Votes given by Mattia 92

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    pensavo ad un/una ingengnere quarian
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    Grazie Mattia!
    Ecco altre tre pagine e un pezzetto...è molto più difficile di quanto pensassi!

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    Bene, finalmente sono riuscito a produrre le prime 3 pagine del fumetto. Sarà un lavoro lungo e difficoltoso e, poiché la storia è piuttosto complicata da rendere tutta in DAZ (maledetta morosa che ha scritto una sceneggiatura così difficile! :D ) ho dovuto ricorrere a qualche barbatrucco. Ad esempio, usare immagine prese da internet per alcuni passaggi o inserire i personaggi su sfondi sempre presi da internet. [DAZ è un programma potente ma, ovviamente, non ha tutti gli scenari necessari per coprire tutta la storia]

    Bando alle ciance e via con le prime 3 pagine. Queste tre pagine e le prossime X (non so ancora quante saranno) sono solo una sorta di introduzione alla storia; ci vorrà ancora un po' prima che la nostra eroina cominci a picchiare come un fabbro.
    Spero vi piaccia la storia e che apprezziate il lavoro che c'è dietro :)

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    Eleanor Elliott
    Non sapeva più cosa pensare. Matthew e Michelle le avevano dato due consigli totalmente opposti, ma in verità non le importava proprio niente. Bjorn era un bel ragazzo, molto dolce, e forse la vecchia Nora avrebbe trovato dei vantaggi in una relazione come quella... Ma la nuova Nora era più interessata a salvare la galassia.
    Restò da sola per qualche minuto seduta a quel tavolo, con i gomiti poggiati che le massaggiavano il collo, come ad agevolare il flusso di idee dalla mente al cuore, ma nessuna di esse era davvero valida. La Berlin era 'invisibile' ai sensori dei Razziatori, ma anche ammesso che fossero riusciti ad addentrarsi nel loro territorio, sarebbero sicuramente entrati nell'area visiva dei sintetici, e non ci sarebbe stato occultamento che avrebbe tenuto alla portata dei raggi laser.
    Fu invasa da un senso di angoscia, quando un pensiero cominciò a viaggiarle per la testa, ma che fu subito interrotto da una voce alle sue spalle, seguita poi dalla figura di Bjorn con un altro caffè in mano.
    Eleanor osservò la tazza poggiarsi delicata sul tavolo, e quando lo raggiunse Nora rimase pietrificata a fissarlo, immersa nuovamente nei suoi pensieri.
    "Stai be..." l'inserviente non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase, che la rossa si alzò di scatto, facendo quasi cadere la sedia dietro di lei.
    "Scusami" rispose di sfuggita mentre correva via dalla mensa.

