Trascendenza

Spazio esterno del Consiglio, Cittadella

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    Hanntius Baril

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Agente SSC

    "Hanntius, perchè mai hai scelto quest'idea?[...] Perchè sei un idiota con idee idiote e con la passione segreta nel diventare un sacco da boxe" (cit. Hanntius a se stesso)
    Aveva lasciato i suoi ultimi due compagni rimasti per controllare alcuni membri sospetti dell'SSC, tramite la visione dei filmati registrati dalle telecamere presenti nella Torre.
    Non gli fu troppo difficile accedere alla stanza di controllo, sebbene non lavorasse lì era pur sempre un loro agente.
    Chiese agli addetti, due salarian dal colorito marroncino, di potergli dare i filmati dell'orario in cui era scomparsa Elliott, sia prima che dopo. Hanntius avrebbe visionato il percorso fatto da Eleanor e dalla squadra, nel tentativo di trovare qualche nesso tra le due parti.
    In tutto ciò, il turian sperava di poter prendere abbastanza tempo per non scontrarsi con la Meris o quanto mento, cercare una storia credibile nel caso spuntasse il suo nome assieme a quello degli altri criminali presenti al suo incontro con l'asari.

    Appena i due addetti gli mostrarono i diversi filmati, filtrati tramite sua richiesta, i suoi occhi verdi cominciarono a cercare in ogni singolo video qualche indizio. Hanntius vide il suo capo, Elliot, arrivare e percorre il suo tragitto verso la sala degli incontri del Consiglio. Da lì in poi lui non poteva accedere ai filmati all'interno della sala, i suoi permessi non glielo consentivano, ma per sua fortuna non gli servì perchè la donna umana dai capelli rossi uscì, in direzione dell'ascensore.
    Durante il periodo oscurato della conferenza, Hanntius visionò la squadra sospetta ma oltre a un paio di giri di routine attorno alla sala e al controllo dei passanti a quel perimetro, non fecero nulla di così eclatante, nemmeno quando l'umana uscì dalla stanza per andarsene.
    Tornò a controllare il filmato in cui la donna umana entrava nell'ascensore, ma l'immagine si fece sempre più sgranata e l'ultima cosa che apparve più visibile fu l'arrivo di una seconda persona, poi diverse telecamere si oscurarono per alcuni minuti e quando ripresero a funzionare non c'era più nulla.
    «Ehi!» disse richiamando l'attenzione dei due addetti «Perchè in questo lasso di tempo le telecamere non funzionavano?»
    «Un problema di cortocircuito» spiegò uno dei due salarian, «Abbiamo mandato un tecnico appena ce ne siamo accorti»
    Il turian li fissò, analizzando l'attuale situazione. Le mandibole attorno alla bocca si muovevano impercettibilmente, quasi sforzandosi per non mostrare la sua frustrazione.
    Avrebbe richiesto loro gli ultimi istanti visibili del filmato in cui compariva Eleanor e avrebbe richiesto a un suo compare, della sezione investigativa, se poteva fare qualcosa per migliorare l'immagine. Questo era ciò che poteva fare, oltre a richiedere una copia dei filmati da lui precedentemente richiesti ai due addetti.

    Ore dopo quel controllo, Hanntius si ritrovava assieme ai suoi compagni per fare un punto della loro situazione. Barelia era impazzita o quasi, di Elliott invece non avevano ancora nulla e lui non aveva ancora ricevuto il resoconto dal suo collega all'SSC. Il turian cominciò a chiedersi se non fosse il caso di ricontattare Ludius, anche se l'idea di parlare nuovamente con la donna non lo rendeva felice. Meno le parlava e meglio stava.
    Oltre a tutto ciò da bravo (o presunto tale) turian, doveva controllare se Rael aveva mantenuto la sua richiesta: controllò con una veloce occhiata i presenti nella sala, nessuno però mostrava ostilità verso l'umana, eccetto la tensione tra Fin e Rael che aveva già avuto modo di notare prima, o possibili segni dovuti ad un attacco fisico. Si disse che forse si era comportata secondo i patti, ma per sicurezza, forse più per divertimento personale, mandò un messaggio al Factotum della mercenaria mantenendo un'aria tranquilla in volto.
    Il messaggio recitava: Come sarebbe a dire tre caffè? Troppa caffeina fa male.

    Da lì a pochi secondi cominciò il piccolo dibattito tra Selina e Fin, da cui poi la confessione dell'umana rossa sulla conoscenza di un contatto alquanto discutibile. La natura di Hanntius votata alla giustizia e correttezza gli stava chiedendo di usare Selina per mettere le mani su questo Vizzini per sbatterlo dentro, ma la parte in lui che gli ricordava dov'era nato non faceva che essere d'accordo con l'umana per la frase 'se non sai qualcosa, rivolgiti a un criminale'.
    "E' quello che ho fatto io... e che molti fanno con me quando mi chiedono aiuto anche se sono dall'altra parte della barricata" si disse, mentre prestava attenzione alla registrazione.
    Hanntius tralasciò alcuni commenti che voleva dire in sua difesa alle dichiarazione del criminale verso quelli come lui, preferendo concentrarsi sulla parte finale del discorso dell'umano. A quanto lui diceva, nella sparizione centravano due persone, di cui una era sicuramente umana: un uomo e una donna. Quest'ultima sembrava aver avuto un contatto con Eleanor prima della sua sparizione.
    "Che sia la figura del filmato?" si domandò, sistemandosi sulla sedia che improvvisamente si era fatta scomoda.

    «Mi vergogno come una ladra di conoscere un tizio del genere ma...almeno ora abbiamo qualche altro indizio. Capisci? Proviamo a cercare la fetus...la ragazza o ci concentriamo su Scintilla?»
    Alla domanda finale di Selina, il turian ricevette contemporaneamente un messaggio sul suo Factotum da parte dell'SSC. Il suo collega aveva ricavato qualcosa. L'agente aprì il file allegato e vi vide un a figura, decisamente più dettagliata, ma parziale: si poteva vedere solo una parte del volto e altrettanto del braccio, ma da quel che si poteva vedere era segnato... come se sopra ci fosse disegnato o tatuato qualcosa. La donna menzionata da Vizzini poteva essere la stessa della figura, ma ella sembrava essere stata attenta a non mostrarsi attentamente alla telecamera.
    «Forse ho qualcosa per voi dai filmati della sorveglianza» comunicò il turian, inviando a tutti loro l'immagine migliorata.
    «Per qualche ragione le telecamere sono andate fuori uso quando Elliott è entrata nell'ascensore, ho fatto inviare le immagini all'SSC perchè le migliorassero e questo è il risultato» spiegò l'agente, aspettando un responso dagli altri quattro.
    Forse ne aveva combinata una buona, per una volta.

    «Ho anche gli altri filmati di sorveglianza, ma non... sono un esperto di bellezza umana, perciò potrei chiedervi se riuscite a distinguerla tra gli altri filmati. Se volete posso indagare sui contatti di Meris o quantomeno parlarle, magari si ricorda di me» propose, pensando ai rischi che si stava prendendo.
    Tra quello e l misteriosa donna, si ricordò che in effetti c'era qualcuno con abiti piuttosto simili che girava vicino alla sala e che era stata proprio fermata dalla pattuglia sospetta.
    «Fin ho anche i nomi della pattuglia, un paio di loro credo abbiano fermato proprio la... com'è che l'ha chiamato Mr. Famiglia? Fetusa? Ma che diamine significa...? Comunque i due sono il turian dal colorito grigio e marcatura arancione e l'unico umano della squadra» spiegò allo Spettro, passando i loro dati e i filmati presi alla Torre.

     
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    Rael Thompson

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    Fin degnò poca attenzione alla sua scoperta, trovando la questione di Eleanor più urgente, e Rael fu costretta a mandare giù quella risposta sbrigativa. Le sue faccende personali avrebbero dovuto attendere ancora.
    "Non ti odio, Rael".
    L'affermazione la distolse dai suoi cupi pensieri. Fin le parlava senza guardarla, e per qualche istante la ragazza pensò di averlo soltanto immaginato.
    Ma poi continuò, con toni e parole che più si addicevano all'odioso drell che aveva conosciuto, e allora distolse lo sguardo anche lei, irritata.
    Rael non si sentiva speciale, ma Fin doveva di certo essere pieno di sé, per essere così a suo agio nel dispensare giudizi basati su una conoscenza di sole poche ore.
    Che credesse pure in ciò che voleva, quelle parole non meritavano neanche una risposta.
    Quando lo vide alzarsi, sperò che avesse deciso di andare via, ma così non era.
    "Ripensandoci, un po' ti odio. Perchè ogni volta che ti guardo vedo un enorme potenziale sprecato. Potresti essere uno Spettro migliore di me, o una buona madre di famiglia, o entrambe le cose. Che senso ha per te questo attaccamento alla vita, se a te interessa solo il passato di qualcuno morto e sepolto?"
    Per un attimo, Rael rischiò di farsi scappare una sonora risata all'idea di sembrare una buona madre, ma bastò che l'idea le gravitasse brevemente per la testa per perdere ogni spirito umoristico.
    Da quando aveva smesso di pensare che la sua vita potesse essere migliore di tutto quello? Migliore dei continui sotterfugi, migliore del desiderio di vendetta, migliore di un passato che continuava a riproporsi...
    Un beep ruppe il silenzio e l'attenzione di Fin si volse altrove.
    Fortunatamente.

    Rael continuò ad evitare il contatto visivo con Fin, ma non più per semplice disappunto: temeva che il drell potesse in qualche modo scorgere qualcosa dal suo sguardo, capire che le sue parole avevano in qualche modo fatto breccia nelle sue difese, e detestava l'idea di dargli una soddisfazione tale.
    Ma Fin sembrava preso da ben altri pensieri: l'interrogatorio a Barelia si era rivelato un buco nell'acqua, dunque erano di nuovo in un vicolo cieco e la cosa sembrava renderlo più agitato del solito. Non era più quel sicuro, supponente bastardo che si era divertito ad umiliarla, ma un drell molto stanco e decisamente preoccupato. Vederlo così era rinfrancante, malgrado la situazione non fosse delle migliori.
    Il suo factotum mandò un segnale: un messaggio.

    "Come sarebbe a dire tre caffè? Troppa caffeina fa male"

    Quell'agente SSC era davvero bizzarro, ma se non altro le strappò un sorriso divertito.
    Se solo avesse saputo di tutte le sostanze con cui Rael aveva avuto a che fare in passato, si sarebbe preoccupato ben poco di una dose eccessiva di semplice caffeina.

    "Vada per uno, purché tu lo prenda con me. Avrei un favore da chiederti".

    Era da un po' che una certa idea le girava per la testa, ma non fino ad allora realizzarla sarebbe stato pericoloso. Da quando era stata catturata dall'SSC, poi, allontanarsi da sola le era impossibile. Sperava solo che Hanntius le desse l'opportunità di spiegarsi.
    Pochi istanti dopo aver inviato il messaggio, l'intervento di Selina attirò la sua attenzione: la mercenaria sembrava avere qualche informazione importante, ma rischiò di perdere il filo del discorso addentrandosi in racconti che non avevano nulla a che vedere con il caso. Nonostante ciò, Rael fu impressionata da Selina: un'esistenza piena di azione e illegalità, eppure non sembrava esserne provata, anzi! Quella vita sembrava esserle cucita addosso, tanto appariva a suo agio. Fino a poche ore fa, avrebbe creduto anche lei di essere fatta per quel genere di cose, ma la verità era che non si sentiva pienamente appagata in quell'ambiente, almeno non quanto Selina.
    Quest'ultima fece ascoltare loro una lunga discussione tra lei e lo strano criminale di cui parlava, un tipo dal fortissimo accento siciliano.
    Gli indizi che il criminale forniva erano troppo pochi per pianificare qualcosa di concreto, e in più Rael non vedeva di buon occhio l'intrusione nella faccenda da parte di questa "Famiglia". Di certo Fin ed Ellie non sarebbero stati d'accordo all'idea di concedere i due misteriosi autori del rapimento ad un'organizzazione fuorilegge, e scendere a patti con questo genere di persone non piaceva nemmeno a lei.
    Ad aggiungere un importante tassello fu Hanntius, che inviò a tutti le immagini migliorate della sorveglianza. Rael distinse subito il tatuaggio sul braccio e, nonostante il viso non fosse granché decifrabile, la ragazza pensò di poter facilmente operare una selezione basandosi soltanto sul fisico, sul colore dei capelli e sulla corporatura.
    Una perfezione come quella difficilmente passava inosservata...
    "Penso che varrebbe la pena provare" - intervenne allora Rael - "Con la Meris, intendo. Se c'è anche solo una probabilità su cento che ricordi qualcosa, dobbiamo tentare. Gli altri, intanto, possono visionare i filmati della sorveglianza e farsi un'idea più precisa del nostro obiettivo".

