Testa/Croce

Sistemi Terminus, Omega

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    A Red non restava che ricorrere alle maniere forti. Contenendo a malapena il flusso di imprecazioni che la sua mente stava producendo, risalì la scala a pioli e si diresse verso la sala motori, nella speranza di trovarci una cassetta per gli attrezzi o anche solo un dannato cacciavite.
    Chi diavolo costruiva una nave e gli installava l'IV di sicurezza più idiota della galassia?

    La Sala Motori, che si trovava un piano ancora più in basso rispetto all'area cargo, era raggiungibile senza ascensore da un'altra scala a pioli che scendeva dalla cabina medica fino alla sala motori passando dall'area cargo 1. In sostanza, da tutt'altro lato della nave. Chiunque l'avesse costruita era evidente che avesse dato priorità alla salvaguardia della merce piuttosto che all'accessibilità del personale.
    Durante il percorso, dunque, dovette passare dalla mensa e nei dintorni incontrò Zorana e Black Rose, quest'ultima aveva trovato il signor Chimera e sembrava ci fosse un po' di tensione tra i due. Comunque, non aveva tempo per quello, ma si limitò a passar loro accanto, a dare una piccola pacca sulla testolina di Zorana e un occhiolino a Black Rose, e proseguì per la sua strada.

    Qualche minuto e troppi pioli dopo, raggiunse la Sala Motori e si sorprese di quanto fosse piccola: il nucleo al centro era monitorabile tramite un singolo terminale posto di fronte ad esso, e attorno c'erano veramente pochi strumenti per la manutenzione. O si trattava di un piccolo capolavoro d'ingegneria, o di budget versato totalmente su altre necessità della nave... eppure la Anexos volava, e anche ad una discreta velocità.
    Trovò una piccola cassetta degli attrezzi all'interno di uno degli armadietti che contornavano le due pareti affianco al terminale del nucleo. Erano per lo più piccoli cacciaviti, ferri per saldare e altri piccoli strumenti per la microelettronica, ma avrebbero dovuto essere sufficienti.

     
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    Dalla sua il Batarian si rese conto di non poter fare molto. Si sentiva come se avesse le mani legate. «Bosh'tet!» imprecò, e per una volta non nella sua lingua. Ormai la nave era sulla rotta, il guasto era piccolo e più che altro un fastidio, ma chissà quale conseguenze avrebbe potuto avere su un trasporto di tali dimensioni: infime quanto catastrofiche. Doveva per forza scendere e dare una mano a Red.
    Stava per mettere un piede sulla scaletta quando vide uno strano movimento da parte di Junah-ar, nella telecamera che inquadrava lui e Black Rose.

    «Se sei venuto fin qui in mensa per avvisarci, come mai non ci siamo incrociati?»
    «Come ho detto, signora, eravate già sparite quando sono risalito. Ma, che fortuna, ci siamo ritrovati!» Il misterioso straniero suonava sempre più inusuale con il suo modo di parlare, quasi non a suo agio. A volte pareva che non fosse nemmeno umano, come una qualche specie di androide o IA. Ma Zorana si limitò ad annuire, lasciando su Junah-ar uno sguardo interrogativo.
    «Sai qualcosa sull'entità del problema alla zona carico?» gli chiese.
    «No, miss Rose, mi spiace» scosse la testa il pelato. Nel farlo si ingobbì, chinandosi e passando una mano lungo il poncho che lo copriva, scendendo lungo la coscia. Black Rose apparve confusa da quella mossa. Con uno scatto estrasse qualcosa dal suo polpaccio, che la ragazza notò essere di fatto un arto meccanico pieno di fili e tubi. Si ritirò su, una pisola dalla canna lunga in pugno. «Ma penso che la bambina sarà più sicuro con me.» Allungò la mano, non con ostilità, ma con disarmante tranquillità e sicurezza. Chiaramente Rose passò sulla difensiva, ma prima che potesse dire qualcosa ci fu una specie di scossone, un trambusto che per poco non la sbilanciò a terra. L'uomo ne approfittò per afferrare la ragazzina e avvicinarla a sé. Ora la teneva decisamente come un ostaggio anche se nelle intenzioni di Junah-ar c'era la stessa cura e apprensione che avevano riservato a Zorana gli altri tre.

