Testa/Croce

Sistemi Terminus, Omega

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    Red Gunn

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    "Il piano non è cambiato. Prendiamo il carico, portiamo il carico, consegniamo il carico, ci dimentichiamo del carico nuotando in una vasca di soldi. E' semplice, no? Sì, semplice."
    Red non aveva chiuso occhio per tutto il resto della notte, a differenza di Zeb e Black Rose. Proprio a casa di quest'ultima erano tornati dopo la trasferta nel covo della Mantide. Le maschere aliene giacevano su un tavolino, una delle due era stata pugnalata in un occhio e l'arma del delitto era ancora conficcata nella maschera e probabilmente anche sul tavolo stesso.
    Dopo il brutale omicidio del costume in silicone, Red era andato in bagno a parlare con lo specchio, non prima di aver gettato dalla finestra il suo pacco di sigarette segreto. Se non altro, nonostante l'agitazione, era riuscito a resistere alla tentazione. D'altra parte il piccolo bagno era stato trasformato in una ciminiera a causa del fumo non nocivo ma comunque fastidioso della sigaretta elettronica.
    "E poi a noi che importa? La Mantide può anche diventare supremo imperatore galattico, per quanto mi riguarda. Avremo la nostra nave e i nostri soldi, solo questo conta."
    Spense la sigaretta, la ripose nella tasca del giaccone e tirò un lungo sospiro, inalando nel frattempo il fumo che permeava l'aria. Poi indicò lo specchio con uno sguardo convinto "Ti renderò ricco sfondato, Red Gunn del mondo speculare. Te lo prometto!"
    "Red? Si può sapere che diamine stai facendo?" chiese la voce assonnata di Black Rose dall'altro lato della porta, accompagnata da un bussare delicato.
    Red tossì "Uh... Niente! Sto cagando"
    "Uh-uh... Se hai smesso di parlare sul cesso, potresti uscire?"

    La Mantide e i suoi due scagnozzi preferiti li aspettavano di fronte al ponte d'attracco della Anexos. Il piccolo antipatico Volus stringeva tra le mani un datapad.
    "Factotum, prego." ansimò l'alieno rivolgendosi a Red, che obbedì illuminando il suo dispositivo. In pochi attimi, il comando della Anexos e tutte le sue funzioni passarono a lui.
    "Lei che c'entra?" chiese Lea Xen indicando con la testa Black Rose dietro i due mercenari.
    "AH! Bella domanda." rispose Red "Che, che ci fa-"
    "Sono sua sorella" replicò Black Rose mentre tirava un pugno sulla spalla di Red "Farò parte anch'io della spedizione."
    La Mantide elaborò quelle informazioni per qualche istante, poi probabilmente arrivò alla conclusione che non le importasse un fico secco.
    "Le condizioni non cambiano, Gunn. Avrete il restante milione e mezzo, non un centesimo di più." chiarì la gelida asiatica, per poi lasciare il ponte seguita dai suoi.

     
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    Inebetito, disorientato e sbattuto come un lenzuolo, Zeb fu trascinato via dal party a forza e come arrivò nella bettola di Black Rose scivolò di faccia sul divano. Non si ebbero sue notizie fino al mattino seguente. Non seppe neanche lui come, ma erano già davanti a Lea Xen e ai suoi uomini, nello spiazzo in cui avevano preso accordi la sera precedente. La luce del mattino era di un'ocra che dava la nausea, disturbante e travisata da una densa foschia di smog, la cosiddetta "nebbia" di Omega.
    Rose era lì con loro; a quanto pare l’idea del farla salire a bordo di nascosto non era stata un’alternativa valutabile: avevano preferito il “sorpresa, sono qui e non so perché”. Ma a Lea Xen non gliene fregava una beata cippa a quanto pare, era ancora troppo boriosa dal motivational speech della sera prima. “Sua sorella”? Ma davvero se l’era bevuta? Troppo liscia, evidentemente la Mantide aveva tutto sotto controllo e avrebbe cercato di fregarli da un…
    «Bé? Allora? Che aspettate?!» la voce seccata di Lea interruppe i suoi fragili pensieri e in quel momento si accorse di avere uno spillone vudù conficcato tra i quattro occhi. «Salite a bordo, avete una consegna da fare!»
    Il grunt krogan rombò nel casco. Senza ulteriori inviti i tre si ritrovarono nel vano della Anexos, il portellone alle loro spalle che si richiudeva mentre la Mantide e i suoi si allontanavano.
    Garazeb sbattè le mani sonoramente. «Bene, mettiamoci al lavoro allora.» Si avviò verso l'ascensore che conduceva al ponte di comando massaggiandosi la fronte e lamentandosi.
    Premette sul bottone e non appena le porte si schiusero una figura incappucciata apparve ai loro occhi. Si scoprì rapidamente apparendo come un volto familiare, l'uomo della sera prima.
    «Salve...»
    «E tu chi cazzo sei?!» No, evidentemente non era rimasto impresso proprio a tutti. Black Rose si intromise anticipando eventuali brutte sorprese del batarian.
    «Sì, sì, aspetta Zeb. Lui... lui è con noi. No, non c'entra con la Mantide, vi ha aiutato ieri sera e ha aiutato anche a me, fornendomi alcune info che vi ho poi rivelato. Conosce la nostra destinazione, Talis Fia e stamattina mi ha ricontattato prima che vi svegliaste. Vi potete fidare di lui, quanto vi potete fidare di me, d'accordo?»


