Posts written by •Gabry‚

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    Red Gunn

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Contrabbandiere



    Niente, quei bastardi non volevano rispondere. Dopo qualche tentativo, Red rinunciò a perseguire quella tattica e si concentrò sul cercare un terminale.
    Non ci mise molto a raggiungere la mensa. Entrò puntando il fucile per assicurarsi che non ci fosse nessuno ad aspettarlo, ma era più una precauzione che una preoccupazione. Come avevano già detto quegli stronzi prima di tagliare le comunicazioni, avevano già quello per cui erano venuti.
    E infatti la mensa, che poco prima ospitava le risate divertite di Zorana e le attenzioni divertite e giocose di Black Rose, era adesso desolata. La confezione di cereali giaceva ancora lì, aperta, sul bancone.
    Doveva darsi una mossa.
    Trovò il terminale appena fuori l'entrata opposta, e Red vi ci fiondò all'istante come se fosse una pozza d'acqua in mezzo al deserto.
    Ci smanettò un po' e alla fine, ciclando tra le varie riprese delle telecamere di sorveglianza, la trovò in un punto non esattamente semplice da riconoscere.
    Decise allora di dare un'altra possibilità a quella IV di bordo che fino a quel momento si era rivelata più inutile di un Batarian Nero in un mazzo di Hanar Obesi.
    "Localizzare telecamera" si rivolse quindi alla 'deficienza artificiale' puntando con il Factotum il codice seriale che appariva su un lato dello schermo del terminale.

  2. .

    Red Gunn

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Contrabbandiere



    "Vado io" rispose Red con sicurezza alla proposta della partner "Tu resta con Zeb, questa gente è troppo pericolosa."
    Più che pericolosa però, è che non sapevano proprio nulla sul loro conto, se non che i pochi che li avevano fronteggiati erano morti seppur con estrema fatica, e Black Rose era una civile. Una tosta, ma pur sempre una civile.
    Sarebbe stata al sicuro con Zeb, in teoria.
    "Il terminale più vicino dovrebbe essere vicino alla mensa. La cattiva notizia è che dovrò tornare indietro, quella buona è che se stavamo andando nella direzione sbagliata, almeno sarò più vicino."
    Tornò rapido verso il cadavere del turian imbrattato di interiora volus e vi si chinò nuovamente.
    "Nel frattempo voi proseguite di qua, non si sa mai."
    Sollevò nuovamente il braccio dell'alieno e dal factotum estrapolò le frequenze di comunicazione. Forse poteva guadagnare del tempo con la sua parlantina, e forse avrebbe anche potuto rintracciare la posizione del segnale.

  3. .

    Red Gunn

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Contrabbandiere


    La donna dall'altra parte della comunicazione continuava a farfugliare cose, ma Red dopo aver sentito "abbiamo il pacco" aveva smesso di ascoltare... La rabbia lo stava consumando, e gli serviva subito un modo per scaricare lo stress.
    Nonostante i suoi compagni avessero già scavalcato i corpi, Redi si chinò verso il turian e gli sollevò il braccio fino ad avvicinarlo al suo volto.
    "Io non so chi siete, o cosa volete" rispose quindi alla donna misteriosa "Se cercate un riscatto, sappiate che non possiamo pagarvi in denaro. Se lasciate andare il pacco, la storia finisce qui. Non vi darò la caccia..."
    La sua voce si fece leggermente più roca, più profonda, in un tentativo di sembrare più minaccioso "Ma se non lo farete, io vi cercherò, vi troverò, e vi ucciderò. Non vi azzardate a lasciare questa nave, o il primo a seguire nella tomba il vostro amico volus sarà il vostro carissimo Irvitus." bluffò alla fine. Del resto, non avevano modo di dimostrare che le sue parole fossero false.
    "Redduccio, che fai lì impalato? Vuoi muoverti anche tu? Abbiamo una bimbina da salvare!!" commentò allora Garazeb. Lui e Black Rose lo stavano ancora aspettando più avanti, quindi l'umano si rialzò in piedi e li raggiunse.
    "Dobbiamo scoprire dove sono attraccati. L'IV della nave non risponde più al factotum, quindi a meno che qualcuno non abbia una tuta spaziale nella tasca e sia disposto a lanciarsi dal portellone per guardare di persona, forse l'idea migliore è consultare il primo terminale che ci capita a tiro."

  4. .

    Tysha R'ain

       Fazione: Emissari di Hoxuin
       Ruolo: Mercenario



    Era uno spettacolo mozzafiato, non c'era altro modo per descriverlo.
    Una singolarità delle proporzioni di un attico, se non addirittura di più, vorticava minacciosamente e risucchiava qualsiasi cosa avesse una massa inferiore ai 50 chili. Tutte le nanomacchine che in quegli istanti erano scomposte finivano irrimediabilmente risucchiate all'interno del buco, tutte quelle che invece formavano un manichino, rimanevano salde a terra seppur con evidente fatica. Erano talmente tanto intelligenti che impiegarono poco a capire che a loro bastava rimanere composte per non finire nel tritarifiuti gigante.
    Sfortunatamente per loro, anche Tysha l'aveva capito. Tese una mano verso l'umana e la compagna asari per aiutarle a sollevarsi da terra.
    "Dobbiamo continuare a combattere. Ci avete dato un vantaggio enorme, ma finchè restano unite sono troppo forti." spiegò lei, sperando che le due afferrassero subito il concetto nonostante si fossero appena riprese da uno sforzo sovrumano.
    "CONTINUATE A COMBATTERE!!" gridò poi, affinché tutti la sentissero. Impugnò il suo Revenant con una mano mentre con l'altra lanciava deformazioni biotiche come fossero infinite. Ogni utilizzo dei poteri biotici era come una coltellata, ma non era quello il momento per frignare. Combattere, dovevano solo combattere.
    Sparò una raffica di colpi ma si rese conto subito che la forza gravitazionale della singolarità contribuiva alla deviazione dei proiettili in maniera non indifferente, quindi fu necessario iniziare a sparare non direttamente al bersaglio, ma più verso la sua destra. Ci volle un po' per adattarsi, ma quando ci riuscì lei, e le sue truppe capirono il suo trucchetto, i risultati furono subito evidenti: ogni manichino che perdeva un arto, la testa o semplicemente un pezzo di corpo vedeva il pezzo più piccolo volare via verso il vuoto cosmico, senza possibilità di essere recuperato. Così, un pezzetto alla volta, il fronte nemico si vedeva finalmente sfoltito.
    "CONTINUATE, NON FERMATEVI! NON FERMATEVI!!" gridò ancora, e ancora, e ancora. A un certo punto, anche le sue truppe iniziarono ad urlare, come a darsi una carica di solidarietà di fronte alla luce della speranza.

