Posts written by Reiki

  1. .

    Rael Thompson

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    Quando si sentì trascinare da Syprion per evitare che l'onda d'urto li investisse, Rael comprese di non avere i riflessi abbastanza pronti da affrontare uno scontro al meglio. Si trattava senza dubbio di un problema ma, forse per orgoglio o forse per evitare che Fin si rimangiasse la parola, la ragazza decise di tenere quelle riflessioni per sè.

    Prima di poter anche solo contare i nemici rimasti, Syprion le piantò
    una Kessler tra le mani - "Mettiti a riparo" - la ammonì, mentre già scaricava una dose di fuoco di copertura - "Noi sei attrezzata per uno scontro a fuoco... mi pare".
    Rael si riparò dietro un muro sporgente. Era vero: il factotum le era stato tolto e non aveva neanche la sua tuta. Quantomeno aveva una scusa per non doversi esporre in prima linea.
    Mentre Fin e Syprion tenevano impegnati i superstiti, anch'essi prontamente ricorsi a dei ripari di fortuna, Rael cercò con gli occhi qualche incauto tiratore che le permettesse un tiro preciso ed efficace. A quella distanza, gli scudi avrebbero resistito non più di due colpi.
    Uno dei nemici si rannicchiò per ricaricare, lasciando esposta parte della gamba. Era la sua occasione.
    Tese le braccia, mirò con attenzione e fece fuoco.
    Uno, due, tre colpi e la barriera collassò, permettendo al colpo successivo di raggiungere il malcapitato. Non era un colpo mortale, ma di sicuro avrebbe limitato l'aggressività nemica.
    Concentrata com'era sul suo obiettivo, non notò che un altro soldato stava puntando a sua volta a lei. Se ne accorse solo quando un dolore intenso esplose all'altezza della coscia sinistra.
    "Merda!" - gridò, sparando a raffica nella direzione da cui il colpo era arrivato. Una cosa, almeno, l'aveva capita: non intendevano farla fuori, ma solo rallentarla. Probabilmente affinché la lasciassero indietro.
    Se l'obiettivo fosse stata la sua morte, lo sarebbe stata per almeno tre volte, quel giorno.
    Si ritirò dietro il muro, strappò un lembo della camicia e lo strinse come meglio poteva alla gamba. Le mani le tremavano e il dolore era notevole.
    Ma aveva avuto giorni peggiori.
    No?


  2. .

    Rael Thompson

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    La situazione sembrava aver reso Fin meno acido e più ben disposto nei suoi confronti. Malgrado facesse del suo meglio per celarlo, Rael ne era sollevata: sapeva badare a se stessa ma, in momenti come quello, avere un alleato era sicuramente confortante. Soprattutto perché non si sentiva al massimo. Detestava ammetterlo, ma aveva bisogno di una mano.
    "Non ho alcun dubbio che riusciranno a cavarsela" - rispose la ragazza, passandosi una mano sul viso. In realtà, si sentiva piuttosto preoccupata - "Ok, qual è il piano?".
    Il drell spiegò brevemente la situazione, e Syprion aggiunse ulteriori informazioni. Era stupita dalle capacità del turian, e si domandò chi diavolo fosse in realtà, per avere tutti quegli assi nella manica.
    Dopo la breve comunicazione con Hanntius, la situazione apparve piuttosto chiara: non esisteva una via di fuga preferenziale. Entrambe le soluzioni avevano una considerevole dose di rischio. E lei si sentiva così stanca...
    Per un attimo, nella sua mente balenò l'idea di rimanere lì, lasciando agli altri l'opportunità di darsela a gambe sfruttando lei come diversivo. Sarebbe stato meno impegnativo per lei e non avrebbe messo in ulteriore rischio i suoi compagni. D'altra parte... quell'enorme attacco alla base aveva uno scopo, e così facendo lei lo avrebbe reso inutile.
    "Vuoi... vuoi scappare senza Alexander?" - domandò ad un certo punto Rael, stranita - "Non potete aver fatto tutto questo caos soltanto per raccattare una mercenaria".
    Si voltò verso Syprion - "Mi pare di capire che tu abbia le idee piuttosto chiare sul posto in cui ci troviamo. Saresti in grado di capire dove possa essere Alexanders?".
    Si passò il dorso della mano sugli occhi - "Insomma... se lo perdiamo di nuovo...tutto questo... sarà stato inutile".



    Edited by •Gabry‚ - 16/1/2020, 17:23
  3. .

    Sithis Laenus

       Fazione: Forze Speciali Turian
       Ruolo: Guardianera



    Come si aspettava, la chiamata di Tanilia non tardò ad arrivare.
    "Lo so" - esordì Sithis, restando a guardia della struttura. Da solo non sarebbe stato facile, ma aveva opportunamente piazzato delle mine in ogni possibile accesso. Sperando che non vi sarebbe incappato qualcuno di più organico dei geth.
    Beh, la sicurezza aveva un costo.
    "Tanilia, rapporto".
    "Ho contattato immediatamente il sindaco Vitreus e ho fatto mobilitare le difese cittadine" - spiegò velocemente la turian - "Sono insieme a degli agenti e ci stiamo occupando dei civili...".
    "L'obiettivo è con molta probabilità UNO" - la interruppe Sithis - "Manda una truppa alle mie coordinate. Che siano ben armati e difesi adeguatamente. Mi è parso di vedere dei Nuclei Geth".
    "Agli ordini, comandante".
    Chiusa la chiamata, Sithis udì un rumore improvviso.
    Notor si trovò il fucile d'assalto puntato addosso non appena sbucò dall'apertura che, un tempo, doveva aver ospitato una porta - "Siamo nervosetti" - lo schernì.
    "Non uscire allo scoperto" - lo ammonì il turian - "Ce ne sono circa una ventina, appostati qui fuori. E presto ce ne saranno di più".
    "Cercano UNO".
    "Oh, wow, ora capisco perché abbiamo bisogno di voi" - Questa volta fu il turno di Sithis di schernire l'interlocutore. Per un attimo, una torcia sbucò dalla sua copertura, e immediatamente esplose sotto un colpo preciso e diretto di Sithis.
    "Quali sono le condizioni di UNO?" - domandò il comandante, ricaricando l'arma.
    "Sembra confuso. Ma ha ammesso di riconoscere quella stanza".
    "Beh, è un passo avanti" - Altre due teste Geth saltarono in aria, ma un colpo sibilò a pochi centimetri dalla sua testa.
    "Sithis, Kara ha bisogno di cure immediate" - disse allora il quarian - "Non credo si possa attendere oltre".
    Il comandante si fermò a guardarlo. Notor notò che guardare a lungo i suoi occhi lo metteva a disagio - "Hai il casco appannato, per caso? Guardati intorno".
    "Ti dico che non può aspettare" - Notor abbassò il capo, quasi sentisse il peso materiale di quei pensieri che gli passavano per la mente - "Devo portarla...".
    "Non posso gestire i Geth e Uno da solo!" - sbraitò Sithis, pochi istanti prima che un razzo si schiantasse contro le pareti della struttura, la quale vibrò pericolosamente.
    Il turian strizzò gli occhi, stordito dal boato. Quando li riaprì, Notor non era più al suo posto.