     
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    Red Gunn

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    "Restante milione e mezzo? Restante?" protestò Black Rose. Sì, forse il dettaglio dei 500.000 crediti anticipati era stato un ignorato un momento di troppo.
    "Ehi, che differenza fa? L'hai detto tu stessa che vuoi scavare più a fondo nella faccenda, 'Sorella'."
    Che poi, chi mai avrebbe potuto bersi quella menzogna. Black Rose era scura, certo, ma probabilmente di origini latine. Non era mica un nero come lui.
    La donna sbuffò. "Già, ormai non ha più importanza. Ma avrò più di quei 30.000 che mi spettano, in un modo o nell'altro."

    Red sussultò alla vista di quell'omuncolo. Aveva totalmente cancellato l'incontro con lui la sera prima, talmente era stato casuale e oltremodo breve.
    "Sarà, ma non aspettarti una ricompensa da parte nostra, signor..."
    "Junah-ar" rispose il piccoletto. Red pensò che fosse un nome davvero brutto, brutto quanto lo era lui. Con quegli occhi stretti da cinese, i denti da castoro, l'altezza di un Volus e la testa pelata di un 'grigio' di quei vecchi film terrestri, sembrava una specie di chimera.
    "Sì, signor Junah-ar. E' proprio un nome del cazzo, ti chiamerò Chimera. Il patto comunque prevedeva 30.000 crediti per Black Rose, perciò se cerchi soldi chiedili a lei." Posò la sua mano sulla testa di Chimera, come se stesse salutando un bimbo, e oltrepassò il gruppetto.
    "Ora, con permesso, il vostro Capitano vuole godersi la sua nuova nave mercantile."
    "Ma... Red? Non dovresti, tipo..."
    "Ah, sì. Tutti ai propri posti, ciurma!"
    "No, dico, dovresti..."
    "Controllare che la mensa sia piena? Giusto, vado subito. A proposito, ce l'abbiamo un cuoc-"
    "Red. La nave. Non credo voli da sola."
    "Ah, giusto. Allora prima lasciamo Omega, e poi la mensa. Tutti ai propri posti!"

    Lasciarono lo spazioporto di Omega dopo circa 20 minuti, e dopo altri 30 la Anexos era già diretta verso il portale galattico. Era una traiettoria abbastanza semplice, quindi Red potè permettersi di lasciare al pilota automatico il compito di portarli a destinazione.
    "Al diavolo, non è mica un cane..." Pensò a un certo punto mentre vagava per i corridoi del mercantile. Che senso aveva tenere la bambina dentro quello spazio vitale di tre metri quadri?
    Percorse la Anexos per quasi l'intera lunghezza, constatando che ci sarebbe voluta una giornata intera per controllare il contenuto di tutti quei container, finchè non giunse al C-101, la stanza-container della bimba.
    Trovò la piccola umana intenta a disegnare qualcosa su un foglio, e gli ricordò tantissimo una sua piccola conoscenza.
    "Ciao, ti ricordi di me?" le chiese Red, mentre si inginocchiava e le porgeva il primo pennarello chi trovò davanti, ma la bimba non rispose.
    "Sei timida, eh? Beh, io sono il nuovo Capitano da queste parti, e quindi le regole le faccio io. D'ora in poi la porta di questo container resterà aperta, e potrai andare dove ti pare. Solo, non infastidire quello grosso con quattro occhi: è un bravo ragazzo ma non ci sa fare coi piccoletti come te. Comunque, io sono Red, il quattrocchi è Zeb, poi ci sono Black Rose e Jua... Juna... Sì insomma, poi c'è Chimera. Tu ti chiami Zorana, giusto?"
    La bimba finalmente distolse lo sguardo dal disegno e lo guardò negli occhi, con uno sguardo piuttosto intenso per una bambina così piccola... Ma comunque non rispose.
    "Ti manca la lingua, eh?" Red le stropicciò i capelli con una mano mentre si alzava, e si diresse all'uscita "Vabbè, ci vediamo in giro, ok?"
    Certo che, per quanto si sforzasse, non capiva cosa ci fosse di così speciale in quella bambina da valere tutti quei soldi. Red e Zeb non erano schiavisti, non avevano mai trattato esseri senzienti, perciò sicuramente non erano preparati sull'argomento, ma quell'attenzione quasi maniacale nei confronti di una bambina così normalmente inutile era decisamente sospetta. Fece per uscire, ma una vocetta delicata e timida lo fermò.
    "Hai un naso strano."



