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  1. .

    Rael Thompson

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    Starà pensando che è colpa mia, indovinò Rael guardando gli occhi del turian stringersi in un'espressione severa, espressione a cui rispose con lo sguardo più innocente che riuscì a fare.
    Malgrado la situazione, Rael trattenne a malapena una risata nel vedere Madison aggrappata ad Hanntius a mo di bradipo su un albero.
    Colse il messaggio di disperazione, ma preferì non rispondervi: era convinta che un po' di contatto sarebbe servito a scioglierlo.
    Poi il Factotum.
    "Rael?"
    Era Finn? Per rivolgerle la parola, la questione doveva essere importante - "Finn, mi dispiace ma non posso passarti Hann: sta giocando al dottore".
    "Cos..? Lascia perdere le sciocchezze per un attimo" - rispose bruscamente il drell - "Devi raggiungerci, appena puoi".
    "Vuoi chiedermi perdono?".
    "... Rael. Si tratta di Alexander"

    Leesa le lanciava occhiate furtive mentre spingeva l'astroauto al massimo sulle strade trafficate.
    "Siete sicuri di volerla portare?" - chiese infine, con un cenno della testa rivolto a Madison, sul sedile posteriore. Prima di partire, fortunatamente, aveva avuto l'occasione di svuotarsi lo stomaco e ora giaceva in uno stato di semi coscienza appoggiata alla spalla del povero Hann - "Se volete... Ecco, posso occuparmi io di lei".
    "È solo una sbronza" - borbottò Rael, che aveva perso tutta la voglia di mettersi a scherzare - "Pensa a condurci da Alexander".
    Leesa ridacchiò nervosamente - "Quand'è che sei passata da cacasotto a darmi ordini?"
    Rael si limitò a guardarla per qualche istante. Fu il factotum di Leesa ad interrompere quella conversazione tesa.
    "Oh, merda" - mormorò l'asari, affrettandosi a rispondere - "Ehi, dolcezza..."
    "Sai che ore sono, vero?"
    "Ehm..." - Leesa cercò aiuto in direzione di Rael, ma ciò che vide fu un chiaro cenno che la invitava a chiudere subito la conversazione.
    "Scusami, Daleen" - proseguì Leesa, sottolineando il nome come per far capire a Rael che non poteva semplicemente mettere giù - "Ho avuto un imprevisto a lavoro".
    "Ah, ora è al Lazuli, che lavori?".
    Leesa sospirò - "Oh, andiamo..." - l'astroauto rallentava progressivamente, e Rael sentiva il sangue salirle alla testa.
    "Insomma, spegni quel cazzo di affare!" - sbottò all'improvviso. Madison si svegliò bruscamente, con una ciocca di capelli incollata al viso.
    Leesa fulminò Rael con lo sguardo.
    "... e questa chi dovrebbe essere?".
    "Daleen, ti spiegherò...".
    "Temo di dover vomitare di nuovo" - avvertì dal retro Madison.
    "... e questa?! Si può sapere che stai facendo!?".
    "Tieni la bocca chiusa e manda giù" intervenne Hanntius, le cui priorità erano decisamente diverse da quelle di Rael e Leesa. Quest'ultima frase fece cadere il silenzio nell'abitacolo.
    "Io... non so cosa pensare".
    "Daleen, non è come...".
    Ma la comunicazione si interruppe bruscamente.
    "Bene" - l'abitacolo tornò silenzioso, e l'astroauto riprese velocità - "Ora ci ucciderà tutti".

    Aveva avuto tanta, troppa fretta nel desiderio di giungere faccia a faccia con quell'uomo, eppure, ormai arrivata alle prigioni, i suoi passi le suonarono lenti ed esitanti.
    Era vecchio, debole, niente a che vedere con l'immagine che si era creata nella mente.
    "Mi prendete per il culo?" - mormorò Rael, sentendo un moto di rabbia salirle dalle viscere. Nello stesso momento, il vecchio alzò il volto verso di lei, mostrando una ferita vistosa alla testa. I suoi occhi si illuminarono.
    "Ditemi che è uno scherzo" - continuò Rael, guardando con disgusto l'uomo alzarsi a fatica e piantare le mani sulla barriera - "Io... non posso infierire su un mezzo cadavere".
    "Rael".
    Avrebbe dovuto chiedergli di Dalio. Ma restò in silenzio a guardarlo, sperando che cogliesse da solo le sue domande. In quel momento, le parole si rifiutavano semplicemente di uscire.

  2. .

    Shenna'Nidor Sparkle

       Fazione: Cerberus
       Ruolo: Agente




    Nonostante la gentilezza dell'ammiraglio Rael'Zorah, Shenna non diede alcun cenno di speranza. Lei stessa non si sarebbe mai perdonata per quanto accaduto; di sicuro non poteva aspettarsi nulla di diverso dagli ammiragli.
    Ma non importava. La sua salvezza, a quel punto, non era affatto necessaria. La sola cosa che voleva, dopo tutto quello che aveva passato... La sola cosa...
    "Ora ascoltatemi" - mormorò a Sheera e Rael, non appena l'ammiraglio si allontanò - "Probabilmente non mi sarà neanche concesso di parlare, e ritengo sia giusto così. Io non voglio che mi difendiate... Però..."
    Ingoiò il magone, poi proseguì - "Però... Vorrei che almeno il nome di mio padre... Vorrei solo...".
    La commozione le impedì di completare la frase. Si sentiva un mostro nell'avanzare qualunque pretesa di fronte ai membri della specie che, per causa sua, aveva subito una così grave perdita.
    Sì, c'era il disco... Ma poteva davvero valere il peso delle vite perse quel giorno?