    Kara'Sharis vas Qwib Qwib

       Fazione: Flottiglia Quarian
       Ruolo: Ingegnere/ricercatrice



    Si sentiva bruciare. Persino il respiro, che entrava ed usciva a fatica dal suo corpo, sembrava fuoco.
    Erano stati soltanto pochi secondi...
    Un forte boato scosse l'intera struttura. Kara sentì nella stanza, da qualche parte, UNO che attivava i circuiti.
    "Uno" - chiamo, con il poco fiato che aveva - "UNO... dove...?".
    Qualcosa di pesante e metallico entrò a contatto con il pavimento - "Bisogna farla esplodere" - asserì il Geth.
    Nonostante il grave malessere, Kara si alzò a sedere - "Di che cosa stai... parlando?".
    Uno era all'angolo della stanza, la torcia puntata su di lei. Ai suoi piedi, un congegno sferico che sembrava parecchio antiquato. Era convinta di averlo già visto da qualche parte, ma non ne era certa. La testa le faceva così male...
    Il Geth scosse la testa, come se fosse scosso da un brivido - "Silenzio" - mormorò. Poi, fece un passo indietro, si chinò con l'intento di riprendere il congegno sferico, ma subito si rialzò con uno scatto. Un altro passo indietro.
    "Creatore... Xendal?".
    Kara restò allibita - "No, UNO. Io non sono...".
    "Dov'è il creatore Xendal?".
    "UNO..."
    "SILENZIO" - questa volta il Geth si colpì con violenza al lato della testa. La sua luce sfarfallò.
    Kara si sentiva tremendamente male, eppure non poteva neanche lontanamente pensare di lasciarsi andare. Qualcosa di terribile stava accadendo ad UNO, e temeva potesse tornare nuovamente violento come prima.
    "Bisogna farla esplodere".
    La quarian tossì, e un forte dolore si accese in tutto il corpo.
    UNO le si avvicinò.
    "No... stammi... lontano".
    "Creatore Xendal, il suo ruolo è terminato" - il Geth attivò il factotum - "Il creatore Xendal non serve più. Uno non serve più".
    Kara tentò di scappare, ma non appena rimesse le gambe a terra, queste cedettero.
    UNO la raggiunse e la prese delicatamente tra le braccia - "...Ogni tramonto... appicca un fuoco sul mondo".
    Kara rabbrividì. A pronunciare quelle parole non era stata la voce di UNO, bensì una registrazione.
    Era la voce di un quarian.
    Era la voce di Faen'Xendal.
    Poi, tutta la stanza cominciò a vorticare, e Kara fu ricatapultata nell'incoscienza.

    "Mettila giù, UNO".
    Notor aveva la pistola spianata, ma il suo corpo era visibilmente teso.
    UNO lo squadrò, incuriosito - "Creatore Xendal?"

  4. .

    Rael Thompson

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    "Non... di nuovo".
    La vista dapprima sfocata, poi più chiara, le restituì l'immagine di una stanza bianca e spoglia.
    Poi, le braccia indolenzite furono attraversate da una scarica di dolore al risveglio dei muscoli.
    Era stata adagiata su una brandina, ed i suoi polsi erano legati dietro la schiena da una corda.
    Il verso di dolore e sorpresa che esalò, attirò l'attenzione dell'unica guardia presente nella stanza. Sembrava abbastanza tranquillo delle precauzioni prese, perciò continuò a starsene seduto nel suo angolino a trangugiare qualunque robaccia ci fosse nella bottiglia semi vuota che lo accompagnava.
    "Dove sono?" - domandò Rael, con un filo di voce.
    Poi un pensiero le attraversò la mente.

    "Non li ho mai perdonati, sai?"

    Sentì il sangue salirle alla faccia.
    In tutta risposta, la guardia prese un altro sorso della sua bevanda.
    "È buona quella roba?" - provò allora.
    Nessuna risposta.

    "Era il tuo quinto compleanno..."