    Per tutto il corridoio fino all'ascensore vedeva persone che come lei avevano perso tutto ma che, sempre come lei, erano determinate a costruire una nuova vita e a garantire un futuro ai propri cari. Decine e decine di persone, e nelle altre navi che seguivano la situazione era la stessa. Chi era lei, o Matthew, o Lucy o Michelle per decidere del destino di tutti quei sopravvissuti? Si chiedeva se i suoi amici, soprattutto Gunnarsson, fossero davvero preparati al peggio. Si chiedeva se fosse l'unica ad aver anche solo considerato quell'opzione. Pensava che in periodo di guerra tutto fosse lecito, e che il malessere di pochi potesse essere la chiave per il benessere di molti, però sapeva che quella responsabilità sarebbe ricaduta presto o tardi su loro quattro. Necessitava di sapere se Matthew fosse preparato a tanto, ma era la risposta a preoccuparla. In cuor suo non sapeva decidere quale delle due risposte fosse quella che davvero voleva sentire, e questo la faceva letteralmente impazzire.
    Quando l'ascensore raggiunse l'armeria e le ante si spalancarono, la potenza di quei corpi in movimento, a lavoro, l'atmosfera di fatica ma anche di soddisfazione, la fecero tentennare e cominciò a chiedersi se volesse davvero sapere la risposta... Ma era tardi per tirarsi indietro.
    "Ho bisogno di parlarti." intimò la rossa a Gunnarsson, interrompendo qualsiasi cosa egli stesse discutendo con la gigantessa. "Puoi lasciarci? Anzi no, resta anche tu, così evito di chiedervelo due volte." aggiunse rivolta a Lucy. Nora non si sprecava mai in tante parole, ma ciò non significava che dentro la sua testa non fluissero ininterrottamente... Ma in quel momento il terrore per la loro risposta fece sì che fosse difficile trovare le parole adatte. Si fermò un attimo che sembrò un giorno, e capì che il modo migliore era partire dall'inizio.
    "Ne abbiamo fatta di strada in cinque anni. In qualche modo, Matt, sei riuscito a raccogliere il meglio che l'Alleanza, se ancora esiste, avesse da offrire... E l'hai distribuito in cinque tra le navi più all'avanguardia della galassia. Sei un ottimo comandante, ma c'è da dire che la fortuna è stata dalla nostra parte. Ma come ben sai la dea bendata è cieca, e sono certa che ci lascerà nel momento in cui Hackett ci darà quel fatidico ordine. Sai che non sono pessimista, ma quante possibilità abbiamo? A corto raggio non c'è occultamento che tenga, nè corazze e scudi abbastanza resistenti. Entrare nell'area dei Razziatori non è un rischio, è un suicidio. Il tempo stringe e presto dovremo prendere una decisione. Insomma, non possiamo lanciarci alla cieca sperando di uscirne vivi, ci serve un piano ed attualmente non ne abbiamo. Ma se qualsiasi cosa dovesse andare storta, ho bisogno di sapere se sarai pronto a fare un passo più lungo di un Razziatore." Si fermò un attimo per scrutare i volti dei due, e sembravano confusi. Non sapevano dove volesse andare a parare, ed era comprensibile. Dopo un attimo fece la fatidica domanda: "Una volta lì dentro saremo per diverse ore cinque navi contro chissà quanti Razziatori. Se la sorte dovesse richiederlo... Ho bisogno di sapere se sarai disposto a sacrificare una delle navi per distrarre i Razziatori. So bene che ogni membro di questa piccola flotta è un elemento essenziale, ma non si ottengono risultati senza fatica, non puoi migliorare senza sudare. Il recupero delle celle di energia è fondamentale, e se tutte e cinque le navi verranno distrutte, allora l'umanità sarà ad un passo dall'estinzione. Nelle altre navi abbiamo amici o familiari, e per questo odio doverlo dire... Ma se mai si dovesse arrivare a tanto, riuscirai a condannare una delle navi?"
    Il cuore le andava a mille battiti al secondo, perchè da un lato sperava che dicesse sì, dall'altro sperava che il suo amico non fosse arrivato ad i suoi stessi pensieri catastrofici e folli.

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    Eleanor Elliott
    "Se è un qualche tipo di battuta, non l'ho capita" rispose ironicamente Eleanor, alla domanda di Matthew. Quando l'uomo le toccò il braccio con la mano sentì come un brivido fino alla spina dorsale. Il suo tocco era caldo, morbido ma deciso. Adorava quando lo faceva, non perchè ci fosse qualcos'altro sotto, del resto quello non era nè il tempo dell'amore nè il tempo del piacere, ma da quando aveva perso tutto sentire l'affetto di un amico la faceva stare meglio.

    I due conversarono per un po', il che era un po' strano, dato che in quel periodo si tendeva a dare poca importanza alle parole e al dialogo... E questo a Nora andava più che bene. Non era mai stata una di molte parole, specialmente se si trattava di discorsi irrilevanti.
    "Matthew... Posso farti una domanda?" Chiese all'amico con un pizzico di vergogna, ma non aspettò la risposta "Perchè proprio noi? Voglio dire, Lucy è quello che è... E' talmente grossa che spaventerebbe due Krogan messi insieme, ma Michelle ed io eravamo poco più che semplici scienziate. Qual è lo scopo della ricerca e dell'evoluzione se tutto ciò che facciamo è sopravvivere? Poi io, quando sei venuto a cercarmi, avevo da poco cominciato la riabilitazione, quindi non potevo neppure stare in piedi per più di dieci secondi. Cosa hai visto in noi di talmente speciale da volerci a tutti i costi? E poi..." si fermò quando si rese conto che stava mettendo l'amico in difficoltà, e si sentì un po' imbarazzata. "Scusa, lascia stare. Non dovrei chiederti queste cose... Dovrei esserti grata per avermi portato con te, o probabilmente non sarei nemmeno viva in questo momento." Si interruppe per un secondo che sembrò un'eternità "E' solo che non posso non pensare che tutto ciò che ho ottenuto mi verrà nuovamente strappato via, con violenza, e che farà più male di quanto non abbia mai fatto, e sai perchè? Perchè da quando sono arrivati i Razziatori non mi sono mai sentita così viva, così importante. Perdere tutto adesso sarebbe come perdere me stessa."
    D'istinto trasse via il braccio dalla mano di Matthew, come se si vergognasse anche solo a pensare quelle cose, come se fossero pensieri egoistici.

