Trascendenza

Spazio esterno del Consiglio, Cittadella

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    Rael Thompson

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    Ogni suo passo era seguito da una miriade di occhi alieni, e Rael sapeva che questo non era da imputare al suo look... almeno non in parte.
    Presso il Blocco 633 vi era un grande via vai di gente, ma solo turian e qualche sporadico quarian camminavano nella sua stessa direzione e, fatta eccezione per buona parte di questi ultimi, tutto il resto era abbigliato in modo elegante e ricercato. Dal canto suo, Rael non si era disturbata a cercare un'apparenza più fine e raffinata, optando per un pantalone di pelle, anfibi e la solita felpa con cui sembrava ancora più minuta di quanto non era già.
    Così abbigliata e in un luogo che non si addiceva certo agli umani, Rael comprese immediatamente di non poter agire con gran segretezza.
    Sotto lo sguardo incuriosito degli alieni, la ragazza entrò nel locale dove il suo obiettivo, a detta della Elliot, lavorava, e scoprì ben presto che non sarebbe stato difficile trovarla: non appena si avvicinò al bar, una quarian si rivolse immediatamente a lei.
    "Temo di non poterti offrire nulla, tesoro" - fece, mentre metteva in ordine i bicchieri - "Questo è un locale esclusivo per destro-amminoacidi".
    A Rael bastò un'occhiata per confermare che si trattasse proprio di Vex: tuta nera, cappuccio viola, bassina e dal fisico asciutto - "Lo so. Sto soltanto cercando qualcuno".
    "Capisco. Viene qui spesso?" - domandò l'altra - "Forse ti posso aiutare".
    Rael guardò alla sua destra: gran parte degli avventori si erano accorti della sua entrata e la scrutavano con aria sospettosa. Non sarebbe stato facile ottenere informazioni da Vex, non nel suo stesso territorio... Ma come poteva allontanarla?
    "Fammi indovinare" - disse ad un tratto la quarian, tornando ad attirare la sua attenzione - "Un turian? Magari alto, robusto... e che in questo momento ti sta fissando con molto interesse?".
    "Uh? Cosa..?" - fece Rael distrattamente, e un gesto col capo della quarian portò la sua attenzione alla sua sinistra, dove... - "Oh, per l'amor del cielo" - borbottò tra i denti Rael.
    "Ehi, frena l'entusiasmo" - ironizzò Sithis, seduto a uno sgabello di distanza da lei - "Se mi sorridi così potrei persino montarmi la testa".
    "Ma che diavolo ci fai qui?" - sibilò la ragazza, dopo essersi accorta che Vex si era allontanata per servire altri clienti.
    Il turian scosse la testa, divertito - "Veramente quella fuori posto sei tu".
    Sithis era un turian della Guardianera, e la loro conoscenza era avvenuta in circostanze piuttosto delicate. Nonostante ciò che avevano passato insieme, dire che fosse nata un'amicizia tra i due non era proprio esatto: Sithis si era più volte dimostrato spietato, arrogante, cinico e privo di empatia. Uno stronzo di prima categoria, insomma, con cui Rael sperava di non dovere più avere a che fare.
    "Allora" - fece l'altro, una volta colmata la distanza tra lui e la ragazza - "Cosa vuoi dalla quarian?".
    Sfortunatamente, Sithis non era soltanto un bastardo patentato, ma era anche piuttosto acuto. Mentirgli era assolutamente inutile.
    "Me la cavo da sola" - disse Rael, lapidaria.
    "Sicuro" - fece l'altro - "Ma ti ricordo che ti devo un favore".
    "Puoi farmi il favore di sparire?".
    Sithis mescolò il suo drink - "Ti vorrei accontentare ma, come ti sarai sicuramente accorta, hanno ostruito l'uscita".
    Rael, cercando di non dare troppo nell'occhio, si voltò e si accorse che, effettivamente, un paio di turian si erano posizionati proprio davanti all'ingresso, e guardavano più volte nella sua direzione.
    "Non capisco..." - disse la ragazza, confusa - "Non ho fatto nulla!".
    "Chiaramente no. Penso ce l'abbiano con me e, adesso che ti ho parlato, anche con te".
    La ragazza sgranò gli occhi, poi strinse i pugni nervosamente - "E ti lamenti che non ti sorrido... Sei una sciagura che cammina!".
    "Così ferisci i miei sentimenti".
    "Non mi risulta che tu ne abbia".
    Sithis ridacchiò, poi buttò giù la sua bevanda - "C'è un'uscita alternativa, dietro le cucine del pub" - disse - "La quarian scapperà sicuramente da lì, quindi non appena farò scoppiare l'inferno qui dentro, corrile dietro".
    Rael annuì, leggermente stupita.
    "Mi raccomando, tappetta" - la ammonì, mentre scendeva lentamente dall'alto sgabello per fronteggiare gran parte degli avventori che, man mano, si stavano stringendo attorno a loro - "E' parecchio svelta".

    Ciò che Sithis scatenò in quel pub non poteva dirsi "inferno", ma come definizione ci andava piuttosto vicina: non appena il gruppo di turian aprì il fuoco su Sithis, questi si lanciò oltre il bancone, come fece anche Rael. La ragazza incrociò immediatamente lo sguardo della quarian che, con rapidità impressionante, si voltò e si diede alla fuga.
    Il motivo di quell'improvviso trambusto non era ancora chiaro a Rael, ma una cosa era certa: se non acchiappava quella piccoletta, non avrebbe avuto una seconda possibilità.
    La ragazza si preparò ad inseguirla, tenendosi bassa, ma un proiettile le fischiò a pochi centimetri dalla testa - "Merda!".
    "Ti copro!" - si udì la voce di Sithis, alle sue spalle: aveva trascinato uno degli aggressori oltre il bancone e lo stava usando a mo di scudo. Rael si precipitò all'inseguimento, estraendo allo stesso tempo la pistola, appena in tempo per dare un colpo ben piazzato alla tempia ad uno dei turian accorso per ostacolarla.
    Entrò nelle cucine più cautamente possibile, ma come era prevedibile, Vex e alcuni suoi protettori le avevano teso un'imboscata: Rael riuscì appena in tempo a nascondersi dietro un bancone prima che i suoi scudi fossero completamente a terra.
    "Vex T'Bal, voglio solo parlare!".
    A risponderle fu una voce maschile, di un quarian - "Non prenderci per stupidi! Conosciamo il tipo con cui stavi parlando!".
    Che diamine, pensò Rael irritata, se solo quell'idiota non si fosse messo in mezzo!
    Si schiarì la voce - "Vex, voglio solo delle informazioni!".
    "Informazioni? Riguardo cosa?" - Stavolta la voce era inconfondibilmente della quarian, ma Rael trovò fin troppo strano che le stessero dando adito a parlare. Infatti, poco dopo, riuscì a sentire dei passi provenienti dal lato sinistro. Scivolò a terra e si affacciò quel tanto che bastava a prendere rapidamente la mira per colpire al ginocchio il quarian che stava provando a coglierla di sorpresa; un altro rapidissimo colpo lo raggiunse alla mano che teneva la pistola, disarmandolo.
    Quello che non aveva previsto era che quel quarian facesse anche da esca: infatti, pochi istanti dopo essersi sporta per sparare, l'altro quarian tentò di raggiungerla al lato opposto, la pistola spianata. Rael rotolò velocemente sul pavimento, evitando il primo colpo, poi con un attacco prono tentò di disarmarlo, ma riuscì soltanto a deviare il secondo colpo. Intanto, sentì il suono di una botola che si apriva, e comprese che Vex se la stava dando a gambe.
    Maledizione!
    Con un'abile manovra, Rael si avvinghiò al braccio dell'avversario, tentando di torcerglielo, ma l'altro aveva dalla sua la superiorità fisica: dopo un vano tentativo, la ragazza si ritrovò scagliata contro una cella frigorifera, e l'urto fu tale che per un attimo la vista le si annebbiò.
    Intontita, cercò di tenersi in movimento e si riparò per riacquisire lucidità. Non appena il cervello riprese a funzionare, si accorse di essere dietro un carrello carico di stoviglie e immediatamente ebbe l'idea di usarlo per avvicinarsi all'avversario senza perdere la copertura.
    Spinse il carrello sempre più velocemente in direzione del quarian, cercando di ignorare le stoviglie che andavano in pezzi sotto i colpi di pistola, e finalmente avvertì l'urto violento contro il nemico, che si ritrovò schiacciato al muro. Non bastò a fargli perdere i sensi, ma a Rael non interessava perché la priorità era raggiungere Vex.
    Trovò la botola abbastanza presto, lasciata scoperta e semiaperta dalla rapida fuga della quarian, e ci si tuffò dentro senza esitazioni. Nei condotti in cui finì echeggiavano i movimenti di Vex che, gattonando, stava via via acquistando terreno. Se fosse stata un po' più grande di corporatura, Rael non ci avrebbe messo molto a raggiungerla, ma purtroppo aveva a che fare con un tipo svelto e minuto.
    Cercò di muoversi il più velocemente possibile all'interno del condotto e, proprio quando le sembrò di essersi fatta più vicina a Vex, un suono cupo risuonò ad annunciarle che l'altro quarian doveva essersi ripreso e ora si era messo ad inseguirla. Cercò di accelerare, per quanto potesse, e strinse i denti finché non vide una luce. Saltò fuori e, nonostante le gambe indolenzite, dovette riprendere a correre. Il condotto sbucava nella zona meno frequentata del Blocco 633, e Rael ne approfittò per rimettere mano alla pistola e sparare in direzione della quarian.
    Quella stronza correva a zig zag!
    Rael si fermò; si stese a terra, per rendere le braccia più stabili; si concentrò, trattenne il fiato e poi, finalmente sparò. Il proiettile viaggiò nell'aria rapidissimo e andò a conficcarsi nella caviglia di Vex che, finalmente crollò a terra.
    "Bel colpo. Peccato doverti uccidere".
    Concentrata com'era, Rael non aveva considerato il quarian che si era lanciato al suo inseguimento. Il suo corpo si irrigidì immediatamente, aspettandosi un colpo che, però, non sarebbe mai arrivato. Al posto dello sparo, Rael udì il suono di un vetro che andava in frantumi, seguito da versi strozzati.
    "Direi che il favore è reso" - affermò Sithis, mentre Rael si rialzava lentamente, sentendo le gambe molli - "Ma se vuoi un aiuto per far cantare la quarian, sono disponibile. Lo sai che mi piace il suono delle ossa che scricchiolano".
    "Ma che diavolo hai combinato?" - domandò Rael mentre si dirigevano verso Vex, che stava cercando di trascinarsi - "Perché ti volevano morto? Insomma, a parte le ragioni più ovvie...".
    "Te l'ho detto che sono in ferie?".
    "E ti stai annoiando, suppongo".
    "L'Elcor che gestisce... che gestiva quel pub aveva le mani in pasta in qualche affare che non era di mio gradimento" - spiegò semplicemente Sithis - "Ho rotto un po' le scatole, ho lasciato che abboccassero facendo la prima mossa e adesso... beh, non mi resta che andare a trovare un altro pub in cui andare a bere".
    "Magari cercando di non raderlo al suolo" - gli fece eco Rael. Ormai avevano raggiunto la quarian.
    "Niente promesse" - ribattè il turian, chinandosi su Vex, alla quale dopo dedicò tutte le macabre sue attenzioni.

    Dopo una resistenza degna di lode, Vex si tramutò in un tenero usignolo. Spiegò di non essere più in contatto con Alexanders da un po' di tempo, e raccontò di avergli fornito informazioni sul funzionamento neurale dei geth. Sapeva di un lungimirante progetto dell'umano circa la creazione di una specie perfetta, e la sua grande passione per le sfide tecnologiche l'aveva coinvolta più di quanto avesse voluto.
    "Pare che dalla sorte del tuo popolo tu non abbia imparato proprio nulla" - commentò Sithis, disgustato.
    "Dov'era Alexanders, l'ultima volta che lo hai sentito?" - chiese invece Rael.
    Vex singhiozzava e respirava affannosamente - "Non lo so... Ricordo che... lo contattai io stessa... p-per.. per dirgli che lo mollavo!" - spiegò - "Quel.. bastardo.. aveva condotto degli esperimenti brutali su uno dei suoi stessi collaboratori! Non volevo fare la stessa fine..".
    Questo spiegava l'enorme protezione che si era garantita in quegli anni.
    Una lampadina si accese in un angolo della mente di Rael.
    No... era impossibile...
    "Quale collaboratore?" - chiese, senza accorgersi che la sua voce aveva avuto un tremito.
    La quarian scosse energicamente la testa - "Io... ricordo solo che era un turian" - rispose - "Un.. un ex agente dell'SSC".
    Rael avvertì come una mano invisibile avvolgersi attorno al suo cuore e stringere senza pietà, ma dall'esterno cercò di non dare a vedere il suo grande turbamento.
    Si inginocchiò davanti alla quarian, facendo un cenno a Sithis allo stesso tempo affinchè la lasciasse - "Alexanders è ancora pericoloso e forse non ha ancora abbandonato i suoi obiettivi" - spiegò Rael, cercando di mostrarsi più affabile - "Il tuo aiuto potrebbe essere prezioso per aiutarci a fermarlo...".
    "No, no no!" - La quarian cominciò ad agitarsi - "Io non voglio più saperne di lui!"
    "Devi aiutarci!" - protestò Rael - "O queste brutalità non si fermeranno!".
    Ma Vex scuoteva la testa singhiozzante - "Non ce la farete" - mormorò, poi la sua mano raggiunse il casco, come se avesse voluto coprirsi gli occhi da qualche immagine suggeritale dalla mente.
    "Alexanders non morirà" - affermò, e a quel punto rimosse il visore del casco - "Mai".

    Era la prima volta che Rael vedeva il volto di un quarian. Vex era bellissima, ma quella bellezza appena rivelata era destinata ad appassire pochi minuti dopo, fragile all'azione inesorabile delle impurità del mondo esterno. Nonostante tutto, Rael pensò che difficilmente avrebbe dimenticato quegli occhi: così belli, così carichi di terrore.
    "Quando la smetterai di dare la caccia ai pazzi?" - fece Sithis, guardando senza interesse il corpo senza vita di Vex - "Sembra quasi che tu stia cercando un modo per farla finita".
    Ma Rael non aveva molta voglia di scherzare - "Riguardo a ciò che hai sentito... Spero tu non voglia immischiarti" - disse la ragazza - "Sono affari che non c'entrano con la Guardianera".
    Il turian fece un gesto blando con la mano - "Di che ti preoccupi? Sono in ferie, ricordi?".

     
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    Eleanor Elliott

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Ingegnere

    citazione (rimuovere se non presente)

    Aveva deciso di lasciare la decisione ai suoi compagni, così ad Eleanor non restò che occuparsi dell'umano, Ricardo Hernan... Sarebbe stato interessante recuperarlo, se solo non si fosse messo Fin in mezzo.
    "Non posso lasciare che la signorina si rovini quelle belle mani" aveva detto il Drell per deriderla. Sapeva del robot di Eleanor, e sapeva anche quest'ultimo l'avrebbe potuto fare a pezzi e preparare un frullato con i suoi occhi... Però era chiaro che la donna avesse le mani legate, e Fin era abbastanza bastardo da approfittare della situazione per sfotterla e darle più fastidio di quanto la sua sola presenza potesse fare.
    Se non altro si era premurato di farsi trovare vestito.
    "Wow, che incantevole visione, Miss Elliott." commentò il Drell, non appena vide arrivare l'umana al punto di incontro, di fronte alla centrale SSC. Non che fosse particolarmente sistemata... Eleanor si chiese se l'alieno non avesse un debole per le donne con i capelli legati a chignon, gli occhiali da vista e l'uniforme del Consiglio.
    Dall'altra parte, però, Fin non perse l'occasione di mostrare il suo fascino, e la donna dovette ammettere a sè stessa che cominciava a capire come potessero trovarlo tutte attraente... Sentimento che, però, non si trovava a condividere. Per quanto potesse essere curato e di bell'aspetto, era al corrente di quanto quell'uomo fosse viscido, senza scrupoli, ma nonostante tutto così inutile da non meritare nemmeno il suo titolo di Spettro. Era dovuta scendere a patti con lui, e il suo più grande rimorso, una volta finita la missione, sarebbe stato vederlo sviluppare una reputazione che non era adatta a lui.
    Ma le leggi dell'universo andavano così, e non sarebbero mai cambiate.
    "Che c'è, Ellie? Perchè quel broncio?"
    Quanto odiava quel nomignolo...
    "Non sei contenta? Passeremo più tempo insieme!"
    "Preferirei passarlo con un Vorcha ubriaco, ma grazie per la compagnia." rispose lei, non sforzandosi nemmeno di mostrarsi immune alle sue provocazioni. Aveva già provato quella tecnica, ma Fin era troppo furbo per cascarci.
    "Quindi, Ellie. Che si fa di bello, oggi?"
    "Infrangeremo la legge. Entrerò, e chiederò di poter parlare con Hernan. Le guardie ci lasceranno soli, ed a quel punto dovrai entrare in gioco e procurarci una via di fuga."
    "Ehm, genio..." Fin toccò con il dito lo stemma raffigurato sul torso della sua tuta "Sono uno Spettro, ricordi? Posso far uscire di prigione chiunque, senza infrangere la legge."
    "Lo so, ma i tuoi poteri da Spettro ci si rivolterebbero contro. La mia non è una missione autorizzata dal Consiglio, ed ho bisogno che lo sia. Ed anche tu lo vuoi, se desideri farti un nome."