    Merda. Doveva uscire da lì.
    Era tentata all'idea di provare la via della seduzione... ma non aveva mai funzionato. E dio, se non si sentiva offesa da questa cosa!
    Si girò sulla schiena, sopportando il dolore alle braccia, e si alzò a sedere.
    "Ferma" - biascicò la guardia.
    "Ah, allora sai parlare" - sbottò Rael, alzandosi in piedi - "Se volevate che restassi ferma, avreste dovuto legarmi in modo più creativo".
    "Torna a terra" - intimò svogliatamente la guardia, sfoderando una pistola.
    Rael non battè ciglio "Hai veramente il permesso di uccidermi?"
    La guardia tentennò.
    "Scommetto che non potresti nemmeno sfiorarmi".
    La guardia abbassò l'arma.
    "Dunque... è vero. Quel tipo ha davvero qualcosa a che fare con me".
    Man mano che la sua mente andava risvegliandosi, la realtà si faceva sempre più evidente. Il modo in cui aveva parlato di lei, del suo passato... Forse chiunque abbastanza bravo con lo spionaggio avrebbe potuto conoscere quelle cose... o renderle abbastanza credibili. Del resto, era solo una bambina...
    Però...
    Lentamente, Rael si sedette e la guardia sembrò rilassarsi. Poi, la ragazza iniziò ad urlare.
    "AIUTO!".
    "!... che cazzo fai!?"
    "AIUTATEMI!! NON SENTO PIU' LE BRACCIA!" - urlò disperatamente Rael, riuscendo persino a farsi scivolare qualche lacrima dagli occhi - "QUEST'UOMO È UN MOSTRO!!".
    "Sta zitta!" - La guardia si alzò tempestivamente e la raggiunse - "Ti allento le corde se vuoi, ma per favore...".
    "Che sta succedendo, Gavril?".
    Ad entrare fu un altro soldato, una donna che aveva tutta l'aria di essere un superiore. Lanciò un'occhiata rapida ai legacci di Rael, poi al suo volto abilmente trasformato in una maschera di dolore - "Non ti avevo detto di trattarla con riguardo?".
    "M..ma... Ho dovuto legarla. Lo sai che non è indifesa...".
    "Per l'amor del cielo, sei un uomo grande e grosso!" - la donna raggiunse Rael e la liberò, poi scoccò un'occhiata a Gavril - "Vuoi che impegni un battaglione per darle un occhio? O pensi di potertela cavare senza bistrattarla troppo?".
    "Questa è un'imprudenza" - ammonì l'altro, senza perdere d'occhio Rael, che intanto continuava a recitare la sua parte - "Ma hai letto il suo fascicolo o no?".
    A quel punto, la donna si rivolse a Rael - "Immagino tu abbia delle domande, vero?".
    Rael annuì silenziosamente, nascondendo il viso.
    "Lo immagino. Ebbene, tutte le tue risposte sono qui. Ti basterà solo aspettare qualche ora, e tutto ti apparirà più chiaro".
    Lo sguardo della donna passo allora su Gavril - "Qualunque persona con un po' di sale in zucca saprebbe che scappare di qui sarebbe una pessima mossa. Dopotutto... lei non ha alcuna ragione di temerci".
    Rael non proferì parola. Per un istante tentennò, ponderando seriamente la possibilità di starsene ad aspettare che qualcuno (forse Alexander) le dicesse finalmente la verità. Ma poi la donna si voltò, e lo sguardo di Gavril andò alla bottiglia all'angolo della stanza. Un'occasione che non poteva lasciar correre.
    Afferrò la corda che prima le legava i polsi e la strinse al collo della donna; Gavril si voltò, ma non reagì abbastanza velocemente da evitare un calcio ben piazzato nel basso ventre.
    Rael credeva che mettere momentaneamente fuori gioco il più grosso sarebbe servito a liberarsi della donna... ma scoprì ben presto di aver sbagliato nella sua valutazione.
    La donna superata la sorpresa iniziale, le assestò una gomitata: non fu tanto forte, ma fu così ben piazzata da piegarla in due.
    Persa la presa dalla corda, non ci volle molto perché Rael finisse nuovamente al tappeto.
    "Non ti facevo così stupida" - fece la donna-soldato. La teneva ferma a terra con un ginocchio sulla schiena, mentre le stringeva la corda intorno ai polsi.
    "Errore comune" - fece l'altra, nonostante le mancasse il fiato.
    "Alzati, Gavril!" - sbottò la donna, che sembrava essersi parecchio indisposta - "Si può sapere che cos-".
    Un colpo secco, poi il peso opprimente del soldato si alleviò. Una lama le tagliò le corde strette ai polsi.
    Un po' confusa, Rael si sollevò, e una mano aliena si offrì di aiutarla - "Spero di non averti fatto attendere troppo".
    "Un turian che arriva in mio soccorso" - fece Rael, afferrando la mano di Syprion - "Chissà come mai la cosa non mi sorprende".

  5. .

    Rael Thompson

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    Starà pensando che è colpa mia, indovinò Rael guardando gli occhi del turian stringersi in un'espressione severa, espressione a cui rispose con lo sguardo più innocente che riuscì a fare.
    Malgrado la situazione, Rael trattenne a malapena una risata nel vedere Madison aggrappata ad Hanntius a mo di bradipo su un albero.
    Colse il messaggio di disperazione, ma preferì non rispondervi: era convinta che un po' di contatto sarebbe servito a scioglierlo.
    Poi il Factotum.
    "Rael?"
    Era Finn? Per rivolgerle la parola, la questione doveva essere importante - "Finn, mi dispiace ma non posso passarti Hann: sta giocando al dottore".
    "Cos..? Lascia perdere le sciocchezze per un attimo" - rispose bruscamente il drell - "Devi raggiungerci, appena puoi".
    "Vuoi chiedermi perdono?".
    "... Rael. Si tratta di Alexander"

    Leesa le lanciava occhiate furtive mentre spingeva l'astroauto al massimo sulle strade trafficate.
    "Siete sicuri di volerla portare?" - chiese infine, con un cenno della testa rivolto a Madison, sul sedile posteriore. Prima di partire, fortunatamente, aveva avuto l'occasione di svuotarsi lo stomaco e ora giaceva in uno stato di semi coscienza appoggiata alla spalla del povero Hann - "Se volete... Ecco, posso occuparmi io di lei".
    "È solo una sbronza" - borbottò Rael, che aveva perso tutta la voglia di mettersi a scherzare - "Pensa a condurci da Alexander".
    Leesa ridacchiò nervosamente - "Quand'è che sei passata da cacasotto a darmi ordini?"
    Rael si limitò a guardarla per qualche istante. Fu il factotum di Leesa ad interrompere quella conversazione tesa.
    "Oh, merda" - mormorò l'asari, affrettandosi a rispondere - "Ehi, dolcezza..."
    "Sai che ore sono, vero?"
    "Ehm..." - Leesa cercò aiuto in direzione di Rael, ma ciò che vide fu un chiaro cenno che la invitava a chiudere subito la conversazione.
    "Scusami, Daleen" - proseguì Leesa, sottolineando il nome come per far capire a Rael che non poteva semplicemente mettere giù - "Ho avuto un imprevisto a lavoro".
    "Ah, ora è al Lazuli, che lavori?".
    Leesa sospirò - "Oh, andiamo..." - l'astroauto rallentava progressivamente, e Rael sentiva il sangue salirle alla testa.
    "Insomma, spegni quel cazzo di affare!" - sbottò all'improvviso. Madison si svegliò bruscamente, con una ciocca di capelli incollata al viso.
    Leesa fulminò Rael con lo sguardo.
    "... e questa chi dovrebbe essere?".
    "Daleen, ti spiegherò...".
    "Temo di dover vomitare di nuovo" - avvertì dal retro Madison.
    "... e questa?! Si può sapere che stai facendo!?".
    "Tieni la bocca chiusa e manda giù" intervenne Hanntius, le cui priorità erano decisamente diverse da quelle di Rael e Leesa. Quest'ultima frase fece cadere il silenzio nell'abitacolo.
    "Io... non so cosa pensare".
    "Daleen, non è come...".
    Ma la comunicazione si interruppe bruscamente.
    "Bene" - l'abitacolo tornò silenzioso, e l'astroauto riprese velocità - "Ora ci ucciderà tutti".

    Aveva avuto tanta, troppa fretta nel desiderio di giungere faccia a faccia con quell'uomo, eppure, ormai arrivata alle prigioni, i suoi passi le suonarono lenti ed esitanti.
    Era vecchio, debole, niente a che vedere con l'immagine che si era creata nella mente.
    "Mi prendete per il culo?" - mormorò Rael, sentendo un moto di rabbia salirle dalle viscere. Nello stesso momento, il vecchio alzò il volto verso di lei, mostrando una ferita vistosa alla testa. I suoi occhi si illuminarono.
    "Ditemi che è uno scherzo" - continuò Rael, guardando con disgusto l'uomo alzarsi a fatica e piantare le mani sulla barriera - "Io... non posso infierire su un mezzo cadavere".
    "Rael".
    Avrebbe dovuto chiedergli di Dalio. Ma restò in silenzio a guardarlo, sperando che cogliesse da solo le sue domande. In quel momento, le parole si rifiutavano semplicemente di uscire.