    Il processo si svolse senza che Shenna potesse intervenire in alcun modo. In sua vece, fu Sheera a spiegare in modo dettagliato la successione degli eventi, aiutata in alcuni punti da Rael.
    Shenna sentiva stringersi il cuore al racconto dei due quarian, che nelle loro possibilità tentarono di discolparla o quanto meno di esaltare le sue buone intenzioni.
    Dal canto suo, Shenna non era più sicura neanche di quelle. Dopo le parole di Furiosa, sentiva di non conoscersi più.
    Lo sguardo le cadde su Benji, al suo fianco. No, non sarebbe mai stata capace di uccidere lui... Ma Dahlia... e i suoi aguzzini...
    forse...
    L'odio che aveva provato in quei momenti terribili sulla Ketos si ripresentò. Ormai non era più la stessa...
    "Shen...?" - Benji la chiamò, nella voce un cenno di preoccupazione.
    La ragazza gli sfiorò una spalla - "Andrà tutto bene, Benji" - sussurrò - "Vedrai..."
    Sembrava sinceramente tranquilla in merito al suo destino, ma quando gli ammiragli tornarono alla loro postazione, il cuore le fece un doloroso balzo nel petto.
    "Con la visione dei dati contenuti nel disco, abbiamo tutti gli estremi per concludere ed emanare la nostra decisione" - proferì Han'Gerrel - "La parola a Rael'Zorah vas Rayya".

    Il quarian chiamato in causa si schiarì la voce - "Con il favore di tutti gli ammiragli meno uno, i dati fornitici dall'umana che risponde al nome di Shenna'Nidor Sparkle, sono stati giudicati di grande valore per il popolo quarian, e costituiscono a tutti gli effetti un pegno sufficiente per la grazia. Tuttavia..."
    Shenna sentì il respiro di Benji farsi pesante, al suo fianco.
    "... alla luce dei fatti più recenti che coinvolgono la Ketos ed il suo equipaggio, le richieste mosse dall'imputata non potranno essere accolte".
    il cuore sembrò sprofondarle.
    "Sarà inoltre tenuta a lasciare la flotta immediatamente dopo il termine del processo e a segnalare la propria posizione allo scopo di allontanare la minaccia di Cerberus dalla Flotta. Qualora il comando venisse ignorato, abbatteremo la navetta...".
    "Consegnatemi".
    La voce di Shenna fu accolta con un silenzio allarmato e stupito. Suonò inaspettatamente ferma e composta, e la ragazza ne fu al tempo stesso sorpresa e sollevata.
    "Vi prego di considerare questo dono da parte di Keen'Nidor nar Gozorn, quarian deceduto in pellegrinaggio il cui unico desiderio era di ritornare alla Flotta. Consideratelo un suo dono di pellegrinaggio e accogliete il suo nome presso una delle vostre navi. Che tutta la colpa dell'accaduto ricada su di me senza alcuno sconto, ma... vi prego..."
    "Se il suo desiderio era quello di ritornare alla Flotta, allora mi chiedo perché non l'abbia fatto" - intervenne Han'Gerrel, indispettito dall'iniziativa di Shenna.
    "Perché..." - La ragazza non riuscire a ricacciare indietro le lacrime - "... Perché scelse di salvare una neonata umana da morte certa, e di prendersi cura di lei. Perché il suo cuore era più grande della sua ambizione. Perché è stato ucciso prima di poter realizzare il suo sogno... e ora... tutto quello che posso fare per lui è questo. Ho solo la mia vita da scambiare... perciò... Consegnatemi. Vi prego".
    "Credi che il quarian di cui parli avrebbe voluto questo?".
    Gli occhi di Shenna si spostarono stupiti su Rael'Zorah, che aveva abbandonato la sua posa ufficiale per aggrapparsi al parapetto del palco, in un tentativo simbolico di avvicinarsi a lei.
    "Quello che Keen'Nidor ha scelto di fare della propria vita, è stata una sua decisione. Dovevi solo rispettarla, Shenna.
    Sei venuta fin qui, mettendo in pericolo la vita per cui Keen stesso si è sacrificato, allo scopo di convincere una manciata di vecchi quarian sul valore del tuo padre adottivo. Non hai mai pensato che il vero motivo per cui Keen'Nidor non abbia fatto ritorno sia semplicemente perché gli bastava essere riconosciuto da una sola persona? Da te
    ".
    Shenna chinò la testa, provando un senso di vertigine all'idea che tutto era stato per una causa sbagliata. Dopo tutto quello che aveva vissuto e causato agli altri...
    "Come padre, ho un solo consiglio da darti" - concluse Rael'Zorah - "Tieniti stretta la tua vita, da ora in poi. Perché sono sicuro sia la sola cosa che Keen vorrebbe, se fosse qui".

