Votes given by •Gabry‚

  1. .

    Vanessa Castillo

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    Gli sbirri non le erano mai piaciuti, sin da quand'era piccola e prima che iniziasse la sua vita di sregolatezze.
    Erano sempre persone che usavano il semplice pretesto "ho un distintivo" o "io rappresento la legge" e altre cazzate del genere per mettersi al di sopra degli altri.
    Vanessa aveva ben capito che se messi in un angolo, denudati dei loro presunti poteri, con nessuna arma o difesa se non le proprie abilità... erano dei semplici sacchi di carne parlanti. Lo erano tutti. Si proclamavano esempi di rettitudine, ma non erano altro che degli idioti come tutti.

    Questi due poi... sembravano essere un'apoteosi di idiozia.
    Le mani della mercenaria fremevano dalla voglia di levare loro quegli sguardi di trionfo, di finto perbenismo. Voleva davvero farlo, era ad un passo dall'inscenare una rissa con questi due idioti dell'SSC.
    "Sempre pronti a dare problemi dove non ci sono, ma mai quando ci si ritrova in disgrazia."

    Sicuramente Tetsuo stava facendo del suo meglio per quella particolare situazione.
    La mercenaria non aveva nulla da ridire in merito alla sua scusa, ma forse non aveva mai avuto troppi problemi nella sua vita e per questo motivo stava agendo secondo il classico "spavento da divisa".

    «Fatemivedereilvostrodistintivo.»
    Vanessa parò così velocemente da non poter dare del tempo a nessuno dei presunti sbirri di farla tacere nuovamente.
    L'avevano sentita, certo che lo avevano fatto! Le loro facce parlavano chiaro: erano un misto di sorpresa, rabbia per la disobbedienza e confusione per capire cosa ella avesse appena detto.
    Quella Adama poteva minacciarla quanto voleva, ma ogni singola parola se la poteva ficcare dove non batteva il sole.

    «Se siete veramente dell'SSC, siete in borghese. E' mio diritto chiedere di farmi vedere il vostro distintivo.»
    Vanessa ne aveva sempre combinate di cotte e di crude, ma non era un'idiota che non si prendeva la briga di conoscere i suoi diritti. Era pur sempre "Il Furetto", un modo per scappare lo trovava sempre.
    Qui la legge poi era addirittura dalla sua parte! Che possibile scherzo del destino!
    Chiunque avesse un minimo di conoscenza delle leggi in merito alla polizia, sapeva che chiunque poteva spacciarsi da agente in borghese, per cui era diritto del cittadino richiedere un documento per esserne certi.
    Inoltre loro erano a Nevos, i poteri di uno sbirro dell'SSC si fermavano alla Cittadella.
    Poteva tirare loro un pugno "indiretto" su quei loro faccini puliti e presuntuosi.

    «Senhor Tetsuo lasciali perdere e non giustificarti con loro» ammonì V, simulando un tono di voce professionale, «Queste persone sono così superficiali da basarsi sull'aspetto fisico nel ventiduesimo secolo!»
    Il tizio di nome McQueen non doveva mai essere sceso in una delle tante città terrestri in rovina. Le baraccopoli sulla Terra erano rimaste al ventesimo secolo, piene di gente con un aspetto simile al suo o peggio.
    «Se siete dei veri sbirri, allora siete di quelli pessimi. Non avete nessun potere al di fuori della Cittadella, persino i bambini vorcha lo sanno.»

    V aveva perso sin troppo tempo con quelle cabeza de choto che pretendevano di fare il bello e il cattivo tempo a lei! A Vanessa "v" Castillo della "Il Furetto"!
    Per nulla interessata alle loro presunte minacce, V decise di levare l'ancora e di continuare a proseguire con la sua strada.
    «Senhor Tetsuo si muova, le meduse biotiche giganti assassine non aspettano i nostri comodi.»
    Per quanto avesse prima minacciato il fotografo, quello poteva diceva di poter pagare bene i suoi colleghi, una scappatoia dai due non poteva fargli male, no?
    «O forse sì? Dubito che qualcuno rifiuterebbe uno spuntino al sacco.»
    Aveva sentito parlare di quelle strane bestie da Jek, il vorcha sembrava piuttosto entusiasta di andarle a pescare e Wrond poteva o non poteva essere del suo stesso pensiero. Il tutto poteva anche essere considerato normale, se non usassero fucili a pompa per pescare e delle granate.

  2. .

    Allen McQueen

       Fazione: SSC
       Ruolo: Detective




    L'uomo che sta scendendo da quella ruota panoramica ha almeno tre tonalità in meno di colorito sul suo volto.
    Ci potevano essere varie spiegazioni tipo che l'uomo soffrisse di vertigini, che la rotazione gli avesse ripresentato il pesce di Thessia mangiato a pranzo oppure che si fosse preso un grande spavento.
    Io voto senza dubbi per la terza opzione...soprattutto perchè il volto della donna, invece, ha almeno tre tonalità di incazzatura in più rispetto a quando era salita.
    Qualunque cosa fosse successa là sopra, non faceva altro che aumentare i sospetti che ho su quei due.

    < Ok, Eva...interveniamo. > dico alla ragazza < Ti presenterò come mia collega, ok? Credi di riuscire a fingerti un poliziotto? >
    Eva annuisce convinta < Come nei film che mi hai fatto vedere? >
    < Esatto...andiamo! E se le cose si mettono male, usa il tuo Pugno Letale! >
    Beh...ho a disposizione Cassius Clay in versione femminile, tanto vale sfruttarla se serve.

    Andiamo a metterci proprio all'uscita della giostra e posiziono Eva di fianco a me, coprendo quasi la totalità della corsia d'uscita in modo tale che i due sarebbero stati costretti a fermarsi e infatti i due, quando ci arrivano di fronte, si fermano.
    Entrambi ci guardano interrogativi e scocciati, evidentemente il nostro pedinamento non era poi passato così inosservato.
    < Scusateci... > esordisco serio e professionale < ...io sono il detective SSC Allen McQueen e lei è la mia collega... >
    < Io sono Eva Adama. > dice Eva con la faccia da dura < Detective SSC Eva Adama. >
    < Ci spiace avervi dovuto seguire ma il vostro comportamento è stato piuttosto sospetto. Senza offesa per la "signora" ma anche il suo aspetto è sospetto: capelli sospetti, tatuaggi sospetti, portamento sospetto. E i suoi due amici? Molto sospetti! Il volto pallido e spaventato di questo signore? Sospettissimo! Va tutto bene, signore? La vedo un po' turbato. >
    Capelli Ribelli sta per dire qualcosa ma Eva la ferma subito con un gesto severo della mano < Il mio collega ha chiesto al signore. Quando parla con lui, parla con lui...quando dice 'chiudi quella cazzo di bocca', allora parla con te, capito? >
    Merda! Forse Eva sta leggermente esagerando nella parte del poliziotto e forse avrei dovuto specificare di fingersi uno dei poliziotti buoni che vede nei film, non uno di quelli cattivi!
    < Non fa nulla, detective Adama...la "signora" non accusata di nulla. > dico cercando di tamponare la situazione.

    Spero proprio di non essere costretto ad usare il Pugno Letale di Eva!
    Merda!


  3. .

    Vanessa Castillo

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    Alla fin fine aveva azzeccato: Tetsuo voleva altre foto, le quali avrebbero avuto una grossa probabilità di essere ridistribuite. Lei non aveva alcun potere sulle scelte di Wrond e Jek in merito a questa questione, per cui non si sarebbe azzardata a parlare anche per loro.
    A quanto diceva il fotografo, egli era famoso e le prometteva una buona paga. Vanessa avrebbe anche potuto prendere in considerazione l'idea, solo per quell'unico motivo, ma l'uomo continuava a sbagliare le sue carte.

    «Non ho di certo bisogno di un coltello per raggiungere il mio scopo.»
    Gli occhi grigi della donna si colorarono d'azzurro, mentre la mano destra della donna veniva ricoperta da un'aura dello stesso colore.
    L'azione che compì fu fulminea: attorno al collo dell'uomo si formò un cerchio dal colore bluastro, grande abbastanza per lasciarlo respirare. Con un comando della mano, il cerchio cominciò a stringersi poco a poco attorno al collo di Tetsuo.
    Vanessa vide i disperati tentativi dell'uomo di bloccare il tutto, il quale cercava invano di bloccare il soffocamento.

    «Tu non sai niente di me, nemmeno il mio nome, eppure...» la donna si portò più vicina a Tetsuo, bloccando momentaneamente il restringimento del cerchio. Il fotografo era ancora in grado di respirare, a fatica, ma poteva ancora farlo.
    «... vuoi comprarmi come tutti i tuoi "collaboratori"; senza neanche sapere chi sono!»
    Il viso di Vanessa si era portato più vicino a quello dell'uomo, bloccandogli la vista. L'altra mano libera della donna prese a circondarsi anch'essa di un'aura azzurra.
    «C'è molta arroganza nelle tue parole, Senhor Tetsuo. Credi davvero che io faccia le cose per puro caso? Non credi che io sappia quando passare inosservata e quando non? I soldi non sono sempre un tasto certo per avere tutto.»
    Gli occhi di Vanessa promettevano solamente morte, il suo volto non lasciava trasparire altro.

    Il cerchio biotico attorno al collo cominciò nuovamente a stringersi per alcuni secondi poi, com'era apparso, scomparì senza lasciare traccia e liberando Tetsuo da una possibile morte per soffocamento.
    L'enorme ruota riprese a girare proprio subito dopo, riprendendo il suo giro con tranquillità.
    Vanessa si distanziò dal fotografo, tornando al suo posto come se nulla fosse successo.
    «Ne parlerò con i miei compagni, non posso decidere per loro. Forse uno dei due accetterà la tua proposta.»
    La mercenaria era tornata esattamente come prima, ovvero come Tetsuo l'aveva incontrata poche ore prima, lasciando a se stesso il pover'uomo.
    «In cambio di ciò, dovrai dire a quei due tizi che ci hanno seguiti sin qui di smetterla, se tengono alla loro vita» gli comunicò, mentre guardava fuori ad uno dei finestrini dell'abitacolo, «O non sono con te?»

