Città Fantasma

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    Runa Keon

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    Khi Tasira, Galassia di Andromeda, anno 2819

    La prima cosa che Runa aveva pensato una volta visto Meridian era che nessun posto, in nessun modo avrebbe mai eguagliato la magia e la bellezza di quel posto. E per quanto fosse eccitante, quella prospettiva fece vacillare la solidità della sua vocazione. Quando si raggiunge il pinnacolo dell'esistenza, a che cosa serve guardarsi indietro?
    Ma poi qualche archivista della seconda ondata troppo eccitato al prospetto di lavorare su Meridian aveva trovato il famigerato ago nel pagliaio. E così per puro caso, o forse era un segno del destino, l'Iniziativa aveva trovato una pista che, con la giusta dose di fortuna, avrebbe condotto ai Jardaan, o a ciò che restava di loro.
    Così Runa aveva riacquistato fiducia nella sua utilità. Viveva di rovine e città fantasma, e Khi Tasira prendeva un po' da entrambe le categorie.
    Khi Tasira, il 'luogo dell'ascensione', era un nome che in fondo non calzava con il vero intento della stazione spaziale, ma solo con quello dell'Arconte, eppure nessuno si era mai premurato di trovarne uno che onorasse i suoi misteriosi costruttori.
    Quando Runa aveva avanzato la proposta, nessuno lo prese sul serio. Dicevano che non c'era nulla da onorare, che non c'era la certezza che, in un'altra vita, i Jardaan sarebbero stati dalla nostra parte. Lui era di un'altra visione: 'altro non siamo che il frutto dei segni nel tempo lasciati da qualcun altro. I segni cattivi non sono meno importanti di quelli buoni' aveva risposto, ma l'Iniziativa che era stata creata per esplorare ed espandere la vita, in quel momento era troppo impegnata a costruire per il mero obiettivo di sopravvivere. Non che ci fosse qualcosa di sbagliato in ciò, ma Runa non era mai stato bravo con i chiodi, i martelli e le fiamme ossidriche, perciò sarebbe stato ben lieto di prendersi carico della spedizione su Khi Tasira (o qualunque sarebbe stato il suo nome nel futuro)...
    Ma no, l'Iniziativa doveva assegnare il comando a Malcolm Henriksen.
    'Henriksen è in questa galassia da più tempo di lei, signor Keon' dicevano. Al diavolo, Henriksen era un inetto senza la benché minima forma di rispetto nei confronti del passato. Una volta nella Via Lattea l'aveva visto farsi strada in un tempio con gli esplosivi. Gli esplosivi! In un tempio di diverse decine di migliaia di anni! L'aveva visto crollare dalle sue fondamenta, ma almeno Henriksen aveva trovato qualche rubino grezzo per pagare quelle inutili spedizioni e riempirsi lo stomaco di schifezze e adornare le pareti della sua stupida villa con altri inutili tesori.
    Ed ora aveva pure il diritto di dirgli cosa fare.

    Per fortuna, qualcuno più intelligente di Henriksen aveva già allestito una base di ricerca e la sua squadra dovette solo occuparla. 'Ascension' l'avevano chiamata, continuando la scia di incoerenza semantica che corrodeva quel posto magnifico, ma se non altro era costruita in una zona periferica della stazione, lontana dai vecchi e preziosi edifici Relictum.
    Con la giusta pressione sull'Iniziativa, Runa era riuscito a scavalcare Malcolm su una sola cosa: una camera privata per lui e Veyella... e l'umano non vedeva l'ora di fargli pagare la sua insubordinazione. Dall'altra parte, Veyella non vedeva l'ora di prenderlo a calci e liberarsene una volta per tutte.
    "Potrebbe accidentalmente cadere dal bordo della stazione e volare via per lo spazio profondo. Nessuno ne sentirebbe la mancanza." Commentò l'Asari mentre, seduta sul ciglio della branda, tirava fuori dalla valigia gli averi che con più probabilità avrebbe usato nell'immediato futuro, tra cui gli strumenti archeologici che Runa le aveva regalato.
    "Eh! Già..." rispose lui, tagliando corto su quel discorso, e tolse anche lui i suoi beni dalla valigia.
    "Cos'hai, amore?" le chiese allora lui, notando il broncio che il Drell provava a nascondere dandole le spalle.
    "Nulla... E' solo che volevo che fosse speciale. Da quando ci siamo ritrovati sul Nexus abbiamo passato più tempo a sparare e rompere che a scoprire e preservare. Questa sarebbe potuta essere la nostra prima spedizione archeologica insieme, e saremmo potuti essere noi a capo. E invece no, Malcolm Henriksen del cazzo. Giuro che se solo prova a prendere in mano un candelotto di dinamite gli taglio le mani e ci faccio un sacrificio ad Amonkira."
    "Si fanno sacrifici per Amonkira?"
    "No, ma sono sicuro che capirebbe."
    Sorrisero alla macabra idea, sapendo che sarebbe per sempre rimasta un'utopia, e che probabilmente Amonkira avrebbe davvero capito.
    Poi qualcuno bussò alla loro porta, ed al 'chi è?' di Veyella, una voce femminile rispose dall'altro lato della porta.
    "Kela. Riunione nell'ufficio di Henriksen tra cinque minuti."