    Edited by •Gabry‚ - 15/10/2018, 19:43
     
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    Garazeb “Zeb” Bek'tall

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    «Ehi, ehi, ehi!» Zeb cercò di frenare rapidamente la situazione che precipatava rovinosa verso il baratro. «Questo cargo si sta già facendo troppo affollato per i miei gusti. Ci ritroveremo a fine lavoro a dover fare l'elemosina a mezza Omega.»
    «Non sarà un problema» lo tranquillizzò il buon uomo. «Il qui presente Junah-ar non richiede soldi, ma solo che mi portiate con voi. Ho interessi personali che mi avvicinano alla vostra questua.»
    Garazeb si avvicinò poggiando un dito sul petto dell'individuo, la sua unghia sfiorò la gola rugosa di Junah-ar. «Sarà, ma non voglio scherzi, ratto pestifero. Sei sospetto. Non dovresti essere qua e per questo non ti mollerò con lo sguardo per un solo secondo. Sta lontano dai container, da QUALUNQUE container.»
    Prima di spingerlo fuori dall'ascensore lanciò un'occhiata inquisitoria a Rose e le fece cenno di tenere d'occhio lo straniero.

    Ore più tardi era in cabina a monitorare i sistemi della nave. Volo iperluce regolare, flusso tra i portali stabile, programma mappatura stellare abilitato. Sarebbero passati per la Nebulosa Crescent e poi sbucati nell'Abisso di Shrike, dal portale del sistema Xe Cha. Da lì in poi a piedi fino a Urla Rast, il sistema di Talis Fia.
    «Una colonia volus» bisbigliò melliflua una voce alle sue spalle.
    «Oh ma...! Per la pelle di Krotak il Barbaro!» Saltò sul sedile.
    Junah-ar continuò come se nulla fosse: «Scoperto nel 384 dalle Asari, fu rapidamente concesso ai Volus per sfruttarne il potenziale economico, trovandosi sul crocevia dello spazio commerciale delle Repubbliche e a poche leghe da Ilium. A seguito dell'impoverimento della regione perse nei secoli il suo potere degradandosi a covo di malviventi e meta di scorribande pirata. Ha un diametro di 4690 miglia, gravità a terra di 1.7 g, temperatura superficiale di 27 gradi Celsius inferiori allo zero. Popolazione stimata 3,8 miliardi di individui tra Asari, Volus, Umani e Turian. Capitale a governo volus: Usra Dao.»
    Zeb era stordito da tutta quella lezione di geopolitica spaziale e non era riuscito a interromperlo neanche per un istante, incassando sulle spalle ogni singola goccia di quel diluvio di informazioni. Si girò molto lentanemente, estenuato.
    «Grazie, grazie infinite professor Codex. Ora però vediamo cosa stanno facendo gli altri.» Scorse un po' gli schermi delll'impianto di sicurezza, finché attraverso il filtro azzurrino non riconobbe Red, accovacciato di fronte al container che recava la scritta semi-rovinata C-101; la piccola umana gli poggiava un dito sul suo naso a patata. Su un altro schermo Rose se ne stava da sola, seduta ad uno dei tavoli della vasta mensa. Una scatola rossa aperta e una ciotola piena di cereali. "Strano, la facevo una da whiskey."
    «La vostra meta è una stazione di ricerca nell'insediamento di Beka Lan, a un migliaio di chilometri dalla capitale, nelle zone tropicali.» Sorrise divertito. «Non aspettatevi una vacanza, anche lì la temperatura non si innalza sopra allo zero, raggiungendo al massimo i -15.»
    Il batarian alzò una gommosa arcata sopraccigliare e mormorò qualcosa tornando a concentrarsi sui comandi. Con un tasto evocò una mappa olografica di Talis Fia e si fissò a studiarla pensieroso.


     
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    Red Gunn

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    Un naso strano. Davvero? Come prime parole suonavano molto strane, oltre che un po' razziste.
    Quando Red si riabbassò per socializzare con Zorana, la bambina partì subito all'attacco: premette ripetutamente il naso dell'uomo, come se fosse una sorta di pulsante, accompagnando l'azione con una velata ma divertita risatina.
    "Ok, ok, ragazzina. I nasi non sono fatti per questo" affermò Red scherzosamente "Hai fame?"

