Testa/Croce

Rumori di astroauto sopra la sua testa, il senso di vertigini che provò quando aprì gli occhi... Una sensazione che non si dimentica facilmente.
Quando si rese conto che la sua testa stesse penzolando dal bordo del tetto di un palazzo, la prima reazione istintiva fu quella di alzarsi di scatto... Mossa che gli causò una fortissima emicrania.
Dov'era? Era chiaramente sopra il tetto di un palazzo di Omega, ma dove di preciso, e come c'era arrivato? E soprattutto, perchè era senza vestiti?
Era come se qualcosa gli avesse cancellato la memoria, e quel qualcosa consisteva in fiumi e fiumi di alcol.
Si grattò la testa e si guardò intorno, cercando di trovare i suoi abiti, e solo dopo un po' li vide appesi in cima ad un'antenna.
"Ma che cazzo è successo stanotte?"
Zeb! Zeb forse poteva aiutarlo a venirne a capo... O molto probabilmente era ridotto peggio di lui. In entrambi i casi, chiamarlo era l'opzione migliore.
Ringraziò il cielo quando il factotum si illuminò sul suo braccio: almeno quello non era finito chissà dove. Se l'avesse perso, trovarne uno uguale sarebbe stato un bel casino. Infatti, sia il suo che quello del suo amico Zeb, era stato ottenuto via mercati 'diversamente legali', ed era dotato di alcune funzioni 'al limite dell'etica e della legge galattica', tra cui la possibilità di stabilire collegamenti privati, completamente isolati dal resto della rete. Fu proprio in quel canale, infatti, che instaurò la connessione con il Batarian.
"Zeb? Zeb! Dove sei?" chiese quindi l'umano, rivolgendosi all'interlocutore attraverso il factotum, ma gli unici suoni che ricevette in output furono il rumore di spari e di oggetti che si rompevano.
"Merda..." sospirò Red, mentre chiudeva la conversazione.
Si mosse nuovamente verso il bordo del tetto, e vi si affacciò.
"Ehi, signorina!" esclamò verso un'Asari che passeggiava per la strada laggiù. Quando quella, alzando lo sguardo lo guardò con un'aria scioccata, si ricordò di essere ancora nudo. D'istinto portò entrambe le mani di fronte al suo attrezzo, sperando che questo bastasse per distogliere l'attenzione da quel problema.
"Ho bisogno di sapere dove mi trovo!"
"Distretto di Kenzo, questa è la strada principale!" urlò quella di tutta risposta, e la ringraziò con un gesto della mano (assicurandosi che l'altra coprisse il tutto), poi fece per andarsene.
"Ehi!" lo fermò l'Asari, al che Red si voltò nuovamente verso la strada "La prossima volta non coprirti!" aggiunse, con un sorriso malizioso.
"Distretto di Kenzo" pensò ad alta voce, mentre smanettava con il factotum "Dove cazzo è Zeb, adesso?"
Analizzò la conversazione aperta poco prima, e ne controllò i dettagli: Distretto Tuhi.
Fece un gesto di compiacimento, poi aprì la porta che conduceva verso l'interno del palazzo, e solo a quel punto si rese conto di aver dimenticato qualcosa. Si portò la mano sulla fronte e maledì quello che era sicuro sarebbe diventato un giorno a dir poco catastrofico.