  6. .

    Shenna'Nidor Sparkle

       Fazione: Cerberus
       Ruolo: Agente




    Nonostante la gentilezza dell'ammiraglio Rael'Zorah, Shenna non diede alcun cenno di speranza. Lei stessa non si sarebbe mai perdonata per quanto accaduto; di sicuro non poteva aspettarsi nulla di diverso dagli ammiragli.
    Ma non importava. La sua salvezza, a quel punto, non era affatto necessaria. La sola cosa che voleva, dopo tutto quello che aveva passato... La sola cosa...
    "Ora ascoltatemi" - mormorò a Sheera e Rael, non appena l'ammiraglio si allontanò - "Probabilmente non mi sarà neanche concesso di parlare, e ritengo sia giusto così. Io non voglio che mi difendiate... Però..."
    Ingoiò il magone, poi proseguì - "Però... Vorrei che almeno il nome di mio padre... Vorrei solo...".
    La commozione le impedì di completare la frase. Si sentiva un mostro nell'avanzare qualunque pretesa di fronte ai membri della specie che, per causa sua, aveva subito una così grave perdita.
    Sì, c'era il disco... Ma poteva davvero valere il peso delle vite perse quel giorno?

    Il processo si svolse senza che Shenna potesse intervenire in alcun modo. In sua vece, fu Sheera a spiegare in modo dettagliato la successione degli eventi, aiutata in alcuni punti da Rael.
    Shenna sentiva stringersi il cuore al racconto dei due quarian, che nelle loro possibilità tentarono di discolparla o quanto meno di esaltare le sue buone intenzioni.
    Dal canto suo, Shenna non era più sicura neanche di quelle. Dopo le parole di Furiosa, sentiva di non conoscersi più.
    Lo sguardo le cadde su Benji, al suo fianco. No, non sarebbe mai stata capace di uccidere lui... Ma Dahlia... e i suoi aguzzini...
    forse...
    L'odio che aveva provato in quei momenti terribili sulla Ketos si ripresentò. Ormai non era più la stessa...
    "Shen...?" - Benji la chiamò, nella voce un cenno di preoccupazione.
    La ragazza gli sfiorò una spalla - "Andrà tutto bene, Benji" - sussurrò - "Vedrai..."
    Sembrava sinceramente tranquilla in merito al suo destino, ma quando gli ammiragli tornarono alla loro postazione, il cuore le fece un doloroso balzo nel petto.
    "Con la visione dei dati contenuti nel disco, abbiamo tutti gli estremi per concludere ed emanare la nostra decisione" - proferì Han'Gerrel - "La parola a Rael'Zorah vas Rayya".

    Il quarian chiamato in causa si schiarì la voce - "Con il favore di tutti gli ammiragli meno uno, i dati fornitici dall'umana che risponde al nome di Shenna'Nidor Sparkle, sono stati giudicati di grande valore per il popolo quarian, e costituiscono a tutti gli effetti un pegno sufficiente per la grazia. Tuttavia..."
    Shenna sentì il respiro di Benji farsi pesante, al suo fianco.
    "... alla luce dei fatti più recenti che coinvolgono la Ketos ed il suo equipaggio, le richieste mosse dall'imputata non potranno essere accolte".
    il cuore sembrò sprofondarle.
    "Sarà inoltre tenuta a lasciare la flotta immediatamente dopo il termine del processo e a segnalare la propria posizione allo scopo di allontanare la minaccia di Cerberus dalla Flotta. Qualora il comando venisse ignorato, abbatteremo la navetta...".
    "Consegnatemi".
    La voce di Shenna fu accolta con un silenzio allarmato e stupito. Suonò inaspettatamente ferma e composta, e la ragazza ne fu al tempo stesso sorpresa e sollevata.
    "Vi prego di considerare questo dono da parte di Keen'Nidor nar Gozorn, quarian deceduto in pellegrinaggio il cui unico desiderio era di ritornare alla Flotta. Consideratelo un suo dono di pellegrinaggio e accogliete il suo nome presso una delle vostre navi. Che tutta la colpa dell'accaduto ricada su di me senza alcuno sconto, ma... vi prego..."
    "Se il suo desiderio era quello di ritornare alla Flotta, allora mi chiedo perché non l'abbia fatto" - intervenne Han'Gerrel, indispettito dall'iniziativa di Shenna.
    "Perché..." - La ragazza non riuscire a ricacciare indietro le lacrime - "... Perché scelse di salvare una neonata umana da morte certa, e di prendersi cura di lei. Perché il suo cuore era più grande della sua ambizione. Perché è stato ucciso prima di poter realizzare il suo sogno... e ora... tutto quello che posso fare per lui è questo. Ho solo la mia vita da scambiare... perciò... Consegnatemi. Vi prego".
    "Credi che il quarian di cui parli avrebbe voluto questo?".
    Gli occhi di Shenna si spostarono stupiti su Rael'Zorah, che aveva abbandonato la sua posa ufficiale per aggrapparsi al parapetto del palco, in un tentativo simbolico di avvicinarsi a lei.
    "Quello che Keen'Nidor ha scelto di fare della propria vita, è stata una sua decisione. Dovevi solo rispettarla, Shenna.
    Sei venuta fin qui, mettendo in pericolo la vita per cui Keen stesso si è sacrificato, allo scopo di convincere una manciata di vecchi quarian sul valore del tuo padre adottivo. Non hai mai pensato che il vero motivo per cui Keen'Nidor non abbia fatto ritorno sia semplicemente perché gli bastava essere riconosciuto da una sola persona? Da te
    ".
    Shenna chinò la testa, provando un senso di vertigine all'idea che tutto era stato per una causa sbagliata. Dopo tutto quello che aveva vissuto e causato agli altri...
    "Come padre, ho un solo consiglio da darti" - concluse Rael'Zorah - "Tieniti stretta la tua vita, da ora in poi. Perché sono sicuro sia la sola cosa che Keen vorrebbe, se fosse qui".

