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    Prudence Judicael

       Fazione: Ordine delle Quattro Virtù
       Ruolo: Adepta




    < Ho come l'impressione che non ci troviamo più su Tanion, vero Sephyr? >
    Prudence aveva visto cose troppo strane nella sua breve vita per stupirsi più di tanto. Lei sapeva che esisteva un intero Universo al di là di quello ufficiale; lo sapeva perché lei lo aveva visto, più volte. Tutti coloro ai quali aveva raccontato le proprie esperienze ultraterrene, avevano sentenziato che la suora fosse affetta da schizofrenia acuta e che tutto ciò che presumeva avere visto, non era altro che il frutto della sua mente malata. Anche gli psicologi di Santa Romana Chiesa non avevano creduto a una parola dei suoi racconti. 'Pazza' era la parola più gentile che si trovava sui suoi rapporti psicologici...ma era una pazza troppo utile alla Causa per essere esonerata dal servizio ovvero, le sue capacità combattive erano molto più preziose dei suoi presunti difetti mentali.
    Prudence stessa non era sicura al 100% che tutto ciò che aveva visto non fossero altro che visioni ma c'era la Voce...Sephyr...come poteva giustificare la Voce? Anch'essa frutto della sua mente fragile?

    < Sì. > rispose Sephyr serafico < E no. > aggiunse con un sorriso.

    La ragazza andò a sedersi accanto al demone, su una comoda panchina di legno con braccioli in ferro battuto intarsiato; una panchina che non esisteva più sulla Terra se non in qualche museo dedicato all'arte ottocentesca. Tutto in quel luogo era in arte ottocentesca: le pensiline, la volta a vetri, le colonne anch'esse di ferro dipinte di verde che sorreggevano la volta e, ovviamente, anche i binari che si trovavano al di là della linea gialla.

    < Sono...morta? > domandò Prudence senza particolare stupore nella voce.
    Sephyr annuì compiaciuto.
    < Non me ne sono neanche accorta...cosa è successo? > incalzò la suora curiosa, lasciandosi cadere contro lo schienale della panchina.
    < Avevate quasi raggiunto la cripta quarian e stavate combattendo corpo a corpo con svariati fanti geth. Uno dei fanti ha calpestato una delle mine anti-uomo che Sithis aveva piazzato fuori dalla struttura; l'esplosione l'ha mandato in pezzi e un frammento metallico del geth ti ha centrato il cuore, spaccandolo. Sei morta all'istante ma Don Pedro non si da per vinto: ha già estratto il frammento e con l'aiuto di Galan stanno facendoti un massaggio cardiaco. >
    Prudence sorrise < Quel Sithis è talmente stronzo da ammazzare la gente anche indirettamente. >
    Anche Sephyr sorrise < Chi nasce quadrato, non può morire rotondo, giusto? >

    La stazione in cui si trovavano sembrava non avere fine con decine e decine di binari una accanto all'altro che si susseguivano a perdita d'occhio; non vi erano luci artificiali ad illuminare l'ambiente eppure tutto era rischiarato da un etereo chiarore candido, disturbato solo da una leggera foschia che rendeva l'atmosfera piuttosto rilassante.
    Ad un tratto, Prudence rialzò la schiena, attratta d alcuni movimenti provenienti dal binario accanto. C'era un'intera famiglia turian - madre, padre e due bambini piccoli - che avanzavano verso una panchina identica a quella dove era seduta; i due genitori avevano un bel da fare a tenere in linea i due bambini che correvano a destra e a manca incuriositi da ogni più piccola cosa. La femmina turian incrociò lo sguardo di Prudence e fece un leggero inchino di soluto a cui la suora replicò alzando la mano con un sorriso, imitata nel gesto da Sephyr.
    < Non pensavo che anche i turian... > disse Prudence indicando la famigliola felice.
    < Le credenze sono diverse ma il principio è sempre quello: gli esseri dotati di anima prima o poi muoiono. Guarda... > aggiunse il demone indicando il binario alle proprie spalle.
    Prudence si voltò e quasi sobbalzò quando vide che, seduti fianco a fianco su una panchina vi erano un geth e un quarian impegnati in un'animata discussione. < Che mi venisse un colpo secco! > esclamò divertita.

    I due rimasero in silenzio a guardarsi attorno, incuriositi dai vari personaggi che popolavano quei binari: un paio di asari che si abbracciavano...un salarian intento a smanettare sul suo factotum...un krogan grande e grosso che continuava a lanciare un legno al proprio varren e questo, oggettivamente felice, che correva a prenderlo per poi riportarglielo.
    A intervalli irregolari, il fischio acuto di una locomotiva a vapore preannunciava l'arrivo di un treno invisibile che si materializzava mano a mano che si avvicinava al binario. Il treno si fermava fra sbuffi di vapore e le eleganti porte delle carrozze si aprivano in corrispondenza delle panchine occupate. Un raffinato ferroviere in divisa blu scendeva dal treno e con gesti eleganti, dispiegava i gradini di ferro battuto che avrebbero aiutato i passeggeri ad imbarcarsi dopo di che, servizievole, prestava aiuto ai passeggeri porgendo ora la mano alle signore, ora a rincuorare i più restii a salire e...il ferroviere del krogan grande e grosso ebbe un bel da fare prima di riuscire a imbarcare il varren. Quando i passeggeri erano a bordo, il ferroviere portava un fischietto alla bocca, lasciava partire un lungo fischio e alzava la mano. La locomotiva dava pressione alle caldaie e, con un leggero sobbalzo, il convoglio riprendeva lentamente la marcia mentre altri passeggeri prendevano il posto di quelli appena partiti.

    < Sono tutti uguali... > fece notare Prudence riferendosi ai convogli < ...pensavo che fossero diversi quelli che vanno...sù...rispetto a quelli che vanno...giù... >
    Sephyr annuì comprensivo < La Morte è uguale per tutti Prudence: buoni o cattivi, per lei non fa differenza. L'importante è che a fine giornata i Suoi registri siano compilati con il giusto numero di anime. Il suo compito è portare le anime a destinazione, qualunque essa sia. E' il suo lavoro senza fine e non c'è motivo di spaventare i suoi clienti prima del dovuto, non credi? >
    < E come si capisce se... > abbozzò Prudence, curiosa di sapere quale sarebbe stata la sua destinazione finale.
    < Lo senti qui... > disse Sephyr mentre appoggiava la sua mano al petto della suora, all'altezza del cuore. Come sempre, la mano si smaterializzò al contatto col corpo della donna e quasi scomparve < ...e lo sai qui. > aggiunse portando le sue dita al volto della ragazza, in una carezza eterea.

    I due rimasero seduti a lungo. Di tanto in tanto, un treno arrivava a uno degli altri binari e poi ripartiva. Ne arrivarono uno, due...dieci...ma quello del loro binario sembrava proprio essere in ritardo.
    < Comincia a rendermi nervosa questa attesa! > esclamò ad un tratto Prudence, agitata.
    < Sarà un treno guidato da un italiano... > buttò lì Sephyr divertito.
    < Scemo! > replicò Prudence con una delle sue risate cristalline.
    < Ecco...le tue risate saranno tra le cose che più mi mancheranno, lo sai? E i tuoi occhi viola...i tuoi capelli azzurri...le tue labbra...le tue labbra... >
    < Non puoi venire con me? >
    < No, non posso. C'è posto per una sola anima sul treno in arrivo. >
    Prudence annuì e, anche se sapeva fosse inutile, si fece più vicina a Sephyr e appoggiò la sua mano là dove il demone teneva la sua. Le loro mani si fusero insieme, carne e spirito.
    < Perchè tarda tanto? >
    < E' un caso difficile, Prudence...credo sia la prima volta che Lei si trova davanti a una scelta del genere. >

    Restarono così per un tempo che sembrava infinito, con le loro mani intrecciate, ad assaporare quegli ultimi istanti in reciproca compagnia. Anche a Prudence sarebbe mancato molto Sephyr; aveva imparato a conoscerlo e ad amarlo, in un certo senso e ora, per il resto dell'eternità, non avrebbe più potuto vederlo.




    Poi, finalmente, un fischio acuto proveniente dalla sinistra spezzò quel silenzio. La locomotiva si materializzò lentamente mentre rallentava la sua andatura fino a che una delle porte della carrozza passeggeri si fermò proprio di fronte alla panchina di Prudence.
    Il ferroviere scese, preparò i gradini e infine, con un gesto di invito, mosse le sue mani inguantate di bianco indicando la porta aperta.
    Prudence tirò un lungo respiro e si fece coraggio, alzandosi dalla panchina e coprendo i 5 passi che la separavano dalla carrozza. Sorrise al ferroviere che ricambiò gentile ma quando la ragazza stava per fare il primo gradino, la mano inguantata di bianco le si parò davanti.
    < Mi dispiace, signorina. > disse educato il ferroviere < Non sono qui per lei. Per favore, lasci libero l'ingresso. Prego, signore. >
    Prudence rimase di sasso mentre Sephyr le sfilava accanto e cominciava a salire i piccoli gradini.
    < Ma...Sephyr...cosa...> balbettò la ragazza incredula.
    Sephyr si aggrappò al palo posto in mezzo alle porte e si girò verso la ragazza, un piede sul gradino e l'altro ancora appoggiato a terra.
    < Te l'ho detto, per Lei l'importante è che i Suoi registri abbiano il giusto numero di anime. Le ho chiesto un favore in nome della nostra lunga amicizia: un'anima, per un'anima. La mia anima per la tua anima. >
    Prudence guardava il demone con gli occhi pieni di lacrime; per la seconda volta Sephyr era riuscito a salvarla dalla Morte e per la seconda volta lo aveva fatto senza chiedere nulla in cambio.
    < Portami con te, Sephyr! > disse Prudence singhiozzando < Cosa farò...da sola? Non posso...più stare senza di te! >
    < Te la caverai, Pru! > rispose semplicemente il demone.

    Con un ultimo gesto d'affetto, Sephyr allungò la mano per asciugare una lacrima che stava rigando il viso di Prudence. La mano si avvicinò, leggera e poi...calore!
    Prudence sentì calore sulla sua guancia e poi un leggero solletico là dove il pollice di Sephyr la sfiorò delicata. La ragazza portò la sua mano sul dorso di quella di Sephyr, tenendola stretta contro il suo viso, chiudendo gli occhi per imprimersi nella memoria quell'istante.
    < Finalmente ti sento... > disse Prudence riaprendo gli occhi e fissando Sephyr con amore.
    Si alzò sulle punte dei piedi e il demone si sporse il più possibile verso di lei fino a quando le loro labbra entrarono in contatto. Si baciarono a lungo, un bacio dal gusto salato delle loro lacrime che si miscelavano mentre, copiose, scendevano dai loro occhi. Prudence sentiva come un fuoco che invadeva il suo cuore...una fiamma incandescente che le riempiva il cuore.
    Si sarebbero baciati per sempre se il ferroviere, con un educato colpetto di tosse, non avesse richiamato la loro attenzione.
    < Ci rivedremo presto, amore mio... > disse Sephyr mentre saliva il gradino anche con l'altro piede, tornando alla sua forma eterea < ...ma non ancora...non ancora... >


    < Continua a tenerle le gambe sollevate! > gridò Don Pedro alla turian.
    L'uomo mollava dei gran colpi al petto di Prudence nel tentativo di riattivare il suo cuore. Quanto tempo era passato ormai? 10 secondi? 20 secondi?
    < E' inutile! > replicò Galan stizzita < E' morta! MORTA! MO... >
    Prudence si alzò a sedere senza fatica, allontanando delicatamente Don Pedro che la guardava con gli occhi fuori dalle orbite.
    < Madre de Dios! > esclamò il parroco facendosi il segno della croce < E' un miracolo! >
    La ragazza rimase in silenzio a lungo.
    "Sephyr?" domandò nella sua mente senza ricevere risposta "Sephyr?" continuava a ripetere sperando di sentire la sua voce ancora un'ultima volta.
    < Se n'è andato, padre! > disse la donna tirando su dal naso.
    < Chi se n'è andato? >
    < Non c'è più...non c'è più! >
    Prudence si gettò tra le braccia di Don Pedro, in un pianto disperato. < Non c'è più e non gliel'ho detto...non ho fatto in tempo! > ripeteva la ragazza, inconsolabile.
    Don Pedro, confuso, abbracciò Prudence con dolcezza e cominciò ad accarezzarle il capo con fare paterno.
    < Jo no sabe cosa è successo, sorella...ma puoi dirglielo ora...credo che ti sentirà, chiunque lui sia e ovunque lui sia. Tranquilla...cosa non gli hai detto? >
    < Che aveva ragione, padre...brucia...non sapevo che bruciasse...l'amore...l'amore, brucia! >


  2. .