     
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    Janie 'Furiosa' Doe

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    < Voleva vedermi, signore? > domandò Janie educatamente, sbattendo i tacchi mentre, con la schiena ben eretta, fissava dritta davanti a se con espressione seria.
    < Riposo, soldato. > replicò Bailey con un sorriso.
    Da quando Janie era stata promossa capitano della squadra enforcers e aveva stabilito una relazione seria con la sua compagna turian, sembrava che la ragazza avesse finalmente trovato l’equilibrio che per tanto tempo aveva cercato inutilmente sulla Via Lattea. Aveva smesso di attaccare briga alla minima provocazione, aveva ridimensionato il suo corpo e ora si sentiva molto più a suo agio, tanto da sentirsi molto più femmina e decisamente più bella; non era solo un’impressione poiché, ultimamente, da quando gli inibitori concezionali erano stati rimossi, riceveva quasi quotidianamente richieste più o meno esplicite di accoppiamento…anche un quarian si era fatto avanti e Janie non capiva proprio come avrebbe fatto ad accoppiarsi con un quarian.
    < Come sta capitano? La sua squadra si è ripresa? > domandò Bailey conciliante.
    < Tutti in forma e pronti a picchiare, Signore! >
    Bailey fece un gesto di diniego con la mano < Non sarà necessario, per questa volta. > disse mentre si sedeva alla sua scrivania a consultare un fascicolo < Il Nexus ha finalmente deciso di cominciare a fare una delle cose principali per cui siamo venuti su Andromeda: esplorazione e ricerca. Mi dica, cosa ne pensa dell’archeologia? >
    < Beh… > cominciò Janie titubante < …non molto, ad essere sincera ma ultimamente mi sto interessando parecchio allo studio della storia. Non è esattamente archeologia ma l’argomento mi affascina. >
    < Perfetto, capitano! > replicò Bailey allegro < Allora ho scelto la persona giusta per questa missione. Qualche topo di biblioteca lassù sul Nexus ha trovato qualche indizio che potrebbe portarci dritti ai Jardaan. Per questo motivo, è stata formata una squadra di esperti del campo che sarà spedita su Khi Tasira. >
    Furiosa quasi spalancò la bocca < Khi Tasira? La stazione spaziale? Quella dove piove nello spazio? Quella che ci ha portato a Meridian? Quella… >
    < Conosco una sola Khi Tasira, direi che è proprio quella. > replicò Bailey divertito a quello scoppio di entusiasmo. < Bene! Lei e il caporale Itarian sarete distaccate su Khi Tasira a protezione della spedizione. Non si prevedono particolari pericoli ma è meglio non rischiare. Il Nexus mi ha chiesto un paio di elementi della Squadra Zeta, come assicurazione per la sicurezza degli archeologi e io ho pensato che a lei e al ‘suo’ caporale… > disse ammiccante < …avrebbe fatto piacere una specie di licenza. >
    < Molto piacere! > confermò Janie riconoscente.
    < Non abbassate la guardia, comunque. Non sarà una gita di piacere. La minaccia dei kett è sempre presente e Khi Tasira pullula di relictum e il Flagello è sempre in agguato. Il capo missione è un certo Henriksen che coordinerà gli archeologi ma la gestione della parte militare è sua. Vi saranno anche degli angara, cercate di andare d’accordo. Buona fortuna! >

    _______


    Janie e Vera se ne stavano con il naso attaccato al finestrino della navetta come due bambine di fronte a una vetrina di dolciumi; erano così attaccate, mentre osservavano la stazione di Khi Tasira, che Janie, vista da un eventuale osservatore esterno, avrebbe ricordato molto da vicino un grazioso maialino a causa della punta del naso incollata al vetro che puntava all’insù, allargando le sue narici al modo dei bambini quando imitano un suino.
    Era uno spettacolo straordinario. L’immensa stazione sorgeva nel bel mezzo dello spazio profondo, sembrava avvolta dal vuoto ma sia Janie che Vera sapevano che era presente aria, forza di gravità, acqua…in uno di quei prodigi quasi magici che solo la tecnologia Jardaan poteva fare diventare realtà.
    Il campo era stato allestito in un angolo periferico della stazione, lontano dai relictum e in una zona dove il Flagello non era presente; occupava un immaginario triangolo di cui due lati davano sul vuoto e solo uno consentiva di raggiungere direttamente gli edifici relictum. Oltre a Janie e Vera, erano presenti solo altri 4 soldati oltre ai loro alleati angara, più che sufficienti a tenere in sicurezza il campo nonché le squadre che sarebbero state inviate in esplorazione.
    Janie, appena arrivata, non perse tempo e si mise subito al lavoro. Fece installare sensori di movimento a lungo raggio sull’unico lato scoperto e fece piazzare tre torrette automatiche collegandole direttamente ai sensori; stabilì le pattuglie e i turni di guardi mentre mandò Vera a fare un sopralluogo del campo affinchè le riferisse qualsiasi cosa potesse interferire con la sicurezza della spedizione.
    < Janie…guarda qua. > disse la turian entrando nella camerata delle guardie, con sguardo corrucciato, e attivando il proprio factotum < Ho trovato 5 casse di esplosivi nel magazzino dei materiali civili. Non esplosivo comune ma del maledettissimo esplosivo potenziato da demolizioni! >
    < E cosa se ne fanno di esplosivo potenziato? >
    < Ho chiesto a uno dei magazzinieri. Quello si è stretto nelle spalle e ha detto che è il ‘metodo Henriksen’. Questi vogliono fare saltare per aria la stazione! Altro che quieta esplorazione! >
    < Non credo proprio, Vera…non credo proprio! >