    EPILOGO


    Sembrava passata un'eternità dall'ultima volta che aveva varcato quella soglia.
    Con un sospiro stanco, Shenna attraversò l'ingresso della casa dove per anni aveva vissuto con Keen.
    Avrebbe voluto salutare Sheera, Rael e Retor con un sorriso, o con parole diverse, ma in lei regnava ormai così tanta confusione da non sapere più controllare un solo muscolo del suo viso.
    Si era soltanto scusata. Infinite e infinite volte... Non aveva saputo far altro che scusarsi.
    Con lo sguardo catturò la sua immagine riflessa sul vetro della credenza. Un'espressione vuota, assente. Era stata quella l'ultima cosa che Benji aveva visto, all'ospedale dove lo aveva lasciato?
    E che cosa aveva pensato l'infermiera alla reception, nel vederla immobile, ad attendere che qualche agente Cerberus la trovasse.
    La vita sapeva essere ironica fino all'inverosimile.
    Non aveva fatto altro che sfuggirgli, ed ora era lì, ferma. In attesa. E nessuno sembrava più vederla.
    Allora, aveva pensato alla sua casa.
    Forse poteva apparire scontato, ma a qualcuno sarebbe pur venuto in mente. E allora...
    Esitò di fronte al divano, poi lo aggirò per andare verso il fondo, dove ancora conservava le cianfrusaglie di Keen. Dove aveva abbandonato quel carillon che non poteva più ascoltare.
    Per la prima volta, lo guardò per quello che era: un oggetto alieno.
    Non era una quarian. E non si sentiva umana. L'unica cosa di cui era certa, era di non appartenere a nulla.
    L'unico vero legame era stato con Keen. Keen che l'aveva vista e non aveva potuto più ignorarla. Keen che aveva salvato la vita che lei stava per consegnare.
    "Papà... " - sussurrò tra le lacrime - "...Mi dispiace. Ma che cosa dovrei fare?".
    Un suono ovattato giunse dal soffitto e il cuore di Shenna guizzò. Istintivamente, portò la mano alla pistola, ma non fece in tempo a sollevarla ad un'altezza letale, che già nella sua mente si erano affollate le immagini di tutte le vittime di quegli ultimi giorni. Quarian, cerberus, vorcha... ai suoi occhi, non c'era distinzione. Erano solo vittime.
    Un altro tonfo, che la fece irrigidire.
    La verità era che non voleva morire, ma ancora di più non voleva uccidere. Se solo quel mondo fosse stato un po' più indulgente...
    La finestra esplose. Shenna abbandonò il braccio armato lungo il fianco e, a testa bassa, attese la fine.
    Poi, suoni di colluttazione e, infine, silenzio.
    Una mano dal tocco ruvido le strattonò il braccio, costringendola ad alzare la pistola.
    "Se ti ci vuoi difendere, questa è l'altezza a cui va messa. Scema".
    Gli occhi smeraldo di Shenna si spalancarono increduli.
    "Ma tu non volevi difenderti... vero? Spiriti, vorrei davvero accontentarti quando fai quella faccia da Pyjak bastonato, ma Reedus ha minacciato di cancellarmi dalla sua grey box. E sai quanto odio ripetermi".
    La ragazza, adocchiò per un secondo il corpo dell'agente Cerberus che aveva avuto la peggio nella colluttazione, prima di distogliere lo sguardo - "Come mi hai trovato, Sithis?".
    "Più o meno come ti hanno trovato i tizi sul tetto" - borbottò il turian, pazientemente - "Certo, andare in giro con un segnale attivo non è proprio il miglior modo di nascondersi..."
    "Ho dovuto".
    "Certo, certo" - Sithis si abbandonò sul divano - "Non demordere. Un giorno riuscirai a buttare al cesso la tua vita come hai sempre sognato. Nel frattempo, ci sono degli stronzi che sgobbano per te".
    La ragazza scosse la testa, senza poter fermare le lacrime - "Non è... non è così che doveva andare".
    "Non sei certo l'unica, Scema'Nidor enonsochealtro" - rispose il turian, guardando il cadavere poco lontano da lui - "Non credo che il tipo qui se la sia passata molto meglio di te. Se non altro, tu hai ancora tempo a disposizione per far andare le cose come vorresti".
    Il turian si fece serio - "Lo farai, vero? Aiuterai Reedus un'ultima volta?".
    Shenna lo guardò negli occhi, e ne invidiò la luce vitale che emanavano.
    Se solo avesse avuto quegli occhi, le cose le sarebbero apparse in modo completamente diverso.
    Sì poteva imparare a vivere così? Senza sentirsi utile a nessuno, senza sentirsi in colpa per nessuno... Vivere per il puro diritto di farlo.
    Keen ne sarebbe stato felice.
    "" - mormorò - "Lo farò".

    FINE



  7. .

    Sithis Laenus

       Fazione: Forze Speciali Turian
       Ruolo: Guardianera



    Karen ridacchiò, vedendo la malcelata ansia del quarian nell'attraversare il punto critico, ma il sorriso gli morì sulle labbra quando un altro pericoloso scricchiolio annunciò un'imminente caduta della tubatura.
    Karen si sistemò l'arma e fece qualche frettoloso passo in avanti, ma la voce di Tanilia lo bloccò.
    "Aspetta!" - fece la turian, con gli occhi fissi sulla tubatura e con un gesto imperioso della mano che voleva sottolineare l'ordine.
    Dopo qualche secondo, il condotto cedette, schiantandosi pesantemente contro la parete. Lo scossone compromise anche l'altra estremità, che uscì dai giunti e crollò definitivamente sul pavimento, con un fracasso infernale.
    "Merda" - sussurrò Karen, visibilmente provato - "Grazie, Tani".
    "Niente" - fece l'altra, più sollevata - "Su, muoviamoci".
    Sembrava voler aggiungere altro, ma il suo sguardo si spostò immediatamente alle sue spalle, come se qualcosa avesse improvvisamente attirato la sua attenzione.
    "Avete... sentito?"- mormorò - "È... la voce di un bambino?".


    Sithis inviò subito il messaggio a Tanilia, come gli era stato ordinato, ma non potè non notare che il factotum impiegò più tempo del solito a fare il suo dovere.
    Approvava l'idea di Septim di dare una controllata a Viretia... e a dire il vero gliel'avrebbe data ancor prima di salire sulla navicella. Forse Terril stava davvero iniziando a perdere colpi.
    "Controlliamo il dormitorio. Secondo le scansioni, non dovrebbero esserci superstiti, ma non si sa mai. Magari troveremo anche indizi, diari, rapporti mancati, qualsiasi cosa che ci faccia capire che diavolo sia successo."
    "Ricevuto" - rispose Sithis, ponendosi immediatamente a testa della fila con un movimento automatico maturato da anni e anni di ripetizione.
    Come aveva immaginato, poi, il principale Eporian gli si affiancò per comunicargli di tenere d'occhio Laeviion.
    Era un po' scettico in merito alla possibilità che fosse la nave a creare quella strana reazione da parte della turian, ma non era nella posizione di discutere. E poi, apprezzava chi non sottovalutava alcuna alternativa.