     
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    Fin Shuil (Ambientazione)

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Spettro


    Sbuffò evidentemente all'affermazione del presunto criminale, riguardo alla sua carriera ed al suo posto tra gli Spettri, ma furono le informazioni di quell'uomo a turbarlo particolarmente. Una donna umana, con un vestito nero, un tatuaggio ed una bellezza fuori dal normale.
    Certo, sarebbe stato come trovare un ago in un pagliaio, ma era pur qualcosa...
    "Non se ne parla" intimò alla fine della registrazione "Vizzini e tutta l'organizzazione sopra di lui appartengono alla giustizia del Consiglio. Quei due la devono pagare, ma non alimenteremo la potenza della Famiglia... Ci faremo bastare le informazioni che ci ha dato."

    Arrivò poi la proposta di Hanntius. Finn non era sicuro che il Turian potesse ricavare qualcosa di utile dall'Asari, ma del resto era l'unico di loro ad averla conosciuta prima che impazzisse... Magari poteva attivare qualcosa nel suo cervello.
    "Buona idea. Hanntius, tu resterai qui con la Meris, mentre noialtri andremo al Purgatory. Se ci va bene torneremo con due prigionieri, se ci va male potremo comunque accumulare indizi, o trovare tracce."




    Hayley Piller

       Fazione: Ignota
       Ruolo: Civile



    La vita le aveva dato così tante possibilità per tornare ad essere libera... Le notti in cui Ash esagerava con il Martini e crollava esausto sul letto. Tutte le mattine, quando Hayley si svegliava presto a causa dell'insonnia o degli incubi. O tutte le volte in cui lui le dava le spalle, apparentemente incoscientemente, ma che in realtà sapeva bene di averla in pugno. E per ricordarselo le bastava posare gli occhi sul bracciale che portava al polso, con la sua penetrante luce rossa intermittente.
    E se fosse stato tutto un bluff? Cosa le garantiva che quel misero oggetto legasse per sempre la sua vita a quella del suo aguzzino? Più volte aveva provato a sfidare la sorte...
    Ma non ne aveva il coraggio.
    Quell'ennesima notte passata a piangere lasciò il posto ad un'alba altrettanto triste. Nuda, seduta a terra con la schiena contro il bordo del letto, l'ampia finestra del loro loft che provava a rasserenarle l'animo con un paesaggio spettacolare, ma che non faceva altro che ampliare il suo bisogno di libertà. I morbidi capelli che le accarezzavano le spalle e parte del viso vennero scostati delicatamente da una mano, la mano di Ash.
    "E' ancora presto, Ash. Perchè sei sveglio?" chiese lei, senza reagire minimamente al tocco dell'uomo.
    "C'è qualcosa che ti turba, l'ho sentito." cazzate. "Hay, cosa c'è?"
    Sapeva già che avrebbe risposto in quel modo, ma... Era così stupida a pensare che quelle parole la facessero sentir meno sola? Forse era per questo che Ash l'aveva in pugno: l'aveva privata di tutto, della sua vita, lasciandole come unico legame proprio quello nei suoi confronti, al punto di aver quasi paura di perdere anche quello.
    "Va tutto bene" mentì lei "Sono solo stanca, non riesco a dormire."
    A quelle parole, l'uomo scese dal letto e raggiunse l'armadio.
    "Vestiti" le disse lanciandole uno dei suoi abiti "Ti faccio vedere una cosa."



    Ambientazione




    Erano rimasti solo loro due. Era chiusa lì dentro, in quella piccola cella all'interno della stanza illuminata, ed era nella stessa posizione in cui l'avevano lasciata.
    Alzò la testa e lo vide. C'era qualcosa di familiare in quel Turian, l'aveva notato già da prima, quando gli altri tizi insieme a lui le avevano posto tutte quelle domande e le avevano fatto riaffiorare brutti ricordi.
    "Ti prego" mormorò singhiozzando "Lasciami andare. Ho paura, sono confusa. Non so chi tu sia, ma allo stesso tempo so di averti già visto."
    Si alzò finalmente in piedi e si avvincinò ad Hanntius. Il Turian, a quel punto, potè notare il volto della Asari rigato dalle lacrime.
    "Ti scongiuro, aiutami..."



    Fin Shuil (Ambientazione)

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Spettro


    Non impiegarono molto a raggiungere il Purgatory. Fin era turbato, nervoso e confuso, e questo fece sì che non notasse l'assurda velocità con la quale stesse guidando l'astroauto. Fortunatamente nessuno si fece male, ma a tutti servì un attimo per riprendere un saldo contatto con la terraferma.
    Davanti all'entrata del locale v'era una fila non indifferente, poichè era tarda sera e il caso voleva che fosse quello il momento più adatto a cercare i sospettati.
    Seguire l'andamento della fila avrebbe sottratto loro alcune ore di tempo utile alla ricerca, e semplicemente non potevano permetterselo.
    "Avrei preferito sfruttare i miei privilegi in un altro modo." Commentò rivolto ai suoi compagni, e proseguì il percorso accanto all'interminabile fila fino al minaccioso buttafuori Krogan.
    "Specialista Tattica e Ricognizione. Ho bisogno che lasci entrare me e la mia squadra" Disse, passando al factotum del Krogan l'identificativo digitale del suo status, e poi indicando i compagni dietro di lui. Il buttafuori controllò i dati del Factotum, poi alzò la testa e sbuffò. A molti civili non andavano a genio gli Spettri, specialmente quelli altezzosi come Fin, ma in quanto legge suprema della Cittadella il Krogan fu costretto ad acconsentire.

    All'interno era la solita solfa: così tanta gente in preda a festeggiamenti senza senso, atti al solo scopo di festeggiare il nulla. Era così sia nell'ala pubblica che nel privè, con la sola differenza che in quest'ultimo la gente aveva i soldi per festeggiare con ballerine migliori, alcool migliore e musica migliore.
    Cominciò a guardarsi intorno, ma sembrava che nessuna delle donne presenti rispecchiasse la descrizione fatta da Vizzini. Alcune erano vestite di nero, ma senza tatuaggi, altre avevano i tatuaggi ma altri tipi di indumenti, altre ancora avevano entrambe ma non erano "belle da farlo rizzare ad un morto", come aveva detto Vizzini.
    E Fin di bellezze se ne intendeva. Era sicuro che avrebbe riconosciuto la donna non appena l'avesse vista.
    "Ehi!" gridò una voce non troppo lontana da loro, una voce femminile. Fin si voltò verso l'origine del suono, ma esso non proveniva da nessuno che il Drell conoscesse.
    La donna, un'umana bionda alta e magrolina, si avvicinò a grandi passi verso di loro, ma sembrava più interessata a Selina e Niissa.
    "Vi ricordate di me? Sono Madison Welsh, la vostra dottoressa all'Huerta!"

    La donna si guardò un attimo attorno, con fare curioso, poi rivolse uno sguardo corrugato alle due. "Hanntius non è con voi?"

     
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    Banshee

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    Selina Sakarova

       Fazione: Army Of Four
       Ruolo: Mercenario




    Era pensierosa Selina, pensierosa e lievemente preoccupata mentre raggiungevano il Purgatory.
    Più tempo passava, più le possibilità di ritrovare Eleanor si assottigliavano; certo, avevano il vantaggio di trovarsi su una stazione spaziale, grande quanto si voleva ma pur sempre un luogo con un inizio e una fine. Si fossero trovati su un pianeta allora le possibilità di trovare Elanor, in quel momento, sarebbero state molto vicino allo zero.
    Magra consolazione ma, allo stesso tempo, piccola luce di speranza.
    Marek glielo aveva spiegato molte volte...quando c'è un rapimento o si trovano subito le tracce dei rapitori... "Al massimo, entro 3 ore!" , le insegnava paziente il batarian, oppure bisognava aspettare che i rapitori facessero una mossa falsa o si mettessero in contatto per l'eventuale riscatto.
    Selina dubitava che questo fosse uno di quei rapimenti a scopo di riscatto, era sicuramente stato qualcuno vicino al Professor Alexanders a rapire Eleanor e quindi, in quel momento, l'agente SSC avrebbe potuto anche già essere un freddo cadavere.

    Arrivati al Purgatory, Fin sfruttò la sua autorità di Spettro e, in quattro e quattro otto, tutta la squadra si trovò all'interno del locale.
    Selina non era mai stata al Purgatory e si trovò subito a trovare le differenze con un altro locale su un'altra nota stazione spaziale di cui era assidua frequentatrice: l'After Life.
    La russa storse leggermente il naso mentre si guardava attorno. L'ambiente era curato e allo stesso tempo confusionario...musica, luci, belle ragazze che ballavano sulle pedane e che giravano portando cocktail di tutti i colori agli avventori. Quel posto, non reggeva il paragone con l'atmosfera che si respirava all'After Life ma, d'altronde, non si trovava lì per piacere ma per lavorare.

    Erano da poco entrati quando una voce conosciuta la face quasi sobbalzare. Era l'infermiera graziosa dell'Huerta che domandava, apparentemente innocentemente, dove fosse il Turian Simpaticone.
    Selina non pensava che il Purgatory fosse un locale frequentato da quella ragazza...la vedeva meglio seduta al tavolo di un Caffè a sorseggiare tisane di Ilium mentre leggeva qualche noioso libro di 2.000 pagine scritto da qualche autore finlandese morto suicida a 23 anni.
    < Il Turian Simpaticone è occupato in un interrogatorio con un'asari svitata. > rispose Selina svogliatamente.
    Madison sembrò rimanere delusa e la russa sorrise pensando come quel turian sessualmente attraente come una stufa in ghisa avesse fatto colpo sulla graziosa umana.
    < Capisco. Cosa vi porta al Purgatory? > domandò Madison stringendosi impercettibilmente nelle spalle come a dire 'sarà per un'altra volta'.
    < Stiamo cercando una ragazza. > cominciò a spiegare Niissa < Giovane, con un tatuaggio sul braccio e molto....molto bella. >
    L'infermiera sembrò pensarci su alcuni istanti, corrucciando leggermente la fronte < Non sono molti indizi su cui lavorare. > disse quasi parlando tra se e se.
    < Beh...è stato un piacere incontrarti di nuovo ma ora dobbiamo fare qualche domanda in giro... > disse Selina un po' seccata nel tentativo di liberarsi della ragazza.
    < Posso accompagnarvi? >
    "Tentativo fallito...cazzo!" < Fai come vuoi... > replicò la russa con uno svogliato gesto della mano mentre si addentrava nel locale.
    Madison si incollò a Niissa e, mentre Selina poneva domande più o meno a ogni persona che incrociava, le due alle sue spalle si lanciarono in uno strano scambio di domanda e risposta che aveva per centro focale Hanntius. Il turian sembrava proprio avere fatto centro con la giovane infermiera.