    «Brutto figlio di una cagna asari!» sbottò Garazeb. L'aveva percepita anche lui quella scossa, ma se ne era già dimenticato, sconvolto per la mossa del loro ospite. «Lo sapevo che non dovevo fidarmi di quella blatta. LO SAPEVO! Sarà uno di Lea.» Troppo stupido pensare che Lea Xen era stata la stessa che gli aveva affidato la bambina, quindi perché riappropriarsene? Di nuovo qualcosa sugli schermi lo distrasse. Ora era un'immagine dalla plancia esterna della nave. Un vascello più piccolo, di fattura somigliante alle navi turian, li aveva appena abbordati. Che fosse stata quella la causa del trambusto? Zeb ipotizzò che fosse così, allungò una mano alla sinistra della botola e prese il suo fidato maglio. «E' ora di spaccare crani e di proteggere bambini e sono a corto di bambini!!»

    Era inevitabile che il boom l'avesse sentito anche Red là sotto, ma ciò a cui non aveva dato peso in un primo momento probabilmente aveva ostacolato la sua via d'uscita dalla Sala Motori.

     
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    Se solamente Red si fosse fermato brevemente lì con lei e Zorana, quella dannata situazione si sarebbe svolta in modo totalmente diversa.
    Con la bambina tenuta ben stretta con lui, Rose doveva fare qualcosa per riportarla da sé e senza farle del male.
    «Cosa significa tutto ciò?» domandò senza nascondere l'astio nella sua voce.
    Puntarle l'arma contro era una cosa, visto che nella sua vita quella non era certamente la prima volta che le accadeva, ma in quel frangente le piaceva ancora di meno.
    «Ti rendi conto che qui non ci siamo solo noi tre?» domandò evitando di inserire in quella frase eventuali insulti, i quali premevano per uscire dalla sua bocca.
    Se Junah-ar aveva un minimo di cervello, capiva che quella sua mossa non andava certamente a suo favore. Contrariamente a lei, dubitava che i due contrabbandieri non si sporcassero le mani per riottenere il loro prezioso carico.

    «Lascia andare immediatamente Zorana, prima che qualcuno qui si faccia del male» intimò la donna, benché sprovvista al momento di un'arma.
    Lo sguardo che la piccola stava avendo in quel momento era l'unico motivo a spingerla a reagire contro il suo buonsenso.
    Gli scossoni della nave e il mezzo stesso potevano anche andare all'altro mondo, ma la bambina doveva essere tolta dalle mani di Junah-ar prima che il tutto degenerasse ulteriormente.


     
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    Red Gunn

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    Stava risalendo le scale antincendio per ritornare sui suoi passi, quando un violento scossone fece tremare l'intera nave. Lo squilibrio fece sì che Red perdesse la presa e cadesse all'indietro, prendendosi una sonora batosta alla schiena.
    L'uomo bestemmiò a denti stretti mentre cercava di rimettersi in piedi.
    "Zeb, che diavolo è successo?" chiese via radio alla sala di comando, ma non ricevette nessuna risposta. Zeb doveva essersi spostato, quindi fece per chiamarlo sul loro canale privato, ma da una prima occhiata distratta notò un disastro attorno a sé: con la caduta, la cassetta degli attrezzi si era rotta ed il coperchio era saltato via, lasciando gli attrezzi liberi di spargersi per tutta la sala motori. Un altro fiume di imprecazioni uscì dalla sua bocca mentre l'uomo cercava di recuperare gli utensili più indispensabili.
    "Zeb, porca miseria, dove sei e cosa sta succedendo?!" chiese nuovamente all'amico, quella volta sul canale privato... ma anche in quel caso, la risposta tardò ad arrivare. Red iniziò a pensare al peggio, perchè solo in pochi casi il Batarian era solito non rispondere alle telefonate, e cioè quando era impegnato in rapporti sessuali con qualche prostituta o quando era talmente ubriaco da non ricordarsi neanche il suo nome... e diamine, nella maggior parte dei casi, rispondeva comunque.
    Sulla via del ritorno, con un cacciavite in mano e un piccolo seghetto nella bisaccia, Red alternò chiamate senza risposta a Zeb a tentativi di diagnostica con l'IV, ovviamente assolutamente inutili.
    "Falla nel sistema di contenimento" diceva la voce robotica, o ancora "stabilità del vascello compromessa". Ma chi diavolo sviluppava una IV per dare informazioni così ambigue?
    Arrivato a un certo punto capì che non avrebbe ottenuto nulla dall'IV, così si limitò a bombardare di chiamate il suo amico Batarian, terminando ogni chiamata senza risposta con un'imprecazione diversa. Raggiunta finalmente la fine della scala e fatto il suo ingresso nella cabina medica, Red aveva ormai esaurito il repertorio di insulti e bestemmie, e si maledì per averne sprecate così tante quando si trovò davanti l'ennesima porta chiusa. Cominciò a smanettare con il suo nuovo cacciavite mentre iniziava a pensare che forse stava maledicendo gli dei sbagliati e che la colpa di tutto fosse in realtà di qualche Spirito turian troppo incazzato con lui per aver fregato un suo simile a Blackjack. Ah, i bei tempi di Omega, pensò. Era passato a stento un giorno da quando avevano lasciato quella topaia di Stazione, ma se avesse saputo che avrebbe passato l'intero viaggio a riparare porte, non avrebbe mai lasciato casa sua per così "pochi" spiccioli.
    "Maledetto Spirito Turian del Blackjack che mi stai guardando, lo so che ti stai divertendo a vedermi fare l'elettricista. Appena esco da qui giuro che spacco la testa a quel tuo amico rapace del cazzo!" urlò letteralmente al nulla mentre il cacciavite tra le sue mani roteava in senso antioriario per smontare il pannello affianco alla porta.
    "Xen maledetta..." mormorò poi mentre si prendeva un attimo di pausa per accendersi la sigaretta elettronica "voglio un altro milioncino per ogni porta che aggiusterò su questo schifo di nave."