    Selina Sakarova

       Fazione: Army Of Four
       Ruolo: Mercenario



    Quando c’era da fare casino, Selina non aveva rivali nell’intera Galassia e il fatto che gli Emissari fossero tutti dei biotici provetti, aiutava molto nel suo compito di fare di rumore.
    L’area posta di fronte all’ingresso della struttura si era ben presto trasformata in un vero e proprio campo di battaglia dove centinaia di uomini, da una parte e dall’altra, si fronteggiavano a viso aperto senza badare molto alla tattica.
    Selina schizzava da una parte all’altra del campo con la sua carica biotica, pronta a fare detonare qualsiasi innesco il suo veloce occhio riuscisse ad individuare e quando il suo impianto necessitava di ricaricarsi, allora si attaccava al grilletto del Graal, con quel suo rumore ovattato così rassicurante per le orecchie della mercenaria.
    Niissa, per quanto possibile, cercava di stare dietro alla compagna nel tentativo di aiutarla con le detonazioni biotiche e di darle un minimo di copertura quando la russa era costretta a fermarsi…ma era così difficile tenere il ritmo di Selina che l’asari rimpiangeva che Marek e Grat non fossero presenti in quella battaglia: se ci fossero stati anche loro, allora sì che non avrebbe avuto da preoccuparsi per Selina.
    Nei loro caschi continuavano a ripetersi ordini e contro-ordini provenienti dagli ufficiali degli Emissari e da quello che sentivano, le cose non stavano andando proprio bene. Il problema era la presenza dei manichini che rendeva lo scontro squilibrato inoltre, dovevano essere riuscite molto bene a fare rumore poiché ora, gli Emissari, erano anche in inferiorità numerica.
    Il fianco sinistro dello schieramento aveva già ceduto due volte e solo l’invio di rinforzi, tolti dal centro dello schieramento, era riuscito a tamponare la situazione. Ora però, senza quei soldati al centro, tutta la linea stava annaspando sotto il fuoco degli uomini di Alexanders e dei manichini.
    < Selina! Niissa! Da me…subito! > ordinò Tysha nel comunicatore.
    Le due amiche, a fatica, si disimpegnarono dalla battaglia raggiungendo Tysha che si trovava proprio al centro dello schieramento degli Emissari, nelle retrovie accanto alle artiglierie che erano l’unica cosa che consentiva alla linea degli Emissari di non cedere completamente.
    < Quei manichini ci stanno facendo a pezzi! Se quella stronza di Ayta non disattiva le nanomacchine alla svelta, qui ci lasciamo la pelle tutti quanti! > spiegò l’asari < Tenente! Ad alzo zero…ALZO ZERO!!! Sparate di punto in bianco…SONO STATA CHIARA??? >
    < Dobbiamo tenere la linea… > replicò Selina < …costi quello che costi! >
    Tysha l’afferrò con forza per il bavero della corazza < Stanno morendo le mie guerriere laggiù, lo capisci? > disse l’asari indicando il campo di battaglia < Gente che ha affidato a ME la propria vita e che sta combattendo solo perché IO glielo sto ordinando! >
    < A me lo dici? > disse Selina divincolandosi dalla presa dell’asari < Io non c’entro niente in tutta questa storia…mi hanno sparato, mi hanno picchiato, mi hanno tirato due cazzo di bombe a mano in faccia e non ci ho ancora capito niente! Quello che so è che se molliamo ora…siamo davvero tutti morti! Qualsiasi cosa abbia in mente Alexanders, moriremo tutti oggi o domani! E io voglio tornare dai miei amici… >
    Mentre Selina finiva la frase, Tysha la zittì con un gesto della mano. Poi alzò la stessa mano in aria con l’indice teso e la fece roteare.
    < Mi dispiace Selina… > disse Tysha mentre le sue guerriere, in disordine, abbandonavano le loro posizioni e si davano alla fuga.
    < Cosa stai…facendo? > domandò la mercenaria incredula.
    Accanto a lei vedeva sfilare i soldati di Tysha ormai spezzati nell’animo, sopraffatti dalle forze preponderanti del nemico, schiacciati dalla presenza di quelle macchine che li stavano facendo a pezzi.
    Selina vedeva negli occhi di quelle asari paura…disperazione per le amiche perse in quella battaglia…incredulità per quella sconfitta che erano sicure non avrebbero mai assaporato.
    La mercenaria si guardò attorno velocemente…non sapeva cosa doveva fare, quello che sapeva è che doveva fare qualcosa! I suoi occhi grigi si posarono su uno stendardo degli Emissari che garriva al vento. Era piantato per terra, a pochi passi da lei. Velocemente lo afferrò e si voltò verso il campo di battaglia.
    < Cosa vuoi fare? > domandò Tysha in un sibilo.
    < O vittoria…o morte! >
    Cominciò a correre Selina.
    Correva incontro al nemico senza imbracciare nessuna arma ma tenendo ben in alto quella bandiera.
    < AVANTI! > urlava ogni qualvolta incrociava un soldato degli Emissari.
    < AVANTI! > gridava a squarciagola per superare i boati della battaglia.
    Ad un tratto, si rese conto di essere rimasta da sola contro il nemico ma non fermò la sua corsa. Esplosioni e colpi di fucile erano ormai quasi completamente cessati ma Selina non si fermò. Puntò il soldato più vicino come una furia, senza badare ai colpi di fucile che quello gli sparava addosso; abbassò la bandiera e terminò la sua corsa conficcando l’asta nel cuore dell’uomo.
    < Avanti…avanti… > continuava a ripetere tra le lacrime mettendosi sulla difensiva quando si accorse di essere ormai quasi circondata.
    I nemici le erano ormai addosso ma non sembravano avere fretta: erano 10 contro uno. 10 fucili contro una bandiera. Perché avrebbero dovuto avere fretta.
    < FATEVI SOTTO BASTARDI! > urlò Selina puntando l’asta minacciosa.
    Quelli ridevano.
    La guardavano e ridevano mentre si avvicinavano a lei.
    Poi, improvvisamente, lo sguardo divertito con cui la osservavano scomparve sostituito da uno preoccupato all’inizio, impaurito un istate dopo.
    Selina avanzò di un passo e quelli indietreggiarono di un passo. Un altro passo avanti e uno indietro per i suoi avversari.
    Uno dei soldati la indicò e solo in quel momento Selina realizzò che il dito non puntava lei ma indicava qualcosa alle sue spalle.

    < KROGAN! > urlò il soldato mettendo mano al fucile < KROGAN IN CARICA!!! >

    < Sulla sinistra! > disse una roca voce famigliare mentre una montagna di carne la sopravanzava al suo fianco e andava ad abbattersi sui suoi avversari.
    < Sulla destra! > esclamò una seconda voce di cui conosceva a memoria ogni inflessione che, con precisi colpi di Harrier, dava man forte al krogan nella sua opera di distruzione.
    < Insieme a te. > si aggiunse la voce di Niissa mentre appoggiava la sua mano sulla spalla di Selina.
    < Te l’avevo detto che io e Grat vi avremmo guardato le spalle…ora alza quella bandiera o le nostre amiche asari non sapranno da che parte caricare… >
    Selina alzò alto lo stendardo degli Emissari e, alle sue spalle, un ruggito carico di rabbia fece eco alla bandiera che garriva al vento.


  3. .

    Janie 'Furiosa' Doe

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria



    OGGI



    C'erano tre umani seduti a un tavolo di una delle tante bettole di Omega. Due femmine e un maschio.
    La prima femmina, dai capelli lunghi rossi che coprivano la metà perfetta del suo cranio mentre l'altra metà era rasata quasi a zero, aveva un viso furbo e due occhi neri, scintillanti e divertiti. Indossava solo una canottiera rossa che arrivava all'ombelico e lasciava libere le sue potenti braccia nerborute mentre dei corti hot pants e un paio di anfibi completavano il suo abbigliamento minimalista.
    < Andiamo Jhon! > disse la ragazza dai capelli rossi rivolta all'uomo < Abbiamo sempre lavorato bene insieme! >
    L'uomo, dal volto affascinante e vestito con abiti all'ultima moda ma volutamente trascurati, lanciò un'occhiata divertita alla terza persona seduta a quel tavolo < L'hai sentita Pernilla? Abbiamo sempre lavorato bene! >
    L'altra ragazza, che ricordava in tutto e per tutto il personaggio di Sonya Blade di Mortal Kombat se non per la fascia che nascondeva il suo occhio sinistro e una cicatrice che dall'angolo sinistro della bocca, saliva con una curva fino a sparire sotto alla benda in quello che sembrava un perenne sorriso, fece una smorfia molto significativa.
    < Furiosa... > così si chiamava la ragazza dai capelli rossi < ...hai rotto il naso una volta a me e due volte a Pernilla! > esclamò l'uomo giocherellando con lo stuzzicadenti che, sfidando le leggi di gravità, se ne stava sempre ben incollato ad un angolo della sua bocca.
    < Tre volte. A me l'ha rotto tre volte. > specificò la ragazza sfregiata con una voce glaciale.
    < Tu mi hai sparato a una gamba! E lei mi ha rotto una bottiglia di whisky in testa! Guarda! Ho ancora la cicatrice! > replicò Furiosa mostrando la pelata con decisione.
    < E quella volta che te la sei svignata con tutta la refurtiva della rapina? > incalzò Jhon sospettoso.
    < L'avevo fatto perchè voi la volta prima mi avevate abbandonato su un pianeta deserto, circondata da un branco di varren! >
    < Erano solo 10 varren, neanche tanto grandi e ti avevamo lasciato una pistola... > sottolineò l'uomo puntiglioso.
    < La pistola era scarica, se ricordi bene! >
    < Era scarica perchè avevi sprecato le munizioni per spararci addosso! >
    < Ah...è vero... > convenne Furiosa < ...avreste potuto almeno lanciarmi una clip termica dalla nave mentre ve ne andavate, cazzo! Comunque, per come la vedo io, siamo pari. >
    < Che dici, Per? Siamo pari? >
    < Pari. > disse semplicemente la bionda.
    I tre presero i bicchieri colmi di whisky che avevano di fronte e brindarono a quel 'pareggio', cosa che quindi, per il codice di pirati e balordi vari, significava poter continuare con la trattativa d'affari.
    < Ora, come dicevo... > ricominciò Furiosa < ...mi serve la Firefly e il vostro equipaggio. Devo recuperare un carico molto importante e sono disposta a pagare molto bene per quel carico. >
    < Solo due domande. > replicò l'uomo mostrando indice e medio della mano destra < Uno: che tipo di carico? Due: da quando sei tu ad assoldare? >
    < Solo due risposte. Uno: è una cassa proveniente da una colonia umana che viaggia su una nave da carico. Due: da quando lavoro per la società di famiglia. >
    < Che società di famiglia? >
    < Quella che si chiama 'Non sono Cazzi Tuoi S.p.A.' Allora ci stai? >
    Jhon si consultò brevemente con Pernilla con fare cospiratorio e, dopo pochi secondi, tornò a rivolgersi alla rossa < Ci stiamo. 100.000 a me e 100.000 a Pernilla. 15.000 per ogni membro dell'equipaggio. >
    < Sei sempre stato un avido figlio di puttana, lo sai? Vada per i 15.000 ma a voi ne do solo 50.000. >
    < 80.000 >
    < 65.000 prendere o lasciare. >
    < Affare fatto! >
    < E a equipaggio come sei messo? Ci sono sempre i soliti? >
    < I fedelissimi, sì...gli altri...beh, dovrò trovare qualche scagnozzo... >
    < Gesù! Sei messo così male? Chi è rimasto? >
    < C'è Tavik il turian zoppo, Kreet il devil void, Tim e Tom i batarian e... >
    < Nyala! Dimmi che c'è Nyala! > supplicò Furiosa speranzosa.
    < ...e Nyala...così potrai sfondarle il carapace come ti piace tanto. >
    < Ne servono almeno altri 6...procurateli e, Jhon...NIENTE QUARIAN! Intesi? >