    In un'altra occasione, Selina si sarebbe adoperata a fare avvicinare i due come un novello Dottor Stranamore ma in quel momento, trovava quelle domande molto inopportune.
    Erano nei pressi del bar dei privée quando la mercenaria si girò di scatto < Sono contenta di averti rivisto e che tu sia così presa dallo Sbirretto Simpaticone ma, senza rovinare i tuoi sogni del cazzo, quello è più freddo della fica frigida di una morta! Anzi, dubito fortemente che si ricordi anche il tuo cazzo di nome! >
    Madison era a un passo dallo scoppiare a piangere e Selina si pentì amaramente delle parole che aveva appena detto < Scusa...il fatto è che una nostra amica è stata rapita da... > guardò il factotum < ...quasi 10 ore. Non abbiamo nessun indizio, nessuna traccia se non la giovane ragazza umana, tatuata sul braccio e bella...molto bella... >
    < ...Vestito nero, lungo e con uno spacco vertiginoso...capelli pervinca...a occhio, una 2° di seno abbondante...occhi azzurri quasi blu...37 e 1/2 di piedi...bellissimi piedi! Con caviglia sottile e pelle liscia come la seta. >
    A parlare era stato un barman umano che, da dietro al bancone, si era vieppiù avvicinato al gruppo di Selina mano a mano che i toni della russa erano diventati grevi. Se ne stava lì a fissare le tre donne con un sorrisetto furbo e continuava a rigirare un bicchiere in una pezzuola quasi volesse renderlo più lucido della maledetta Normandy appena uscita dal cantiere.
    Niissa e la nerboruta umana lanciarono uno sguardo che valeva più di mille parole.
    < Era seduta proprio lì... > aggiunse il barman intimidito da quelle occhiate, indicando un tavolino rotondo ora occupato da una coppia di asari < ...io ne vedo di bellezze con il mio lavoro ma quella l'avrebbe fatto rizzare a un morto. >
    < Era sola? > domandò Selina quasi sporgendosi sul bancone.
    < No. Con un umano dalla faccia da duro da cui sembrava essere totalmente soggiogata…o innamorata…più o meno è la stessa cosa, giusto? Se ne sono andati circa un'ora fa...con un Taxi della Kro.Service...sai, quello della pubblicità "Kro.service...per portarti là dove nessuno è arrivato prima!" Lo so perchè gliel'ho chiamato io. >

    Selina non ci pensò due volte, allungò le braccia, afferrò il barman per la vita e, "delicatamente", lo invitò a seguirle e, senza accorgersene, prese anche Madison per il polso e la trascinò via insieme a loro.
    < Fin! > disse una volta individuato lo Spettro < Forse siamo a una svolta! > concluse indicando il barman.


     
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    "Hanntius, perchè mai hai scelto quest'idea?[...] Perchè sei un idiota con idee idiote e con la passione segreta nel diventare un sacco da boxe"

    Rimasto solo con l'asari, Hanntius fu quasi subito accolto dall'aliena sull'orlo del pianto. Si sentì male per lei.
    «Ti prego» mormorò singhiozzando «Lasciami andare. Ho paura, sono confusa. Non so chi tu sia, ma allo stesso tempo so di averti già visto.»
    Si alzò finalmente in piedi e si avvincinò ad Hanntius. Il turian, a quel punto, potè notare il volto della asari rigato dalle lacrime.
    «Ti scongiuro, aiutami...»
    "Ho sbagliato" pensò l'agente, "sta già piangendo".
    Hanntius non sapeva se sentirsi sollevato o meno del fatto che non lo ricordasse, magari aveva anche scordato l'incontro con Ludius. "Appena verrà a sapere della sua scomparsa, credo che ci sarà qualche turian in meno nella galassia" riflettè, ricordandosi i modi brutali con cui la donna puniva i propri sottoposti.
    «Ti ho già lasciato andare una volta e sei tornata» disse con tono calmo. Forse poteva giocare la parte dello sbirro misericordioso e preoccupato, dopotutto non aveva mai detto di essere una persona con una forte morale. La frase del krogan si fece risentire nuovamente: tu sei e rimani un criminale.
    «Se ti lascio andare nuovamente, nessuno dei due avrebbe la certezza che ciò non ricapiti o peggio» il suo tono si fece più duro e sicuro.
    «Voglio aiutarti, ma non posso farlo se non ritrovo... non ritroviamo la persona che è stata rapita. Sappiamo del tuo passato e dei tuoi contatti con l'umano noto come Albert Alexanders, di cui sospettiamo che c'entri con la sparizione della nostra compagna. Non ce l'abbiamo con te, ma tu al momento sei l'ultimo collegamento in vita per avvicinarci a lui.»
    Forse stava anche esagerando con la parte dell'ultimo, dopotutto gli altri erano sulle tracce della donna tatuata, ma questo la Meris poteva anche non saperlo.
    «I-Io... come "l'ultimo"?» domandò l'asari, non come non capendo l'ultima parte del discorso.
    Hanntius le fece cenno di sedersi, non molto sicuro della stabilità della Meris e perchè la sua vicinanza cominciava a renderlo nervoso. L'asari poteva anche non usare i suoi poteri, ma non c'era mai da fidarsi ciecamente su queste cose.
    «Quello che ho detto: gli altri sono stati privati della vita uno ad uno. Non vogliamo che succeda anche a te, per questo motivo se collabori potremmo evitare che ciò accada nuovamente» spiegò il turian, cominciando a girovagare per la stanza, «Basterebbe poco, come... ricordi qualcosa prima del tuo risveglio? Il primo ricordo che ti viene in mente? Basta anche quello più stupido.»
    Il silenzio fu l'unica risposta che il turian ricevette per diversi minuti, fino a quando capì che non avrebbe ottenuto niente più di quello aveva ricevuto Fin.
    Alzò le mani in segno di resa e uscì dalla stanza, lasciando nuovamente l'asari nella sua gabbia.
    Poteva essere paziente quanto voleva, ma il tutto scemava quando doveva avere a che fare con dei criminali. Il colmo di tutto ciò è che non aveva neanche pazienza per se stesso, se si fosse ritrovato davanti la sua copia sputata l'avrebbe defenestrata alla prima occasione.

    Andò verso quella che doveva essere la cucina, sperando di farsi un caffè. La fortuna volle che lo trovò anche per destro-amminoacidi, al che Hanntius si chiese se lo Spettro avesse mai portato delle turian o quarian in quel posto. Non volle però chiedersi quante.
    Una volta fatto, si mise comodo e chiamò il suoi contatto, mal voluto, della malavita.
    «Perchè non sono sorpresa di sentirti?» la voce chiara e annoiata di Ludius comparve quasi subito dall'auricolare.
    «Perchè stai invecchiando, quando si ha una certa età tutto è un completo 'già visto'» commentò Hanntius, tornando al suo solito carattere.
    «Prima di parlare, vorrei farti notare che hai perso la Meris. E' tornata nella mia orribile vita prima di quanto volessi»
    «Lo sapevo, ora è nell'edificio di quel pseudo Spettro e ho già debellato gli incompetenti a cui l'avevo affidata. I turian di oggi sono sempre più incapaci» rispose drammaticamente l'altra turian.
    Hanntius si sorprese delle parole della donna, non tanto per cosa aveva fatto ma per come sapeva già dove fosse Barelia.
    «Come fai a sapere della sua posizione?»
    «Tracciatore per schiavi a ingerimento nascosto nel cibo. Uno di quei nuovi modelli batarian, realizzato da qualcuno con un po' di sale in zucca. Devono aver capito che rovinare la merce fa calare il prezzo»
    «Le persone non sono 'merci'» corresse arrabbiato.
    «Vallo a dire ai giocatori sportivi. Comunque gradirei non tentassi di rimuoverlo, non prima che il suo tempo di vita sia finito»
    Il turian bevve un sorso del suo caffè, pensando a come potesse sfruttare la cosa.
    «E da quanto è lì? Da quando ti ho lasciata? Sicuramente un aggeggio del genere non ha una grossa distanza di trasmissione di segnale» buttò casualmente, giocherellando con la tazza ormai vuota.
    «Da quando te ne sei andato e... qui poi ti sbagli Hann, il segnale è riuscito ad arrivare fino ai corridoi usati dai Custodi del Presidium, quelli più interni e sottostanti all'edificio. Protezione totale un paio di palle, se ha preso il segnale da lì, i vostri tecnici sono davvero da eliminare. Dovrei dare cinque stelle all'inventore di questo tracciatore»
    "I corridoi dei Custodi? Lei non ha il permesso di accedervi... e nemmeno io, un semplice agente"
    «Comunque... ai chiamato solo per avvisarmi dell'ovvio?»
    «A quanto pare sì» rivelò con una finta voce dispiaciuta. Finta per lui, ma abbastanza convincente per Ludius.
    «Tsk» e, senza aggiungere nulla, gli buttò giù la chiamata.

    A quanto pare avrebbe dovuto fare un giro in quei corridoi sotto il Presidium. Nessuno poteva accedervi senza un permesso, senza contare che i Custodi erano famosi per cambiare totalmente un posto in appena un giorno.
    Mandò un avviso a Fin, avvertendolo di quella possibilità e che la Meris vi si era recata nel lasso di tempo tra il suo ultimo incontro con lui e il ritrovamento.

     
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    Rael Thompson

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    Quando finalmente Rael mise piede a terra, si concesse un sospiro sollevato, senza trattenere un'occhiata bieca a Fin.
    "Non pretendo che tu guidi come una nonnina, ma la prossima volta credo che prenderò un taxi" - borbottò la ragazza, alludendo alla spericolata prova del drell. L'ultima volta che le era salito il cuore in gola in quel modo era stato a causa della guida di Sithis, e non era stato neanche in una città trafficata.

    Entrare fu incredibilmente semplice, grazie al titolo di Spettro, e Rael rifletté brevemente su quanti ostacoli, burocratici e non, avrebbe potuto scavalcare con l'aiuto di Fin. Forse non era il caso di farselo nemico, nonostante il suo carattere intrattabile.
    Si era sentita sollevata quando lo spettro aveva manifestato l'intenzione di non ammettere ulteriori interferenze nel caso da parte di quelle strane persone con cui Selina era in contatto. Non sapeva ancora di preciso con chi avevano a che fare, ma quella gente non sembrava più affidabile dei rapitori, e avevano già abbastanza grane per i suoi gusti. Selina, però, non sembrava affatto preoccupata di mettere in mezzo altri esaltati nel caso, e stranamente questa cosa, anziché innervosirla, le dava una certa sicurezza. Non si poteva dire che fosse una sprovveduta e, forse, con lei nel team, le cose sarebbero potute filare per il verso giusto.
    Avevano pur bisogno di qualcuno abbastanza folle da fare ciò che gli altri non avevano il coraggio o la sicurezza di fare.

    Avevano appena cominciato la loro ricerca, quando una biondina si avvicinò al gruppo e, dopo aver salutato Selina e Niissa, chiese di Hanntius.
    Non aveva nulla di interessante da dire in merito alla loro ricerca, perciò Rael e Fin lasciarono che fosse Selina a sobbarcarsela, insieme a tutti i suoi pruriti xenofili.
    "Sarà meglio che tu non beva" - disse la ragazza, rivolta allo spettro che camminava al suo fianco irrequeto, con lo sguardo che andava da un lato all'altro della sala - "Quando voi uomini alzate il gomito, improvvisamente tutte le donne diventano delle gran gnocche".
    Fin la guardò con aria infastidita, come se si stesse chiedendo come avrebbe mai potuto pensare ad una cosa sciocca come quella in quelle circostanze drammatiche.
    "Volevo rilassare l'atmosfera, Romeo" - borbottò la ragazza, stringendosi nelle spalle - "Sembri una dannata corda di violino..."
    "Oh, dovrei essere più tranquillo?" - rimbeccò l'altro, nella voce una chiara nota sarcastica.
    "" - rispose Rael, stavolta più seria - "Forse non ti sei accorto che siamo una banda di matti disorganizzati, come non ti sei accorto che poco fa stavamo per spalmarci contro la facciata di un palazzo con l'astroauto. C'è bisogno di qualcuno che tenga le redini, e se tu non sei capace di gestire la situazione, abbiamo un bel problema".
    Il drell si voltò, quasi sfidandola con lo sguardo, uno sguardo che Rael sostenne senza vacillare.
    "Fin!".
    Era la voce inconfondibilmente chiassosa di Selina - "Forse siamo ad una svolta!".
    Voltatasi, Rael si accorse che la mercenaria trascinava con sé da un lato la dottoressa di poco prima e dall'altro un uomo che non aveva mai visto prima. Sempre in quella sua maniera molto delicata.
    L'uomo raccontò anche a loro quello che aveva rivelato a Selina, e finalmente quella situazione dolorosamente statica parve cominciare a muoversi.

