SERENA

Spazio dell'Alleanza dei Sistemi terrestri, Argos Rho, Thanatos

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    Luke Stefan

       Fazione: Alleanza
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    Non pensava che sarebbe tornato laggiù. Non dopo ciò che aveva visto, non dopo ciò che aveva vissuto.
    I suoi compagni di viaggio si erano tutti affacciati dall'oblò della navetta, ammirando quel tenebroso ma affascinante paesaggio che era la superficie di Thanatos. Le lievi ma costanti onde che increspavano la superficie dell'acqua ricoprivano per qualche secondo l'unica piattaforma d'accesso nel raggio di chilometri. Forse l'unica e basta.
    Luke, durante la sua breve permanenza nella base Serena, aveva avuto modo di pattugliare tutte le stanze, ma non aveva mai chiesto nulla in merito al lavoro svolto o alle funzioni delle singole stanze. Si limitava ad imbracciare un fucile, e sarebbe stato anche lieto di usarlo contro l'ombra che aveva sterminato tutti i suoi amici.
    Forse era destino che tornasse lì, a regolare i conti.
    La navetta iniziò la sua discesa, ma non toccò mai la piattaforma. Il pilota disse che voleva evitare che i propulsori si inondassero. Tutti dovettero fare un salto per raggiungere quel piccolo quadrato di terraferma d'acciaio, e una volta lassù riuscire a restare in piedi contro le onde si rivelò un'impresa ardua.
    Al centro della piattaforma, che osteggiava ancora il simbolo di Cerberus, v'era un lungo tubo che si sporgeva in su per almeno un metro e mezzo. Era quello il loro ingresso.
    Il tubo era largo abbastanza da ospitare al massimo una persona, e Luke decise che sarebbe andato per ultimo. Così il primo passeggero vi entrò, e la base all'interno del tubo cominciò a calare. Ci vollero 10 minuti prima che arrivasse a destinazione, e valutando il numero di presenti, Luke si rese conto che avrebbe avuto tutto il tempo per ripensarci e andare a frignare all'interno della navetta. Nessuno sulla Cittadella l'avrebbe biasimato se avesse abbandonato la sua missione, non dopo quel che gli era capitato...
    Quando finalmente toccò a lui, lanciò un ultimo sguardo verso il pilota, che stava tamburellando le dita sul pannello di comando della navetta.
    "Ora o mai più" mormorò Luke. Prese un lungo respiro, si lasciò la navetta alle spalle ed entrò nel tubo di trasporto.

    La base era come l'aveva lasciata, niente di più e niente di meno. L'oscurità nella quale era calata la hall era interrotta solo sporadicamente dallo scintillio dei cavi spezzati, che andavano a sbattere contro le pareti come dei serpenti impazziti.
    Vide una delle Asari del gruppo che teneva tra le mani una sfera di energia biotica, e subito capì perchè. In un gesto più istintivo che altro, portò la mano all'avambraccio opposto per far apparire il Factotum, ma nessuna delle funzioni dell'aggeggio erano funzionanti.
    Già, esattamente come l'aveva lasciata.
    L'Asari era stata furba, creando quella sfera biotica che illuminava lievemente la stanza, ma non poteva che essere una soluzione temporanea. Forse tra di loro c'era un cervellone capace di fermare le interferenze. Solo allora, con dei Factotum funzionanti, forse avrebbero potuto riattivare il generatore di corrente.
    Era quasi certo, in realtà, che nelle stanze successive della stazione un po' di energia residua v'era ancora... ma era imperativo ripristinare i sistemi, poichè un collasso energetico avrebbe causato anche lo spegnimento del supporto vitale della serra idroponica. Niente serra idroponica, niente ossigeno.
    Era ovvio, a quel punto, che lo scopo di quella squadra fosse proprio quello di lavorare di squadra, e non sarebbe arrivato da nessuna parte standosene isolato.
    L'Asari con la sfera biotica sarebbe stato un buon inizio. Era sempre a fianco di un umano dall'aspetto poco minaccioso, e Luke ipotizzò che quello fosse il suo partner, o forse un apprendista.
    "Luke Stefan, piacere di conoscervi."

     
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    Nevith Menae

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    Bastava una sola parola per far odiare quella missione a Nevith: "Acqua". Di tutte le missioni e i problemi della galassia lui doveva andare proprio su Thanatos, un pianeta fatto interamente di acqua. E come se non bastasse non era solo in quella missione, oltre al danno la beffa insomma.