    EPILOGO


    Sembrava passata un'eternità dall'ultima volta che aveva varcato quella soglia.
    Con un sospiro stanco, Shenna attraversò l'ingresso della casa dove per anni aveva vissuto con Keen.
    Avrebbe voluto salutare Sheera, Rael e Retor con un sorriso, o con parole diverse, ma in lei regnava ormai così tanta confusione da non sapere più controllare un solo muscolo del suo viso.
    Si era soltanto scusata. Infinite e infinite volte... Non aveva saputo far altro che scusarsi.
    Con lo sguardo catturò la sua immagine riflessa sul vetro della credenza. Un'espressione vuota, assente. Era stata quella l'ultima cosa che Benji aveva visto, all'ospedale dove lo aveva lasciato?
    E che cosa aveva pensato l'infermiera alla reception, nel vederla immobile, ad attendere che qualche agente Cerberus la trovasse.
    La vita sapeva essere ironica fino all'inverosimile.
    Non aveva fatto altro che sfuggirgli, ed ora era lì, ferma. In attesa. E nessuno sembrava più vederla.
    Allora, aveva pensato alla sua casa.
    Forse poteva apparire scontato, ma a qualcuno sarebbe pur venuto in mente. E allora...
    Esitò di fronte al divano, poi lo aggirò per andare verso il fondo, dove ancora conservava le cianfrusaglie di Keen. Dove aveva abbandonato quel carillon che non poteva più ascoltare.
    Per la prima volta, lo guardò per quello che era: un oggetto alieno.
    Non era una quarian. E non si sentiva umana. L'unica cosa di cui era certa, era di non appartenere a nulla.
    L'unico vero legame era stato con Keen. Keen che l'aveva vista e non aveva potuto più ignorarla. Keen che aveva salvato la vita che lei stava per consegnare.
    "Papà... " - sussurrò tra le lacrime - "...Mi dispiace. Ma che cosa dovrei fare?".
    Un suono ovattato giunse dal soffitto e il cuore di Shenna guizzò. Istintivamente, portò la mano alla pistola, ma non fece in tempo a sollevarla ad un'altezza letale, che già nella sua mente si erano affollate le immagini di tutte le vittime di quegli ultimi giorni. Quarian, cerberus, vorcha... ai suoi occhi, non c'era distinzione. Erano solo vittime.
    Un altro tonfo, che la fece irrigidire.
    La verità era che non voleva morire, ma ancora di più non voleva uccidere. Se solo quel mondo fosse stato un po' più indulgente...
    La finestra esplose. Shenna abbandonò il braccio armato lungo il fianco e, a testa bassa, attese la fine.
    Poi, suoni di colluttazione e, infine, silenzio.
    Una mano dal tocco ruvido le strattonò il braccio, costringendola ad alzare la pistola.
    "Se ti ci vuoi difendere, questa è l'altezza a cui va messa. Scema".
    Gli occhi smeraldo di Shenna si spalancarono increduli.
    "Ma tu non volevi difenderti... vero? Spiriti, vorrei davvero accontentarti quando fai quella faccia da Pyjak bastonato, ma Reedus ha minacciato di cancellarmi dalla sua grey box. E sai quanto odio ripetermi".
    La ragazza, adocchiò per un secondo il corpo dell'agente Cerberus che aveva avuto la peggio nella colluttazione, prima di distogliere lo sguardo - "Come mi hai trovato, Sithis?".
    "Più o meno come ti hanno trovato i tizi sul tetto" - borbottò il turian, pazientemente - "Certo, andare in giro con un segnale attivo non è proprio il miglior modo di nascondersi..."
    "Ho dovuto".
    "Certo, certo" - Sithis si abbandonò sul divano - "Non demordere. Un giorno riuscirai a buttare al cesso la tua vita come hai sempre sognato. Nel frattempo, ci sono degli stronzi che sgobbano per te".
    La ragazza scosse la testa, senza poter fermare le lacrime - "Non è... non è così che doveva andare".
    "Non sei certo l'unica, Scema'Nidor enonsochealtro" - rispose il turian, guardando il cadavere poco lontano da lui - "Non credo che il tipo qui se la sia passata molto meglio di te. Se non altro, tu hai ancora tempo a disposizione per far andare le cose come vorresti".
    Il turian si fece serio - "Lo farai, vero? Aiuterai Reedus un'ultima volta?".
    Shenna lo guardò negli occhi, e ne invidiò la luce vitale che emanavano.
    Se solo avesse avuto quegli occhi, le cose le sarebbero apparse in modo completamente diverso.
    Sì poteva imparare a vivere così? Senza sentirsi utile a nessuno, senza sentirsi in colpa per nessuno... Vivere per il puro diritto di farlo.
    Keen ne sarebbe stato felice.
    "" - mormorò - "Lo farò".

    FINE



  3. .

    Rael Thompson

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    Rael era sul punto di terminare la sua versione dei fatti, quando Hanntius ed un altro turian le interruppero.
    La stazza del nuovo alieno le ricordava molto quella di Sithis, ma il visore e i segni color rosso allontanarono ogni probabile dubbio. Forse aveva bevuto un po' troppo durante il racconto...
    Quel pensiero le riportò subito alla mente Madison, e mentre Leesa era intenta a presentarsi, la mercenaria si affrettò a fare cenno di tacere alla dottoressa. In tutta risposta, Madison cercò di emularla finendo per infilarsi un dito nell'occhio.
    Merda, l'abbiamo stesa, pensò, sperando con tutto il cuore che non si mettesse in ridicolo davanti ad Hanntius.
    "Hann, Leesa era con noi al..." - guardò Syprion e balbettò, indecisa se era il caso o meno di rivelare certi dettagli - "... beh, dove eravamo prima".
    "Non c'è bisogno di nascondere alcunché" - si affrettò a rassicurarla l'altro, concedendosi di staccare per qualche istante gli occhi da Leesa - "Io e Hann... condividiamo un bel po' di cose".
    "Uh-oh" - borbottò Madison, con aria amareggiata. Questo portò l'attenzione di tutti sulla dottoressa che, trovandosi improvvisamente al centro di tutti quegli sguardi, cercò gli occhi di Rael in cerca di aiuto.
    "Shhhhh!" - mormorò, in un modo che probabilmente nella sua testa doveva apparire abbastanza discreto.
    Ma non lo era.
    "La nostra amica è... stanca" - fece Rael, cercando di apparire quanto più credibile possibile - "E io ho come l'impressione che tu abbia trovato quello che stavamo cercando, Hann, perciò... Vogliamo spostarci altrove a chiacchierare?".
    "Magari fuori" - consigliò Leesa guardando la dottoressa passare dal rosso al viola pallido.
    "Magari" - fece eco Madison, trattenendo un conato.

  4. .

    Sithis Laenus

       Fazione: Forze Speciali Turian
       Ruolo: Guardianera



    Senza remore, i soldati obbedirono e, dopo aver controllato i rifornimenti, il gruppo si divise.

    Karen apriva il gruppo degli ingegneri, muovendosi un po' più avanti rispetto ai due. Gli ambienti non erano granché diversi dall'hangar: ogni superficie era coperta da un sottile ma evidente strato di polvere e l'atmosfera era totalmente immobile, quasi come sospesa nel tempo. L'aria era respirabile anche in quel caso, e Tanilia espresse la certezza quasi assoluta che lo stesso valesse per gli ambienti successivi.
    "Via libera" - annunciò Karen, svoltato il primo angolo - "Non indugiate, per favore".
    La sua torcia era puntata su una tubatura fuori guida, pericolosamente barcollante.
    Tanilia partì subito e passò rapidamente sotto la tubatura, poi si voltò ad attendere gli altri due.
    "Che vuoi fare, sardina? Te la senti o passo io per primo?"

    Sithis si propose come avanguardia e camminava con circospezione lungo il corridoio. La sua torcia illuminava un ambiente che apparentemente non appariva scomposto, ma che, con uno sguardo più attento rivelava dettagli insoliti, che tradivano una confusione innaturale per una nave turian.
    Sithis si chinò a raccogliere una bottiglia rovesciata. Non poteva annusarne il contenuto, ma doveva trattarsi di una bevanda energetica.
    "Da questa parte dovrebbero esserci i dormitori dell'equipaggio tecnico" - disse, indicando la strada che si dipartiva dal corridoio principale - "Andando avanti, invece, dovrebbero esserci delle scale di emergenza".
    La sua luce illuminò le porte dell'ascensore, esattamente di fronte al corridoio che portava ai dormitori - "Anche se l'energia fosse attiva, non mi sentirei di utilizzarlo".
    A quel punto, si voltò verso il principale Eporian - "Qual è la prossima mossa?"