    _______


    Furiosa, appena venuta a conoscenza della notizia, si era recata immediatamente nell’ufficio di Henriksen a chiedere spiegazioni.
    L’uomo era stato abbastanza gentile, spiegandole che ogni scavo archeologico prevedeva prima o poi l’uso di esplosivi per farsi strada tra le rovine. Le motivazioni dell’uomo sembravano essere convincenti ma c’era un problema…se c’era una cosa che faceva regredire Janie alla vecchia Furiosa della Via Lattea era quando la donna si accorgeva che il suo interlocutore non si rivolgeva a lei con ‘gentilezza’ ma con spocchia ed arroganza.
    Esattamente come quell’Henriksen che la stava trattando come una sprovveduta scolaretta.
    La porta dell’ufficio di Henriksen era rimasta aperta poiché da lì a poco era prevista una riunione della squadra archeologica ma una porta aperta non aveva mai fermato Furiosa dal dire ciò che doveva dire.
    < Professore… > iniziò la ragazza con le vene delle tempie che cominciavano ad ingrossarsi < …io capisco le sue motivazioni ma non ho nessuna intenzione di mandare in giro per Khi Tasira i sette nani armati di piccone E di esplosivo ad alto potenziale. >
    < I sette…nani? > domandò confuso Henriksen.
    < Biancaneve e i sette nani! Minatori…scavatori…li chiami come cazzo le pare. Sa cosa attira l’attenzione più di una spedizione archeologica? Le esplosioni! Non ho nessuna intenzione di attirare verso di noi kett e relictum quindi il suo esplosivo ad alto potenziale è confiscato. Finirà in armeria, dove deve stare e potrà utilizzarlo solo sotto la mia supervisione e solo se io riterrò necessario utilizzarlo. >
    < Capitano… > aveva replicato Henriksen con uno sguardo di fuoco < …questa missione è sotto la mia responsabilità e non permetterò a un soldato qualunque di dirmi come fare il mio lavoro! L’esplosivo resta dov’è. >
    Furiosa si fece avanti minacciosa fino ad arrivare a un passo dall’uomo < Forse non ha capito…crede di essere in una democrazia? > domandò sibilante < Qui non esiste nessuna democrazia! Tutto quello che ha a che fare con la sfera militare è di mia competenza: pistole, fucili, granate, petardi, miccette, quei bastoncini che fanno scintille di cui vado matta…e i cazzo di esplosivi! Le cariche sono confiscate e questo è un ordine! >
    < Mi rivolgerò in alto, Capitano…molto in alto! > replicò Henriksen cattivo.
    < Si può rivolgere anche a Gesù Cristo in persona ma poi non si lamenti se si ritrova il mio scarpone così ben conficcato nel suo culo che potrà sentire il sapore della mia suola di gomma sulla sua lingua! E’ tutto, Professore! >
    Janie fece dietro front e uscì dalla parta dove, ben nascosti dietro allo stipite, incrociò lo sguardo divertito di un drell e di un’asari.
    < Quando mi arrabbio… > disse Janie strizzando l’occhio mentre sfilava loro davanti.

     
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    Kashe De Sjovaed

       Fazione: Resistenza Angara
       Ruolo: Specialista



    Non sapeva cosa pensare di quel posto: Khi Tasira, "Il luogo dell'ascensione", dove la sua razza aveva finalmente scoperto dell'esistenza dei Jardaan e della "creazione" degli angara. La sicurezza di cui andava fiero, aveva vacillato a quella scoperta.
    In un singolo giorno, le sue conoscenze e certezze erano state completamente cambiate. Kashe non aveva mai posseduto l'inalaara, la "virtù angara nel conoscere tutto di sé", ma rimanere così poveri di certezza poteva essere destabilizzante.

    «Mi vuoi spiegare perchè sono steso qui a terra?»
    Kashe non distolse lo sguardo dai loro alleati, intenti a controllare le difese erette attorno al campo.
    Accanto a lui si tirò su un angara dal colorito violaceo, più chiaro di Kashe, ma dall'espressione un tantino confusa.
    «Eri savoa e così ti ho fatto compagnia, bosora» spiegò lo specialista con un tono di voce alquanto pacato.
    L'angara accanto a lui rispose con un semplice "oh", ma poi si fermò a pensare. Kashe sapeva che ci avrebbe messo almeno cinque o sei secondi prima di formulare un'altra domanda per lui.
    «E perchè ero savoa, bosora domandò, rispettando il tempo cronometrato da Kashe.
    «Non ricordi Orsam?»
    Lo sguardo confuso e questa volta impiegò quasi dieci secondi a rispondere.
    «Mi hai abbracciato perchè non ci vediamo dall'attacco su Meridian.»
    Kashe annuì in risposta.
    «Poi mi hai colpito perchè ho rotto con tua sorella»
    Annuì nuovamente, ma sempre tenendo d'occhio i movimenti dei soldati non-angara.
    «Dopodiché mi ha colpito... perchè ora esco con Mista! Perchè anche a te piaceva!» esclamò, particolarmente entusiasta nell'aver risolto quel piccolo misero.
    «Ed è così che sei svenuto» finì l'angara più scuro, questa volta sorridendo in direzione del fratello.

    L'angara seduto vicino a lui era Osram De Ief, uno degli angara che aveva deciso di dedicare la propria vita allo studio dei Relictum, ancor prima che sapessero da dove provenissero e chi li avesse creati.
    Egli aveva preso con vivo interesse questa spedizione, al contrario di Kashe, perchè più preoccupato dei possibili pericoli che poteva ancora contenere quel posto.
    Lui aveva accettato principalmente per proteggere la propria gente, coloro che erano una famiglia per lui, per il proprio spirito di avventura e anche per imparare meglio i loro "nuovi" alleati contro i tehet.
    Kashe aveva saputo della presenza di Osram quasi per caso, sebbene non avessero legami di sangue, lui e Osram erano considerati praticamente dei bosora, dei fratelli.

    «La zona limitrofa al campo è sicura» avvertì Kashe, ricordando come lui e gli altri avessero fatto un giro di ricognizione per controllare la zona prima dell'arrivo delle altre squadre.
    «Spero che l'altra squadra arrivi velocemente!» esclamò, non nascondendo il proprio entusiasmo, «Non vedo l'ora di iniziare! Chissà cosa potremmo scoprire!»
    Kashe si lasciò sfuggire una bassa risata verso il fratello. In cuor suo, il soldato sperava solamente che una di quelle diavolerie mortali di Relictum non si attivassero per sterminarli tutti.