     
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    Eleanor Elliott

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Ingegnere


    Quell'uomo mancava ormai da almeno venti minuti, e non sarebbe passato ancora molto prima del suo ritorno. Aveva uno strano formicolio lungo la nuca, ma non era il momento di farci troppo caso, era il momento di agire.
    Usò la spinta della sua schiena per spostare la sedia sulla quale si era svegliata. Le sue braccia erano legate allo schienale, ma sul tavolo un po' più in là c'era un vero e proprio dono divino.
    Con molta fatica riuscì a saltellare fino al tavolo con la schiena rivolta verso di esso, e con altrettanta difficoltà raccolse il bisturi.
    Proprio mentre iniziava a tagliare la spessa corda che la teneva immobilizzata, sentì dei sordi, grossi, pesanti passi farsi strada verso l'ingresso della sua prigione improvvisata.
    Non c'era più tempo da perdere.



    Hayley Piller

       Fazione: Ignota
       Ruolo: Civile



    Non capiva perchè Ash l'avesse portata di nuovo al Purgatory. Beh, non proprio nel locale, ma sulla grande terrazza qualche decina di metri più lontana, che era stata adoperata a parcheggio per le astroauto. Non c'era assolutamente nulla da vedere, ma evidentemente Ash stava usando ben più che la semplice vista.
    "Lo so che sei preoccupata, amore mio." esordì lui, mentre apriva il bagagliaio dell'auto. Raramente la chiamava amore, quindi la cosa la lasciò un attimo interdetta. "Ma ti ho mai delusa? Ti ho mai messa in pericolo? Rispondimi."
    "N-No, Ash. Mai." rispose Hayley timidamente e confusa. Aveva imparato a conoscere il suo rapitore, ma quell'uomo era sempre troppo imprevedibile, ogni sua azione era un'incognita... O forse era lei a non essere attenta.
    "Esatto. Esatto. Ma visto che non ti fidi ancora di me, ti darò un'altra dimostrazione." continuò lui. Estrasse dal bagagliaio una valigia rettangolare, nera e opaca, che poggiò sul pavimento ed aprì.
    "L'uomo per cui stiamo lavorando, Hay, dispone di poteri inimmaginabili, e sai bene che il potere viene sempre dai soldi. Sempre. E' una relazione biunivoca: più soldi hai, più aumenta il tuo potere. Più è grande il tuo potere, più soldi sarai in grado di ottenere." inserì la combinazione che teneva chiusa la valigetta. Ovviamente, era abbastanza furbo da tenersi nel campo visivo di Hayley, così che lei non potesse vederla. Era soggiogata da lui, ma la sua consapevolezza non lo rendeva stupido. Non le dava mai armi, ma al contempo le lasciava sempre a sua disposizione. Giocava con la sua mente, e sapeva che avrebbe sempre vinto.
    "E tu vuoi entrambe le cose."
    "Ci puoi scommettere. Ma c'è una terza variabile, che è la fama. Io preferisco rimanere in incognito, manovrare i fili, agire dalla distanza."
    La valigetta rivelò al suo interno i pezzi di un'arma smontata. Riconobbe lo chassis principale, era un M-98 Widow, un fucile di precisione dalla potenza e gittata elevatissime. Procedette a montarlo, aggiungendovi la canna dotata di piedistallo, il calcio in pelle morbidissimo, il mirino a zoom regolabile. Una volta finito, lo poggiò delicatamente sulla sua spalla.
    "Un bravo burattinaio è sempre cento passi avanti ai suoi burattini."




    Eleanor Elliott

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Ingegnere


    Fece finta di nulla, sperando che l'uomo non si rendesse conto della mancanza del bisturi. Teneva le mani dietro la sedia, come se fossero ancora legate.
    Ad un tratto l'avanzare del rapitore si placò, ed Eleanor capì che aveva raggiunto l'entrata. La porta infatti si aprì, ma lui non avanzò. Rimase fermo a guardarla, quasi come se fiutasse qualcosa.
    "Cosa volete da me?" Chiese Eleanor, cercando di mantenere la parte della donna in trappola "Lasciami andare!"
    A quel punto, successe una cosa nuova, dal loro primo incontro: l'uomo parlò, con una voce cupa, rauca e letteralmente da brividi.
    "E' ora di andare." mormorò, e a passi lenti si avvicinò verso di lei, con il cigolio della catena che penzolava dal suo collo. Si mosse verso il tavolo, perchè forse voleva tagliarle la corda... Ma non fece in tempo a reagire. Il bisturi gli si conficcò nella coscia destra, e con un urlo di dolore l'uomo si piegò verso di lei... Abbastanza in basso da permetterle di attaccare un'altra volta. L'arma, a quel punto, penetrò nel collo dell'uomo, che cominciò a spruzzare sangue a fontana. Quasi ignorando il dolore, l'uomo si lanciò su di lei con tutto il corpo, ma sotto quel peso la sedia andò in frantumi e, intanto, l'ultimo colpo del bisturi si piantò nell'occhio del gigante, che si lasciò andare a peso morto su Eleanor e ciò che restava della sedia.
    Provò a sgusciare via da sotto il pesantissimo cadavere, ma il dolore glielo impedì: era sicura di avere diverse schegge di legno conficcate nella sua schiena, ed un forte dolore al petto le suggerì anche delle fratture alla cassa toracica.
    Ansimò, sudò, pianse. Erano modi per sfogarsi e mettere in circolo l'adrenalina, perchè aveva deciso che da lì sarebbe uscita. Non l'avrebbe data vinta a nessuno. Non a chi c'era dietro a tutto ciò, non ad Alexanders, nè al gigante tatuato.
    Si spinse con le mani, gridando, e ignorando le schegge che le penetravano i palmi delle mani o quelli che intanto si facevano strada nella sua schiena.
    Ci volle un po', ma alla fine era libera. Doveva solo strisciare e trascinare il suo corpo fino all'uscita, attraverso la porta che l'uomo aveva lasciato socchiusa. Quando l'aprì, però, si trovò davanti un dedalo di condotti, percorsi diligentemente da un Custode.



    Fin Shuil (Ambientazione)

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Spettro


    Il barista spiegò loro tutto quello che aveva già raccontato a Selina. Fin, improvvisamente, aveva tutta un'altra espressione sul volto.
    "Una svolta? Selina, questa è la fottuta mano divina... TU!" esclamò indicando il barman umano "Come ti chiami?"
    "Uhh... Sono Jim"
    "Ok Jim, sei il mio nuovo migliore amico. Ora fammi un favore, portami al terminale più vicino e mostrami il dettaglio delle chiamate. Dobbiamo scoprire il numero del taxi."
    "No-Non posso, è contro le regole aziendali."
    "Fanculo le regole aziendali, Jim! Siamo amici, no? Portami a questo maledetto terminale!"
    Il barman sospirò ed annuì. Con un cenno, indicò al gruppo di seguirlo e, intanto, Selina continuava involontariamente a portarsi dietro Madison.
    Li portò in un piccolo ufficio, pieno di scaffali a loro volta colmi di scartoffie. Su un tavolino c'erano diversi datapad e, davanti alla finestra, una scrivania con un vecchio computer di almeno una decina di anni.
    "Caspita, li fanno ancora questi cosi?" chiese Fin sarcasticamente, posando una mano sulla spalla di Jim.
    "No, ma questa stanza viene utilizzata molto poco. E' a disposizione di tutti gli impiegati, ma di solito le informazioni le gestisce il proprietario nel suo ufficio personale, e quindi preferisce spendere il budget del locale in tutto il resto."
    "Non importa, basta che serva al suo scopo."
    Jim si sedette, ed accese il terminale. Se non altro quell'aggeggio era dotato di tastiera olografica.
    "Come vedete, la rete aziendale si occupa di tutto. Gli ordini dei clienti, gli acquisti, i rifornimenti, le chiamate."
    "Hai detto che se ne sono andati circa un'ora fa, giusto? Forse ti conviene restringere il campo."
    "Assolutamente." il Barman si voltò con la sedia girevole "Ci vorrà un po', perchè non vi sedete? C'è una macchina del caffè lì, oppure prendetevi un drink dai miei colleg..."
    Era impossibile accorgersene per tempo. Era avvenuto tutto in una frazione di secondo... Un attimo prima Jim stava parlando con loro, un attimo dopo la sua metà superiore era finita dappertutto. Il colpo aveva ridotto in frantumi la finestra, perforato il computer che esplose, tranciato via Jim dal busto in sù e infine incontrato la sua meta nella libreria sul muro opposto, pericolosamente a metà tra Selina e Madison.
    Ciò che restava di Jim collassò al suolo, e con lui se ne andava anche il computer e qualsiasi fottuto progresso fatto.



    Hayley Piller

       Fazione: Ignota
       Ruolo: Civile



    Ash era appostato sul bordo della terrazza da almeno dieci minuti, e Hayley proprio non capiva quale fosse il suo obiettivo.
    "Non capisco cosa vuoi ottenere, Ash. Nessuno sospetta di noi." chiese lei dubbiosa.
    "Nessuno? Cazzo Hay, tutta la fottuta Cittadella sospetta di una donna con un tatuaggio sul braccio. Starai pensando: 'Cazzo, siamo fortunati allora, perchè nessuno ha ancora collegato tutto a me'. E invece no, non esiste la fortuna. Esisto solo io. Io ti proteggo, ed è quello che sto cercando di fare anche adesso."
    Il barista! "Credi che possa aver detto qualcosa a qualcuno?"
    "Non qualcuno. Sono certo che abbia spifferato tutto a quello Spettro Drell amico della disabile che hai rapito. Alexanders vuole che trovi il momento giusto per fare fuori lui, e un'umana che conosceva uno dei suoi collaboratori. Se tutto va bene, sarà questo il momento giusto. Se va male, il Purgatory dovrà assumere un nuovo barista."
    "Maledizione, Ash. Non dovevamo chiedergli di ordinare un maledetto taxi! So come la pensi sul guidare l'auto dopo aver bevuto, ma..."
    L'uomo la interruppe alzando un dito della mano.
    "Tappati le orecchie." disse lui con tono freddo.
    "Perch..." Il rumore del colpo fu così forte che rimbombò nella sua testa un numero indeterminato di volte. Le sue orecchie cominciarono a fischiare, e qualsiasi altro rumore divenne sordo. Si accasciò a terra in preda al fastidio, e a quel punto fu soccorsa dalle braccia di Ash.
    "Te l'avevo detto... Andiamo, la sicurezza sarà qui a momenti."



    Fin Shuil (Ambientazione)

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Spettro


    Erano corsi tutti al riparo. Non essendoci più un corpo da controllare era impossibile capire da dove fosse arrivato il colpo, e quindi provare ad uscire dalla stanza era troppo rischioso.
    "Cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo" mormorò Fin, mentre da dietro il divano cominciava a dare di matto. L'addestramento da Spettri prevedeva anche la protezione da eventuali cecchini, ma non in spazi così stretti e da angolature sconosciute. Era anche sicuro che la sua barriera biotica non avrebbe retto neanche mezzo colpo di quello che sembrava un Widow.
    "Ok, ragazzi. Cerchiamo di ignorare per un secondo il fatto che il mio migliore amico sia esploso, ok? Ok. Vorrei farvi notare che siamo nella merda, perciò ogni suggerimento è ben accetto."
    In quel momento così inopportuno, il suo factotum squillò. Una chiamata di Hanntius.
    "Non ora Hanntius. Siamo in un bel casin, amico!"
    "Fin... Sono io, Eleanor."