  6. .
    Lucy "Lucifer" Kruger
    < Terminator umanoide? Ehilà? Sei sveglia? Principessa dei titani? >
    Lucy finse di non sentire Michelle che la richiamava. Ogni volta trovava un nuovo soprannome da affibbiarle e questo la faceva abbastanza arrabbiare.
    "Principessa dei titani??? Ma che cazzo significa???" pensò rigirandosi nel letto e coprendosi completamente con la coperta.
    Aveva ancora sonno! Le sue attività notturne segrete, non le consentivano lunghe dormite ma ormai, ci stava facendo l'abitudine.
    < Non vorrei turbare il tuo sonno di bellezza, ma potrei abbandonarti tra...Facciamo che il letto tra cinque minuti e te tra quindici >
    < Ci sono...ci sono! > esclamò sbuffando liberandosi nervosamente dalle coperte < Prima o poi mi spiegherai da dove ti vengono i soprannomi che mi dai! > si lamentò stiracchiandosi.
    Il suo sguardo andò subito alla sua sacca posta ai piedi del letto.
    Era ancora esattamente nella stessa posizione in cui l'aveva lasciata.
    Lucy era stata da subito chiara con le sue compagne di stanza: qualsiasi cosa fosse successa, non dovevano MAI toccare la sacca. Una volta, tornata in stanza, si era accorta che qualcuno aveva spostato il suo bagaglio; aveva atteso che le sue due compagne tornassero in camera e poi aveva chiarito per bene il concetto. Le aveva prese entrambe per il bavero della giacca e le aveva letteralmente appese al muro spiegando loro che la prossima volta che si fosse accorta che qualcuno aveva curiosato nella sua sacca, avrebbe scatenato la forza dei suoi pugni sulle loro facce.
    Non poteva avere la certezza che fossero state loro ma, forse per puro caso, dopo quell'episodio la sua sacca non fu mai più toccata.

    Lucy dormiva solo con la biancheria intima, si alzò dal letto e andò a rimirarsi nello specchio girando su se stessa e sfoggiando alcune pose per testare il suo fisico. Scosse la testa con un po' di disappunto.
    < Ehi Misha > chiamava la sua compagna come l'orsacchiotto mascotte delle Olimpiadi di Mosca, sapendo quanto la facesse innervosire chiamandola così < Dici che ho perso massa? Mi sembra proprio di avere perso massa. >
    Guardò il factotum e calcolò di avere almeno 10 minuti, forse anche di più, per poter iniziare a porre rimedio a quel serio problema. Si buttò a terra e cominciò una lunga e veloce serie di flessioni. Michelle la guardava sogghignando dal suo letto.
    < Credo che anche tu dovresti cominciare a fare qualche esercizio, sai Misha? > disse Lucy cominciando una serie di flessioni su un braccio solo < Come pensi di poter prendere a schiaffi un cannibale o un predatore o...ma sì, anche un bruto con quelle braccia secche? >
    Il suono di un nuovo messaggio sul factotum interruppe i suoi esercizi mattutini. Lesse velocemente il contenuto e sbuffò per l'ennesima volta "Datemi tregua per la miseria!" pensò mentre cominciava a vestirsi di fretta e furia.
    < In piedi Misha. Matt e Nora ci aspettano in sala mensa...ma quella ragazza non dorme mai? Che palle!!!! >
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    Michelle Hawkins
    Erano passati anni dall'attacco dei Razziatori e dal suo abbandono da Cerberus. Quattro dalla perdita completa delle persone che considerava la sua famiglia.
    L'arrivo dei Razziatori fu come un campanello d'allarme: riuscì per pura fortuna a togliersi dall'organizzazione e, grazie ai soldi della famiglia, Michelle era riuscita a nascondersi.
    Inizialmente le cose furono facili: tutti erano in panico e nessuno le badava troppo. Man mano che venivano decimati, scappare e sopravvivere fu sempre più complicato, così come uccidere.