     
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    Runa Keon

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Esploratore e Mercenario



    Proprio sull'uscio della porta di Henriksen, Runa e Vey ebbero un incontro ravvicinato con una umana piuttosto adirata. Si chiesero cosa avesse fatto Malcolm per farla alterare, ma poi Runa si rese conto che in fondo non era così difficile trovare del negativo in lui. Quando, affacciandosi dall'ingresso ebbe visuale completa sul volto colmo di furia di Henriksen, capì che forse quella volta ad averla fatta grossa era stata l'umana e non lui.
    "Ah sì? E allora perchè, se la missione è una mia responsabilità, nessuno qui fa quello che dico io?" Chiedeva l'umano al terminale comunicazioni della sua scrivania. Probabilmente era andato a piangere con i piani alti, come aveva minacciato di fare per qualsiasi cosa ancor prima di metter piede su Khi Tasira.
    "Credo sia perchè sei un invertebrato senza talento o la minima dose di carisma." si intromise Veyella, che si prese una gomitata più formale che altro da Runa.
    "Lo hai sentito, Foster?" bofonchiò lui "Non mi rispettano. Feccia, tutta feccia."

    Dopo cinque minuti di lamentele con la Addison dall'altra parte più annoiata che altro, la cui unica risposta disposta a dargli era 'Se non ti rispettano fatti rispettare e non piangere', finalmente l'uomo si decise ad arrivare al punto di quella convocazione. Nel frattempo erano arrivati anche due Angara. Uno dei due era l'equivalente angara di un archeologo, e già da una prima osservazione Runa intuì che fosse mille volte più abile di Henriksen nel suo mestiere. L'altro era un po' più chiaro di carnagione, ma decisamente messo meglio fisicamente. Intuì subito chi dei due fosse la mente e chi il braccio, e le presentazioni di Henriksen confermarono la sua teoria.
    "Ci sono degli aggiornamenti dagli archivi di Meridian." esordì subito con una bomba l'esploratore umano, che non sembrava eccitato come avrebbe dovuto essere "Pare che i Jardaan non abbiano lasciato Khi Tasira tutti insieme. Alcuni sono rimasti indietro a coordinare le evacuazioni e l'allontanamento di Meridian."
    Runa saltò in piedi "Siamo qui da nemmeno un giorno ed abbiamo già una pista! Quando andiamo?"
    "Calma, lucertolina." rispose l'uomo, agitando il palmo di fronte a lui "L'ultimo report negli archivi di questo gruppo superstite si ferma lì, alla partenza di Meridian. A quel punto, la Sfera era probabilmente affidata al suo stesso destino, e il gruppo di Jardaan rimasto sarà andato via da Khi Tasira, o forse no... ma in qualsiasi caso, nulla ci dice che possano vivere così a lungo da poter parlare ancora con noi."
    "Chiaramente non speravo in niente di tutto ciò."
    "E allora perchè tanto entusiasmo?"
    "Siamo archeologi, Henriksen. Quante volte ti è capitato di parlare con le mummie? Zero. Ma con gli affreschi?"
    "Sempre zero."
    "Giusto, colpa mia che ho cercato di valorizzare il tuo lavoro. La risposta giusta era 'Tante'. Questa volta probabilmente avremo la possibilità di parlare con qualcosa di meglio degli affreschi: banche dati, orme, routine di guardia..."
    "Hanno cancellato gran parte dei record su Khi Tasira, perchè quelli lasciati da loro dovrebbero essere ancora intatti?"
    "Perchè loro hanno chiuso la porta. C'è sempre un certo orgoglio nell'essere quelli che chiudono le porte. Specialmente se in questo posto ci son rimasti anche dopo la scomparsa di Meridian. E' un compito vitale ma che passa facilmente in sordina, e se fosse affidato a me farei in modo che non venga ignorato." rispose Veyella al posto suo. Runa non si trovava d'accordo al cento per cento con le sue parole, ma voleva tanto trovare quelle tracce, e qualsiasi aiuto avrebbe fatto comodo.
    Henriksen sbuffò e si lasciò andare sullo schienale. "Senti, Keon, se hai voglia di seguire questa pista che è EVIDENTEMENTE un buco nell'acqua, hai il mio permesso. Ma sono IO a guidare la spedizione. Se decido che dovete tornare alla base e seguire un'altra traccia, tu fai quello che dico. Perciò non impegnartici troppo, considerala una passeggiata con la tua mogliettina."
    "Con permesso, vorrei seguire i miei colleghi." Commentò la mente angara, che probabilmente non aveva ancora conosciuto bene Malcolm e si rivolgeva a lui con fare educato. "E che si unisse a noi anche il mio tavetaan Kashe. Avremo bisogno di protezione, là fuori."
    Henriksen roteò gli occhi. L'umano adorava andar contro Runa, ma l'intervento dell'Angara aveva portato il Drell in una situazione di maggioranza, valorizzando la sua ipotesi, e questo pesava come un macigno sulle spalle del professore.
    "D'accordo" affermò poi "Ma quello che ho detto ha ancora valore. Se vi dico 'tornate', tornate."
    L'Angara annuì e sorrise "Isharay." aggiunse inoltre, per poi far dietrofront e tutti gli altri fecero lo stesso... tutti eccetto Runa.
    "Come, tu non vieni?" chiese il Drell all'umano, con il solo intento di stuzzicarlo, dimostrare a tutti quanto fosse inetto. Era certo che avrebbe rifiutato, e così fu.
    "Vi ho già detto che è un buco nell'acqua, non sprecherò il mio tempo in una ricerca inutile."
    Runa sorrise e fece spallucce. "Come vuoi. Divertiti tra le tue scartoffie, vedi di non bombardare anche quelle."