    Speranza, che iniziò a vacillare quando Numero 2 se ne uscì con un nuovo piano.
    Adirato, l'uomo o ciò che ne restava recuperò quante più nanomacchine potesse prima che finissero nell'oblio, e le tramutò in grosse lance che scagliò verso il soffitto. Ad ogni impatto le lance si sgretolavano e le macchine finivano risucchiate, ma dopo le prime fenditure, il soffitto cominciò a sgretolarsi sulle loro teste. Un'ulteriore lancia causò la precipitazione di un grosso pezzo di cemento armato, talmente grande da schiacciare tre mercenari, che non ebbero scampo se non soccombere sotto l'enorme peso.
    Il nemico, notando come il piano di riserva stesse avendo i suoi frutti, continuò la sua opera. Un'altra lancia, un altro macigno, altri morti. Un'altra lancia, un altro macigno, altri morti. Ogni collisione creava un boato spaventoso ed una coltre irrespirabile che rendeva difficoltosa la vista. I manichini rimasti approfittavano dei loro sensi computerizzati per spararvi attraverso, trucidando ulteriori vittime organiche.
    Bisognava rimuovere il problema alla radice, colpire la mente piuttosto che il braccio. Togliere di mezzo Numero 2, altrimenti sarebbero morti tutti, senza speranza, sotto le macerie.
    L'Asari lasciò il suo Revenant tra le mani di Selina, poiché sapeva adesso cosa doveva fare.
    "Se non dovessi tornare, dì a quella stupida Ayita... che non l'ho mai odiata. Ci vediamo Selina, in questa vita o nella prossima!" disse l'aliena, prima di correre nella direzione della Singolarità e di Numero 2, che dall'alto dei suoi pilastri continuava a far piovere macerie e distruzione. L'uomo non aveva più il campo protettivo di nanomacchine, probabilmente erano state portate via dalla gravità, ma attaccarlo con lo svantaggio dell'altezza sarebbe stato impossibile, era comunque protetto dai manichini e dai collaboratori organici. C'era solo un modo.
    Appena trovò l'angolazione esatta, tirò un lungo sospiro. Il suo corpo riprese a brillare con fortissima intensità, le maniche della tuta bruciarono e con loro la sua pelle, la vista iniziò ad annebbiarsi ma non ne aveva bisogno, bastò il legame con l'eternità del cosmo a guidarla verso il destino.
    "AAAAAAAAAGHHH" gridò lei con forza fino a seccarsi le corde vocali. Si diede la spinta e si lanciò come una cometa verso l'uomo-macchina. L'impatto fu abbastanza forte da sollevarlo in volo, e tenendolo saldo a sé continuò il suo volo. Numero 2, capendo la gravità della situazione, ordinò ad alcuni manichini di lanciarsi in soccorso, ma erano semplicemente troppo veloci e troppo in alto.
    Quando finalmente toccarono il centro della Singolarità, tutto divenne luce, e poi tutto divenne buio.

    Dove prima c'era l'enorme buco nero, adesso non c'era più nulla. Né il concentrato di energia biotica, né Numero 2, né Tysha. Era tutto andato, senza un'esplosione, senza un rumore, solo luce. Quando la luce era svanita, regnò la calma. Non perché la battaglia fosse finita, i manichini erano ancora operativi, ma perché per qualche breve ma interminabile secondo, non c'era proprio alcun suono. Forse erano tutti diventati sordi, o forse il buco nero aveva risucchiato anche i rumori. Persino le macchine erano disorientate all'inizio, poi accorgendosi della mancanza del loro leader, iniziarono ad impazzire. Alcune cominciarono a spararsi tra di loro, altre si separarono dalla forma creata e si misero a sbattere contro i muri. Altre ancora, sembravano abbastanza lucide da continuare l'opera incompiuta e ripresero a sparare addosso alle truppe di Tysha e dell'Army of four.
    Ma era ovvio che, senza Numero 2, fossero completamente disorientate, disordinate, disunite. Erano ancora una minaccia, insomma, ma forse potevano essere battute adesso. Forse, senza le direzioni della 'mente', non sarebbero state in grado di ricomporsi...
    Intanto l'edificio continuava a tremare. La distruzione di Numero 2 aveva evidentemente causato enormi danni strutturali. Dovevano evacuare il prima possibile, o sarebbe stata la fine per tutti.