     
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    Hanntius Baril

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Agente SSC

    "Hanntius, perchè mai hai scelto quest'idea?[...] Perchè sei un idiota con idee idiote e con la passione segreta nel diventare un sacco da boxe"

    "A cosa diamine stavo pensando quando ho deciso di andarci da solo?" si domandò nervosamente il turian.
    I corridoi dei Custodi erano un vero labirinto: passaggi che si allargavano e restringevano, percorsi senza uscita o non segnati sulla mappa del luogo che era riuscito a recuperare. Hanntius era a conoscenza dell'abitudine dei Custodi di poter rivoltare completamente un posto in poco tempo, per cui di tanto in tanto faceva dei piccoli segni sulle pareti, in modo da ricordarsi la strada per uscire.

    Quando aveva avvisato Fin con ciò che aveva scoperto grazie all'aiuto involontario di Ludius, facendo ben attenzione a non nominare in alcun modo la turian, Hanntius aveva recuperato il necessario per potersi avventurare tra quei corridoi, tra cui una mappa dell'area e un'autorizzazione concessagli dallo Spettro.
    A quanto sembrava, il resto del gruppo era ancora bloccato con la ricerca della misteriosa donna tatuata, al che l'agente turian aveva deciso di controllare quella pista in solitaria, quantomeno per vedere se poteva portare a qualcosa di utile.
    Per lui non rappresentava un problema lavorare da solo: era armato, sicuramente addestrato e in caso di complicazioni non si sarebbe fatto alcun scrupolo nel contattare i suoi compagni.

    La fiocca luce dei neon che illuminava quel dedalo di vie, non faceva che sorgere in Hanntius il dubbio di come Meris fosse riuscita a percorrerli senza troppi problemi. Erano diversi minuti che percorreva quei corridoi senza aver trovato null'altro che dei Custodi intenti nel loro lavoro.
    "Oh andiamo! Ci dev'essere qualcuno qui oltre a me e... e... loro!" pensò con frustrazione, svoltando all'ennesimo bivio.
    Per fortuna il turian non espresse quel pensiero ad alta voce perchè, a pochi passi da dove si trovava, la strada era sbarrata da due umani armati di tutto punto.
    Quest'ultimi davano la schiena ad Hanntius che, approfittando della situazione, tornò rapidamente sui suoi passi per nascondersi.

    "Vedi a lamentarti troppo? Spiriti! Per fortuna non ho parlato!" pensò, guardando da dietro l'angolo i due uomini. La loro improvvisa presenza forse poteva essere un segno, magari quella era veramente una buona pista!
    Il nascente entusiasmo per quell'idea venne brutalmente interrotto quando lì sentì conversare con una voce al loro factotum e menzionare un problema nel settore C e "l'invalida"; dopodiché li vide mettersi velocemente in marcia.
    Hanntius conosceva solo una persona che poteva vagamente rispondere a quella parola e il turian sperava in cuor suo che fosse Elliott.

    Pedinare quei due non gli fu facile: di tanto in tanto c'erano telecamere affisse alle pareti che lo costrinsero a indossare il suo visore (simile a degli occhiali da aviatore) per visualizzare la loro traiettoria e quindi schivarle, a volte la strada da loro percorsa incrociava quella dei Custodi o dei presunti colleghi dei due umani, tant'è che alcune volte temette di essere stato scoperto.
    Era un agente dell'SSC e contrariamente a Selina, Niissa, Fin e Rael non poteva usare le maniere forti ogni volta che lo volesse, quindi era costretto a seguire le regole anche in quelle circostanze; senza dimenticare che lì era da solo. Hanntius doveva aspettare il momento giusto per fare una 'rivisita' al regolamento.

    Quando cominciò a pensare di aver preso un granchio, in lontananza vide una persona a terra che cercava di avanzare a fatica. Dando al turian a malapena il tempo di riconoscere quella figura come Eleanor, i due estrassero un'arma a testa e la puntarono in direzione dell'umana. L'uomo alla destra prese parola: «Ma come diavolo è uscita?? Dov'è quel grosso idio-»
    Uno sparo e il tonfo di un corpo alla sua sinistra si intromisero nel suo discorso. Un secondo colpo al centro degli occhi finì la sua vita.
    «Odio quando ci mettono una vita a raggiungere un posto» commentò Hanntius, rinfoderando la pistola per poi scavalcare i due corpi a terra.
    «Perdona l'attesa capo» si scusò, avvicinandosi ad Eleanor. Il suo primo compito era sincerarsi delle condizioni dell'umana, possibilmente evitando l'imbarazzo visti gli indumenti di Elliott. Ciò vide sul corpo del suo caposquadra lo turbò: era decisamente ferita, forse in pieno dolore e doveva aver lottato.
    Senza aspettare troppo, recuperò del medigel che si era portato con sé e provò a fare una prima medicazione, giusto per renderle il dolore sopportabile fino a quando non l'avrebbe portata fuori di lì.

    Troppo intento nell'aiutare Eleanor, non vide l'avvertimento di quest'ultima e così non vide un grosso energumeno afferrarlo e lanciarlo violentemente verso il muro. Imprecando per la sorpresa, Hanntius ebbe giusto il tempo di aprire gli occhi e guardarlo che venne nuovamente colpito dall'enorme umano. Al terzo tentativo dello sconosciuto, il turian lo colpì all'altezza dei genitali, facendolo così piegare momentaneamente su se stesso.
    «Fa sempre male lì, vero?» schernì. Approfittando di ciò, Hanntius riuscì ad alzarsi per poi assestargli un gancio in volto, facendolo così cadere sul pavimento.
    Non vedendolo subito rialzarsi, tornò velocemente dalla rossa con l'intenzione di raccoglierla e portarla via da lì. Sapendo del problema della donna umana nel non poter camminare, quella era la sua unica soluzione al momento.
    «Tenga questa pistola. Io sarò le sue gambe ma lei deve essere le mie braccia» spiegò l'agente, cercando di essere il più delicato possibile con i movimenti; inoltre fece in modo di renderle il proprio factotum disponibile all'utilizzo, vista l'impossibilità momentanea del turian nel farlo.

    «Non ora Hanntius. Siamo in un bel casin, amico!»
    «Fin... Sono io, Eleanor.»
    Mentre la rossa era impegnata a comunicare con l'altro gruppo, Hanntius aveva cominciato a muoversi, sapeva che ben presto sarebbero arrivati altri nemici ad indagare.
    La loro 'corsa' fu brevemente interrotta dall'udire un lamento di rabbia alle loro spalle. Voltandosi, entrambi poterono vedere l'energumeno di prima nuovamente sveglio e pronto ad inseguirli. Solo in quel momento il turian poté vedere con chiarezza lo stato pietoso in cui gravava l'umano, lo stesso tizio che poco prima lo aveva violentemente attaccato.
    «Ma come fa a non essere morto con quelle ferite? MI PRENDETE IN GIRO?!» domandò sconcertato, abbastanza forte da farsi udire anche dall'altro lato della chiamata.
    Riprese subito a camminare velocemente per allontanarsi il più possibile da quella cosa.
    «Muovete le vostre chiappe aliene e venite ad aiutarci! Siamo nei corridoi dei Cust- OH MERDA»
    Hanntius fece appena in tempo a svoltare in un nuovo corridoio, che riuscì ad evitare un'improvvisa pioggia di proiettili nella loro direzione, ma non abbastanza in fretta da evitare la distruzione dei suoi scudi.
    «Siete CORTESEMENTE pregati di fare presto.»

     
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    Selina Sakarova

       Fazione: Army Of Four
       Ruolo: Mercenario




    Selina era decisamente seccata!
    Dall'inizio di quell'avventura, ogni qual volta lei o la sua squadra riuscivano a trovare un indizio poi, inevitabilmente, quell'indizio moriva. Letteralmente.
    Esattamente come il barman che ora la russa cercava, schifata, di togliersi di dosso afferrando con la punta delle dita i pezzettini di Jim che le erano esplosi addosso.
    Lei e tutti i presenti in quella stanza stavano ben riparati, attenti a non dare un bersaglio al cecchino che probabilmente li teneva ancora sotto tiro. Selina valutò che erano troppo lontani dalla porta per tentare di uscire vivi o meglio, calcolò che lei personalmente, con una carica biotica, avrebbe anche potuto uscire ma i suoi compagni, no.
    < Dannazione! > esclamò ad un tratto rivolgendosi a Niissa < Marek saprebbe come tirarci fuori! > ragionò tra se e se sentendo improvvisamente la mancanza del suo compagno batarian.
    < Marek non c'è però... > replicò l'asari stringendosi nelle spalle.
    < Davvero? Dimmi qualcosa che non so! > rispose dura Selina.
    < Beh...la radice quadrata di 529 è 23. > disse Niissa seria.
    < Ma che caz...mi prendi per il culo? >
    < Sei tu che hai detto 'dimmi qualcosa che non so'! >
    < E' un cazzo di modo di dire... >
    < Ragazze! > si intromise Fin che le fissava incredulo < Vi sembra il momento? >

    Le due mercenarie si zittirono rendendosi conto dell'inopportunità di quello scambio di battute ma, nonostante la calma fosse stata ripristinata, rimaneva sempre il problema di riuscire a sfuggire al cecchino.
    " A parte il colpo che ha spezzato la vita di Jim... " cominciò a pensare la russa lasciandosi sfuggire un risolino involontario quando si rese conto che Jim era stato effettivamente spezzato all'altezza della vita " ...il cecchino non ha più sparato. Forse aspetta che ci muoviamo ma forse il suo obiettivo era solo il barman stronzone e non noi. Deve essere così. Se così non fosse, il suo primo colpo non sarebbe stato per un innocuo barman ma per Fin probabilmente...o per me...o Rael... "
    Non c'era che un modo per uscire da quel grattacapo.
    < Io dico che se ne è andato. > disse ad un tratto Selina richiamando l'attenzione dei compagni.
    < Non possiamo esserne sicuri a meno che qualcuno non decida di fare da bersaglio. > replicò Fin sottolineando l'evidenza.
    La mercenaria tornò a rimuginare alcuni istanti prima di annuire convinta < Ok. Lo faccio io. Niissa... > si voltò verso l'asari per fissarla negli occhi < ...potresti darmi una barriera biotica per qualche secondo? >
    < Sì... > disse l'asari titubante < ...ma hai visto che fine ha fatto il barman? Non è detto che la barriera sia sufficiente. >
    < Ho anche gli scudi...un colpo posso anche incassarlo. >
    < Dipende... > disse Fin < ...ma se è un colpo di Black Widow o di Widow, tanti saluti a Selina Sakarova. >
    < E così siamo al punto di partenza. > disse Selina esasperata < Al diavolo! Sai cosa diceva il mio allenatore di bioball quando ancora non ero professionista? >
    < No. Cosa diceva? >
    < 'Niente coglioni...niente gloria!'. Niissa: barrierizzami! >