    La Hall. Superare quella prima fase fu abbastanza facile. Eleanor non si era portata armi, e il suo ruolo di agente del Consiglio le permise di bypassare burocrazia e controlli di routine... Ma una volta superato il metal detector e lo scanner biometrico, una guardia si offrì di scortarla fino al prigioniero.
    "Questo complicherà le cose..." pensò lei, preoccupata. Averlo al suo fianco significava una guardia in più da abbattere per Fin, ed era già difficile per lui occuparsi di tutte quelle già presenti dentro.
    "Com'è finita ad occuparsi di ladri di auto, signorina? Credevo che si occupasse di casi ben più importanti..." la voce dell'agente umano ruppe il silenzio. Probabilmente aveva supposto che Eleanor volesse intraprendere una conversazione, quando in realtà voleva solo che quell'uomo sparisse e le facilitasse il lavoro.
    "Mancanza di personale" replicò "Poi, non è che ci siano molti casi importanti, ultimamente. Dopo i Geth, sulla Cittadella si è fermato tutto."
    "Ha senso... Beh, questa gente non è molto raccomandabile, stia attenta quando parlerà con lui. Ma non si preoccupi, sarò nei paraggi e vi terrò d'occhio."
    "Grazie per la sua premura, agente, ma nonostante le apparenze so badare a me stessa."
    "Non lo metto in dubbio, signorina Elliott... Ma questa è la procedura, dopo l'incidente in una delle altre centrali. Adesso, tutti i visitatori devono essere sorvegliati. Eccoci arrivati."
    La cella di Hernan era proprio in fondo al corridoio, e prima di affacciarvisi, un'occhiata all'agente indicò a quest'ultimo di lasciar loro un po' di privacy, dopodichè si mise di fronte al campo di contenimento.
    Quell'uomo non era molto differente dalle classiche rappresentazioni dei criminali sudamericani, di quelli che si vedevano spesso nei film del ventunesimo secolo. Era il classico umano dalla carnagione scura, i lunghi capelli ricci e neri, e quella barba incolta che gli donava un aspetto ancor più minaccioso. Come se non bastasse, l'uomo era anche fisicamente ben messo, e con un braccio ricoperto di tatuaggi tribali.
    Hernan era sdraiato sulla sua branda, e giocherellava con una pallina facendola sbattere contro il soffitto ed il muro.
    "Ricardo Hernan?" La voce di Eleanor arrivò quasi soffocata attraverso il campo di contenimento, ma fu abbastanza perchè l'uomo distogliesse l'attenzione dal suo gioco. Ricardo portò un dito di fronte all'orecchio, facendole capire la mancanza di audio, e poi indicò il pannello alla sinistra della donna. Sapeva i comandi da attuare, e infatti in un attimo il blocco sonoro venne annullato.
    "Posso esserle utile?"chiese cordialmente l'uomo, che aveva deciso di sedersi composto sulla branda.
    "Diamoci del tu, se non le dispiace."
    "Non mi dispiace mai, specialmente quando di fronte ho un bel visino come il tuo."
    "Non sono qui per flirtare, Hernan. Sono qui per chiederti informazioni."
    L'uomo sbuffò ed agitò la testa "Ho già detto agli altri sbirri tutto quello che so."
    "Gli altri 'sbirri' non hanno fatto le domande giuste." rispose lei, imitando l'uso di quella parola gergale, il che provocò un leggero sorriso da parte di Ricardo.
    "D'accordo, allora! Fammi queste domande, dolcezza."
    "Sei coinvolto nel furto e nella rivendita di numerevoli astroauto ed astronavi rubate. Ma dai rapporti che l'SSC ha raccolto, alcune di queste navi non sono state ritrovate."
    "Così mi deludi..." la interruppe lui "Avevi detto che mi avresti posto delle domande diverse."
    "Infatti non ti ho ancora fatto alcuna domanda. Dicevo: alcune di queste navi non sono mai state vendute, eppure è stato impossibile ritrovarle."
    " 'Sei bravo nel tuo mestiere, è impossibile che tu non le abbia vendute. Perchè?' " La nuova interruzione di Hernan lasciò Eleanor a bocca aperta: era esattamente cosa voleva chiedere. "Come avevo detto, mi deludi."
    "Volevo chiedertelo, sì... Ma mi aspettavo più una conferma che una risposta. Quelle astronavi sono scomparse per un motivo, e quel motivo si chiama Albert Alexanders."
    Al solo udire quel nome, l'umano indietreggiò e scosse la testa, quasi traumatizzato.
    "Io non... Non dirò più niente senza il mio avvocato. No, no, non dirò proprio niente!" urlò quello, sempre più guidato dal panico. Era chiaro che dietro quel nome non ci fosse più solo una semplice persona.
    "Ti prego, Ricardo, calm..."
    "GUARDIA! GUARDIA! La visita è finita, porti questa donna via dalla mia vista!"
    A quelle parole, la guardia umana che l'aveva accompagnata tornò da lei.
    "Signorina Elliott, ma... Cos'è successo?" chiese l'agente, preoccupato.
    "Io... Io non..."
    "GUARDIA! GUARDIA! LA PORTI VIA!"
    "Forse è il caso che torni un'altra volta, signorina."
    L'uomo le mise una mano sulla spalla, ma proprio in quel momento un rumore acuto e ripetuto risuonò per tutto l'edificio: era un allarme.
    "Andiamo, adess..." L'agente fece appena in tempo a concludere la frase, che si ritrovò elettrizzato da una scarica del factotum di Eleanor. L'uomo cadde a terra, vivo, ma privo di sensi.
    "Fin, che cosa hai fatto..." mormorò a sè stessa, mentre si dirigeva nuovamente verso il pannello. Solo in quel momento si rese conto che Hernan aveva smesso di gridare: si era messo in un angolo della cella, raggomitolato su sè stesso con la testa fra le gambe, e mormorava parole incomprensibili.
    "Non avrei voluto si arrivasse a questo, Ricardo... Ma non mi lasci altra scelta. Avresti potuto dirmi tutto, ma adesso dovrò portarti con me."
    "NO!" urlò a quel punto l'uomo, alzando la testa e mostrandosi con gli occhi lucidi e le guance rigate dalle lacrime "Non metterò piede fuori da qui, non finchè Alexanders è in circolazione!"
    "Beh, Albert Alexanders non morirà mai, no?" Citò lei, mentre smanettava con il pannello della cella "Hai intenzione di restare qui dentro per l'eternità?"
    Eleanor fece per premere l'ultimo tasto, ma una fredda mano andò a toccarle il braccio, facendole venire la pelle d'oca dallo spavento. Solo dopo si rese conto che era Fin.
    "Ma che diamine hai fatto, Fin?" chiese lei, allarmata per la situazione nella struttura.
    "Ho dato fuoco ad una cella vuota ed ho fatto scattare l'allarme." confessò lui, come se fosse la cosa più normale della galassia. L'alieno sorrise, ma Eleanor non lo trovò affatto divertente. La sua bravata poteva rivelarsi utile, ma un'intera centrale dell'SSC in allerta avrebbe causato altri tipi di problemi, specialmente con un prigioniero al loro seguito.
    "Piuttosto, TU che diamine hai fatto?" chiese il Drell, indicando l'umano visibilmente traumatizzato dentro la cella.
    "Non lo so, ho solo menzionato Alexanders, ed ha dato di matto."
    Finalmente la donna azionò il comando, e la barriera della cella si disattivò. Proprio in quell'istante, Ricardo si mise in piedi...
    "No... No... Alexanders non morirà mai... E io non lascerò che mi perseguiti per l'etern..." Quel momento di delirio terminò con un colpo dietro la nuca, ed il corpo privo di sensi dell'umano si lasciò andare a terra, solo per poi essere recuperato dall'artefice di quel KO, Fin.
    "Che c'è?" chiese il Drell, una volta sbucato fuori dalla cella con l'umano tra le braccia. "Avevi intenzione di ascoltare i suoi deliri per tutto il giorno?"

    Contrariamente alla semplicità con cui era entrata, uscire da quel posto si confermò l'inferno che aveva immaginato: nonostante molti agenti fossero occupati con l'incendio, che aveva cominciato a dilagarsi, molti altri erano rimasti a cercare l'artefice di quel reato. Così furono costretti a muoversi di stanza in stanza, improvvisando strade alternative e scorciatoie. Alla fine furono costretti a salire fino in cima all'edificio, dove Fin si era premurato di piazzare un'astroauto. Era un rompiscatole... Ma aveva la sua utilità.
    Il Drell caricò Hernan sul sedile posteriore, ed i tre volarono via con l'auto giusto in tempo per vedere la delusione degli agenti dell'SSC, che si erano lasciati scappare i fuggitivi per un soffio.
    "E' stato divertente, non è vero?" chiese Fin, in preda all'euforia. Eleanor sorrise e lasciò che la sua schiena si spalmasse sullo schienale del sedile.
    "Beh... Non è stato male."
    "E' il tuo primo reato, vero? Teppista!"
    "No, in realtà no... Ma è il primo dopo tanti anni... E poi non lo definirei teppismo! Non ce la caveremo con una multa, se dovessero scoprirci."
    "Cerca di essere positiva! Avremo finalmente il successo che meritiamo... Beh, io lo avrò sicuramente!"
    Il Drell posò la sua mano libera sulla coscia della donna, che la osservò stranita.
    "Che ne dici di festeggiare, stasera?"
    "Buona idea... Conosci dei vorcha ubriachi?" rispose lei, spostando di forza la mano di Fin dalla sua gamba.
    In quell'esatto momento entrambi sussultarono, perchè dietro di loro Ricardo Hernan si alzò di scatto, risvegliandosi dal regno dei sogni.
    "Ma che c..." imprecò Fin, che per poco non perdeva il controllo dell'auto.
    "Ricardo! Bentornato tra noi." commentò invece Eleanor, girando la testa verso di lui.
    "Ovunque mi stiate portando, spero sia almeno dieci sistemi lontano da quel pazzo." furono queste le parole dell'umano una volta sveglio. Sembrava essersi ripreso dal trauma... Forse non sentiva quel nome da troppo tempo.
    "Nessuno ti farà del male, finchè ci siamo noi. Vogliamo fermare Alexanders e qualsiasi cosa lui stia facendo. Non ti chiediamo di venire con noi, ma abbiamo bisogno di sapere tutto quello che sai su di lui e sul suo lavoro."
    "Io... D'accordo. Qualsiasi cosa pur di poter dormire sonni tranquilli." Era incredibile come quell'uomo riuscisse ad essere tre persone distinte in base alla situazione. Dall'uomo spavaldo al bambino in preda al panico, fino all'uomo che in quel momento si stava aprendo in completa libertà. Eleanor si chiese se questa sua condizione fosse causata dalla sua esperienza con Alexanders, o se fosse legata ad Hernan ancor prima di conoscere il misterioso uomo che adesso stavano cercando.
    "Avevo deciso di chiudere con il mio lavoro disonesto, ma non alle auto. Sono sempre state la mia passione, quindi avevo deciso di diventare un autista. Proprio in quell'occasione Alexanders mi contattò, presentandosi come un normale ricco cliente in cerca di un autista, che potesse portarlo a fare... Le sue cose da ricco. Solo dopo mi spiegò il suo vero lavoro, e sembrava fottutamente una giusta causa! Avrei dovuto aspettarmi il contrario, quando mi chiese di riprendere il mio vecchio mestiere. Diceva che aveva bisogno di tanti veicoli, che il suo progetto era ambizioso e richiedeva tante risorse. Quando mi resi conto che i suoi esperimenti andavano oltre l'etica umana, provai a tirarmi indietro... Ma è impossibile. Non dopo aver visto ciò che quell'uomo aveva realizzato! E... Non dopo averlo provato sulla pelle di uno dei suoi collaboratori. Ma poi provò a fare gli stessi esperimenti anche su di noi, gli altri collaboratori, decidemmo di lasciar perdere. Ma Alexanders ci trovò tutti, uno per uno. Non fisicamente, ma nei nostri sogni, nei nostri pensieri, nel riflesso dell'acqua o degli specchi, nella musica, nei ritratti... Ovunque. E' come un virus, ma è più una droga. E quelli sono i sintomi dell'astinenza."
    "Stai dicendo che il suo lavoro non ha a che fare con le intelligenze artificiali?" chiese quindi Eleanor, stupefatta da ciò che aveva appena sentito. Andava ben oltre a ciò che credeva, e a ciò che si aspettava di trovare.
    "E' molto di più. Molto, molto di più."
    "Puoi spiegarti meglio?"
    "Io... Il progetto di Alexander è..."
    Un sibilo nell'aria, uno squarcio, rumore di vetri, un'onda rossa.
    Il sangue della testa di Hernan si riversò tutto addosso al volto di Eleanor, che rimase scioccata dall'accaduto. L'uomo che aveva appena riaperto le ferite del passato, adesso giaceva privo di vita sul sedile della macchina, e ciò che rimaneva della sua testa era sparso un po' ovunque all'interno di essa.
    Un colpo di quel calibro... Poteva venire solo da un fucile di precisione. Da quell'angolazione, doveva essere molto alto.
    Fin guidò l'auto fino ai grattacieli più alti dell'agglomerato, setacciò tutta la zona, mentre accanto a lui Eleanor non aveva più detto una parola. Si era limitata a prendere un fazzoletto e ripulirsi il viso e gli occhiali. Quello che era successo di fronte ai suoi profondi occhi azzurri non era una cosa facile da superare.

    "Abbiamo controllato ovunque, ma del cecchino non c'era alcuna traccia." fu Fin a tenere quel meeting al centro operativo di emergenza. Eleanor era presente, ma ancora traumatizzata, non era in grado di tenere un discorso.
    "Insomma, noi non abbiamo niente, voi non avete niente, e questa missione è un fottuto fallimento. C'era da aspettarselo."
    "Non ho intenzione di chiuderla qui. Non dopo quello che è successo, non dopo quello che sappiamo." Finalmente la donna si decise a parlare. "Tutti i nostri testimoni sono morti. E' chiaro che qualcuno non voglia farci andare avanti, ma non mi importa. Dovessi mettere sottosopra tutta la Cittadella, o tutta la galassia, io fermerò Alexanders e tutti i suoi nuovi collaboratori. Se siete con me bene, altrimenti lo farò da sola."
    Si allontanò dal tavolo e si diresse verso l'uscita, spingendo le ruote della sedia con forza e molta rabbia.
    "E ora dove vai?" chiese quindi Fin.
    "A rompere il culo al Consiglio." Fece per lasciare la casa, ma si girò nuovamente, attirando l'attenzione di Rael "Tutto ciò che sappiamo su Dalio Nerius è su quella scrivania. Il nostro patto è concluso, sei libera di andare, se vuoi."
    Infine, lasciò l'edificio. Solo una volta entrata nella sua astroauto le lacrime cominciarono a bagnarle il volto. Singhiozzò pesantemente e si lasciò andare.

    "D'accordo. Non ci resta che aspettare il suo ritorno" commentò Fin, una volta che Eleanor ebbe chiuso la porta alle sue spalle.
    "Avete seguito i testimoni, e avete fatto i vostri rapporti... Ma non avete ancora espresso i vostri dubbi, o i vostri sospetti. Mi sembra chiaro, ormai, che la mente di Ellie non basti più. Ha bisogno di tutti voi, quindi parlate."
    Il Drell alzò il dito, per poi sollevarsi dalla sedia "Anzi, ho un piano migliore."
    Pochi minuti dopo, Fin ritornò con una scatola rettangolare tra le mani, che lasciò cadere sul tavolo.
    "Uniamo l'utile al dilettevole: mentre mi raccontate tutto, giochiamo a strip poker!"

     
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    Selina Sakarova

       Fazione: Army Of Four
       Ruolo: Mercenario




    < TRIS DI DONNE!!!! > esclamò soddisfatta Selina sbattendo violentemente sul tavolo le sue carte.
    < Full House. > replicò tranquillo e sereno Fin mentre guardava con occhi divertiti la reazione rabbiossa della russa.
    < Ma come cazzo è possibile!!! > quasi urlò Selina paonazza in volto per il disappunto. Si portò una mano dietro alla schiena e slacciò veloce, con esperienza, il gancino del reggiseno che, pochi istanti dopo volò sul tavolo accanto agli altri vestiti che, in quel momento, erano la posta in gioco.