    TRE GIORNI DOPO



    Tornare sulla Firefly scatenava sempre forti emozioni in Furiosa.
    Fu la Firefly a portarla via da New Canton e fu sulla Firefly che fece il suo primo abbordaggio.
    Aveva collaborato con Jhon e Pernilla tante di quelle volte che la Firefly, per lei, era quasi una seconda casa e molte volte...troppe volte...aveva pensato di abbandonare il suo ex lavoro di mercenario ed entrare a far parte della ciurma in pianta stabile. Poi, ogni volta, finiva che era costretta ad abbandonare la nave almeno fino alla prossima avventura.
    La Firefly, esternamente, non sembrava un granchè come nave: poco più grande di una corvetta, con lo scafo scrostato e rattoppato alla bene e meglio, sembrava sempre sul punto di cadere a pezzi. Solo il nome della nave era sempre perfettamente pitturato sulla fiancata, con la F iniziale dove si poteva facilmente distinguere la figura di una lucciola dal volto ghignante e un pugnale in mezzo ai denti.
    Però, era una delle navi più veloci in circolazione e dentro...beh...dentro era uno spettacolo! Furiosa non aveva mai visto un galeone del '700 ma era esattamente così che immaginava che fosse. I corridoi erano zeppi di rastrelliere colme di fucili, pistole pesanti, sciabole...le fiancate della nave erano un susseguirsi di porte stagne che davano verso l'esterno ognuna affiancata da una lancia termica che serviva a fare un bel buco nello scafo delle prede...e poi le postazioni di tiro per i rampini, 2 per ogni porta stagna: delle specie di arpioni che si fissavano nelle corazze delle navi avversarie e servivano a imbrigliare la preda.
    Furiosa girò per la nave immersa nei ricordi per lunghi minuti e trovò anche la sua cabina.
    Era sempre quella, la terza a destra partendo dal fondo del corridoio principale. Jhon non la dava mai a nessun altro perchè sapeva che, prima o poi, Furiosa sarebbe tornata a bordo. Ne era sicuro come era sicuro che la notte viene dopo il giorno. C'erano tutte le sue cose, lì dentro. Cosa che si erano accumulate un'avventura dopo l'altra.
    Fu Tavik, il turian zoppo, a interrompere i suoi ricordi. L'alieno la guidò alla sala briefing dove il resto dell'equipaggio e i nuovi mercenari assoldati da Jhon la stavano aspettando.
    C'erano proprio tutti: Jhon e Pernilla, Kreet nella sua divisa da Devil Void, Tim e Tom (i cui veri nomi batarian erano troppo difficili da pronunciare) e Nyala che accolse Furiosa con uno sguardo che valeva più di mille parole. E poi quelli che Jhon aveva chiamato 'gli scagnozzi', assoldati per quella missione e che, a Furiosa, non sembrava proprio valessero 15.000 crediti l'uno.
    Erano in 6 e si tenevano in disparte, uno vicino all'altro come se quella vicinanza potesse farli sembrare più minacciosi. C'erano due asari decisamente troppo giovani, un drell leggermente sovrappeso, un salarian lungo e magro da fare impressione, un krogan coperto di cicatrici e (maledizione a Jhon!) una maledettissima quarian.
    Furiosa decise di soprassedere per il momento sulla presenza della quarian: era troppo contenta di essere di nuovo sulla Firefly per rovinarsi il momento ma, quando fosse stato il tempo, Jhon si sarebbe trovato con il naso rotto per la seconda volta.
    McClane fece le presentazioni di rito e spiegò brevemente cosa e come quell'avventura sarebbe stata portata a termine.
    Jhon non parlava mai di 'missione', troppo formale, per lui erano tutte 'avventure' dove, bene o male, ci sarebbe stato da divertirsi.
    Dieci minuti dopo, la nave lasciava l'orbita di Omega.
    In caccia.

    TRE GIORNI DOPO ANCORA


    < La signorina Janie 'Furiosa' Doe potrebbe per favore-per favore-per favore portare il suo culo muscoloso in sala comando? SUBITO! >
    La voce di McClane proruppe astiosa dagli altoparlanti della nave interrompendo, prima ancora che iniziasse, lo 'sfondamento del carapace' che Furiosa e Nyala stavano giusto per gustarsi.
    L'umana maledisse mentalmente il capitano della nave, si rialzò gli hot pants che avevano appena raggiunto il pavimento e uscì dalla sua cabina, non prima di avere almeno dato un bacio alla turian sexy che, delusa, la stava guardando allontanarsi.
    La ragazza entrò in sala comando come una furia < Spero sia qualcosa d'urgente! > esclamò andando ad affiancarsi a Jhon e Pernilla < Avevo una turian nuda nel letto, vaselina spalmata un po' ovunque e 4 fottutissime candele profumate per fare atmosfera! E io odio le fottutissime candele profumate! Allora? Che c'è? >
    Jhon fissava cupo davanti a se, con le mascelle serrate e lo stuzzicadenti che girava tra le sue labbra a mille allora < La nave che dovremmo abbordare, si chiama Dike, giusto? >
    < Hai una memoria di ferro. E quindi? > replicò la ragazza stringendosi nelle spalle.
    < Kreet...il messaggio. >
    Il vorcha pigiò un pulsante e una voce metallica, disturbata da potenti interferenze, proruppe dagli altoparlanti < Mayday! Mayday! Nave da trasporto Dike. Siamo sotto attacco Geth. Tracciate la posizione prima che... > le interferenze divennero così forti che il resto del messaggio risultava incomprensibile.
    < Beh...che colpo di culo! > esclamò Furiosa eccitata.
    < Culo? > le fece il verso Jhon < Non so se hai sentito ma sono sotto attacco dei cazzo di Geth! > esplose il capitano.
    < Forse sono...pirati Geth? > tentò una difesa disperata la ragazza.
    < I Geth non fanno i pirati. I Geth non lasciano quell'inculatissimo Velo di Perseo. MAI! Ti sei scordata di dirci qualcosa, Furiosa? Tipo...CHE CAZZO CONTIENE QUELLA CASSA???? >
    Furiosa si fece piccola piccola di fronte a quella sfuriata e cercò aiuto nel vorcha che, però, si guardò bene anche solo dal distogliere il suo sguardo dagli strumenti.
    < Forse ho dimenticato di menzionare che la cassa contiene tecnologia Geth... >
    < Già! Non hai menzionato! Io mi sono fidato di te e... >
    Furiosa tirò un pugno sulla spalla dell'uomo < Un momento! Io avevo specificato NIENTE QUARIAN! E cosa mi trovo a bordo? >
    < Una quarian... > rispose Jhon imbarazzato < ...costava poco... > cercò di arrampicarsi sugli specchi l'uomo.
    < Quindi, per come la vedo io, siamo pari. >
    Jhon lanciò un'occhiata a Pernilla < Che dici, Per? Siamo pari? >
    < Pari. > rispose la bionda glaciale.
    < Bene. Allora...Kreet, a tutta macina verso le coordinate. Pernilla...prepara gli uomini per l'abbordaggio, ammazzeremo Geth invece dell'equipaggio ma il risultato non dovrebbe cambiare. Quanto a te... > disse a Furiosa < ...visto l'imprevisto, a fine lavoro mi tengo la Dike. >
    < Affare fatto. > replicò prontamente la rossa mentre seguiva Pernilla verso l'armeria.
    < Ehi, Furiosa! > la richiamò Jhon con un sorriso < Ti ricordi come si fa? >
    La ragazza sorrise di rimando < Yo-Ho Yo-Ho siamo dei gran filibustieri… > intonò con voce stonata.
    < Yo-Ho Yo-Ho beviamoci su!!! >


  4. .

    Allen McQueen

       Fazione: SSC
       Ruolo: Detective




    L'uomo che sta scendendo da quella ruota panoramica ha almeno tre tonalità in meno di colorito sul suo volto.
    Ci potevano essere varie spiegazioni tipo che l'uomo soffrisse di vertigini, che la rotazione gli avesse ripresentato il pesce di Thessia mangiato a pranzo oppure che si fosse preso un grande spavento.
    Io voto senza dubbi per la terza opzione...soprattutto perchè il volto della donna, invece, ha almeno tre tonalità di incazzatura in più rispetto a quando era salita.
    Qualunque cosa fosse successa là sopra, non faceva altro che aumentare i sospetti che ho su quei due.

    < Ok, Eva...interveniamo. > dico alla ragazza < Ti presenterò come mia collega, ok? Credi di riuscire a fingerti un poliziotto? >
    Eva annuisce convinta < Come nei film che mi hai fatto vedere? >
    < Esatto...andiamo! E se le cose si mettono male, usa il tuo Pugno Letale! >
    Beh...ho a disposizione Cassius Clay in versione femminile, tanto vale sfruttarla se serve.

    Andiamo a metterci proprio all'uscita della giostra e posiziono Eva di fianco a me, coprendo quasi la totalità della corsia d'uscita in modo tale che i due sarebbero stati costretti a fermarsi e infatti i due, quando ci arrivano di fronte, si fermano.
    Entrambi ci guardano interrogativi e scocciati, evidentemente il nostro pedinamento non era poi passato così inosservato.
    < Scusateci... > esordisco serio e professionale < ...io sono il detective SSC Allen McQueen e lei è la mia collega... >
    < Io sono Eva Adama. > dice Eva con la faccia da dura < Detective SSC Eva Adama. >
    < Ci spiace avervi dovuto seguire ma il vostro comportamento è stato piuttosto sospetto. Senza offesa per la "signora" ma anche il suo aspetto è sospetto: capelli sospetti, tatuaggi sospetti, portamento sospetto. E i suoi due amici? Molto sospetti! Il volto pallido e spaventato di questo signore? Sospettissimo! Va tutto bene, signore? La vedo un po' turbato. >
    Capelli Ribelli sta per dire qualcosa ma Eva la ferma subito con un gesto severo della mano < Il mio collega ha chiesto al signore. Quando parla con lui, parla con lui...quando dice 'chiudi quella cazzo di bocca', allora parla con te, capito? >
    Merda! Forse Eva sta leggermente esagerando nella parte del poliziotto e forse avrei dovuto specificare di fingersi uno dei poliziotti buoni che vede nei film, non uno di quelli cattivi!
    < Non fa nulla, detective Adama...la "signora" non accusata di nulla. > dico cercando di tamponare la situazione.

    Spero proprio di non essere costretto ad usare il Pugno Letale di Eva!
    Merda!


  5. .

    Allen McQueen

       Fazione: SSC
       Ruolo: Detective




    Rischiamo di perderli per due volte mentre io ed Eva li pediniamo per mezza città. La prima volta, appena fuori dall'hotel a causa del rifacimento del film di spie che mi aveva decisamente distratto...forse ci avevamo messo troppo trasporto e così...beh...avevamo aggiunto alla scena anche qualche extra per la extended version.
    La seconda sull'affollato trasporto pubblico che se da un lato ci facilitava nel passare inosservati, dall'altro rendeva più difficile individuare i nostri obiettivi. Per fortuna Capelli Ribelli era abbastanza appariscente da essere difficile da perdere di vista.
    Durante il pedinamento, ho come l'impressione che la donna guardi per almeno due volte il giapponese soppesando mentalmente la sorte da riservargli ma sono troppo distante per capire se è davvero così o è una mia immaginazione.
    Resta comunque il fatto che la faccenda si sta facendo sempre più torbida...soprattutto quando i due raggiungono le giostre in riva al mare e decidono di salire sulla ruota panoramica.
    Ora.
    La ruota panoramica si prende solitamente per tre motivi: se hai dei figli particolarmente rompi palle che vogliono vedere la città dall'alto, se vuoi pomiciare con la tua ragazza e, terzo ma in questo caso molto adeguato alla situazione, se vuoi parlare a tu per tu con la sicurezza che nessuno ti ascolti.
    La loro mossa ci mette fuori gioco però: anche a riuscire a salire nella cabina successiva, non avremmo comunque potuto sentire i loro loschi piani.

    < Merda! > esclamo leggermente adirato < E ora che facciamo? >
    < Quella cosa che gira, cos'è? > domanda Eva indicando la giostra.
    < E' una ruota panoramica. Non è molto divertente ma esiste da quando esistono i parchi dei divertimenti. Quando sei in cima, puoi goderti il panorama. >
    Eva fissa la giostra in silenzio per alcuni secondi < E' inutile. > afferma convinta.
    < Non è divertente ma inutile non saprei. >
    < Oggi è inutile con le astroauto. Viaggiano più in alto. Possono andare ovunque. Il paesaggio è più vario. La ruota panoramica è inutile. >
    Ragionamento lineare e assolutamente inattaccabile. A volte Eva quasi mi spaventa per come riesce a ricavare conclusioni avendo a disposizione solo pochi dati.
    < Oooook...resta il fatto che loro ci stanno salendo e tanti saluti al nostro origliare. >
    Eva fissa ancora per alcuni secondi la ruota in silenzio e vedo i suoi occhi compiere piccoli ma veloci movimenti come se stesse calcolando qualcosa < Sone sesti in coda. Dovranno aspettare circa 382 secondi per prendere il loro guscio. La ruota impiega 363 secondi e 48 centesimi a compiere un giro. Dobbiamo aspettare 745 secondi prima che scendano. >
    < 745 secondi e 48 centesimi. > specifico con un sorriso.
    < 745 secondi e 48 centesimi. Aspettiamo. > annuisce lei convinta.
    Ma come diavolo fa?
    Possibile che il suo cervello sia così 'avanzato' da potere calcolare tempi e distanze con quel livello di precisione?
    Quali sono veramente le potenzialità di Eva?
    < Come fai ad essere sempre così precisa? > le domando lanciando un'occhiata all'orologio.
    Dobbiamo aspettare almeno 12 minuti, tanto vale che mi tolga qualche curiosità.
    < Io vedo. > dice prontamente con un'espressione che mi fa capire come quella risposta non la soddisfacesse < E' difficile da spiegare. Si aggiungono linee, numeri, segni strani quando osservo attentamente qualcosa. Si disegnano su quello che sto guardando e poi arriva il risultato. Mi spiace non essere d'aiuto. > aggiunge con quell'aria triste che mi fa sempre stringere il cuore.
    Io la prendo per la vita, rassicurante < Non fa niente. Ho capito più o meno cosa vuoi dire. > poi la guardo indagatore < C'è altro che riesci a fare? Intendo altre cose di questo tipo. >
    Lei annuisce soddisfatta < Se osservo attentamente un'azione poi posso replicarla. Migliorata nei gesti del corpo fino alla perfezione. >
    Figata!
    Io mi guardo attorno curioso in cerca di qualcosa con cui metterla alla prova. In un parco giochi ci sono parecchie attività che richiedono coordinazione e colpo d'occhio. Scarto il tiro a segno immaginando che avrebbe fatto centro ogni volta e scarto anche il gioco delle palline da fare entrare nei buchi fino a quando trovo esattamente quello che mi serve.