    Quando la navetta si avvicinò alla superficie del pianeta tutti i passeggeri si affacciarono all'oblò incuriositi ed anche un po' eccitati alla vista della base SERENA, Nevith però rimase dove era squadrando uno ad uno quelli che sarebbero stati i suoi compagni. L'unico che non pareva molto contento di essere li era un umano non troppo alto e dal fisico esile, a guidicare da come si guardava intorno lui doveva essere il solo superstite della base.
    I suoi pensieri vennero interrotti quando il pilota disse di saltare giù, non aveva intenzione di atterrare rischiando di rimanere bloccato li... e chi poteva biasimarlo.
    Nevith saltò e si avviò verso il tubo di trasporto davanti a lui aspettando il suo turno per entrare nella base.

    La base era completamente tutt'altro che "SERENA", l'oscurità che l'avvolgeva era interrotta per brevi attimi dai cavi della corrente spezzati, l'Asari che si portava l'umano a spasso come un cane fece un po' di luce con una sfera biotica "Perfetto, almeno per ora non dovrò espormi anche io con i miei poteri biotici", l'ossigeno sembrava essere a posto, a quanto pare la serra idroponica era ancora in funzione... meglio così. Lasciò il superstite andare a parlare con l'Asari e il suo compagno e si diresse verso una macchia a terra leggermente illuminata dalla luce della sfera biotica, si inginocchiò davanti alla macchia, ci passò sopra una delle dita e la portò vicino al suo naso. Aveva il sentore che fosse sangue ma con quell'oscurità non si riusciva a distinguere se fosse effettivamente sangue o qualche liquido della base. Come si era immaginato però era sangue, perlopiù secco. A giudicare dalla dimensione della pozza qualunque cosa avesse attaccato l'umano doveva avergli reciso un'arteria se non la carotide stessa.
    Nevith si alzò di nuovo in piedi e si poggiò al muro con la spalla e le braccia conserte in attesa dei suoi compagni.



    Edited by Nevith - 28/10/2022, 11:51
     
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    Milius Primer


       Fazione: Alleanza
       Ruolo: Pilota



    Milius era sempre più teso mentre si avvicinava alla stazione Serena, uno perché non era UI a guidare la navetta che lo stava trasportando e due nonostante la ferita si fosse chiusa definitivamente sulla cittadella era ancora dolorante dall'ultima operazione antiterrorismo. Comunque sperava che la missione non risultasse troppo difficile sia per lui che per i suoi compagni. Mentre raggiungeva il portone semidistrutto di quel relitto stava leggendo il fascicolo che gli era stato dato prima di partire. Conteneva informazioni rilevanti al gruppo che con il quale avrebbe trascorso le prossime ore. Non poteva lamentarsi comunque poiché aveva al suo fianco uno spettro del consiglio. Non erano passati neanche cinque minuti dall'entrata di Primer che il suo stupore era alle stelle. Ma in menche non si dica si era già calmato e per rompere il ghiaccio aveva deciso di conversare con il turian coinvolto. - Sono Milius Prime e lei dovrebbe essere il nuovo Spettro della Cittadella o sbaglio?

     
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    Banshee

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    Allen McQueen

       Fazione: SSC
       Ruolo: Detective




    Vita di merda.
    Sono quasi 3 settimane che le mie giornate sono sempre uguali: sveglia alle 7.00, in ufficio passaporti per le 8.30, stacco alle 18.00, cena a base di pizza surgelata, maratona di film d'azione e di nuovo a letto.
    Lysaya non si fa viva da un pezzo; probabilmente è impegnata in una delle sue missioni top secret. 'Fanculo. Mi chiedo cosa direbbe se sapesse che subito dopo la maratona di film d'azione e subito prima di andare a dormire, faccio un 5 contro uno tra le dita della mia mano e Capitan Pennacchio pensando a lei.
    Bah!

    Oggi, per puro caso, non sono all'Ufficio Passaporti ma alla mia vecchia scrivania posizionata nell'angolo più sfigato della centrale dell'SSC: dovevo liberarla per metà per fare posto a una nuova recluta e, ovviamente, avevano scelto me come vittima sacrificale.
    Sto buttando nei cassetti fascicoli di cui non ricordo l'utilità quando la stazione è sconquassata da un britonale urlo proveniente dall'ufficio del Capitano Tertius.
    < McQUEEEEEN!!!! NEL MIO UFFICIO! SUBITO! >
    Cazzo.