    Eleanor era momentaneamente assente e, dopo la loro missione, si trovavano tutti con forse meno informazioni di prima e con qualche cadavere sul groppone. I collaboratori di Alexanders preferivano suicidarsi piuttosto che mettersi contro quel tizio e, poichè fino a quando Robot Wheels non fosse tornata si trovavano ad un punto morto, tanto valeva impiegare il tempo in maniera più divertente.
    Peccato che il divertimento, in quel momento fosse quasi per tutti tranne che per Selina la quale era la più svestita dei 5 essendo rimasta solo con scarpe e mutandine. Selina non passava mai una mano, giocando in un modo spregiudicato perfettamente in linea con il suo carattere.

    < Continua a fissarmi le tette e ti giuro che, Spettro o no, ti do un pugno così forte sul naso che sanguinerai fino a Natale dell'anno prossimo! > disse Selina cattiva sporgendosi sul tavolo con tutta la sua abbondante mercanzia per poter minacciare più da vicino il drell.
    < Ti restano scarpe e slip...tra poco sono certo che smetterò di fissare il tuo rotondo, abbondante, succoso seno... > replicò divertito lo Spettro mentre Rael cominciava a distribuire le carte.

    A parte Selina ormai per 3/4 nuda, il resto dei partecipanti se la stava cavando abbastanza bene, tenendo testa a quel maledetto drell che sembrava essere l'Imperatore del Poker!
    Niissa, in particolare, si stava impegnando parecchio per non fare brutta figura e le occhiate che si scambiava con lo Spettro erano molto più che eloquenti. Selina sorrise divertita pensando alla lezione che Fin avrebbe ricevuto qualora fosse andato fino a fondo con Niissa: l'asari era una mezza sadica che si eccitava parecchio con la violenza...con la pelle del drell che sarebbe rimasta sotto le unghie di Niissa, Selina pensò che avrebbe potuto farsi un portafoglio nuovo di zecca.

    < Stavo pensando a una cosa... > disse ad un tratto la russa aprendo una dopo l'altra le sue carte con attenzione < ...questi 4 tizi non sapevano che li stavamo cercando...ne cambio 3... > Selina porse le sue carte a Rael ammiccando; non le era sfuggito quanto fosse in imbarazzo la mercenaria a guardare il corpo statuario e nudo di Selina...e a Selina non erano sfuggiti i graziosi seni della mercenaria coperti solo dalla biancheria intima che, pensò la russa, doveva assolutamente riuscire a sfilare in quella mano.
    Niissa le mollò una gomitata per farla tornare alla realtà < Selina! Stai sbavando di nuovo! Concentrati! >
    < Giusto... > si ricompose la mercenaria levandosi dal volto l'espressione ebete con cui guardava Rael < ...2 dei 4 tizi si sono suicidati e va bene. 1 dei tizi è sopravvissuto e va bene. Ma il tizio di Robot Wheels e del drell pervertito qui presente, è stato ammazzato...Sbirretto Simpaticone... > si interruppe ad un tratto Selina fulminando il turian con gli occhi < ...la minaccia del pugno vale anche per te! >
    Hantius sobbalzò impercettibilmente tornando a concentrarsi sulle sue carte.
    < Diavolo...se ti interrompi ogni due secondi non possiamo seguire il tuo, sicuramente, eccezionale ragionamento! > si intromise di nuovo Niissa scambiando un gesto d'intesa con Fin.
    < Dicevo che l'hanno ammazzato quindi, qualcuno lo teneva d'occhio...oppure... >
    < Oppure? > domandò Fin interessato.
    < Oppure in quella prigione c'erano uno o più uomini di Alexandre. >
    < Alexanders...io ne cambio solo 2. > la corresse Fin per poi tornare a giocare senza distogliere gli occhi dalla russa.
    < Pugno - naso - sangue! > disse esasperata Selina notando che gli occhi di Fin erano tornati a focalizzarsi più in basso dei suoi occhi < E' facile Spettro!!!! Tocca a te Raeluccia... >
    < Fino a qui c'eravamo arrivati tutti...io passo...dove vorresti arrivare con questo ragionamento? > domandò Niissa appoggiando le carte sul tavolo.
    Anche Fin e il turian alla fine avevano passato, quindi restavano solo Selina e Rael in gioco. < Voglio dire...se non riusciamo ad arrivare ad Alexander, potremmo concentrarci sui suoi collaboratori. >
    < E' quello che abbiamo fatto. > puntualizzò Fin con le braccia conserte osservando divertito le due ragazze rimaste in partita studiarsi con attenzione.
    < Intendo i suoi attuali collaboratori...io punto le mie mutandine su questa mano...e Raeluccia, se vuole "vedere", deve giocarsi il reggiseno. > Sorrise divertita Selina impacchettando le sue carte una sull'altra e sedendosi rilassata sulla sedia in attesa che Rael decidesse la sua mossa.
    < Io penso che quei 4 fossero tenuti costantemente sotto controllo e uno di loro, l'asari, è sopravvissuto...a proposito, mi devo complimentare con lo Sbirretto Simpaticone: sei l'unico ad avere salvato il proprio obiettivo...quindi... > continuò Selina dando il tempo a Rael di pensare se giocarsi oppure no il reggiseno.
    La russa era piuttosto sicura di se in quella mano, era impossibile che Rael avesse carte migliori delle sue < ...potremmo usari l'asari come esca per mettere le mani su uno o più collaboratori attuali di Alexandre. Poi potremmo pensarci io e Niissa a farli parlare. > Fin stava per correggere nuovamente la russa ma si fermò, convincendosi che non sarebbe servito a gran che; ormai, per Selina, vi era un Alexandre, lui era lo Spettro, Hanttius era lo Sbirretto Simpaticone ed Eleanor era Robot Wheels...e poi, c'era Raeluccia.

    Niissa annuì all'idea di Selina proprio mentre Rael accettava la giocata e sbatteva sul tavolo il suo poker d'assi.
    Il sorriso sul volto di Selina, però, non si cancellò e, con studiata calma, girò una dopo l'altra le 5 carte < BOOM! Baby! > esclamò girando l'ultima carta < Ho fatto Scala REALE! O dovrei dire: "Ho fatto SCALA! Rael"? >
    Rise di gusto della sua pessima battuta e piantò i suoi occhi bramosi sul petto della mercenaria dagli occhi tristi...finalmente si sarebbe divertita un po' anche lei.


     
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    Hanntius Baril

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Agente SSC

    citazione (rimuovere se non presente)

    Capiva assai poco di quel gioco: non sembrava molto importante chi vinceva, ma più chi perdeva. Un altro di quei intrattenimenti che capiva molto... la sua competitività lo portava a giocarci esclusivamente per vincere. Per sua sfortuna, lo Spettro sembrava assai bravo a poker, al contrario di Selina, che si dilettava nel perseguire il suo schema non vincente.
    All'ennesima perdita, Hanntius scosse la testa al comportamento sconsiderato dell'umana. Al contrario di loro quattro, alla rossa mancava assai poco per uscire dai giochi.
    Forse la presenza di un quinto giocatore avrebbe allungato la situazione, ma il capo aveva deciso di assentarsi per un tempo indefinito.

    Aveva raggiunto il meeting d'emergenza con qualche minuto di ritardo, a causa del favore che era stato costretto a restituire. Il turian aveva avuto non poca difficoltà a cercare chi si occupasse del caso relativo al "problema" di Ludius, senza contare sostituire le prove senza creare sospetti e combattere contro i suoi doveri morali. Si era voluto liberare della vita criminale in cui era nato, ma questa non faceva altro che bussare alla sua porta. Odiava quella situazione, gli sembrava non essersi mai spostato da Invictus.
    A peggiorare la sua situazione, c'erano le notizie non confortanti sull'attuale caso: avevano appena iniziato e c'erano già dei nuovi cadaveri, senza dimenticare che le informazioni erano state ancora più ridotte e confuse. "È come Invictus" pensò il turian, mentre ascoltava distratto il battibecco tra Selina e Fin, "Solo con meno cadaveri e messaggi complicati".

    Il momento in cui Rael gli porse le sue carte tornò in sé. Ringraziò e si sporse per prenderle in mano, ma appena fece quel gesto sentì dei lievi dolori in tutto il corpo. Bofonchiò una piccola serie di maledizioni turian, cercando di attribuire il tutto alle carte che si era ritrovato. In realtà soffriva ancora per tutte le botte ricevute in quel breve tempo dall'inizio del caso. Hanntius si chiese se fosse il caso di fare un altro controllo all'ospedale, nel timore di una possibile aggravante per il suo stato fisico. "Forse dovrei chiedere davvero chiedere un nuovo controllo, se sono fortunato possono mettermi nuovamente con Doc; così avrei meno roba da spiegare." e nel pensarci, Hanntius si disse che non si era nemmeno scusato del "piccolo" casino provocato con l'arrivo delle due mercenarie. "Mhm... meglio di no, potrei darle nuovi problemi. Soffrirò".

    «Stavo pensando a una cosa...» disse ad un tratto la russa aprendo una dopo l'altra le sue carte con attenzione «...questi 4 tizi non sapevano che li stavamo cercando...ne cambio 3...» Selina porse le sue carte a Rael ammiccando.
    «Selina! Stai sbavando di nuovo! Concentrati!»
    «Giusto...» si ricompose la mercenaria levandosi dal volto l'espressione ebete con cui guardava Rael «...2 dei 4 tizi si sono suicidati e va bene. 1 dei tizi è sopravvissuto e va bene. Ma il tizio di Robot Wheels e del drell pervertito qui presente, è stato ammazzato...Sbirretto Simpaticone...» si interruppe ad un tratto Selina fulminando il turian con gli occhi «...la minaccia del pugno vale anche per te!»
    Hanntius sobbalzò di poco, neanche si era accorto di aver spostato il suo sguardo dal volto dell'umana seminuda. La sua curiosità aveva scelto proprio quel momento per presentarsi. Borbottò delle veloci scuse che, a causa della sua voce aliena alle orecchie non turian, risultò solo un suono metallico basso e indistinto.
    Ascoltò il resto del discorso della mercenaria, di tanto in tanto ridendo ai rimproveri di Niissa verso l'amica, ma dopo pochi turni capì che se non fosse uscito, avrebbe rischiato di perdere.
    Avvisò con un gesto le sue intenzioni, non volendo interrompere anche lui il discorso di Selina e lo stesso fece Fin, ma la decisione di gioco del turian gli costò un piccolo sguardo di rimprovero da Rael. Hannitus aveva lasciato diverse volte durante il gioco, permettendosi così di poter avere ancora la maggior parte dei vestiti al loro posto. L'altra umana doveva aver capito il suo gioco, ma il turian non poteva fare altro che alzarle le spalle in silenziosa risposta, mentre Selina le proponeva una nuova posta in gioco.

    «Io penso che quei 4 fossero tenuti costantemente sotto controllo e uno di loro, l'asari, è sopravvissuto...a proposito, mi devo complimentare con lo Sbirretto Simpaticone: sei l'unico ad avere salvato il proprio obiettivo...quindi...»continuò Selina dando il tempo a Rael di pensare se giocarsi oppure no il reggiseno.
    «...potremmo usari l'asari come esca per mettere le mani su uno o più collaboratori attuali di Alexandre. Poi potremmo pensarci io e Niissa a farli parlare.»
    «Ed è qui che ti sbagli.» si intromise finalmente Hanntius, «Non sono stato io a salvare l'asari, ma piuttosto mi sono salvato da lei. Sembrava tenere abbastanza rancore per quell'umano che per un attimo ho temuto per me. E per le bollette non ancora pagate. Se la usiamo cose esca, senza niente in mano o dove poter cercare... farà la fine dei suoi colleghi, ne sono sicuro.»
    Le sue affermazioni si basavano su fatti concreti, oltre che il timore di poter tirare a galla collegamenti non desiderati. Sapeva che in parte quel pensiero era dettato dalla pura logica del tipico mercenario, ma sulla Cittadella non si faceva a modo loro; già gli Spettri erano un'eccezione, ma in quanto agente dell'SSC doveva far funzionare le regole per tutti. Usare un'esca civile contro un terrorista era sicuramente tra le cose da non fare.
    «I sospettati che abbiamo avvicinato... hanno ripetuto quasi tutti una frase: "Alexanders non morirà mai". Provate a pensarci una attimo, tranne Rael che deve decidersi, cos'è che non può morire mai?» domandò il turian ai compagni.
    «Quella soap opera umana chiamata "Beautiful"?» domandò il drell.
    «Oltre a quella... seriamente, ma com'è possibile che non sia finita?! Comunque, non sono bravo con la filosofia, ma so che una persona non può morire se viene ricordata. Ora... abbiamo un'asari con studi sul cervello, luogo della memoria. Il cervello lo possiamo vedere come una banca d'informazioni, un database. Sotto quest'ottica, possiamo dire che una IA ha un database, un cervello, ma il suo può collegarsi e trasmettere informazioni ad ogni dispositivo. Qui entra in gioco la quarian.»
    «E allora cosa c'entrano un artigliere e un ladro di navi?» chiese con sufficienze Niissa, intromettendosi nel suo discorso.
    «Se questa IA esistesse veramente, ovvero i sospetti su Alexcoso sono veri, avrà bisogno di mobilità e la capacità di difendersi per espandere il suo dominio. Se, dico se, questo sciocco ragionamento fosse vero, allora dovremmo puntare si luoghi dove grandi masse di informazioni si spostano o almeno un controllo sul cervello dei nuovi cadaveri. L'ex-agente non è stato possibile per questo, ma abbiamo nuove vittime.»

    Il suo ultimo discorso lasciò del silenzio per alcuni secondi, nei quali Hanntius cominciò a chiedersi se quella sua idea fosse plausibile o meno. L'agente turian non aveva fatto altro che provare a raggruppare tutti gli elementi in loro possesso. Non si sentiva stupido per aver formulato un pensiero del genere, ma piuttosto pensava che qualcosa mancasse ancora. Era disposto a cestinare l'idea in pochi secondi e realizzarne un'altra.
    Il silenzio si ruppe quando un entusiasta Selina mostrò le sue carte a Rael, decretando la sua vincita.
    «Ho fatto Scala REALE! O dovrei dire: "Ho fatto SCALA! Rael"?»
    Hanntius scosse rassegnato la testa a quel pessimo gioco di parole.
    «Oltre al danno anche la beffa? Spiriti... e poi sarei io il Simpaticone?» commentò stupito, al contrario dell'asari e del drell che sogghignavano a quella nuova situazione.

     
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    Rael Thompson

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    Gli occhi di Eleanor, al meeting, avevano un che di familiare. Erano occhi delusi, rabbiosi, forse spaventati... occhi che Rael aveva visto spesso allo specchio.
    Poco prima di uscire, la donna mostrò di aver mantenuto tutte le sue promesse, con un'onestà che Rael non aveva dato per scontato. Quella donna le piaceva, e non solo perché interpretava le regole, ma anche per la passione che metteva in ciò che faceva. Purtroppo, quando si è troppo coinvolti, il rischio di scottarsi è alto...
    Una volta che Eleanor fu uscita, Rael guardò con un nodo allo stomaco il fascicolo che le era stato indicato. Quanto aveva scoperto quel giorno era stato più che sufficiente, e l'ultima cosa che desiderava fare era aggiungere altre sgradevoli notizie a quelle che già aveva ricevuto.
    Aveva bisogno di non pensare a nulla, in quel momento, e l'occasione si presentò quando lo spettro avanzò la sua proposta.
    Senza farselo ripetere due volte, Rael partecipò, lasciando il fascicolo lì dov'era, con la sua aura inquietante e opprimente.

    Per un po' l'espediente funzionò per davvero. Elliot aveva davvero messo insieme un'accozzaglia di matti, ed era divertente vederli in un contesto diverso da quello in cui li aveva conosciuti. In particolare l'altra umana, Selina, sembrava del tutto intenzionata a dare spettacolo e affrontava il gioco forse con troppa imprudenza. Era infatti la più svestita di tutti.
    Ciò non le impedì, però, di ritornare sulla questione Alexaders, con rammarico di Rael.
    Non aveva voglia di sentirne ancora parlare. Quell'uomo, quasi sicuramente (insomma, era assodato, ma lei si rifiutava ancora di credere) era stato causa della lunga sofferenza e infine della morte di Dalio, e il solo pensiero le faceva salire un'incredibile rabbia.
    Mentre il discorso andava avanti, tutti man mano abbandonavano il gioco, più interessati nel seguire il discorso della donna, e Rael comprese che, se pure lei avesse abbandonato, il gioco sarebbe morto.
    Perciò andò avanti, cercando di non prestare orecchio alla conversazione. Non potè però ignorare il discorso del turian dell'SSC: le carte si stropicciarono nella sua presa sempre più stretta e furente, fino a quando, con un gesto plateale, sbattè sul tavolo il suo poker d'assi, un gesto che interruppe ogni altro intervento.
    Guardò Selina negli occhi, sperando di non lasciar trapelare l'insofferenza che provava in quel momento, ma si accorse che l'altra non aveva cancellato il sorriso.
    "BOOM! Baby!" - esclamò Selina, scoprendo a poco a poco le carte - "Ho fatto Scala REALE! O dovrei dire "Ho fatto SCALA! Rael?"
    "No, non dovresti" - affermò la ragazza alla pessima battuta - "Magari prima pensane una migliore".
    Ora che le toccava pagare pegno, però, non era molto lieta che l'attenzione fosse di colpo ricaduta sul gioco. Giocherellò con i ganci del reggiseno, ma intanto provò a riportare la conversazione su un'altra rotta.
    "L'idea dell'agente è buona ma... vi ricordo che i "nuovi cadaveri", come lui li definisce, non sono a nostra disposizione" - ricordò, temporeggiando - "Kar'shan è un mucchietto di cenere, Barelia è ancora viva e quanto ad Hernan... non ho voglia di andare a raccogliere i pezzetti del suo cervello spappolato".
    "Che mi dici di Vex?" - domandò allora Finn, guardando con divertimento malcelato i suoi tentativi di distogliere l'attenzione sul suo pegno.
    "Vex è una quarian" - gli ricordò - "Il suo cervello non può essere rimasto intatto alla contaminazione...".
    "Beh, però dovremmo fare un tentativo" - spiegò il drell, che intanto si era alzato e, a grandi e lenti passi girava intorno al tavolo, diretto verso di lei - "Pensi di poter recuperare il suo cadavere?".
    La ragazza tentennò: Sithis si era offerto di sbarazzarsi del cadavere e, in tutta sincerità, Rael non sapeva che cosa ne era stato. Dio, avrebbe dovuto ricontattare quello stronzo... - "Sì, penso di poterlo fare".
    Il drell sorrise - "Bene, e... pensi di poterlo fare più velocemente di come ti togli il reggiseno?" - e, passando alle sue spalle, con un'abile manovra della mano sganciò l'indumento. Rael sussultò e si portò le mani al petto, sorpresa.
    "S-sì" - ribattè, irritata - "Ma dubito che ne ricaveremo qualcosa".