    Ayita

       Fazione: Tribù della volpe nera
       Ruolo: Mercenario



    "Parole, parole, soltanto parole..." si lamentò la donna, che fece però un passo indietro. Per un attimo, sembrò che non volesse più fare a fette Hanntius o Ayita.
    "Ero un agente dell'SSC, proprio come te. Divisione Crimini Informatici. Una delle prime umane a farne parte, e nonostante questo non ero discriminata per la mia specie. No, ero diversa in una maniera molto più profonda. Mi odiavano per questo, mi insultavano, ero la vittima preferita degli scherzi. Ho amato la tecnologia più di quanto amassi me stessa, più di qualsiasi organico. Me ne stavo sola nel mio ufficio, finché le Forze Speciali non richiesero l'aiuto della Crimini Informatici. Una violazione negli Archivi della Cittadella."
    "Alexanders..." ipotizzò Ayita, e la donna-macchina annuì.
    "L'SSC non scoprì mai il colpevole né cosa avesse preso dagli Archivi, ma noi della C.I. dovemmo recarci lì personalmente a riattivare il sistema, che si era disattivato in automatico come misura di prevenzione. Ovviamente, aveva pensato a tutto. Tu sei dell'SSC. Sei giovane, ma avrai sentito parlare del Caso Hilston, o avrai letto i fascicoli."
    La donna suppose che Hanntius conoscesse in effetti il caso: Dicembre 2170, un'esplosione all'interno degli Archivi causa la distruzione di moltissimi dati sensibili, e la morte di otto dei dieci agenti dell'SSC incaricati di indagare su una fuga di dati, di cui cinque membri delle Forze Speciali e tre della divisione Crimini Informatici. I corpi carbonizzati sono irriconoscibili, ma la mancanza di una donna umana nella conta dei cadaveri conduce all'ipotesi che Amber Hilston, che darà poi il nome al caso, sia l'artefice stessa del crimine. L'ipotesi non viene mai confutata né confermata, in quanto della Hilston non si hanno più notizie.
    "Hanno scaricato la colpa a me. Sarei dovuta essere io la vittima, invece hanno preferito scegliere la via facile, quella del capro espiatorio. Condanniamo la reietta, tanto quella era morta già da viva."
    "Ma è stato Alexanders a causare l'esplosione, non è così? E' con lui che dovresti prendertela!"
    Numero 1 si mostrò visibilmente adirata dall'insinuazione di Ayita, e mostrò la sua frustrazione tirando un fendente al tubo accanto a lei. Da esso iniziò a sgorgare acqua a terra.
    "L'obiettivo di Alexanders era un membro delle forze speciali, un tale Clavicus. Io mi trovavo solo nel posto sbagliato al momento sbagliato. E' stato lui a salvarmi, mi ha trovata, mi ha dato un corpo e uno scopo, ma soprattutto una promessa."
    "Non ti ha salvato, ti ha plasmato. Ci sei quasi morta per colpa sua, e questa... cosa, la chiami vita?"
    La donna scosse la testa e sospirò. "No, non lo è. Io sono già morta. Nel frattempo, aiuto come posso... Ma aspetto solo di raggiungere anch'io l'Eden. Tutti lo raggiungeremo, nel Day-Zero. Se posso darvi un consiglio, tornate a casa. Tanto Alexanders non è più qui. Non c'è nessuno di noi qui, perfino Numero 2 ha raggiunto l'Eden prima di me."
    Una lunga scossa fece tremare il terreno. L'edificio sembrava molto meno stabile, come se volesse crollare da un momento all'altro.
    "A tutte le unità! Evacuare la zona immediatamente! L'edificio sta per crollarci addosso!" gridò qualcuno nell'intercom, forse un Emissario.




    Fin Shuil


       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Spettro


    Rael era stata ferita. La vide sistemarsi alla bene e meglio con un pezzo di stoffa, ma avrebbe fermato l'emorragia solo temporaneamente. Dovevano svignarsela, con o senza Alexanders.
    Poi, la terra aveva iniziato a tremare e i muri a ballare, era evidente che fosse successo qualcosa.
    Una serie di urla oltre la stanza, degli spari e degli uomini di Alexanders giustiziati alle spalle da... dei manichini?
    Quegli stessi manichini poi riempirono la stanza e iniziarono a sparare addosso a loro, stavolta ignorando gli organici dalla loro parte, che li guardarono assolutamente intontiti.
    Fin approfittando della confusione tirò fuori dal riparo uno dei tre umani usando un tiro biotico, sollevandolo abbastanza da permettere ai suoi compagni di fargli saltare la testa. L'azione non risultò impunita perchè quelli che adesso erano diventati circa 30 manichini smitragliarono un po' ovunque, e alcuni colpi arrivarono diretti a Fin abbattendo i suoi scudi. Il Drell si rimise al riparo, ma le coperture improvvisate dei tre non avrebbero retto a lungo sotto quell'incessante fuoco.
    Ma com'era possibile che ce ne fossero così tanti, così in profondità all'interno della struttura? Che ne era della distrazione di Tysha?
    "Tysha? Tysha, mi ricevi? Cosa cazzo sta succedendo di là?" chiese il Drell all'Asari via radio, ma non ricevette alcuna risposta. "Tysha? Cazzo, che succede?"
    Ancora nessuna risposta. "Selina, Hanntius o chiunque sia disponibile, ci serve una mano ad evacuare Rael, siamo bloccati!"
    "A tutte le unità! Evacuare la zona immediatamente! L'edificio sta per crollarci addosso!" continuò a parlare l'intercom.
    "Sì, grazie, me ne sono accorto..."mormorò il Drell tra sé e sé.

  5. .

    Red Gunn

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Contrabbandiere



    "Hai sentito la signora" aggiunse Red alle minacce di Black Rose. Puntò anche lui l'arma verso la palla di lardo, dato che tanto il Turian era sotto mira del suo compare. "Vedi di sputare il rospo, oppure scoppia come un palloncino. In entrambi i casi festeggerò."
    Red odiava i Volus: fottuti banchieri opportunisti e malvagi. C'era veramente poco di peggio dei Volus nella galassia, ed erano gli Hanar. Dio, se Red avesse visto spuntare un Hanar da dietro l'angolo avrebbe dato di matto in quel momento. Loro, e quelle maledette predicazioni su chissà quale idiozia divina.
    Poi, non è che stravedesse per i Turian... non c'entrava quella storia del primo contatto, anche se sicuramente non aiutava... no, era più un problema di altezzosità ed eccessiva minuziosità nel seguire le regole. Red non era così, nei panni dei Turian probabilmente avrebbe risolto in altri modi la questione 'Krogan'. Modi gentili, modi violenti, ma la castrazione era decisamente troppo.
    I Salarian non erano da meglio, anche se ne aveva incontrato qualcuno simpatico, tipo quel meccanico stramboide che viveva nell'appartamento sotto il suo, chissà che fine avesse fatto...
    Ma nessuno, proprio nessuno, era come i Volus. La palla dinnanzi a sé si dimostrò degna della sua specie, e dopo aver blaterato qualche minaccia che Red fece fatica a seguire perchè la sua voce da cancro ai polmoni era troppo fastidiosa per l'orecchio umano, si caricò bioticamente e formò due palline di energia tra le mani.
    "Vi... distruggerò..." ansimò lui. L'umano, stufo di quella pagliacciata, sparò tre colpi con il Phaeston recuperato poco prima. Dovette ammettere che vedere l'alieno che, in preda al panico, cercava di tappare alla bene e meglio i buchi con le sue corte braccia, era uno spettacolo contemporaneamente demenziale e disturbante... ma in pochi attimi, il suo collega turian si ritrovò ricoperto di budella, materia grigia e stracci di tuta lacerati dal botto. Un odore pungente di gas permeò l'aria mentre il Turian si dimostrava visibilmente scioccato e soprattutto disgustato.

  6. .

