proprio in mezzo tra il batarian e Niissa. Selina sbuffò sonoramente: sperava in un po' di intimità con Marek e invece, come al solito, il suo desiderio era evaporato < Te l'avevo detto Marek... > aggiunse Grat saccente < ...un giorno! Un giorno e si sarebbero ficcate in un casino. Mi devi 2.000 crediti. >
    < E' bello sapere che avete tutta questa fiducia in noi. > disse sarcastica Selina ricevendo un cenno d'assenso da Niissa.
    < Fiducia? > domandò Marek stupefatto < Quando tu e Niissa siete insieme non è mai una questione di SE vi ficcherete in un casino ma solo una questione di QUANDO! Ricordi l'anno scorso? >
    Certo che se lo ricordavano e il rossore che avvampò sul loro volto era un chiaro segno di quanto se lo ricordassero. < Non è stata colpa nostra... > si giustificò Niissa abbassando lo sguardo.
    < Grat, vorresti rinfrescare loro la memoria? > la interruppe Marek allargando le braccia.
    Grat ridacchiò al ricordo < Già...già...solo per una questione di chi fosse stato il più grande giocatore di Bioball della storia... >
    < Era una questione di principio! > sbottò Selina sentendosi chiamata in causa < Nessuno può venirmi a dire che Kareta T'sari è stata più forte di me! Neanche il maledetto Presidente della Comunità Elcor!>
    < Confermo...Kareta l'ho conosciuta ed è solo un pallone gonfiato! > intervenne Niissa per dare man forte all'amica < Per fortuna che l'Ambasciatore Volus era daccordo con noi. >
    < Stavate facendo scoppiare una guerra interplanetaria tra Elcor e Volus! > quasi strillò Marek nel comunicatore < Cazzo! Avete fatto azzuffare un ambasciatore volus con il Presidente Elcor in una maledettissima Royal Rumble clandestina! Le razze più pacifiche della Galassia a un passo da un guerra totale...per colpa vostra! >
    < Mi sarebbe piaciuto vedere chi avrebbe vinto... > buttò lì Grat sornione.
    < Per favore! Non ti ci mettere anche tu! > lo interruppe subito Marek esasperato < Va beh...in che genere di casino vi siete cacciate? >
    < Non posso dirtelo. > rispose concisa Selina < Però te lo dico lo stesso. E' una missione Under Cover, Super Top Secret, classificazione livello Spettro...Spettro drell...esibizionista, cascamorto e a occhio non esattamente James Bond ma comunque sempre uno Spettro. >
    < E c'è anche una tizia in carrozzella dell'SSC che guida un robot con la mente, un agente simpaticone turian, una graziosa mercenaria dagli occhi tristi e poi... >
    < ...un attentato suicida che a momenti ci fa restare secche, un arresto, una gita all'Huerta e ora siamo in un luogo Under Cover, Super Top Secret, classificazione livello Spettro. > terminò Selina scambiando un gesto d'intesa con Niissa.
    < Tutto questo in quanto? Meno di un giorno? Voi due volete farmi venire un attacco cardiaco...peggio! Voi due mi volete vedere morto stecchito! > disse incredulo Marek ormai rassegnato < Lasciamo perdere. Avete bisogno di aiuto? >
    < Effettivamente...tu conosci un certo Asher Kar'Skar? Artificiere batarian piuttosto rinomato? > domandò Selina interessata.
    Marek si strofinò il mento pensieroso prima di scuotere la testa < Il nome non mi dice nulla. Dovete torchiarlo un po'? >
    < Già. Potrebbe essere a conoscenza di elementi essenziali per la nostra indagine. Ora dobbiamo andare...non vi preoccupate, ce la caveremo. >
    < Aspetta! > si affrettò Marek prima che la ragazza chiudesse il collegamento < Per una volta, potreste evitare di ridurlo a un vegetale a furia di botte? Provate un metodo più professionale...OK? > Selina annuì non proprio convinta e Marek scosse la testa < Flotteremo nei dintorni della Cittadella...se vi serve aiuto chiamatemi e, Selina...mi manchi...tantissimo. Non farmi restare in pensiero. >