    I quattro si riunirono appena fuori dall'ufficio.
    "C'è una cosa che non mi quadra, però." commentò Veyella a braccia conserte. "Henriksen sembrava piuttosto convinto che la pista fosse un buco nell'acqua. Perché allora ci ha convocato con così tanta urgenza?"
    "Vuole farmela pagare per la stanza... Era certo che avrei voluto seguire le tracce, e se fallisco non solo lo farà presente a tutta l'Iniziativa, ma me lo rinfaccerà a vita. Non so quale delle due cose sia peggio. Poi siamo su Khi Tasira, se dovessimo morire all'inseguimento di un vicolo cieco, rovinerebbe per sempre il mio nome."
    Veyella ci pensò per qualche secondo, poi rispose "E allora facciamo in modo che nessuno qui muoia. Sono sicura ci sia almeno un'umana che godrebbe nel vederlo sbagliare e che sarebbe piuttosto contenta di darci una mano nel far sì che accada. "

     
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    Janie 'Furiosa' Doe

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    Dopo la chiacchierata con Henriksen, Janie era tornata ai baraccamenti adibiti alla truppa e, come le capitava sempre più spesso ultimamente, si mise a sedere alla propria scrivania, si armò di carta e penna e cominciò a “disegnare”.
    Essere a Khi Tasira, proprio in una delle roccaforti Jardaan nonché testimonianza in carne e ossa, o meglio, metallo e circuiti, della loro presenza in quel settore, aveva stimolato ancora di più quella sua nuova passione per il “disegno”. Non è che fosse particolarmente dotata nelle arti grafiche ma non ci voleva poi molto a disegnare un cerchio sghembo e poi suddividerlo a spicchi; aveva un’intera cartellina piena di quei disegni che aveva cominciato a vergare poco dopo il suo risveglio su Andromeda.
    Spesso si affidava solo al suo intuito per quei disegni ma un paio di volte aveva chiesto conferma dei suoi ragionamenti anche al suo collegamento Sam…e Sam, forse anche solo per compiacerla, non aveva del tutto rigettato le sue ipotesi.
    Era intenta in uno dei suoi disegni, con la punta della lingua a leccare un angolo del labbro inferiore come spesso le capitava quando era concentrata che Vera, silenziosamente, prese posto accanto a lei.

    < Che stai facendo? > domandò la turian sbigottita, prendendo la cartellina e cominciando a sfogliare quei disegni.
    Erano più o meno tutti uguali: un cerchio suddiviso a spicchi e accanto a quegli spicchi varie annotazioni e punti di domanda.
    < Niente di che…una cosa a cui penso da un po’ di tempo e che non mi da’ pace. > replicò l’umana terminando l’ennesimo scarabocchio e subito armandosi di un nuovo foglio bianco < Però, visto che sei qui, potresti aiutarmi. Dimmi…che cosa sappiamo dei Jardaan? >
    La turian decise di stare al gioco tanto, non è che avesse cose più importanti da fare < Sappiamo che avevano una tecnologia fantastica, che terraformavano pianeti, che hanno costruito un pianeta cavo e una mega stazione spaziale come questa e che hanno addirittura creato gli angara prima di andarsene da questo settore. >
    < Esatto! > disse Janie quasi euforica < Non si sono estinti come i Prothean…questi tizi se ne sono andati con l’intenzione di tornare prima o poi e per questo hanno lasciato tutto quello che hai detto tu e in più, i relictum che “custodiscono” i loro averi. E’ questa cosa che non mi da’ pace! >
    < Il fatto che se ne siano andati? > domandò Vera curiosa.
    < No…il fatto di non sapere DOVE sono andati. >
    La turian lanciò un’occhiata ai disegni di Furiosa < Cosa sono quei disegni, Janie? >
    L’umana si sistemò il foglio bianco che aveva di fronte e disegno un grande cerchio nel mezzo < Facciamo finta che questa sia la galassia di Andromeda… > disse mostrando il suo cerchio sicuramente indegno di Giotto < …ora questo… > aggiunse tagliando una fetta della torta che corrispondeva a circa 1/5 della galassia < …è il settore Heleus, dove siamo noi. Dove sono i Jardaan? >
    Vera sorrise ma il giochino era divertente < Da qualche parte, nei 4/5 di galassia rimasti. > affermò indicando il grosso della torta.
    < Già…ma noi sappiamo anche che là fuori c’è un Impero Kett da qualche parte. Un Impero che possiamo supporre molto esteso. Sulla Via Lattea, quando ce ne siamo andati, circa metà della galassia era “civile” e sappiamo che i Prothean avevano un impero sterminato…facendo le debite proporzioni tra kett e prothean e presupponendo che i kett siano più deboli dei prothean, direi che il loro impero attualmente occupi metà della galassia di Andromeda. > disse colorando metà del cerchio con dei tratti veloci della penna.
    < Perché proprio metà? Magari è molto più piccolo di quello che pensiamo… > instillò il dubbio Vera, coprendo un terzo della parte tratteggiata.
    < Potrebbe essere… > ammise l’umana < …ma non si comportano come se il loro impero fosse così piccolo. Hanno mandato relativamente poche truppe a invadere Heleus e non erano molto interessati a ciò che l’Arconte faceva ma soprattutto a quanto tempo stava impiegando a sottomettere il settore. Inoltre, nonostante l’Arconte sia stato picchiato come un tamburo, non hanno ancora inviato rinforzi come se di questo settore potessero benissimo fare a meno. Sappiamo che i kett sono qui da 90 anni ma sappiamo anche che i loro capi avevano delegato tutto all’Arconte. >
    La turian annuì, scoprendo la parte tratteggiata e Janie, subito, segnò un altro spicchio, grande più o meno come Heleus ma posizionato dalla parte opposta.
    < Cos’è questo? > domandò Vera.
    < Lo spazio confinante con l’Impero Kett e che io suppongo i kett stiano cercando di conquistare in questo momento. Perché non inviare rinforzi qui? Forse perché sono impegnati in una guerra più impegnativa da un’altra parte, giusto? >
    < Quindi, credi che là ci siano i Jardaan? >
    < No. E’ proprio questo il punto! Sempre dai kett (che Dio li benedica) sappiamo anche che non avevano mai sentito o visto tecnologia Jardaan prima di arrivare a Heleus. Ora ti ripeto la domanda: dove sono finiti i Jardaan? >
    Vera indicò titubante l’ultimo grosso spicchio rimasto libero di Andromeda e Janie annuì sorridendo.
    < Questo direbbe la logica ma ora ragiona: hai visto di cosa erano capaci i jardaan, di quali armi disponevano, su quale tecnologia evoluta potevano contare. E’ credibile pensare che esseri di quel tipo si siano rintanati in settore così piccolo? Lasciando loro tracce solo su Heleus? E poi c’è il Flagello. >
    < Cosa centra il Flagello??? > domandò Vera ormai frastornata.
    < I Jardaan sono stati cacciati da Heleus da qualcuno che era più sveglio di loro e che ha creato il Flagello. Ora, questo qualcuno non sono i kett e non è di sicuro stato assimilato dai kett e quindi in questo spicchio libero di galassia dovrebbero esserci sia i Jardaan che il loro fantomatico nemico. Non è credibile. >
    Vera rimase in silenzio per qualche istante, ricapitolando quanto Janie le aveva detto. < E quindi? Dove sono i Jardaan? >
    < Forse sono come noi e arrivavano da un’altra galassia…insomma, ce l’abbiamo fatta noi, figurati loro! O forse si sono estinti, distrutti dal loro nemico e questo sarebbe ancora più inquietante. Se riattivando le cripte e Meridian avessimo riattirato l’attenzione di questo nemico su questo settore? Se credessero che i Jardaan sono tornati? Allora tornerebbero anche loro, ovunque essi siano, solo che troverebbero noi e così sarà come Cristoforo Colombo con gli indiani…solo che gli indiani saremmo noi. >
    < Ora mi stai davvero spaventando, Janie. >
    < Tranquilla…sono solo le teorie di una pazzoide…sai, è di famiglia vedere minacce ovunque, avresti dovuto conoscere mio papà… >