    Red Gunn

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Contrabbandiere



    Vagò per un po' di tempo senza incontrare assolutamente nessuno, solo una manciata di cadaveri tra i quali un Batarian che per fortuna non era Zeb, un Drell con la faccia in giù in una pozza d'acqua dovuta ad un tubo saltato, ed un Krogan la cui faccia si era aperta come un'anguria presa a martellate.
    Era sicuramente opera di Zeb, ed il fatto che lui non fosse più in quel macello era senz'altro un buon segno.

    Cercò ovunque i due tizi che l'avevano attaccato e che erano poi scappati alla ricerca di Zorana, ma fu vano. Eppure sarebbe dovuto essere facile seguire la puzza di volatile dei Turian e l'ansimare dei Volus che avrebbe fatto impallidire persino quel Darth Vader degli olo-film.
    Trovò invece, dopo un po', i suoi amici: Zeb sembrava messo pure peggio di lui, proseguiva a stento il suo percorso tra una zoppicata e un'imprecazione, tra le mani la sua Executioner e il suo fidato maglio; a Black Rose era invece stato affidato il Graal del turian. Zorana non era con lei, e questo fu abbastanza da far capire a Red che non fosse il momento degli abbracci.
    "Zorana! Dov'è Zorana?!" esclamò alle spalle dei due che si voltarono puntando le armi, solo per poi accorgersi che si trattasse di Red.
    "Le teste piene di merda che hanno invaso la nave stanno cercando la bambina. Dove cazzo è la bambina?!" ripeté l'uomo in un tono di voce che era un misto tra preoccupazione, furore e ansia.
    I suoi compagni non ebbero nemmeno il tempo di risponderee che una porta, l'ennesima, saltò per aria stavolta alle spalle dei due amici di Red.
    "Ancora tu?" sospirò il Volus. Strano, Red stava per dire le stesse parole. "La bambina, ora!" aggiunse l'alieno porgendo la mano aperta. Il turian puntò l'arma contro di loro, ma senza sparare, non ancora.

  7. .

    Red Gunn

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Contrabbandiere



    La pallina biotica lo raggiunse in pieno petto, ma gli scudi cinetici furono sufficienti a sopportare il colpo.
    "Piccolo bastardo, ti gonfio come un pallone!" gridò arrabbiato Red, senza rendersi conto che i volus fossero già a forma di pallone.
    Uno dei due turian si lanciò alla carica. Sfortunatamente per lui, Red era armato di cacciavite. Fermò la carica con un gancio sul volto, che stordì l'alieno abbastanza da permettere a Red di piantargli il cacciavite sul collo. Il turian cadde a terra urlando e cercando di tamponare la copiosa uscita di sangue.
    L'altro turian era ovviamente quello più tosto, lo si capiva dall'orrenda cicatrice sulla faccia, che in qualsiasi olo-film voleva dire "problemi". Chiaramente essendo più furbo e intelligente del suo compagno sanguinante, anziché corrergli incontro il turian cazzuto gli si lanciò addosso sfruttando la spinta dei propulsori. Red fece per spostarsi, ma quello a terra gli afferrò la caviglia ed il turian volante gli si schiantò di spalla in pieno petto, sbalzandolo all'indietro e facendolo sbattere di schiena contro il muro.
    "Così non vale..." mormorò l'umano prima di scatarrare sangue dalla bocca. Il turian gli piantò un piede sul petto e gli puntò il fucile in testa.
    "Trovate la bambina!" gridò il Volus con la voce soffocata dalla maschera.
    "AH! Forse vi conviene recuperare il cacciavite dal vostro amico" sbeffeggiò l'umano, ma poi si accorse che il Volus se la stava dando a gambine levate. Pochi istanti dopo, un "bip bip bipbibpbipbip".
    "Ma dai, non è giusto così!"
    E poi un BOOM. Polverone, un'onda d'urto che destabilizzò pure il Turian che era sopra di lui. Red ne approfittò per spingerlo via, il tizio sventagliò dei colpi con il Phaeston ma lo mancò e l'uomo colse l'occasione per rialzarsi.
    "Trovate la bambina!" ripeté il Volus, ed il Turian volante si mimetizzò nella coltre di fumo dove una volta c'era la porta.
    Fece per inseguirli, ma quel dannato Turian a terra gli afferrò di nuovo la caviglia, così Red gli tirò un calcio con l'altro piede, dritto sul cacciavite. L'alieno fece un ultimo "NGHHH" prima di spirare in un mare di sangue. Red gli sputò sopra, ovviamente ciò ne uscì fu per lo più sangue, ma era il gesto che contava.
    Prese il Phaeston dal cadavere e si lanciò nel fumo: volevano il loro biglietto d'oro da 2 milioni di crediti, col cazzo che gliel'avrebbe lasciato prendere.

  8. .