    Eliminare altre persone come lei, all'inizio fu piuttosto difficile; era totalmente diverso da lasciar morire le cavie degli esperimenti. Nel secondo caso per lei erano solo numeri, esseri di cui non era a conoscenza fino al momento del test, ma nel primo caso... potevano anche essere persone conosciute.
    Le vittime per mano della donna erano state molte, ma non le aveva mai contate, fino al giorno in cui si ritrovò in mano uno dei suoi bisturi da lavoro. Non voleva lasciare alla mercé dei Razziatori la sua famiglia. Non era un gesto di amore, perché chi non ne ha mai ricevuto non poteva donarlo. Il suo era egoismo puro, misto a un desiderio di odio per quelle persone che non l'avevano mai considerata, neanche come figlia.
    Fece tutto in una notte: la giovane prese in mano la sua arma e li fece dissanguare nel sonno, prima i genitori e poi la sua ex badante. Nell'operazione si era presa anche permessa di guardarli morire lentamente. Quello era il suo ringraziamento e la sua forma di affetto.

    Michelle riposava nella sua branda, sulla Berlin. Sotto il suo cuscino era nascosto lo stesso bisturi che aveva utilizzato anni prima, per troncare le loro vite. Nessuno le aveva mai fatto domande per quella sua stranezza, così come il perchè la lama fosse macchiata di sangue rappreso. La bionda aveva ipotizzato che fosse alquanto normale; dopotutto non era strano che molti dormissero con un arma a portata di mano. Le motivazioni potevano essere le più disparate, ma nessuno faceva domande.

    Gli occhi dell'ex-agente di Cerberus si aprirono di scatto al rumore di una porta che si chiudeva. Spaventata, si alzò di scatto e cacciò fuori la sua arma, pronta a qualsiasi cosa fosse entrata. Ma non vide nulla di strano: nessuno sembrava essere entrato nella cabina.
    Michelle stava per rimettersi a dormire quando notò che effettivamente qualcosa non andava. Nel suo appello mancava qualcosa o più giustamente qualcuno.
    "Perchè non può dormire come tutti i mortali?" si domandò Hawkins, tornando a rimettere l'arma sotto il cuscino. Dopodiché tornò a distendersi con un tonfo. Apprezzava la compagnia, ma era assai restia a capire le altre due donne.

    Dalla sua postazione si voltò verso quello che doveva essere una Lucy alquanto addormentata.
    "Non che Terminator sia effettivamente molto mortale" pensò successivamente.
    Una seconda cosa le sembrò sospetta. Lei aveva memorizzato esattamente il rumore e le tipiche posizioni che assumevano le sue compagne quando dormivano. C'era qualcosa che non quadrava.
    -Terminator umanoide? Ehilà? Sei sveglia? Principessa dei titani?- provò a chiamarla con il suo tono da mezza addormentata.
    Michelle si stiracchiò un po' le gambe indolenzite e pigramente guardò il proprio factotum.
    A quanto risultava era l'ora di mettere qualcosa nel proprio stomaco o non avrebbe avuto abbastanza energie per sfamare il suo cervello.
    -Non vorrei turbare il tuo sonno di bellezza, ma potrei abbandonarti tra...- guardò nuovamente l'ora sul factotum e si lagnò.
    -Facciamo che il letto tra cinque minuti e te tra quindici- completò tornando a stendersi.

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    Addirittura in maniera negativa? D: Non fa niente, mi fa piacere lo stesso usare quello proposto da voi! Grazie per il benvenuto e per il chiarimento <3
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    Ambientazione