    Selina e Niissa erano davanti alla porta di quello che risultava essere l'appartamento di quel Kar'Skar. Era mezzanotte passata e le due, nonostante l'ora tarda, erano decise a mettere i loro artigli sul batarian. Sapevano di dover agire più o meno in simultanea con le altre squadre per evitare che i sospettati, qualora fossero stati davvero implicati nella faccenda, comunicassero tra di loro rendendo inutile l'uno il lavoro dell'altra squadra.
    Entrambe impugnavano la loro pistola mano su mano e Niissa era già pronta a sfondare la porta quando a Selina tornarono in mnete le raccomandazioni di Marek; forse, per una volta, avrebbero potuto agire come dei veri detective.
    Con decisione, afferrò il polso di Niissa e la invitò a riporre l'arma mentre a sua volta infilava la pistola nella fondina. L'asari la guardò sconcertata mentre la russa si abbassava la zip che portava sul torso e che teneva unita la sua tuta attillata fino a metà del petto e poi si 'rimboccava' meticolosamente i seni per renderli più prorompenti che mai attraverso la scollatura.
    < Diversivo. > sussurrò strizzando l'occhio a Niissa proprio mentre il suo pugno bussava educatamente alla porta del batarian.

    Passarono alcuni istanti di silenzio prima che la porta si schiudesse e la sagoma del batarian inguantato in un vestito verde e blu facesse capolino dalla porta.
    L'alieno aveva un'aria vagamente spiritata ed era affetto da uno strano tic che gli faceva scattare la testa di lato come se invitasse qualcuno a seguirlo. < Chi siete? Cosa volete? > domandò l'alieno con un tono di voce molto buffo. Il suo intercalare era caratterizzato da un alternanza di toni bassi seguiti da improvvisi acuti a fine frase accompagnati dal tic nervoso e da uno strano mugolio emesso dalla bocca.
    Le due trattennero a stento una risata a quella curiosa apparizione prima che Selina, impettendosi e traendo di tasca un portadocumenti, aprisse e poi richiudesse velocemente l'oggetto sventolandolo sotto gli occhi del batarian < Agente Sakarova. SSC. > si presentò tutta seria e pronta a scattare qualora il suo trucco non avesse funzionato.
    < Cosa desidera, Agente? > domandò sospettoso l'alieno.
    Selina tirò un silenzioso sospiro di sollievo.
    Aveva sventolato di fronte al batarian la sua tessera punti del supermercato; lo aveva fatto portando il documento proprio all'altezza del suo seno che aveva con tanta cura posizionato, contando sul fatto che il batarian si sarebbe concentrato più sulle sue poppe che sulla tessera, consentendole di evitare una scazzottata fuori programma.
    Con fare deciso, scansò il batarian e fece il suo ingresso nell'appartamento < Vede... > disse mentre Niissa la seguiva e si richiudeva la porta alle spalle < ...alcune ore fa un Agente Turian si è fatto saltare per aria all'interno della sede dell'SSC. Non ci sono state perdite ma, dai nostri archivi, risulta che lei sia uno dei migliori esperti di esplosivi sulla Cittadella. Il nostro Capitano...mmm...Elliott, ci ha mandate per chiedere la sua consulenza in quanto massimo esperto del settore. >

    Niissa stava sudando freddo e non toglieva la mano dal calcio della pistola pronta a scattare al minimo movimento falso del batarian.
    < Non sembrate Agenti SSC. > disse il batarian squadrandole indagatorio.
    < Tagli al budget. > si giustificò l'asari stringendosi nelle spalle < Siamo due novelline...per noi niente divisa. E niente pistole d'ordinanza! Cosa credono quegli stronzi? Che arrestiamo i criminali a parolacce? >
    Per lunghi secondi il batarian le guardò in silenzio poi, con il suo solito buffo modo di parlare, le invitò ad accomodarsi nel soggiorno e, mentre le accompagnava, disse < Pensate se al posto di normali esseri viventi ci fossero Intelligenze così evolute da evitare questi errori da vivente! Esseri superiori ma totalmente al nostro servizio! Forse si eviterebbero addirittura guerre e distruzione... >
    Selina rizzò le orecchie pensando subito che, se se la fossero giocata bene, avevano qualche possibilità di estorcere qualche notizia da quel batarian. E senza riempirlo di botte, per di più.