     
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    Garazeb “Zeb” Bek'tall

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    «Cosa significa tutto ciò?» La ragazza ancora non comprendeva ed era giustamente delusa.
    Junah-ar estese un sorriso comprensivo. «Presto lo saprete, miss Rose.»
    «Ti rendi conto che qui non ci siamo solo noi tre?»
    Il sorriso gli si allargò ancora di più.
    «Certo che lo so. Siamo molti di più che tre...» sembrò alludere a qualcosa, ma non era molto chiaro; sovrappensiero aumentò la presa sul polso della bambina che di tutta risposta si lamentò: «Ahia!»
    «Lascia andare immediatamente Zorana, prima che qualcuno qui si faccia del male.»
    L'uomo annuì e sarcasticamente fece un cenno alla propria arma, poi iniziò ad indietreggiare. Altri rumori, questa volta ben più vicini: diverse esplosioni, poi urla e incitamenti da uno dei corridoi superiori.

    Si trovò davanti un uomo, neanche lo guardò in volto, il suo maglio arrivò puntuale come un treno, fracassando la mascella di quell'intruso. «E tu chi cazzo sei?!» la domanda di Zeb ovviamente fu posta dopo. Non si chinò neanche per perquisirlo, cercando di capire chi fosse e da dove venisse. No, non era nel suo stile. Avanti il prossimo. Camminò a passi svelti nel tunnel interminabile di quella nave che a tratti lo terrorizzava pure. Sembrava un olohorror, solo che in questo film era lui il mostro famelico.

    BIP BIP BIP

    Gli sembrò di sentire qualcosa, ma da una porta che si affacciava su un corridoio uscirono fuori in due, uno era un suo simile, l'altro un Drell.
    «Oh, sì, qui ci divertiamo belle merde.»
    Il Drell non fu per niente difficile da mettere subito fuori gioco, semplicemente entrò e lo colpì al ventre. Il suo fratello alla lontana invece reagì immediatamente, bloccando l'arma di Garazeb e tenendolo in stallo mentre gli ringhiava e sputava contro. Un bellissimo spettacolo, degno dei migliori documentari sui Varren nel periodo dell'accoppiamento.
    «Molla l'osso fantademente!»
    «Molla tu, imbecille!»
    Lo castigò con un calcio nei goron'tak. L'altro Batarian crollò come un neonato. La seconda tappa era...