    < Capitano… > un soldato interruppe Janie proprio mentre stava per confidare il suo segreto più nascosto alla turian < …un’asari vorrebbe conferire con lei. >
    Janie seguì il soldato fino ad incontrare, appena fuori dalle baracche, la stessa asari che aveva incrociato da Henriksen.
    Veyella, questo era il nome dell’asari, spiegò dettagliatamente a Janie ciò di cui il gruppo di archeologi era venuto a conoscenza e di quanto Henriksen avesse dato l’ennesima prova della sua dabbenaggine. Se davvero lì su Khi Tasira erano presenti le informazioni riguardanti i Jardaan che ‘avevano chiuso la porta’, allora buona parte dei dubbi che tormentavano Janie avrebbero trovato una risposta.
    < Credo sia essenziale una ricerca approfondita. > confermò Janie convinta < Dovrò trovare una scusa valida per allontanarmi dal campo base e potervi accompagnare senza dare modo ad Henriksen di approfittare della mia assenza; un solo soldato come difesa su Khi Tasira mi sembra un po’ poco e la vostra missione mi sa tanto di omicidio premeditato. > Janie meditò alcuni istanti prima di annuire < …d’accordo, contatterò Bailey che contatterà la Addison che ordinerà a Henriksen di affidare me e Vera alla vostra scorta. >
    Veyella la guardò quasi incredula < Può fare questo? > domandò sconcertata.
    < Sono i vantaggi di avere salvato una colonia. > ammiccò Janie sorridente.


     
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    Kashe De Sjovaed

       Fazione: Resistenza Angara
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    Kashe si era permesso solamente di ascoltare a quella riunione, mentre era stato Osram a intervenire per sedare un po' gli animi.
    Il soldato della Resistenza aveva solo avuto modo di intuire ci fossero dei conflitti tra quello che veniva definito "drell" e l'umano. Aveva imparato che quei nuovi coinquilini, non vi era uso di riferirsi direttamente i problemi.
    Secondo l'angara, le nuove razze erano veramente "povere" su quel piano sociale e forse era anche uno dei motivi dei numerosi conflitti.

    «Se posso chiedervi, prima di iniziare...» prese parola Kashe, indirizzandosi verso Runa, «... quali sono i motivi del conflitto tra voi e l'umano?»
    Orsam si era velocemente scusato dopo la fine dell'incontro, alludendo al fatto che dovesse recuperare qualche oggetto importante per quella loro spedizione. Non ci avrebbe messo poi molto, ma Kashe volle usare quel tempo per prendere maggiori informazioni.
    «Com'è ovvio, la pericolosità di questa missione aumenterà pian piano ci addentreremo all'interno di Khi Tasira» spiegò con voce sicura, «Il mio compito è quello di tenervi al sicuro, per cui vi chiedo di prestare attenzione non solo a quello che scoprirete ma anche a cosa vi dirò.»
    Kashe era all'oscuro dell'esperienza di ogni partecipanti di quella missione, ad esclusione di Orsam e di se stesso. Tra tutti lui era però quello con maggiore esperienza sul campo dei kett e si era già scontrato con dei Relictum, per lo più Osservatori e Assemblatori.