    La ruota panoramica finì il suo giro e con essa anche quello dei due umani. Vanessa uscì per prima dalla cabina, mentre Tetsuo ne uscì un po' spossato in volto. Entrambi si allontanarono dalla giostra per lasciare il passaggio al nuovo flusso di persone.
    Il tentativo di soffocamento di Vanessa non aveva lasciato alcun segno visibile, se non il permanente ricordo di cosa avrebbe potuto fare.

  4. .

    Allen McQueen

       Fazione: SSC
       Ruolo: Detective




    Rischiamo di perderli per due volte mentre io ed Eva li pediniamo per mezza città. La prima volta, appena fuori dall'hotel a causa del rifacimento del film di spie che mi aveva decisamente distratto...forse ci avevamo messo troppo trasporto e così...beh...avevamo aggiunto alla scena anche qualche extra per la extended version.
    La seconda sull'affollato trasporto pubblico che se da un lato ci facilitava nel passare inosservati, dall'altro rendeva più difficile individuare i nostri obiettivi. Per fortuna Capelli Ribelli era abbastanza appariscente da essere difficile da perdere di vista.
    Durante il pedinamento, ho come l'impressione che la donna guardi per almeno due volte il giapponese soppesando mentalmente la sorte da riservargli ma sono troppo distante per capire se è davvero così o è una mia immaginazione.
    Resta comunque il fatto che la faccenda si sta facendo sempre più torbida...soprattutto quando i due raggiungono le giostre in riva al mare e decidono di salire sulla ruota panoramica.
    Ora.
    La ruota panoramica si prende solitamente per tre motivi: se hai dei figli particolarmente rompi palle che vogliono vedere la città dall'alto, se vuoi pomiciare con la tua ragazza e, terzo ma in questo caso molto adeguato alla situazione, se vuoi parlare a tu per tu con la sicurezza che nessuno ti ascolti.
    La loro mossa ci mette fuori gioco però: anche a riuscire a salire nella cabina successiva, non avremmo comunque potuto sentire i loro loschi piani.

    < Merda! > esclamo leggermente adirato < E ora che facciamo? >
    < Quella cosa che gira, cos'è? > domanda Eva indicando la giostra.
    < E' una ruota panoramica. Non è molto divertente ma esiste da quando esistono i parchi dei divertimenti. Quando sei in cima, puoi goderti il panorama. >
    Eva fissa la giostra in silenzio per alcuni secondi < E' inutile. > afferma convinta.
    < Non è divertente ma inutile non saprei. >
    < Oggi è inutile con le astroauto. Viaggiano più in alto. Possono andare ovunque. Il paesaggio è più vario. La ruota panoramica è inutile. >
    Ragionamento lineare e assolutamente inattaccabile. A volte Eva quasi mi spaventa per come riesce a ricavare conclusioni avendo a disposizione solo pochi dati.
    < Oooook...resta il fatto che loro ci stanno salendo e tanti saluti al nostro origliare. >
    Eva fissa ancora per alcuni secondi la ruota in silenzio e vedo i suoi occhi compiere piccoli ma veloci movimenti come se stesse calcolando qualcosa < Sone sesti in coda. Dovranno aspettare circa 382 secondi per prendere il loro guscio. La ruota impiega 363 secondi e 48 centesimi a compiere un giro. Dobbiamo aspettare 745 secondi prima che scendano. >
    < 745 secondi e 48 centesimi. > specifico con un sorriso.
    < 745 secondi e 48 centesimi. Aspettiamo. > annuisce lei convinta.
    Ma come diavolo fa?
    Possibile che il suo cervello sia così 'avanzato' da potere calcolare tempi e distanze con quel livello di precisione?
    Quali sono veramente le potenzialità di Eva?
    < Come fai ad essere sempre così precisa? > le domando lanciando un'occhiata all'orologio.
    Dobbiamo aspettare almeno 12 minuti, tanto vale che mi tolga qualche curiosità.
    < Io vedo. > dice prontamente con un'espressione che mi fa capire come quella risposta non la soddisfacesse < E' difficile da spiegare. Si aggiungono linee, numeri, segni strani quando osservo attentamente qualcosa. Si disegnano su quello che sto guardando e poi arriva il risultato. Mi spiace non essere d'aiuto. > aggiunge con quell'aria triste che mi fa sempre stringere il cuore.
    Io la prendo per la vita, rassicurante < Non fa niente. Ho capito più o meno cosa vuoi dire. > poi la guardo indagatore < C'è altro che riesci a fare? Intendo altre cose di questo tipo. >
    Lei annuisce soddisfatta < Se osservo attentamente un'azione poi posso replicarla. Migliorata nei gesti del corpo fino alla perfezione. >
    Figata!
    Io mi guardo attorno curioso in cerca di qualcosa con cui metterla alla prova. In un parco giochi ci sono parecchie attività che richiedono coordinazione e colpo d'occhio. Scarto il tiro a segno immaginando che avrebbe fatto centro ogni volta e scarto anche il gioco delle palline da fare entrare nei buchi fino a quando trovo esattamente quello che mi serve.

    < Hai mai dato un pugno, Eva? > annuisco complice indicandole il punching ball che è posto proprio a un passo dalla ruota panoramica.
    Lei fa no con la testa e nel frattempo si avvicina al gioco. < Jenassa mi ha insegnato alcune prese di sottomissione. Per i malintenzionati. Ma niente pugni. >

    Ci sono 3 coppie di ragazzi umani impegnati in quel momento alla macchina del punching ball, 3 ragazze e 3 ragazzi che a turno prendono a cazzotti la palla di gomma.
    Eva osserva la tecnica di tutti e 6, sempre con i suoi occhi che si muovono veloci e leggeri in ogni direzione poi fa due passi e tocca uno dei ragazzi sulla spalla.
    < Rifallo. Insegnami. > dice un po' fredda.
    Quello la guarda con una faccia da 'ma cosa vuole questa da me' e si mette a ridere con i suoi amici.
    Non capisco perchè abbia scelto proprio quello tra i 6 che, onestamente, non aveva poi fatto un gran punteggio. Io avrei scelto quello grosso che era riuscito ad arrivare a 879/999, per esempio.
    E infatti quello grosso si intromette tra Eva e il prescelto < Se vuoi ti insegno io...hai visto quanti punti ho fatto, no? > aggiunge soddisfatto.
    Ma Eva non è daccordo < No. Lui colpisce meglio. Non fa punti alti perchè ha il baricentro troppo spostato verso il basso. Ha le gambe corte. >
    Che figura di merda!
    In effetti il tizio non è ben proporzionato ma...cazzo! Un minimo di tatto!
    < Rifallo. > ordina Eva prima di incontrare il mio sguardo. Con un gesto della testa molto significativo, cerco di rimproverarla < Rifallo. Per favore. > aggiunge educata.

    Sarà stata la situazione vagamente surreale, sarà stato il fascino innegabile di Eva ma fatto sta che quello accetta.
    Sgancia la palla e BUM. Molla un bel cazzotto sotto gli occhi attenti di Eva.
    < Ancora. Per favore. >
    E quello. BUM!
    < Ancora. Per favore. >
    E di nuovo. BUM!

    < Mi stai costando una fortuna! > esclama il ragazzo dalle gambe corte al sesto cazzotto che tira al punching ball.
    < Basta così. Grazie per avermi insegnato. >
    Eva si piazza davanti alla macchina e io le pago il cazzotto con il mio factotum.
    Ormai attorno a noi si è creata una piccola folla di curiosi molto concentrata sulla scenetta che sta andando in onda. Del resto, non è da tutti i giorni trovarsi a tu per tu con una gran bella ragazza, vestita da escort e che si sta preparando a tirare un pugno al punching ball.
    Io, devo ammettere, sono estremamente curioso. Stando a quello che mi ha accennato Eva, il fatto di avere visto il COME si fa una cosa, la rendeva ora una esperta in quella cosa ovvero, avrebbe dovuto tirare un gran bel cazzotto. La mia curiosità era vedere a che punteggio sarebbe riuscita ad arrivare. Certo, Eva ha un gran bel fisico ma non è né altissima, né una campionessa di sollevamento pesi...anzi.

    Eva fissa un punto della palla e poi parte...io non perdo un suo movimento e anche se non sono un esperto di pugilato, quello che vedo va ben al di là della perfezione: è un movimento fluido, aggraziato, leggero e letale: quando le sue nocche impattano sulla palla non ho bisogno di guardare il punteggio.
    Prima vi è un generale OOOHH!!! sbigottito da parte della piccola folla che viene presto sostituito da un applauso convinto.

    < Come cazzo, di un cazzo...hai fatto? > esclama il ragazzo osservando il 999 che lampeggia sul display.
    < Ho imparato. Il mio baricentro è perfettamente posizionato. Il mio corpo è perfetto. Le mie gambe non sono corte. Grazie. > poi si rivolge a me < Allen. Tempo. Le nostre prede scenderanno tra 18 secondi. >
    Ho emozioni contrastanti in quel momento. Sono eccitato ma anche dannatamente spaventato...e il fatto che avesse chiamato 'prede' i nostri obiettivi, non so perchè, mi fa venire un brivido freddo lungo la schiena.


  5. .

    Vanessa Castillo

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    Quel tipo spuntato fuori dal nulla era sempre più strano agli occhi di Vanessa: egli affermava di essere già stato su Nevos, di conoscere già i vari posti turistici offerti dal pianeta. Al tempo stesso non era mai stato in quell'hotel, si era affidato alla scelta del "piatto del giorno" e sembrava conoscere uno degli chef.
    Di tutte le cose che le si potevano dire, "stupida" non rientrava tra i primi mille. C'erano fin troppi campanelli d'allarme belli che suonanti nella sua testa.
    Doveva giocare bene le sue poche carte e in base a quello capire dove mettere Tetsuo, se tra i "vivi utili" o tra gli "utili da morti".