    "WROOOOOMMMM" urlò Red con le braccia a mo' d'aereo, mentre il suo unico passeggero sulle sue spalle sghignazzava divertito. Bastava veramente poco per intrattenere quella bambina che in fondo non era poi così piccola. Red cominciò a sospettare che la Mantide e la cerchia non trattassero proprio bene Zorana, e il fatto che stesse rinchiusa in un container era la prova del 9.
    Una merce preziosa.
    L'aereo di linea Red-747 atterrò direttamente sulla mensa, dove una Black Rose in vestiti casual stava gustandosi una ciotola di cereali.
    "Gentili passeggeri, è il Capitano che vi parla. Siamo atterrati allo spazioporto di Mensa-city. Alla fine del corridoio, sulla vostra sinistra troverete l'uscita. Il capitano e tutto l'equipaggio vi augurano una buona permanenza" annunciò l'uomo ovattandosi la voce con una mano, mentre con l'altra aiutava Zorana a scendere dalle sue spalle posarsi su una sedia.
    "Zorana, lei è Black Rose. Black Rose, Zorana. Che c'è da mangiare, ufficiale Black Ro-OMMIODDIO I BLAST-OHS" gridò Red con genuino stupore indicando alla scatola riposta in uno degli scaffali coperti da una teca di vetro. Nonostante quella marca di cereali fosse venduta ovunque, i cartelloni pubblicitari non mostrassero altro e qualsiasi negozio fosse pieno di merchandising sull'eroe hanar, Red non ne acquistava un pacco da ormai diversi anni. Viveva da solo con Zeb, e le loro colazioni vertevano su tutt'altro tipo di alimenti... ma la motivazione principale era che li trovava davvero disgustosi. Erano pieni di zucchero, eccessivamente colorati e le storie di Blasto trascritte sul retro della scatola non erano nemmeno un granchè... ma gli ricordavano casa, la sua vecchia casa. Ogni tanto si chiedeva se avesse fatto la scelta giusta ad andarsene, ma quei pensieri spesso duravano meno di un minuto, perchè in verità adorava la sua nuova vita su Omega, con Zeb e sulle navi.
    "Vuoi provarli?" chiese lui alla bambina con un sorriso malizioso e lei, notando la sua eccitazione, annuì contenta. I Blast-ohs erano principalmente un alimento indirizzato ai bambini, che nella maggior parte dei casi adoravano quei cereali.
    Raccolse una ciotola dallo scaffale delle stoviglie e la ripose sul tavolo, poi si girò verso i cereali ed aprì la teca. Prese la scatola di cereali... ma la ciotola non era più sul tavolo.
    Perplesso, Red si guardò attorno e la trovò sul piano cottura. Sul momento non ci pensò molto, magari era stato lui a metterla lì senza accorgersene. Ci versò dentro i cereali, e si spostò verso Black Rose per farsi dare in prestito il latte, ma la ciotola era nuovamente vuota.
    "Ok, la prima me la bevo, ma non sono stupido e non ci casco due volte. Che sta succedendo qui?" si voltò prima verso Black Rose che se la rideva sotto i baffi, poi verso Zorana che invece guardava altrove con innocenza.

     
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    Garazeb “Zeb” Bek'tall

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    L'attenzione di Zeb venne nuovamente attratta dalle telecamere. Sullo schermo che dava sull'ingresso della mensa, da un angolino, sbucò una bizzarra creatura cavalcata da una piccola umana bionda.
    «Ma che...»
    «La stazione Amerigo, gestita dalla Vomex Research, nata da una costola della Conatix Industries...»
    Ormai era arrivato al punto di semplicemente ignorarlo. Di tutt'altro interesse si presentava invece la scena davanti ai suoi occhi. Abbandonò il sedile e si piegò ad osservare meglio quel teatrino: Red Gunn, il suo migliore e forse unico amico, stava facendo il paparino, portando in spalla il loro carico, Rose per un po' se ne era stata in disparte ignorandoli ma poi, così, a caso, aveva iniziato a fare una specie di gioco delle tre carte alle spalle dell'idiota.
    «Ma che bella famiglia felice!» esalò esasperato per poi premere un bottone sotto la camera 23. «Si avvisano i signori passeggeri... DI NON CAZZEGGIARE TROPPO! L'uscita dal tunnel iperspaziale è prevista tra circa un'ora. »