    La conferma di Quaharin arrivò prontamente. Aveva trovato Shepard, finalmente. Era la seconda volta che Liara sfiorava col pensiero l'idea di avere di nuovo il comandante vicino, benché solo le sue spoglie. Ma ormai l'aveva capito: si trattava di un simbolo. Lo faceva per l'Alleanza, lo faceva per la Normandy, ma soprattutto, lo faceva per la galassia. Shepard doveva tornare a casa.
    «Ben fatto, Garvos» annuì compiaciuta. Poi annuì un'altra volta dopo le indicazioni dello Spettro. Stava per posizionarsi quando sentì una comunicazione sul Factotum: «Sono sopra di voi. Scendo.» Era la voce familiare e rassicurante di Matt. Liara tirò un sospiro di sollievo nel sentirlo sano e salvo.
    Benché potesse rispondergli, questa volta, si limitò a guardare il soffitto per poi a seguito di una rocambolesca caduta, trovarselo davanti nella sua armatura ormai rovinata dal susseguirsi degli scontri. Parti di vernice erano venuti via e dagli spallacci alle ginocchiere striature metalliche indicavano i punti in cui i proiettili l'avevano sfregiato. Per il resto sembrava a posto.
    «Stai bene, meno male!» Andò da lui gettandogli le braccia al collo.
    «Gli ho trattenuti ma poi ho dovuto ritirarmi, sono sicuro che stanno venendo qui, mi spiace» riprese lui scusandosi.
    «Sta tranquillo. L'importante è che sei vivo e che ci hai permesso di raggiungere questo posto» sorrise la scienziata. «Matt, abbiamo trovato Shepard! E' qui, in un distaccamento della base. Appena ci libereremo dei rinforzi dell'Ombra ci precipiteremo lì. Prendi posizione.»
    Fece per prima come aveva detto e caricò nelle mani il potere immobilizzante della singolarità.
    «Non avete più molte speranze» la voce alle loro spalle, snervante, sussurrò ancora. «Anche se è arrivato il vostro piccolo sergente dell'Alleanza. A proposito, signor Gunnarsson, alla fine Cerberus non le ha detto la verità sulla morte di suo padre, vero? E di Mark e Ben ha più notizie? E' altamente spiacevole che Ben abbia fallito nuovamente i test per raggiungere l'N4.»
    «Non dargli ascolto, Matt» tagliò corto l'asari. «Guarda, arrivano.»
    Vide arrivare la squadra dal corridoio che portava all'ingresso dal quale erano venuti. Identificò subito un'altra asari, forse la stessa che li aveva inseguiti prima. La donna espanse una sfera protettiva intorno al gruppo, rendendo la visuale azzurra e baluginante. Aveva già individuato anche un salarian e quello che sembrava un umano, con i Factotum sfavillanti pronti a lanciare un Sovraccarico sugli scudi di Garvos e sulle le sue barriere.
    Si ritrasse dietro una copertura, in attesa. Lasciò stare la Singolarità, era piuttosto inutile ora. Caricò munizioni deformanti sulla Phalanx e si sporse per sparare contro l'asari, perforando la sua sfera biotica.
    L'umano riuscì a lanciare una Deformazione agganciando Quaharin appena in tempo prima che quegli si mettesse in copertura, dopodiché prese posizione dietro una murata per arredo floreale ed estrasse una Revenant con cui tenne sotto scacco il soldato umano, che come avvisato dal comandante Nero si era presentato.
    I turian si tennero vicini armati di Vindicator.
    «Liberiamoci della biotica, prima!» la voce di Liara sovrastò i colpi. Per un attimo le parve di notare anche il fucile Mantis di un tiratore. Era il salarian. «Attenzione, c'è anche un cecchino!»
    Sparò anche dei colpi verso di lui, ma probabilmente erano clip sprecate. La difesa combinata dei suoi scudi e della sfera asari manteneva l'indicatore degli scudi a metà.

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    Lo so, sennò saresti tu ad aver sbagliato a votare u.u
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    Stiamo attendendo i nostri banner causa chi li doveva fare ha un giorno una malattia un giorno un'altra -.- ha i globuli bianchi in sciopero non-stop appena riesco a riesumarla faccio fare qualche banner
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    ootlu
    Even More Fantasy
    -Grand Quest-

    Even More fFantasy è un GDR di stampo fantasy che stravolge le regole del solito fantasy.
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    ZETEz

    YoRoN

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    THE BEACH! :'D
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    Mi chiamo Alessio, ho 19 anni e adoro Mass Effect (ho la play 3 quindi non ho ancora giocato al primo, attendo trepidante il trilogy).
    Non so cos'altro aggiungere oltre gloria a Garrus e che gioco Mass Effect da :par: e sono fiero di ammetterlo! xD
14 replies since 26/2/2011
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