  5. .

    Rael Thompson

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    Per tutta la durata del discorso tra un irritato Fin, una stanchissima Eleaonr e Tysha - un'asari niente male ma con qualche rotella fuori posto, ipotizzava - Rael si sentì addosso occhi parecchio indiscreti.
    Tra lo stuolo di seguaci che Tysha aveva condotto all'incontro, vi era un'asari che non aveva accennato neanche mezzo secondo a perdere di vista Rael.
    Colpo di fulmine? No, che diamine.
    Era eccitata all'idea di poter finalmente mettere le mani addosso ad Alexanders... e quindi accedere finalmente a ciò che per troppo tempo era rimasto sepolto. Ebbe un attimo di vertigine all'idea di come sarebbe stata la sua vita dopo ciò: per troppo tempo si era dedicata a quella causa... Cosa avrebbe fatto, dopo?
    Una gomitata di Niissa la riportò alla realtà, ma il sorrisino che le mostrò ricondusse il suo sguardo verso la destra.
    Ancora lei. Occhi di un nocciola tanto chiaro da apparire quasi oro, espressione beffarda, aggressive pitture facciali e una muscolatura che, seppur accennata, appariva più pronunciata rispetto alle asari che aveva visto finora.
    "Credo voglia giocare al dottore" - la canzonò sottovoce Niissa.
    "Posso mandarcela quando vuole" - borbottò Rael... ma era poco sicura di riuscirci.
    Cercò di riprendere il discorso di Tysha (anche se già sapeva che avrebbe avuto bisogno di un riassunto da Hann o dalla dottoressa) e iniziò subito a chiedersi cosa c'entrasse quel troglodita in cella e da quale pianeta provenisse.
    "Lui sarà il nostro biglietto d'ingresso" - spiegò Tysha - "È uno degli ufficiali di Ayita..."
    Rael spostò uno sguardo dubbioso alla dottoressa che, con un sospiro le fece cenno di attendere.
    Inevitabilmente, lo sguardo si posò nuovamente sulla nerboruta asari che, questa volta... ammiccò.
    Rael si voltò immediatamente, per nulla intenzionata a scegliere tra lo stupro e l'omicidio, e quando il briefing sembrò terminare, cercò di restare il più possibile incollata agli altri per evitare qualunque tentativo di approccio.
    Fortunatamente, la asari seguì Tysha che si apprestava ai preparativi, non senza averle prima scoccato uno sguardo che sembrava una promessa.

    Eleanor aveva scelto di non portarli con loro, e Rael non poteva sapere cosa ci fosse dietro quel ragionamento. Stavano per andare a contrattare con un altro clan di svitati, e aveva pensato bene di portare con sé due degli esseri più imprevedibili e casinisti della galassia. Sarebbe finita a botte, ne era certa.
    Ad ogni modo, non le importava più di tanto. Alexanders era sotto custodia, e anche se non era ancora nelle loro mani, si sentiva già più rilassata.

    "Propongo di dividerci, c'è più possibilità di ottenere qualcosa se non siamo in gruppo" - propose Hanntius, e Rael pensò che avesse finalmente deciso di farsi avanti con la doc... Ma poi la appioppò a lei e, storcendo un po' il naso, la ragazza annuì.
    Anche Madison sembrava di tutt'altro avviso, ma Hanntius pensò bene di darle un incarico: evitare che si ubriacasse.
    "Fantastico" - commentò acida Rael - "Ho dei nuovi genitori. Se è così, spero non dimentichiate la paghetta"

    Madison sembrava muoversi abbastanza bene nel locale, nonostante il suo aspetto di timida dottoressina. Ne avevano di cose da scoprire sul suo conto... ma forse non ce ne sarebbe mai stata l'occasione. Oramai lo scacco era quasi compiuto.
    "Allora, Maddie" - esordì la mercenaria con un sorriso - "Che ne dici di farci un bicchierino leggero?"
    Madison non si degnò nemmeno di spostare lo sguardo su di lei - "È fuori discussione, Rael"
    La ragazza fece una smorfia, ma non aveva ancora giocato tutte le sue carte - "E se... mettessi una buona parola per Hann?"
    La dottoressa arrossì così rapidamente che Rael temette si stesse sentendo male - "Co... cosa c'entra Hann?"
    "Ah, siamo a questi livelli di negazione?" - fece Rael, beffarda - "D'accordo, allora. Io non bevo e tu resti zitella: tutti contenti! Vuoi che andiamo già ad adottare una quindicina di gatti per il tuo appartamento?"
    "Non troverai gatti a Nos Astra" - la informò una voce. Era roca, ruvida per essere femminile... ma inaspettatamente piacevole.
    "Ci troverò almeno del sarcasmo, signor..." - stava per dire Rael, ma voltandosi si trovò di fronte il suo nuovo peggior incubo.
    Non aveva la possibilità di guardarsi allo specchio, ma era certa di essere impallidita.
    "Andiamo, non fare quella faccia" - disse calma l'asari, concedendole un sorriso bieco - "Penso ti sia fatta un'idea sbagliata di quello che voglio da te".
    "Credevo foste andate tutte con Tysha" - rincarò Rael, deglutendo a fatica.
    "Sarebbe sembrata una vera e propria invasione, più che un incontro, tu che dici?" - spiegò l'altra. Poi, dopo una breve pausa (forse aspettandosi una risposta che non arrivò), riprese - "Mi chiamo Leesa".
    "Gran bel nome".
    "E tu sei Rael... Rael Thompson".
    "Bella, forte, e anche perspicace... quante qualità hai?" - ironizzò Rael, ma era un po' preoccupata. Era certa di aver citato il suo nome almeno una volta... ma non certo il cognome. Che storia era quella.
    Intanto, la asari aveva ordinato tre whiskey e la dottoressa aveva timidamente cercato di dirle qualcosa... ma era bastato uno sguardo di Leesa per convincerla di poter soprassedere.
    "Come... sai che volevo del whiskey?" - domandò Rael, prendendo il bicchiere e passandone un altro a Madison.
    "Probabilmente non lo volevi, ma non ti sogneresti mai di controbattere. Dico bene?"
    "Ouch" - Rael scolò il bicchiere in un sorso e si sentì immediatamente meglio - "Dammene altri tre, e farò tutto quello che vuoi"
    Leesa rise - "Ma cosa hai capito? Tesoro, io rischierei di polverizzarti... No, no, quello che voglio non riguarda me e te"
    "Oh... Proprio ora che ci stavo facendo un pensierino"
    Fu a quel punto che Leesa appoggiò un datapad sul bancone e lo spostò sotto gli occhi di Rael, che sbatté le palpebre più volte, incredula.
    "Come... ?" - Gli occhi presero a bruciarle immediatamente.
    "Questo turian accanto a te da bambina... Dimmi il suo nome".
    "Perché?".
    "Tesoro, dillo e basta".
    "È morto, sai?".
    "... Lo so" - Leesa si allontanò un po', come per guardarla meglio - "Tu... gli eri affezionata. Ti ricordi di lui" - Sembrava stupita.
    "Dove hai preso questa foto?" - chiese allora Rael, un po' irritata nel vedersi messa allo scoperto da una sconosciuta - "E chi diavolo sei?".
    L'asari sospirò - "Cerco solo di aiutare la persona che amo" - spiegò. Era come se volesse privarsi anche lei di ogni velo, in modo che Rael si sentisse meno vulnerabile - "Lei... non ha mai cercato la verità su suo padre. E anche se dice di stare bene, questa cosa la sta distruggendo".
    Gli occhi di Rael si dilatarono - "Daleen".
    Le due si guardarono meravigliate, in silenzio, per un tempo indefinibile.
    "Chi è... Daleen?" - domandò Madison con una voce un po' troppo strascicata.
    "Dimmi tutto quello che sai" - propose allora Leesa, con una nuova luce negli occhi - "Ed io farò lo stesso".