    «Sai com'è... con un krogan e un vorcha al seguito bisogna adattarsi.»
    L'ultima volta che avevano deciso di andare in un posto "normale", come il teatro, erano finiti con il posto in fiamme, qualche attore con un morso da vorcha e un vecchietto morto di crepacuore. Un salarian, se non ricordava male.
    «Non nominare neanche gli acquari!» sbottò la donna, gesticolando con le mani un segno di "stop", «Per colpa di Wrond abbiamo un ordine restrittivo sulla Cittadella. Un turian dell'SSC lo ha beccato in uno dei laghetti del Presidium mentre cercava dei pesci per la cena.»
    Avevano dovuto ripescarlo con una specie di gru, mentre lei era stata costretta a sorbirsi tutta la rottura di scatole, la multa, la ramanzina e beccarsi pure il divieto di circolare troppo vicino a quel posto. Tutta per colpa di un krogan ingordo che aveva la sfortuna di conoscere.
    «E non preoccuparti, siamo due adulti e un vorcha che riesce a recitare mezzo alfabeto senza sbagliare, per divertirci non dobbiamo neanche impegnarci per trovarlo.»

    All'arrivo dei loro piatti la loro conversazione sembrò scemare per permettere ad entrambi di dedicarsi al cibo.
    Il piatto di Tetsuo aveva decisamente troppi vegetali blu per i gusti di Vanessa, decisamente poco amante di quella roba già di suo. Per sua fortuna era in grado di riconoscere qualche parola in croce, giusto il minimo per capire cosa evitare.
    Il suo piatto, invece, all'apparenza si presentava anche bene: una combinazione di carne tagliata a strisce, rosolata in qualche spezia, assieme a delle fette sottili di una pianta che per molti ricordava il bambù, anch'esse rosolate con qualche salsa dal colorito blu.
    Contrariamente al suo aspetto, quel piatto era una combinazione pericolosa di speziato, piccante e pieno di calorie; quest'ultime decisamente utili se eri un biotico che usava spesso le sue abilità.
    Vanessa aveva assaggiato quel piatto diversi anni fa, quando ancora lavorava al Blue Sirens come buttafuori. Una delle ragazze aveva la passione per la cucina e di tanto in tanto offriva i suoi tentativi ai colleghi.

    «¡Buen provecho!» rispose ella, poco dopo le sue parole.
    "Sarò vecchia io, ma che diamine doveva farci con il Factotum? Non ditemi una foto!" pensò la donna tra sé e sé. Non aveva mai capito il divertimento nel farlo, ma forse perchè non girava con una macchina fotografica come lui.
    Contrariamente alla sua personalità da roulette russa, Vanessa mangiava con apparente calma ma al tempo stesso sembrava reticente a farlo così pubblicamente. Era tesa, quasi sull'orlo di aggredire chiunque provasse ad avvicinarsi troppo. Il suo nervoso però scompariva ogniqualvolta prendeva del vino per berlo.
    Nella sua testa tutto sembrava decisamente più sveglio e sul piede di guerra, parte di lei era decisamente tentata di usare l'intera bottiglia di illium Elite e spaccarla alla coppia lì vicino, solo per aver osato guardare troppe volte in quella direzione, ma avrebbe sprecato del buon vino e la sua rabbia non sarebbe scemata. Senza contare che c'era un nuovo campanello nella sua testa, in merito a quel fastidioso duo.

    Finì di pranzare poco dopo Tetsuo che, sebbene si fosse preso il suo tempo nella degustazione del piatto, si era rivelato ben più veloce di lei nel concludere.
    Guardò con sospetto le foto che le presentò davanti: era abituata a vedersi comparire foto sue e dei suoi compagni, spesso accompagnate a informazioni o la cifra della taglia, ma non erano mai così ben definite. A conti fatti stavano presentando un potenziale pericolo, se fossero circolate fino ad arrivare alle mani dei cacciatori o di qualche suo nemico.. la sua vacanza sarebbe durata ben poco.
    L'ago della sua bilancia "vivi o "morti", con tanto di volto di Tetsuo ben stampato sulla punta, stava cominciando a puntare verso la seconda scelta.
    «Hai detto giusto: ignorare» disse con tono lapidario.
    Se quest'uomo era veramente un fotografo come affermava, quelle immagini avrebbero potuto davvero circolare ovunque.
    Vanessa non aggiunse molto e né commento la richiesta dell'asiatico di allontanarsi. Recuperò la bottiglia di vino non finita, dopotutto era tutto pagato ed era uno spreco lasciarla lì, per alzarsi dal tavolo.
    Badò poco alle parole di una delle cameriere, a Vanessa poco importò che si lamentassero per il "sequestro" della bottiglia o per altro, lasciando invece a Tetsuo risolvere quel problema.

    Fu lei invece a scegliere il "posto" dove poter parlare: vicino alla spiaggia c'erano delle attrazioni turistiche, giostre per la precisione. Il giorno prima ci avevano giusto portato Jek per farci un giro.
    Presero uno dei trasporti pubblici, anche se piuttosto affollati, per arrivare a quel posto. Distava appena dieci minuti dall'hotel in cui Vanessa alloggiava.
    Tra tutte le giostre lì presenti c'era anche quella che la donna preferiva di meno: la ruota panoramica, entusiasmante da distruggere e mettere a fuoco ma assai poco da usare per il classico divertimento. Il punto è che a loro serviva un posto sicuro per parlare e le classiche cabine con capienza da 2-3 persone erano perfette, meglio ancora se ad una quota massima di 193 piedi d'altezza.

    «Senhor Tetsuo... può andare bene? Non ci sono le classiche e romantiche due lune in vista, c'è il rischio di avere le vertigini già a sessanta piedi di altezza... ma almeno potrà dichiarare morte al Consiglio senza che nessuno lo sappia.»
    Vanessa guardò l'enorme giostra, ben illuminata persino a quell'ora. Si chiese quanto tempo avrebbe potuto impiegare per sganciarla e farla rotolare per le strade della città. Forse a fine vacanza lei e Jek potevano anche farlo prima di andar via.

  6. .

    Allen McQueen

       Fazione: SSC
       Ruolo: Detective




    Il Dottor Pepper e Miss Pepper sono decisamente persone divertenti e cordiali, si alternano nelle domande che rivolgono ora a me, ora ad Eva. Ascoltano attenti le risposte, ridono delle nostre battute e noi ridiamo delle loro. Beh...io più di Eva poichè il suo sense of humor non è ancora molto sviluppato in lei e spesso abbozza un semplice sorriso di circostanza quando non riesce a capire perchè gli altri stiano ridendo.
    Io, Eva e Jen avevamo escogitato un metodo infallibile per nascondere le molte lacune dell'androide agli occhi degli estranei: quando succedeva qualcosa che Eva non riusciva a comprendere, lì per lì adeguava il suo comportamento al nostro, immagazinava nel suo cervello positronico la situazione e in seguito, quando eravamo soli, le spiegavamo cosa era successo.
    Eva osservava tutto con curiosità poichè tutto per lei era fondamentalmente una novità; forse l'avevamo liberata troppo presto, ben prima che i tecnici che avrebbero dovuto sviluppare la sua conoscenza potessero terminare il proprio lavoro.
    Ma ormai quello che era fatto, era fatto.

    Il pranzo è buono, la compagnia ottima ma la mia attenzione si focalizza sempre di più sulla strana coppia che si è formata al tavolo accanto al nostro.
    Al tizio giapponese si è aggiunta la stessa donna della piscina, quella dai capelli orrendi ai quali si sono aggiunti anche dei vestiti orrendi! Di sicuro non era una di quelle persone che danno molto interesse a cosa pensano gli altri. Però...cazzo! Un minimo di dress code!
    Ma più che i suoi vestiti, è il contesto che suscita un prurito al mio istinto di detective.

    Quei due sembrano non conoscersi visto che per tutta la durata del pranzo si sono scambiati sì e no una decina di parole...e allora cosa ci fa un rispettabile umano in compagnia di quella che, ormai, io sono sicuro sia una mercenaria prezzolata? Una mercenaria che poteva contare sull'aiuto di un krogan e di un vorcha, due razze famose nella galassia per diplomazia e rettitudine morale.
    Senza contare il fare complottistico con cui i due si stavano relazionando.
    Il samurai prima aveva passato dei documenti alla donna e poi, quando aveva notato il mio sguardo, aveva invitato la donna ad allontanarsi come a volere terminare il loro discorso in un luogo più tranquillo.
    L'uomo, inoltre, aveva mostrato alla donna un oggetto che assomigliava in tutto e per tutto ad un arma...con tanto di mirino e canna telescopica.

    Cosa volevano fare quei due?
    Forse l'uomo stava assoldando i 3 mercenari per un omicidio mirato o come scorta privata per qualche losco affare che aveva in corso...o c'era in ballo un traffico di droga? Un attentato? Rapimento e riscatto?
    Una bomba. Quell'oggetto poteva essere una bomba...naaa...un hotel come questo è sicuramente dotato di bomb detector.
    La cosa puzza più del piatto di pesce che ho davanti a me! Devo seguire quei due prima di perderli di vista ma mi serve un valido motivo per mollare il Dottor Pepper e Miss Pepper.
    Ed è Eva a venirmi in soccorso involontariamente.
    Anche lei, come me, aveva passato buona parte del tempo a osservare la coppia. Credo che il suo interesse fosse più focalizzato sui tratti somatici dell'asiatico che tanto le ricordavano Sakura piuttosto che sui dettagli che avevano attirato la mia attenzione ma entrambi volevamo sapere di più sull'ultimo samurai e la sua compagna dai capelli orrendi.

    < Allen. > mi dice ad un tratto Eva appena i due si alzano dal tavolo < Non mi sento molto bene...ho...quella cosa che viene quando non digerisci. Allo stomaco. Quella che poi devi andare in bagno e mi devi tenere la fronte...l'abbiamo visto in quel film 19 giorni, 15 ore e 19 minuti fa... >
    Ammetto che quello era il peggiore diversivo a cui avessi mai assistito e anche le facce dei miei commensali sono piuttosto stupite. Anzi, sono talmente stupite che dal collo in su sembrano avere un enorme punto interrogativo al posto della testa. 19 giorni, 15 ore e 19 minuti fa non le avevo detto come si chiamava tutta la scena che aveva appena descritto.
    < Nausea...intendi un attacco di nausea... > mi affretto a dire alzandomi dalla sedia e prendendola per una mano.
    Ci congediamo educatamente dai nostri compagni di pranzo e velocemente ci mettiamo in scia della strana coppia.