     
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    Red Gunn

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    Lasciò Zorana con Black Rose. La donna a primo impatto sembrava molto noncurante della presenza di un infante, ma Red notò qualcosa nei suoi occhi. Non era molto bravo a interpretare le persone, lui, quindi non diede poi molto peso a quella cosa.
    "Ehi Zeb, come andiamo?" chiese l'uomo all'amico batarian, mentre tornava a sedersi sul posto da pilota. Da quando avevano messo piede sulla Anexos e avevano lasciato l'atmosfera artificiale di Omega, non aveva passato molto tempo col suo amico.
    Mentre Chimera narrava, piuttosto insistentemente e fastidiosamente, tutta la storia della loro destinazione, Red lo ignorò meglio che poteva e prese dalle sue tasche un piccolo dischetto che materializzò una sorta di schermo olografico una volta attaccato magneticamente al cruscotto.
    Si trattava di un gioco, precisamente un gioco di carte chiamato 'il Salarian mendicante'. Con delle carte raffiguranti le varie specie della galassia in uno stile molto caricaturale, lo scopo del gioco era quello di chiudere una mano col minor numero di punti forzando l'avversario ad intascare nel proprio mazzo quante più coppie possibile, eccetto per una carta: un Salarian vestito di stracci con tra le mani una ciotola piena di monetine. Il gioco infatti finiva solo quando uno dei partecipanti aveva nel suo mazzo solo il salarian mendicante e poco più, altrimenti si rimescolavano i mazzi e si ricominciava.
    Era una sorta di metafora della realtà dove i ricchi restano ricchi e i poveri restano poveri, ma con una nota di utopistica speranza: alla fine sono i mendicanti a vincere e portarsi via tutto.
    Zeb era molto abile nei giochi di carte, ma era soprattutto un asso nel Salarian mendicante: era incredibile il fatto che, paradossalmente, avere quattro occhi ti aiutasse a mantenere una faccia da poker e non farti scoprire con il mendicante nel mazzo. Red infatti non riusciva mai a batterlo, ma apprezzava molto quel gioco anche lui, e sperava di spodestare il re prima o poi.
    "Bro, come credi che spenderai i soldi della paga?" il mazzo di Red, mostrato sul suo datapad, figurava il suo mazzo iniziale di tre carte: il giudice asari, il turian ciccione e il comico elcor. Il gioco prevedeva che ne scartasse una, lasciandola sul tavolo, e ne pescasse un'altra. Secondo le regole, l'avversario aveva l'obbligo di fare un abbinamento e ritirare la coppia, qualora le sue carte lo avessero permesso, ma la scelta in caso di più abbinamenti possibili era assolutamente arbitraria. Poichè la coppia poteva essere dettata dalla specie o dal colore, Red provò subito a intascarsi il Mendicante scartando l'elcor, dato che entrambe le carte appartenevano al gruppo di carte nere. "Voglio dire, anche comprando la nave più costosa della galassia, ci resterà comunque un discreto gruzzolo da usare a nostro piacimento..."

     
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    Red era rientrato in cabina, intenzionato a passare l'ultima fase del viaggio con qualche mano del Salarian mendicante e, ovviamente, cazzeggiando con domande idiote tipo “Come intendi spendere quel denaro che chiaramente spenderai sperperandolo in alcol, donne, viaggi e gioco d'azzardo.”
    «Ah... mh, una buona causa» bofonchiò il batarian. «Magari in beneficenza. Sai, ho sentito dire che sulla Cittadella stanno raccogliendo fondi per intestare un orfanotrofio al comandante Shepard, per tutti i bambini rimasti senza genitori in seguito all'attacco della Sovereign.» Stava sicuramente mentendo, e lo faceva per distrarre Red dalle sue carte, restando completamente impassibile, con una faccia degna del peggior Elcor truffatore. Infatti, scartò rapidamente il giudice asari, il turian ciccione e pescò l'hanar maratoneta e il volus buttafuori. Quando giocava cambiava drasticamente, mettendosi a parlare anche più del dovuto e lontano dai toni blateranti e volgarotti ai quali abituava tutti.
    Mentre scorreva con un dito sul palmare, allungò un braccio da sotto la console comandi e raccolse una Bira Moon, un liquore maltoso prodotto su una delle lune di Verush. La stappò e iniziò a sorseggiare la bevanda pastosa. Dopo averne assaporato una buona dose inclinò il culo della bottiglia verso Gunn, con un mugugno di invito.




    Edited by •Gabry‚ - 14/4/2019, 12:15
     
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    Chi cazzo spenderebbe una cifra del genere solo per una semplice bambina umana? Già di per sé la storia era alquanto strana, ma la cifra che aveva udito rendeva il tutto ancor più sospetto.
    La giovane pensò che forse, in quell'universo così ostile, esistevano ancora genitori disposti a tutto per i propri figli. Ma se le cose non fossero così? La piccola poteva anche finire nelle mani di qualche malato mentale e finire in un destino peggiore di quello che stava vivendo al momento.
    Quant'erano le possibilità si un futuro roseo per la bambina? I contrabbandieri sarebbero stati pagati una volta completata la consegna, lei pure e persino Junah-ar... ma poi? A chi sarebbe poi interessato il destino della giovane? La stessa bambina che poco fa si stava divertendo a far ammattire Red ed ora stava pacificamente mangiando i Blast-Ohs direttamente dalla scatola.
    Aspetta un secondo... dalla scatola?