    BIP BIP BIP

    «Un attimo!» gridò Zeb contro il Factotum.
    Dove era rimasto?
    Ah sì! La testa!
    Abbassò il martello sul cranio del quadroculato, schizzi rossi e pezzi di cervello volarono sullo stipite del portello.
    Stava per alzare l'Omni-tool e rispondere quando con la coda di due occhi vide il Drell sollevare la sua Carnifex. Fece calare un pestone sul suo piede destro, poi imbracciò l'Executioner e sparò ad una valvola del sistema anti-incendio; una doccia fredda piombò diretta sul rettiloide che iniziò a tossire in preda agli spasmi. Zeb rise, aveva sempre trovata ridicola la sensibilità dei Drell all'umidità.

    «Cosa?»
    «Zeb, porca miseria, dove sei e cosa sta succedendo?!»
    «Cos- cosa- fammi parl- vuoi-- non lo so! Non lo so! Tu lo sai? Porca di quella Matriarca, la nave è invasa da... non lo so, da stronzi?»

    Fu in quel momento che anche una porta alle spalle di Red saltò via e per poco non lo colpì. Un'altra porta da riparare.
    Avvolti da una coltre di fumo bianco volarono dentro due alieni spinti dalla propulsione di quelli che sembravano degli hover-pack. Uno era dotato di elmetto, molto grezzo, l'altro aveva un lato della faccia quasi completamente squarciato dalla zampata di qualche animale, mentre sul lato opposto gli mancava un pezzo della mandibola. Si riconoscevano comunque come due turian, entrambi armati del classico Phaeston. Ma non erano soli, poco dopo, goffamente fece il suo ingresso un piccolo Volus tondeggiante, attorno cui ruotavano tre analoghi tondi di energia azzurra. Con un scatto del braccio ne spinse uno contro Red.

    «Trovate la bambina!» ordinò con voce soffocata dal respiratore.

     
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    Quella situazione non le piaceva assolutamente, prima il guasto dal nulla e ora Junah-ar e quelle esplosioni poco sopra di loro. Le sue priorità stavano continuamente cambiando, adattandosi alla situazione corrente affinché potesse uscirne con ciò che voleva.
    Il primo punto era certamente recuperare Zorana dalle mani dell'uomo, poi capire cosa cazzo stesse succedendo e in caso attuare un eventuale piano per tenere al sicuro la bambina e lei. Il resto lo avrebbe lasciato agli altri due, problemi compresi.

    Non appena l'uomo cominciò ad indietreggiare con la bambina, lei fece un passo in avanti, sempre mantenendo una certa distanza tra loro. Per quanto volesse riprendersi Zorana, preferiva non rischiare troppo di morire nel processo.
    In quel posto poi non c'era nulla che potesse effettivamente aiutarla, inoltre anche solo sporgersi per recuperare un oggetto e lanciarlo per distrarlo, avrebbe rischiato come minimo un bel colpo d'arma nella sua direzione.
    «Non correrai lontano Junah-ar, se solo provi ad andartene con lei, ti verranno a cercare e useranno la tua testa come sacchetto per le clip termiche usate» lo minacciò, non potendo fare null'altro al momento.
    Se voleva che Red e Zeb muovessero il loro titanico culo per venire lì in tempo ad aiutarla, doveva prima cercare di rallentarlo quanto più possibile.