Gli ci volle un po' per recuperare i vestiti dall'antenna, ma alla fine era addirittura riuscito a trovare l'uscita di quel lungo condominio, e si sorprese del fatto che la sua astroauto fosse posteggiata proprio lì vicino. Cominciò a ricredersi su quella giornata, che forse era meno terribile di quanto si aspettava.
Man mano che guidava verso il distretto di Tuhi, gli spari cominciarono a diventare sempre più definiti, segno che stava avvicinandosi a destinazione. Un proiettile forò il vetro dell'auto e si conficcò nel poggiatesta del sedile del passeggero: sì, era decisamente arrivato.
"BEK'TALL! Guarda, è arrivato quel frocio del tuo amichetto!" esclamò Arak, un Krogan che da sempre dava fastidio a Zeb, e di conseguenza anche a Red. Certo che Zeb non dava mai motivo al Krogan di ricredersi, e probabilmente guidato dall'alcol era finito col fare un torto ad uno dei Krogan più insulsi ed antipatici che la sua razza malata avesse mai generato.
"Cos'è successo stavolta, Arak?" chiese Red, che dopo esser sceso dall'auto si mise a braccia conserte, pronto ad ascoltare la versione dell'alieno dalla grossa gobba.
"Cosa è successo? Mi stai chiedendo cosa è successo?" il Krogan, adirato, sputò per terra ed alzò la canna del suo Revenant verso il cielo "Mi chiede dei soldi, ed io che sono un Krogan d'onore glieli presto pure. E quello non solo non me li restituisce, ma si fotte pure le mie ragazze!"
"Certo che non te li ha restituiti! Gli hai chiesto il 100% di interessi! Sai quant'è il 100% di 200.000 crediti? Sono ben 200.000 crediti, cazzo!"
"E lui ha accettato! Poi resta il fatto che si è scopato le mie tre fidanzate, è un affronto troppo grande anche per lui!"
"Sono sicuro che possiamo venirne a capo..."
Il Krogan scoppiò in una risata isterica "Oh sì, eccome... IL SUO CAPO! Avrò la sua fottuta testa sotto il mio grande piede! Anzi no, avrò DUE teste!" Esclamò infine Arak, che poi fece segno ai suoi due uomini di fare fuoco su Red.
L'umano si riparò dietro l'astroauto, e ad ogni colpo che questa riceveva, una bestemmia partiva dalla sua bocca.
La sua bellissima astroauto sportiva, rossa fiammante... Ridotta ad un colabrodo.
"Zeb, ti odio, cazzo!"
I due scagnozzi di Arak erano un Batarian ed un Vorcha. Red era più preoccupato per quest'ultimo: quei piccoli mostri avevano un livello di rigenerazione dei tessuti troppo alto per la sua Executioner a colpo singolo, quindi avrebbe avuto bisogno di un unico, ben piazzato colpo alla testa. Dall'altro lato, però, il Batarian era armato di Typhoon, un ibrido tra un fucile d'assalto ed una gatling, con una velocità di fuoco che impediva all'umano di esporsi e prendere la mira, mentre il Vorcha avanzava per entrare nel raggio d'azione del suo lanciafiamme.
Mise la sua mano libera nel taschino della sua cinta, e ne prese una piccola granata a pressione, che agganciò al suo factotum. Da quest'ultimo selezionò il bersaglio tramite il radar, ed il dispositivo sparò la granata tracciante. Dovette aspettare qualche secondo, ma finalmente Red sentì il leggero scoppio della granata, che si abbinò al fatto che il Batarian avesse smesso di sparare. Approfittando del fatto che fosse stordito, l'umano sparò con la sua Executioner: il colpo si piazzò dritto dentro l'occhio superiore destro, al che il Batarian cadde a terra privo di vita. Il Vorcha, furioso per quanto era successo, cominciò a muoversi più velocemente verso l'astroauto, ed aprì il fuoco. Solo una volta raggiunto il retro si accorse che Red non c'era.
Un fischio proveniente dal suo fianco destro. Il Vorcha si girò, ed un colpo perforante gli fece saltare la testa.
"E' finita, Arak! Sei da solo adesso!" esclamò Red, che a quel punto teneva la pistola puntata verso il Krogan.

Ci volle un po' per convincere il Krogan a mollare la presa. Bastarono un 'ti ridaremo i soldi' ed i volti sorridenti delle sue donne affacciate dalla finestra.
Red dubitava che Arak tenesse a quelle tre, ma se quelle fossero state ferite o infelici del loro... Rapimento, probabilmente le cose non sarebbero finite tanto pacificamente.
"GUNN!" esclamò il Krogan prima di andarsene "Mi hai dato la tua parola, umano. Voglio quei soldi, e li voglio entro la prossima settimana."
"Uh? Oh, sì sì." rispose distrattamente Red "Li avrai. Ora se vuoi scusarmi, devo parlare con il mio collega."