  6. .
    Benvenuto!! La mia esperienza con Mass Effect è stata più o meno simile :laugh:
    Per le info, abbiamo il nostro esperto Gabry.
    Sono sicura che ti troverai benissimo :heart:
  7. .

    Sithis Laenus

       Fazione: Forze Speciali Turian
       Ruolo: Guardianera



    Per il bene dei suoi nervi già tesi dalla presenza di un quarian e di un'improbabile nuova compagna, Sithis non dovette attendere molto all'imbarco. La squadra fu svelta negli ultimi preparativi e, sorprendentemente, il quarian fu tra i primi a presentarsi all'hangar.
    La risposta che l'alieno aveva riservato al superiore Eporian lo aveva colpito positivamente - per quanto potesse essere positivo nei riguardi di un quarian - e di certo era partito con il piede giusto, a differenza di Laeviion. Tuttavia, stentava ancora a fidarsi di lui, e non gli avrebbe di certo risparmiato una buona dose di fiato sul collo durante il loro primo sopralluogo.
    Quando tutti furono saliti a bordo della navicella che li avrebbe condotti al relitto, Septim diede l'ordine di partire.
    Dopo soli dieci secondi, la voce di Terril alla radio risuonò nell'abitacolo.
    "Tanilia, sintonizzati su questa frequenza" - ordinò - "Man mano che vi avvicinerete al relitto, le comunicazioni si disturberanno".
    "Siamo nei pressi di qualche fenomeno elettrico?" - azzardò Sithis.
    Tanilia scosse la testa, armeggiando con uno dei suoi dispositivi - "No, signore. O meglio, non possiamo ancora dirlo con certezza" - spiegò - "Il disturbo di segnale sembra provenire proprio dalla nave. Un motivo in più per cui non sappiamo ancora cosa aspettarci, una volta dentro".
    Sithis si voltò verso Rael - "E lo smanettone, qui? Potrebbe aiutarci?"
    Karen, che si era riservato un posto accanto a Viretia - nella speranza che qualche sbalzo gli permettesse di appiccicare una mano su quelle meravigliose gambe - fece un verso di disappunto - "Se fate toccare qualcosa al tipo in scatola, io mi autoespello dalla navetta".
    "So che vuole sembrare una minaccia, ma a me suona come un grandissimo favore" - disse Sithis.
    Tanilia lanciò uno sguardo veloce al quarian, con occhi che sembravano voler chiedere scusa e intimargli di non rispondere - "No, dubito che potrebbe" - rispose - "Se non conosciamo l'origine dell'interferenza, c'è poco che possiamo fare. Tuttavia, posso provare a potenziare il canale tra noi e Terril".
    La voce del superiore rimasto a bordo, infatti, aveva iniziato a gracchiare. Dopo qualche secondo il segnale tornò leggermente più chiaro - "E' il massimo che posso fare" - ammise Tanilia, staccando gli occhi dal dispositivo.
    "Non importa, è un risultato" - fece Sithis, annuendo. Dall'espressione quasi gioiosa di Tanilia, quello doveva essere il massimo del complimento di cui il comandante era capace.
    "Una volta a bordo, quasi sicuramente saremo in grado di ristabilire la connessione" - concluse, rivolta al superiore Eporian - "Se Xerol mi aiuterà a rintracciare la fonte di disturbo, dovremmo impiegarci meno di due ore".
    Detto ciò, la turian rivolse uno sguardo fiducioso al quarian.

  8. .

    Shenna'Nidor Sparkle

       Fazione: Cerberus
       Ruolo: Agente



    "Shen?"
    La ragazza si asciugò gli occhi meglio che poteva.
    "B-ben! Che ci fai qui?" - domandò, cercando di dominare il tremolio della voce. Non funzionò.
    Sentì il ragazzo entrare nella stanza e chiudersi la porta alle spalle - "Sparisci per settimane e poi torni... diversa. Come se ti avessimo fatto qualcosa".
    "Non è niente"
    "Nessuno vuole spiegarmi che sta succedendo..."
    "Ben" - Shen si voltò, senza più preoccuparsi di nascondere gli occhi lucidi - "Non c'è bisogno che tu sappia ogni cosa".
    "Sei sicura che non mi riguardi?"
    "Io..." - Le parole le morirono in gola.
    Certo che lo riguardava, riguardava tutti in quella organizzazione: novellini, veterani, soldati e scienziati... ognuno di questi era uno strumento nelle mani di Cerberus, da sfruttare, manipolare, sacrificare e, in casi come il suo, da raccattare come un vecchio macinino miracolosamente funzionante.
    Per tutta la vita aveva creduto di essere dove desiderava, per anni aveva pensato di essere su una strada costruita da sé stessa... ma era bastato l'ordine di qualcuno per destinarla ad una fine insensata come esca per un fastidioso turian.
    Se le cose fossero andate come da programma...
    Ma come poteva dire a Ben della trappola in cui ormai era invischiato? Come poteva raccontargli di aver desiderato la morte piuttosto che il perdono per aver cercato nient'altro che la verità?
    Come poteva guardarlo negli occhi e raccontargli di come tutti loro fossero spacciati?