     
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    Red Gunn

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    La pallina biotica lo raggiunse in pieno petto, ma gli scudi cinetici furono sufficienti a sopportare il colpo.
    "Piccolo bastardo, ti gonfio come un pallone!" gridò arrabbiato Red, senza rendersi conto che i volus fossero già a forma di pallone.
    Uno dei due turian si lanciò alla carica. Sfortunatamente per lui, Red era armato di cacciavite. Fermò la carica con un gancio sul volto, che stordì l'alieno abbastanza da permettere a Red di piantargli il cacciavite sul collo. Il turian cadde a terra urlando e cercando di tamponare la copiosa uscita di sangue.
    L'altro turian era ovviamente quello più tosto, lo si capiva dall'orrenda cicatrice sulla faccia, che in qualsiasi olo-film voleva dire "problemi". Chiaramente essendo più furbo e intelligente del suo compagno sanguinante, anziché corrergli incontro il turian cazzuto gli si lanciò addosso sfruttando la spinta dei propulsori. Red fece per spostarsi, ma quello a terra gli afferrò la caviglia ed il turian volante gli si schiantò di spalla in pieno petto, sbalzandolo all'indietro e facendolo sbattere di schiena contro il muro.
    "Così non vale..." mormorò l'umano prima di scatarrare sangue dalla bocca. Il turian gli piantò un piede sul petto e gli puntò il fucile in testa.
    "Trovate la bambina!" gridò il Volus con la voce soffocata dalla maschera.
    "AH! Forse vi conviene recuperare il cacciavite dal vostro amico" sbeffeggiò l'umano, ma poi si accorse che il Volus se la stava dando a gambine levate. Pochi istanti dopo, un "bip bip bipbibpbipbip".
    "Ma dai, non è giusto così!"
    E poi un BOOM. Polverone, un'onda d'urto che destabilizzò pure il Turian che era sopra di lui. Red ne approfittò per spingerlo via, il tizio sventagliò dei colpi con il Phaeston ma lo mancò e l'uomo colse l'occasione per rialzarsi.
    "Trovate la bambina!" ripeté il Volus, ed il Turian volante si mimetizzò nella coltre di fumo dove una volta c'era la porta.
    Fece per inseguirli, ma quel dannato Turian a terra gli afferrò di nuovo la caviglia, così Red gli tirò un calcio con l'altro piede, dritto sul cacciavite. L'alieno fece un ultimo "NGHHH" prima di spirare in un mare di sangue. Red gli sputò sopra, ovviamente ciò ne uscì fu per lo più sangue, ma era il gesto che contava.
    Prese il Phaeston dal cadavere e si lanciò nel fumo: volevano il loro biglietto d'oro da 2 milioni di crediti, col cazzo che gliel'avrebbe lasciato prendere.

     
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    Garazeb “Zeb” Bek'tall

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    «Red? Reeeed?» Nessuna risposta dal comunicatore. «Reddino? Ma dove cazzo sei finito, sudicio che non sei altro?!»
    L'amico non rispondeva, probabilmente aveva anche lui a che fare con qualcuno di quei brutti sgherri; e anche per Zeb ripartì un secondo round senza preavviso. Una spinta dal nulla lo investì in pieno nella schiena. Sentì nitidamente tre costole incrinarsi, con tanto di effetto sonoro; il contraccolpo contro il muro davanti segnò la condanna di una di esse. Non aveva molta visuale da lì, sentì solo due braccia afferrarlo per le spalle e iniziare a contrarlo come fosse un elastico. Il dolore era lancinante e le sue grida vomitarono fuori come ruggiti da una caverna.
    Era bloccato, non aveva decisamente molto spazio di manovra e dalla voce del suo assalitore capì che doveva trattarsi per forza di un krogan. “Krogan, ancora krogan?!” pensò. Non erano bastati i simpaticoni di Omega dei giorni passati.
    Sta di fatto che se il bestione avesse continuato così sarebbe sicuramente morto, perciò iniziò a calciare in aria, dimenandosi come un animale.
    «Te la faccio vedere io, brutto figlio di una salarian da bordello!»
    Ma era pressoché inutile, il grosso alieno era completamente corazzato, anche arrivando a colpirgli in mezzo alle gambe avrebbe fatto ben poco al suo set quadrato di testicoli. No, benché avesse poco spazio di manovra doveva arrivare alla Executioner riagganciata alla placca sul quadricipite, doveva farlo in 30 secondi o avrebbe detto addio alle sue costole per sempre. Allungò le dita, cercò di farlo il più possibile, sentiva l'impugnatura, la solleticava con le unghie, se solo... bastava un cambio di inclinazione, avrebbe potuto farlo se l'avesse ruotato in un modo diverso, era bizzarro ma aveva bisogno dell'aiuto del krogan. Provò a tirargli altri calci inutili, il mostro ridacchiava sentendo che la fine di Zeb era quasi giunta ma inconsapevolmente slittò con le mani tenendo il Batarian in una posizione più vantaggiosa. C'era ancora spazio tra la sua mano e la pistola, fece uno sforzo immane, lottò con il dolore, con la fisica, con la morsa e con la disperazione. Poi sentì la pistola in pugno, ma aveva un colpo solo buono, la Executioner era una devastante arma ma con il piccolo difetto di scaricare un'intera clip con un solo click del grilletto. Non riusciva neanche a vedere dove stava puntando, cercò solo di inclinarla nel punto giusto: le gambe dei krogan sono grosse dopotutto e i loro piedi tozzi erano la metà del petto di Garazeb.

    BANG!