    < Hai mai dato un pugno, Eva? > annuisco complice indicandole il punching ball che è posto proprio a un passo dalla ruota panoramica.
    Lei fa no con la testa e nel frattempo si avvicina al gioco. < Jenassa mi ha insegnato alcune prese di sottomissione. Per i malintenzionati. Ma niente pugni. >

    Ci sono 3 coppie di ragazzi umani impegnati in quel momento alla macchina del punching ball, 3 ragazze e 3 ragazzi che a turno prendono a cazzotti la palla di gomma.
    Eva osserva la tecnica di tutti e 6, sempre con i suoi occhi che si muovono veloci e leggeri in ogni direzione poi fa due passi e tocca uno dei ragazzi sulla spalla.
    < Rifallo. Insegnami. > dice un po' fredda.
    Quello la guarda con una faccia da 'ma cosa vuole questa da me' e si mette a ridere con i suoi amici.
    Non capisco perchè abbia scelto proprio quello tra i 6 che, onestamente, non aveva poi fatto un gran punteggio. Io avrei scelto quello grosso che era riuscito ad arrivare a 879/999, per esempio.
    E infatti quello grosso si intromette tra Eva e il prescelto < Se vuoi ti insegno io...hai visto quanti punti ho fatto, no? > aggiunge soddisfatto.
    Ma Eva non è daccordo < No. Lui colpisce meglio. Non fa punti alti perchè ha il baricentro troppo spostato verso il basso. Ha le gambe corte. >
    Che figura di merda!
    In effetti il tizio non è ben proporzionato ma...cazzo! Un minimo di tatto!
    < Rifallo. > ordina Eva prima di incontrare il mio sguardo. Con un gesto della testa molto significativo, cerco di rimproverarla < Rifallo. Per favore. > aggiunge educata.

    Sarà stata la situazione vagamente surreale, sarà stato il fascino innegabile di Eva ma fatto sta che quello accetta.
    Sgancia la palla e BUM. Molla un bel cazzotto sotto gli occhi attenti di Eva.
    < Ancora. Per favore. >
    E quello. BUM!
    < Ancora. Per favore. >
    E di nuovo. BUM!

    < Mi stai costando una fortuna! > esclama il ragazzo dalle gambe corte al sesto cazzotto che tira al punching ball.
    < Basta così. Grazie per avermi insegnato. >
    Eva si piazza davanti alla macchina e io le pago il cazzotto con il mio factotum.
    Ormai attorno a noi si è creata una piccola folla di curiosi molto concentrata sulla scenetta che sta andando in onda. Del resto, non è da tutti i giorni trovarsi a tu per tu con una gran bella ragazza, vestita da escort e che si sta preparando a tirare un pugno al punching ball.
    Io, devo ammettere, sono estremamente curioso. Stando a quello che mi ha accennato Eva, il fatto di avere visto il COME si fa una cosa, la rendeva ora una esperta in quella cosa ovvero, avrebbe dovuto tirare un gran bel cazzotto. La mia curiosità era vedere a che punteggio sarebbe riuscita ad arrivare. Certo, Eva ha un gran bel fisico ma non è né altissima, né una campionessa di sollevamento pesi...anzi.

    Eva fissa un punto della palla e poi parte...io non perdo un suo movimento e anche se non sono un esperto di pugilato, quello che vedo va ben al di là della perfezione: è un movimento fluido, aggraziato, leggero e letale: quando le sue nocche impattano sulla palla non ho bisogno di guardare il punteggio.
    Prima vi è un generale OOOHH!!! sbigottito da parte della piccola folla che viene presto sostituito da un applauso convinto.

    < Come cazzo, di un cazzo...hai fatto? > esclama il ragazzo osservando il 999 che lampeggia sul display.
    < Ho imparato. Il mio baricentro è perfettamente posizionato. Il mio corpo è perfetto. Le mie gambe non sono corte. Grazie. > poi si rivolge a me < Allen. Tempo. Le nostre prede scenderanno tra 18 secondi. >
    Ho emozioni contrastanti in quel momento. Sono eccitato ma anche dannatamente spaventato...e il fatto che avesse chiamato 'prede' i nostri obiettivi, non so perchè, mi fa venire un brivido freddo lungo la schiena.


  6. .

    Allen McQueen

       Fazione: SSC
       Ruolo: Detective




    Il Dottor Pepper e Miss Pepper sono decisamente persone divertenti e cordiali, si alternano nelle domande che rivolgono ora a me, ora ad Eva. Ascoltano attenti le risposte, ridono delle nostre battute e noi ridiamo delle loro. Beh...io più di Eva poichè il suo sense of humor non è ancora molto sviluppato in lei e spesso abbozza un semplice sorriso di circostanza quando non riesce a capire perchè gli altri stiano ridendo.
    Io, Eva e Jen avevamo escogitato un metodo infallibile per nascondere le molte lacune dell'androide agli occhi degli estranei: quando succedeva qualcosa che Eva non riusciva a comprendere, lì per lì adeguava il suo comportamento al nostro, immagazinava nel suo cervello positronico la situazione e in seguito, quando eravamo soli, le spiegavamo cosa era successo.
    Eva osservava tutto con curiosità poichè tutto per lei era fondamentalmente una novità; forse l'avevamo liberata troppo presto, ben prima che i tecnici che avrebbero dovuto sviluppare la sua conoscenza potessero terminare il proprio lavoro.
    Ma ormai quello che era fatto, era fatto.

    Il pranzo è buono, la compagnia ottima ma la mia attenzione si focalizza sempre di più sulla strana coppia che si è formata al tavolo accanto al nostro.
    Al tizio giapponese si è aggiunta la stessa donna della piscina, quella dai capelli orrendi ai quali si sono aggiunti anche dei vestiti orrendi! Di sicuro non era una di quelle persone che danno molto interesse a cosa pensano gli altri. Però...cazzo! Un minimo di dress code!
    Ma più che i suoi vestiti, è il contesto che suscita un prurito al mio istinto di detective.

    Quei due sembrano non conoscersi visto che per tutta la durata del pranzo si sono scambiati sì e no una decina di parole...e allora cosa ci fa un rispettabile umano in compagnia di quella che, ormai, io sono sicuro sia una mercenaria prezzolata? Una mercenaria che poteva contare sull'aiuto di un krogan e di un vorcha, due razze famose nella galassia per diplomazia e rettitudine morale.
    Senza contare il fare complottistico con cui i due si stavano relazionando.
    Il samurai prima aveva passato dei documenti alla donna e poi, quando aveva notato il mio sguardo, aveva invitato la donna ad allontanarsi come a volere terminare il loro discorso in un luogo più tranquillo.
    L'uomo, inoltre, aveva mostrato alla donna un oggetto che assomigliava in tutto e per tutto ad un arma...con tanto di mirino e canna telescopica.

    Cosa volevano fare quei due?
    Forse l'uomo stava assoldando i 3 mercenari per un omicidio mirato o come scorta privata per qualche losco affare che aveva in corso...o c'era in ballo un traffico di droga? Un attentato? Rapimento e riscatto?
    Una bomba. Quell'oggetto poteva essere una bomba...naaa...un hotel come questo è sicuramente dotato di bomb detector.
    La cosa puzza più del piatto di pesce che ho davanti a me! Devo seguire quei due prima di perderli di vista ma mi serve un valido motivo per mollare il Dottor Pepper e Miss Pepper.
    Ed è Eva a venirmi in soccorso involontariamente.
    Anche lei, come me, aveva passato buona parte del tempo a osservare la coppia. Credo che il suo interesse fosse più focalizzato sui tratti somatici dell'asiatico che tanto le ricordavano Sakura piuttosto che sui dettagli che avevano attirato la mia attenzione ma entrambi volevamo sapere di più sull'ultimo samurai e la sua compagna dai capelli orrendi.

    < Allen. > mi dice ad un tratto Eva appena i due si alzano dal tavolo < Non mi sento molto bene...ho...quella cosa che viene quando non digerisci. Allo stomaco. Quella che poi devi andare in bagno e mi devi tenere la fronte...l'abbiamo visto in quel film 19 giorni, 15 ore e 19 minuti fa... >
    Ammetto che quello era il peggiore diversivo a cui avessi mai assistito e anche le facce dei miei commensali sono piuttosto stupite. Anzi, sono talmente stupite che dal collo in su sembrano avere un enorme punto interrogativo al posto della testa. 19 giorni, 15 ore e 19 minuti fa non le avevo detto come si chiamava tutta la scena che aveva appena descritto.
    < Nausea...intendi un attacco di nausea... > mi affretto a dire alzandomi dalla sedia e prendendola per una mano.
    Ci congediamo educatamente dai nostri compagni di pranzo e velocemente ci mettiamo in scia della strana coppia.

    L'abbigliamento di Eva non è esattamente adeguato per un pedinamento o meglio, l'avvenenza di Eva non è per nulla adeguata a un pedinamento ma se ce la giochiamo bene, non avremmo avuto difficoltà a mescolarci tra gli ospiti dell'hotel e contemporaneamente non perdere di vista i due. Dirò di più: sarebbe stata Eva stessa il nostro ariete.
    I miei sospetti si infittiscono quando vedo i due in disparte, in un angolo della reception troppo appartato.

    < Mi serve il tuo aiuto. > dico ad Eva < Quei due stanno combinando qualcosa di losco e io sono pur sempre uno sbirro...uno sbirro in vacanza ma sempre sbirro. >
    < L'uomo che assomiglia a Sakura ha mostrato dei fogli con impresse delle immagini. > comincia a dire Eva, seria e compita < Immagini della donna. Dell'alieno con i denti aguzzi. E dell'alieno grosso. >
    Fotografie del trio di mercenari.
    Lo scenario cambiava prospettiva con questo dettaglio che mi era sfuggito.
    Possibile che l'uomo asiatico stesse ricattando i tre?
    Che avesse scoperto qualcosa che poteva metterli nei guai e ora volesse scambiare quelle informazioni per denaro? O magari con uno dei servizi che ogni mercenario è disposto a fare per denaro?
    Ok. Poteva avere senso ma allora il ninja si stava ficcando in un vero e proprio casino! Affrontare così, da solo, un branco di mercenari per ricattarli? Non sembrava essere esattamente nè Bruce Lee nè Blasto.
    Dovevo intervenire prima che la situazione sfuggisse di mano.

    < Dobbiamo avvicinarci di più. Sentire cosa si stanno dicendo. E dobbiamo farlo senza destare sospetti. > spiego veloce alla ragazza.
    Eva annuisce e comincia a squadrare l'ambiente. Passano una decina di secondi prima che apra la bocca.
    < 8 giorni, 3 ore e 47 minuti fa. Faremo come in quel film con le spie che mi ha fatto vedere Jenassa. Ci appoggeremo a quella colonna posta a 2 metri e 27 centimetri dalla posizione dell'uomo che assomiglia a Sakura. Tu mi bacerai. Io mi aggrapperò a te con le gambe. Mi dovrai dire che mi ami e dovrai guardare sempre e solo me. Infilerai una mano sotto al costume afferrando una delle mie ghiandole mammarie. La destra. Io ansimerò e ti dirò che ti amo. Nel frattempo ascolteremo. Forse proveranno imbarazzo. Gli umani provano imbarazzo quando assistono a queste cose ma non si allontaneranno. Agli umani piace guardare queste cose. >
    < Cioè...dovremmo fare finta di essere...ehm...tipo innamorati...no perchè...non so...tu mi piaci ma non ho mai baciato una come te...cioè tu mi piaci...molto...ma non vorrei approfittarne...e poi sei...ehm...come dire... > Merda! Mi sono incartato come al solito!
    Per fortuna Eva non è una ragazza come le altre < Tu mi vuoi bene Allen. Io voglio bene a te. Mi insegni. Mi proteggi. E mi guardi come fanno nei film. Non facciamo finta. Io sono la tua ragazza. >
    < Wow! Quindi...tu sai come si fa...quello che hai visto nel film di spie? >
    Eva annuisce < Jenassa mi ha insegnato. Abbiamo rifatto la scena del film di spie. 6 volte. Anche lei mi vuole bene. Ma lei mi guarda in modo diverso da te. Lei mi guarda come...lupo affamato. >
    Impiego circa 5 secondi a realizzare ciò che Eva mi sta dicendo e... < Cioè...tu e Jen avete... >
    < Sì. Ha tentato di unirsi con il mio cervello ma faceva male. L'ho scacciata. E' stato bello ma doloroso. Andiamo. Non resteranno lì per sempre. >
    Mentre mi conduce verso la colonna la mia mente è attraversata da un turbinio di pensieri che si accavallano ma uno in particolare sembra avere il sopravvento: quando torniamo a casa, devo assolutamente convincere il Guardone a darmi la registrazione del rifacimento della scena del film di spie!
    6 volte.
    Cazzo!