    Red Gunn

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Contrabbandiere



    Stava risalendo le scale antincendio per ritornare sui suoi passi, quando un violento scossone fece tremare l'intera nave. Lo squilibrio fece sì che Red perdesse la presa e cadesse all'indietro, prendendosi una sonora batosta alla schiena.
    L'uomo bestemmiò a denti stretti mentre cercava di rimettersi in piedi.
    "Zeb, che diavolo è successo?" chiese via radio alla sala di comando, ma non ricevette nessuna risposta. Zeb doveva essersi spostato, quindi fece per chiamarlo sul loro canale privato, ma da una prima occhiata distratta notò un disastro attorno a sé: con la caduta, la cassetta degli attrezzi si era rotta ed il coperchio era saltato via, lasciando gli attrezzi liberi di spargersi per tutta la sala motori. Un altro fiume di imprecazioni uscì dalla sua bocca mentre l'uomo cercava di recuperare gli utensili più indispensabili.
    "Zeb, porca miseria, dove sei e cosa sta succedendo?!" chiese nuovamente all'amico, quella volta sul canale privato... ma anche in quel caso, la risposta tardò ad arrivare. Red iniziò a pensare al peggio, perchè solo in pochi casi il Batarian era solito non rispondere alle telefonate, e cioè quando era impegnato in rapporti sessuali con qualche prostituta o quando era talmente ubriaco da non ricordarsi neanche il suo nome... e diamine, nella maggior parte dei casi, rispondeva comunque.
    Sulla via del ritorno, con un cacciavite in mano e un piccolo seghetto nella bisaccia, Red alternò chiamate senza risposta a Zeb a tentativi di diagnostica con l'IV, ovviamente assolutamente inutili.
    "Falla nel sistema di contenimento" diceva la voce robotica, o ancora "stabilità del vascello compromessa". Ma chi diavolo sviluppava una IV per dare informazioni così ambigue?
    Arrivato a un certo punto capì che non avrebbe ottenuto nulla dall'IV, così si limitò a bombardare di chiamate il suo amico Batarian, terminando ogni chiamata senza risposta con un'imprecazione diversa. Raggiunta finalmente la fine della scala e fatto il suo ingresso nella cabina medica, Red aveva ormai esaurito il repertorio di insulti e bestemmie, e si maledì per averne sprecate così tante quando si trovò davanti l'ennesima porta chiusa. Cominciò a smanettare con il suo nuovo cacciavite mentre iniziava a pensare che forse stava maledicendo gli dei sbagliati e che la colpa di tutto fosse in realtà di qualche Spirito turian troppo incazzato con lui per aver fregato un suo simile a Blackjack. Ah, i bei tempi di Omega, pensò. Era passato a stento un giorno da quando avevano lasciato quella topaia di Stazione, ma se avesse saputo che avrebbe passato l'intero viaggio a riparare porte, non avrebbe mai lasciato casa sua per così "pochi" spiccioli.
    "Maledetto Spirito Turian del Blackjack che mi stai guardando, lo so che ti stai divertendo a vedermi fare l'elettricista. Appena esco da qui giuro che spacco la testa a quel tuo amico rapace del cazzo!" urlò letteralmente al nulla mentre il cacciavite tra le sue mani roteava in senso antioriario per smontare il pannello affianco alla porta.
    "Xen maledetta..." mormorò poi mentre si prendeva un attimo di pausa per accendersi la sigaretta elettronica "voglio un altro milioncino per ogni porta che aggiusterò su questo schifo di nave."

  9. .

    Red Gunn

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Contrabbandiere



    A Red non restava che ricorrere alle maniere forti. Contenendo a malapena il flusso di imprecazioni che la sua mente stava producendo, risalì la scala a pioli e si diresse verso la sala motori, nella speranza di trovarci una cassetta per gli attrezzi o anche solo un dannato cacciavite.
    Chi diavolo costruiva una nave e gli installava l'IV di sicurezza più idiota della galassia?

    La Sala Motori, che si trovava un piano ancora più in basso rispetto all'area cargo, era raggiungibile senza ascensore da un'altra scala a pioli che scendeva dalla cabina medica fino alla sala motori passando dall'area cargo 1. In sostanza, da tutt'altro lato della nave. Chiunque l'avesse costruita era evidente che avesse dato priorità alla salvaguardia della merce piuttosto che all'accessibilità del personale.
    Durante il percorso, dunque, dovette passare dalla mensa e nei dintorni incontrò Zorana e Black Rose, quest'ultima aveva trovato il signor Chimera e sembrava ci fosse un po' di tensione tra i due. Comunque, non aveva tempo per quello, ma si limitò a passar loro accanto, a dare una piccola pacca sulla testolina di Zorana e un occhiolino a Black Rose, e proseguì per la sua strada.

    Qualche minuto e troppi pioli dopo, raggiunse la Sala Motori e si sorprese di quanto fosse piccola: il nucleo al centro era monitorabile tramite un singolo terminale posto di fronte ad esso, e attorno c'erano veramente pochi strumenti per la manutenzione. O si trattava di un piccolo capolavoro d'ingegneria, o di budget versato totalmente su altre necessità della nave... eppure la Anexos volava, e anche ad una discreta velocità.
    Trovò una piccola cassetta degli attrezzi all'interno di uno degli armadietti che contornavano le due pareti affianco al terminale del nucleo. Erano per lo più piccoli cacciaviti, ferri per saldare e altri piccoli strumenti per la microelettronica, ma avrebbero dovuto essere sufficienti.

  10. .

    Red Gunn

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Contrabbandiere



    La constatazione di Zeb lo riportò coi piedi per terra. Intenerirsi, lui? Non c'erano riusciti i peggiori olo-film romantici che guardava spesso nella sua vecchia vita, figurarsi se ci riusciva una bambinetta.
    Però Zorana gli piaceva, ai suoi occhi era una brava bambina, e questo era un male perchè quella 'brava bambina' avrebbe dovuto essere per loro principalmente un pacco, una consegna da far recepire al suo destinatario per poi dimenticarsene e andare avanti con la loro usuale vita ma con le tasche molto più piene.
    Per fortuna, anche se in realtà si trattava di una disgrazia, la nave aveva deciso di riportarlo alla realtà. Un malfunzionamento in una delle aree cargo che andava risolto il più in fretta possibile.
    Black Rose portò via Zorana e Red si alzò dalla sua postazione, lasciando il suo datapad con il gioco del Salarian Mendicante aperto sul sedile.

    La telecamera 45 inquadrava l'area cargo 2 del piano inferiore. Red fece per prendere l'ascensore, ma pensandoci due volte constatò che probabilmente non sarebbe stato il caso con un malfunzionamento del genere: l'ultima cosa che voleva era restare bloccato in ascensore mentre la nave andava in fiamme.
    Prese così di corsa il corridoio accanto all'ascensore che terminava con delle scale a pioli che portavano al piano di sotto, e raggiunse l'area cargo 2 svoltando subito a destra... L'uomo tirò una sonora bestemmia quando si trovò di fronte una porta chiusa. Provò in tutti i modi ad interagire con il terminale, provò addirittura a bypassare i sistemi ma nulla, era totalmente sigillata.
    "Houston, abbiamo un problema" comunicò via radio al suo partner "Quaggiù la porta all'area 2 è chiusa, probabilmente i sistemi della nave hanno sigillato la stanza per contenere il danno. Hai modo di darmi l'accesso dalla postazione di comando?"

  11. .