    A differenza di ciò che si poteva pensare, Kashe continuava a rimanere sicuro di poter portare a termine quell'incarico e far tornare tutti loro vivi al campo base. Per lui essere una manciata di persone non era un problema, ma un vantaggio: più mobilità, più attenzione e meno incidenti.
    «Partiremo una volta che avrete recuperato ciò che vi serve, al momento la zona qui attorno è sicura e ciò che è stato attivato è stato anche messo in sicurezza» informò, ricordandosi l'ultimo sopralluogo fatto.
    Il Pioniere umano e il suo team avevano attivato molti pannelli Relictum e anche molte difese, rendendo alcune zone "sicure" al passaggio ma il luogo era per lo più inesplorato e i pericoli che poteva contenere erano molti.
    Kashe aveva studiato le poche mappe che erano state fatte di Khi Tasira e aveva mappato per sé le zone che aveva esplorato in precedenza. L'angara aveva necessità di conoscere ogni possibile via di fuga per portarli in salvo in caso di grosso pericolo.

     
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    Veyella M'lori

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    Ciò che Veyella provava era un brivido lungo la schiena, e un'incredibile senso di angoscia. Certo, per Runa era normale camminare in mezzo a città abbandonate, ma per lei era un'esperienza praticamente nuova... E in più era una città abbandonata alla deriva nello spazio profondo!
    C'era qualcosa di magico in quel posto. Come se le anime di chi ci abitata fossero diventate un tutt'uno con gli edifici, con le strade, con i Relictum che ancora inconsciamente sorvegliavano e proteggevano Khi Tasira con la loro stessa vita.
    'Ti abituerai' le aveva detto Runa, ma per abituarsi a qualcosa, quel qualcosa dovrebbe ripetersi nel tempo... E Veyella era abbastanza sicura che non esistesse nulla nell'universo bello come Khi Tasira.
    Mancavano ancora venti minuti di camminata prima di raggiungere il punto d'interesse segnato da Runa, una piccola piazza incastonata tra quattro grattacieli. In prima fila stava il Drell affiancato dalla Doe, che imbracciava il fucile con la fierezza tipica di chi aveva in mano la vita degli altri. Dietro di loro c'era Veyella, poi i due Angara ed infine la compagna turian della Doe. Erano state proprio le due guardie a scegliere quella formazione, probabilmente per garantire sicurezza alla squadra sia davanti che dietro.
    "Kashe, giusto?" chiese l'asari al primo angara dietro di lei, voltandosi e camminando a ritroso per rivolgere lo sguardo all'angara pur mantenendo il passo.
    "Non ti infastidisce che degli invasori come noi stiano profanando il posto che vi ha praticamente portato alla vita? Quella scoperta, anche se recente, non vi ha legato in modo particolare a questa città?"
    L'asari ci rifletté un'attimo, e si rese conto che probabilmente l'angara non avrebbe dato la giusta interpretazione a quella domanda, e che forse l'aveva appena offeso.
    "Scusami, è una domanda stupida. Non hai sentito nulla!"

    Runa Keon

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Esploratore e Mercenario



    "Sono contento che abbiate accettato di venire con noi." affermò il drell sorridendo, rivolgendosi all'umana che lo stava affiancando "Oltre ad essere di buona compagnia, avete fatto un grande torto ad Henriksen, e questo non può che andare a vostro favore."
    Runa ricontrollò la mappa per assicurarsi di star seguendo il giusto percorso. "Ho sentito molte cose sul suo conto, miss Doe. Cose molto positive... anche alcune negative, ma i Reietti hanno un detto: 'la Via Lattea è il passato, e questo è il presente'. E il suo presente è encomiabile."

    Il factotum segnava il punto d'interesse come molto vicino, a poco meno di cinque minuti di strada, eppure era impossibile da vedere ad occhio nudo. Khi Tasira era talmente fitta di grattacieli e strutture che guardarsi ad un palmo dal naso era una vera impresa.
    "Non le sembra strano?" chiese Runa a Janie "Ci stiamo addentrando sempre di più nella città, camminiamo ormai da un'ora e siamo quasi al centro dell'hub principale... Eppure non abbiamo incontrato truppe Kett e neanche mezzo Relictum."
    L'assenza di pericoli era sicuramente insolita, ma a destabilizzarli tutti fu l'avvenimento successivo. Superato l'ennesimo edificio, si aspettavano di trovare strade e ancora edifici... ma d'innanzi a loro si estendeva solo il vuoto cosmico.
    "Non è possibile..." Runa ricontrollò il Factotum, ma la sua mappa segnava ancora molteplici grattacieli di fronte a loro, oltre al punto d'interesse che, stando alla realtà, si trovava proprio nel bel mezzo del nulla.
    "Controllate anche le vostre mappe!" Ordinò a voce alta per farsi sentire da tutti. Come ormai si aspettava, ogni mappa forniva un output diverso. Secondo quella di Janie, si trovavano nella zona nord di Khi Tasira, per quella di Osram erano in cima alla torre di controllo, quella di Veyella invece segnava la loro posizione come vicina all'accampamento.
    Fece per contattare la base, ma un rumore di passi alle loro spalle lo interruppe. Si girò di scatto e notò qualcosa, come una specie di Relictum bipede dalla forma quasi antropomorfa. Si muoveva come se non si fosse accorto della loro presenza, o almeno così era finchè non si trovarono nel fascio di luce prodotto dalla sua testa... a quel punto, quasi sbadatamente, il bot entrò sulla difensiva, trasformando le sue braccia in quelli che sembravano due cannoni a impulsi delle torrette relictum.