  7. .
    Un paio di immagini di riferimento prima di iniziare.
    Innanzitutto, non ho ancora fatto la scheda di Eva ma se vi state chiedendo qual è il suo aspetto, lei è Catherine Zeta Jones in 'Chicago' ovvero questa qui:


    Quanto al costume 'suggeritole' da Jenassa, è questo:
    Sexy-Bikini-Contest-Micro-Swimwear-Metallic-Ocean-Blue-Monokini-G-String-F8-1813-F



    Allen McQueen

       Fazione: SSC
       Ruolo: Detective




    < Gli altri ospiti. Perchè continuano a fissarmi? >
    Lancio un'occhiata a 360° del ristorante ed, effettivamente, molti occhi in quel momento stanno fissandoci...o meglio, stanno fissando Eva che è in piedi accanto a me.
    Poi faccio una radiografia totale alla mia accompagnatrice da capo a piedi.
    < La prossima volta, ti porto io a fare shopping, ok? > dico alla ragazza, arrossendo.
    < Jenassa ha detto che devo risaltare i miei punti forti. > replica Eva con calma.
    < Jen ha ragione...ma così sono TROPPO risaltati! >
    Il problema di avere una escort di alto bordo come fashion designer è che, 99 volte su 100, farà di te una escort.

    Ora, vi starete chiedendo cosa ci facciamo in questo momento io ed Eva in uno dei più lussuosi hotel di Nevos, giusto?
    Beh, per farla molto breve, due settimane prima avevo avuto il classico 'colpo di culo' che ti capita una volta nella vita: mentre ero di pattuglia con Napoleone (il mastino napoletano del reparto cinofilo, quello che mangia più ciabatte che crocchette) ci eravamo fermati a mangiare qualcosa presso un chiosco di hot dog. Avevo comprato due salsiccioni a testa per me e il mio cane e avevo deciso di mandare giù il boccone con una freschissima Doctor Pepper. Fino a qui, niente di strano...il 'colpo di culo' fu trovare la scritta HAI VINTO sotto la linguetta della bibita.
    Esatto!
    Tra miliardi di abitanti della Galassia, IO avevo trovato la lattina vincente del concorso 'Rendi la tua vita più FRIZZZZZANTE!' : 2 settimane di villeggiatura all inclusive per 2 persone su Nevos, in un'hotel 5 stelle, tutto pagato dal signor Doctor Pepper!
    Ecco perchè io ed Eva siamo lì, in quel momento. Avevamo passato la mattinata a bordo piscina, ad aspettare il check in e non ci era di certo sfuggito il simpatico siparietto tra la ragazza umana, il vorcha e il krogan. Insomma, non capita certo tutti i giorni di vedere un vorcha in costume da bagno nè un krogan infilato in un salvagente.
    Il mio sguardo da sbirro aveva catalogato quei 3 come persone sospette...da come si muovevano e da come si comportavano, avevano scritto in faccia 'siamo 3 cazzo di mercenari'. Soprattutto la ragazza dalla capigliatura orrenda e dalla faccia tatuata. Con un altro taglio di capelli e senza tatuaggi, avrebbe meritato un abbondante 8 ma così conciata arrivava a stento a un 6.
    < Allen, siamo in vacanza. > aveva detto Eva, sdraiata accanto a me, che aveva intuito come il mio istinto da sbirro si fosse risvegliato.

    < Cosa c'è che non va? > chiede Eva squadrandosi a sua volta da capo a piedi.
    L'androide, mentre aspettiamo di essere accompagnati al tavolo del ristorante, indossa un monokini azzurro elettrico da infarto al miocardio che non avrebbe sfigurato in qualche film erotico di serie B; se Eva riesce ad indossarlo senza sembrare esattamente una zoccola è perchè non c'è niente di malizioso nel suo modo di muoversi e di atteggiarsi. E non c'è niente di perverso neanche sul suo volto incorniciato dal suo sempre perfetto caschetto di capelli neri che, non so come faccia, riesce sempre a tenerlo senza un ciuffo fuori posto. Per "nascondere" il monokini, indossa una specie di maglia gialla lunga fino a metà coscia...peccato che sia una maglia a rete a trama larga che non nasconde proprio nulla. Cammina scalza, appoggiando appena la punta del piede e sembra quasi galleggiare talmente è aggrazziata. Insomma: in quel momento tutti la stanno guardando perchè nel raggio di 4 anni luce, è la donna più bella che si potesse trovare.

    < Signori McQueen! > esclama una zelante asari dal viso dolce appena si accorge della nostra presenza < Prego, seguitemi! > aggiunge con un gentile gesto della mano < Il Dottor Pepper e Miss Pepper vi stanno aspettando. In quanto vincitori del concorso... > ci spiega mentre ci guida per la sala fino al nostro tavolo < ...avrete l'onore di pranzare e cenare con il Dottor Pepper in persona. Inoltre abbiamo stilato un programma di attività per la vostra permanenza, lo troverete nella vostra suite che si trava sull'attico insieme ai vostri bagagli. Escursioni, visite guidate...e anche un concerto della Filarmonica di Thessia che si terrà nella perfetta ricostruzione di un teatro del XX° secolo terrestre... >
    < Noi non abbiamo vestiti adeguati... > dico imbarazzatissimo.
    < Non è un problema, un sarto passerà in serata a prendere le vostre misure...soprattutto quelle della signora McQueen che sembrano perfette. E' una modella? >
    < No...lei è...diciamo...come posso dire... >
    < Io sono Eva. Sto imparando. Lui mi insegna. >
    L'asari le lancia un'occhiata da pesce lesso ma poi si stringe nelle spalle, forse decidendo che non era pagata abbastanza per farsi domande.
    < Ad ogni modo, questi sono tutti i miei contatti. Per ogni cosa, chiedete di me ed esaudirò ogni vostro desiderio. >
    < Grazie...ehm...Nyla? >
    < Si pronuncia Naila. > Ovvio: mai una volta che azzecco un nome asari!
    < Nyla. > dice ad un tratto Eva < Ritiene che i miei vestiti mettano troppo in risalto i miei punti forti? >
    Ecco, essere accompagnati da un androide è garanzia di figuracce ma la gentile Nyla soprassiede con classe e riesce ad evadere la domanda.

    Il nostro tavolo era il più grande della sala e il Doctor Pepper, accompagnato da Miss Pepper, ci stava già aspettando.
    Mentre ci sediamo, Eva resta in fissa su un uomo seduto al tavolo accanto al nostro.
    E' un umano di fattezze asiatiche che, se non sbaglio, quella stessa mattina si era intrattenuto con la moichana tatuata che sarebbe stata un 8 abbondante ma raggiungeva a stento un 6.
    < Sakura... > sussurra Eva.
    Le stringo leggermente l'interno della coscia per farle distogliere lo sguardo fisso che sta mettendo in soggezione l'uomo.


  8. .

    Selina Sakarova

       Fazione: Army Of Four
       Ruolo: Mercenario

    citazione (rimuovere se non presente)


    Selina era rimasta stranamente silenziosa sia durante la permanenza alla base di Ayita, sia durante il viaggio che li riconduceva al QG di Tysha.
    Più guardava quel vecchio, più si convinceva ci fosse qualcosa di strano.
    Se quello era attualmente il criminale più ricercato della Galassia pronto a un fantomatico 'Day-Zero' allora chissà quanto erano pericolosi il secondo e il terzo criminale più ricercati.
    Lo sgurdo del vecchio, il suo portamento erano così diversi dall'idea che si era costruita nella mente da farle sentire puzza di bruciato.

    < Ascolta, Rael non è qui. Smettila di chiederlo, prima che ti pianti una pallottola in quel tuo piccolo cranio deforme. Ora che ci penso, potrei farlo lo stesso. Farei un enorme favore alla galas- >
    Esclamò Fin interrompendosi bruscamente quando Alexander cominciò a sbattere la testa violentemente contro il campo di forza della cella.
    Il drell si avvicinò velocemente al pulsante che attivava il campo di forza ma Selina bloccò il suo braccio a metà strada < No. > disse fissando gli occhi sul vecchio < Non disattivare il campo. >
    Niissa la guardò storto < Selina Sakarova ha paura di un gracile vecchietto? > domandò sospettosa l'asari.
    < No. E' appunto per questo che sono pensierosa. Andiamo! > disse allargando le braccia < Non vi sembra tutto troppo facile? >
    Fin ritrasse la mano < Non mi sembra sia stato proprio facile arrivare a questo punto. > disse non troppo convinto.
    < Appunto! > replicò la russa indicando Alexander che continuava a sbattere il suo capoccione contro il campo di forza ripetendo ossessivamente il nome di Rael < Questo tizio ci ha fatto sparare contro, ha rapito Eleanore, ci ha fatto tirare bombe addosso, ha assoldato un sicario e ha eliminato tutti i suoi collaboratori un attimo prima che potessimo acchiapparli e poi cosa fa? Si fa abbattere dalla contraerea dei Washington Redskins viaggiando da solo su una cazzo di astroauto neanche fosse Mister Magoo! >
    < A parte con non so chi siano i Washington Redskins e tanto meno Mister Magoo...quello che dici ha senso. > acconsentì Fin sempre più sospettoso.
    < Questo tizio tra pochi giorni dovrebbe scatenare l'inferno sulla Galassia e guardatelo: è solo un matto scocciato! >
    Niissa aveva ascoltato attentamente lo scambio di opinioni tra Fin e Selina, concludendo che la sua amica aveva ragione poi, ad un tratto, si tirò una gran botta sulla fronte < Scintilla! > esclamò ad alta voce.
    < Cosa c'entra Scintilla? > domandò Fin che ormai si era fatto trascinare da quella teoria Sakaroviana.
    < Vi ricordate? > incalzò l'asari eccitata < All'improvviso era come impazzita...prima era normale e poi BUM! Matta scocciata che a malapena ricordava come respirare. E se avessero fatto la stessa cosa con lui? >
    < Avessero, chi? >
    < Niissa ha ragione. Un uomo non può organizzare un piano supercervellotico di annientamento della Galassia da solo! Avrà avuto dei finanziatori, dei collaboratori...gente tosta che stava alle sue spalle... > disse Selina cominciando ad andare avanti e indietro con le mani intrecciate dietro alla schiena.
    < ...gente che è sempre stata un passo avanti a noi sulla Cittadella. Gente che si è servita di Alexander creando il capro espiatori perfetto... > aggiunse l'asari cominciando a sua volta a camminare avanti e indietro con le mani intrecciate dietro alla schiena.
    < ...gente che quando ha capito che Alexander era bruciato, lo ha semplicemente scaricato, gli hanno fatto il lavaggio del cervello e ce lo ha consegnato... > continuò Fin imitando le sue due compagne nel loro atteggiamento.
    < ...dirò di più. > aggiunse Selina che ormai si sentiva come il Tenente Colombo. Sempre camminando avanti e indietro davanti alla cella, indicò Alexander < Gente che vuole tutti gli attori coinvolti in questa faccenda radunati nello stesso punto, nello stesso momento. >
    < Alexander, noi tre, Eleanore, Ayita che ormai sarà a conoscenza di tutti i dettagli, Tysha. Mancano solo 3 protagonisti all'adunata. > confermò Niissa.

    < RAEL? DOV'E' RAEL? >
    I tre si bloccarono all'unisono e si guardarono l'un l'altro.
    Fu Selina a esprimere il loro pensiero comune < Come disse l'alieno con la testa di pesce in Star Wars: 'E' una trappola!' >


  9. .