    I tre passarono l'ora successiva a parlare del caso. Il batarian sembrava essere piuttosto comunicativo e, ogni volta che la bocca sembrava seccarsi, Selina abbassava impercettibilmente un po' di più la zip della tuta facendo tornare all'istante la parlantina al batarian.
    Bevvero un paio di caffè a testa (pessimo caffè di Kar'Shan che finsero di gradire) e presto entrarono abbastanza in confidenza da cominciare a parlare di cose più personali. A Niissa e a Selina non sembrava vero di essere riuscite a comunicare con il sospettato senza l'ausilio di minacce fisiche e veri pugni in faccia.
    < ...ero un artificiere con i fiocchi... > disse ad un tratto il batarian < ...posso fare saltare per aria qualsiasi cosa: case, ponti, incrociatori da battaglia. Questa stessa casa è piena di trappole esplosive nel caso qualche malintenzionato volesse farmi la pelle. > Selina rabbrividì al pensiero che, usando il loro solito metodo, probabilmente avrebbero dovuto vedersela con un'altra bomba < Ma non sono perfetto. > agiunse Asher facendola tornare alla realtà < Avevo calcolato male il quantitativo di esplosivo e forse lo avevo piazzato nel posto sbagliato...questione di centimetri. > Le due si alzarono impercettibilmente dallo schienale della poltrona, entrambe sicure che presto avrebbero ottenuto il frutto della loro pazienza < Era solo un'esercitazione. > disse il batarian prendendosi la testa fra le mani < 12 allievi. Morirono 12 allievi. Erano troppo giovani per morire...troppo belli...troppo... L'ordigno esplose. Una bellissima esplosione con tanto di fiamme rosse e gialle. Ma la struttura cadde dalla parte sbagliata, schiacciandoli. > L'alieno si interruppe, indeciso < Capite? Se a piazzare quella carica fosse stato un Essere Perfetto che non può sbagliare, quei 12 giovani batarian sarebbero ancora vivi! Mi radiarono dall'esercito e mi trasferii sulla Cittadella dandomi all'uso di Sabbia Rossa. O meglio, abuso...questo tic, il mio strano modo di parlare sono causati da troppa droga. > spiegò sottolineando il concetto con l'ennesimo scatto della testa < Poi conobbi un umano che aveva lo stesso sogno che avevo io! Niente più errori...niente più imperfezioni. Quante vite avremmo potuto salvare? 10? 100? 1000?? O forse un milione? Misi le mie conoscenza al suo servizio convinto di stare facendo la cosa giusta ma... > Questa volta l'interruzione fu più lunga e Selina fu costretta ad abbassare ancora di più la zip fino a rivelare un angolo della sua biancheria intima.
    < Ma...cosa? > lo incalzò a sua volta Niissa.
    < Ma il prezzo per questa utopia è stato troppo alto. Altri morti. Altre innocenti vite spezzate. >
    Il batarian si alzò dal suo posto e si recò nella stanza accanto da dove tornò alcuni istanti dopo con due pacchi stretti sotto il braccio. < Ecco. Tenete. > disse porgendo i due pacchi alle ragazze < Sono circa due chili di Sabbia Rossa...è un peccato buttarla via e voi la custodirete meglio di me. Ora, vi resta poco tempo. Ho settato una bomba che distruggerà questa casa con me dentro. Avete 45 secondi per andarvene...io devo fare i conti con la mia coscienza. >
    Gentilmente accompagnò le due alla porta e stava richiudendo l'uscio alle proprie spalle quando Selina bloccò la chiusura piazzando un piede tra la porta e lo stipite < Dov'è Alexanders? > domandò seria ma con uno sguardo comprensivo neglio occhi.
    < Io sono solo il suo braccio armato. Non so che piani abbia ma dovete fermarlo! Lui è ovunque, capite? Io non credo che lui sia umano...lui è già un Essere Perfetto. Albert Alexanders non morirà mai! Riuscite a capire? Non morirà mai! >

    Con decisione si richiuse la porta alle spalle e le due amiche si allontanarono velocemente, assistendo alla deflagrazione dalla strada, guardando in alto verso le finestre dell'appartamento.
    < Secondo te... > disse Niissa mentre osservava le fiamme < ...quel batarian ci voleva dire che Albert Alexanders è già un'Intelligenza Artificiale? >
    < E' quello che ha lasciato intendere. > confermò Selina con una sorta di amaro in bocca < Peccato...era uno schizzato ripieno di droga ma non era male. Sono contenta di averlo conosciuto. >
    < A chi lo dici! > confermò Niissa euforica.
    < Perchè? > domandò la russa interrogativa.
    L'asari sventolò i due panetti sotto gli occhi di Selina < Il regalo di Grat! >
    < Non credo che Simpaticone e Robot Wheels ci lasceranno tenere tutta questa Sabbia Rossa. >
    < Col cazzo! Con tutta la fatica che abbiamo fatto? La nascondiamo e poi passiamo a prenderla quando abbiamo finito. >
    < Dinamico Duo alla riscossa? > disse Selina ridendo alzando la mano aperta.
    < Sempre! > replicò Niissa colpendo la mano con un sonoro cinque.