    "Chi parla?".
    A rispondere alla sua chiamata era una voce seccata e brusca, che aveva sentito spesso.
    "Sithis, sono Rael".
    "Oh..." - il turian cambiò tono della voce - "Sei di nuovo nella merda?"
    "No" - rimbeccò l'altra, pazentemente.
    "Bene, perché non hai più favori da riscuotere".
    "Lo so, lo so. Ascolta... quella quarian, che fine le fai fatto fare?".
    "C'eri anche tu, se non erro".
    "No, io non..." - La ragazza sbuffò - "Senti, possiamo essere seri per un istante? Hai detto che ti saresti liberato del suo cadavere".
    "Ah! Sì... sì, ricordo di averlo detto" - il turian iniziò a ridere - "Merda, l'ho lasciata nel bagagliaio".
    Rael rabbrividì - "Oh, cielo... Beh, se non altro è una buona notizia. Ho bisogno che me lo riporti".
    "Ma certo! Magari ti lascio anche l'auto e, oh, se vuoi il mio conto bancario..."
    "Ho capito, vengo a prenderla io".
    "Che ragazza perspicace!".

    Il cadavere di Vex era ancora parzialmente intatto, ma lo stomaco di Rael andò in subbuglio quando Sithis, chiuso il sacco gettò il corpo nel bagaliaio dell'altra auto: il tonfo produsse un suono che alla ragazza dava la nausea.
    "Mi è venuta fame" - ammise d'altro canto il turian, chiudendo il bagagliaio. Poi si illuminò - "Ehi, conosco un ristorante delizioso dove... ehm, dove tu moriresti", concluse, ricordando che lei non poteva mangiare il suo stesso cibo.
    "E' sempre bello sentirselo dire" - commentò la ragazza, aprendo la portiera ed entrando in auto.
    Sithis ridacchiò - "Mi raccomando" - disse, mentre la ragazza accendeva i motori - "Se ti ficchi di nuovo in qualche guaio... Cerca di non rompere le palle!".

     
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    Eleanor Elliott

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Ingegnere

    citazione (rimuovere se non presente)

    Il viaggio in macchina la aiutò a metabolizzare tutto ciò che era successo nelle precedenti ore, ma nonostante il suo corpo si fosse liberato della tensione, e la mente fosse tornata lucida, quelle immagini l'avrebbero perseguitata ancora per un po'.
    Accostò proprio sulla via di fronte alla Hall della torre del consiglio e, una volta varcato l'ingresso e superati i dovuti controlli, si ritrovò di fronte a quell'enorme torre di vetro che l'aveva sempre affascinata. Era l'ascensore più lungo di tutta la Cittadella, progettato da chissà quale mente, ed era il più grande dono che la Cittadella avesse mai fatto al suo animo. Ogni incontro con il Consiglio la riempiva di angoscia, di timore di non saper cosa dire o di dire cose sbagliate, ma il panorama che le si parava di fronte, quando saliva l'enorme ascensore di vetro, la aiutava sempre a chiarirsi la mente... Le ricordava che una cosa non doveva essere per forza naturale per essere bella, ed il Presidium ne era decisamente la prova lampante.
    Così come lo era la sala incontri del Consiglio: la grande vetrata, gli alberi di ciliegio, la vertiginosa scalinata che conduceva all'altare dei quattro consiglieri... Consiglieri che, al suo arrivo, non erano ancora presenti. Eleanor dovette attendere qualche minuto ai piedi della scalinata, prima che i quattro si presentassero.
    "Agente Elliott." Esordì Udina chinando la testa, gesto che fu imitato dagli altri tre.
    "Se è ancora per quella faccenda..." Quentius, il consigliere Turian, tagliò subito corto. Era chiaro, per tutti e quattro, che Eleanor fosse lì per chiedere nuovamente aiuto al Consiglio.
    "Sì, sono ancora qui per quella faccenda."
    "Gliel'abbiamo già detto, miss Elliott. Non possiamo finanziare un'indagine di questo calibro senza una pista" Aggiunse a quel punto la consigliera Irissa, con il suo solito tono gentile. La consigliera Asari era quella che Eleanor riusciva a sopportare meno. Era falsa (più degli altri, almeno), con quel suo finto buonismo e l'aria da pacifista, tutto di facciata. Ma lei l'aveva inquadrata bene, era sicura che ci fosse altro dietro l'apparenza.
    "Volete una pista? Date un'occhiata." Eleanor illuminò il factotum, che proiettò sopra di lei l'immagine olografica di Asher Kar'Skar.
    "Secondo i rapporti, era uno dei collaboratori di Albert Alexanders, lo stesso uomo che possiede l'attico sul molo D28. Abbiamo raccolto la sua testimonianza." La voce del consigliere Salarian interruppe il suo discorso.
    "Il signor Kar'Skar. L'ha preso in custodia?"
    "Negativo. Kar'Skar si è tolto la vita ieri, nel suo appartamento. Subito dopo averlo intervistato. Così come si è suicidata lei."
    L'ologramma del Batarian fece spazio a quello di una giovane Quarian.
    "Vex T'Bal vas Nedas, una Quarian esiliata che ha trovato un impiego qui, sulla Cittadella. Grande esperta di tecnologia, è scappata dal suo passato e si è rifatta una vita, lontana da Alexanders e dai suoi piani, qualunque essi siano. Dopo un inseguimento, T'Bal si è uccisa pur di non rivivere quei momenti."
    "Con tutto il rispetto, agente Elliott." Intervenne a quel punto Udina che, seppur la supportasse, il suo ruolo lo costringeva ad agire nel modo più imparziale possibile "Ma non è possibile che sia solo una coincidenza? Entrambi hanno lavorato per questo presunto Alexanders, ed entrambi si sono suicidati. Ma chi ci conferma che l'abbiano fatto per questo motivo?"
    L'umana tirò un sospiro, e fece comparire l'ologramma di Ricardo Hernan. Rimase a guardarlo per qualche frazione di secondo, ma non appena si rese conto di avere gli occhi lucidi, distolse lo sguardo dalla proiezione.
    "Quest'uomo era disposto a darci una mano. Era scosso, nemmeno per lui era stato semplice riguardare in faccia il passato... Ma voleva esser d'aiuto. Mentre lo stavamo portando via, un cecchino l'ha colpito in testa. Non si è suicidato, ma bensì qualcun altro ha posto fine alla sua vita. Probabilmente gli stessi che speravano in un crollo emotivo come è successo per gli altri due."
    L'Asari aveva la fronte corrugata ed una finta espressione di sconforto, mentre il Turian sembrava più perplesso che altro.
    "Questa non è comunque una prova. Cosa sta cercando di chiederci, esattamente?" Chiese quindi proprio quest'ultimo che, nonostante non fosse convinto, era comunque incuriosito.
    "Beh, io non sono uno Spettro, e nelle mie condizioni non lo sarò mai. Ma qualcun altro mi ha aiutato nelle indagini." Quelle parole uscirono dalla bocca di Eleanor con una fatica immensa. Stava per introdurre ufficialmente Fin alla missione, ma nella penosa situazione in cui si trovavano... L'umana non poteva far altro che inghiottire il rospo.
    "Si tratta del primo Spettro drell, Fin Shuil. L'agente Shuil, tuttavia, non è potuto essere di grande aiuto in una missione non autorizzata. Ciò che vi sto chiedendo, insomma, è di affidare a lui l'indagine."


    "Sì, penso di poterlo fare" confermo la giovane Rael alla domanda di Fin. Tuttavia, c'era altro che focalizzava l'attenzione del Drell, ed era l'insicurezza con la quale l'umana stava cercando di sganciare il reggiseno. Non era stupido, era chiaro come ella stesse cercando di guadagnare tempo, di ritardare il fatidico momento in cui i suoi doni naturali sarebbero stati visibili agli occhi dei presenti.
    Si avvicinò a passo sicuro fino ad arrivare alle spalle di Rael. Da lì riuscì a vedere come l'umana avesse una schiena veramente sexy, con il suo fisico minuto e asciutto, ed era sicuro che, protetto dal reggiseno, anche davanti dovesse essere uno spettacolo niente male. Tuttavia, Rael non era esattamente il tipo di donna che attirava l'attenzione di Fin, ed il gesto che il Drell fece era solo mirato a rendere l'aria ancor più calda di come non fosse.
    Si chinò verso di lei e la sua testa si avvicinò all'orecchio, mentre la sua mano dolcemente si posava sulla schiena, appena sopra i glutei. Lasciò scivolare le punte delle dita lungo tutta la schiena, fino a che queste non trovarono i freddi ganci ad interrompere il percorso.
    "Bene, e... pensi di poterlo fare più velocemente di come ti togli il reggiseno?" Il sussurro di Fin arrivò caldo e dolce all'orecchio di Rael, e quella sensazione entrò in contrasto con l'atto inaspettato che fece quasi contemporaneamente: in un attimo, i ganci che tenevano unite le due estremità dell'indumento si lasciarono andare, e quest'ultimo quasi rimbalzò via a causa della forza elastica. Fu istintivo per Rael portare le braccia a coprire i seni, ma esse vennero in contatto con le calde mani di Fin.
    "No no no, non sono queste le regole, dolcezza. Giù le mani dal premio di Selina." protestò ridacchiando, e forzò le braccia dell'umana a lasciarsi andare sul tavolo, così che la rossa potesse godersi la meritata ricompensa per aver vinto quella mano... Del resto il gioco funzionava così, ma il fatto che Rael fosse tremendamente a disagio senza nulla addosso, rese tutto molto più divertente per Fin. Era fatto così, amava portare il caos, ed era soprattutto per questo che Eleanor non andava molto d'accordo con lui.
    Dopo quell'atto, anzichè tornare a sedersi, il Drell fece un altro giro del tavolo, così che potesse valutare chi di loro avesse effettivamente più vestiti, dato che era ovvio che quella più svestita fosse Selina.
    "Vediamo un po'." esordì "A me sono rimasti i pantaloni e le scarpe. Selina ha dimenticato cosa siano i vestiti, e Rael ha due belle personalità. Poi qui abbiamo il nostro bel poliziotto, che ha ancora tutti gli indumenti addosso, eccetto la giacca. Ben fatto amico, hai proprio capito come si gioca." Commentò sarcasticamente Fin, per poi muoversi verso l'ultima rimasta, Niissa. "E cosa abbiamo qui? Uh la la, qualcuno qui è piuttosto agguerrito eh? Direi che abbiamo una vincitrice, allora."
    Dopo averla acclamata, il Drell si chinò verso di lei e le sussurrò qualcosa che nessun altro riuscì a sentire, poi tornò a rivolgersi a tutti gli altri.
    "Direi che la nostra bella Rael ne ha avuto abbastanza. Va', mia dolce schiava dai doni divini, recupera salme diversamente fresche per il tuo padrone!" ordinò Fin in maniera poco galante, ma totalmente ironica.
    "Per quanto riguarda noi, non ci resta che aspettare il ritorno di Ellie. E' strano non sia ancora tornata..."


    Era sfinito, aveva dolori dappertutto e gli girava la testa, ma ne era valsa la pena. Nonostante Nissa fosse uscita vittoriosa dalla sfida a strip-poker, alla fin fine l'Asari aveva comunque perso al piano di sopra, ed anche i suoi vestiti si erano ritrovati sparsi un po' ovunque per la stanza.
    Lei già dormiva, mentre Fin era in piena dormiveglia. All'inizio era talmente intontito da non capire cosa fosse quel suono, ma non appena i suoi occhi riuscirono a focalizzare, si rese conto che il suo Factotum era acceso, e che stava riproducendo una sequenza di suoni simile al codice morse. Pian piano spalancò gli occhi fino a chè non saltò in piedi. Il rumore ed il movimento svegliarono Niissa, che fu subito chiamata da Fin.
    "Sveglia, vieni sotto. Abbiamo un problema."
    Corse giù per le scale, mentre ascoltava a ripetizione il messaggio: non c'erano dubbi, era decisamente uno di quei messaggi d'emergenza che tutti gli Spettri conoscevano.
    Finita la rampa, girò l'angolo e richiamò l'attenzione degli altri due collaboratori.
    "Abbiamo un problema." ripetè agitato "No no, abbiamo un enorme problema. Abbiamo un fottutissimo problema gigante."
    Alzò il braccio così che quelli potessero ascoltare bene la registrazione, ma solo allora si rese conto che loro non potessero comprenderlo, così dovette spiegarlo.
    "Noi Spettri abbiamo dei codici sonori che usiamo per scambiarci informazioni. La maggior parte di questi esprimono pericolo, ed è proprio questo il caso. Ellie è stata rapita."

     
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    Selina Sakarova

       Fazione: Army Of Four
       Ruolo: Mercenario




    < Che palle! Che palle! CHE PALLE! Questa armatura mi va stretta! > esclamò Selina sentendosi soffocare dall'armatura ricevuta in prestito dall'arsenale di Finn.

    La notizia del rapimento di Eleanor aveva trasformato l'alloggio dello Spettro in un brulicante formicaio dove Selina e i suoi compagni erano gli operosi insetti intenti a prepararsi per l'imminente caccia ai rapitori della bella Eleanor. Sfortunatamente, Niissa e Selina erano sprovviste del loro equipaggiamento, rimasto a prendere polvere nella stiva della UltraViolent e avevano dovuto accontentarsi di ciò di cui disponeva Finn nel proprio arsenale.
    < Smettila di lamentarti! > esclamò il drell esasperato < Non ho armature extralarge e non mi capita tutti i giorni di dovere vestire una come te. >
    < Mi stai dando della cicciona? > replicò stizzita la russa < Non sono cicciona! Sono potente, capito? > aggiunse minacciosa < E poi...che razza di arma è questa? > disse mostrando il fucile a pompa che impugnava < Come pensi che possa combattere con un Super Liquidator? >
    < Un Super Che? >
    < Un fucile ad acqua! > spiegò nervosa la mercenaria.
    < Non è un fucile ad acqua! > quasi gridò Finn portandosi le mani nei capelli che non aveva < E' un cazzo di Eviscerator! >
    < Non mi piacciono gli Eviscerator. Io uso solo Lanciadardi Graal. >
    Finn decise di non replicare all'ennesima lamentela di Selina preferendo rivolgersi a Niissa che, trattenendosi a stento dal ridere, aveva seguito da vicino l'intero scambio di battute. < E' sempre così lamentosa la tua amica lesbica? > domandò il drell sottovoce per non farsi sentire dalla russa.
    < Lesbica? > disse con lo stesso tono sommesso Niissa sinceramente stupita < Selina non è lesbica. >
    < Ma... > questa volta toccò a Finn restare stupito < ...prima con Rael? La storia dello strip-poker eccetera. > aggiunse sempre confabulando con l'asari.
    < Mi piacciono le cose belle! > esclamò una voce cattiva nell'orecchio del drell che quasi trasalì per lo spavento di trovarsi Selina alle proprie spalle < Rael ha delle belle tette...anzi...Rael è tutta bella. E io non sono lesbica. E neanche cicciona. Entiendes? >
    Finn imprecò sottovoce pensando che, poco prima, avrebbe potuto trovarsi sotto le coperte non con la sola asari ma anche con la possente mercenaria. Era la prima volta che si trovava ad avere a che fare con un pezzo di donna come Selina ed era particolarmente curioso di sapere come e cosa fosse capace di fare sotto le coperte una donna con il fisico della russa. Purtroppo, il drell aveva frainteso il comportamento di Selina e così, si era così lasciato sfuggire un'occasione che difficilmente si sarebbe ripresentata.