    Si sentì scivolare giù di colpo. Il Krogan si ritrasse bestemmiando, un intero dito della sua zampa destra era partito lasciando un cratere fumante.
    «Oh. Ohhh. Ora non ridi più bello, eh?»
    Fece esaurire la clip, ricaricò. Puntò alla testa del bestione, ma poco più in basso, direttamente in faccia (per fortuna questo era a volto scoperto).
    «DEVI MORIREEEEEE!!» gridò con un gorgoglio. L'ultima cosa che vide era la faccia del Krogan che si apriva come un'ostrica.
    Sperò di non vedere altri di quegli stronzi per un po' e zoppicante, massaggiandosi il petto scappò verso le zone più profonde della nave.
    Dopo molti metri e diversi ascensori, per fortuna senza trovare altri mentecatti, nel mezzo di un troncone di collegamento tra due ali della nave, vide la donna che viaggiava con loro. La sua aria spezzata e amareggiata.
    «Rose? ROSE!» Galoppò verso di lei. «Dove...? Dove è andata la bambina? Perché non è con te?»
    Vide che non era armata, perciò staccò dalla placca lombare un fucile a pompa, era il Graal lo spara-dardi di fabbricazione batarian. Glielo porse.
    «Tieni, prendi questo, dobbiamo liberare la nave da queste teste di merda» la invitò concludendo con un ringhio.

     
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    Sfruttando un'ulteriore esplosione e la sua breve distrazione, Junah-ar era riuscito a dileguarsi con la bambina, lasciandola lì con un pugno di mosche. Nemmeno provare a correre dietro l'uomo sembrava essere una soluzione adatta, in quanto sembrava essersi volatilizzato nel nulla tra i diversi corridoi della nave.

    Il suo nome d'arte urlato a gran voce sembrò riscuoterla. Zeb l'aveva raggiunta ma non abbastanza velocemente.
    «L'ha presa Junah-ar!» rispose rabbiosa, «Quel gran figlio di puttana mi ha puntato un'arma contro ed è scappato con la bambina.»
    Il batarian le cacciò prontamente la sua arma da fuoco in mano, dicendole brevemente che delle persone erano salite a bordo e senza il gentile lasciapassare di Zeb e Red.
    «Dieci a uno che chiunque abbia attaccato, è con Junah-ar» commentò, caricando l'arma e tenendola ben pronta a fare fuoco.
    Ritrovare Zorana era certamente una delle priorità per loro, ma anche liberare la nave da chiunque volesse mettere le mani sulla piccola era altrettanto importante.
    A quella loro strana squadra di pulizia mancava il secondo contrabbandiere, ma Rose era certa che l'avrebbero ritrovato sul loro cammino.

    «O Capitano! Mio capitano. Fai pure strada mentre ti copro le spalle» richiese subito dopo, citando una vecchia poesia umana.
    Ora che aveva anche lei un'arma, poteva finalmente dare a Junah-ar un giusto premio per il rapimento fattole.
    Dividersi per scovarlo era però pericoloso in quella loro situazione, per cui era bene girare assieme per avere un maggiore successo.

     
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    Red Gunn

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    Vagò per un po' di tempo senza incontrare assolutamente nessuno, solo una manciata di cadaveri tra i quali un Batarian che per fortuna non era Zeb, un Drell con la faccia in giù in una pozza d'acqua dovuta ad un tubo saltato, ed un Krogan la cui faccia si era aperta come un'anguria presa a martellate.
    Era sicuramente opera di Zeb, ed il fatto che lui non fosse più in quel macello era senz'altro un buon segno.

    Cercò ovunque i due tizi che l'avevano attaccato e che erano poi scappati alla ricerca di Zorana, ma fu vano. Eppure sarebbe dovuto essere facile seguire la puzza di volatile dei Turian e l'ansimare dei Volus che avrebbe fatto impallidire persino quel Darth Vader degli olo-film.
    Trovò invece, dopo un po', i suoi amici: Zeb sembrava messo pure peggio di lui, proseguiva a stento il suo percorso tra una zoppicata e un'imprecazione, tra le mani la sua Executioner e il suo fidato maglio; a Black Rose era invece stato affidato il Graal del turian. Zorana non era con lei, e questo fu abbastanza da far capire a Red che non fosse il momento degli abbracci.
    "Zorana! Dov'è Zorana?!" esclamò alle spalle dei due che si voltarono puntando le armi, solo per poi accorgersi che si trattasse di Red.
    "Le teste piene di merda che hanno invaso la nave stanno cercando la bambina. Dove cazzo è la bambina?!" ripeté l'uomo in un tono di voce che era un misto tra preoccupazione, furore e ansia.
    I suoi compagni non ebbero nemmeno il tempo di risponderee che una porta, l'ennesima, saltò per aria stavolta alle spalle dei due amici di Red.
    "Ancora tu?" sospirò il Volus. Strano, Red stava per dire le stesse parole. "La bambina, ora!" aggiunse l'alieno porgendo la mano aperta. Il turian puntò l'arma contro di loro, ma senza sparare, non ancora.