    Il Dormitorio 1 si presentavano in perfetto ordine. Quasi come se non fosse stato utilizzato per niente.
    Sithis avanzò con circospezione tra i letti e le cassette adibite agli effetti personali, illuminando con un fascio di luce ogni dettaglio.
    Tutto sembrava immutato. Tutto perfetto, a parte il costante filo di polvere sulle superfici.
    Vi erano otto letti, con otto relative cassette e due scrivanie sul fondo, le cui fattezze si confondevano con il buio della stanza.
    "Mi chiedo se Tanilia e gli altri siano ancora lontani dal generatore di questa ala. Questo buio mi dà ai nervi".
    Proprio in quel momento, il suo factotum brillò.
    "Karen?".
    "Sith... Principale Eporian..." - la comunicazione era parecchio disturbata - "Vi volevo rassicurare sul trambusto che molto probabilmente avete sentito. Stiamo bene ma...".
    "Trambusto...?" - Sithis scosse la testa in direzione di Septim, come per comunicargli che lui non avesse sentito alcunché - "Ma... cosa?".
    "Tanilia... È convinta di aver sentito qualcosa in fondo al corridoio" - La voce di Karen, seppur disturbata, faceva intuire che il turian stesse camminando speditamente - "Dice che c'è un piccolo turian a bordo".
    "Non è possibile" - asserì Sithis, serio, ricordando in modo impeccabile l'elenco dell'equipaggio. Nessun bambino avrebbe mai potuto partecipare ad una missione - "Passamela".
    "... Vorrei. Ma sta... quasi correndo. E qui le tubature sono pericolanti. Per di più, non risponde al factotum. La tengo d'occhio, probabilmente vuole solo controllare...".
    "Karen, la priorità sono i generatori!" - si indispettì Sithis, ma la comunicazione si interruppe bruscamente.
    Facendo ricorso a tutto il suo autocontrollo, Sithis sospirò e si rivolse al principale - "Beh, ignorare gli ordini non è sicuramente da Tanilia. Anche se... Forse ho una mezza idea del perché lo stia facendo".
    Detto ciò, diede uno sguardo veloce a Viretia, poi tornò a Septim - "Se ritiene che sia il caso che li raggiunga, deve solo ordinarmelo. In caso contrario, cerchiamo di scoprire se questa stanza può darci qualche aiuto".

  8. .

    Rael Thompson

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    Rael era sul punto di terminare la sua versione dei fatti, quando Hanntius ed un altro turian le interruppero.
    La stazza del nuovo alieno le ricordava molto quella di Sithis, ma il visore e i segni color rosso allontanarono ogni probabile dubbio. Forse aveva bevuto un po' troppo durante il racconto...
    Quel pensiero le riportò subito alla mente Madison, e mentre Leesa era intenta a presentarsi, la mercenaria si affrettò a fare cenno di tacere alla dottoressa. In tutta risposta, Madison cercò di emularla finendo per infilarsi un dito nell'occhio.
    Merda, l'abbiamo stesa, pensò, sperando con tutto il cuore che non si mettesse in ridicolo davanti ad Hanntius.
    "Hann, Leesa era con noi al..." - guardò Syprion e balbettò, indecisa se era il caso o meno di rivelare certi dettagli - "... beh, dove eravamo prima".
    "Non c'è bisogno di nascondere alcunché" - si affrettò a rassicurarla l'altro, concedendosi di staccare per qualche istante gli occhi da Leesa - "Io e Hann... condividiamo un bel po' di cose".
    "Uh-oh" - borbottò Madison, con aria amareggiata. Questo portò l'attenzione di tutti sulla dottoressa che, trovandosi improvvisamente al centro di tutti quegli sguardi, cercò gli occhi di Rael in cerca di aiuto.
    "Shhhhh!" - mormorò, in un modo che probabilmente nella sua testa doveva apparire abbastanza discreto.
    Ma non lo era.
    "La nostra amica è... stanca" - fece Rael, cercando di apparire quanto più credibile possibile - "E io ho come l'impressione che tu abbia trovato quello che stavamo cercando, Hann, perciò... Vogliamo spostarci altrove a chiacchierare?".
    "Magari fuori" - consigliò Leesa guardando la dottoressa passare dal rosso al viola pallido.
    "Magari" - fece eco Madison, trattenendo un conato.

  9. .

    Sithis Laenus

       Fazione: Forze Speciali Turian
       Ruolo: Guardianera



    Senza remore, i soldati obbedirono e, dopo aver controllato i rifornimenti, il gruppo si divise.

    Karen apriva il gruppo degli ingegneri, muovendosi un po' più avanti rispetto ai due. Gli ambienti non erano granché diversi dall'hangar: ogni superficie era coperta da un sottile ma evidente strato di polvere e l'atmosfera era totalmente immobile, quasi come sospesa nel tempo. L'aria era respirabile anche in quel caso, e Tanilia espresse la certezza quasi assoluta che lo stesso valesse per gli ambienti successivi.
    "Via libera" - annunciò Karen, svoltato il primo angolo - "Non indugiate, per favore".
    La sua torcia era puntata su una tubatura fuori guida, pericolosamente barcollante.
    Tanilia partì subito e passò rapidamente sotto la tubatura, poi si voltò ad attendere gli altri due.
    "Che vuoi fare, sardina? Te la senti o passo io per primo?"

    Sithis si propose come avanguardia e camminava con circospezione lungo il corridoio. La sua torcia illuminava un ambiente che apparentemente non appariva scomposto, ma che, con uno sguardo più attento rivelava dettagli insoliti, che tradivano una confusione innaturale per una nave turian.
    Sithis si chinò a raccogliere una bottiglia rovesciata. Non poteva annusarne il contenuto, ma doveva trattarsi di una bevanda energetica.
    "Da questa parte dovrebbero esserci i dormitori dell'equipaggio tecnico" - disse, indicando la strada che si dipartiva dal corridoio principale - "Andando avanti, invece, dovrebbero esserci delle scale di emergenza".
    La sua luce illuminò le porte dell'ascensore, esattamente di fronte al corridoio che portava ai dormitori - "Anche se l'energia fosse attiva, non mi sentirei di utilizzarlo".
    A quel punto, si voltò verso il principale Eporian - "Qual è la prossima mossa?"

  10. .