    «Se li mangi così, i cereali finiranno prima» le disse la giovane, recuperando sia il latte che la ciotola usati per giocare con Red.
    «Prova ad aggiungerli al latte, così è più buono» le consigliò, mostrandole la propria ciotola da cui stava mangiando.
    Zorana non sembrò sentir ragioni, si limitò a guardarla e a continuare a mangiare dalla scatola, ma con meno foga di prima.
    La giovane alzò le spalle e riprese a mangiare il suo pasto, limitandosi a lasciare come esca qualche "buono" e altri apprezzamenti tra un boccone e l'altro. Voleva proprio vedere se la piccola abboccasse al suo stratagemma.
    Inizialmente la piccola si limitò a continuare a mangiare, lanciando qualche sguardo curioso nella sua direzione, ma poi decise di fermarsi per qualche secondo, apparentemente indecisa.
    Black Rose la vide, con la coda dell'occhio, versare una piccola manciata di cereali nella ciotola e poi aggiungerci poco latte, forse intenta a capire se la cosa del sapore fosse vera o meno.
    Lasciò che prendesse un primo boccone di prova, per testarne il sapore.

    «Cosa dobbiamo dire al capitano Red? Sono buoni o no?» le domandò, puntando il cucchiaio nella direzione della ciotola di Zorana.
    «Buono» fu la risposta laconica della bambina, prima di intraprendere un secondo giro.
    «Allora quando hai finito, andiamo a fare rapporto al capito. Ti va, piccola?»
    Zorana questa volta si limitò ad annuire, ma senza guardarla. A quanto pare era troppo impegnata con la sua nuova scoperta, per cui la lasciò in pace.
    La donna però cominciò nuovamente a chiedersi cosa avesse di così importante quella bambina. Perchè cazzo la volevano?

     
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    Red Gunn

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    "Magari in beneficenza. Sai, ho sentito dire che sulla Cittadella stanno raccogliendo fondi per intestare un orfanotrofio al comandante Shepard, per tutti i bambini rimasti senza genitori in seguito all'attacco della Sovereign." aveva detto Zeb. L'umano sbuffò, perchè conosceva Zeb abbastanza da poter dire che l'unica persona degna di ricevere beneficenze fosse lui stesso. Solo non capiva se il suo fosse un tentativo di prenderlo per il culo, oppure un bluff per distrarlo dalla partita.
    Probabilmente la seconda, perchè subito dopo il Batarian calò una mano di tutto rispetto, superando in un solo turno il suo punteggio.
    Red si innervosì, ma fece finta di niente ed accettò il drink di Zeb.
    "Sai che non è affatto una cattiva idea? Anzi sai cosa? Fanculo la nave. Costruiamolo noi l'orfanotrofio. Dicono che i bambini ti riempiano il cuore di gioia."
    Cazzate. I bambini causano solo problemi, sono utili solo quando ti fruttano due milioni di crediti, e anche in quel caso ti portano a fare il giro largo della galassia.
    Il caso volle che dalla sua mano potesse scartare proprio la carta del Krogan Infante e del Vorcha Miliardario.
    Tirò giù un ultimo lungo sorso di liquore e allungò la mano verso il compagno per porgergli la bottiglia, che però venne prelevata da qualcun altro.
    "Bek'tall... Capitano, Zorana ha una comunicazione ufficiale da fare."
    La bambina saltò sulle gambe dell'uomo. Aveva ancora una briciola di Blast-oh's su un lato della bocca.
    "I cereali sono più buoni con il latte!" esclamò la bimba alzando le braccia in cielo. Perplesso, Red si voltò verso Black Rose che se la rideva sotto i baffi, e verso Zeb che fece spallucce.
    "Uhh... Beh, ma questa è una notizia favolosa!" rispose allora lui, fingendo stupore per quella scoperta. Con il pollice, scostò via la briciola di cereale dal viso della bambina e le accarezzò la testa. Di tutta risposta, Zorana iniziò a punzecchiargli il naso. Forse l'aveva preso come un gesto d'affetto, o più probabilmente voleva solo infastidirlo. In suo soccorso, Black Rose sollevò la bambina liberandolo.
    "Congedata, luogotenente Zorana. Mi tenga aggiornato su qualsiasi altro sviluppo nella zona della mensa." scherzò quindi lui, schiacciandole un occhio e rivolgendo poi uno sguardo d'intesa verso Black Rose.
    "Signor Bek'tall" lo chiamò Red dopo essersi schiarito la voce, ma ancora un po' disorientato. Nel frattempo, riprese il database con il suo mazzo di carte. "Fra quanto saremo a destinazione?"