    Selina Sakarova

       Fazione: Army Of Four
       Ruolo: Mercenario



    Mentre la portavano via per condurla in infermeria, gli occhi di Selina erano ancora gonfi di lacrime. Provava vergogna per quello che aveva fatto...provava vergogna per quel demone che, regolarmente, tornava ad impossarsi di lei...provava vergogna per avere disubbidito un'altra volta a Marek.

    La russa occupava un letto posto tra la giovane umana che aveva massacrato e la turian che, se non l'avessero fermata per tempo, ora sarebbe stata completamente paralizzata. Selina non riusciva a guardare né a destra, né a sinistra continuando a fissare con i suoi occhi grigi il soffitto mentre i medici la madicavano. Al suo fianco, poteva scorgere la figura di quel Goyathlay che l'aveva seguita come un ombra da quando avevano abbandonato l'arena; la presenza dell'uomo sembrava essere più una precauzione affinchè Selina fosse al sicuro piuttosto che una mancanza di fiducia nei suoi confronti.

    < Combatti come un demone, Capelli di Fuoco. > disse l'uomo senza particolare emozione.
    Selina, per tutta risposta, chiuse gli occhi nel vano tentativo di trattenere nuove lacrime.
    Goyathlay allungò un indice a sfiorare la guancia della mercenaria, raccogliendo la lacrima che cominciava a percorrerla < Perchè stai piangendo? > domandò osservando il liquido sul suo dito < Hai vinto. Hai guadagnato il rispetto della Tribù. Non dovresti piangere. >
    < Già... > replicò la russa con un respiro < ...ho guadagnato il vostro rispetto ma ho perso il mio. Avevo promesso! Mi capisci? Avevo promesso che non avrei più ceduto al demone della violenza...e guarda cosa ho combinato... > aggiunse sconsolata alludendo alle due femmine che giacevano ai suoi lati.
    L'uomo liquidò il personale paramedico e si avvicinò di più al giaciglio di Selina.
    Allungò una mano e la posò sul petto della donna, chiudendo gli occhi. La russa sentì il calore della mano dell'uomo propagarsi lentamente per tutto il corpo; era così...piacevole.
    < Sì. Lo sento. > disse Goyathlay lentamente < Ma non è il demone della violenza a possederti. Tu hai...paura. Ogni istante della tua vita. Hai paura di deludere chi ti sta accanto. Hai paura di perdere i tuoi amici a causa delle tue mancanze. Hai paura di te stessa e ti senti...sola. Anche in mezzo a una folla, provi solitudine...anzi...più gente c'è, più la tua solitudine aumenta. >
    Selina cominciò a singhiozzare...non per le parole dell'uomo ma perchè esse erano vere.
    < Il tuo cuore è buono ma le tue paure lo corrompono, lo soggiogano e ti fanno fare cose di cui poi provi vergogna. Violenza e rabbia. Sei come un leone chiuso in una gabbia troppo stretta. >
    < Basta...per favore... > supplicò la mercenaria tra una lacrima e l'altra.
    < Ma tu non sei sola, Capelli di Fuoco. Sento che hai qualcuno accanto pronto ad accettare tutti i tuoi difetti. Qualcuno che resterebbe al tuo fianco anche se tu ti trovassi ad affrontare da sola l'intera Galassia. > Goyathlay si interruppe, serrando di più gli occhi < L'asari dagli occhi pazzi...e un essere gigantesco, grande tanto quanto è grande il suo cuore...e...vedo...amore...incondizionato amore. >
    L'uomo tolse la mano dal petto di Selina e la passò delicata sulla sua guancia < La tua più grande paura è quella di non avere mai detto loro quanto sono importanti per te. Quando comincerai a farlo...quando smetterai di volere nascondere le debolezze che tali non sono...il leone comincerà a correre libero per la savana. E non ti sentirai più sola. >

    ____________________________________



    Selina e quell'uomo silenzioso che le aveva letto nel profondo del cuore camminavano affiancati, per raggiungere il resto della squadra.
    La mercenaria era piacevolmente agitata. Le parole di Goyathlay l'avevano toccata in profondità e, in quel momento, desiderava solo fare una cosa.
    Quando gli occhi grigi della russa scorsero in lontananza i suoi compagni di squadra, Selina cominciò a correre...correva come mai aveva corso in vita sua.
    Andava veloce.
    Un passo dietro l'altro, con quei movimenti così aggraziati e precisi che migliaia di persone avevano apprezzato sui campi da gioco.
    Mentre correva e si avvicinava alla sua meta, sentiva il cuore leggero. I suoi occhi non riuscivano a mettere bene a fuoco ciò che le scorreva accanto perchè erano fissi su un unico punto.

    ____________________________________



    < Oh...cazzo!!!! Rallenta!!!! Rallenta...SELINAAAAAaaaa!!! >
    Niissa provò la stessa sensazione di essere travolta da un astrocargo appena lanciato da uno dei portali galattici; senza capire come, l'asari si ritrovò a terra, stritolata dall'abbraccio di Selina.
    < Ti voglio bene! Ti voglio bene! > continuava a ripetere la mercenaria tra un singhiozzo e l'altro < Promettimi che tu, Grat e Marek sarete sempre con me. Sempre! Sempre! Sempre! >
    Per la prima volta dopo anni, gli occhi di Niissa, mentre ricambiava l'abbraccio della sua amica, persero il loro alone di pazzia < Ti voglio bene anche io... > disse dolce, accarezzandole la testa.
    < Anche se sono stupida...e ti prendo sempre in giro...e... >
    Niissa le mise un indice sulla bocca per zittirla < Ehi! > le disse gentile < Noi quattro saremo sempre come i pappagallini che mi piacciono tanto: indivisibili! >



  10. .

    Viretia "Legs" Laeviion

       Fazione: Gerarchia turian
       Ruolo: Agente




    Più Tanillia parla, più mi accorgo di come lei avrebbe potuto essere la figlia che mio padre ha sempre desiderato avere.
    E' così professionale quella turian, così dannatamente precisa e impegnata che potrebbero usarla come prototipo del turian perfetto; clonarla e usare i suoi cloni per rimpiazzare quei turian che non sono così perfetti...rimpiazzare i turian come me.
    Non riesco a capire cosa provo di preciso per Tanillia. E' un sentimento strano...provo una punta di ammirazione per lei ma, soprattutto, in alcuni momenti la invidio.
    La invidio perchè se fossi stata come lei, la mia vita sarebbe stata...bella, credo.
    Avrei avuto due genitori che mi rispettano, avrei avuto amici turian con i quali avrei fatto cose da turian, non sarei stata così 'diversa' da dovere fare un lavoro che mi tenesse il più lontano possibile dalla mia famiglia, dai miei simili, dal mio pianeta. E non mi sarei mai sentita sola.

    No.
    Ora capisco.
    Non è invidia e neanche ammirazione ciò che provo.
    E' odio.
    Io odio Tanillia perchè è tutto quello che io non posso e non voglio essere. La odio perchè la sua sola presenza continua a sottolineare le mie mancanze come turian.
    E' un odio che non ho mai provato prima.
    Odio mio padre per essere stato severo e violento con me. Lo odio così tanto da non volerlo più incontrare.
    Odio mia madre per essere sempre stata assente e soggiogata a mio padre. La odio così tanto da non volerla più sentire.
    Odio Sythis per la sua spietatezza. Lo odio abbastanza da non riuscire ad ammirarlo.
    Odio Eporian e il suo modo di fare distaccato. Lo odio ma non lo disprezzo.
    Odio Tanillia. La odio così tanto che vorrei ucciderla!

    E' la prima volta che sento di volere uccidere qualcuno e la cosa mi spaventa...e mi attira. Spiriti! Quanto mi attira l'idea di stringere le mie mani attorno al suo collo fino a vedere la luce sparire dai suoi occhi!

    Ma che diamine sto dicendo?!?!
    Quando realizzo la portata del mio pensiero, porto istintivamente la mano alla bocca, spaventata. Ho appena desiderato di uccidere una persona; più che un desiderio partorito dalla mia mente, sembrava come se una voce nella mia testa mi stesse suggerendo di uccidere Tanillia. Una vocina bassa e lontana proveniente da qualche recondito anfratto della nave.
    Non può essere così.
    Razionalmente parlando, non può essere così...eppure, sempre razionalmente parlando, non poteva neanche sparire una nave nel nulla, rimaterializzandosi mesi dopo dall'altra parte della Galassia.

    Sithis ed Eporian stanno meticolosamente esplorando la nave e io sono rimasta leggermente attardata; sento il cuore battere a mille all'ora e mi fermo un attimo, ansimante, appoggiandomi con le spalle al muro del corridoio chiudendo gli occhi.

    < Viretia! Quante volte te lo devo dire di stare dritta con la schiena! >
    La voce di mio padre mi fa sbarrare gli occhi...e lui è lì davanti a me che mi fissa con il suo sguardo truce. Porta una mano alla fibbia della cintura, tamburellando con un dito della mano lo stemma della gerarchia che vi è stampigliato sopra.
    Quanti anni avevo la prima volta che mi aveva picchiata con la fibbia della cintura?
    7 anni. Avevo 7 anni.
    D'istinto, guardo le mie mani e sono...piccole...sono le mani di una bambina.
    Io sono quella bambina di 7 anni e tra poco papà userà la sua fibbia su di me.

    Sto per ranicchiarmi contro la parete nel tentativo di proteggermi quando realizzo che non ho 7 anni e quella voce non è quella di mio padre. Sbatto gli occhi ripetutamente nascosta dalla visiera del casco e quando li riapro, il turian che sta di fronte a me non è più mio padre ma Eporian affiancato da Sithis che mi osservano preoccupati.
    < Scusatemi...il mio casco deve avere qualche problema. > mi giustifico imbarazzata con la voce ancora tremante < Ho avuto...un incubo...o un ricordo...è stato...il ricordo...di un incubo. >


  11. .

    Selina Sakarova

       Fazione: Army Of Four
       Ruolo: Mercenario



    Il viaggio verso Ilium era stato veloce e confortevole, quasi tranquillo a parte la diatriba scoppiata tra Fin e Rael che aveva reso il clima sull'ex nave delle Thessia Athens piuttosto pesante.
    Selina e Niissa si erano ben guardate dall'intervenire o dal prendere una posizione in quella faccenda; entrambe sapevano come quella missione fosse importante sia per il drell che per la mercenaria dagli occhi tristi mentre per loro due, tutto quello che stava succedendo era solamente qualcosa di estremamente eccitante nel quale si erano trovate immischiate per puro caso.
    L'asari e la russa erano fondamentalmente estranee alla faccenda ma si stavano divertendo troppo per mollare in quel momento...soprattutto pensando ai due chili di sabbia rossa che avevano nascosto sulla nave e che erano il vero motivo per cui avevano una gran fretta di portare a termine l'incarico: mancavano solo 6 giorni al compleanno di Grat e sarebbe stato scortese mancarlo.

    Ilium, esattamente come si ricordava Selina, era un pianeta bellissimo ma mai bello come l'asari che le stava aspettando appena sbarcati dalla nave. Oggettivamente, quella asari, non era poi un gran che...insomma, Tysha aveva un corpo da favola ma il viso di Niissa era decisamente più attraente del suo. Ciò nonostante, erano proprio le piccole imperfezioni del suo volto, sopra a tutto quelle misteriose cicatrici, a renderla affascinante e attraente agli occhi di Selina.
    Mentre Tysha spiegava cosa era successo durante il loro viaggio, la russa non le aveva staccato gli occhi di dosso studiando ogni dettaglio della sua figura e stando attenta a ogni piccolo movimento dell'asari.
    Aveva carisma, quella Tysha, un carisma che si espandeva come un'aurea attorno alla sua figura e i suoi movimenti erano sensuali...morbidi. A Selina ricordavano vagamente i movimenti di una pantera che si muoveva apparentemente agile in mezzo a una giungla piena di ostacoli.
    Hayley era sicuramente la creatura più bella che avesse mai visto, Rael aveva quel tocco di malincona che la rendeva desiderabile ma Tysha risvegliava nella russa veri istinti animali.
    Fu contenta che Tysha li accompagnò a recuperare Alexanders nel covo di quella Ayita o come diavolo si chiamava; Selina fece di tutto per sedersi accanto all'asari e così scoprì che anche il suo odore aveva un non so che di magico. Non usava unguenti o profumi ma Tysha sprigionava un gradevole odore naturale che stuzzicava tutti i ricettori olfattivi della russa. La mercenaria si trovò spesso, mentre raggiungevano la base di Ayita, con gli occhi chiusi a inspirare profondamente dal naso...sentiva ad ogni annusata una strana eccitazione che le scombussolava il corpo e non ci volle molto prima che sentisse sotto la tuta aderente, i suoi capezzoli che si inturgidivano senza apparenti motivazioni.
    Niissa, che conosceva Selina meglio di tutti, si accorse di quello che stava succedendo e cercò di calmare Selina appoggiandole una mano sulla coscia; l'asari sapeva che quando Selina era in quello stato, avrebbe potuto succedere di tutto; sapeva che l'eccitazione avrebbe obnubliato il raziocinio di Selina e sapeva che quando Selina era così eccitata c'era solo una parola che descriveva cosa sarebbe successo: GUAI!
    Un mare di fottuti guai!