    Edited by hellequin81 - 7/6/2016, 16:44
     
    Top
    .
  15.     +2   THUMBS_DOWN   Dislike
     
    .
    Avatar

    Kinder Buenos

    Group
    Giocatore Veterano
    Posts
    4,249
    Morale
    +122
    Location
    Kaer Morhen

    Status
    Anonymous

    Hanntius Baril

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Agente SSC

    citazione (rimuovere se non presente)

    La situazione sembrava momentaneamente stabile, ma sospettò che nessuno di loro pensava che rimanesse tale per molto a lungo.
    Dopo l'incontro con gli altri per ricevere nuove informazioni, con tanto di ospite d'onore: il primo Spettro drell, Hanntius aveva deciso di occuparsi della dottoressa asari. Dalle informazioni ricevute sul suo conto, ad Hanntius era sembrata subito sospetta, non per i suoi precedenti ma per quello che ne avrebbe potuto recuperare Alexanders se l'asari ne fosse stata coinvolta.
    Lui non ne capiva molto di IA, ma sapeva la differenza tra quella e un'IV.

    Il turian ripensò alle informazioni in suo possesso e rifletté sul da farsi: se avesse usato le normali procedure dell'SSC, avrebbe potuto ottenere quasi nulla e la cosa si sarebbe protratta per giorni, magari favorendo il presunto terrorista. Sapeva che il tempo era importante in casi come quelli, ma era combattuto per non poter fare altrimenti.
    Lui era un agente dell'SSC e non poteva non seguire le regole, ma... il turian fu colto da un'idea improvvisa. C'era un... modo che poteva usare per ricavare le informazioni, ma se fosse stato scoperto avrebbe rischiato non poco. Era bravo ad evitare molti argomenti, però c'era sempre una prima volta per sbagliare. Il turian si disse che la cosa ne valeva la pena.

    Hanntius si era così preoccupato di cambiarsi, niente abiti che urlassero "SONO DELL'SSC, GUARDATEMI!" ma vestiti semplici, ed ora stava suonando il campanello di un'appartamento piuttosto anonimo, così come tutti di quel palazzo. Hanntius sperava ci fosse qualcuno all'interno, era a malapena tardo pomeriggio.
    La porta si aprì dopo alcuni secondi aver formulato quel pensiero, facendo comparire un grosso krogan dal colorito verdognolo. Questo fissò intensamente Hanntius, tant'è che il turian cominciò a domandarsi se non fosse appena diventato il suo pasto, senza dire niente e né muoversi.
    Il turian cercò di farsi coraggio e cominciò a parlare: «Cerco "Ludius"»
    «Chi cerca Ludius?» domandò con un ringhio il krogan.
    «Hann» rispose il turian, per poi specificare: «Hann cerca Ludius. Solo Hann»
    La sua risposta sembrò non soddisfare il krogan, tant'è che continuò a rimanere immobile sulla porta, bloccandogli l'accesso.
    Hanntius cominciò a rimproverarsi per quella stupida idea, quando sentì qualcuno da dietro il grosso alieno.

    «Fallo entrare» ordinò la voce che, appena il krogan rientrò nell'appartamento, Hanntius poté dare un volto: era una donna turian.
    L'agente entrò subito dopo, scrutato a vista dagli occhi dorati del krogan, e si concentrò sulla donna che sapeva rispondere a nome di "Ludius". La turian aveva un colorito più bianco del suo, messo in risalto dalle marcature color verdeacqua. Le poche volte che Hanntius l'aveva incontrata, era sempre una sua difficoltà guardarla negli occhi, perchè questi erano di due colori diversi: uno blu e uno verde; così il turian preferiva sempre guardare le marcature del volto. Hanntius conosceva la donna per un semplice motivo: ella lavorava (e lavora) per sua madre. Entrambi si conoscevano, sebbene Hanntius preferisse non ricordarselo se non per particolari casi.
    «Le regole sono sempre le stesse: un favore per te, equivale ad un favore per me» parlò la turian, mentre si sedeva e invitandolo a fare altrettanto. Lui preferì rimanere in piedi anche perchè infastidito dalla presenza non rassicurante dell'imponente krogan.
    «Lo so Ludius. Sono qui per sapere se conosci un umano di nome Albert Alexaf... no, Albert Alexanders e un'asari che risponde a nome di Barelia Meris»
    Ludius rimase in silenzio a pensare per quasi mezzo minuto, durante il quale Hanntius cominciò a chiedersi se quel krogan lo avesse puntato come parto per la cena.
    «Non so nulla di questo Alexanders, non faccio mai affari con gli umani» dichiarò la donna, quasi disgustata a quell'idea, «Però il nome dell'asari non mi è nuovo. La conosco... ma perchè lo vuoi sapere?»
    «Ho bisogno di sapere alcune informazioni da lei e velocemente, con le procedure normali sprecherei solo del tempo» confessò l'agente.
    La donna turian sorrise sorniona a quella rivelazione.
    «Se è questo ciò che vuoi» e così dicendo, fece un cenno al compare krogan. Hanntius ebbe giusto il tempo di ascoltare le parole dell'altra turian, prima di perdere improvvisamente conoscenza.