    Finn scosse la testa per togliersi dalla mente l'idea di lui, Niissa e Selina avvinghiati l'uno all'altra e, battendo rumorosamente le mani, attirò l'attenzione del resto della squadra.
    < Daccordo. Basta scherzare. Eleanor è stata rapita nel tragitto tra la Stanza del Consiglio e questo alloggio ovvero, in linea d'aria sono solo 4 chilometri. Più ci muoviamo alla svelta, più avremo possibilità di trovarla. Ricordate che Eleanor è un pacco impegnativo per un rapimento: deve essere trasportata da una parte all'altra a causa della sua infermità e questo rallenterà i nostri avversari. Avete visto come agiscono Alexanders e i suoi collaboratori quindi, state all'erta e pronti a sparare. Quelli non fanno prigionieri. > terminò in tono cupo.
    Tutti sapevano che la sorte di Eleanor era un grosso punto interrogativo; era stata rapita ma ciò non escludeva il fatto che potesse essere già stata uccisa. Alexanders o chi per esso, non aveva esitato ad uccidere per eliminare un potenziale pericolo e quasi tutti i collaboratori con cui Selina e il resto della squadra si erano imbattuti, avevano preferito la morte al tradimento, forse consci del fatto che il loro destino era già segnato solo per il fatto di avere accennato ad Alexanders.

    Si respirava un'aria cupa sul sull'astroauto guidata da Finn che stava portando la squadra all'ultimo posto dove era stata vista Eleanor, ovvero il palazzo del Consiglio.
    Niissa sedeva al posto del copilota mentre nei sedili posteriori, Rael e il turian se ne stavano silenziosi, con le mascelle serrate a rigirarsi la propria arma tra le mani e con l'ingombrante sagoma di Selina accomodata in mezzo a loro.
    < Su con la vita, ragazzi! > esclamò ad un tratto Selina forse un po' troppo gioviale < La troviamo Robot Wheels...non credo che i nostri avversari si siano presi la briga di rapirla per poi ucciderla in un secondo momento. Rilassatevi e godetevi l'avventura. >
    < Vorrei avere il tuo ottimismo. > disse Finn contrariato.
    < E' l'aspetto migliore del suo carattere. > spiegò serafica Niissa < O il suo peggiore...dipende dai punti di vista. >

    Selina sorrise e si accomodò meglio sullo schienale prima di allungare una mano appoggiandola sull'interno coscia di Rael. Strinse delicatamente la gamba dell'umana che, finalmente, smise di fissare il suo fucile sobbalzando per la mossa inaspettata < Stai serena Cucciolona... > disse la russa ammiccante sempre massaggiando la coscia di Rael < ...c'è Selina Sakarova con voi. La vittoria è assicurata. >
    < E questi invece sono decisamente i lati peggiori del suo carattere! > esclamò Niissa mentre si girava di scatto e afferrava il braccio di Selina per levarlo da dove si era posato < Arrogante, egocentrica e con la capacità innata di mettere in imbarazzo le persone. Scema! >
    < Vaffanculo. >
    < Prima tu. >
    < Testa da calamaro. >
    < Uomo con le tette. >
    < Fattona di sabbia rossa. >
    < Dopata del cazzo. >
    < Psicopatica. >
    < Arrogante. >
    < Zozza dalla pelle blu. Macaco squamoso. Mangia uccelli di krogan. Succhia moccio di un vorcha che non si è mai fatto una doccia. >
    < E tu...e tu sei...maledizione! Hai vinto di nuovo tu! > terminò Niissa sbuffando e tornando a voltarsi.
    < Te l'ho detto... > disse dando di gomito a Rael < ...Selina Sakarova vince sempre! >


     
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    Hanntius Baril

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Agente SSC

    citazione (rimuovere se non presente)
    La loro situazione aveva un qualcosa di terribilmente ripetitivo: trovavano qualcosa di utile e poi subito dopo cominciava tutto a fottersi. Prima il kamikaze alla centrale, poi i sospetti che si suicidano o vengono uccisi... ed ora il rapimento di Elliott.
    Il turian non si sentiva pagato abbastanza, avrebbe certamente richiesto un aumento a storia conclusa. Se fosse rimasto in vita.

    Il sequestro della donna non era da prendere sottogamba, da quanto Fin aveva rivelato loro, l'avvenimento era accaduto praticamente in una delle zone più sorvegliate della Cittadella. Era anche vero che il rapimento poteva essere avvenuto al di fuori di quell'area, ma allora come era stato possibile accorgersi del fatto ed avvertire direttamente lo Spettro?
    L'aria all'interno del veicolo non era di certo delle migliori, erano tutti tesi e ogni minima parola sbagliata faceva iniziare un battibecco inutile.
    Hanntius cercava di mantenersi calmo e concentrato, ma cerano diversi momenti in cui avrebbe volentieri buttato fuori dal veicolo la coppia di amiche mercenarie. Non erano sue amiche e non si sarebbe neanche sentito in colpa. Rael e Fin si salvavano solo perchè l'umana era più sopportabile di Selina e il drell... beh, guidava.

    «Come hai detto di essere stato avvisato del sequestro di Elliott?» chiese l'agente mentre tamburellava le sue tre dita sull'armatura della gamba. Non sapeva perchè ma ogni cosa di quella missione gli sembrava sospetta, come se mancassero dei pezzi per ricostruire anche i più banali passaggi.
    «Tramite il canale privato degli Spettri» ribadì stancamente Fin.
    «Chiunque ti abbia contattato deve aver riconosciuta e non aver fatto nulla. Perchè se non fosse così, noi avremmo dovuto avere un'area ancora più circoscritta. Un pessimo lavoro da uno o più Spettri» dichiarò Hanntius, dando così voce alle sue paranoie.
    Il commento parve non piacere poi molto al drell, tant'è che non tardò a controbattere: «Tutta la zona della Torre del Consiglio è pattugliata da voi dell'SSC e non mi pare di aver sentito alcun avviso di scomparsa diramato da voi.»
    «Ed ecco perchè la cosa mi sembra piuttosto strana!» affermò il turian con la sua voce quasi metallica, «L'unico motivo che mi posso dare, per la mancanza di una chiamata, è che il rapimento sia avvenuto all'infuori della Torre.»
    «Quindi turian, tu sostieni che potrebbe essere una trappola o che sia stata presa fuori dalla Torre» si intromise l'asari, forse quasi felice di non cominciare un nuovo battibecco con Selina, «E cosa dovremmo fare, eh? Non cercarla solo per una tua paranoia?»
    Hanntius fece un respiro profondo e fissò fuori dalle finestre dell'astroauto, constatando che praticamente si trovavano ancora a metà strada tra il loro rifugio e la Torre del Consiglio.
    «No, proveremo ad indagare dove è stata vista per l'ultima volta» rispose a Niissa, ma più a tutti loro che l'avevano sentito fino a quel momento, «Ma credo proprio che questa volta non mi fiderò poi molto dei miei colleghi dell'SSC. Quel tipo sembra agire ovunque e senza troppi problemi. Per gli Spiriti, sembra abbia più porte libere lui che una "ballerina" asari di Omega! Senza nessuna offesa per la tua razza, Niissa.»

     
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    Rael Thompson

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    Quando anche l'ultima pagina del fascicolo fu voltata, la rabbia che montava dentro Rael si era ormai fatta acuta e bruciante.
    Il dossier descriveva una persona totalmente diversa da quella che Rael ricordava: non un semplice e laborioso agente SSC, ma una personalità ricca di incongruenze, di segreti, e infine un reietto.
    Cominciava a capire la scarsa affluenza al suo funerale, ma qualcosa non tornava. Poteva anche credere, con qualche sforzo, che Dalio non fosse vittima, ma artefice del suo stesso destino, tuttavia non poteva assolutamente dubitare dell'integrità di suo padre, che in più occasioni sembrava essere intervenuto in suo favore. Non si trattava di situazioni che la semplice amicizia potesse giustificare.
    Il suo corpo era investito da un fremito incontrollato, e i pugni si strinsero a tal punto da lasciare i segni visibili delle unghie nei palmi. Non piangeva, ma soltanto perché gli avvenimenti passati l'avevano totalmente prosciugata, riducendola ad un cieco accumulo di rabbia e desiderio di vendetta.
    Forse ignorare quel messaggio le avrebbe risparmiato momenti dolorosi come quello che stava vivendo, e chissà quanti ancora la attendevano su quella strada, ma in quell'istante Rael non si sentì per nulla pentita: se le cose stavano diversamente da come aveva sempre creduto, allora voleva andare a fondo.
    Tanto valeva affrontare tutto, definitivamente.
    Con un enorme esercizio di coraggio e volontà, la ragazza riaprì il fascicolo.

    Dalio Nerius si registrò nell'SSC in tarda età rispetto alla norma, con la raccomandazione del'agente Thompson. Le notizie sulla sua vita precedente erano lacunose e scarse: residenza in una colonia turian, qualche viaggio occasionale a Thessia... nulla di rilevante.
    Nerius condusse un'ottima carriera per cinque anni, poi cominciarono i problemi: nel folto elenco delle sue mansioni, spiccava un'accusa di implicazione in attività criminali, caduta però a causa di mancanza di prove concrete e di testimonianze favorevole (Il nome di Thompson compare ancora).
    Nello specifico, l'accusa parlava di contatti illeciti con una certa Sabina T'raius, esponente noto della banda Eclipse.
    Nonostante ciò, l'agente Nerius venne sollevato dal suo incarico corrente, ad alta responsabilità, e degradato.
    Una seconda accusa apriva la pagina successiva: ripetuti viaggi su Brekenstein, in concomitanza con la presenza sul pianeta di altri esponenti Eclipse, convinse gli investigatori ad approfondire la questione. Nerius venne sospeso, ma il nome di suo padre compare ancora nelle testimonianze.
    Dalio abbandonò la stazione un mese dopo, di notte, facendo perdere le sue tracce.
    Ciò che accadde in seguito, Rael lo conosceva meglio dell'SSC stesso.

    La ragazza spostò bruscamente il fascicolo e andò a sedersi di fronte al terminale, per cercare il più possibile su Sabina T'raius, ma non ne ricavò altro che una lunga lista di reati e una data di decesso, qualche anno prima che Rael venisse catturata dai Sole Blu.
    In questi momenti, le capacità di Shenna le avrebbero fatto comodo, ma era certa di non poterla contattare per forza di cose. Di ricorrere a Sithis non aveva alcuna voglia, dunque...
    Qualcuno bussò alla porta già aperta della stanza, e Rael sussultò.
    "Cosa?!" - sbottò.
    Le parole che seguirono la lasciarono di stucco.

    L'unico aspetto positivo di quella drammatica svolta era che Rael ebbe accesso all'equipaggiamento dello spettro. Mentre lei si preparava in silenzio, Selina, rumorosa come al solito, non perdeva occasione di lamentarsi.
    Rael preferiva senza dubbio il silenzio, di norma, ma in quel momento trovò confortante quel cicaleccio, quasi la aiutasse a scartare momentaneamente dalla testa quanto scoperto su Dalio.
    Voleva concentrarsi sull'immediato e su Eleanor: le aveva dato la sua parola, e la donna non era stata da meno nel mantenere la promessa fatta.
    Tuttavia, le notizie del fascicolo erano troppo scarne e superficiali per tutto quello.

    "Su con la vita, ragazzi!" - proruppe Selina, facendo nuovamente sussultare Rael, fino a pochi istanti prima sovrappensiero - "La troviamo Robot Wheels...non credo che i nostri avversari si siano presi la briga di rapirla per poi ucciderla in un secondo momento. Rilassatevi e godetevi l'avventura".
    Robot... Wheels? riflettè Rael con una punta di sconcerto, santo cielo, Selina, non è affatto carino.
    Stava per reimmergersi nei suoi pensieri, quando sentì la mano della mercenaria darle una strizzata alla coscia - "Stai serena, Cucciolona! C'è Selina Sarakova con voi. La vittoria è assicurata".
    "Cucciolona..?" - stavolta Rael diede voce ai suoi pensieri - "Oh, adesso sì che sono tranquilla..."
    Ripartì, immancabile, il battibecco tra Niissa e la rossa, e Rael intercettò per caso lo sguardo ugualmente sfiancato del turian che li accompagnava.
    Hanntius, se non andava errato.
    Fu proprio lui il primo a riempire il silenzio in maniera costruttiva. Il suo ragionamento, effettivamente, non faceva una piega, e Rael si sentì un po' più sollevata all'idea che tra di loro ci fosse anche qualcuno in grado di usare la logica.
    Tuttavia, la situazione stava prendendo una piega troppo pericolosa per i suoi gusti: non erano questi i patti con cui si era accordata con Eleanor. Si trattava di aiutarla nelle indagini, non di partire con uno sgangherato esercito della salvezza per finire nella trappola di chissà quale folle.
    Le informazioni che aveva ricevuto non valevano certo tutto quel disturbo.
    "Ho promesso di aiutare Eleanor ad un costo" - riferì la ragazza, diretta a Fin. Non le piaceva neanche un po', considerando la mancanza di tatto che aveva avuto nei suoi confronti e la sua bassa considerazione delle donne, ma si trovava in una situazione difficile, per cui non poteva fare a meno di appellarsi a lui.
    "Lei mi ha proposto uno scambio di informazioni in cambio del mio aiuto nelle indagini, nulla che implicasse lo stare qui a rischiare la pelle o... a beccarmi qualche molestia" - continuò, lanciando uno sguardo eloquente a Selina - "Ho bisogno di accedere a informazioni più dettagliate... Informazioni che uno spettro può sicuramente avere".

     
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    Eleanor Elliott

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Ingegnere

    citazione (rimuovere se non presente)

    Le facevano male le braccia. Non se le sentiva più, ed era una sensazione che non si aspettava avrebbe mai provato alla sua età.
    La sua malattia avrebbe prima o poi avuto la meglio su tutto il suo corpo, era un processo graduale... No, non poteva esserne la causa.
    Si svegliò dal sonno, e si rese conto del motivo per cui avesse perso sensibilità alle braccia. Era letteralmente appesa ad esse con delle grosse catene, il suo inerme corpo penzolava a circa mezzo metro dal pavimento di un'ampia e buia stanza, che però lasciava passare un po' di luce dalle assi disconnesse che formavano il soffitto. Quella poca luce rendeva le sagome nella stanza leggermente più dettagliate, e le fu quasi possibile distinguerle: c'erano molti scatoloni, attrezzi da lavoro un antichissimo orologio a pendolo ed il suo insopportabile ticchettio. In fondo, in un angolo leggermente più buio, riuscì a riconoscere la sagoma di un essere umano. Ne era certa, perchè essa si muoveva, non era statica come il resto. Provò a gridare, a richiamare la sua attenzione, ma tutto ciò che usciva dalla sua bocca era così debole che non si sarebbe sentito neanche a portata d'orecchio.
    Portò gli occhi in alto, verso le fessure nel soffitto: la luce entrava prepotente rendendo impossibile vedere l'esterno, ma Eleanor conosceva bene quei rumori... Le astroauto sopra la sua testa, il suono dell'acqua delle fontane.
    Ma un attimo...
    Di tanto in tanto, senza una logica ben precisa, qualcosa oscurava le fessure. Piccole ombre veloci e di differenti misure.
    Ne era certa: era in qualche luogo sotto il suolo del Presidium.
    Provò ancora a gridare, e ancora e ancora, ma non c'era verso. Pian piano sentì i suoi occhi inumidirsi, ma prima che le lacrime potessero rigarle il volto, si rese conto che delle gocce stavano già scendendo lungo il suo corpo.
    I suoi capelli erano sciolti e bagnati, e lasciavano scivolare fredde gocce lungo la sua schiena. Fu allora che si rese conto di non avere vestiti addosso, solo la sua biancheria intima.
    Cosa le stava succedendo? Cosa le sarebbe successo? Non era mai stata così terrorizzata, e mai lo sarebbe stata come in quel momento.
    Ad un tratto, la figura dell'uomo si alzò dalla sua sedia, rivelandosi altissimo, almeno due metri, e a giudicare dalla sagoma anche parecchio robusto.
    Man mano che quello usciva dalla penombra, gli occhi di Eleanor si fecero sempre più lucidi, fino al punto di scoppiare in un pianto silenzioso.

    "Wow..." Commentò Fin alla proposta di Rael "Insomma, io sono una persona veramente brutta. Creo il caos, mi piace litigare ed usare le persone... Ma cavolo Rael, tu sei veramente senza cuore." Scosse la testa e si riconcentrò sul guidare, solo a quel punto rispose "Avrai quello che vuoi, ma una volta trovata Eleanor dovrai andartene. L'ultima cosa che vogliamo è doverci aspettare un'altra pugnalata alle spalle."
    Non si era aspettato una simile uscita da una donna così apparentemente profonda, e di persone Fin ne aveva conosciute molte... Credeva di sapere come funzionassero, ma ogni giorno qualcuno lo deludeva sempre più.