    < Datemi un buon motivo per non giustiziarvi davanti all'intera Tribù. > esclamò Ayita seria.
    A Selina non piaceva quell'umana anzi, a dire il vero, a Selina non piaceva nulla di quel gruppo di sfigati autoproclamatisi 'tribù'. I disegni sui loro volti, la forma dei loro alloggi, il modo stesso in cui Ayita era vestita le ricordavano tantissimo gli indiani...o meglio, i nativi americani che ormai sulla Terra si potevano contare sulle dita di una mano.
    Non le erano mai piaciuti gli indiani!
    Nei film con i cow boy di cui andava matta, Selina faceva sempre il tifo per il Settimo Cavalleggeri e sperava sempre che il maledetto Generale Custer riuscisse a fare il culo ai Sioux una volta tanto.
    Selina non sopportava la loro aurea di santoni, il loro essere collegati con gli spiriti che faceva tanto new age, la loro apparente calma ma soprattutto non le piaceva il loro modo di comportarsi sempre come le vittime dell'uomo bianco...avevano combattuto e avevano perso perchè inferiori.
    Non erano vittime ma dei perdenti.
    In fondo, nessuno considerava i cartaginesi vittime dei romani nonostante la loro fine fosse stata peggiore di quella degli indiani.
    < La tribù? > esclamò Selina sarcastica < Da quello che vedo, sarebbe già un miracolo se riuscissero a sparare tutti nella stessa direzione. >
    Ayita andò a mettersi di fronte a Selina, severa < E tu saresti? > domandò monotona.
    < Selina Sakarova. Mercenario, ex giocatrice di bio ball, ex lottatrice. Puoi chiamarmi Donna Bianca se ti può aiutare...e tu chi sei? Pochaontas? Cavalla in Calore? Vacca Accucciata a 90°? Ovviamente...AUGH! > replicò Selina alzando il braccio destro in un poco riuscito saluto indiano.

    Inutile dire che quelle parole ebbero effetti contrastanti tra i presenti. Ellie e Fin furono attraversati da un brivido gelido lungo la schiena...Niissa si tirò una pacca sulla fronte così forte che rimbombò per tutto l'ambiente...Tysha lanciò un'occhiata ammirata a Selina con un sorrisino che a stento riuscì a contenere...la tribù scoppiò in uno stampede chiassoso dove il rumore delle sicure delle armi che scattavano era superato solo dalle grida di protesta di quel mare di soldati...mentre Ayita, con un semplice movimento di una mano , riportò all'istante la calma tra i suoi uomini.
    Quella donna non aveva dato alcun segno di emozione alle parole di Selina, si limitava a fissarla severa negli occhi.

    < Sei coraggiosa Donna Bianca. > disse semplicemente la ragazza < Ho conosciuto altri come te e sono finiti tutti male. Il coraggio è un sentimento positivo ma se non è accompagnato da intelligenza e controllo, è un'arma a doppio taglio. >
    Selina scosse la testa beffarda < E' proprio perchè ho un pizzico di intelligenza e controllo che ho detto quello che ho detto, Grande Capo. >
    Ayita annuì impercettibilmente < Mi sembra di capire che tu non sia impressionata dai miei guerrieri. >
    < Ammetto che ci mettono impegno, sono abbastanza convinti ma sono decisamente scarsi. Io da sola potrei battere i tuoi migliori guerrieri...probabilmente ci riuscirebbe anche Ellie senza bisogno del suo robot. >
    < I miei guerrieri migliori? Ne sei convinta? >
    < Assolutamente. Anche subito. Proprio qui e ora. 2...5...10...scegli tu quanti, io mi occupo di mandarli KO! >

    ____________________________



    < Dovevamo contrattare, cazzo! Non scatenare Mezzogiorno di fuoco...sei diventata scema tutta di colpo? > domandò Fin agitato proprio mentre Selina faceva qualche esercizio di riscaldamento.
    Ayita aveva accettato la sfida e ora quella grande stanza era stata sgomberata per fare posto a un'improvvisata arena circolare dove Selina se la sarebbe vista contro i migliori guerrieri della tribù.
    < Non sono scema. Sono un passo avanti a tutti... > replicò lo russa impegnata in un esercizio di allungamento delle gambe.
    < Un passo avanti...ma che cazzo dici! > replicò Fin sgranando gli occhi.
    < Ora ti spiego. Noi pensavamo di fare uno scambio di prigionieri: Alexanders per quel tizio. Ma Pochaontas non è stupida! Sa benissimo che Alexanders vale molto di più per noi che quel tizio per lei. Lo sa perchè se no Tysha non sarebbe mai scesa a una tregua. Lei parte da una posizione di vantaggio nella contrattazione ma... > aggiunse abbracciando l'ambiente con un gesto delle braccia < ...questi si credono davvero dei cazzo di indiani...o meglio, LEI si crede davvero una cazzo di indiana e se c'è una cosa che so dei cazzo di indiani è che rispettano e ammirano i guerrieri che dimostrano la loro forza. >
    Tysha annuì ammirata < Capisco. Quindi ritieni che se tu riesci davvero a vincere contro i loro migliori guerrieri, Aytia dovrà riconoscere la tua forza ovvero la nostra forza e avremo un vantaggio nella contrattazione...cosa che attualmente non abbiamo. Mi piace come ragioni. > aggiunse ammiccando e facendo arrossire Selina.
    < Gr...grazie... >
    < E scommetto che il fatto che sono 6 giorni che non picchi nessuno sia un incentivo non da poco... > disse Niissa caustica.
    Selina sorrise divertita < La vita riserva anche gratifiche... >

    ____________________________



    La stanza era gremita di guerrieri che erano disposti a cerchio attorno alla rudimentale e spaziosa arena che era sorta al centro. All'interno del cerchio che delimitava il ring, vi erano 7 persone. Da una parte Selina fronteggiava 5 guerrieri e i contendenti erano tenuti separati dall'austera figura di Aytia che stava spiegando le regole.
    < Questo incontro non prevede l'uso di armi né l'ausilio di mezzi tecnologici o di poteri biotici. Non è uno scontro all'ultimo sangue: quando un contendente batte la mano, è semplicemente fuori dal combattimento. Se la rossa mercenaria si arrende, la tribù vince...se i miei cinque guerrieri si arrendono, la mercenaria ha vinto. Nessun limite di tempo...nessun colpo proibito. Preparatevi. >
    Selina andò al suo 'angolo' ovvero l'unica parte dell'arena che faceva il tifo per lei, là dove i suoi compagni si erano sistemati in prima fila.
    < Sono solo 5. > disse vagamente delusa.
    < Allora... > cominciò Niissa parlando fittamente < ...il più pericoloso sembra essere il batarian grande e grosso...poi ci sono i due umani...la femmina turian e per ultima la ragazza umana atletica... > spiegò indicando i contendenti di Selina < Elimina gli scagnozzi alla svelta e poi punta al batarian per un uno contro uno. >
    < No. > replicò Selina < E' esattamente quello che si aspettano...cercheranno di farmi stancare con i 4 sfigati per poi finirmi con il gigantone. E quindi io punto subito al batarian, lo riempio di botte e poi con calma spacco la faccia agli altri. Una passeggiata! >

    ____________________________



    Selina scoprì presto che quella non sarebbe stata una passeggiata.
    Come pianificato, puntò subito il batarian il quale era sì molto forte ma non era proprio capace di fare a pugni...non ci volle molto alla russa per metterlo al tappeto grazie a un poderoso montante destro che lo sollevò da terra mandandolo KO con gli uccellini che giravano attorno alla testa. Sfortunatamente, il batarian era sì il più forte ma gli altri 4 erano dannatamente più letali.

    I suoi avversari si muovevano sincronizzati come ninja e appena Selina pensava di essere riuscita a mettere le mani su uno, veniva colpita pesantemente da uno degli altri. La più pericolosa era decisamente la ragazza umana dal fisico atletico che menava calci come fossero martellate.
    La russa si trovò al tappeto per tre volte senza essere riuscita a portare neanche un colpo a quei 4 che, dai colpi che riceveva, ormai credeva fossero almeno 400.
    Ma Selina non si era mai arresa in vita sua e tanto meno si sarebbe arresa in quell'occasione. Sapeva che, in quei casi in cui l'avversario e troppo superiore, l'importante è continuare ad incassare fino a quando la fortuna ti presenta l'occasione.

    E la fortuna arrivò.
    Uno dei due umani ritardò una frazione di secondo prima di allontanarsi dopo avere portato il suo colpo; una frazione di secondo che bastò a Selina per afferrarlo per la vita con le sue poderose braccia e proiettarlo, sollevandolo di peso e inarcando schiena e gambe, facendolo schiantare al suolo rovinosamente con un sinistro e rumoroso 'crak' che proveniva dalla sua spalla destra che si frantumava per l'impatto. L'uomo urlò per il dolore, picchiando la mano per terra per dichiararsi sconfitto.
    Rimasti in tre, i suoi avversari ricominciarono la loro opera ma la russa notò come cominciassero ad essere meno letali nei loro movimenti: nonostante avessero colpito Selina innumerevoli volte, la russa continuava a rialzarsi e questo cominciava a intimorirli.
    Il volto di Selina era praticamente un quadro di Picasso dove il rosso sangue era il colore dominante; per due volte la russa si trovò a sputare per terra un molare che qualche calcio in faccia gli aveva fatto saltare e fu proprio grazie all'ennesimo calcio che Selina eliminò il terzo avversario. Incassò il colpo al volto attutendo l'impatto grazie al collo, afferrò la gamba dell'umano e con la mano libera colpì con forza cieca il ginocchio lateralmente, disarticolandolo...l'umano crollò svenuto a terra per il dolore.

    Rimanevano solo la turian e la ragazza umana ma Selina ne vedeva almeno 6...sapeva che il suo unico vantaggio era la capacità di poterle mettere fuori gioco con un solo colpo grazie alla sua straordinaria forza ma cominciava a dubitare di essere in grado di farlo se continuava a prenderle come stava facendo.
    Fu per quello che attaccò...a testa bassa come un rinoceronte incazzato.
    La ragazza umana riuscì ad evitare la sua carica con un agile capriola ma la turian, terrorizzata da quel mostro rosso che la puntava a velocità assurda, non fu abbastanza veloce; Selina la placcò all'altezza della vita; la turian cercava di divincolarsi ma Selina, rapida, l'alzò alta sopra la propria testa afferrandola per l'inguine e una spalla poi la fece semplicemente ricadere di schiena sul suo ginocchio che alzò di scatto, mandandolo ad impattare proprio al centro della schiena della turian. Il dorso dell'aliena si inarcò in maniera innaturale e se non fosse stato per l'ultima avversaria di Selina che intervenne, la russa sembrava proprio intenzionata a terminare il lavoro spezzando l'aliena in due.
    Sfortunatamente per la sua ultima avversaria, Selina aveva completamente perso ogni inibizione...la violenza si era impossessata di lei...la violenza che unita all'eccitazione che Tysha le aveva messo in corpo aveva creato un cocktail letale.
    Selina distolse la sua attenzione dalla turian ormai KO e sfruttò l'attacco sconsiderato che la ragazza umana aveva portato per salvare la compagna. Afferrò la ragazza per il collo con la mano destra e la sbattè a terra, con violenza; in un istante le fu sopra e cominciò a colpirla al volto con poderosi pugni che scagliava con la mano sinistra. Al terzo colpo la ragazza cominciò a battere la mano per terra ma Selina non si fermò.
    Era totalmente fuori di se con gli occhi sgranati, i denti digrignanti e continuava a colpire ciecamente.
    Poi il suo braccio fu sinistro fu fermato a metà strada dal raggiungere il suo bersaglio e le sue narici furono investite da un odore conosciuto.
    Tysha.

    < Basta! > le sussurrò l'asari nell'orecchio < La stai ammazzando! Fermati! >
    Quel profumo e quel sussurro bastarono a farla tornare in se e finalmente si rese conto di ciò che stava facendo: la ragazza giaceva esanime a terra e il suo volto era ormai ridotto a una poltiglia sanguinante.
    Selina scattò all'indietro inorridita da quello che aveva fatto...e cominciò a piangere disperata cercando con la mano il braccio di Tysha che, però, si divincolò dalla presa.
    < Calmati Selina! > quasi urlò l'asari mollandole un sonoro ceffone < Va tutto bene, ok? Solo...non posso lasciarti finire lo spettacolo...non ora! >
    < Mi dispiace! > continuava a ripetere Selina singhiozzante mentre Tysha cercava di calmarla.
    L'asari fissò il suo sguardo truce verso Ayita che aveva assistito a quel macello senza muovere un muscolo. Nè lei nè nessuno della tribù era intervenuto nonostante fosse chiaro che Selina avesse perso il controllo.
    < Stronzi. > fu l'unica parola che Tysha rivolse ad Ayita ma in quella parola era condensato tutto il disprezzo che in quel momento provava per lei e i suoi uomini.