    L'asari, titubante, caricò i suoi poteri biotici sapendo benissimo che ora che Selina aveva deciso, niente e nessuno le avrebbe fatto cambiare idea.
    La russa era fatta così: le piaceva rischiare o meglio, le piaceva giocare...con una palla ovale o con la propria vita, non faceva molta differenza.
    Quando ricevette l'assenso da Niissa, Selina si alzò di scatto dal suo riparo diventando un bersaglio perfetto. Allargò anche le braccia per essere ancora più visibile ma gli occhi...beh, quelli erano ben serrati con la mascella contratta in attesa.
    Selina, per svariati secondi, non sentì altro che il suo cuore che batteva all'impazzata e questo era un buon segno perchè, finchè avesse sentito il cuore, voleva dire che non era morta. Fu una mano di Niissa che si appoggiò alla sua coscia a farla tornare alla realtà.
    < Sono ancora viva. > disse la russa quasi con calma.
    < Direi di sì... > rispose Niissa con un tono di gratitudine nella voce.
    < mmm... > mugugnò Selina < ...non possiamo ancora essere sicuri che se ne sia andato. Magari aspetta soltanto che usciamo tutti quanti a batterci il cinque e a darci pacche sul culo prima di accopparci. Niissa...tocca a te. >
    < Co...cos...cosa? >
    < Esci dal riparo come ho fatto io. >
    < Non ci penso nemmeno! >
    < Sei barrierizzata, vero? > domandò Selina indagatrice.
    < Sì...perchè mi fai questa dom...FIN!!!!! AIUTO!!!! AIUTO!!!!! AAAAAHH!!!! >

    Ci pensò Selina a vincere l'opposizione dell'asari, afferrandola di scatto per la vita e alzandola sopra alla propria testa come fosse un trofeo.
    Niissa continuò a gridare e a dimenarsi tenendo gli occhi chiusi per lunghi secondi fino a quando non si ritrovò posata a terra. Solo in quel momento aprì le palpebre trovandosi davanti gli occhi grigi di Selina che la fissavano divertiti < 'Niente coglioni...niente gloria! Ora recuperiamo lo sbirretto simpaticone ed Eleanor! >


     
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    Rael Thompson

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    Il rumore dello sparo si confuse con il nauseante suono del busto del barman che andava letteralmente in mille pezzi.
    Rael si abbassò rapidissimamente, pur non riuscendo ad evitare che un pezzo di materia grigia le si stampasse sulla spalla. Ma, al momento, non le importava assolutamente nulla.
    La sua mano andò immediatamente all'arma: calibro modesto, gittata non certo sufficiente per competere con chi li aveva presi di mira, ma il suo istinto agì in automatico.
    Era un Widow... un cazzo di Widow. Rael ne sognava uno da sempre. Nessuna delle loro barriere poteva reggere un colpo simile.
    "Fin..." - iniziò la ragazza, ma voltandosi scoprì che lo spettro era impegnato a prendere la situazione con molto meno sangue freddo di quanto si fosse aspettata. Era decisamente uno spettro fuori dal comune...
    "Ok, ragazzi. Cerchiamo di ignorare per un secondo il fatto che il mio migliore amico sia esploso, ok? Ok. Vorrei farvi notare che siamo nella merda, perciò ogni suggerimento è ben accetto."
    "Vuoi un suggerimento? Resta basso" - ironizzò Rael, mentre con gli occhi cercava di percepire qualunque barbaglio dal vetro del quadro appeso appena sopra la libreria che il proiettile aveva colpito.
    Tutto inutile.
    Poi giunse la chiamata di di Eleanor e Hanntius. Rael notò che la dottoressa appariva più in pena per lui che per la sua stessa vita. Normalmente, l'avrebbe ignorata, ma non poteva non avvertire un moto di empatia nei suoi confronti.
    "Tranquilla, doc" - disse, con un'espressione incoraggiante - "Hanntius è... beh, sembra un po' impacciato, ma sa come gestire queste situazioni. Non a caso lo abbiamo lasciato da solo".
    La dottoressa, a quelle parole, si concesse un sorriso, anche se poco convinto.
    Nonostante Rael fosse fiduciosa, in realtà nutriva non poca preoccupazione. Non era chiaro da cosa stessero scappando, ma era chiaro che la situazione fosse critica.
    Dovevano assolutamente muoversi da lì... e possibilmente senza farsi saltare il cervello.
    Ma come?
    La risposta giunse, ancora una volta, dalla persona più irruenta che Rael avesse mai conosciuto: Selina.
    Dopo uno scambio di battute al limite dell'assurdità, la mercenaria si decise a rischiare e ad alzarsi, con un coraggio o un'incoscienza al quale Rael stentava a credere. Tuttavia, non aveva intenzione di perdere un'occasione simile: per quanto rischiosissima, era la loro unica chance.
    Mentre Niissa caricava la barriera biotica, Rael si tenne pronta ad intercettare la direzione esatta dal quale poteva partire un eventuale colpo. Una precauzione inutile, dato che l'assassino sembrava essersene andato.
    "Bella mossa, Selina" - si congratulò Rael mentre, sempre con circospezione, si allontanavano dalla stanza - "Ora... Fin, come raggiungiamo i condotti dei Custodi?".
    "Io so come fare" - esclamò ad un tratto la dottoressa, attirando l'attenzione di tutti.
    "Tu...?" - fece Fin, incredulo.
    Madison arrossì visibilmente e prese a balbettare - "Ecco... beh... non sono sempre stata così... professionale".
    Era davvero difficile immaginare una ragazza di una tale compostezza fare qualunque cosa potesse infrangere leggi tanto ferree... eppure doveva essere successo.
    "Non c'è tempo, vi spiegherò a tempo debito" - incalzò la dottoressa, avviandosi a passo svelto e seguita dal gruppo seriamente perplesso.

    I corridoi erano avvolti in un buio pesto, e il gruppo fu costretto ad utilizzare la luce del factotum.
    "Sarà il caso di accenderne una sola... siamo in troppi, e potremmo dare nell'occhio" - ponderò Rael. Il suo sguardo si spostò verso Madison - "Sei certa di voler venire con noi? Potrebbe essere pericoloso, per te"
    "Per favore, vi prometto che non sarò di peso" - la implorò l'altra. Sembrava anche troppo su di giri, considerando che si trattava di una civile. Quella situazione avrebbe dovuto spaventarla.
    Rael fece una smorfia - "Uhm... ok. Tieni, prendi la mia pistola".
    Madison sgranò gli occhi, e afferrò l'arma con mani tremanti - "Io... non ne ho mai usata...ops!".
    la pistola cadde a terra, producendo un'eco tremenda lungo tutto il corridoio.
    Il gruppo si voltò con aria truce.
    "D'accordo" - fece Rael con affettata gentilezza - "Facciamo che la tengo io e tu resti dietro di me, ok?".

     
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    Eleanor Elliott

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Ingegnere


    Incontrare Hanntius fu per lei come vedere un angelo. All'inizio, quando stava strisciando, era in grado di vedere solo i suoi piedi. Il suo primo istinto fu quello di fermarsi e tornare indietro, ma la voce del Turian la rassicurò. Le forti ma delicate mani dell'alieno la aiutarono a mettersi seduta, così che l'agente potesse controllare lo stato del suo superiore. Neanche lei aveva fatto particolarmente caso alle sue condizioni prima di allora. Il suo corpo era pieno di contusioni e graffi, le sue mani piene di schegge. Il Turian non fece parola dello stato della sua schiena, si limitò a rimuovere in fretta da essa i pungenti residui della sedia di legno, mentre lei si adoperava per rimuovere quelli delle mani. Per fortuna, il medigel che Hanntius le aveva somministrato aiutò la donna a sopportare il dolore.
    Finita l'opera, l'agente allungò una mano verso Eleanor per sollevarla.
    "Attento!" Esclamò lei, un attimo prima che il rianimato gigante si fiondasse verso Hanntius. Un attimo troppo tardi. L'umano gli fu addosso, lo afferrò per il collare tipico delle corazze turian e lo scaraventò verso la parete più lontana, producendo un tonfo poco rassicurante. Poco dopo, il turian venne raggiunto dall'avversario e colpito di nuovo, ma il terzo colpo non fu altrettanto fortunato. Hanntius doveva conoscere bene le debolezze degli umani, tanto che sfruttò il punto debole dell'uomo, cioè quello in mezzo alle gambe. Approfittando del temporaneo stordimento, il Turian sferrò un gancio al volto del nemico, che precipitò a terra con un tonfo sordo.
    Nessuno dei due commentò l'accaduto, Hanntius si limitò a raccoglierla da terra e a consegnarle la pistola. Lei sperava solo che l'effetto anestetico dell'adrenalina non si esaurisse prima del dovuto ed alterasse la sua mira.



    Fin Shuil (Ambientazione)

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Spettro


    Lasciarono il Purgatory e raggiunsero la destinazione stabilita dalla dottoressa il più veloce possibile.
    Fin si assicurò che nessuno li seguisse o li notasse, evitando le strade principali ma comunque guidando l'astroauto a velocità poco raccomandabili. L'entrata ai condotti si trovava nella parte più isolata del Presidium, ed una volta dentro il Drell si rese conto che trovare Eleanor sarebbe stato più difficile del previsto. Il segnale gps inviato dal factotum di Hanntius indicava la distanza e la direzione in linea retta, non il percorso... E quel posto era letteralmente un labirinto.
    "Diamoci una mossa." affermò lo Spettro, passando in testa alla fila con la torcia del factotum attiva.
    "Allora doc, direi che adesso di tempo ne abbiamo abbastanza." disse quindi, mentre il gruppo avanzava e Madison sceglieva attentamente quali sentieri fossero vie sicure e quali vicoli ciechi "Come conosci i condotti?"
    "Mi sono laureata in medicina appena tre anni fa. Prima mi guadagnavo da vivere con qualsiasi cosa mi capitasse tra le mani... Prima ancora, quand'ero poco più di una bambina, ero un topo dei condotti."
    Fin lo sospettava, ma la rivelazione lo lasciò comunque sbalordito. Erano pochi i topi dei condotti a sopravvivere tanto a lungo, e quei pochi spesso finivano per diventare criminali, o restavano poveri senzatetto.
    "Sei orfana?" chiese Fin, non curandosi del fatto che quella domanda potesse risvegliarle alcune emozioni.
    "Mia madre è morta un mese dopo la mia nascita, mio padre era un veterano di guerra che è rimasto paralizzato dopo un attentato Batarian alla stazione su cui era in servizio. Se n'è andato due anni fa."
    "La pensione di invalidità per i veterani di guerra è molto alta, secondo alcuni miei contatti dell'Alleanza. Perchè sei finita a fare il topo dei condotti?"
    "Non lo so, forse volevo la mia indipendenza, sapendo che mio padre mi avrebbe lasciato presto. Forse cercavo solo uno svago."
    Fin, nonostante le stesse dando le spalle, poteva percepire l'amarezza della donna che, a causa di quei ricordi, aveva quasi smesso di essere la simpatica, solare, giovane umana che aveva incontrato poco prima al Purgatory.
    Però non le credeva. Secondo lui c'era un altro motivo, e la dottoressa lo stava tenendo nascosto. Si voltò verso di lei, le diede un rapido sguardo, ma non disse una parola.
    Una raffica di colpi in lontananza interruppe la conversazione. Il frastuono veniva dal corridoio davanti a loro, esattamente dalla direzione di Hanntius ed Eleanor.
    "Ellie? Hanntius? Rispondete, va tutto bene?" chiese Fin ai due attraverso il Factotum, ma non rispose nessuno.
    "Merda... Acceleriamo il passo. Doc, concentrati, non possiamo permetterci di sbagliare strada."



    Eleanor Elliott

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Ingegnere


    Non potevano restare fermi in quel punto. Di fronte a loro c'erano venti, forse trenta uomini armati. Dietro, invece, quell'abominio immortale. Erano rimasti bloccati in quel lungo corridoio senza alcuna via d'uscita. Le braccia di Hanntius la tenevano ancora salda, ma era certa che non avrebbe resistito tanto a lungo.
    L'area presidiata dalla banda era un ampio spazio circolare, una sorta di nodo di congiunzione tra numerosi condotti, almeno venti o venticinque. Questo faceva sì che l'area fosse particolarmente grande, ma non era dotata di coperture. Le uniche presenti erano quelle mobili piazzate dagli uomini, quindi totalmente inaccessibili a loro.
    Già, non c'era proprio alcuna via d'uscita.
    "E' me che vogliono." mormorò Eleanor "Non devi morire, Hanntius, non per una causa persa."
    Gli riconsegnò la pistola che il turian le aveva prestato "Senza il mio peso, dovresti riuscire a superare il gigante alle nostre spalle. L'hai già fatto una volta, puoi farlo di n..."
    Una seconda raffica di colpi questa volta interruppe il discorso di Eleanor, ma essa non era rivolta nè a lei nè ad Hanntius.
    "E' arrivata la cavalleria!" L'urlo di Fin tuonò tra le vuote pareti dei condotti.