    Rael l'aveva riportata parzialmente alla realtà, ma non aveva spento il suo desiderio di fare a pezzi chiunque minacciasse la Flottiglia. Ecco perché quando vide Janie condurre i soldati Cerberus verso gli ascensori, lasciandosi alle spalle un tappeto di cadaveri quarian, il sangue tornò a salirle al cervello.
    Aveva seguito Rael in direzione dell'hangar, con un pugno stretto fino allo spasmo e l'altro nel reggere saldamente la pistola, ma quando la raggiunsero, scoprirono che Sheera lì aveva anticipati.
    Con uno scatto fulmineo, Shenna sparò a due soldati Cerberus alla destra e alla sinistra di Furiosa, mentre un altro colpo andò a centrare il ginocchio di un terzo soldato intento a salire su una delle navette.
    "Non così in fretta, Furiosa!" - disse, puntandole l'arma addosso, mentre inceneriva lo scudo di un quarto agente di Cerberus, immediatamente eliminato da Rael. Ben presto, altri quarian armati si riversarono nell'hangar, dando l'opportunità a Shenna di concentrarsi sulla mercenaria.
    "Dovrei sparare un colpo per ogni quarian che ti sei lasciata dietro" - asserì con voce carica di collera -"Ma sono sicura che Sheera abbia altre idee per te, e stavolta ho proprio voglia di lasciarla fare".
    Il soldato ferito al ginocchio tentò di rialzarsi, attirando il puntatore di Shenna.
    "E' evidente che tu non abbia la più pallida idea di chi siano, né di cosa siano capaci" - proseguì la ragazza rivolta a Furiosa, avvicinandosi al soldato sanguinante mentre lo teneva sotto tiro - "Lo vuoi sapere?".
    La canna della sua pistola si posò sul petto del soldato, senza che questo avesse la forza di spostarsi - "Solo pochi mesi fa, uno di loro mi ha puntato l'arma proprio come sto facendo io. Ero stata legata, e picchiata. Ma la cosa che faceva più male era l'idea che per un ordine, uno stupido ordine, la vita di un innocente - la mia vita - stava per essere stroncata.
    "Qual era il mio errore? Non essere morta quando avrei dovuto, quando occorreva a loro. Non essere stata una buona esca..."
    "Perché non me lo hai detto?".
    Fu il soldato a parlare, e Shenna sgranò gli occhi come se stesse guardando un fantasma. Poi, i suoi occhi si riempirono di lacrime.

    Come Shenna, anche Benjamin Barnes sarebbe dovuto morire tempo prima. Non era stato abbandonato nella fredda Omega, né si era trovato con una pistola puntata al cuore prima di quel momento, ma all'epoca dei suoi dieci anni suo padre aveva deciso che Ben sarebbe dovuto bruciare insieme alla madre che lo aveva lasciato.
    Nelle notti insonni riusciva ancora a sentire le narici piene dell'intenso odore di combustibile e carne bruciata, le orecchie assordate dalle grida di sua madre, il corpo fremere all'idea cosa lo attendeva. Cerberus non era arrivato in tempo per salvare uno dei suoi migliori agenti, ma aveva salvato suo figlio. O almeno, era quello che aveva creduto fino a pochi istanti prima.
    Dopo le parole di Shenna, Ben comprese di non essere mai stato in salvo, ma di essere ancora in quella soffocante stanza ad attendere il suo turno.
    "Volevo... solo proteggerti" - sussurrò Shenna. Fece per abbassare la pistola, ma Ben fermò la sua mano, riportandola all'altezza del cuore.
    "Se tu avessi voluto davvero, mi avresti portato con te" - mormorò, contro ogni tentativo di protesta da parte di Shenna. Con la mano cercò di guidare quella di lei a premere il grilletto - "Ora finisci il lavoro".

  9. .