    Rael Thompson

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    Per tutta la durata del discorso tra un irritato Fin, una stanchissima Eleaonr e Tysha - un'asari niente male ma con qualche rotella fuori posto, ipotizzava - Rael si sentì addosso occhi parecchio indiscreti.
    Tra lo stuolo di seguaci che Tysha aveva condotto all'incontro, vi era un'asari che non aveva accennato neanche mezzo secondo a perdere di vista Rael.
    Colpo di fulmine? No, che diamine.
    Era eccitata all'idea di poter finalmente mettere le mani addosso ad Alexanders... e quindi accedere finalmente a ciò che per troppo tempo era rimasto sepolto. Ebbe un attimo di vertigine all'idea di come sarebbe stata la sua vita dopo ciò: per troppo tempo si era dedicata a quella causa... Cosa avrebbe fatto, dopo?
    Una gomitata di Niissa la riportò alla realtà, ma il sorrisino che le mostrò ricondusse il suo sguardo verso la destra.
    Ancora lei. Occhi di un nocciola tanto chiaro da apparire quasi oro, espressione beffarda, aggressive pitture facciali e una muscolatura che, seppur accennata, appariva più pronunciata rispetto alle asari che aveva visto finora.
    "Credo voglia giocare al dottore" - la canzonò sottovoce Niissa.
    "Posso mandarcela quando vuole" - borbottò Rael... ma era poco sicura di riuscirci.
    Cercò di riprendere il discorso di Tysha (anche se già sapeva che avrebbe avuto bisogno di un riassunto da Hann o dalla dottoressa) e iniziò subito a chiedersi cosa c'entrasse quel troglodita in cella e da quale pianeta provenisse.
    "Lui sarà il nostro biglietto d'ingresso" - spiegò Tysha - "È uno degli ufficiali di Ayita..."
    Rael spostò uno sguardo dubbioso alla dottoressa che, con un sospiro le fece cenno di attendere.
    Inevitabilmente, lo sguardo si posò nuovamente sulla nerboruta asari che, questa volta... ammiccò.
    Rael si voltò immediatamente, per nulla intenzionata a scegliere tra lo stupro e l'omicidio, e quando il briefing sembrò terminare, cercò di restare il più possibile incollata agli altri per evitare qualunque tentativo di approccio.
    Fortunatamente, la asari seguì Tysha che si apprestava ai preparativi, non senza averle prima scoccato uno sguardo che sembrava una promessa.

    Eleanor aveva scelto di non portarli con loro, e Rael non poteva sapere cosa ci fosse dietro quel ragionamento. Stavano per andare a contrattare con un altro clan di svitati, e aveva pensato bene di portare con sé due degli esseri più imprevedibili e casinisti della galassia. Sarebbe finita a botte, ne era certa.
    Ad ogni modo, non le importava più di tanto. Alexanders era sotto custodia, e anche se non era ancora nelle loro mani, si sentiva già più rilassata.

    "Propongo di dividerci, c'è più possibilità di ottenere qualcosa se non siamo in gruppo" - propose Hanntius, e Rael pensò che avesse finalmente deciso di farsi avanti con la doc... Ma poi la appioppò a lei e, storcendo un po' il naso, la ragazza annuì.
    Anche Madison sembrava di tutt'altro avviso, ma Hanntius pensò bene di darle un incarico: evitare che si ubriacasse.
    "Fantastico" - commentò acida Rael - "Ho dei nuovi genitori. Se è così, spero non dimentichiate la paghetta"

    Madison sembrava muoversi abbastanza bene nel locale, nonostante il suo aspetto di timida dottoressina. Ne avevano di cose da scoprire sul suo conto... ma forse non ce ne sarebbe mai stata l'occasione. Oramai lo scacco era quasi compiuto.
    "Allora, Maddie" - esordì la mercenaria con un sorriso - "Che ne dici di farci un bicchierino leggero?"
    Madison non si degnò nemmeno di spostare lo sguardo su di lei - "È fuori discussione, Rael"
    La ragazza fece una smorfia, ma non aveva ancora giocato tutte le sue carte - "E se... mettessi una buona parola per Hann?"
    La dottoressa arrossì così rapidamente che Rael temette si stesse sentendo male - "Co... cosa c'entra Hann?"
    "Ah, siamo a questi livelli di negazione?" - fece Rael, beffarda - "D'accordo, allora. Io non bevo e tu resti zitella: tutti contenti! Vuoi che andiamo già ad adottare una quindicina di gatti per il tuo appartamento?"
    "Non troverai gatti a Nos Astra" - la informò una voce. Era roca, ruvida per essere femminile... ma inaspettatamente piacevole.
    "Ci troverò almeno del sarcasmo, signor..." - stava per dire Rael, ma voltandosi si trovò di fronte il suo nuovo peggior incubo.
    Non aveva la possibilità di guardarsi allo specchio, ma era certa di essere impallidita.
    "Andiamo, non fare quella faccia" - disse calma l'asari, concedendole un sorriso bieco - "Penso ti sia fatta un'idea sbagliata di quello che voglio da te".
    "Credevo foste andate tutte con Tysha" - rincarò Rael, deglutendo a fatica.
    "Sarebbe sembrata una vera e propria invasione, più che un incontro, tu che dici?" - spiegò l'altra. Poi, dopo una breve pausa (forse aspettandosi una risposta che non arrivò), riprese - "Mi chiamo Leesa".
    "Gran bel nome".
    "E tu sei Rael... Rael Thompson".
    "Bella, forte, e anche perspicace... quante qualità hai?" - ironizzò Rael, ma era un po' preoccupata. Era certa di aver citato il suo nome almeno una volta... ma non certo il cognome. Che storia era quella.
    Intanto, la asari aveva ordinato tre whiskey e la dottoressa aveva timidamente cercato di dirle qualcosa... ma era bastato uno sguardo di Leesa per convincerla di poter soprassedere.
    "Come... sai che volevo del whiskey?" - domandò Rael, prendendo il bicchiere e passandone un altro a Madison.
    "Probabilmente non lo volevi, ma non ti sogneresti mai di controbattere. Dico bene?"
    "Ouch" - Rael scolò il bicchiere in un sorso e si sentì immediatamente meglio - "Dammene altri tre, e farò tutto quello che vuoi"
    Leesa rise - "Ma cosa hai capito? Tesoro, io rischierei di polverizzarti... No, no, quello che voglio non riguarda me e te"
    "Oh... Proprio ora che ci stavo facendo un pensierino"
    Fu a quel punto che Leesa appoggiò un datapad sul bancone e lo spostò sotto gli occhi di Rael, che sbatté le palpebre più volte, incredula.
    "Come... ?" - Gli occhi presero a bruciarle immediatamente.
    "Questo turian accanto a te da bambina... Dimmi il suo nome".
    "Perché?".
    "Tesoro, dillo e basta".
    "È morto, sai?".
    "... Lo so" - Leesa si allontanò un po', come per guardarla meglio - "Tu... gli eri affezionata. Ti ricordi di lui" - Sembrava stupita.
    "Dove hai preso questa foto?" - chiese allora Rael, un po' irritata nel vedersi messa allo scoperto da una sconosciuta - "E chi diavolo sei?".
    L'asari sospirò - "Cerco solo di aiutare la persona che amo" - spiegò. Era come se volesse privarsi anche lei di ogni velo, in modo che Rael si sentisse meno vulnerabile - "Lei... non ha mai cercato la verità su suo padre. E anche se dice di stare bene, questa cosa la sta distruggendo".
    Gli occhi di Rael si dilatarono - "Daleen".
    Le due si guardarono meravigliate, in silenzio, per un tempo indefinibile.
    "Chi è... Daleen?" - domandò Madison con una voce un po' troppo strascicata.
    "Dimmi tutto quello che sai" - propose allora Leesa, con una nuova luce negli occhi - "Ed io farò lo stesso".