    Tysha R'ain

       Fazione: Emissari di Hoxuin
       Ruolo: Mercenario



    Doveva ammettere che quella Selina avesse non pochi assi nella manica. Non solo era riuscita a risollevare il morale delle truppe, ma in qualche modo era anche riuscita a portare dei rinforzi, tra cui un batarian e soprattutto un gigantesco Krogan. Quel quartetto di mercenari che si era appena creato sarebbe potuta essere una valida aggiunta agli Emissari, una volta usciti da quel casino.
    E così, mentre l'enorme bestia chiamata Grat caricava senza rimorso contro le truppe nemiche con Selina che tentava di tenere il passo ed il Batarian e l'Asari che fornivano tutto il supporto possibile, gli Emissari avevano recuperato il vigore necessario per tornare nel vivo dell'azione. E Tysha non doveva essere l'unica ad accorgersi del ribaltarsi della situazione, poiché più avanti, dall'altro lato della gigantesca sala e dietro alle migliaia di unità nemiche, si ergeva finalmente 'Numero 2'. L'uomo, o qualunque cosa fosse, era sollevato di diversi metri da due torri di nanomacchine che ricoprivano le sue gambe, o forse le gambe erano le nanomacchine stesse. Attorno a lui, un nano-sciame roteava talmente veloce da essere quasi impercettibile, se non quando i colpi di arma da fuoco di qualche Emissario coraggioso tentavano di colpire #2, evidenziando il fatto che lo sciame formasse uno scudo praticamente impenetrabile.
    Con semplici movimenti delle dita, il generale di Alexanders richiamava a sé le nanomacchine che una volta formavano i manichini abbattuti, e le usava per crearne altri da rilasciare a piacimento in qualunque punto visibile della sala. Era un esercito praticamente infinito e senza scrupoli, e fu presto chiaro a tutti che non avrebbero mai vinto sottostando a quelle regole.
    La sola realizzazione di quel pensiero fu abbastanza per far vacillare di nuovo tutti, e Tysha non poteva in alcun modo permetterlo.
    Afferrò per il braccio la prima Asari che gli capitò di fianco e le diede il suo Revenant.
    "Codice Super-Nova!" comunicò Tysha all'Emissario, che in coro ripeté urlando le stesse parole, e come lei tutti gli Emissari vicini, che ricevuto il segnale lasciarono spazio attorno a Tysha.
    Con un comando del Factotum, i bracciali ai polsi di Tysha si sganciarono e finirono a terra, e in pochi attimi dei filamenti di energia oscura iniziarono a defluire dalle sue mani e a bruciare l'aria stessa. Trattenne un'espressione di dolore mentre l'energia biotica le consumava i guanti e le maniche della tuta, per poi farsi pian piano strada nella pelle. Si iniettò una scarica di adrenalina per sopportare il dolore sempre crescente, mentre il suo intero corpo cominciava a brillare e ad emettere forza biotica.
    "Ehi, stronzo!" gridò lei, attirando l'attenzione di Numero 2. L'uomo fece per girarsi, ma non notò in tempo la cannonata biotica che partiva dalle mani di Tysha, così intensa e calda da spezzare in due le torri-piede del generale. Numero 2 richiamò alcune macchine per sorreggerlo e impedire la caduta, e Tysha si lanciò in una carica biotica verso la sua direzione. Inevitabilmente finì per scontrarsi con lo sciame rotante che le impedì di raggiungere direttamente lui. L'Asari caricò di energia biotica le sue mani e usò la sinistra per farsi strada attraverso lo scudo. Man mano che lo sciame si scontrava con la sua mano incandescente, alcune macchine finivano per distruggersi creando delle inconsistenze nella densità della barriera, ma tutte le altre si fiondavano sul suo arto come minuscole coltellate, e generosi schizzi di sangue si spargevano nell'area circostante. L'adrenalina faceva buona parte del lavoro nel farle sopportare il dolore, ma non abbastanza da impedirle di manifestare delle espressioni di dolore sul suo volto.
    Non appena il buco nella formazione dello sciame fu abbastanza largo, Tysha infilò prontamente l'altra mano, afferrando Numero 2 per il bavero, ma quando lei fece per trascinarlo a sé, un intero plotone di manichini le si fiondò addosso, schiacciandola. Mentre Tysha si dimenava e scaricava energia biotica per toglierseli di dosso, Numero 2 richiamò altri manichini in nanomacchine e ne formò un cubo di circa tre metri quadri sopra la testa dell'asari, che con una violenta scossa biotica scagliò via i manichini che la trattenevano, e una bolla biotica trattenne a stento la caduta del cubo gigante, che comunque imperversava sopra la sua testa con un peso che Tysha davvero a stento riusciva a trattenere. Così, piegata su un ginocchio, con le mani rivolte verso la bolla e sempre più stanca e dolorante, con l'effetto dell'adrenalina sempre più flebile, l'Asari urlò con tutta l'aria che aveva in gola per farsi forza.
    Numero 2, non vedendola cedere, lanciò nuovi manichini verso di lei nel tentativo di scalfire la bolla biotica che la proteggeva, e ne sacrificava altri per aggiungere peso al cubo sopra di lei. Tysha non ce la faceva più, ma ogni nanomacchina rivolta verso di lei era una minaccia in meno per i suoi compagni.




    Ayita

       Fazione: Tribù della volpe nera
       Ruolo: Mercenario



    "Sei coraggioso, per essere una feccia dell'SSC" commentò Numero 1 mentre avanzava verso Hanntius. Il suo passo era lento ma deciso, come se volesse prendersela con calma per sfidare il suo avversario... ma entrambi sapevano che non c'era sfida. "Stai cercando di trattenermi per far guadagnare tempo ai tuoi amici. Che bravo soldatino che sei." La donna, o qualunque cosa fosse, accennò un sorriso inquietante.
    "Mi spiace che presto dovrai rimpiangere la tua scelta." detto ciò, si tolse il mantello che la copriva e ciò che si rivelò dinnanzi al turian era un incubo di lame intrecciate e sovrapposte a formare qualcosa che, alla lontana, poteva ricordare la fisionomia umana: due braccia ricoperte di spade che terminavano con mani che al posto delle dita avevano dei coltelli, un torso fatto di anelli seghettati che di tanto in tanto giravano producendo un a stento percettibile rumore metallico, due lunghe gambe che dal ginocchio in giù non erano altro che delle immense e affilatissime scimitarre. L'unica cosa che potesse sembrare lontanamente organica era la testa, ma Hanntius non poteva averne la certezza.
    "Che orrore, eh? 'Che mostro che è Alexanders, come ha potuto trasformarla in questa cosa?'. E' questo che stai pensando, lo pensano tutti. Alexanders mi ha salvata, mentre voi poliziotti schifosi mi lasciavate morire in mezzo alla feccia più rivoltante della Cittadella. 'È morta, non potevamo fare nulla per salvarla' dicevano, ma la verità è che mi odiavano perchè ero diversa. E allora sai cosa ti dico? Penso proprio che porterò la tua testa nel nuovo mondo, per ricordarmi sempre che alla fine ho vinto io!"
    Gli anelli sul torso iniziarono a roteare più velocemente e le spade sulle sue braccia si sporsero verso l'esterno, rendendo ogni suo movimento estremamente pericoloso. Iniziò a correre verso il turian, lasciando ogni volta dei solchi sul pavimento.
    Tre rapidi colpi di fucile sulla sua schiena fermarono però la sua corsa. Numero 2 si voltò furiosa verso la figura di Ayita, che imbracciava il suo fucile cercando di prendere la mira verso la testa del nemico.




