Fuori giurisdizione

Matt si alzò subito in piedi e fece il saluto all'ammiraglio, salvò sul factotum il contatto datogli da Liara, le strinse la mano e si congedò. Si mise a camminare verso l'entrata per informarsi in reception su quale alloggio gli fosse stato assegnato. Dopo che lo ebbe scoperto vi si avviò la, ma, a metà strada, lo stomaco cominciò a mugolargli... Fermò il primo cadetto che incontrò e gli chiese come arrivare alla mensa. Vi andò, si servì con le cose che gli parvero più sostanziose e si sedette. Mentre mangiava continuava a pensare a quanto dettogli dal vecchio ufficiale. "Se mi capitasse qualcosa diventerei un altra foto sbiadita tra quella di mio nonno e mio padre e molte altre di antenati morti ormai molto tempo fa..." Sapeva che sua madre avrebbe sofferto moltissimo e questo lo faceva stare male ma d'altronde qual era l'alternativa? Tornare a cacciare i Geth rimasti oltre il Velo? Nah... Non ora che sapeva ciò che sapeva. Finì il pasto in fretta e andò finalmente nella camera che aveva a disposizione. Mollò il pesante bordone da viaggio, chiuse le veneziane alle finestre e si spogliò, fece una doccia, indossò un'uniforme pulita e poi si sdraiò sul letto, assaporando la morbidezza del materasso sotto le ossa: "Ah... Finalmente. Non ne potevo più di quelle brande da tortura che ci passano in prima linea..." Ora che si stava rilassando nel silenzio più totale e nella penombra si sforzò di liberare la mente e cominciò ad esaminare la situazione il più lucidamente possibile. Dopo un paio d'ore sentì il tepore calare, impostò la sveglia alle sei e mezza e si lascio scivolare nel sonno. La mattina si svegliò ancora molto indeciso, si diresse al poligono dell'Accademia e si allenò un po' al tiro, per schiarirsi le idee. Quando furono circa le otto fece colazione poi andò verso la propria sistemazione per continuare a riflettere sul dafarsi. Passando per un corridoio vide una fiamma riflessa su un vetro, si voltò e vide una foto incorniciata di Shepard appeso al muro con sotto inchiodata una targa: "A perenne ricordo di colui che sacrificò tutto per il bene del prossimo, senza mai pensare alla propria incolumità" Sotto c'erano dediche scritte su pezzettini di carta, centinaia di dediche. C'erano anche molte candele, che si riflettevano su ogni finestra nelle vicinanze. Matt stette li, a contemplare quell'immagine per un tempo che lui credette infinito. In realtà passarono solo un paio di minuti. All'improvviso riprese a camminare, stavolta di gran carriera, ma la destinazione non era più la sua stanza, bensì l'ufficio di Grissom. Lo raggiunse, bussò alla porta, aspettò che l'ammiraglio gli desse il permesso ed entrò. Si mise sull'attenti e fece il saluto, poi disse "Signore...- una breve pausa - Ci sto."