     
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    Janie 'Furiosa' Doe

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    < Ho sentito molte cose sul suo conto, miss Doe. Cose molto positive... anche alcune negative, ma i Reietti hanno un detto: 'la Via Lattea è il passato, e questo è il presente'. E il suo presente è encomiabile. >
    Janie sorrise a quelle parole < Se devo essere sincera, sulla Via Lattea ero una stronza conclamata: facevo la mercenaria…e una di quelle cattive. Sono ancora stronza, come avrai notato con il Professorone, però almeno ora non lo sono più a livello conclamato…diciamo che Vera mi ha aiutato a migliorare. >

    La squadra procedeva a passo spedito e senza trovare ostacoli, come Runa aveva fatto notare e la cosa non dispiaceva poi molto a Janie che, in questo modo, poteva godersi lo spettacolo di quella meravigliosa stazione spaziale.
    < Non è possibile… > esclamò ad un tratto allarmato il drell < …controllate anche le vostre mappe! >
    Aggiunse trafelato mentre fissava il vuoto cosmico là dove, invece, avrebbero dovuto esserci dei maledettissimi palazzi.
    Il factotum di Janie indicava che, in quel momento avrebbero dovuto trovarsi a nord di Khi Tasira cosa impossibile visto che non avevano mai viaggiato verso nord. Con un cenno, richiamò Vera che chiudeva la pattuglia.
    < Vera…come disse il cerchio al triangolo, qui c’è qualcosa che non quadra. >
    < Ti sembra il momento di fare battute del cazzo? > protestò la turian trattenendo a stento una risata.
    Janie si strinse nelle spalle, indifferente < Beh…potrebbe andare peggio, no? >
    < Ah sì? E come? >
    < Tipo potrebbe spuntare fuori un relictum e spianare i suoi cannoni contro di noi. >
    Non fece in tempo a terminare la frase che un relictum effettivamente spuntò fuori dal nulla ed altrettanto effettivamente, spianò i suoi cannoni contro il gruppo.
    < Che sei un menagramo lo sai, vero? > disse Vera puntando a sua volta il fucile contro il relictum che, però, esitava a fare fuoco.
    Anche Janie puntò la sua arma contro la macchina < Queste situazioni mi ricordano le parole di quel tizio che aveva mangiato un ascia ma aveva cagato solo il manico… >
    < Ovvero? >
    < Adesso viene il bello! >

     
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    Kashe De Sjovaed

       Fazione: Resistenza Angara
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    Se lui sapeva mantenere la calma e sicurezza anche in quell'ambiente così diverso da Voeld e Havarl, non si poteva dire che le mantenesse anche con una minoranza numerica di angara.
    Per lui questi alieni provenienti da Jarevaon Imasaf erano strani e la loro cultura era assai diversa da quella di Kashe, rendendo il tutto per lui ancora più difficile da capire.

    L'alieno di nome Runa aveva evitato di spiegargli il perchè di quella tensione con l'umano a capo della loro spedizione, facendo sorgere un qualche dubbio in Kashe. Come potevano lavorare assieme se entrambi non esprimevano i loro problemi con l'altro?
    Non capiva proprio come questi stranieri riuscissero a convivere con una cosa del genere.

    «Kashe, giusto?» quella che doveva essere un'asari, richiamò la sua attenzione su di sé.
    Kashe volse il suo sguardo verso l'aliena, mentre Orsam continuava a mantenere il suo fervido interesse sulla loro strana e su quel luogo a lui così affascinante.
    «Non ti infastidisce che degli invasori come noi stiano profanando il posto che vi ha praticamente portato alla vita? Quella scoperta, anche se recente, non vi ha legato in modo particolare a questa città?»
    Le domande di Veyella presero alla sprovvista l'angara. Lui mancava della capacità di rispondere con garbo alle richieste che esulavano dalle sue competenze combattive, figurarsi quando si ritrovava a parlare con persone estranee alla sua cultura!
    Il suo lungo silenzio venne interpretato in maniera diversa dall'asari.
    «Scusami, è una domanda stupida. Non hai sentito nulla!»
    Si sentì male per aver provocato quella reazione in Veyella, per cui provo quantomeno a rimediare in qualche modo. Sapeva che la sincerità era qualcosa che apprezzavano anche loro.
    «Condividere è qualcosa che per noi angara è naturale» spiegò lo specialista, «Se vi avessi visti come i tehet, i Kett per voi, a quest'ora sarei con Roekaar.»

    Kashe lasciò lì cadere la discussione, non volendo creare ancora più danni del dovuto e preferendo concentrarsi nuovamente sulla situazione lì attorno.
    Gli alti grattacieli di Khi Tasira rendevano problematico ambientarsi in quel luogo, finivano sempre per assomigliarsi tra loro e dare la sensazione di essersi persi in un labirinto.
    Un fatto che divenne tremendamente reale quando tutti loro si ritrovarono con le mappe completamente diverse tra loro. Ad aiutare con la loro situazione spuntò fuori un Relictum, il quale si posizionò subito in modalità di difesa.
    Lì per lì Kashe non riuscì ad identificarlo, forse perchè preso alla sprovvista dall'attuale situazione, ma per pura memoria meccanica mise subito mano al proprio Isharay.

    «P-Paavoa...?» balbettò Orsam, alzando le mani in segno di resa verso il Relictum.
    Kashe lo guardò come se fosse completamente ammattito. Sapeva che il proprio amico e fratello era per lo più uno studioso e che non aveva mai abbracciato l'idea di prendere in mano un'arma, ma così stava dimostrando mancanza di senno!
    Guardò velocemente ai propri lati, vedendo i due studiosi alieni e una delle guardie si ritrovavano vicine a un possibile riparo, mentre lui, Orsam e l'altra aliena potevano contare su un secondo riparo, appena più grosso dei primi.
    «Siate tutti pronti a ripararvi non appena fa qualcosa» consigliò a tutti loro, tenendosi pronto anche a trascinare personalmente Orsam dietro il riparo di fortuna.

     
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