    Sithis Laenus

       Fazione: Forze Speciali Turian
       Ruolo: Guardianera



    Gli fu sufficiente sentirne il nome, per capire immediatamente di chi si trattasse. Doveva ammettere che, nonostante non approvasse la sostituzione di Terril, era piuttosto curioso di vedere con i propri occhi il veterano di Sirona in missione, anche se non sembrava prospettarsi troppa azione.
    La sua stretta era stata salda, e il suo modo di esprimersi pratico e senza fronzoli: quando poi lo udì ricordare a Tanilia il suo posto, comprese che poteva davvero nascere una magnifica collaborazione.
    Quando Eporian chiese se vi erano altre domande, Sithis intonò un "Nossignore": gli era bastato quel poco tempo per capire il valore di chi aveva di fronte; tutto il resto era da scoprire sul campo.
    Se ne accorse anche Terril, perché non appena incrociò lo sguardo del suo protetto, ammiccò soddisfatto.
    Sì, in questo caso aveva davvero fatto centro.
    Ma, com'era prevedibile, Laeviion doveva necessariamente entrare di nuovo in scena, questa volta con un'impertinenza che Sithis non riuscì a sopportare.
    All'ennesimo richiamo di Terril, Sithis fece un passo avanti.
    "Non ho idea di come funzionino le cose da dove vieni tu, Laeviion, ma ti avviso per la prima e ultima volta che sotto il mio comando diretto non si interrompe il superiore, che sia un discorso, una risposta o un fottuto sbadiglio" - aveva iniziato con un tono pacato, ma la sua voce si era fatta più dura man mano che proseguiva - "Riguardo alla tua domanda, il superiore Terril ha già precisato di voler rendere questa missione una prova ufficiale per un aumento di grado. Qualunque insinuazione al momento sarà ignorata, date le circostanze, ma non succederà una seconda volta; e credimi quando ti dico che tengo sempre fede alle mie parole.
    Ora, ti informo che non sprecherò più fiato per ricordarti cose che anche un soldato semplice saprebbe seguire. E se pensi che le punizioni consistano in una serie di piegamenti, allora non hai idea di cosa ti aspetti
    ".
    A quelle parole, Karen scosse energicamente la testa - "No, no. Non ne hai idea" - borbottò, quasi fra sé e sé.
    "Va bene, va bene" - si intromise Terril, scocciato - "Vediamo di non fare la fine dell'altra volta: alla base stanno ancora raschiando il pavimento"
    Sithis passo lo sguardo da Viretia a Terril e poi di nuovo alla turian - "Sull'attenti, soldato" - intimò, dopodiché fece un passo indietro, cedendo nuovamente la parola al superiore.
    Questi sospirò profondamente - "Ora viene la parte che io reputavo peggiore" - disse, e immediatamente Sithis comprese di cosa stesse parlando.
    Come se la situazione non fosse già complessa di suo, anche i quarian si erano intromessi della faccenda: considerata la traiettoria che la navetta stava seguendo, l'obiettivo sembrava essere esattamente la Flottiglia. Ovviamente, gli alieni avevano reputato il tutto come un attentato non riuscito, e pretendevano di ficcare il naso inviando un loro pellegrino tenuto volutamente all'oscuro della nuova posizione della Flottiglia, per preservarsi.
    Pur ammirando la cura con cui avevano gestito la cosa (di certo sapevano con chi avevano a che fare) Sithis non era poi così contento di evitare un incidente diplomatico: sarebbe stato bello avere un motivo in più per sparare a vista quei fottuti zingari spaziali.
    "Mi aspetto che conosciate tutti la situazione, poiché era nel vostro fascicolo, quindi mi limiterò a presentarvi il quarian che parteciperà con voi alla spedizione. E voglio essere chiaro: nessuna tortura, nessun gioco macabro, niente che rechi dei segni tangibili. Se noto che gli avete fatto qualcosa di fisico, giuro che vi mando in villeggiatura su Zeona". Detto ciò, guardò tutti con sguardo eloquente, dopodiché premette per l'ultima volta il tasto comunicazioni.
    "Rael'Xerol, sei il benvenuto sul ponte di comando"
    Al suono di quel nome, Karen fu colto da una serie di tic - "Ho... sentito bene?" - bisbigliò.
    "E' un quarian, idiota" - sibilò a sua volta Sithis - "Cerca di non fare stronzate. Hai sentito il superiore".
    Poteva ben capire il motivo per cui Karen non avesse un bel ricordo di Rael, e a pensarci ancora gli veniva da ridere. Se davvero fosse entrata lei da quella porta, era quasi certo che Karen sarebbe scattato come una molla per ridurla in brandelli.
    Infatti, solo quando le porte si aprirono, rivelando effettivamente la sagoma di un quarian, la tensione di Karen si sciolse.
    "Uh, non è ciuffo rosso" - bisbigliò - "Mi spiace, capo, niente spogliarell...".
    Un forte pugno andò a colpire il basso ventre di Karen, costringendolo a piegarsi in due dal dolore.
    "Chiedo scusa" - disse pacato Sithis, dopodiché si volse al quarian, aspettando che prendesse la parola.

  10. .

    Sithis Laenus

       Fazione: Forze Speciali Turian
       Ruolo: Guardianera



    Dal ponte di comando, lo spazio esterno appariva più buio e vuoto del solito. Erano rari i momenti in cui Sithis avvertiva quella strana sensazione, eppure in quel momento gli capitò di percepire, anche se per qualche secondo, la vastità del nulla che lo circondava; un nulla che lo avrebbe semplicemente inghiottito, se non fosse stato per quella fragile bolla di metallo su cui viaggiava.
    Stagliata su quel tremendo panorama trapuntato di stelle, che non brillavano abbastanza da impedire che il vuoto ne soffocasse la luce, una piccola, inquietante sagoma di una nave se ne stava immobile fra i suoi stessi detriti.
    Nell'udire i suoi passi, Terril si mosse nervosamente, ma senza voltarsi.
    "Hai mai visto una cosa simile?".
    "Lo spazio? Più di una volta" - fece Sithis. Approfittava di qualche istante di tranquillità prima del biefing ufficiale per parlare a quattr'occhi con il suo superiore e per cercare di leggere tra le righe quello che in genere solo i superiori potevano sapere.
    "Sei diventato troppo spiritoso, Laenus" - rispose Terril, con un verso divertito - "E questo è un po' inquietante".
    "Più inquietante della mia prima prova nella Guardia Nera?"
    Terril fece un sospiro nostalgico - "Eri un ragazzino adorabile, con quella sete di sangue negli occhi".
    "Mi sono un po' calmato".
    "Già."
    Lo sguardo di entrambi andò sul relitto della nave.
    "E'... assurdo" - mormorò Terril. La sua voce aveva un'inquietudine che Sithis non aveva mai percepito in lui prima d'ora - "Era sparita..."
    "E adesso è qui" - il comandante si sgranchì nervosamente il collo, notando lo strano comportamento del suo superiore - "Ci sarà senza dubbio una spiegazione. Siamo stati chiamati per questo..."
    "A proposito" - lo interruppe Terril e, con difficoltà, cercò di tornare concentrato. Il relitto sembrava averlo ipnotizzato per qualche istante - "Come sai, la Guardia Nera ha bisogno di una squadra in piena efficienza... Completa."
    "Sissignore" - Sithis aveva già capito.
    "Ho deciso che questo sarà un buon test per la turian che avevo pensato per la tua squadra" - spiegò e, dopo una veloce occhiata al datapad, lo porse a Sithis - "Viretia Laeviion. Ha una notevole esperienza nei servizi segreti e l'ho vista in azione qualche volta. Direi che fa al caso vostro".
    "Lo vedremo" - fece Sithis, neutro.
    "A proposito..."
    "Stiamo ricominciando?".
    "Non sono ancora così vecchio, Laenus" - Era divertito, ma il suo sorriso sparì, sostituito da un'espressione strana. Sembrava quasi in imbarazzo -"Hmm... So che pensavi che sarei stato io a dirigere l'operazione.... ma...."
    La porta si spalancò, e altri due turian fecero il loro ingresso.
    "...e la sua testa è esplosa: come un uovo marcio, capisci? Splat!".
    "Ugh" - Tanilia spintonò Karen, apparentemente infastidita - "E piantala con questa merda".
    "Niente 'splat' per questa missione, Optimius" - disse a mo' di saluto Terril - "Qualunque cosa troverete lassù che ancora respira, la porterete qui".
    Karen sbuffò - "Perché non lo dice mai prima?".
    "Perché altrimenti saresti disoccupato" - Terril si schiarì la voce - "Ora che ci siete tutti e tre, voglio presentarvi il nuovo membro della vostra squadra. E' un validissimo soldato e... Quencus, non guardarmi in quel modo".
    La turian borbottò delle scuse e Terril, soddisfatto, premette il pulsante delle comunicazioni.
    "Laeviion, presentati sul ponte di comando".