     
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    «Dieci a uno che chiunque abbia attaccato, è con Junah-ar»
    Zeb rimurginò. «Mmmh, allora anche lui è con la Mantide?» perseverò nella sua convinzione confusa che per qualche ragione Lea Xen c'entrasse con quel rapimento.
    Scrollando le spalle si rimise in marcia all'inseguimento del traditore, ma non era un bravo segugio, quindi più che andare a zonzo non poteva fare. Forse Rose era più esperta e li avrebbe portati da qualche parte, ma in realtà sembrava lasciar condurre lui.
    Per fortuna qualcosa trovarono o meglio, furono trovati da qualcosa. O qualcuno. Alle loro spalle all'improvviso delle urla che cercavano la bambina. Zeb si voltò di scatto, puntando la Executoner, impettito in uno sforzo contro il dolore. Rose sembrò fare lo stesso con la sua nuova arma acquisita.
    Ma era solo quel nanetto nero di Red.
    «Le teste piene di merda che hanno invaso la nave stanno cercando la bambina. Dove cazzo è la bambina?!»
    “Ce l'ha quella pustola di Jun-coso” stava per dirgli, quando la conversazione fu troncata sul nascere. Un'esplosione alle loro spalle. Sembrava di esseri finiti nell'olo-film di Aquaman.
    Dalla voragine trottò fuori un Volus. Zeb trattenne una risata. A fianco a lui c'era un Turian; una sfida ben più congeniale. Garazeb aveva ancora la Executioner in pugno, semplicemente ruotò il corpo e premette il grilletto. Il tempo sembrò rallentare per una frazione di secondo mentre la traiettoria del suo tiro raggiungeva la spalla dell'alieno più grosso.

     
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    Tra tutti gli esseri che popolavano quella galassia, un volus era l'ultimo alieno che si aspettava di vedere come nemico in quel momento e ovviamente, come tutti lì dentro negli ultimi cinque minuti, cercava la bambina.
    La sua pazienza cominciava decisamente a calare, ma nulla in confronto a quella del batarian, il quale sembrava aver esaurito pure la scorta personale, sempre se ne avesse una tanto per cominciare.

    «Non siete in una condizione di fare richieste simili» rispose lei, puntando l'arma contro il volus. Le sarebbe bastato anche un colpo non proprio preciso per forare la tuta dell'alieno, così da portarlo a una brutta esposizione dell'atmosfera in cui la nave era settata.
    Però prima di fare qualunque cosa del genere, voleva sapere da loro chi li mandava. Zeb pensava fosse la Mantide, però era bene ottenere un'informazione simile da una fonte più diretta.
    «Chi vi manda?» domandò la donna, sparando un colpo d'avvertimento ai piedi del volus. Il turian poteva anche essere ferito e sotto la mira del batarian, per cui poteva concentrarsi sulla palla parlante.
    «Vi conviene parlare o al prossimo colpo qualcuno qui esploderà.»
    Odiava l'idea di perdere tutto quel tempo prezioso per quei due anziché cercare Zorana, ma la situazione era quella e se volevano uscirne con qualcosa dovevano sia ottenere più informazioni che liberare la nave da quegli stonzi.
    C'era da chiedersi se ormai ci fossero solamente quei due a bordo, ma dubitava che fosse così. Doveva solamente sperare che la piccola facesse più resistenza, così da impedire a Junah-ar di muoversi velocemente verso la sua uscita.