    Fin Shuil


       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Spettro


    Fin sospirò "Rael ha ragione. Oramai siamo qui, prendiamo la palla al balzo e recuperiamo anche quel vecchio idiota."
    "Le forze di Ayita sono entrate da sopra, quelle di Tysha dall'ingresso principale. Ciò significa che se fosse stato lì, a quest'ora l'avrebbero già trovato." spiegò invece Syprion, che nel frattempo analizzava la planimetria dell'edificio.
    "Non ci resta che scendere allora."
    "Non c'è alcuna traccia di sotterranei nè di vie per raggiungerli. Se esiste davvero un piano sotterraneo, dovremo trovarlo in mezzo al fuoco incrociato."
    Un boato alle loro spalle interruppe la conversazione e li forzò a voltarsi verso la porta della stanza, adesso abbattuta da un plotone formato da tre umani e una decina di manichini.

  12. .
    Ciao, benvenuto e buon anno!
  13. .
    Non ti serve sicurezza, hai le munizioni (se decido di dartele :P )

    Ti do il benvenuto, per qualsiasi cosa chiedimi pure (o chiedi ad Aires, che anche se non è master o admin è un po' la mammina di tutti qua)
  14. .

    Red Gunn

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Contrabbandiere



    "Magari in beneficenza. Sai, ho sentito dire che sulla Cittadella stanno raccogliendo fondi per intestare un orfanotrofio al comandante Shepard, per tutti i bambini rimasti senza genitori in seguito all'attacco della Sovereign." aveva detto Zeb. L'umano sbuffò, perchè conosceva Zeb abbastanza da poter dire che l'unica persona degna di ricevere beneficenze fosse lui stesso. Solo non capiva se il suo fosse un tentativo di prenderlo per il culo, oppure un bluff per distrarlo dalla partita.
    Probabilmente la seconda, perchè subito dopo il Batarian calò una mano di tutto rispetto, superando in un solo turno il suo punteggio.
    Red si innervosì, ma fece finta di niente ed accettò il drink di Zeb.
    "Sai che non è affatto una cattiva idea? Anzi sai cosa? Fanculo la nave. Costruiamolo noi l'orfanotrofio. Dicono che i bambini ti riempiano il cuore di gioia."
    Cazzate. I bambini causano solo problemi, sono utili solo quando ti fruttano due milioni di crediti, e anche in quel caso ti portano a fare il giro largo della galassia.
    Il caso volle che dalla sua mano potesse scartare proprio la carta del Krogan Infante e del Vorcha Miliardario.
    Tirò giù un ultimo lungo sorso di liquore e allungò la mano verso il compagno per porgergli la bottiglia, che però venne prelevata da qualcun altro.
    "Bek'tall... Capitano, Zorana ha una comunicazione ufficiale da fare."
    La bambina saltò sulle gambe dell'uomo. Aveva ancora una briciola di Blast-oh's su un lato della bocca.
    "I cereali sono più buoni con il latte!" esclamò la bimba alzando le braccia in cielo. Perplesso, Red si voltò verso Black Rose che se la rideva sotto i baffi, e verso Zeb che fece spallucce.
    "Uhh... Beh, ma questa è una notizia favolosa!" rispose allora lui, fingendo stupore per quella scoperta. Con il pollice, scostò via la briciola di cereale dal viso della bambina e le accarezzò la testa. Di tutta risposta, Zorana iniziò a punzecchiargli il naso. Forse l'aveva preso come un gesto d'affetto, o più probabilmente voleva solo infastidirlo. In suo soccorso, Black Rose sollevò la bambina liberandolo.
    "Congedata, luogotenente Zorana. Mi tenga aggiornato su qualsiasi altro sviluppo nella zona della mensa." scherzò quindi lui, schiacciandole un occhio e rivolgendo poi uno sguardo d'intesa verso Black Rose.
    "Signor Bek'tall" lo chiamò Red dopo essersi schiarito la voce, ma ancora un po' disorientato. Nel frattempo, riprese il database con il suo mazzo di carte. "Fra quanto saremo a destinazione?"

  15. .