    L'abbigliamento di Eva non è esattamente adeguato per un pedinamento o meglio, l'avvenenza di Eva non è per nulla adeguata a un pedinamento ma se ce la giochiamo bene, non avremmo avuto difficoltà a mescolarci tra gli ospiti dell'hotel e contemporaneamente non perdere di vista i due. Dirò di più: sarebbe stata Eva stessa il nostro ariete.
    I miei sospetti si infittiscono quando vedo i due in disparte, in un angolo della reception troppo appartato.

    < Mi serve il tuo aiuto. > dico ad Eva < Quei due stanno combinando qualcosa di losco e io sono pur sempre uno sbirro...uno sbirro in vacanza ma sempre sbirro. >
    < L'uomo che assomiglia a Sakura ha mostrato dei fogli con impresse delle immagini. > comincia a dire Eva, seria e compita < Immagini della donna. Dell'alieno con i denti aguzzi. E dell'alieno grosso. >
    Fotografie del trio di mercenari.
    Lo scenario cambiava prospettiva con questo dettaglio che mi era sfuggito.
    Possibile che l'uomo asiatico stesse ricattando i tre?
    Che avesse scoperto qualcosa che poteva metterli nei guai e ora volesse scambiare quelle informazioni per denaro? O magari con uno dei servizi che ogni mercenario è disposto a fare per denaro?
    Ok. Poteva avere senso ma allora il ninja si stava ficcando in un vero e proprio casino! Affrontare così, da solo, un branco di mercenari per ricattarli? Non sembrava essere esattamente nè Bruce Lee nè Blasto.
    Dovevo intervenire prima che la situazione sfuggisse di mano.

    < Dobbiamo avvicinarci di più. Sentire cosa si stanno dicendo. E dobbiamo farlo senza destare sospetti. > spiego veloce alla ragazza.
    Eva annuisce e comincia a squadrare l'ambiente. Passano una decina di secondi prima che apra la bocca.
    < 8 giorni, 3 ore e 47 minuti fa. Faremo come in quel film con le spie che mi ha fatto vedere Jenassa. Ci appoggeremo a quella colonna posta a 2 metri e 27 centimetri dalla posizione dell'uomo che assomiglia a Sakura. Tu mi bacerai. Io mi aggrapperò a te con le gambe. Mi dovrai dire che mi ami e dovrai guardare sempre e solo me. Infilerai una mano sotto al costume afferrando una delle mie ghiandole mammarie. La destra. Io ansimerò e ti dirò che ti amo. Nel frattempo ascolteremo. Forse proveranno imbarazzo. Gli umani provano imbarazzo quando assistono a queste cose ma non si allontaneranno. Agli umani piace guardare queste cose. >
    < Cioè...dovremmo fare finta di essere...ehm...tipo innamorati...no perchè...non so...tu mi piaci ma non ho mai baciato una come te...cioè tu mi piaci...molto...ma non vorrei approfittarne...e poi sei...ehm...come dire... > Merda! Mi sono incartato come al solito!
    Per fortuna Eva non è una ragazza come le altre < Tu mi vuoi bene Allen. Io voglio bene a te. Mi insegni. Mi proteggi. E mi guardi come fanno nei film. Non facciamo finta. Io sono la tua ragazza. >
    < Wow! Quindi...tu sai come si fa...quello che hai visto nel film di spie? >
    Eva annuisce < Jenassa mi ha insegnato. Abbiamo rifatto la scena del film di spie. 6 volte. Anche lei mi vuole bene. Ma lei mi guarda in modo diverso da te. Lei mi guarda come...lupo affamato. >
    Impiego circa 5 secondi a realizzare ciò che Eva mi sta dicendo e... < Cioè...tu e Jen avete... >
    < Sì. Ha tentato di unirsi con il mio cervello ma faceva male. L'ho scacciata. E' stato bello ma doloroso. Andiamo. Non resteranno lì per sempre. >
    Mentre mi conduce verso la colonna la mia mente è attraversata da un turbinio di pensieri che si accavallano ma uno in particolare sembra avere il sopravvento: quando torniamo a casa, devo assolutamente convincere il Guardone a darmi la registrazione del rifacimento della scena del film di spie!
    6 volte.
    Cazzo!


  7. .

    Vanessa Castillo

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    L'uomo di nome Tetsuo l'aveva lasciata con molte più domande che risposte. A conti fatti... Vanessa aveva ottenuto ben poco.
    Guardò la foto che l'uomo le aveva lasciato, leggendo ciò che aveva scritto su di essa. Chi mai faceva foto in quel modo nel ventiduesimo secolo? E che diamine voleva da lei?

    «Lo hai già fatto scappare?»
    Wrond comparve vicino a lei e con lui Jek, ripescato dalla piscina e ancora con il suo costume addosso. Un vero miracolo.
    «Ho rimediato un appuntamento» dichiarò con sorpresa. Contrariamente al solito, non si era dovuta neanche impegnare, il che era decisamente strano.
    Mostrò ad entrambi la foto scattatole poco prima da Tetsuo.
    «Ho proprio una faccia da culo» commentò, lasciando che Wrond prendesse la foto per vederla meglio.
    «Tu faccia culo. Già»
    «Una di quelle da prendere a schiaffi... o a testate»
    «Faccia stupida»
    «Senza contare il naso! Guarda come pende storto.»
    «Naso da culo»
    «Ragazzi» li richiamò, «Mi lusingate troppo, state rischiando che vi porti a letto.»

    Il krogan sbuffò al suo commento e le riconsegnò la foto senza troppe cerimonie, rischiando quasi di farla finire in acqua.
    «Tu appuntamento?» le domandò Jek, ricordatosi della prima frase detta dalla donna.
    Vanessa finì il suo drink in un sorso, per poi annuire al compagno.
    «Ha parlato di una "collaborazione" e di "verificare di essere compatibili"»
    «E che diamine è? Un'asari?» domandò secco il krogan.
    La mercenaria alzò le spalle, non sapendo dare una risposta al suo quesito.
    «C'è di certo che se mi chiede di fare da modella, allora ha gli occhi coperti da prosciutto di varren» disse, facendo poi loro segno di voltarsi verso una direzione specifica.
    «Quella tipa è più adatta a quel ruolo.»

    Nel suo inseguimento di Jek per tutta la piscina, era stata brevemente distratta dall'arrivo di una donna con uno di quei tipici costumi da "non hai bisogno neanche di immaginare", seguita a ruota da quello che le sembrò (a prima vista) un amico... o anche il suo ragazzo.
    Fu in parte per colpa loro se prima Jek le sfuggì dalla vista, giusto il tempo per allontanarsi il più lontano da lei.

    «Avrebbe dovuto fare una foto a lei» dichiarò, alzandosi finalmente in piedi.
    «Tsk. Niente di che.»
    «Niente di che? Wrond? Ti devo portare dall'occ-»
    Il krogna non si preoccupò minimamente di lasciarla finire.
    «Non ho interesse per le umane.»
    «Essere deboli» aggiunse Jek, appoggiando la decisione dell'amico.
    Vanessa portò la mano con la foto all'altezza del proprio cuore.
    «Quindi i vostri rifiuti delle mie avances non erano perchè fossi io, ma proprio perchè sono umana! Il mio cuore si sente molto meglio.»
    «Tu avere cuore?» le chiese Jek, decisamente dubbioso delle parole di Vanessa. Quest'ultima lo colpì con la foto.
    «Certo! Secondo cassetto a destra, vicino alla mia Diplomazia.»
    In questo caso, Diplomazia era il nome della sua fidata pistola.

    Da lì a pochi minuti, il trio si diresse verso la camera condivisa, ognuno con i propri interessi e obiettivi sul come passare la giornata.
    Per Vanessa il motivo era semplice: avrebbe dovuto lavarsi e cambiarsi con dell'altro, per poi presentarsi allo strano appuntamento con Tetsuo.

    Il suo arrivo nel ristorante avvenne alle dodici e cinquantacinque spaccate. Il suo strano vizio di coincidere sempre con numeri pari a cinque o suoi multipli era sempre più forte di lei.
    Andò direttamente dalla caposala, un'asari con decisamente il quintuplo degli anni dell'umana. Le riferì il numero del posto e il nome di colui che aveva prenotato. Le fu indicato il tavolo, così da permetterle di orientarsi tra i tavoli.
    Ci mise ben cinque minuti tra l'attesa, la richiesta e l'individuazione del tavolo con Tetsuo già bello che seduto.

    «Già scelto cosa prendere?»
    Senza neanche salutare l'uomo, Vanessa si sedette alla sedia direttamente opposta a quella dello straniero.
    Vederli assieme a quel tavolo aveva dell'incredibile: tra abiti, portamento e aspetto... era come vedere il giorno e la notte.
    Vanessa guardò anch'ella il menù proposto dal ristorante, riconoscendo un paio di piatti tipici asari. Era fortunata su quel punto: lavorare al Blue Sirens le aveva permesso di imparare una moltitudine di insulti in quella lingua, ma anche di saper riconoscere diverse parole.
    «Se lei non è un biotico, richieda "senza Zero"» lo informò, continuando a scorrere la lista, «Le asari lo infilano ovunque. Sa... è per via della loro biologia o stronzate del genere.»

    «Salve! Avete già deciso cosa prendere?» una cameriera asari, praticamente spuntata dal nulla, si presentò al loro tavolo.
    «Per me...» fece scorrere nuovamente il menù, fino a trovare quello che aveva scelto. Tutto sommato era un semplice piatto a base di pesce di Thessia, ma si trattava di un menù asari: il 90% era composto da pietanze a base di pesce o crostacei.
    «Non sono capace di pronunciarlo, ma prendo questo.»
    «Con o senza Zero?»
    «Con» affermò sicura, facendo nuovamente scorrere il menù sulla lista delle bevande.
    «E una bottiglia di Illium Elite» aggiunse, ben conscia di preferire il vino a della semplice acqua.