Incontrò le tre ragazze di Arak all'uscita dell'ascensore, e immancabilmente gli scappò un sorriso ammiccante... Non era più tanto sicuro che la scelta di Zeb fosse guidata dall'alcol.
Una volta raggiunto il suo piano, trovò la porta d'ingresso dell'appartamento appena socchiusa, e quello spiffero rimasto fu abbastanza perchè dalla stanza si emanassero odori di ogni tipo, dal pungente dell'alcol al nauseante del sudore, ed era sicuro che qualcuno da qualche parte avesse pure vomitato, ma il solo pensiero di indagare oltre lo convinse a pensare subito a odori più piacevoli, tipo campi fioriti e vaniglia.
Avanzò a grandi passi verso il Batarian e lo guardò intensamente nel paio inferiore di occhi, poi scagliò un pugno alla spalla del compagno.
"Ti si è fritto il cervello, brutto figlio di puttana?" gridò lui, notando come Zeb fosse visibilmente disturbato dal volume della sua voce, sensibilmente amplificato dal post-sbornia "Tra tutte, proprio le donne di Arak... Andiamo amico, siamo già nei guai fino al collo con quel bastardo."
Sospirò, perchè si rese conto che la ramanzina non avrebbe sorbito nessun effetto sul suo amico in quello stato mentale.
"Rivestiti e rimettiti in sesto, brutto idiota. Dobbiamo lavorare oggi."

Red rise "Oh sì, come avrei fatto senza di te, mio fedele compagno?" chiese sarcasticamente l'umano, che poi mormorò 'idiota' mentre il Batarian si rivestiva.
Il silenzio imbarazzante dovuto alla difficoltà di Zeb nel mettersi i pantaloni, convinse Red a cambiare argomento, sperando che almeno in parte il suo cervello funzionasse.
"Dobbiamo trasportare della merce contenuta in una nave cargo." spiegò, mentre cautamente si poggiava ad un tavolo di vetro. "Non trovi che ultimamente i nostri incarichi siano piuttosto... Noiosi? Prendi questo, prendi quest'altro, muovi di là, sposta di qua. Gesù, la mia pistola sta facendo la ruggine!"

"MI PIACEREBBE SAPERLO, BRUTTA FACCIA DI MERDA." gridò lui a risposta della domanda di Zeb, e quella escalation fu seguita da un breve silenzio. "...Però credo di sì!" ammiccò poi con un enorme sorriso, pensando alla sua mancanza di vestiti quando si è svegliato.
"Gira a destra e poi subito a sinistra" indicò distrattamente, mentre seguiva l'ordine di Zeb e regolava il volume della radio. Red pensava che quella musica fosse una 'merda', ma non osava dirlo per nessuna ragione al Batarian. Sapeva bene che per lui i suoi gusti musicali fossero indiscutibili, e non gli andava di finir scaraventato contro il cruscotto.
"Al semaforo vai a sinistra... FRENA!" esclamò di punto in bianco. Zeb fece come gli aveva chiesto e per poco una fila di otto o nove auto non finì addosso al loro furgone. Il Batarian lo guardò con tutti e quattro gli occhi spalancati.
"Che c'è?" chiese come se nulla fosse "Ho fame."
Con disinvoltura aprì lo sportello ed uscì dall'auto. Per fortuna si trovavano quasi rasoterra, e l'umano si trovò a dover fare solo un piccolo salto.
Tornò circa cinque minuti dopo, con un vassoio ricoperto di carta bianca su una mano, ed una ciambella per metà mangiata sull'altra. Il resto della ciambella stava subendo la fase di masticazione nella bocca di Red, ingrossandogli le guance e dandogli un'aria buffa. Fece segno a Zeb di aprire lo sportello, poi lasciò il vassoio sul sedile così da liberarsi una mano, ed usò questa per riarrampicarsi a bordo.
"Pasticceria di Marcello. E' letteralmente il posto più buono della galassia. Vuoi una ciambella?"