    Raggiunsero la Torre del Consiglio, poichè Fin pensò che potesse essere utile cominciare dall'ultimo posto in cui era stata vista.
    Inizialmente, aveva pensato di convocare l'intero Consiglio... Ma se Eleanor fosse riuscita a convincerli ad accettare la missione? La notizia del suo rapimento avrebbe sicuramente fatto cambiare idea ai quattro... Ma forse non ad uno di loro.
    "Dove stiamo andando?" chiese Niissa curiosa, che camminava dietro di lui, nella fila composta da lei e Selina. Poco dietro, Rael e Hanntius se ne stavano silenziosi come sempre.
    "Andiamo a parlare con qualcuno che forse potrebbe essere interessato alla faccenda."
    Il gruppo si fermò di fronte ad un ufficio, la cui insegna recitava a caratteri luminosi 'Consigliere Donnel Udina'.
    Ovviamente, Fin fu il primo ad entrare, senza chiedere il permesso. In verità, l'aveva già contattato prima di partire, menzionando un'emergenza, ma Udina non sapeva ancora di che si trattasse.
    "E' un disastro..." commentò il Consigliere, dopo la spiegazione "Ma chiaramente, gli altri consiglieri non devono saperne nulla. Dovrete risolverla da soli."
    "Con tutto il rispetto, Consigliere, ma io sono sopra la legge, non onnisciente." rispose quindi Fin, leggermente irritato.
    "Ho bisogno di tutti i registri e i rapporti, testimonianze riguardo ad individui sospetti... Insomma, qualsiasi cosa!"
    Udina si prese un attimo per riflettere, poi sospirò e si parò il braccio davanti, attivando il factotum.
    "Ecco, adesso hai accesso al database della sicurezza, ma dovrete analizzare tutto da soli. Usate pure il mio ufficio, se vi fa comodo." si mosse verso l'uscita, poi si girò di nuovo "Fate attenzione. La posta in gioco è troppo alta."

    I collaboratori di Eleanor non sembravano particolarmente entusiasti di passare ore ed ore ad analizzare tutto, specialmente Niissa e Selina che probabilmente non vedevano l'ora di menare le mani. Dopo un'ora di ricerca, la sofferenza nei loro occhi ed il nervosismo erano così visibili, che a quel punto Fin non resistette più.
    "Sentite, perchè non ci portiamo avanti con il lavoro? Selina, Niissa, andate fuori e cercate tracce, guardatevi intorno, vedete se riuscite a notare qualcosa di sospetto." l'Asari non se lo fece dire due volte e scattò in piedi, seguita a ruota dalla sua amica umana.
    "Hanntius, invece ho bisogno che tu faccia una cosa importante. Sappiamo che questi pazzi sono infiltrati nell'SSC, quindi voglio una lista di tutti gli agenti di turno durante la sparizione di Ellie. Li interrogherò uno per uno, se sarà necessario. Spero di no per loro." ordinò invece al Turian, che annuì. Non era sicuro che fosse contento di farlo o meno, probabilmente no. A volte era impossibile decifrare le espressioni dell'agente.
    "Mi spiace che tu sia rimasto invischiato in questa faccenda, Baril..." commentò il Drell, rivolgendosi ad Hanntius ma senza distogliere lo sguardo dalla scrivania e dal computer. Non che gli dispiacesse davvero... Alleggerendo la tensione su uno dei due avrebbe aumentato di molto quella sull'altra persona nell'ufficio. "Ho letto il tuo dossier, e meriti decisamente di meglio che stare qui ad esaminare fascicoli. Una carriera perfetta, abilità straordinarie, ed un forte senso di giustizia." enfatizzò quell'ultima frase, così che fosse chiara la frecciatina rivolta ad un'altra persona presente nella stanza.
    "Tu che ne dici, belle-tette?" Fin chiamò l'attenzione di Rael con quel nomignolo. Era cosciente del fatto che le avrebbe dato enorme fastidio, e l'avrebbe fatto a prescindere da ciò che gli aveva detto sulla navetta... Ma ecco, quello rendeva il tutto decisamente più godibile. "Riesci a tenere il muso di fronte al terminale? O preferisci un altra mano di poker?" continuò quindi, ridendo sotto i baffi.
    "So che non abbiamo tempo da perdere, ma... Adesso sono proprio curioso. Cosa cerchi di così importante da essere una priorità rispetto alla vita di una donna e, se non ne veniamo a capo, una catastrofe di livello galattico?"
    Nessuna risposta. Come sospettava. Ma il bello doveva ancora arrivare.
    "Cavolo, qui dentro si congela." commentò riferendosi al cuore gelido dell'umana "Non so chi sia 'lui', ma mi viene da chiedermi se sia sfortunato ad avere una donna con un caratterino così, o estremamente fortunato ad avere quel... Potenziale tra le mani... Sì insomma, ci sarà un lui, no?"
    La donna continuò a non commentare, ma Fin sentì di aver entrato il segno. Percepiva la rabbia montare in lei, e probabilmente col senno di poi non era la mossa più saggia da prendere, avrebbe potuto compromettere la missione... Ma era più forte di lui.
    Dopo quel momento a dir poco ridicolo, ne seguì un'ora passata totalmente in silenzio. Nemmeno Selina e Niissa aggiornarono la loro situazione via radio, e proprio a causa di quel gelido silenzio l'esclamazione di Fin sembrò quasi più euforica di quanto non fosse.
    "Ehi Hann! Ho trovato una tua vecchia amica."

    Era confusa, disorientata... Come mai si era sentita prima.
    Il grande parco al centro del Presidium era un posto così bello. Lo ammirò da lontano, cercando di identificare qualcosa, qualcuno.
    Ma era come se quel parco fosse apparso ai suoi occhi per la prima volta. Niente di visto, niente di familiare. Solo bellezza.
    Forse doveva andare più vicino...
    Quelle persone le mettevano paura, specialmente ora che poteva vederle da così vicino. Eppure in cuor suo sentiva che non fossero cattive, solo... Primitive.
    Primitive? Quella parola non le era nuova.
    Alcune di quelle persone la guardavano con degli occhi strani, sospettosi.
    Forse il suo vestiario non era anonimo come pensava...
    Nuovamente ansia. Si affacciò dalla piccola ringhiera del parco e si sporse sul grande fiume artificiale che lo attraversava, ed il rumore dell'acqua la calmò.
    Si poggiò con il fondoschiena alla ringhiera, tornando a rivolgere lo sguardo verso le persone. Quello sì, lo ricordava!
    E forse... Forse anche il suo nome cominciava a tornarle in mente.
    Due strambe donne si accomodarono sulla panchina di fronte a lei. Una era umana, dai capelli rossi, la tuta attillata e dei muscoli pronunciati, l'altra un'Asari dallo sguardo raccapricciante.
    "dovete fare attenzione!" avvertì una voce dal factotum dell'umana "Barelia Meris."
    Ecco! Era quello il suo nome, ma perchè la voce l'aveva pronunciato?
    "indossa una veste con cappuccio nera, ed è molto pericolosa"
    Le due donne spalancarono gli occhi, rendendosi conto di averla proprio davanti.
    Pericolosa?
    Si alzarono, ed estrassero le pistole.
    Non avrebbe voluto farlo, ma quella pericolosa non era lei, ne era certa.
    La granata biotica rotolò a terra fino al centro della piazza, mentre lei corse in direzione opposta, in mezzo alla folla. Quest'ultima si accorse subito del pericolo, ed il caos generale agevolò la sua fuga, ma le due donne conoscevano il suo aspetto, il suo nome... Perchè?
    In ogni caso, era tardi per quelle domande. La granata era settata per dieci secondi, ed i primi quattro erano già passati.

     
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    Selina Sakarova

       Fazione: Army Of Four
       Ruolo: Mercenario




    < Cosa abbiamo scoperto Sherlock? > domandò Niissa mentre, accanto a Selina, stava aspettando il turbo ascensore che le avrebbe portate dal piano terra della torre del Consiglio a un piano superiore non meglio precisato. Il numero del piano non era importante poichè il loro piano d'azione non lo richiedeva.
    < Elementare, Watson! > rispose Selina cercando di assumere un accento inglese con pessimi risultati < Ellie arriva alla Torre circa 6 ore fa... >
    < ...avvistamento confermato da 3 guardie all'ingresso... >
    < ...e da uno spazza cessi turian. Guida la sua moto carrozzella fino all'ascensore. Chiama l'ascensore. Aspetta...aspetta...aspetta... >
    < L'ascensore arriva e ci si infila dentro. Sale per raggiungere la sala del Consiglio. >
    < Che noi non possiamo raggiungere ma la cosa non importa. Parla con il Consiglio, prende una serie di pesci in faccia che farebbero incazzare un predicatore hanar... >
    < Riguida la moto carrozzella fino all'ascensore. Chiama l'ascensore. Aspetta...aspetta...aspetta... >
    < Prende l'ascensore. Schiaccia il pulsante del piano terra e... >
    < ...non esce più dall'ascensore. Quando l'ascensore apre le sue porte nella hall, esso è vuoto. >
    < Le guardie non vedono mai uscire Ellie ciò significa che, non so come, quelli l'hanno fatta sparire nel tragitto in ascensore. >
    < Ecco perchè noi, ora, ripeteremo il percorso ma...fuori dall'ascensore. > terminò l'asari con un sorriso divertito.

    Finalmente, le porte del turbo ascensore si aprirono e le due mercenarie salirono, pigiando un tasto a caso.
    Lasciarono che l'ascensore partisse ma, prima che arrivasse a destinazione, Selina pigiò il tasto della fermata d'emergenza. Senza esitare, mise le mani a formare una staffa dove si appoggiò il piede di Niissa. L'asari, grazie a un cacciavite portatile che aveva sempre con se, svitò il pannello sul tetto dell'ascensore, si issò sul tetto e quindi aiutò Selina ad issarsi a sua volta. Mentre Selina raggiungeva le scalette di servizio poste su un lato della tromba dell'ascensore, Niissa riavvitava il pannello.
    < Tempo? > domandò Niissa una volta raggiunta Selina.
    < 27 secondi circa. Tenendo conto che loro dovevano trasportare anche il corpo di Ellie nonchè la moto carrozzella, direi che hanno impiegato poco meno di due minuti. Ora vediamo quando fanno ripartire l'ascensore. >
    Le due rimasero ferme con gli occhi fissi sul cronometro fino a quando, dopo 230 secondi, l'ascensore venne sbloccato e riprese la sua corsa.
    < I tempi coincidono. > disse Niissa soddisfatta < Dunque è così che potrebbero avere fatto. >
    < Sì...il commando dei rapitori forse è già sul tetto dell'ascensore PRIMA che Ellie ci salga. Forse avevano anche già svitato il pannello e quando Ellie sale fanno irruzione e la rapiscono. >
    < Non saprei... > mugugnò l'asari perplessa < ...anche se è su una sedia a rotelle, avrebbe cercato di difendersi. Forse l'hanno narcotizzata: bastava socchiudere il pannello e sparacchiare un qualche sonnifero a rapida azione... >
    < Ellie si addormenta. Loro entrano, fermano l'ascensore ed escono tranquilli con il loro carico. >
    < Esatto! Lo spazza cessi ha detto che presumibilmente all'ora in cui Ellie sta scendendo, stava pulendo le porte dell'ascensore al piano terra e, per una manciata di secondi, ebbe l'impressione che l'ascensore si fosse fermato per poi ripartire. >
    < Peccato non abbia saputo dirci in che punto si è fermato! > esclamò Selina guardando verso l'alto dove non si riusciva a scorgere la fine della corsa del turbo ascensore < Muoviamoci prima che qualcuno venga a ficcare il naso. >

    Grazie a un paio di torce che tenevano in bocca, Selina e Niissa cominciarono a salire la scale di servizio guardandosi attorno in cerca di una via di fuga dalla quale il commando avrebbe potuto abbandonare la tromba dell'ascensore.
    Furono costrette a salire 6 piani prima di imbattersi quasi casualmente in ciò che cercavano. A distanza di circa 10 piani una dall'altra, su un lato della tromba si aprivano ampie grate di aerazione. Le due mercenarie stabilirono ad occhio e croce che le dimensioni consentivano il passaggio di un essere umanoide anche di discrete dimensioni che procedeva semplicemente piegato in avanti a 90°: una via di fuga perfetta!
    < Dammi un cinque investigatore! > esclamò raggiante Selina alzando la mano aperta. Quel lavoro da detective l'aveva decisamente divertita...peccato che durante i loro soliti lavori da mercenari, occasioni come quelle erano molto più che rare.

    Le due aspettarono un ascensore in discesa, saltarono sul tetto, aspettarono che gli occupanti uscissero e, appena le porte si chiusero, ripeterono l'operazione al contrario, si calarono nell'ascensore e, dopo avere schiacciato l'emergenza, tornarono verso la hall.
    Era inutile continuare la ricerca poichè non potevano sapere se quei cunicoli di aerazione fossero tutti collegati tra di loro né sapevano in quale di preciso i rapitori fossero fuggiti. Sarebbero tornate da Finn che avrebbe recuperato una pianta dell'edificio e solo a quel punto avrebbero potuto riprendere la loro ricerca.
    Peccato che ad attenderle nella hall ci fosse una squadra dell'SSC in assetto da battaglia che le stava attendendo al di là della porta a scorrimento dell'ascensore.
    Tutto quel movimento di ascensori che si fermavano e ripartivano, avevano messo in all'erta l'SSC che aveva radunato un'intera pattuglia per accogliere quegli utilizzatori molesti di un bene del Consiglio.

    Quando le porte si aprirono, gli occhi grigi di Selina si trovarono puntate contro 4 canne di pistola < Merda! > esclamò alzando le mani.
    < E ora che facciamo? > domandò Niissa imitando la collega umana.
    < Finn ci ammazza se torniamo in galera! Facciamo 'Urla e Scappa'? >
    Niissa non se lo fece ripetere due volte. Aprì la bocca in un acutissimo grido talmente fastidioso da costringere gli sbirri a portarsi le mani alle orecchie; nel frattempo, Selina afferrò fermamente l'asari per la vita e, portando avanti una spalla, caricò con tutta la sua esperienza da giocatrice professionista la pattuglia proprio nel centro, fece letteralmente volare i due poliziotti centrali che, nella caduta, coinvolsero i loro colleghi dando il tempo a Selina di raggiungere a grandi falcate l'uscita e a disperdersi con il suo carico asari nella folla che si trovava davanti alla Torre del Consiglio.

    Quando si trovarono abbastanza lontane, finalmente Selina arrestò la sua corsa e andò ad accomodarsi esausta su una panchina.
    < 'ccidenti! Era tanto che non facevamo 'Urla e Scappa'! >
    < Le mie acute corde vocali asari spaccano! Dammi un cinque urlante!>
    Mentre le due amiche si scambiavano un gesto di esultanza, il loro fac-totum cominciò a parlare con la voce di Finn.
    < Dovete fare attenzione! Barelia Meris. Indossa una veste con cappuccio nera, ed è molto pericolosa >
    Individuare il loro obiettivo non fu difficile grazie alla dettagliata descrizione di Finn e al fatto che quell'asari passava inosservata come una spogliarellista in un convento di frati cappuccini.
    L'asari incappucciata, incalzata da Niissa e Selina, cercò di fare perdere le sue tracce in mezzo alla folla e, per non lasciare nulla di intentato, si lasciò rotolare alle spalle una granata biotica.
    < Tu pensa all'asari io alla bomba! > disse la russa spingendo Niissa ad inseguire il loro bersaglio < BOMBA! BOMBA! BOMBA! > urlò Selina scaraventando i passanti a destra e a sinistra nel tentativo di raggiungere la granata.
    Quelle granate erano settate, di solito, sui dieci secondi e Selina calcolò di averne già sprecati almeno la metà...correndo, non l'avrebbe mai raggiunta! Si caricò di poteri e rilasciò una carica biotica che, travolgendo una decina di ignari cittadini che avrebbero passato la serata a letto pieni di lividi, la portò proprio sopra la granata; senza fermare la sua corsa, afferrò la bomba e, caricando il braccio all'indietro, la scaraventò lontana in direzione del laghetto.
    La bomba fece appena in tempo a sfiorare l'acqua prima di detonare in un turbinio di spruzzi d'acqua.
    < SELINA SAKAROVA 2 - GRANATE DEL CAZZO 0! > esclamò esultante la mercenaria alzando le mani al cielo poi si guardò attorno e, poco più lontano, vide la sagoma di Niissa che, con una mano protesa in avanti e uno sguardo da psicopatica, teneva Barelia sospesa a mezzaria in un campo di stasi particolarmente doloroso per la sua vittima.


     
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    Hanntius Baril

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Agente SSC

    citazione (rimuovere se non presente)
    Starsene seduto nell'ufficio del Consigliere umano a rovistare nel database del Consiglio, su una sedia che era tutto fuorché progettata per un turian della sua stazza, era un cambiamento per Hanntius.
    Di positivo era che finalmente non rischiava di venir sballottato a destra e sinistra, rischiando di prendersi nuove ferite o presunte tali; d'altro canto però... sentiva male ovunque per colpa di quella sedia, come se non avesse già abbastanza problemi con le ferite in guarigione.
    Al tutto si aggiungeva la terribile mole di ricerca tra i numerosi file, che gli provocavano sonnolenza ed emicrania.
    C'era davvero troppa roba da controllare e sicuramente uno di loro cinque avrebbe cominciato ad ammattire.