     
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    «Ti starai mica intenerendo, capitan cazzorosso?» Proprio in quel momento, la spogliarellista, improvvisatasi baby-sitter, e la bambina speciale (cioè il loro prezioso carico) si presentarono in cabina. Per un soffio le volgarità del batarian evitarono le orecchie della piccola. In qualche maniera provò una specie di imbarazzo misto a fastidio per essere stato interrotto. Il Krogan infante il Vorcha miliardario peggiorarono la situazione. Approfittò dell'attimo di distrazione paterna dell'amico per scartare il Volus buttafuori, una carta decisamente poco utile al momento. Si guardò tra le dita: aveva ancora l'Hanar maratoneta e il Drell beduino, l'unica carta ancora non scartata. Erano due carte verdi. Mise il dito sul Factotum, girò il comando del mazzo. Apparve un altro Hanar maratoneta. Sorrise digrignando i suoi 52 canini. Caricò la mano sulla plancia centrale.
    «E vado a punti. La prima mano è mia, pirata.»
    Pescò la nuova mano tutto beffardo. «E comunque il “servizio informativo” ha annunciato che manca un'ora circa alla destinazione. Ora mancheranno 80 minuti standard più o meno!»
    Si guardò intorno per un momento, notando che a parte Zorana e Black Rose c'erano solo loro. «A proposito, dov'è finito quell'essere viscido? Era con voi?» Rose corrucciò le sopracciglia, per poi scuotere la testa.
    NAOOOOOO*NAOOOOOO*NAOOOOOO*
    Un allarme partì d'improvviso accompagnato da una spia gialla che iniziò a lampeggiare sotto il quadro camere. Garazeb spinse di colpo il sedile all'indietro e fece scorrere le varie inquadrature, finché non si arrestò sulla 45. Le immagini monocromatiche a bassa risoluzione mostravano uno dei tanti anonimi corridoi della nave, solo che in questo una lampada d'allarme si era attivata e quello che sembrava denso vapore misto a scintille sgorgava dalla parete.
    «Per le palle di Urdnot Jarrod!» questa volta non riuscì a trattenersi. «Perdita al sistema di ventilazione e danni alla rete elettrica. Red, vai a controllare! Io provo ad arrestarla da qua e ad isolare i sistemi.»



    Edited by Drake Girard - 21/3/2020, 21:57
     
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    L'allarme fu alquanto inaspettato, così quanto l'esclamazione colorita usata dal batarian.
    Rose si preoccupò subito di portarsi vicino a Zorana, preoccupandosi di prenderle una mano per farla uscire dalla sala senza dare ulteriore problemi ai due contrabbandieri. Bek'tall aveva subito trovato il motivo dell'allarme e Red era stato incaricato di sistemare il danno, per cui a lei logicamente rimaneva quello di mettere al sicuro "il prezioso carico".
    «Vieni con me, Zorana» disse, facendo poi segno alla bambina di uscire dalla cabina.
    La piccola la seguì titubante, mantenendo la mano libera premuta verso un orecchio per attutire il suono fastidioso dell'allarme.
    «Lasciamo che il Capitano e lo zio Zeb spengano quel brutto suono, noi ci preoccupiamo di cercare zio Junah-ar» spiegò alla bambina a voce abbastanza alta affinché anche idue contrabbandieri la potessero sentire in quel frastuono.

    Una volta uscite entrambe dalla cabina, la donna cercò con lo sguardo quale direzione potesse aver preso l'altro uomo.
    Quella nave aveva certamente più buchi per rifugiarsi che personale a bordo. Rose non poteva lasciare incustodita Zorana, specialmente in una situazione del genere, per cui doveva inventarsi qualcosa affinchè la bambina la seguisse di sua volontà.
    «Cerchiamo un posto dove il rumore sia meno forte, ok?» domandò alla piccola, chinandosi verso di lei per farsi ascoltare. Se girovagavano abbastanza, forse riuscivano a ritrovare Junah-ar.

     
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    Red Gunn

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    La constatazione di Zeb lo riportò coi piedi per terra. Intenerirsi, lui? Non c'erano riusciti i peggiori olo-film romantici che guardava spesso nella sua vecchia vita, figurarsi se ci riusciva una bambinetta.
    Però Zorana gli piaceva, ai suoi occhi era una brava bambina, e questo era un male perchè quella 'brava bambina' avrebbe dovuto essere per loro principalmente un pacco, una consegna da far recepire al suo destinatario per poi dimenticarsene e andare avanti con la loro usuale vita ma con le tasche molto più piene.
    Per fortuna, anche se in realtà si trattava di una disgrazia, la nave aveva deciso di riportarlo alla realtà. Un malfunzionamento in una delle aree cargo che andava risolto il più in fretta possibile.
    Black Rose portò via Zorana e Red si alzò dalla sua postazione, lasciando il suo datapad con il gioco del Salarian Mendicante aperto sul sedile.