     
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    Red Gunn

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    "Hai sentito la signora" aggiunse Red alle minacce di Black Rose. Puntò anche lui l'arma verso la palla di lardo, dato che tanto il Turian era sotto mira del suo compare. "Vedi di sputare il rospo, oppure scoppia come un palloncino. In entrambi i casi festeggerò."
    Red odiava i Volus: fottuti banchieri opportunisti e malvagi. C'era veramente poco di peggio dei Volus nella galassia, ed erano gli Hanar. Dio, se Red avesse visto spuntare un Hanar da dietro l'angolo avrebbe dato di matto in quel momento. Loro, e quelle maledette predicazioni su chissà quale idiozia divina.
    Poi, non è che stravedesse per i Turian... non c'entrava quella storia del primo contatto, anche se sicuramente non aiutava... no, era più un problema di altezzosità ed eccessiva minuziosità nel seguire le regole. Red non era così, nei panni dei Turian probabilmente avrebbe risolto in altri modi la questione 'Krogan'. Modi gentili, modi violenti, ma la castrazione era decisamente troppo.
    I Salarian non erano da meglio, anche se ne aveva incontrato qualcuno simpatico, tipo quel meccanico stramboide che viveva nell'appartamento sotto il suo, chissà che fine avesse fatto...
    Ma nessuno, proprio nessuno, era come i Volus. La palla dinnanzi a sé si dimostrò degna della sua specie, e dopo aver blaterato qualche minaccia che Red fece fatica a seguire perchè la sua voce da cancro ai polmoni era troppo fastidiosa per l'orecchio umano, si caricò bioticamente e formò due palline di energia tra le mani.
    "Vi... distruggerò..." ansimò lui. L'umano, stufo di quella pagliacciata, sparò tre colpi con il Phaeston recuperato poco prima. Dovette ammettere che vedere l'alieno che, in preda al panico, cercava di tappare alla bene e meglio i buchi con le sue corte braccia, era uno spettacolo contemporaneamente demenziale e disturbante... ma in pochi attimi, il suo collega turian si ritrovò ricoperto di budella, materia grigia e stracci di tuta lacerati dal botto. Un odore pungente di gas permeò l'aria mentre il Turian si dimostrava visibilmente scioccato e soprattutto disgustato.

     
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    Garazeb “Zeb” Bek'tall

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    Stava sollevando il maglio per giocare a cricket col Volus, ma a sto giro ci pensò Red. Rimase alquanto deluso, ma probabilmente avrebbe avuto ancora tante occasioni per divertirsi. O forse no? Intanto nessuno disse che ci faceva quella ciurmaglia sulla Anexos, sembrava non ci fosse molto spazio per interrogatori o prigionieri. Quando il Turian rimase da solo però il suo Factotum si attivò e si sentì una voce femminile lo chiamò dall'altra parte: «Irvitus? Dove siete? Abbiamo il pacco, tornate immediatamente alla nave!»
    Visto quello che Red aveva appena fatto con il nanerottolo, Garazeb non volle essere da meno, a grandi falcate raggiunse il Turian, roteò il mega-martello e glielo spaccò in faccia. Poi orgoglioso mise un piede sul corpo dell'alieno, che ancora tossiva mezzo vivo. Si girò verso gli altri sorridendo. La comunicazione sul Factotum era ancora aperta e la donna cercava qualche risposta da parte del proprio compare.
    «Che c'è?» Li guardò entrambi facendo spallucce.

     
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    Black Rose

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    In quattro e quattr'otto i due mercenari misero fuori combattimento le loro unica fonte per ottenere informazioni, facendo pure effettivamente esplodere il volus.
    Rose non sapeva se complimentarsi sarcasticamente con loro o esprimere il suo disappunto. La sua bocca però scelse di dire ben altro.
    «Ma che cazzo, ragazzi!»
    La comunicazione del factotum del turian continuava a rimanere aperta, tanto da far credere alla donna che dall'altro capo potevano aver udito tutto. Il fatto poi che aspettasse ancora una qualche risposta, aveva dell'incredibile.
    «Che aspettiamo? Muoviamoci prima che se ne vadano!» incitò i due compagni, cominciando a muoversi.
    «E lasciate perdere quel turian, conciato così non può neanche dire chi sia» commentò poco dopo, sorpassando l'alieno senza troppi convenevoli.
    Secondo il suo ragionamento potevano ancora raggiungerli se non perdevano ulteriore tempo con quei... con quello che era rimasto.
    Il recupero di Zorana al momento era la sua principale priorità, sebbene non sapesse con certezza chi l'aveva rapita da loro e il perchè lo avessero fatto.

     
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