    Fu allora che Fin ebbe una buona idea: mandare i membri più nervosi del team a cercare nuovi possibili indizi per velocizzare il caso. Hanntius ringraziò mentalmente il drell, perchè aveva cominciato a temere lo scaturirsi di un esplosione di nervosismo da una delle due.

    «Hanntius, invece ho bisogno che tu faccia una cosa importante. Sappiamo che questi pazzi sono infiltrati nell'SSC, quindi voglio una lista di tutti gli agenti di turno durante la sparizione di Ellie. Li interrogherò uno per uno, se sarà necessario. Spero di no per loro»
    Il turian annuì a quell'ordine e cominciò a cercare tra i file dell'SSC, per poi raggruppare solo gli agenti assegnati al servizio alla Torre. Erano poco meno di un centinaio, ma Hanntius non si stupì della cosa. Quello doveva essere uno dei luoghi più sorvegliati e non era certamente piccolo di dimensioni.
    «Mi spiace che tu sia rimasto invischiato in questa faccenda, Baril...» commentò il Drell, rivolgendosi ad Hanntius ma senza distogliere lo sguardo dalla scrivania e dal computer.
    «Invischiato? Sono un agente dell'SSC! Se non ricevo una minaccia terrorista al mese mi deprimo» gli rispose l'agente, alzando gli occhi dal terminale. In contrapposizione al drell, lui cercò di sforzarsi nel mostrare ai suoi colleghi un sorriso da sbruffone, sebbene i suoi occhi verdi dicessero tutt'altro.

    «Ho letto il tuo dossier, e meriti decisamente di meglio che stare qui ad esaminare fascicoli. Una carriera perfetta, abilità straordinarie, ed un forte senso di giustizia» enfatizzò quell'ultima frase, così che fosse chiara la frecciatina rivolta ad un'altra persona presente nella stanza.
    Scoppiò a quell'affermazione, divertito dalle parole usate dallo Spettro.
    «Sicuro di aver letto il dossier giusto? Perchè potresti aver saltato tutti i richiami sulla parte della carriera» domandò Hanntius, tornando poi quantomeno serio «Devi aver saltato anche la parte in cui l'esecutore voleva togliermi dall'SSC: avevo fatto saltare in aria mezzo negozio di giocattoli dell'infanzia per bloccare un trafficante d'armi.»
    Notando poi lo sguardo di Rael, il turian cercò di specificare: «Erano giocattoli di fabbricazione vorcha, sarebbero esplosi da soli. Un giorno o l'altro.»
    Detto ciò Hanntius tornò al suo lavoro, evitando nuovi sguardi lanciati da uno dei due compagni. C'erano troppe storie simili a quella nel suo dossier, ancora non si capacitava di come l'SSC lo volesse tra i piedi. Forse per mancanza di personale.
    «Inoltre Fin... la prossima volta che vuoi lodarmi, offrimi una cena. Magari anche dei fiori e dei cioccolatini, anzi togli i fiori» raccomandò con tono serio. Certo, lui stava scherzando ma dal suo volto non era facile capirlo.

    Fu pochi secondi dopo che il drell cominciò a infastidire la loro compagna umana.
    Hanntius non si riteneva un turian stupido, forse brutto e anche goffo, ma non stupido. Sebbene ciò, non riusciva a capire l'ostilità verso Rael da parte dello Spettro.
    Certo, l'umana non era vincolata a Elliott come lui e Fin, quindi poteva benissimo dire di aver fatto la sua parte e andarsene.
    Si chiese se dovesse intervenire in quella situazione d'aperta ostilità. Hanntius aveva evitato ogni possibile coinvolgimento con la situazione della mercenaria e lei non aveva mai mostrato avversità contro di lui.
    "Senti Hann, se stai zitto e lei si arrabbia, potrebbe prendersela anche con te. Se parli e lei si arrabbia, se la prenderebbe comunque con te"
    Era come se si stesse per ritrovare in quell'orribile momento in cui si deve rispondere alla domanda 'Ti sembro grassa?'. Non esisteva via d'uscita, ma solo una morte sensata e una no. Senza contare che non era dell'umore giusto per sopportare un nuovo battibecco.

    «Non ti sembra di esagerare?» chiese indignato. La sua voce quasi metallica sembrò rimbombare nel silenzio che aveva seguito le affermazioni del drell.
    «Lei, come Zelin- ehm Selina e Niissa, è quella rimasta invischiata in questa fottuta vicenda! Io e te siamo quelli pagati dal Consiglio per risolvere casini come questi, per salvare persone che finisco nella stessa situazione di Eleanor!» e nel dire ciò, Hanntius sbatté un pugno sul tavolo, rischiando di colpire anche la tastiera del suo terminale.
    «Lei ha un debito da pagare verso Elliott, ma credo sia una scelta rispettarlo o meno. E se tu usassi metà di questo atteggiamento per risolvere questa fottutissima situazione, come io sto usando il tipico bastone su per il culo di ogni turian per capire perché qui sembri tutto in regola, magari ce la potremmo fare prima di domani»
    La sua reazione, così diversa dal suo modo di fare piuttosto scherzoso e calmo, non era altro che uno sfogo per tutto lo stress che aveva accumulato. Al tutto si poteva aggiungere anche il comportamento del drell: in una situazione del genere avrebbe dovuto trovare un modo per tenerli uniti in una causa comune e non istigare il contrario.
    «Sono nervoso, vi chiedo scusa per lo sfogo» disse il turian, tornando a lavorare in silenzio sul suo compito.

    Da quella sua scena, evitò di parlare nuovamente. Hanntius odiava farsi prendere dal nervoso e ancor di più rendersi così partecipe in una storia in cui non c'entrava nulla. Aveva già abbastanza problemi per conto suo ed era meglio rendersi partecipi di un numero ancor minore di grattacapi.
    "Qui c'è qualcosa che non quadra" pensò l'agente dell'SSC, guardando con più attenzione la composizione di una squadra nei pressi della sala del Consiglio. "Perchè hanno messo una squadra di novizi qui? Per regola i membri dovrebbero essere agenti con esperienza di diversi anni... o quantomeno buona parte della squadra. Qui però c'è solo il caposquadra con... no, lui sembra in regola"
    Hanntius visualizzò sul suo schermo i volti dei membri della squadra e i loro dati. C'erano un paio di salarian, un umano e il resto era ugualmente diviso tra turian e asari. Furono però i turian a saltargli subito all'occhio. I marchi sul volto erano sbagliati, indicavano sempre una colonia diversa da quella di origine.

    «Ehi Hann! Ho trovato una tua vecchia amica.»
    La voce del drell distolse il turian dal terminale, incuriosito dalla strana esuberanza dello Spettro.
    «Eh?» esclamò in risposta. Di quale vecchia amica stava parlando?
    Fin non gli rispose subito, ma sembrò più interessato a contattare qualcuno dal suo factotum. Hanntius aspettò che l'alieno parlasse e nel mentre scaricò i dossier relativi ai membri della squadra sospetta.
    «E' Barelia Meris, l'asari che hai interrogato» gli rivelò Fin, prima di avvertire anche Selina e Niissa.
    "Oh merda! Ludius l'ha già mollata? E ora che faccio? Calma Hanntius... hai già imbrogliato una la Gerarchia, puoi inventarti una nuova storia" si convinse il turian, riflettendo su quella situazione. Il suo volto senza espressione era l'unica cosa che gli altri due compagni potevano vedere di lui.
    «Allora dobbiamo riprenderla. Fin, posso chiedere a te di occuparti del tutto? Ho trovato qualcosa tra i dossier e, prima di cominciare ad assegnare le colpe, vorrei visionare i filmati di sorveglianza per esserne sicuro»
    Quella poteva essere una buona scusa per evitare momentaneamente l'asari, ma non era effettivamente così. Non era sicuro che solo i marchi errati potessero bastare, voleva trovare dell'altro.

    «Molto bene, se trovi qualcosa mandami subito la lista» affermò il drell.
    Hanntius non perse molto tempo e si alzò per camminare in direzione della porta, prima di fermarsi per avvisare Fin e Rael: «Potrei metterci un po', magari voi potete vedere di Meris. Sempre se tu Rael abbia voglia di aiutare. Se lo fai, ti posso chiedere di non sparare, malmenare o uccidere nessuno dei tre mentre sono via? In cambio ti offro un caffe levo-amminoacido.» domandò il turian, cercando di rabbonire un poco l'umana. Non aspettandosi una risposta (ma forse il lancio di qualcosa sì), scappò fuori in direzione della sala di controllo delle telecamere.

     
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  13. Reiky
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    Rael Thompson

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    A quanto pareva, Fin aveva preso molto seriamente le sue parole, e la risposta che le rifilò sembrava contenere non poca irritazione.
    Eleanor poteva essere la sua priorità, ma non certo quella di Rael: non desiderava la morte di nessuno, voleva soltanto quello che le era stato promesso, e il fatto che Fin l'avesse presa tanto male denotava un certo attaccamento alla donna.
    Un attaccamento che, però, non entrava certo nelle questioni personali di Rael.
    Aveva perso la sua famiglia, poi l'unica persona più vicina ad un parente che aveva; era stata abbandonata da chiunque avesse a cuore e sul volto mostrava ancora i segni della gentilezza dell'SSC.
    No, Eleanor non era decisamente una sua priorità.
    "Devo essere più pericolosa di quello che penso, se uno spettro teme una mia pugnalata" - fu la sua beffarda risposta. Poi spallucciò, apparentemente tranquilla - "Fa' come credi".

    Più tardi, Rael si pentì di quel "Fa' come credi", che risultò consistere in tutta una serie di frecciatine e snervanti osservazioni da parte dello spettro. Se alle prime battute Rael riuscì a mantenere un'aria superiore e disinteressata, a lungo andare i suoi nervi mostrarono qualche cedimento e l'idea della pugnalata iniziò a sembrare più allettante e molto meno metaforica.
    Gli avrebbe risposto per le rime, ma aveva trovato qualcosa di più interessante sul terminale, e non voleva attirare l'attenzione del Drell più del dovuto.
    A quanto pareva, nè Sabina T'raius nè le Eclipse in generale avevano alcuna relazione con Alexanders, ma sicuramente l'aveva avuta Dalio. Quale poteva essere il collegamento tra i tre? Come aveva fatto Dalio ad invischiarsi in quella situazione, e che ruolo aveva quella misteriosa asari in tutto ciò?
    Una possibile risposta si dipanò davanti ai suoi occhi, proprio mentre Fin si chiedeva quanto fortunato o sfortunato doveva essere il suo "lui".
    (Stupida lucertola semi-senziente!)
    Sabina aveva avuto una figlia, che però non aveva in alcun modo seguito le orme materne. Era un brillante medico residente a Thessia, e aveva persino cambiato il suo cognome in Kalis.
    Daleen Kalis.
    La sua tesi di dottorato proponeva possibili applicazioni mediche delle intelligenze artificiali: nanomacchine in grado di sostituire un sistema immunitario inefficiente, trapianto di organi malati con altri sintetici, in grado di autogestirsi... Persino un possibile trapianto di sinapsi.
    Era tutto troppo familiare....
    "Non ti sembra di esagerare?".
    Rael si voltò di scatto nell'udire la voce di Hanntius più alta del solito.
    "Lei, come Zelin- ehm Selina e Niissa, è quella rimasta invischiata in questa fottuta vicenda! Io e te siamo quelli pagati dal Consiglio per risolvere casini come questi, per salvare persone che finisco nella stessa situazione di Eleanor!Lei ha un debito da pagare verso Elliott, ma credo sia una scelta rispettarlo o meno. E se tu usassi metà di questo atteggiamento per risolvere questa fottutissima situazione, come io sto usando il tipico bastone su per il culo di ogni turian per capire perché qui sembri tutto in regola, magari ce la potremmo fare prima di domani".
    A quelle parole, ragazza esibì un sorriso soddisfatto. Finalmente qualcuno capace di ragionare non soltanto dalla propria prospettiva.
    "Sono nervoso, vi chiedo scusa per lo sfogo" - disse poi il turian.
    "Oh, non ti scusare" - intervenne Rael, senza staccare gli occhi dal monitor - "Hai soltanto interrotto un monologo davvero, davvero noioso".
    Seguì un prolungato momento di silenzio, nel quale Rael si domandò in che modo parlare agli altri di Daleen. Nonostante il risultato, Fin avrebbe potuto accorgersi che l'interesse della ragazza si era un po' distanziato dal loro obiettivo, senza contare che forse Daleen non c'entrava assolutamente nulla con Alexanders. Oppure sì?
    Intanto, lo spettro aveva trovato Barelia Meris, di cui si sarebbero occupate le due mercenarie mezze matte. Rael se le immaginava in giro per il presidium, ad attirare sguardi con la loro appariscenza e il loro chiassoso modo di fare.
    Il turian, a quel punto, sembrò aver fretta di andar via: doveva aver trovato qualcosa di interessante nei dossier.
    "Potrei metterci un po', magari voi potete vedere di Meris. Sempre se tu Rael abbia voglia di aiutare. Se lo fai, ti posso chiedere di non sparare, malmenare o uccidere nessuno dei tre mentre sono via? In cambio ti offro un caffe levo-amminoacido".
    Rael ridacchiò: provare a fare anche solo una di quelle cose avrebbe significato una morte certa per lei: Fin era un dannato spettro, Selina avrebbe potuto sollevarla con un mignolo e Niissa... Niissa era una pazza esaltata, non poteva competere.
    "Mi stai lasciando sola con Fin: direi che questo vale almeno tre caffè" - rispose.
    Quando Hanntius fu uscito, la ragazza sospirò profondamente - "D'accordo, Spettro, dimentica quanto mi odi e ascoltami: un altro... individuo, implicato nelle faccende di Alexanders, che ci ha lasciato le penne, aveva dei rapporti non ben specificati con una certa Sabina T'raius, Eclipse. Non c'è alcuna pista che colleghi la asari al nostro amico pazzoide, ma a quanto pare la figlia di T'raius sembra particolarmente interessata all'intelligenza artificiale. Dai un'occhiata".


     
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    Fin Shuil (Ambientazione)

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    Non poteva crederci: la fragile umana si era addirittura dimostrata utile! A dire il vero, Fin ne era più felice di quanto chiunque altro avrebbe potuto pensare.
    "Bel lavoro. Forse c'è qualcosa dentro quella testa, bambolina." Disse accennando un sorriso, mentre sfogliava le pagine elettroniche del documento "Ma Thessia è lontana. Prima troviamo Eleanor, poi decideremo insieme agli altri sul da farsi."
    Da quel momento, calò di nuovo il silenzio. Durò almeno cinque minuti, durante i quali Fin pensò alla discussione di poco prima.
    "Non ti odio, Rael." affermò alla fine di quei cinque minuti, pur non distogliendo lo sguardo dal terminale "Odio la categoria di persone che rappresenti. Gente che ha vissuto esperienze difficili, e che per questo motivo si crede al di sopra di tutti. Beh, senti un po': non sei affatto speciale, e sicuramente la tua vita non vale più di quella di chiunque altro in questa fottuta stazione."
    Solo a quel punto alzò la testa verso di lei, si alzò e girò l'angolo della scrivania, muovendosi poi verso quella di Rael "Ripensandoci, un po' ti odio. Perchè ogni volta che ti guardo vedo un enorme potenziale sprecato. Potresti essere uno Spettro migliore di me, o una buona madre di famiglia, o entrambe le cose. Che senso ha per te questo attaccamento alla vita, se a te interessa solo il passato di qualcuno morto e sepolto?"
    La verità era che un po' si era pentito di averla invitata a lasciare il team. Probabilmente non sarebbero mai andati d'accordo, ma con il giusto stimolo avrebbe potuto rivelarsi utile.
    Proprio alla fine del discorso, un beep richiamò l'attenzione di Fin verso la sua scrivania: una chiamata di Selina.