     
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    Banshee

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    Selina Sakarova

       Fazione: Army Of Four
       Ruolo: Mercenario




    < Siamo in inferiorità numerica, con un paio di giocatori infortunati...terzo down, sotto di 6 punti, una manciata di secondi sul cronometro e dobbiamo coprire le ultime 20 yards per portare a casa la partita! La squadra avversaria può contare su un fuoriclasse super-deluxe, ha una difesa d'acciaio e ci sta mettendo pressione, sicura della vittoria... >
    < Selina! > si intromise Niissa stoppando quella specie di telecronaca < Questo non è un gioco...lo capisci, vero? >
    < Tutto può essere un gioco! Eleanor e l'infermierina sono i nostri giocatori infortunati...lo zombie psicopatico è il loro fuoriclasse super-deluxe...noi siamo in sei e loro sono tanti...Sbirretto Simpaticone e Wheelchair sono la nostra meta e sono proprio lì a 20 yards da noi. E' come nel bioball! > replicò la russa su di giri pregustando l'azione che a breve avrebbe avuto inizio.
    < Questo non è il bioball! > protestò Fin mentre si sporgeva dall'angolo per fare fuoco sui nemici < E se non raggiungiamo Hanttius e Eleanor alla svelta, quelli sono belli che morti...CAZZO! > esclamò ritirando all'ultimo secondo la testa prima che un proiettile passasse a un centimetro dalla sua guancia.

    Selina non li stava neanche ascoltando poichè in quel momento la sua mente era totalmente occupata a figurarsi ciò che avrebbe fatto nei prossimi 12 secondi. Teneva gli occhi chiusi e respirava lentamente: aria dentro dalle narici...aria fuori dalla bocca.
    < OK! > disse ad un tratto spalancando gli occhi quando sentì che il suo impianto biotico era pronto per entrare in azione. Si avvicinò a Fin e Real li tirò verso di se affinchè la sua voce fosse sentita sopra il rumore degli spari < Faremo così...useremo l'Apriscatole! Al momento dello snap mi dovrete dare protezione per la mia azione di corsa. Sono 20 yards da qui alla meta...punteremo al centro della difesa, proprio lì! > cercò di spiegare riferendosi al centro dello schieramento avversario < Niissa con i suoi poteri biotici, tu e Rael con tutto il fuoco di copertura che potete darmi. >
    < Sei sicura che funzionerà l'Apriscatole senza Marek e Grat? > domandò dubbiosa l'asari.
    L'Apriscatole.
    Ovvero, la tattica preferita dall'Army of Four quando le cose si mettevano male: mentre Niissa disseminava il campo di battaglia con i suoi poteri biotici d'innesco, Marek e Grat tenevano occupati gli avversari coprendo l'avanzata di Selina che, grazie alla sua carica biotica, avrebbe fatto da detonatore per le esplosioni biotiche.
    < Abbiamo uno Spettro e Mamma-Quanto-Sei-Bella-Rael...sono ottimi rincalzi. > tornò a rivolgersi ai tre < Al mio segnale...SCATENATE L'INFERNO! HAT...HAT...HAT! >

    Al terzo 'hat', Selina si fiondò fuori dalla copertura e...
    "12 secondi allo scadere. Shuil muove la palla e calibra il passaggio per Baril che si trova tutto solo in area di meta ma...E' UNA FINTA!!! Shuil appoggia l'ovale tra le mani di Sakarova che corre verso sinistra. Thompson e Niissa la scortano verso la linea di difesa che si sta riorganizzando dall'attacco a sorpresa. Thompson rompe un placcaggio...due...due difensori cadono a terra in un lago di sangue! Sakarova viene colpita a una gamba...la sua corsa rallenta ma vede un varco tra i difensori! O mio Dio...ora la fa...LA FA!!! BOOM!!!!! SAKAROVA CHARGE!!!! La difesa è completamente spezzata in due! Ancora 5 yards...3 yards...Sakarova si volta alzando la palla sopra la testa...e segna!!!! META!!! META!!!!"

    < MAMMA MIA!!!! > urlò Selina in italiano quando si trovò finalmente accanto ad Eleanor e Hanntius < Un'azione spettacolare della squadra di casa! Lo stadio è una vera bolgia! Li sentite? SA-KA-RO-VA! SA-KA-RO-VA! > Selina teneva alte le braccia al cielo gustandosi quel coro di trionfo che riusciva a sentire solo lei.
    Fu la voce concitata di Niissa a farla tornare alla realtà < SELINA! PORTALI VIA! ALLA SVELTA! > aggiunse indicando qualcosa alla spalle della russa.
    La mercenaria si voltò individuando il nuovo pericolo...lo zombie e una dozzina di scagnozzi di rinforzo che non avevano per nulla buone intenzioni.
    Velocemente, Selina raccolse Eleanor da terra, caricandosela in spalla. < Vuoi un passaggio anche tu Sbirretto? > domandò sorridente mentre aiutava Hanttius a rialzarsi.

    Avevano vinto la partita ma il campionato era appena cominciato.


     
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    Hanntius Baril

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Agente SSC

    "Hanntius, perchè mai hai scelto quest'idea?[...] Perchè sei un idiota con idee idiote e con la passione segreta nel diventare un sacco da boxe"

    La loro non era una bella situazione: la via di fuga era stata presidiata da un considerevole numero di nemici e dietro di loro c'era il grosso tipo che li inseguiva. Loro erano solo in due e al momento non adatti ad affrontare quella situazione da soli; senza contare che non disponevano di alcuna protezione fisica dove potersi riparare.
    «E' me che vogliono.» mormorò Eleanor «Non devi morire, Hanntius, non per una causa persa.»
    «Meglio morire per una causa, che morire e non averne alcuna» ribatté l'agente, accettando l'arma da Eleanor.
    Non era scappato da Invictus per finire ammazzato in un cunicolo della Cittadella. Non aveva ancora intenzione di morire e non quando doveva ancora terminare il suo incarico.
    «Senza il mio peso, dovresti riuscire a superare il gigante alle nostre spalle. L'hai già fatto una volta, puoi farlo di n...»
    Una nuova raffica di spari si udì rimbombare nel corridoio, di istinto Hanntius si accovacciò e usò il proprio corpo come scudo per la donna umana.
    L'urlo di Fin fu tanto inaspettato quanto una liberazione.
    Il resto della loro squadra era finalmente arrivato a recuperarli e forse non sarebbero morto in quel posto, come nemmeno Eleanor.
    Dal rumore provocato sembrava che si fossero messi subito in azione, così come i loro avversari. Hanntius avrebbe voluto aiutarli, ma non poteva farlo in quanto avrebbe attirato l'attenzione su di lui e soprattutto sul suo capo.

    A ribaltare quella loro situazione fu Selina: grazie alla copertura fornita dai compagni, ella riuscì ad arrivare alla loro posizione con tanto di entrata teatrale.
    Sicuramente qualcosa che l'agente non poteva aver ancora visto durante il suo periodo all'SSC.
    «SELINA! PORTALI VIA! ALLA SVELTA!»
    L'avvertimento dell'asari li fece voltare nella direzione indicata, dove notarono il grosso umano-zombie avvicinarsi alla loro posizione, seguito a ruota da altra gente armata e non amichevole.
    Questa volta fu la russa a preoccuparsi di portare Eleanor con sé.
    «Fai piano con lei, è ferita» l'avvertì preoccupato. Lui aveva fatto il possibile per procurarle ulteriore dolore, ma dubitava che Selina avesse controllato la situazione di Elliott, vista la situazione così frenetica.
    «Vuoi un passaggio anche tu Sbirretto?» domandò la donna, aiutandolo a rimettersi in piedi.
    L'agente pensò velocemente se accettare o meno quell'offerta. Selina sarebbe potuta rimanere senza difese e i nemici della squadra zombie ne avrebbero potuto approfittare. Fin, Rael e Niissa sembravano ancora impegnati con gli altri e avrebbero potuto sicuramente aiutarla solo su quel fronte.
    «C'è un detto nell'esercito della Gerarchia: "Vedrai la schiena di un turian solo quando sarà morto". Tu sei umana e io non sono dell'esercito, ma che io sia dannato se non ti coprirò le spalle» affermò, recuperando la sua pistola.

    Appena la mercenaria cominciò a ripercorrere la strada, Hanntius si preoccupò di sparare alcuni colpi in direzione del nuovo gruppo di nemici, facendo così distogliere la loro attenzione da Selina. I suoi scudi si erano ricaricati e questo gli poteva permettere una bravata del genere.
    Lo stratagemma sembrò inizialmente funzionare, dando a loro abbastanza tempo per allontanarsi. Gli scudi del turian cominciarono a cedere, tant'è che si infransero poco prima di poter raggiungere una copertura liberata dai compagni.
    Un paio di colpi lo raggiunsero all'altezza della spalla, ma senza trapassarlo da parte a parte.
    Questo non lo fece demordere e continuò a far piovere proiettili sul nemico, in particolar modo sull'energumeno che non ne voleva sapere di crepare.
    «PORTALA VIA DA QUI!» urlò a Selina, eliminando uno dei nemici nascosto dietro al riparo, per poi occuparlo.
    Aveva usato il medigel per lenire le ferite di Eleanor, ma non ne aveva portato di più e dalle sue ferite cominciava a uscire il sangue bluastro.
    Sentì dei proiettili volare nella sua direzione, aspettò che terminassero per ricambiare il favore dalla sua malridotta copertura.