  11. .
    CITAZIONE (BadWolf @ 31/7/2017, 22:45) 
    Meh un po tutto sinceramente, fantasy, horror, fantascienza... quello che proprio non digerisco sono i romanzi rosa o comunque i libri incentrati sulle storie d'amore. Ugh. Mi sta già salendo la glicemia. Tu invece? :3

    Io tutto tranne gialli. Amo soprattutto i classici (preferiti: Goethe, Pasolini, Pavese, Svevo e qualcuno che sicuramente sto dimenticando) e i racconti horror/surreali (adoro Stephen King e Dino Buzzati; NON amo Kafka, che è peggio di Gabry che spiega le regole del forum). Ogni tanto mi taglio le vene con Sartre :D. Fantasy devo ammettere che me ne sono piaciuti pochi (Il Signore degli Anelli e La Torre Nera di King) ma conta che non ho mai letto Licia Troisi o altri autori iconici. Sulle storie d'amore dipende: se mi parli di Sparks e altri disagi sono d'accordo, ma tra i miei libri preferiti c'è I Dolori del Giovane Werther e........ Orgoglio e Pregiudizio. L'unico libro di Jane Austin che mi ha fottuto alla grande... che sia maledetta!

    CITAZIONE
    ...uomo avvisato...uomo avvisato :D

    Le citazioni...:laugh: :laugh:

    CITAZIONE (BadWolf @ 31/7/2017, 23:18) 
    Oh beh tranquillo, hai trovato qualcuno che ci proverà gusto a distruggerle MUHAHAHA ÒWÓ

    Il tuo personaggio sarà la fusione fatale tra Sithis e Karen (un mio pg e un mio png)
    Siamo nella merda, insomma.
  12. .
    CITAZIONE (hellequin81 @ 31/7/2017, 11:15) 
    Reiki sei acida :sisi:

    Dimmi qualcosa che non so.
    CITAZIONE (Rael'Xerol @ 31/7/2017, 11:19) 
    La cattiveria :asd: :ren:

    La mia o quella di Gabry che ha costretto un nuovo arrivato a leggere i Promessi Sposi pt 2?
    CITAZIONE (Aires @ 31/7/2017, 11:32) 
    Salve e Benvenuto sul forum!
    Ma allora esiste altra gente "a cui appiopparono la misantropia" [cit. rivisitata], ora mi sento meno sola :sisi:
    @Reiki ora ti ritroverai con la casella postale intasata dalle spiegazioni "riassuntive" di Gabry

    Quote of the day.
    Oh, shit.
    CITAZIONE (•Gabry‚ @ 31/7/2017, 11:46) 
    LA PROSSIMA VOLTA CI PENSI TU

    Sai che non accadrà mai.
    CITAZIONE (BadWolf @ 31/7/2017, 11:49) 
    Ma povero dai, a me non è neanche sembrato così noioso! Si certo sintetico è una parola grossa ma noioso no :laugh:

    Ma in realtà io ero affettuosa <3
    CITAZIONE (•Gabry‚ @ 31/7/2017, 15:25) 
    CITAZIONE (BadWolf @ 31/7/2017, 14:41)
    Sono qui sul forum da meno di un giorno e già shippo due persone, sono così orgoglioso di voi :,D

    shiphassailed

    :teeth:

    @Badwolf, cosa ti piace leggere? :)
  13. .
    @Gabry,ti offendi se ti dico che leggere quello che hai scritto mi ha così rotto le palle che ho preferito ascoltare "Albano vuole lottare!" per 10 ore?
  14. .
    Benvenuto!! La mia esperienza con Mass Effect è stata più o meno simile :laugh:
    Per le info, abbiamo il nostro esperto Gabry.
    Sono sicura che ti troverai benissimo :heart:
  15. .

    Sithis Laenus

       Fazione: Forze Speciali Turian
       Ruolo: Guardianera



    PARTE UNO: ATTRACCO



    Fu il superiore Eporian a mettere per primo piede sulla nave. Sithis, appena dietro di lui, avvertì la zaffata stantia dell'ambiente a cui stavano per accedere.
    "Spiriti" - borbottò Tanilia, dietro di lui, seguita dal quarian e infine da Karen e Viretia, posti a retroguardia - "Questo odore..."
    "È morte" - sostenne Karen, da buon esperto - "Non recente, di sicuro".
    L'area che si aprì davanti a loro appariva come un comunissimo hangar. Una fila di navette occupava entrambi i lati e, in fondo, si intravedeva una stazione di manutenzione ingrigita dalla polvere. Tutto era spento.
    "Indossate le maschere, per favore" - disse Tanilia, pescando uno dei suoi apparecchi - "Sarà anche morte, ma voglio essere certa che a far fuori l'equipaggio sia stata qualche sostanza liberata nell'aria".
    Sithis considerò opportuna quella precauzione. Del resto, si parlava di una nave adibita all'estrazione mineraria, e la galassia poteva ancora nascondere qualche segreto per quel che ne sapevano.
    Sarebbe stata una scoperta con degli importanti risvolti militari, ponderò con un sorrisino.
    L'apparecchio di Tanilia, dopo qualche istante, non rivelò alcuna minaccia nell'aria e tutti poterono rimuovere i respiratori.
    "Bene. Col suo permesso, superiore Eporian, passerei al controllo degli ambienti successivi insieme a Xerol. Valuteremo la qualità dell'aria e cercheremo di seguire le linee energetiche per arrivare al generatore. Poi ripristineremo le comunicazioni con la nave di Terril".

    Intanto, Sithis si guardava intorno. Diverse navette mancavano all'appello, e dai singoli terminali sarebbe stato possibile raccogliere informazioni importanti, ma senza energia non potevano far molto. Restò quindi in attesa di ordini da parte di Eporian.

23 replies since 1/4/2017
.
Top