  8. .
    Un paio di immagini di riferimento prima di iniziare.
    Innanzitutto, non ho ancora fatto la scheda di Eva ma se vi state chiedendo qual è il suo aspetto, lei è Catherine Zeta Jones in 'Chicago' ovvero questa qui:


    Quanto al costume 'suggeritole' da Jenassa, è questo:
    Sexy-Bikini-Contest-Micro-Swimwear-Metallic-Ocean-Blue-Monokini-G-String-F8-1813-F



    Allen McQueen

       Fazione: SSC
       Ruolo: Detective




    < Gli altri ospiti. Perchè continuano a fissarmi? >
    Lancio un'occhiata a 360° del ristorante ed, effettivamente, molti occhi in quel momento stanno fissandoci...o meglio, stanno fissando Eva che è in piedi accanto a me.
    Poi faccio una radiografia totale alla mia accompagnatrice da capo a piedi.
    < La prossima volta, ti porto io a fare shopping, ok? > dico alla ragazza, arrossendo.
    < Jenassa ha detto che devo risaltare i miei punti forti. > replica Eva con calma.
    < Jen ha ragione...ma così sono TROPPO risaltati! >
    Il problema di avere una escort di alto bordo come fashion designer è che, 99 volte su 100, farà di te una escort.

    Ora, vi starete chiedendo cosa ci facciamo in questo momento io ed Eva in uno dei più lussuosi hotel di Nevos, giusto?
    Beh, per farla molto breve, due settimane prima avevo avuto il classico 'colpo di culo' che ti capita una volta nella vita: mentre ero di pattuglia con Napoleone (il mastino napoletano del reparto cinofilo, quello che mangia più ciabatte che crocchette) ci eravamo fermati a mangiare qualcosa presso un chiosco di hot dog. Avevo comprato due salsiccioni a testa per me e il mio cane e avevo deciso di mandare giù il boccone con una freschissima Doctor Pepper. Fino a qui, niente di strano...il 'colpo di culo' fu trovare la scritta HAI VINTO sotto la linguetta della bibita.
    Esatto!
    Tra miliardi di abitanti della Galassia, IO avevo trovato la lattina vincente del concorso 'Rendi la tua vita più FRIZZZZZANTE!' : 2 settimane di villeggiatura all inclusive per 2 persone su Nevos, in un'hotel 5 stelle, tutto pagato dal signor Doctor Pepper!
    Ecco perchè io ed Eva siamo lì, in quel momento. Avevamo passato la mattinata a bordo piscina, ad aspettare il check in e non ci era di certo sfuggito il simpatico siparietto tra la ragazza umana, il vorcha e il krogan. Insomma, non capita certo tutti i giorni di vedere un vorcha in costume da bagno nè un krogan infilato in un salvagente.
    Il mio sguardo da sbirro aveva catalogato quei 3 come persone sospette...da come si muovevano e da come si comportavano, avevano scritto in faccia 'siamo 3 cazzo di mercenari'. Soprattutto la ragazza dalla capigliatura orrenda e dalla faccia tatuata. Con un altro taglio di capelli e senza tatuaggi, avrebbe meritato un abbondante 8 ma così conciata arrivava a stento a un 6.
    < Allen, siamo in vacanza. > aveva detto Eva, sdraiata accanto a me, che aveva intuito come il mio istinto da sbirro si fosse risvegliato.

    < Cosa c'è che non va? > chiede Eva squadrandosi a sua volta da capo a piedi.
    L'androide, mentre aspettiamo di essere accompagnati al tavolo del ristorante, indossa un monokini azzurro elettrico da infarto al miocardio che non avrebbe sfigurato in qualche film erotico di serie B; se Eva riesce ad indossarlo senza sembrare esattamente una zoccola è perchè non c'è niente di malizioso nel suo modo di muoversi e di atteggiarsi. E non c'è niente di perverso neanche sul suo volto incorniciato dal suo sempre perfetto caschetto di capelli neri che, non so come faccia, riesce sempre a tenerlo senza un ciuffo fuori posto. Per "nascondere" il monokini, indossa una specie di maglia gialla lunga fino a metà coscia...peccato che sia una maglia a rete a trama larga che non nasconde proprio nulla. Cammina scalza, appoggiando appena la punta del piede e sembra quasi galleggiare talmente è aggrazziata. Insomma: in quel momento tutti la stanno guardando perchè nel raggio di 4 anni luce, è la donna più bella che si potesse trovare.

    < Signori McQueen! > esclama una zelante asari dal viso dolce appena si accorge della nostra presenza < Prego, seguitemi! > aggiunge con un gentile gesto della mano < Il Dottor Pepper e Miss Pepper vi stanno aspettando. In quanto vincitori del concorso... > ci spiega mentre ci guida per la sala fino al nostro tavolo < ...avrete l'onore di pranzare e cenare con il Dottor Pepper in persona. Inoltre abbiamo stilato un programma di attività per la vostra permanenza, lo troverete nella vostra suite che si trava sull'attico insieme ai vostri bagagli. Escursioni, visite guidate...e anche un concerto della Filarmonica di Thessia che si terrà nella perfetta ricostruzione di un teatro del XX° secolo terrestre... >
    < Noi non abbiamo vestiti adeguati... > dico imbarazzatissimo.
    < Non è un problema, un sarto passerà in serata a prendere le vostre misure...soprattutto quelle della signora McQueen che sembrano perfette. E' una modella? >
    < No...lei è...diciamo...come posso dire... >
    < Io sono Eva. Sto imparando. Lui mi insegna. >
    L'asari le lancia un'occhiata da pesce lesso ma poi si stringe nelle spalle, forse decidendo che non era pagata abbastanza per farsi domande.
    < Ad ogni modo, questi sono tutti i miei contatti. Per ogni cosa, chiedete di me ed esaudirò ogni vostro desiderio. >
    < Grazie...ehm...Nyla? >
    < Si pronuncia Naila. > Ovvio: mai una volta che azzecco un nome asari!
    < Nyla. > dice ad un tratto Eva < Ritiene che i miei vestiti mettano troppo in risalto i miei punti forti? >
    Ecco, essere accompagnati da un androide è garanzia di figuracce ma la gentile Nyla soprassiede con classe e riesce ad evadere la domanda.

    Il nostro tavolo era il più grande della sala e il Doctor Pepper, accompagnato da Miss Pepper, ci stava già aspettando.
    Mentre ci sediamo, Eva resta in fissa su un uomo seduto al tavolo accanto al nostro.
    E' un umano di fattezze asiatiche che, se non sbaglio, quella stessa mattina si era intrattenuto con la moichana tatuata che sarebbe stata un 8 abbondante ma raggiungeva a stento un 6.
    < Sakura... > sussurra Eva.
    Le stringo leggermente l'interno della coscia per farle distogliere lo sguardo fisso che sta mettendo in soggezione l'uomo.


  9. .

    Vanessa Castillo

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    Sia lei che Jek avevano creato un bello scompiglio tra i poveri bagnanti, conclusosi con la donna seduta a bordo piscina ad osservare il suo lavoro.
    Troppo distratta a cercare dove diavolo si fosse cacciato il grosso krogan dopo tutto quel casino, non si accorse dell'arrivo dell'uomo.
    Fu solo per le sue parole, e per il drink offertole, che Vanessa abbandonò la sua ricerca per rivolgergli la sua attenzione. Un qualcosa che al momento non si pentì di averlo fatto.
    L'uomo era certamente di aspetto gradevole per i suoi occhi, senza contare che si stava dimostrando piuttosto educato visto che stava guardando lei, invece della scollatura. Indossare un costume proveniente dalla moda asari poteva causare quel problema.

    «Già dopo cinque minuti il suo corpo ha sviluppato delle branchie primordiali» spiegò, prendendo il drink dal misterioso uomo.
    Era maleducazione rifiutare un drink gratuito. Il tizio poteva anche averlo drogato o avvelenato, ma per una buona volta decise di non farsi troppi giri mentali.
    Dopotutto... anche i suoi nemici potrebbero essere in ferie!
    «Non sempre è facile affogare un vorcha, ancor di più se è quel fottuto Jek!» continuò ma senza dare segni di frustrazione.
    Voleva bene a quel vorcha, anche se alla fin fine non era altro che un coglione patentato.
    «Comunque sì... blue hawaiian» agitò il bicchiere in direzione del suo fratello galleggiante in piscina, «Questo sarebbe il mio quin- oh ecco!»

    A poca distanza dei due umani, sott'acqua, passò un tranquillo Jek. Il vorcha sembrò ignorarli per dedicarsi al suo giro subacqueo personale.
    «Nella prossima vita sarà meglio che io rinasca vorcha... o krogan» dichiarò serenamente.
    Da vorcha avrebbe potuto vivere una vita intensa e breve, ma da krogan sarebbe potuta essere lunga e confusionaria. Due scelte abbastanza appetibili per lei.

    «Allora Senhor Bonito... per cosa dobbiamo brindare?» domandò, giocando con l'ombrellino del drink.
    Nessuno nella sua vita l'aveva avvicinata senza un qualche pretesto, ora come ora il suo intento era quello di capire cosa volesse quest'uomo da lei. Non aveva una faccia a lei familiare, le persone che frequentava non avevano quel tipo di "aura" che lo circondava.

    Nel frattempo, dall'altro capo della piscina, era riapparso Wrond con un enorme retino per la pulizia delle piscine. Il dove lo avesse recuperato era un bel mistero, così come il dove avesse messo il suo grosso e stravagante salvagente.
    In molti lo videro immergere l'oggetto nell'acqua, mettendolo in modo tale che la rete fosse sott'acqua.

    «ESCI FUORI JEK! STAI SPAVENTANDO GLI ALTRI OSPITI!»

  10. .