    Entro nell'ufficio del Capitano con la stessa sicurezza di un procione che vuole attraversare un'autostrada. Zio Tertius è impegnato in una conversazione telefonica e mi ordina di sedermi con un perentorio gesto della mano. Il mio cervello viaggia a mille domandandosi cosa cazzo avevo combinato questa volta.

    Il turian finisce la conversazione e mi fissa con i suoi occhi inespressivi. Impiega un'eternità a parlare.
    < Allen, tu conosci lo Spettro del Consiglio Lysaya Nessila? >
    Non capisco se me lo sta chiedendo o lo sta affermando; quello che so è che Lysaya era stata piuttosto chiara riguardo al fatto che io e lei, per chiunque, siamo perfetti sconosciuti.
    < Non lo so...la conosco? > butto lì per sondare il terreno.
    Tertius alza gli occhi al cielo, esasperato < Non sto affermando che la canosci, te lo sto chiedendo! >
    < No. L'ho sentita nominare ma non l'ho mai vista. > Salvato in calcio d'angolo.
    < Beh...lei invece sembra conoscere te: ha richiesto la tua presenza come aiutante per una missione. Ti aspetta al molo C-5. E' tutto. >
    < Che missione? E perchè io? >
    < Base SERENA: ex struttura Cerberus dove c'è stata una vera carneficina. Il vostro compito sarà indagare su quanto è successo. Quanto alla seconda domanda, me lo sono chiesto anche io... >

    _________________________


    < Andiamo, Allen...sarà divertente! >
    Divertente un corno!
    Lysaya mi aveva praticamente rapito dal molo C-5 e solo quando siamo a bordo della nave mi concede di spiegarmi cosa diavolo sta succedendo.
    Vita di merda!
    Una ex base di Cerberus, collocata su un pianeta fatto totalmete d'acqua e, ovviamente, quella base è situata SOTTO l'acqua. Conquistata dall'Alleanza, qualcosa o qualcuno aveva letteralmente fatto a pezzi l'intera squadra dislocata lì...si era salvato solo un soldato che, in quel momento, fissa l'ingresso della base con uno sguarda da "Ma chi me lo ha fatto fare?".
    E l'hanno chiamata SERENA!
    < Divertente? > domando sorpreso < E' una base subacquea dove sono morte settordicimila persone! Ammazzate da non si sa che cosa! Che ci trovi di divertente? >
    < Sei veramente un vecchio noioso...non senti il richiamo del mistero? L'emozione dell'indagine? >
    Io sento solo le chiappe che si stringono mano a mano che la navetta si avvicina all'ingresso: un tubo che sporge da una piattaforma metallica a pelo d'acqua.
    Mi aveva fottuto di nuovo. Maledetta asari dagli occhi viola!
    Comunque, da buon detective esonerato dal servizio, non mi era sfuggito il fatto che quella missione fosse molto più importante di quanto sembrasse...altrimenti non si spiegava la presenza di ben DUE Spettri del Consiglio!

    Se l'ingresso era una merda, l'interno della base è peggio! Non funziona la corrente ma, per mia fortuna, Lysaya oltre che essere una topa stratosferica, è anche un'eccellente biotica e, grazie ai suoi poteri, riesce finalmente a fare luce grazie a una bolla biotica azzurrognola che dona a qualsiasi cosa un non so che di spettrale.
    Mentre osservo l'asari rischiarata dalla luce azzurra della bolla biotica, la mia testa è un turbinio di domande.
    Perchè Lysaya ogni tanto richiede la mia presenza?
    Perchè mi chiama sempre per le missioni più misteriose ed inquietanti?
    Perchè 'staccato' si scrive tutto attaccato e 'tutto attaccato' si scrive staccato?
    Insomma. Lei è uno Spettro che potrebbe affrontare i 47 Ronin da sola, con una mano legata dietro alla schiena e gli occhi bendati. E' forte, furba, veloce di mano e di testa...è tutto quello che non sono io. Io sono un detective scartina dalla pessima mira e con l'innata capacità di trasformare tutto quello che tocco in un disastro immane.
    E allora perchè sono così spesso al suo fianco?
    Ho provato più volte a chiederglielo ma lei svicola sempre, cambiando discorso e lasciandomi nel mio limbo di domande.