    Naen Gornis

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Agente di polizia



    Se mai fosse uscita viva da quel disastro, Naen avrebbe chiesto minimo tre mesi di congedo... ma data la situazione in cui l'aveva messa la suora, le possibilità di visitare un qualche posto tropicale erano molto minime.
    Però diamine se era brava l'umana: pur dimostrando di saper usare bene quei muscoli, c'era una certa eleganza nel modo con il quale frantumava le torce dei Geth... Cose che all'accademia di polizia non insegnavano.
    E l'idea di distrarre i Geth stava funzionando egregiamente, visto che ben presto almeno venti unità tra lanciafiamme, lanciarazzi e nuclei rinfoltirono i ranghi dei nemici.
    "Ascolta, Sorella" disse la Turian mentre forniva fuoco di copertura a Prudence "probabilmente con il giusto tempo faresti fuori tutti questi bastardi anche da sola, ma più tempo passa e più sarà difficile raggiungere gli altri. Distrai quel nucleo laggiù, ci penso io a riequilibrare la partita."
    Così, mentre la suora si lanciava a capofitto verso il gruppo più grande di nemici, Naen corse in direzione opposta: davanti a lei c'erano una manciata di soldati normali che avrebbe tolto di mezzo facilmente, se non fosse stato per il martellamento continuo dei colpi di un nucleo Geth alle loro spalle. Raccolse dalla cintura una granata accecante che lanciò nel gruppo di soldati e approfittò del momento di stordimento per passare direttamente in mezzo a loro. L'effetto della luce aveva schermato la sua posizione anche agli occhi del Nucleo, che repentinamente continuava a sparare con il suo cannone in direzione della sua precedente copertura, e quando si accorse che Naen si fosse arrampicata sul lampione vicino a lui, era ormai troppo tardi.
    "Ehi, lampada gigante!" gridò la Turian al Nucleo per farlo girare totalmente verso di lei, e sfruttando la nuova posizione, Naen si lanciò direttamente verso il braccio armato del Geth, avvinghiandovisi con le gambe, mentre con le braccia faceva presa sulla mano.
    Nel tentativo di liberarsi della presa, il gigante iniziò ad agitarsi con tutto il corpo, mentre Naen imprimeva quanta più forza possibile sulle dita che schiacciavano il grilletto. Irrimediabilmente, il Geth iniziò a sparare totalmente a caso e molti di quei colpi finirono per coinvolgere i suoi stessi compagni sintetici. Quando il Geth capì che sarebbe stato molto meglio fermarsi e usare l'altra mano per afferrare la piccola turian, ella lasciò la presa e si arrampicò fino al collo dove, tenendosi avvolgendosi con le gambe, iniziò a prendere a colpire con i pugni la luce della sua testa. Di tutta risposta, il Geth lasciò cadere il cannone nel tentativo di liberarsi di lei con entrambe le mani.
    "Prudence, sparagli alle gambe! Ora!" urlò mentre, lasciando perdere i pugni, si teneva con forza alla testa del sintetico cercando di tardare il più possibile il momento in cui si sarebbe liberato di lei.
    Prontamente il soccorso di Prudence arrivò, ed il Geth gigante vacillò facendo un passo in avanti esattamente dove aveva lasciato andare l'arma, sulla quale inciampò ruzzolando direttamente addosso all'altro Nucleo.
    Quando, ritrovatasi a terra in mezzo ad ancora troppi Geth, provò a coprirsi agguantando il cannone caduto al Nucleo, si accorse che era fin troppo pesante. Riuscì a stento a puntarlo verso i due Nuclei che si stavano rialzando e, concentrando il peso a terra sedendosi, schiacciò il grilletto.
    "PRENDETE QUESTO, BRUTTI BASTARDI!" gridò mentre i colpi incessanti del cannone impedivano ai Nuclei di riprendere l'equilibrio. Furono i colpi alle sue spalle che si scontravano contro gli scudi a riportarla alla realtà.
    "Prudence cara, penseresti a quelli piccoli?"



    Notor'Fenna vas Qwib Qwib

       Fazione: Flotta Migrante
       Ruolo: Studioso



    "Lasciala andare subito, ti ho detto!" ribadì Notor, avvincinandosi di più al Geth e assicurandosi di puntarle pistola contro la sua testa.
    "Creatore Xendal, non era forse questo il tuo volere?" chiese Uno, mentre la sua luce si accendeva e spegneva ad intermittenza, in senso di confusione. "Morte, agonia, catastrofe... Quiete e silenzio. Dobbiamo farli smettere."
    Notor sospirò e scosse la testa "Non ho tempo per queste cose." affermò poi, e mirando alla gamba di Uno sparò un colpo. Il Geth crollò a terra e lasciò la presa di Kara, che venne prontamente soccorsa dal quarian prima che potesse finire a terra.
    "Non mi hai lasciato altra scelta, Uno. Nessun rancore."
    "Creatore Xendal... perchè?" chiese Uno mentre la sua luce continuava a lampeggiare. Il Geth era a terra, e la sua gamba ferita produceva di tanto in tanto delle scintille.
    "Per l'ultima volta, Uno: non sono il tuo creatore. Sono Notor, e se farai un'altra volta del male a Kara, il prossimo colpo non sarà alla gamba."
    Con in braccio Kara, Notor si voltò verso l'uscita, ma un 'click' seguito da un tintinnio lo fecero girare di nuovo verso Uno.
    "Keelah, Uno! Che cosa diamine hai fatto, brutto idiota di un bosh'tet?" gridò Notor notando subito l'ordigno sferico tra le mani del Geth.
    "Ogni tramonto... appicca un fuoco sul mondo."



    Naen Gornis

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Agente di polizia



    Raggiunsero la centrale pochi istanti dopo Karen, Jenkins e Pedro. Il gruppetto non trasportava più il Geth senza braccia, ma era Karen stessa ad essere portata in spalla da Jenkins.
    "Cos'è successo?" chiese Naen mentre aiutava l'umano a riporre delicatamente a terra la ricercatrice.
    "Ha salvato la vita a questo pendejo" rispose Don Pedro posando una mano sulla spalla di Jenkins "E c'è rimasta fritta."
    "Dovrebbe rimettersi" commentò Jenkins passandosi una mano sul volto per asciugare l'acqua piovana che la inumidiva. "Le nostre tecnologie sono fatte per resistere alle scariche... questa era bella grossa però."
    "Naen! Naen, sei viva! Siete vivi!" esclamò Galan correndo verso di loro e abbracciandola. Per l'occasione anche lei si era messa addosso una corazza leggera.
    "Gal, per gli Spiriti, che diamine sta succedendo?"
    "Penso... penso siano qui per Uno. Abbiamo già mandato una squadra di rinforzi verso la sua posizione."
    Naen si portò una mano alla fronte.
    "Spiriti, Galan guardati intorno!" sbraitò la turian indicando prima Karen, che stava ancora a terra accudita dagli altri due umani, poi all'uscita della caserma "La tua città è in fiamme, la tua gente sta morendo, e perchè? Per una caffettiera con le gambe! Torna alla realtà, Galan, quella cosa deve sparire, insieme a tutti gli amici che si è portata dietro."
    Galan aggrottò la fronte e si morse un labbro. I suoi occhi di sfida penetrarono quelli di Naen, ma l'altra turian non sembrò vacillare.
    "Intanto respingiamo i Geth e portiamo gli altri in salvo. Al resto ci penseremo dopo."
    "Non ci sarà un dopo. È finita. Non ti faranno più neanche avvicinare a Uno, lo rinchiuderanno da qualche parte e non fregherà più niente a nessuno se sei la figlia del sindaco, il consigliere Turian o il Primarca. Hai fatto una cazzata e ne pagheremo tutti le conseguenze."
    Senza aspettare una risposta, Naen girò i tacchi, imbracciò il fucile e con i passi pesanti uscì dalla caserma.

    Pochi attimi dopo, un boato in lontananza riecheggiò nell'aria.

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