    Rael Thompson

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    Starà pensando che è colpa mia, indovinò Rael guardando gli occhi del turian stringersi in un'espressione severa, espressione a cui rispose con lo sguardo più innocente che riuscì a fare.
    Malgrado la situazione, Rael trattenne a malapena una risata nel vedere Madison aggrappata ad Hanntius a mo di bradipo su un albero.
    Colse il messaggio di disperazione, ma preferì non rispondervi: era convinta che un po' di contatto sarebbe servito a scioglierlo.
    Poi il Factotum.
    "Rael?"
    Era Finn? Per rivolgerle la parola, la questione doveva essere importante - "Finn, mi dispiace ma non posso passarti Hann: sta giocando al dottore".
    "Cos..? Lascia perdere le sciocchezze per un attimo" - rispose bruscamente il drell - "Devi raggiungerci, appena puoi".
    "Vuoi chiedermi perdono?".
    "... Rael. Si tratta di Alexander"

    Leesa le lanciava occhiate furtive mentre spingeva l'astroauto al massimo sulle strade trafficate.
    "Siete sicuri di volerla portare?" - chiese infine, con un cenno della testa rivolto a Madison, sul sedile posteriore. Prima di partire, fortunatamente, aveva avuto l'occasione di svuotarsi lo stomaco e ora giaceva in uno stato di semi coscienza appoggiata alla spalla del povero Hann - "Se volete... Ecco, posso occuparmi io di lei".
    "È solo una sbronza" - borbottò Rael, che aveva perso tutta la voglia di mettersi a scherzare - "Pensa a condurci da Alexander".
    Leesa ridacchiò nervosamente - "Quand'è che sei passata da cacasotto a darmi ordini?"
    Rael si limitò a guardarla per qualche istante. Fu il factotum di Leesa ad interrompere quella conversazione tesa.
    "Oh, merda" - mormorò l'asari, affrettandosi a rispondere - "Ehi, dolcezza..."
    "Sai che ore sono, vero?"
    "Ehm..." - Leesa cercò aiuto in direzione di Rael, ma ciò che vide fu un chiaro cenno che la invitava a chiudere subito la conversazione.
    "Scusami, Daleen" - proseguì Leesa, sottolineando il nome come per far capire a Rael che non poteva semplicemente mettere giù - "Ho avuto un imprevisto a lavoro".
    "Ah, ora è al Lazuli, che lavori?".
    Leesa sospirò - "Oh, andiamo..." - l'astroauto rallentava progressivamente, e Rael sentiva il sangue salirle alla testa.
    "Insomma, spegni quel cazzo di affare!" - sbottò all'improvviso. Madison si svegliò bruscamente, con una ciocca di capelli incollata al viso.
    Leesa fulminò Rael con lo sguardo.
    "... e questa chi dovrebbe essere?".
    "Daleen, ti spiegherò...".
    "Temo di dover vomitare di nuovo" - avvertì dal retro Madison.
    "... e questa?! Si può sapere che stai facendo!?".
    "Tieni la bocca chiusa e manda giù" intervenne Hanntius, le cui priorità erano decisamente diverse da quelle di Rael e Leesa. Quest'ultima frase fece cadere il silenzio nell'abitacolo.
    "Io... non so cosa pensare".
    "Daleen, non è come...".
    Ma la comunicazione si interruppe bruscamente.
    "Bene" - l'abitacolo tornò silenzioso, e l'astroauto riprese velocità - "Ora ci ucciderà tutti".

    Aveva avuto tanta, troppa fretta nel desiderio di giungere faccia a faccia con quell'uomo, eppure, ormai arrivata alle prigioni, i suoi passi le suonarono lenti ed esitanti.
    Era vecchio, debole, niente a che vedere con l'immagine che si era creata nella mente.
    "Mi prendete per il culo?" - mormorò Rael, sentendo un moto di rabbia salirle dalle viscere. Nello stesso momento, il vecchio alzò il volto verso di lei, mostrando una ferita vistosa alla testa. I suoi occhi si illuminarono.
    "Ditemi che è uno scherzo" - continuò Rael, guardando con disgusto l'uomo alzarsi a fatica e piantare le mani sulla barriera - "Io... non posso infierire su un mezzo cadavere".
    "Rael".
    Avrebbe dovuto chiedergli di Dalio. Ma restò in silenzio a guardarlo, sperando che cogliesse da solo le sue domande. In quel momento, le parole si rifiutavano semplicemente di uscire.

  11. .

    Vanessa Castillo

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    Erano mesi che lei, Wrond e Jek non si prendevano una vacanza degna di quel nome: tra lavori di scorta, furti, protezione e qualche favore per i dipendenti del "Blue Sirens", il trio aveva avuto ben poco tempo libero.
    Fortunatamente per loro, l'ultimo impiego li aveva resi abbastanza ricchi da permettersi un soggiorno di qualche settimana in uno degli hotel balneari ad Antassi, la capitale di Nevos. Quest'ultimo era una colonia asari, ben conosciuta per le sue spiagge sabbiose, i fantastici panorami e per l'enorme presenza di asari sul pianeta.

    «Perchè dobbiamo stare in piscina quando c'è il mare a pochi passi da noi?»
    Un grosso krogan dal colorito scuro e con uno stravagante salvagente a forma di unicorno, galleggiava placidamente nell'enorme piscina all'aria aperta dell'hotel.
    A poca distanza da lui, su una ciambella a forma di fenicottero e dai colori sgargianti, vi era una donna umana. Quest'ultima portava degli occhiali da sole e in mano teneva un bicchiere mezzo vuoto.
    L'umana usava il salvagente come poltrona piuttosto che per il suo reale utilizzo.
    «Perchè a quest'ora è pieno di mocciosi e noi vogliamo stare in santa pace, per una buona volta.»
    La donna dal colorito olivastro prese un sorso dal suo bicchiere.
    «Inoltre noi abbiamo il "nostro" moccioso. A proposito Wrond... dov'è finito Jek?» domandò, agitando il drink in direzione dell'amico.
    «Ora? E' sul trampolino, ha detto che voleva provare uno dei suoi tuffi» la informò Wrond, guardando i trampolini della piscina, «Eccolo lì.»

    Su uno dei trampolini più alti si stagliava la figura di un giovane vorcha con un semplice costume. Non era stato facile farlo accettare nell'hotel, ma Wrond e Vanessa erano ormai esperti nel trovare buone motivazioni per farlo passare quasi ovunque.
    Jek era diventato loro amico e persona fidata, sebbene avesse la capacità di dar fuoco anche all'acqua e di far esplodere anche la carta.

    «Ha preso quello più alto.»
    «C'era d'aspettarselo.»
    «Si sta per buttare.»
    «Mhnm»
    «V! WROND! IO SALTARE!» una voce gracchiante attirò l'attenzione dei due amici sul vorcha.
    Vanessa alzò il bicchiere, ormai vuoto, verso Jek.
    «VAI NIÑO! YUH-UH!» urlò felice, ben che contenta di sostenere l'impresa dell'amico.
    Se in quel momento non fosse intenta ad abbronzarsi lo avrebbe seguito a ruota.

    «... dimmi che stai guardando» disse il krogan, tornando a guardare l'umana.
    «Ho gli occhiali da sole proprio per non vedere.»
    Vanessa sentì il rumore di qualcosa spostarsi. E di gran fretta.
    «Allora permettimi di andarmene.»
    Solo a quelle parole si degnò di alzare gli occhiali per vedere cosa stesse succedendo.
    «Perch-?»

    Un violento tuffo colpì l'acqua a pochi centimetri da lei, facendo rovesciare sia salvagente che Vanessa.
    La donna si ritrovò tutto d'un tratto senza salvagente, aria e bicchiere, costringendola di gran fretta a risalire verso la superficie.
    Appena la sua testa fu fuori dall'acqua, Vanessa cercò di recuperare quanta più aria possibile e successivamente di capire cosa fosse successo.
    A poca distanza da lei vide Wrond ridere sguaiatamente a quella situazione, seguito da un Jek appollaiato al salvagente-fenicottero ormai rovesciato.

    «JEK!» richiamò, lanciando gli occhiali in direzione del krogan, «NUOVO GIOCO!»
    Il vorcha si calmò a fatica e sorrise all'umana con la sua lunga schiera di denti affilati.
    «Quale gioco?» domandò curioso.
    Sul volto della mercenaria si dipinse subito un sorriso ben poco rassicurante.
    «Vediamo quanto tempo ci metti per affogare» e così dicendo, Vanessa cominciò a nuotare verso l'amico con l'intenzione di ritornare il torto.
    Jek non ci mise poi molto a capire le intenzioni dell'umana, così cercò di nuotare nella direzione opposta, in barba alle altre persone presenti nella piscina. Nessuno dei due diede peso alle eventuali lamentele.
    Ad assistere a tutto quel casino, c'era ancora un Wrond particolarmente divertito dalle tipiche scenate dei due giovanissimi colleghi.

  12. .

    Hanntius Baril

       Fazione: Consiglio
       Ruolo: Agente SSC

    "Hanntius, perchè mai hai scelto quest'idea?[...] Perchè sei un idiota con idee idiote e con la passione segreta nel diventare un sacco da boxe"

    Hanntius non aveva certamente trovato quello che cercava con Syprion. Quella frase stava decisamente meglio per l'altro turian.
    Alla fin fine preferì non discutere le parole di Rael, anche perchè aveva appena notato lo strano comportamento di Doc. Un comportamento particolarmente strano, a prima vista gli sembrò che non stesse poi così bene. Notò solo allora i bicchieri vuoti sul tavolo.
    "Un solo compito! Avevo chiesto solo una cosa! Ma chi mai ascolta Hanntius? Nessuno!"
    I suoi occhi verdi si spostarono da Madison a Rae ecominciò a fissarla severamente.
    "Dieci a uno che è tutto merito tuo" pensò, ben conscio che non poteva sentirlo. Magari poteva sviluppare la telepatia proprio in quel momento, non era mai tardi per tentare.
    «Ottima idea. Usciamo pure di qui, questo locale sta diventando troppo affollato» concordò subito dopo, allontanando lentamente il suo sguardo.
    A quella donna serviva una squadra intera per tenerla lontano dal bere.