     
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    Rael Thompson

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    C'era qualcosa nella storia di Madison che le ricordava il suo passato, e Rael avrebbe molto apprezzato se quei due si fossero decisi a chiudere il becco una volta per tutte.
    L'occasione giunse al suono di una raffica di colpi in lontananza, al che Fin decise finalmente di concentrarsi sul salvataggio.
    Rael riusciva a ipotizzare la distanza in metri man mano che i suoni si avvicinavano. Quando lì udì quasi assordanti, la ragazza si appiattì alla parete e si sporse...
    "E' arrivata la cavalleria!!"
    Un frastuono di colpi e grida riempì l'angusto spazio dei condotti.
    Seguirono le grida di battaglia di Niissa e Selina, che si tuffarono gioiose nel caos, e Rael fece appena in tempo a fermare Madison che, forse confusa, stava per affacciarsi oltre il riparo.
    "Ferma, tu!" - esclamò, trascinandola accanto a sé - "Lì c'è l'inferno, e tu non hai neanche degli scudi decenti!"
    "Volevo solo vedere se...".
    "Lo so!" - esclamò. Poi, notando l'espressione intimorita della dottoressa, cercò di assumere un'espressione più rassicurante.
    "Lo so" - ripeté con più calma - "E' per questo che devi stare qui, al sicuro. Meno ci intralci e più possibilità avremo di salvarli".
    Detto ciò, Rael si gettò nella battaglia, proprio nel pieno di quella che sembrava una telecronaca di Selina.
    "Che sta dicendo?!" - domandò la ragazza stranita, mentre cercava di sfoltire meglio che poteva il gruppo nemico.
    "Questo non è bioball" - protestò Fin - "E se non raggiungiamo Hantius e Eleanor alla svelta, quelli sono belli che morti...CAZZO!" - esclamò schivando un proiettile per un pelo.
    "Che branco di incapaci!" - constatò Rael, centrando alla testa l'autore di quell'ultimo tiro - "Ecco come si spara, imbecilli!"
    "Sì, dagli pure lezioni!" - fece Fin, sovrastando il caos - "Magari il prossimo mi becca meglio!".
    "OK!" - esclamò ad un tratto Selina e, presi da parte i compagni, spiegò il suo piano.
    Era una follia. Ma si trattava di Selina, perciò poteva davvero funzionare.
    "Ci sto" - affermò Rael, affrettandosi a ricaricare - "Ma ti prego, corri veloce!".
    Quel giorno il concetto di "veloce" per Rael cambiò definitivamente, nel momento in cui vide Selina schizzare fuori dalla copertura e trasformarsi in un proiettile umano diretto verso Hanntius ed Ellie.
    Nel pieno della concentrazione, Rael sincronizzò perfettamente sguardo e arma, colpendo chiunque si voltasse anche solo a guardare Selina, ma questo le portò a non considerare la durata dei suoi scudi. Quello che sentì fu un fischio acuto e un istantaneo bruciore al collo, intenso ma non come poteva esserlo un colpo ben centrato. Spostò l'arma istantaneamente e centrò l'avversario con due colpi alla testa.
    "MAMMA MIA! Un'azione spettacolare della squadra di casa! Lo stadio è una vera bolgia! Li sentite? SA-KA-RO-VA! SA-KA-RO-VA!"
    "Selina, datti una....!" - stava urlando Rael, ma la ferita protestò vivamente. Ora iniziava anche a sentire un calore liquido diffondersi sotto la tuta.
    Fortunatamete, ci pensò Niissa ad incalzare la compagna, mentre Rael si limitava a coprire la ritirata.
    Quando tornò a posare per una frazione di secondo gli occhi su Selina, si accorse che Eleanor era messa davvero male.
    "Dalla Doc, Selina!" - gridò, nonostante l'insopportabile bruciore alla gola.
    Solo quando tornò a voltarsi verso il campo di battaglia poté accorgersi dell'enorme sagoma al lato opposto.
    "Ma che cazzo...?" - mormorò senza fiato.
    Se hai tempo per fartela addosso, ce l'hai anche per agire, le aveva detto Sithis, non molto tempo prima.
    Con le mani tremanti, Rael attivò il sistema di occultamento e strisciò fuori dalla sua copertura, cercando di avvicinarsi il più possibile all'energumeno.
    La sua intenzione era di arrivargli alle spalle, ma non era certa di riuscirci, neanche con l'occultamento: c'era qualcosa di indicibilmente pericoloso in quell'essere, e Rael era certa che non si trattasse soltanto della sua stazza.
    Scorse Hanntius che, da dietro la sua copertura, cercava di mandarlo al tappeto e notò fori bluastri che si erano aperti nella sua tuta. Avrebbe voluto aiutarlo, ma farlo avrebbe significato compromettere il suo piano.
    Tenendosi bassa, Rael si avvicinò fino a sentire il fiato pesante del colosso sovrastare il rumore dei proiettili poi si appiattì al muro e cercò di passare oltre, cercando di ignorare gli inquietanti scricchiolii dei condotti al passaggio dell'energumeno. Quel suono le riportava alla mente la spiacevole esperienza vissuta nella base dei Sole Blu.
    Non c'era niente di peggio, per lei, che il passare dei secondi prima del momento giusto. L'adrenalina la scuoteva, i sensi sembravano acutizzarsi...
    Poi finalmente ebbe la schiena dell'energumeno scoperta. Gli occhi glaciali di Rael puntarono immediatamente alla nuca, protetta da una catena, poi alla testa coperta solo dai tatuaggi.
    Estrasse fulminea la pistola, proprio mentre l'occultamento si annullava, e sparò. Quasi contemporaneamente, vide il gigante accusare il colpo, ma non la pioggia di sangue e materia cerebrale che si era aspettata... Anzi. Il suono che aveva prodotto era... metallico...
    Una mano enorme la colpì al braccio, disarmandola e sbilanciandola. Anziché cercare di ritrovare stabilità, Rael preferì accompagnare la caduta, scivolando a terra e sottraendosi al secondo colpo del bestione.
    Non è umano!, pensò mentre si rimetteva agilmente in piedi e prendeva coscienza del dolore acuto alle braccia. I suoi occhi corsero alla pistola, ma un istante dopo l'energumeno schiacciò l'arma sotto il piede.
    Solo ora poteva vedere con chiarezza il prodotto del suo sparo: parte della pelle che gli avvolgeva la testa era stata asportata dal suo proiettile, lasciando scoperta una spessa placca metallica, solo lievemente ammaccata; uno degli occhi aveva assunto una posizione innaturale all'interno dell'orbita, e un angolo della bocca era piegato all'ingiù in una smorfia.
    Se non è umano...
    La sua mano corse nuovamente al factotum, ignorando il dolore al braccio, e l'energumeno fu colpito da un violento sovraccarico che riuscì a stordirlo per qualche istante.

     
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    Fin Shuil (Ambientazione)

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Spettro


    Avevano vinto. Non riusciva ad identificare in altro modo l'esito di quella bizzarra battaglia. Eleanor era davvero riuscita a mettere insieme una banda di maledetti figli di puttana... Ma efficaci come solo dei figli di puttana potessero essere. Mentre la lama del suo factotum penetrava nella giugulare dell'ultimo soldato nemico, gli spruzzi di sangue ed il culmine del tasso di adrenalina, portarono immediatamente Fin ai tempi in cui non era ancora uno Spettro. Ai tempi in cui la fama ed il rispetto se li guadagnava con il sudore e con il sangue. In quei brevi istanti, smise di chiedersi cosa stesse facendo della sua carriera e della sua vita. QUELLO. QUELLO era ciò che doveva essere la sua esistenza.
    Il rumore frizzante dell'elettrostatica e la puzza di bruciato lo riportarono alla realtà, e si rese conto che la battaglia non era ancora finita.
    Il sovraccarico di Rael aveva immobilizzato il gigante, rivelandone le sue vulnerabilità, mentre i fori di proiettile avevano rivelato qualcosa di raccapricciante, qualcosa che non potevano evitare di scoprire.
    L'effetto elettrostatico si esaurì qualche momento dopo, ed il gigante si voltò nuovamente verso Rael. La donna era spalle al muro, e tutti i suoi alleati erano troppo distanti per poterla aiutare... Tutti eccetto Fin. Un attimo prima che la testa dell'umana venisse schiacciata dal possente braccio di quell'essere infuriato, del neon arancione si fece strada dalla nuca fino al di fuori della gola del mostro. Questo, ancora più infuriato, tentò di voltarsi verso il suo aggressore, la cui lama factotum era ancora infilzata. Completamente ignaro del dolore, il movimento del gigante fece sì che la lama tagliasse via metà del suo collo, e la testa cominciò a pendere da un lato. A quel punto, Fin fu costretto a rimuovere l'arma, appena in tempo per evitare una spallata che l'avrebbe sicuramente spiaccicato al muro con poco da poter recuperare. Per evitarlo, a Fin bastò uno scatto verso la sua sinistra, il che gli fornì anche un'ottima mira per la parte restante del collo. Un rapido fendente fece balzare di netto la testa del mostro, che rotolò per terra emettendo un fischio elettrico. Pochi istanti dopo, anche il corpo si lasciò cadere in ginocchio e poi su un fianco.



    Eleanor Elliott

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Ingegnere


    Non si era neanche accorta d'essersi addormentata. Forse erano stati i modi gentili della dottoressa, o forse era il fatto che non dormiva bene da diversi giorni ormai.
    "Oh no, dovevi proprio svegliarti?" Disse una voce al suo fianco, la voce di Fin. "Sei molto più bella quando dormi beata e non mi lanci quelle occhiate di ghiaccio." aggiunse lui, sorridendo.
    "Vai a farti fottere, Fin." rispose lei, ma per la prima volta... Era contenta di poter parlare con lui.
    "Sei una donna incredibile, Ellie. Ne hai passate tante nella tua vita, e hai raggiunto il fondo persino adesso... Ma sei una mezza umana con più palle di un umano intero. Con più palle di me. Sei riuscita a non crollare, hai tenuto duro fino alla fine."
    "Già, ma non sarei mai riuscita a rivedere la luce senza di voi."
    Fin rise e si lasciò andare sullo schienale "Secondo me sì."
    "Cosa avete scoperto?" chiese lei, per nulla convinta di volerlo sapere.
    "Nulla di buono, Ellie. Te la senti di lasciare il letto?"
    La donna si tirò un po' su spingendosi con le braccia, ma lo sforzo fu quasi inutile.
    "S-Sì... Ma ho bisogno del tuo aiuto."

    Quasi come un trofeo, la testa mozzata stava in bella mostra al centro del tavolo.
    "Un androide..."
    "Un cosa?" chiese Fin quasi retoricamente, per essere sicuro di conoscerne i dettagli.
    "Un robot replicante. Una macchina dalle sembianze umane... E sembra anche particolarmente avanzato, più di quanto io abbia mai visto." Indicò a Fin di passarle la testa, e la donna se la rigirò tra le mani... Finchè non incontrò il suo sguardo. Le sue braccia si irrigidirono e il suo guardo divenne vacuo.
    "El? Ellie?"
    La donna si voltò distrattamente verso il Drell, che la guardava preoccupato.
    "Tutto ok?"
    "Non lo so..."
    "D'accordo." disse lui, per poi toglierle la testa fra le mani "E' ancora troppo presto. Ce ne occuperemo più avanti, parliamo delle altre questioni."
    Fin si alzò e, come suo solito, fece il suo discorso girando attorno al tavolo. "Facciamo un resoconto: l'Asari pazzoide sembra un buco nell'acqua e pertanto potremmo anche lasciarla andare. Ma nel frattempo abbiamo attirato le attenzioni di un cecchino con un fucile da far paura anche a un Krogan, e perciò nessuno dovrà più uscire da qui da solo. D'ora in poi gireremo al massimo in coppia e, se possibile, camuffati. Non sappiamo chi di noi fosse l'obiettivo, perciò dovremo tutti stare attenti. Poi, c'è la questione della... Ehm, fetusa."
    "Chi?" chiese la rossa.
    "Umana, giovane, alta, vestito nero, con un tatuaggio e così bella da farlo drizzare a un morto."
    In un primo momento sorrise per la descrizione scarsa ma al contempo dettagliata del Drell, ma successivamente ebbe un tuffo al cuore. La ragazza nell'ascensore...
    "Io... L'ho incontrata." ammise "E' l'ultima persona che ho incontrato prima di essere rapita. A dir la verità, credo sia stata lei a rapirmi."
    Fin sobbalzò, reazione che probabilmente ebbero tutti in quella stanza, nonostante le precedenti indagini avessero già portato alcuni molto vicini alla verità.
    "Come avrebbe fatto, esattamente? E' importante, Ellie"
    "Io... Non lo so. Sono svenuta."
    "Maledizione... Una cosa. Può almeno UNA SOLA COSA andare per il verso giusto?" esclamò il Drell. Eleanor pensò che fosse assurdo il fatto che Fin fosse la persona più frustrata ed esausta all'interno del gruppo, considerando quello che lei stessa aveva appena passato.
    "Fin..."
    "No, Fin un cazzo, Eleanor. Ne vale davvero la pena? Stiamo cercando di sventare il piano di qualche scienziato in pensione che gioca a fare Dio. Quante probabilità ci sono che riesca nel suo intento? E ammesso che ci riuscisse, che male porterebbe? Il male ce lo stiamo tirando addosso noi stessi, continuando queste indagini."
    "Non volevi il tuo momento di gloria, Spettro?"
    "Sì, ma a che prezzo? Non puoi godere della fama e della gloria se sei tre metri sotto terra." Il Drell sospirò e si lasciò cadere sulla sedia, al termine del suo giro intorno al tavolo. A quelle parole, però, Eleanor non rispose. Un po' perchè sapeva che quelle cose non le pensava davvero... E un po' perchè forse non era totalmente in torto.
    "Scusate." riprese, dopo qualche secondo "Non sono nelle condizioni di guidare questa operazione e, al momento, non lo è neanche Eleanor. Lo chiedo a voi, quindi: che pista volete seguire?"

     
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