    La telecamera 45 inquadrava l'area cargo 2 del piano inferiore. Red fece per prendere l'ascensore, ma pensandoci due volte constatò che probabilmente non sarebbe stato il caso con un malfunzionamento del genere: l'ultima cosa che voleva era restare bloccato in ascensore mentre la nave andava in fiamme.
    Prese così di corsa il corridoio accanto all'ascensore che terminava con delle scale a pioli che portavano al piano di sotto, e raggiunse l'area cargo 2 svoltando subito a destra... L'uomo tirò una sonora bestemmia quando si trovò di fronte una porta chiusa. Provò in tutti i modi ad interagire con il terminale, provò addirittura a bypassare i sistemi ma nulla, era totalmente sigillata.
    "Houston, abbiamo un problema" comunicò via radio al suo partner "Quaggiù la porta all'area 2 è chiusa, probabilmente i sistemi della nave hanno sigillato la stanza per contenere il danno. Hai modo di darmi l'accesso dalla postazione di comando?"

     
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    Garazeb “Zeb” Bek'tall

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    NAOOOOOO*NAOOOOOO*NAOOOOOO*
    Il suono gli perforava le orecchie sprovviste di padiglione, il che lo rendeva ancora più assordante provenendo diretto alla sua cavità uditiva. Iniziò a tastare ovunque quasi preso dal panico; le dita nodose che passavano sui vari pannelli e tasti colorati. Non era il Badger, non era una nave dei Sistemi Terminus, era un dannato mercantile mastodontico, un vascello che avrebbe necessitato di una ciurma di almeno 40 uomini per funzionare a dovere, mentre loro erano solo un decimo, senza contare la bambina ovviamente. Intanto sugli schermi seguiva la fuga di Black Rose, che non sembrava avere una meta ben precisa e di Gunn, che mano a mano si stava inabissando verso l'Area Cargo 2, una zona simile a quella del loro ultimo incontro con la Mantide. Di Junah-ar nessuna traccia.
    BANG! Colpì col palmo un tasto posto sul quadro comandi del co-pilota.
    NAOOOOOO*NAOOOOOO*NA--
    «Ma guarda, dovevo aspettarmelo.»
    Finalmente l'uomo calvo e che sapeva tante cose riapparve in una delle inquadrature di sorveglianza, proprio davanti a Rose e Zorana.

    «Signorina Black Rose, dove eravate finita?» chiese preoccupato. «Ero passato dalla mensa per avvisarla che c'è stato un problema in una delle zone di carico!»
    Sembrava seriamente agitato, forse anche più del dovuto. Infondo era solo un piccolo danno, per quanto inaspettato. E poi era sparito dalla cabina così d'improvviso. Che si fosse fatto un giro proprio da quelle parti e aveva visto la falla? In effetti la mensa era molto più vicina e facile da raggiungere rispetto al posto di comando e magari i sistemi non erano ancora partiti a dare l'allarme; inizialmente poteva essersi trattato di un danno minore e l'uomo non aveva alcuna nozione per ripararlo e nessuna radio addosso.

    «Houston, abbiamo un problema» era Red, dal Factotum comunicò con Zeb. Loro due al contrario avevano una linea di trasmissione attiva. «Quaggiù la porta all'area 2 è chiusa, probabilmente i sistemi della nave hanno sigillato la stanza per contenere il danno. Hai modo di darmi l'accesso dalla postazione di comando?»
    Il batarian mugugnò pensieroso. Avviò una diagnostica della nave, con la mappatura olografica e il punto della bua che lampeggiava di rosso, ma assistenza tecnica non era fattibile a distanza, né per lo sblocco dei sistemi di sicurezza, né per sanare le falle. Era una competenza del reparto ingegneristico, di cui, ovviamente, al momento erano sprovvisti.
    «Mh, negativo bello. Non sono un esperto di elettrotecnica... però, uhm, prova a gingillare con i fusibili.»

     
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    Fu solamente per i suoi buoni riflessi che Rose non finì per schiantarsi contro Junah-ar, il quale le era comparso davanti a loro praticamente dal nulla.
    «Ero con la piccola in cabina di pilotaggio con gli altri due» spiegò brevemente la donna, non capendo l'agitazione dell'uomo.
    Il fatto che avessero praticamente fatto lo stesso percorso, ma a parti inverse destava qualche dubbio in lei.
    «Se sei venuto fin qui in mensa per avvisarci, come mai non ci siamo incrociati?» domandò confusa.

    Il continuo rumore che attraversava la nave non era stato ancora zittito, per cui Rose potè intuire che per quanto potessero aver capito dove fosse ormai il problema, questi non era ancora stato risolto.
    «Sai qualcosa sull'entità del problema alla zona carico?» domandò all'uomo, il quale almeno le aveva detto la zona interessata.
    Per loro fortuna Zorana era rimasta con loro e non si trovava in quella sezione della nave. Si poteva almeno dire che il loro "carico prezioso" era ancora al sicuro.
    Ora come ora lei doveva preoccuparsi di mantenere la bambina il più lontano possibile dai ogni problema, mentre i due contrabbandieri vedevano di risolvere la questione.

     
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