    Si risvegliò alcune ore dopo, steso su quello che doveva essere un divano non troppo comodo.
    "Hanntius, perchè mai hai scelto quest'idea? Perchè hai nuovamente chiesto aiuto a questi criminali?" pensò il turian, mentre si massaggiò il capo dolorante. "Perchè sei un idiota con idee idiote e con la passione segreta nel diventare un sacco da boxe" rispose un secondo pensiero.
    Il turian cercò di alzarsi dal divano quando vide comparire Ludius e il krogan, accompagnati da un'asari molto carina e con un abito color giallo.
    «Perdona il poco preavviso Barelia, ma ho proprio bisogno che mi sistemi questo qui prima che lo perda di nuovo. Grhoj l'ha colpito accidentalmente e non vorrei rischiare, dato che è una specie di parente del mio capo» spiegò la turian, portando l'asari davanti all'agente dell'SSC.
    "Accidentalmente un caz-"
    «Nessun problema, Kae. Darò una rapida controllata» rassicurò Barelia, per poi controllare Hanntius.
    Il turian si lasciò controllare, cercando di pensare velocemente a come avere le informazioni dall'aliena.
    «Nulla di grave, ma sembra che tu abbia già preso già una buona dose di colpi negli ultimi tempi»
    Hanntius rise a quella affermazione. Doveva sfruttare quell'occasione.
    «Ragionamento corretto, signorina... Barelia, giusto? Posso dire che in parte è colpa mia: mai perdere contro qualcuno se non puoi pagarlo subito. Quel Alexanders sembrava volerli subito quei soldi»
    Il nome dell'umano provocò un cambiamento di espressione nell'asari: se prima il volto era tranquillo e amichevole, ora era più aggressivo.
    «Alexanders?»
    L'agente annuì dolorante, mentre il suo volto assumeva un'espressione curiosa e confusa.
    «Lo conosci? Perché vorrei consigliarti di non giocare più con lui a quel gioco umano... come faceva... ah sì, Blackjack. E' simile al Quasar, ma...Spiriti! Preferisco non giocarci più! Mi sento fregato da quell'umano... Albert, credo» raccontò Hanntius, cercando di inventarsi una storia credibile.
    «Se è lo stesso umano che conosco io...» cominciò l'asari, con le parole cariche di rabbia, «... allora posso almeno affermare di non essere stata l'unica vittima. Quel viscido bastardo mi ha derubato di tutti i miei appunti e studi. Avete presente quanto lavoro c'era? Ho perso il posto per quelle informazioni!» confessò in un impeto di rabbia. Un'aura azzurrina cominciò a circondare l'aliena.
    Ludius si avvicinò proprio nel momento per calmare l'asari.
    «Ehi, calma. Se avevi questo problema potevi venire da me subito! Con tutti i lavori di rattoppo che ti ho chiesto, ti dovrò sicuramente un paio di favori» disse la turian con aria preoccupata. Nel tentativo di calmare l'asari, Ludius fece cenno ad Hanntius di levarsi.

    «Dato che a posto, ora puoi anche toglierti dai piedi. Prima di uscire, vai da Grhoj che vorrebbe scusarsi».
    Senza farselo ripetere due volte, Hanntius abbandonò Barelia e Ludius, quest'ultima ora intenta a chiederle se avesse bisogno di qualche favore in proposito, e si diresse velocemente verso l'uscita. Non troppo velocemente o avrebbe destato qualche sospetto.
    Una volta raggiunta l'uscita, una mano lo agguantò prima che potesse uscire.
    «Ora è il tuo turno» disse il krogan, consegnandogli una specie di fascicolo. Hanntius guardò quell'oggetto e poi l'alieno verdognolo.
    «Il tuo favore: giorni fa sono stati presi alcuni uomini di Ludius per presunto omicidio. Un malinteso che i cosi blu hanno scambiato per altro» spiegò Grhoj, «Lì dentro ci sono le giuste informazioni. Tu devi solo sostituirle a quelle stupide dei cosi blu»
    «Mi state chiedendo... di inquinare le prove?» domandò titubante il turian.
    Il krogan sembrò sorridere a quelle parole, divertito.
    «Un favore per un favore. Non giocare al coso blu, tu sei e rimani un criminale»

     
    Top
    .
60 replies since 7/5/2016, 17:33   1126 views
  Share  
.
Top