  11. .

    Shenna'Nidor Sparkle

       Fazione: Cerberus
       Ruolo: Agente



    Se l'attacco di Cerberus aveva risvegliato un profondo senso di colpa a Shenna, la visione di quel grande albero ormai morto la distrusse. Era più di un semplice laboratorio... erano anni e anni di ricerca, la coltivazione di una speranza bruciata in pochi istanti.
    Detestava appartenere a quella specie, detestava appartenere a Cerberus, e le sue speranze di ottenere il favore dei quarian erano ormai nulle.
    "Non doveva... non doveva andare così" - mormorò mentre due lacrime silenzione le attraversavano il viso - "Non doveva..."
    "Ma è così che è andata" - fece burbero il marine. Non fece nulla per nascondere la sua collera e Shenna ammutolì. I suoi occhi andarono a Retor, al suo fianco, ma persino lui le sembrò improvvisamente distante.
    Che cosa pensava, invece, Sheera?
    Si sentiva un mostro...
    "Diamoci una mossa". Con il suo senso pratico, Sheera convinse il gruppo a muoversi in direzione dell'ascensore, ma una pioggia di colpi li indusse a mettersi a riparo, seppure con difficoltà.
    Come avevano potuto farlo? Era stato Steve?
    Non riusciva a crederci...
    Qualcosa la strattonò e improvvisamente si trovò il casco di Sheera a pochi centimetri dal suo. Da quella distanza, i suoi occhi scintillanti erano ancora più belli... ancora più alieni.
    Ascoltò ogni sua parola con attenzione, e le ultime battute la rincuorarono. Sheera credeva ancora nel valore delle sue ricerche.
    La quarian la spinse fuori dalla stanza e Shenna ebbe un attimo di disorientamento, per poi dirigersi verso il ponte d'evacuazione.
    Pensa ai dati, riflettè, mentre le gambe già smettevano di ubbidirle e gli occhi le si inondavano di lacrime, devi farlo!
    "Non posso..." - mormorò a sé stessa.
    Un boato scosse violentemente l'intera struttura e Shenna fu proiettata contro la parete: doveva trattarsi del ponte manutenzione... di questo passo, nessuno ce l'avrebbe fatta su quella nave.
    Fu a quel punto che una strana emozione la invase. Qualcosa di più forte della rabbia, qualcosa di più acido del dolore, qualcosa di più incontrollabile della paura.
    Odio.

    La porta verso i condotti di emergenza si spalancò. Un soldato di Cerberus, consapevole che il malfunzionamento dell'ascensore avrebbe portato i quarian ad usare quel condotto si fece trovare pronto... Ma non era pronto per un umano.
    "Spark...".
    Ebbe il tempo di pronunciare quelle poche sillabe, prima che una pioggia di proiettili atterrasse i suoi scudi e si piantasse nel suo corpo.
    La stessa sorte toccò al secondo soldato, attirato dal suono dell'arma e colto di sorpresa alla vista delle fattezze umane.
    Un terzo ed un quarto sbucarono dall'inferno di fiamme e rottami che era ormai diventata quella piccola porzione della sala manutenzione.
    Il primo fu colpito da un violento incenerimento, l'altro investito da una raffica violenta.
    Un quarto, probabilmente con l'ordine di catturarla, si gettò addosso all'umana, ma questa lo udì in tempo per abbassarsi e piantargli il calcio del fucile prima al basso ventre e poi alla tempia. Tramortito, il soldato tentò di allungare la mano all'arma che aveva perso, ma il tacco di uno stivale lo bloccò, e un proiettile alla testa lo finì.
    "Sparkle".
    L'umana si voltò, tenendo l'arma bassa.
    "Come hai potuto" - borbottò il soldato che l'aveva riconosciuta - "Come osi venderci a questi pezzenti!".
    Nessuna risposta da Shenna, né alcun movimento, nonostante il soldato la tenesse sotto tiro.
    "Dovrei ucciderti adesso!" - continuava a strepitare l'altro - "Ma gli ordini sono di catturarti, perciò ora fai la brava e..."
    Un pannello infuocato del soffitto crollò sul malcapitato, uccidendolo sul colpo.
    A quel punto, Shenna attivò il suo factotum, sperando di trovare il segnale di qualche superstite. Quando captò qualcosa, attivò la comunicazione.
    "C'è qualcuno su questa frequenza? Rispondete".
    Dopo un prolungato silenzio, Shenna cercò di tracciare l'origine del segnale, che la condusse ad un cumulo di macerie. Da sotto un pesante panello, sbucava un braccio quarian con factotum attivo.
    La ragazza cercò di raggiungerlo, ma un proiettile spezzò i suoi scudi, sbilanciandola.
    Avevano usato il quarian come esca...
    Un secondo proiettile la raggiunse alla gamba, ma il furore era così tanto che Shenna si rialzò in piedi, ignorando il dolore e lanciò un potente incenerimento in direzione degli spari.
    L'obiettivo fece un verso di dolore, ma non le bastava. Shenna si fiondò sul soldato Cerberus, chinato per il colpo, e lo atterrò con una ginocchiata in pieno viso, poi abbandonò l'arma sul pavimento e colpì fino a tingersi le nocche di un rosso vivo.

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