    < Luke Stefan, piacere di conoscervi. >
    La voce del soldato che fissava la base con gli occhi da 'ma chi me lo ha fatto fare?', mi distoglie dalle mie domande < Allen McQueen... > rispondo porgendo lui la mano < ...detective SSC. Lei è... >
    < Lysaya Nessila, Spettro del Consiglio. Sono capace di presentarmi da sola, detective! > dice Lysaya con occhi severi.
    Stronza. E' sempre stronza!
    < Se ti stai chiedendo cosa ci faccio qui, chiedi a lei... > aggiungo indicando l'asari < ...perchè io non l'ho ancora capito! >


     
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    Luke Stefan

       Fazione: Alleanza
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    "Se ti stai chiedendo cosa ci faccio qui, chiedi a lei... perchè io non l'ho ancora capito!" gli aveva detto quell'altro umano un po' strambo. Strambo, ma apparentemente molto simpatico.
    "Siamo in due, amico." rispose Luke con uno sguardo preoccupato che avrebbe intenerito anche un Vorcha.
    Indicò il proprio fianco destro, alludendo alla ferita ancora fin troppo fresca per i suoi gusti.
    "Sai che c'è? Nessuno dovrebbe essere qui. Proprio nessuno."
    "Forza e coraggio, soldato!" lo rassicurò la Nessila, che si era alzata per posare la mano libera sul suo braccio "Ormai siamo qui, e abbiamo bisogno di te. Sei l'unico che conosce la base."
    Strinse i pugni quasi fino a farsi male... ma l'Asari aveva ragione. Se avesse potuto decidere, non sarebbe mai tornato laggiù, ma ormai era fatta, e tutto dipendeva da lui.
    "Dobbiamo riattivare la corrente. Sono certo che il generatore sia stato solo disconnesso. Se fosse saltato in aria, questa base sarebbe già stata inondata."
    "Sei sicuro che sia necessario?"
    "Tu hai idea di quanto tempo staremo qua sotto? Io no. E' imperativo che il supporto vitale resti online, e non lo sarà a lungo con solo la corrente d'emergenza."
    Lysaya annuì "Bene, da che parte?"

    Come aveva predetto, era bastato avanzare di tre stanze per trovare finalmente un po' di corrente. Una flebile catena di neon d'emergenza, ma pur sempre corrente. In quel modo, Lysaya non avrebbe dovuto mantenere attiva la sfera biotica e risparmiare le energie per quella... cosa.
    La prima stanza illuminata che raggiunsero era uno dei lunghissimi ponti sottomarini che collegavano i vari moduli della stazione. Lungo tutto il percorso, delle strisce gialle erano affiancate al nome del ponte: S1.
    Era certo che gli altri membri della sua squadra avrebbero trovato quelle pareti di vetro spettacolari, delle finestre rivolte ad un panorama esotico e intrigante... ma Luke ci vedeva solo una trappola mortale. L'aveva sempre fatto, e dopo l'incidente ne era ancora più terrorizzato, tanto che senza accorgersene aveva accelerato il passo.
    Tornare sulla Serena per morire annegato in un oceano radioattivo non faceva esattamente parte delle sue prospettive di vita.
    Il ponte S1 era, a quanto ne sapesse Luke, il più lungo dell'intera stazione. Un chilometro, secondo uno degli impiegati rimasti uccisi nell'incidente.

     
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    Nevith Menae

       Fazione: Consiglio
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    ”Perfavore dammi del tu” disse Nevith al turian che gli si era avvicinato. Si diede una piccola spinta e si staccò dal muro su cui si era poggiato, porgendo la mano a Milus ”Nevith Menae.”. Dopo aver detto questo tornò a poggiarsi al muro a braccia conserte guardando gli altri compagni di viaggio, ancora non riusciva a capire perché il consiglio avesse mandato ben due spettri per quella missione e sopratutto perché quell’asari si portava dietro a mo di cagnolino l’umano. Nevith non è mai stato un individuo molto socievole ed aperto quindi per conoscere i propri compagni di squadra avrebbe sicuramente trovato un altro modo piuttosto che andando a presentarsi, ”Ho visto che prima di entrare stavi leggendo il fascicolo, che mi sai dire dello spettro e degli umani.” chiese indicandoli con un cenno della testa mentre staccandosi nuovamente dal muro seguiva l’umano sopravvissuto lungo il ponte S1. Quel posto era l’inferno in terra, almeno per lui: un lungo ponte con poca corrente, schizzi di sangue sui vetri e completamente circondato da acqua tossica che, per lo stato in cui era ridotta la stazione, ci avrebbe messo molto poco a crepare il vetro inondando l’intera stazione. Un piccolo brivido risalì la schiena di Nevith, non si sentiva mai a suo agio quando aveva a che fare con l’acqua e quella missione sarebbe stata probabilmente una delle più difficili per lui



    Edited by Nevith - 28/10/2022, 11:55
     
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