    Quasi a voler complicare quella situazione, Hanntius notò lo sguardo del padre, il quale sembrò mostrarsi stranamente attento alla situazione della dottoressa. Conoscendo i precedenti del vecchio, poteva già avere una vaga idea delle sue intenzioni.
    "Ma porc-"
    «Doc, ti aiuto io ad uscire» rassicurò l'agente, aiutando la donna ad alzarsi.
    Madison mostrava segni di instabilità e non gli sembrava particolarmente in sé. La circondò con un braccio per tenerla su, costringendolo così a piegarsi di poco per far fronte al dislivello dettato dall'altezza.
    Hanntius non aveva ben calcolato quanto fosse ubriaca la dottoressa. L'agente si ritrovò con Madison ben agganciata a lui, quasi a non volerlo lasciare.
    Alzò la testa, cercando un aiuto dagli altri tre.

    Syprion.
    "Neanche morto".
    Leesa.
    "No".
    Rael, l'unica dei tre in cui aveva più fiducia.
    Nel suo sguardo, il turian cercò di inviarle una richiesta di soccorso: "Aiutami, è colpa tua!"
    Ma la sua richiesta silenziosa non fu ascoltata. La donna non sembrava aver nessuna intenzione di aiutarlo e anzi, era pure divertita da quella situazione.
    "La prossima volta la lascio con Selina."

    «Spero che tu abbia pagato per quei drink. Io e Syprion siamo al verde.»
    «A dire la ver-»
    «V.e.r.d.e.» scandì il turian. Il tono dell'agente non ammetteva alcuna replica dall'anziano, il quale sembrò capire l'antifona.
    «Visto che dobbiamo comunque uscire e io ed Hann abbiamo già pagato, aprirò io la strada.»
    Syprion poteva anche essere stato un pessimo padre per Hanntius, ma almeno era utile per spostare la folla quanto bastava per farlo passare con Madison.

    «Haaaann»
    Sebbene fosse ancora intossicata dalla bevanda alcolica, Doc riusciva ancora a farsi ben sentire dal turian. Persino ora che teneva il volto praticamente attaccato al torace di Hanntius.
    «Non mi sento molto bene.»
    La mano libera del turian si poggiò brevemente sulla testa della dottoressa.
    «Appena usciamo ti sentirai meglio» promise. Non era per nulla sicuro che la cosa fosse vera, ma le bugie bianche esistevano per rassicurare.

    Mancavano pochi passi all'uscita, sia Rael che Leesa si trovavano pochi passi dietro di lui, quando un suono intermittente del Factotum attirò la sua attenzione, ma anche quella di Rael. Entrambi i loro Factotum avevano cominciato sia a suonare che ad illuminarsi.
    Qualcuno stava chiedendo di loro e, viste le possibilità, doveva per forza essere un membro della loro squadra.
    «RAEL!» chiamò da sopra la folla, «Fai tu che sono giusto un po' occupato
    "Per colpa tua", aggiunse mentalmente.

  13. .

    Selina Sakarova

       Fazione: Army Of Four
       Ruolo: Mercenario

    citazione (rimuovere se non presente)


    Selina era rimasta stranamente silenziosa sia durante la permanenza alla base di Ayita, sia durante il viaggio che li riconduceva al QG di Tysha.
    Più guardava quel vecchio, più si convinceva ci fosse qualcosa di strano.
    Se quello era attualmente il criminale più ricercato della Galassia pronto a un fantomatico 'Day-Zero' allora chissà quanto erano pericolosi il secondo e il terzo criminale più ricercati.
    Lo sgurdo del vecchio, il suo portamento erano così diversi dall'idea che si era costruita nella mente da farle sentire puzza di bruciato.

    < Ascolta, Rael non è qui. Smettila di chiederlo, prima che ti pianti una pallottola in quel tuo piccolo cranio deforme. Ora che ci penso, potrei farlo lo stesso. Farei un enorme favore alla galas- >
    Esclamò Fin interrompendosi bruscamente quando Alexander cominciò a sbattere la testa violentemente contro il campo di forza della cella.
    Il drell si avvicinò velocemente al pulsante che attivava il campo di forza ma Selina bloccò il suo braccio a metà strada < No. > disse fissando gli occhi sul vecchio < Non disattivare il campo. >
    Niissa la guardò storto < Selina Sakarova ha paura di un gracile vecchietto? > domandò sospettosa l'asari.
    < No. E' appunto per questo che sono pensierosa. Andiamo! > disse allargando le braccia < Non vi sembra tutto troppo facile? >
    Fin ritrasse la mano < Non mi sembra sia stato proprio facile arrivare a questo punto. > disse non troppo convinto.
    < Appunto! > replicò la russa indicando Alexander che continuava a sbattere il suo capoccione contro il campo di forza ripetendo ossessivamente il nome di Rael < Questo tizio ci ha fatto sparare contro, ha rapito Eleanore, ci ha fatto tirare bombe addosso, ha assoldato un sicario e ha eliminato tutti i suoi collaboratori un attimo prima che potessimo acchiapparli e poi cosa fa? Si fa abbattere dalla contraerea dei Washington Redskins viaggiando da solo su una cazzo di astroauto neanche fosse Mister Magoo! >
    < A parte con non so chi siano i Washington Redskins e tanto meno Mister Magoo...quello che dici ha senso. > acconsentì Fin sempre più sospettoso.
    < Questo tizio tra pochi giorni dovrebbe scatenare l'inferno sulla Galassia e guardatelo: è solo un matto scocciato! >
    Niissa aveva ascoltato attentamente lo scambio di opinioni tra Fin e Selina, concludendo che la sua amica aveva ragione poi, ad un tratto, si tirò una gran botta sulla fronte < Scintilla! > esclamò ad alta voce.
    < Cosa c'entra Scintilla? > domandò Fin che ormai si era fatto trascinare da quella teoria Sakaroviana.
    < Vi ricordate? > incalzò l'asari eccitata < All'improvviso era come impazzita...prima era normale e poi BUM! Matta scocciata che a malapena ricordava come respirare. E se avessero fatto la stessa cosa con lui? >
    < Avessero, chi? >
    < Niissa ha ragione. Un uomo non può organizzare un piano supercervellotico di annientamento della Galassia da solo! Avrà avuto dei finanziatori, dei collaboratori...gente tosta che stava alle sue spalle... > disse Selina cominciando ad andare avanti e indietro con le mani intrecciate dietro alla schiena.
    < ...gente che è sempre stata un passo avanti a noi sulla Cittadella. Gente che si è servita di Alexander creando il capro espiatori perfetto... > aggiunse l'asari cominciando a sua volta a camminare avanti e indietro con le mani intrecciate dietro alla schiena.
    < ...gente che quando ha capito che Alexander era bruciato, lo ha semplicemente scaricato, gli hanno fatto il lavaggio del cervello e ce lo ha consegnato... > continuò Fin imitando le sue due compagne nel loro atteggiamento.
    < ...dirò di più. > aggiunse Selina che ormai si sentiva come il Tenente Colombo. Sempre camminando avanti e indietro davanti alla cella, indicò Alexander < Gente che vuole tutti gli attori coinvolti in questa faccenda radunati nello stesso punto, nello stesso momento. >
    < Alexander, noi tre, Eleanore, Ayita che ormai sarà a conoscenza di tutti i dettagli, Tysha. Mancano solo 3 protagonisti all'adunata. > confermò Niissa.

    < RAEL? DOV'E' RAEL? >
    I tre si bloccarono all'unisono e si guardarono l'un l'altro.
    Fu Selina a esprimere il loro pensiero comune < Come disse l'alieno con la testa di pesce in Star Wars: 'E' una trappola!' >


  14. .

    Shenna'Nidor Sparkle

       Fazione: Cerberus
       Ruolo: Agente




    Nonostante la gentilezza dell'ammiraglio Rael'Zorah, Shenna non diede alcun cenno di speranza. Lei stessa non si sarebbe mai perdonata per quanto accaduto; di sicuro non poteva aspettarsi nulla di diverso dagli ammiragli.
    Ma non importava. La sua salvezza, a quel punto, non era affatto necessaria. La sola cosa che voleva, dopo tutto quello che aveva passato... La sola cosa...
    "Ora ascoltatemi" - mormorò a Sheera e Rael, non appena l'ammiraglio si allontanò - "Probabilmente non mi sarà neanche concesso di parlare, e ritengo sia giusto così. Io non voglio che mi difendiate... Però..."
    Ingoiò il magone, poi proseguì - "Però... Vorrei che almeno il nome di mio padre... Vorrei solo...".
    La commozione le impedì di completare la frase. Si sentiva un mostro nell'avanzare qualunque pretesa di fronte ai membri della specie che, per causa sua, aveva subito una così grave perdita.
    Sì, c'era il disco... Ma poteva davvero valere il peso delle vite perse quel giorno?

    Il processo si svolse senza che Shenna potesse intervenire in alcun modo. In sua vece, fu Sheera a spiegare in modo dettagliato la successione degli eventi, aiutata in alcuni punti da Rael.
    Shenna sentiva stringersi il cuore al racconto dei due quarian, che nelle loro possibilità tentarono di discolparla o quanto meno di esaltare le sue buone intenzioni.
    Dal canto suo, Shenna non era più sicura neanche di quelle. Dopo le parole di Furiosa, sentiva di non conoscersi più.
    Lo sguardo le cadde su Benji, al suo fianco. No, non sarebbe mai stata capace di uccidere lui... Ma Dahlia... e i suoi aguzzini...
    forse...
    L'odio che aveva provato in quei momenti terribili sulla Ketos si ripresentò. Ormai non era più la stessa...
    "Shen...?" - Benji la chiamò, nella voce un cenno di preoccupazione.
    La ragazza gli sfiorò una spalla - "Andrà tutto bene, Benji" - sussurrò - "Vedrai..."
    Sembrava sinceramente tranquilla in merito al suo destino, ma quando gli ammiragli tornarono alla loro postazione, il cuore le fece un doloroso balzo nel petto.
    "Con la visione dei dati contenuti nel disco, abbiamo tutti gli estremi per concludere ed emanare la nostra decisione" - proferì Han'Gerrel - "La parola a Rael'Zorah vas Rayya".