    Eleanor Elliott

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Ingegnere


    Era ancora un po' sotto shock per quanto successo a Hernan, ma la notizia dal Consiglio le sollevò il morale. Aveva un accenno di sorriso sul volto, mentre la carrozzina la scortava verso il lungo ascensore.
    La porta automatica si aprì e lei entrò, ma prima che la porta stessa arrivasse a chiudersi, fu interrotta da una vellutata mano femminile.
    "Con permesso..." pronunciò timidamente la ragazza, mentre l'ingresso dell'ascensore si riapriva permettendole di entrare. Quella frase, pronunciata con una lieve 'r moscia', proveniva da una giovane donna dal viso grazioso, gli occhi azzurri ed i capelli raccolti, mentre il suo corpo era avvolto da un elegante abito nero. Sembrava molto giovane, almeno due o tre anni più piccola di lei, ma il suo dolce volto e l'espressione quasi sognante le davano un'aria ancor più giovanile.
    Ancor più timidamente varcò l'ingresso dell'ascensore, chiudendosi in sè stessa stringendo la sua borsetta con entrambe le mani, e un altrettanto timido sorriso decorò il suo volto quando incontrò gli occhi di Eleanor.
    "Primo giorno di lavoro?" chiese Eleanor per rompere il ghiaccio, ma l'unico effetto che ebbe fu quello di mandarla in panne.
    "Sì... Cioè, no... Ecco, è... Ho solo avuto un colloquio."
    La rossa rise "A giudicare dal sorriso, mi sa che è andato bene."
    "Sì, beh... Credo di sì. Ma non sono sicura sia la scelta giusta per me." confessò la ragazza castana, improvvisamente più cupa.
    "Di che si tratta?" chiese quindi Eleanor, dubbiosa.
    "Ecco... Riguarda te, Eleanor."
    "Cosa?!" l'agente del consiglio non si aspettava di certo una risposta del genere "Cosa intendi, e come conosci il mio nome?"
    "Su di te so più di quanto tu creda."
    Sospettava che qualcosa non quadrasse. La prima reazione di Eleanor fu quella di accendere il factotum e mandare un messaggio di soccorso. Un codice conosciuto solo dagli Spettri. Un attimo dopo, la parte inferiore del suo volto si ritrovò coperta da un tessuto... Un fazzoletto. L'attimo dopo, il buio.


    Si svegliò di soprassalto. Non era più legata per le braccia, ma bensì era coricata di fianco su un tavolo, con i polsi legati dietro la schiena. Era ancora in biancheria, ma la figura davanti a sè le permise di comprendere il perchè fosse bagnata. La sagoma dell'uomo era più definita, e quella volta reggeva tra le mani un secchio. L'uomo era a torso nudo e ricoperto di tatuaggi, attorno al suo collo pendeva una catena apparentemente molto pesante che produceva un fastidioso rumore metallico al minimo movimento del proprietario. Era una figura veramente spaventosa, ma Eleanor sentiva di doversi mostrare più sicura di sè stessa. Il suo istinto di sopravvivenza le consigliò così, ma... Era il metodo giusto?
    "Qualsiasi cosa vogliate da me, non l'avrete. Vi consiglio di lasciarmi andare, perchè se riesco a liberarmi da sola sarà peggio per voi."
    L'uomo non rispose, ma uscì ancor più dalla penombra, mostrando più chiaramente il volto. Era totalmente calvo, con la testa anch'essa ricoperta di tatuaggi, e dal grosso e largo naso penzolava un anello.
    Dalla sua bocca uscì un rumore simile al grugnito di un cinghiale, poi tornò indietro e si lasciò cadere su una sedia.



    Hayley Piller

       Fazione: Ignota
       Ruolo: Civile



    Seduta di fronte al tavolo più isolato del privè, sorseggiava il suo Martini.
    Ash le aveva sempre detto che il Martini della Cittadella non sarebbe mai stato buono come quello terrestre. Lo ripeteva così spesso che ormai Hayley stessa non riusciva più ad assaporare quel cocktail come una volta, nonostante non avesse mai avuto il piacere di assaggiarlo sulla Terra.
    Finì l'ultimo sorso ed osservò quella che doveva essere un'oliva rotolare fino al fondo del bicchiere di forma conica, mentre Ash tornava a sedersi proprio accanto a lei, con in mano il secondo giro.
    L'uomo lasciò uno dei bicchieri sul tavolo e la mano appena liberata finì per afferrare la coscia di Hayley.
    "Brindiamo, Hay." disse quindi Ash, portando in aria il bicchiere ed osservandone i riflessi causati dalle luci al neon del Purgatory.
    Era un uomo molto affascinante. Quel viso sempre profumato dal dopobarba, i capelli corti brizzolati e le lievi rughe attorno agli occhi che gli davano un'aria matura. E poi le mani, così solide ma gentili al tatto... O spietate armi all'occorrenza.
    "Alla riuscita del nostro nuovo incarico."
    Hayley alzò il bicchiere e lo fece toccare con quello di Ash, ma il suo spirito non era esattamente lo stesso di quello del suo compagno.
    "Proprio non capisco..." azzardò a dire "Abbiamo sempre scelto noi i nostri incarichi. Perchè accettarlo da un altro adesso? Cos'aveva di così speciale quella donna?"
    "Non lo so neanch'io, Hayley... Ma ho avuto un sentore dentro di me, ed è bastato a convincermi. Sono certo che la nostra nuova collaborazione porterà ad enormi risultati." rispose lui, dopo un lungo sorso di Martini.
    "Ma... Dove l'hanno portata, e cosa vogliono farle?"
    "Ascolta, non sono affari tuoi. Ti ho presa con me perchè mi servi buona, pura... E fottutamente bella" Disse quell'ultima frase rafforzando la stretta sulla coscia della donna, provocandole un sussulto, mentre la mano cominciò a salire scoprendole a poco a poco la gamba.
    "Andiamo a festeggiare. Adesso."
    Festeggiare... L'unico che avrebbe festeggiato sarebbe stato lui. Lei era solo un regalo di compleanno, un compleanno che si ripeteva ogni giorno.
    Avrebbe tanto voluto festeggiare anche lei, una volta nella vita, ma cosa c'è da gioire in una vita priva di scelte?



    Fin Shuil (Ambientazione)

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Spettro


    Rimasero tutti di fronte alla cella della base per almeno dieci minuti.
    La Meris stava seduta a terra all'interno della gabbia, raggomitolata in posizione fetale guardando il pavimento. Fin non sapeva proprio cosa farne: quella Asari era completamente fuori di senno, come avrebbero potuto ricavarne qualcosa?
    "Dannazione!" esclamò il Drell sbattendo il pugno contro il muro olografico che chiudeva la cella. Con tutta quella agitazione Barelia scattò in piedi e si illuminò d'azzurro, ma l'energia biotica che stava incanalando venne dispersa nel nulla a causa dei bracciali inibitori che Fin le aveva messo ai polsi.
    "Calmati, stronza" le disse "Non andrai da nessuna parte, perciò evita di far diventare matti anche noi."
    "Io..." Balbettò "Cosa succede? Chi siete e cosa volete?"
    "I tuoi amici hanno preso Eleanor, dov'è? DOVE CAZZO È??" Esclamò quindi il Drell con voce cattiva e decisamente adirata, tanto che l'Asari si appiattì contro il muro opposto a lui.
    "N-Non so di cosa parli, lo giuro! Lasciatemi andare, ho paura..." scoppiò a piangere, e tornò a mettersi seduta nella medesima posizione di poco prima.
    "Cazzo..." mormorò poggiando prima il pugno e poi la testa contro la cella.
    Era frustrato da tutto quel macello. Sapeva che sarebbe stato difficile risolvere il caso di Alexanders, ma la faccenda del rapimento non fece altro che complicare le cose e rallentare le indagini. Erano ad un vicolo cieco, un'altra volta... E proprio per questo ripensò alle parole di Rael.
    Thessia, il passo successivo delle indagini.
    Avrebbero potuto dimenticare il problema di Eleanor e salvare la galassia da una nuova minaccia alla pari dei Geth. Una sola vittima: una donna disabile, malata, con bassa aspettativa di vita.
    No, non poteva comunque farlo.

    "Pensateci bene" disse Fin qualche ora dopo. Si erano riuniti nella sala conferenze, com'erano stati soliti fare negli ultimi giorni, ma adesso con una sedia vuota. "L'ultima volta che Hanntius ha visto Barelia Meris era ancora lucida e sana di mente, ed è avvenuto due giorni fa... Perciò dev'essere successo qualcosa in questo breve lasso di tempo, qualcosa che l'ha fatta impazzire... O qualcuno. Dev'essere entrata in contatto con qualche collaboratore di Alexanders. Potrebbero essere gli stessi che hanno preso Eleanor, o qualcuno di collegato. Ho bisogno di suggerimenti, ragazzi. E' Ellie la mente di questa operazione, in sua mancanza dovremo collaborare. Nomi, luoghi, orari di incontri pianificati. Avete in mente qualcosa che possa estorcere all'Asari queste informazioni?"



    Edited by •Gabry‚ - 26/9/2016, 02:46
     
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    Selina Sakarova

       Fazione: Army Of Four
       Ruolo: Mercenario




    Dire che il clima attorno a quel tavolo fosse freddo sarebbe stato riduttivo; al di là del rapimento di Eleanor, sarebbe stato lampante anche ad uno yagh che il rapporto tra Finn e Rael era molto più che teso.
    Selina non sapeva di preciso cosa si fossero detti durante la sua assenza ma aveva supposto fosse qualcosa a che fare con quello che Rael aveva detto sull'astroauto mentre raggiungevano la Torre del Consiglio.
    La russa, mentre Finn parlava, guardò i suoi compagni uno ad uno e solo in quel momento si rese conto di come lei e Niissa fossero decisamente fuori posto. Rael, Fin e Hantius avevano un valido motivo per trovarsi lì, chi per senso del dovere e chi per sistemare questioni in sospeso del proprio passato; Selina e Niissa, invece, si trovavano su quelle sedie solo perchè si stavano divertendo come matte. Indagare, fingersi sbirri, sventare attentati era per loro un salutare diversivo dalla loro solita routine da mercenarie.
    Divertente! Dannatamente divertente! Mancava solo all'appello qualche bel combattimento e almeno un paio di scazzottate per trasformare quell'avventura nella loro vacanza perfetta.
    In cuor suo, si sentiva vagamente colpevole per essere l'unica che si divertiva in quella situazione (soprattutto, pensando alla povera Eleanor che si trovava chissà dove nelle mani di chissà chi) ma il suo imbarazzo non era dovuto solo a quello; ciò che doveva dire ai suoi compagni poteva risultare molto più che imbarazzante.

    Tutti gli sforzi finora profusi dalla squadra non avevano portato a molto. Certo, avevano indizi, sapevano più o meno come Eleanor poteva essere stata rapita, avevano un prigioniero ma tutto questo, tirando le somme, non era servito per nulla ad avvicinarsi alla soluzione di quel pasticcio.
    < ...Avete in mente qualcosa che possa estorcere all'Asari queste informazioni? >
    < Io non credo che caveremo chissà che da Scintilla... > cominciò Selina riferendosi all'asari che ora si trovava rinchiusa in cella < ...quelli le hanno fatto il lavaggio del cervello! Penso che in questo momento Barelia sappia a malapena di essere un'asari. >
    < E quindi cosa proponi? > domandò Finn spazientito < Che stiamo qui ad aspettare che rinsavisce o preferisci attendere che troviamo Eleanor...il cadavere di Eleanor? >
    < Non sto dicendo questo! > replicò stizzita la russa battendo forte la mano sul tavolo < Mentre cercavate di cavare qualche parola da quella mentecatta, ho ricevuto... > disse esitante < ...una chiamata personale. >
    Selina si interruppe arrossendo.
    < E quindi? > la incalzò Finn esasperato.
    < Premetto che tutto quello che dirò e sentirete sarò pronta a smentirlo da qui all'eternità e non voglio assumermi la responsabilità di ciò che sentirete. > chiarì subito Selina ricevendo un cenno di assenso dal drell < Dunque...avete presente quando dicono 'se non sai qualcosa, rivolgiti a un criminale' Ecco...questa volta è stato il criminale a chiamare direttamente. Questo tizio si chiama Sergio Vizzini detto 'Il Viscido', è il miglior soffia dell'intera Cittadella: lui sa tutto quello che succede nell'ombra. Non è un criminale nel senso stretto della parola ma le informazioni che riceve, da chi credete che provangano? > domandò retoricamente facendo apparire un sorriso complice sul volto del turian < L'ho conosciuto quando facevo gli incontri clandestini di lotta...dopo il bioball e prima di entrare nell'Army of Four...anzi, fu proprio lui a farmi conoscere Marek che ora è il mio capo nonche amante...conobbi Marekino proprio a un incontro organizzato dal Viscido. Io contro di lui...un sacco di botte...giuro che... >
    < Selina! > la interruppe Niissa dandogli una gomitata < Hai uno dei tuoi attacchi di logorrea! Vieni al cazzo di punto! >
    < Giusto! Beh...mi ha chiamato dopo anni che non lo sentivo e... >
    Posizionò il braccio munito di factotum sul tavolo e fece partire la registrazione.

    < Chi è che rompe le palle nel bel mezzo di una crisi galattica? >
    < Sakarova...passano gli anni ma tieni sempre un carattere di merda! > L'uomo che parlava aveva un fortissimo accento siciliano che cercava in tutti i modi di enfatizzare.
    < Gesù! Il Viscido! > si sentì esclamare Selina < Quanto tempo...come te la passi? >
    < Sempre il solito lavoro della minchia...ma non mi lamento. Sai come mi chiamano ora? Vizzini l' 'Ombra Nera'. Capisci? > una forte risata gioviale scoppiò dal factotum.
    < Ti hanno promosso...sai, 'Il Viscido' non era un gran soprannome. >
    < Già...era un soprannome della minchia. Comunque...ho saputo che stai collaborando con il pupazzo drell; pensavo ci fosse anche il tuo amico batarian ma lui mi ha detto che questa volta, te la gestirai da sola...tu e quell'asari psicotica... >
    < Coma fai a sap...lascia stare, tu sai sempre tutto. Perchè mi hai chiamato? Lavoro con l'SSC e uno Spettro... >
    < Chi? Quel pupazzo drell? > replicò Vizzini con un'altra risata < Quello è stato fatto Spettro per tenere buoni quelle lucertole semi senzienti di drell...quello, è solo chiacchiere e distintivo! Era meglio se ti capitava Blasto. >
    < Sei un tantino drastico, non ti pare? >
    < Può essere. In ogni modo, non cancellare la conversazione e falla sentire ai tuoi attuali colleghi. Capisci? >
    < Capito...ora mi vuoi dire perchè mi hai chiamato? >
    < Sakarova, la capisci la situazione della Cittadella? Qui, quelli che stanno in alto, non vogliono casini...tutto deve filare liscio come l'olio. Questa non è quella minchia di Omega...qui, la Famiglia, gira in doppio petto e va a colazione con i Consiglieri. Qui deve esserci ordine e pulizia. Capisci? >
    < Sì, capisco ma non capisco cosa c'entriamo noi... >
    < Un'appartamento che esplode in centro, non va bene. Un cecchino che spara su un'auto SSC, non va bene. Il cadavere di una quarian ritrovato nel baule di un minchia di turian, non va bene. Inseguimenti biotici al Presidium, non vanno bene. Ma soprattutto, quando spariscono dei minchia di agenti SSC handicappati...questo non va assolutamente bene! >
    < Ci sono stati un po' di casini... >
    < Casini, dici? Quando succedono queste cose, gli sbirri fanno troppe domande...le domande spaventano i clienti...e gli affari della Famiglia vanno a schifio. E' per questo che mi hanno chiesto di contattarti. Capisci? >
    < Sanno dov'è Eleanor? > domandò Selina impetuosa.
    < No. Ma sanno chi l'ha rapita. >
    < Chi è stato? >
    < Calma, Sakarova. Il nome non lo sanno. Questo tizio, è una specie di fantasma...sono anni che cercano di mettere le mani su questo fetuso ma non ci sono ancora riusciti. >
    < E quindi, come cazzo lo troviamo? >
    < Sakarova...tu non tieni una minchia pazienza! Non dovete trovare lui ma la ragazza che gli sta sempre vicino. Un'altra fetusa di cui sanno poco ma che è stata vista da un loro picciotto entrare nella Torre del Consiglio subito dopo l'handicappata. E quando succede che spariscono handicappati e questa tizia è nei paraggi, non è mai un caso. Capisci? >
    < Capisco. Come riconosciamo la ragazza? >
    < E' umana, giovane e veste sempre un abito lungo nero. Sul braccio, ha un tatuaggio. >
    < Sai quante umane, giovani e tatuate ci sono sulla Cittadella? Come minchia facciamo a sapere che è quella giusta? > incalzò Selina che inconsapevolmente cominciava quasi a parlare come il suo interlocutore.
    < Perchè questa fetusa è così bella che lo farebbe rizzare a un morto. Trovate la ragazza e troverete l'handicappata. C'è solo una piccola richiesta da parte della Famiglia: quando troverete questi due minchia di fantasmi, li consegnerete a loro. Capisci? >
    < No, non capisco. Perchè dovremmo consegnarglieli? >
    < E' una questione di rispetto; loro vi danno una cosa e voi gliene date un'altra...così funziona la Cittadella. Glieli consegnerete e loro gli faranno 'u paccheddu. Capisci? >
    < U cosa? >
    < Una vecchia tradizione di Famiglia. Una puttana l'ha vista l'ultima volta al Purgatory. Baciamo le mani, Sakarova. >

    La conversazione terminò con un click meccanico e Selina fissò i suoi occhi grigi in quelli di Finn < Mi vergogno come una ladra di conoscere un tizio del genere ma...almeno ora abbiamo qualche altro indizio. Capisci? Proviamo a cercare la fetus...la ragazza o ci concentriamo su Scintilla? >


     
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