    Il quarian chiamato in causa si schiarì la voce - "Con il favore di tutti gli ammiragli meno uno, i dati fornitici dall'umana che risponde al nome di Shenna'Nidor Sparkle, sono stati giudicati di grande valore per il popolo quarian, e costituiscono a tutti gli effetti un pegno sufficiente per la grazia. Tuttavia..."
    Shenna sentì il respiro di Benji farsi pesante, al suo fianco.
    "... alla luce dei fatti più recenti che coinvolgono la Ketos ed il suo equipaggio, le richieste mosse dall'imputata non potranno essere accolte".
    il cuore sembrò sprofondarle.
    "Sarà inoltre tenuta a lasciare la flotta immediatamente dopo il termine del processo e a segnalare la propria posizione allo scopo di allontanare la minaccia di Cerberus dalla Flotta. Qualora il comando venisse ignorato, abbatteremo la navetta...".
    "Consegnatemi".
    La voce di Shenna fu accolta con un silenzio allarmato e stupito. Suonò inaspettatamente ferma e composta, e la ragazza ne fu al tempo stesso sorpresa e sollevata.
    "Vi prego di considerare questo dono da parte di Keen'Nidor nar Gozorn, quarian deceduto in pellegrinaggio il cui unico desiderio era di ritornare alla Flotta. Consideratelo un suo dono di pellegrinaggio e accogliete il suo nome presso una delle vostre navi. Che tutta la colpa dell'accaduto ricada su di me senza alcuno sconto, ma... vi prego..."
    "Se il suo desiderio era quello di ritornare alla Flotta, allora mi chiedo perché non l'abbia fatto" - intervenne Han'Gerrel, indispettito dall'iniziativa di Shenna.
    "Perché..." - La ragazza non riuscire a ricacciare indietro le lacrime - "... Perché scelse di salvare una neonata umana da morte certa, e di prendersi cura di lei. Perché il suo cuore era più grande della sua ambizione. Perché è stato ucciso prima di poter realizzare il suo sogno... e ora... tutto quello che posso fare per lui è questo. Ho solo la mia vita da scambiare... perciò... Consegnatemi. Vi prego".
    "Credi che il quarian di cui parli avrebbe voluto questo?".
    Gli occhi di Shenna si spostarono stupiti su Rael'Zorah, che aveva abbandonato la sua posa ufficiale per aggrapparsi al parapetto del palco, in un tentativo simbolico di avvicinarsi a lei.
    "Quello che Keen'Nidor ha scelto di fare della propria vita, è stata una sua decisione. Dovevi solo rispettarla, Shenna.
    Sei venuta fin qui, mettendo in pericolo la vita per cui Keen stesso si è sacrificato, allo scopo di convincere una manciata di vecchi quarian sul valore del tuo padre adottivo. Non hai mai pensato che il vero motivo per cui Keen'Nidor non abbia fatto ritorno sia semplicemente perché gli bastava essere riconosciuto da una sola persona? Da te
    ".
    Shenna chinò la testa, provando un senso di vertigine all'idea che tutto era stato per una causa sbagliata. Dopo tutto quello che aveva vissuto e causato agli altri...
    "Come padre, ho un solo consiglio da darti" - concluse Rael'Zorah - "Tieniti stretta la tua vita, da ora in poi. Perché sono sicuro sia la sola cosa che Keen vorrebbe, se fosse qui".

    EPILOGO


    Sembrava passata un'eternità dall'ultima volta che aveva varcato quella soglia.
    Con un sospiro stanco, Shenna attraversò l'ingresso della casa dove per anni aveva vissuto con Keen.
    Avrebbe voluto salutare Sheera, Rael e Retor con un sorriso, o con parole diverse, ma in lei regnava ormai così tanta confusione da non sapere più controllare un solo muscolo del suo viso.
    Si era soltanto scusata. Infinite e infinite volte... Non aveva saputo far altro che scusarsi.
    Con lo sguardo catturò la sua immagine riflessa sul vetro della credenza. Un'espressione vuota, assente. Era stata quella l'ultima cosa che Benji aveva visto, all'ospedale dove lo aveva lasciato?
    E che cosa aveva pensato l'infermiera alla reception, nel vederla immobile, ad attendere che qualche agente Cerberus la trovasse.
    La vita sapeva essere ironica fino all'inverosimile.
    Non aveva fatto altro che sfuggirgli, ed ora era lì, ferma. In attesa. E nessuno sembrava più vederla.
    Allora, aveva pensato alla sua casa.
    Forse poteva apparire scontato, ma a qualcuno sarebbe pur venuto in mente. E allora...
    Esitò di fronte al divano, poi lo aggirò per andare verso il fondo, dove ancora conservava le cianfrusaglie di Keen. Dove aveva abbandonato quel carillon che non poteva più ascoltare.
    Per la prima volta, lo guardò per quello che era: un oggetto alieno.
    Non era una quarian. E non si sentiva umana. L'unica cosa di cui era certa, era di non appartenere a nulla.
    L'unico vero legame era stato con Keen. Keen che l'aveva vista e non aveva potuto più ignorarla. Keen che aveva salvato la vita che lei stava per consegnare.
    "Papà... " - sussurrò tra le lacrime - "...Mi dispiace. Ma che cosa dovrei fare?".
    Un suono ovattato giunse dal soffitto e il cuore di Shenna guizzò. Istintivamente, portò la mano alla pistola, ma non fece in tempo a sollevarla ad un'altezza letale, che già nella sua mente si erano affollate le immagini di tutte le vittime di quegli ultimi giorni. Quarian, cerberus, vorcha... ai suoi occhi, non c'era distinzione. Erano solo vittime.
    Un altro tonfo, che la fece irrigidire.
    La verità era che non voleva morire, ma ancora di più non voleva uccidere. Se solo quel mondo fosse stato un po' più indulgente...
    La finestra esplose. Shenna abbandonò il braccio armato lungo il fianco e, a testa bassa, attese la fine.
    Poi, suoni di colluttazione e, infine, silenzio.
    Una mano dal tocco ruvido le strattonò il braccio, costringendola ad alzare la pistola.
    "Se ti ci vuoi difendere, questa è l'altezza a cui va messa. Scema".
    Gli occhi smeraldo di Shenna si spalancarono increduli.
    "Ma tu non volevi difenderti... vero? Spiriti, vorrei davvero accontentarti quando fai quella faccia da Pyjak bastonato, ma Reedus ha minacciato di cancellarmi dalla sua grey box. E sai quanto odio ripetermi".
    La ragazza, adocchiò per un secondo il corpo dell'agente Cerberus che aveva avuto la peggio nella colluttazione, prima di distogliere lo sguardo - "Come mi hai trovato, Sithis?".
    "Più o meno come ti hanno trovato i tizi sul tetto" - borbottò il turian, pazientemente - "Certo, andare in giro con un segnale attivo non è proprio il miglior modo di nascondersi..."
    "Ho dovuto".
    "Certo, certo" - Sithis si abbandonò sul divano - "Non demordere. Un giorno riuscirai a buttare al cesso la tua vita come hai sempre sognato. Nel frattempo, ci sono degli stronzi che sgobbano per te".
    La ragazza scosse la testa, senza poter fermare le lacrime - "Non è... non è così che doveva andare".
    "Non sei certo l'unica, Scema'Nidor enonsochealtro" - rispose il turian, guardando il cadavere poco lontano da lui - "Non credo che il tipo qui se la sia passata molto meglio di te. Se non altro, tu hai ancora tempo a disposizione per far andare le cose come vorresti".
    Il turian si fece serio - "Lo farai, vero? Aiuterai Reedus un'ultima volta?".
    Shenna lo guardò negli occhi, e ne invidiò la luce vitale che emanavano.
    Se solo avesse avuto quegli occhi, le cose le sarebbero apparse in modo completamente diverso.
    Sì poteva imparare a vivere così? Senza sentirsi utile a nessuno, senza sentirsi in colpa per nessuno... Vivere per il puro diritto di farlo.
    Keen ne sarebbe stato felice.
    "" - mormorò - "Lo farò".

    FINE



  15. .

    Rael Thompson

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    Rael era sul punto di terminare la sua versione dei fatti, quando Hanntius ed un altro turian le interruppero.
    La stazza del nuovo alieno le ricordava molto quella di Sithis, ma il visore e i segni color rosso allontanarono ogni probabile dubbio. Forse aveva bevuto un po' troppo durante il racconto...
    Quel pensiero le riportò subito alla mente Madison, e mentre Leesa era intenta a presentarsi, la mercenaria si affrettò a fare cenno di tacere alla dottoressa. In tutta risposta, Madison cercò di emularla finendo per infilarsi un dito nell'occhio.
    Merda, l'abbiamo stesa, pensò, sperando con tutto il cuore che non si mettesse in ridicolo davanti ad Hanntius.
    "Hann, Leesa era con noi al..." - guardò Syprion e balbettò, indecisa se era il caso o meno di rivelare certi dettagli - "... beh, dove eravamo prima".
    "Non c'è bisogno di nascondere alcunché" - si affrettò a rassicurarla l'altro, concedendosi di staccare per qualche istante gli occhi da Leesa - "Io e Hann... condividiamo un bel po' di cose".
    "Uh-oh" - borbottò Madison, con aria amareggiata. Questo portò l'attenzione di tutti sulla dottoressa che, trovandosi improvvisamente al centro di tutti quegli sguardi, cercò gli occhi di Rael in cerca di aiuto.
    "Shhhhh!" - mormorò, in un modo che probabilmente nella sua testa doveva apparire abbastanza discreto.
    Ma non lo era.
    "La nostra amica è... stanca" - fece Rael, cercando di apparire quanto più credibile possibile - "E io ho come l'impressione che tu abbia trovato quello che stavamo cercando, Hann, perciò... Vogliamo spostarci altrove a chiacchierare?".
    "Magari fuori" - consigliò Leesa guardando la dottoressa passare dal rosso al viola pallido.
    "Magari" - fece eco Madison, trattenendo un conato.

162 replies since 7/2/2009
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