    Edited by •Gabry‚ - 25/8/2017, 15:00
  12. .

    Viretia "Legs" Laeviion

       Fazione: Gerarchia turian
       Ruolo: Agente




    Le parole di Tanillia mi colpiscono come una serie di schiaffi ben assestati e, come al solito quando mi aggrediscono senza motivo, sento la gola chiudersi e le lacrime salire agli occhi. Perchè sanno essere così cattivi i turian?
    Come risposta, riesco solo a stringermi nelle spalle, come se le parole della turian mi scivolassero addosso come gocce d'acqua...ma che fatica a non lasciare uscire quelle lacrime.
    Non volevo mettermi in mostra ne tanto meno fare colpo sulla Carogna Infame, volevo solo togliere un po' di pressione dalle spalle del quarian che, dal suo arrivo, era costantemente sotto esame e cercare di tranquillizzare la squadra che sembrava essere un po' agitata.

    < Grazie. > dico in un sussurro a Karen che se ne sta zitto e abbarbicato al suo seggiolino.
    < Per cosa? > mi risponde con lo stesso tono di voce. Siamo seduti in fondo alla navetta e parlando a bassa voce è improbabile che gli altri ci sentano.
    < Per avere cercato di difendermi. > gli dico con la voce che ancora trema, indecisa se lasciarsi prendere dall'emozione o resistere stoicamente. Lui si stringe nelle spalle e scuote la testa. Forse si è già pentito di avere aperto bocca ma comunque l'ha fatto e questo lo apprezzo < Davvero. > continuo senza distogliere lo sguardo dai miei piedi < Non mi ha mai difeso nessuno...nessun turian per lo meno. So di essere una gran chiacchierona rompi palle ma sono fatta così. > alzo gli occhi verso di lui e tiro su dal naso mentre una lacrimuccia scappa da sotto il mio occhio; lui quasi sobbalza mentre gli sorrido < Non volevo fare la saputella...volevo solo essere d'aiuto... >

    Karen è visibilmente in difficoltà, indeciso su cosa fare ma, ad un tratto, mi mette una mano sul ginocchio e stringe leggermente, senza malizia < Ti devi solo abituare. Tanillia è...caparbia...e il Comandante...beh...è il Comandante. > dice sapendo che bastava quella parola per farmi capire.
    Io lancio un'occhiata all'abitacolo per essere sicura che nessuno guardi e appoggio la mia mano su quella di Karen, stringendola tra le mie dita < Stammi vicino, per favore. Non posso farcela da sola. >


  13. .

    Viretia "Legs" Laeviion

       Fazione: Gerarchia turian
       Ruolo: Agente




    Dopo l'arrivo del quarian, rimasi in attesa che la mia previsione si realizzasse con la comparsa di un drell santone e dell’hanar egocentrico.
    Per fortuna, gli invitati alla festa sembravano invece essere finiti con l'alieno in tuta integrale.

    Con la classica efficienza turian, pochi minuti dopo il briefing la squadra al completo si trova già sulla navetta con destinazione Orphures. Nave ai miei occhi inutile se non ad avermi rovinato la vita!
    Niente Orphures, niente nuovo incarico.
    Niente nuovo incarico, niente Carogna Infame.

    Durante il mio servizio come spia doppiogiochista, mi era capitato spesso di viaggiare su navette in compagnia di Dekis e della sua squadra.
    Era...divertente.
    Ognuno cercava di spararla più grossa dell'altro, prendendosi in giro e raccontandosi storielle che sembravano inventate per quanto erano surreali. Dekis, le prime volte, vedendomi alquanto a disagio, mi aveva spiegato come un eccesso di disciplina fosse controproducente; in missione bisognava andare fino in fondo costasse quello che costasse ma non si poteva pretendere sempre l'impegno massimo dai propri uomini.
    Una filosofia che mi trovava particolarmente d’accordo.

    E invece, eccoli lì.
    Eporian, impettito e serio che sedeva accanto a un pilota altrettanto impettito e serio.
    La Carogna Infame a prendersi gioco del quarian, senza neanche degnarsi di fingere il suo astio nei confronti dell'alieno.
    Karen, seduto accanto a me, che vedo sbavare con la coda dell'occhio sulle mie gambe. Pervertito. Ma a me piace vedere i turian che perdono un po' il controllo e così allargo leggermente le gambe fino a sfiorare le sue poi, senza badarci, comincio a passarmi la mano nell'interno coscia, a 5 centimetri dall'inguine in un massaggio parecchio sensuale che fa strabuzzare gli occhi al mio novello compagno di squadra. L'ho già detto che è un pervertito, vero? Beh...forse è l'unico che si salva in quel gruppo di noiosi.
    Ma quella che sopporto meno e Tanillia! Spiriti! Se ne sta lì, tutta impegnata a cercare di attutire le interferenze come se sentire la voce di quel vecchio di Terrill fosse la cosa più importante del mondo. E quando gongola compiaciuta a quella sorta di complimento di Sithis, non fa altro che abbassare di almeno 4 punti il già non eccelso punteggio che quella turian si è guadagnata ai miei occhi.

    Quell'interferenza nelle comunicazione sembra proprio disturbare i miei puntigliosi compagni di squadra e mi viene leggermente da sorridere pensando che, in fondo, quello è un non problema.
    < Se il Signor Xerol... > dico sottolineando la parola 'Signor' giusto per far capire subito a Sithis dove si può mettere le sue provocazioni < ...non riuscisse a trovare la fonte del disturbo, non ne farei una tragedia. Potremo comunicare con il Comandante Terrill anche se il segnale fosse nullo, Signore. >
    Tanillia mi fulmina con lo sguardo poichè le ho appena rovinato i suoi 5 secondi di gloria con il suo dolce Comandante < Ah sì? E come? > domanda piccata scambiando uno sguardo d'intesa con Karen.
    < Codice Morse. > rispondo guardando a turno i miei compagni di squadra < Ogni spia che si rispetti conosce il Codice Morse e sono certa che sulla nave di Terrill ci sia qualche addetto alle comunicazione che conosce il codice e se così non fosse, diremo al nostro simpaticissimo pilota di comunicare loro il download della guida da extranet. >
    < Codice cosa? > domanda Karen un po' stupito.
    < E' un codice di comunicazione terrestre...veniva usato soprattutto in mare e tra radioamatori ma il bello del codice Morse è che, nel peggiore dei casi, non ha bisogno di apparecchiature elettroniche per essere trasmesso; è sufficiente una fonte luminosa come una torcia, una lampadina o le luci di posizione della Orphures. E' solo questione di punti, linee e trattini. Anche le asari hanno un sistema simile mentre quello batarian si basa su suoni e colori. E' un peccato che i turian non abbiano mai avuto abbastanza immaginazione per inventare un codice simile. > Karen finalmente ha smesso di fissarmi le gambe e mi guarda negli occhi con quello che sembra uno sguardo ammirato…oddio…ammirato per un turian con gli occhi da pazzo come Karen < Sono una spia! > cerco di spiegargli < Hai idea con quante spie umane ho a che fare sulla soglia del Nido di Kite? > gli domando saccente ricevendo un segno di diniego dal suo capoccione < In media 32. A volte molte di più e loro usano ancora il codice Morse, così l'ho imparato. A volte lo uso per depistarli, a volte lo uso per scambiare informazioni e altre volte lo uso solo per chiacchierare del più e del meno con i loro agenti senza preoccuparmi di essere intercettata. Il segnale disturbato è decisamente un non problema, Signore. > termino guardando seria Sithis negli occhi.


  14. .

    Janie 'Furiosa' Doe

       Fazione: Nessuna
       Ruolo: Mercenaria




    Mentre il dito di Shenna accarezzava il grilletto e la pallottola aspettava la sua ultima danza, Sheera, con un inaspettato gesto di umanità, cercò di fermare l'umana.
    CLICK!
    Qualcosa nel cervello di Furiosa scattò. Senza preavviso.
    E Janie, finalmente, ricordò!

    C'è una bambina di 6 anni, inginocchiata di fronte a un altare; accanto a lei un uomo alto, dai capelli brizzolati e quell'odore che aveva sempre creduto essere incenso improvvisamente si definì. Era fumo sì, ma di sigaretta.
    Pregavano di fronte a una tomba.
    Recitavano quella preghiera che la bambina da adulta avrebbe saputo a memoria; quella preghiera le cui parole Janie aveva sempre sperato diventassero reali.


    Janie scoppiò a ridere fragorosamente. Era rimasta sola e presto Sheera e i suoi compagni quarian le avrebbero dato ciò che ritenevano si meritasse.
    Quanta ipocrisia nelle parole di Shenna.
    Quanto egoismo nei suoi gesti.
    Quanta crudeltà gratuita in quell'ultimo proiettile che avrebbe sparato.
    Furiosa lasciò ricadere il fucile a pompa lungo la gamba e cominciò ad applaudire ironicamente Shenna < Una recita perfetta, Shen! Stavi per uccidere il tuo migliore amico perchè volevi proteggerlo. Hai ucciso la donna che ti vedeva come una figlia solo per vendetta... >

    < Ora mamma è in Paradiso, vero? > la bambina alzò gli occhi ancora arrossati e pieni di lacrime verso l'uomo che, dolcemente, le accarezzò la testa prima di prendere un fazzoletto per aiutarla a soffiarsi il naso.
    < Mamma è in Paradiso. Ha combattuto il buon combattimento, ha mantenuto la fede e ora può finalmente riposare. >
    La bambina annuì e nuove lacrime andarono a riempirle gli occhi < Mi manca tanto, papà! > disse gettando le braccia al collo dell'uomo che la tenne stretta a se, comprensivo.
    Quando finalmente la bambina si fu calmata, l'uomo la scostò da se prendendola delicatamente per le spalle < Manca anche a me, Piccola. Non sei ancora abbastanza grande per capire ma un giorno, tutto diventerà chiaro. >


    < ...la storia del tuo papino quarian era solo una scusa. Hai fatto tutto questo casino perchè volevi vendicarti di Cerberus. Perchè loro ti hanno "usato" per i loro scopi. E tu, invece? Che stronza ipocrita che sei! Non hai forse usato me per compiere la tua vendetta? Forse avresti pianto le tue lacrime di coccodrillo se io fossi morta durante il viaggio ma questo non cambia le carte in tavola. E loro? > aggiunse indicando i quarian < Loro non ti hanno forse usata per ottenere ciò che volevano? E io non ho forse sfruttato Kasper per poterti salvare il culo? Tutti usano tutti per ottenere ciò che vogliono è il motivo per cui lo fanno dove risiede la differenza. Non lo capisci? Tu lo fai per vendetta o riconoscenza, i quarian lo fanno perchè sono stati così stupidi da fottersi il proprio pianeta da soli ma Cerberus...Cerberus lo fa per un sogno! >

    < Cosa devo capire papà? > domandò la piccola Janie interessata.
    < Bisogna avere uno scopo nella vita. Senza uno scopo, senza un ideale da seguire, senza il TUO senso di giustizia, senza un sogno da realizzare una vita non vale la pena di essere vissuta. > L'uomo accarezzò la lapide posta sotto all'altare < Mamma lo aveva capito e ha dato tutto per il suo sogno. >
    < Qual'era il sogno di mamma? >


    Janie lanciò un'occhiata al factotum che aveva emesso una leggera vibrazione e sorrise compiaciuta. < Un tempismo perfetto! > esclamò proprio mentre alle sue spalle la porta che Sheera aveva incrinato con il colpo di lanciarazzi, collassava su se stessa in un turbinio di polvere e scintille.
    Dal buco, sciamarono all'interno dell'hangar una dozzina di soldati in armatura e una barriera biotica andò a posizionarsi di fronte a Furiosa nell'istante in cui i quarian aprivano il fuoco, impedendo ai proiettili di raggiungerla.
    < Per un pelo! > esclamò una voce femminile al fianco di Furiosa.
    < Già ma guarda che facce che hanno Selene... > replicò la mercenaria indicando i suoi nemici con un sorriso beffardo < ...odio i quarian! >
    < E il disco? > domandò l'asari.
    < Lasciamoglielo. Chissà mai che non trovino qualcosa di talmente interessante da spingerli davvero ad attaccare i geth. Così la Galassia si leverà finalmente dai coglioni questi piagnucolosi, pusillanimi, inutili alieni mascherati. >

    < La Terra, Piccola. Un giorno, guarderai il tuo pianeta dallo spazio e riuscirai a vederlo con gli stessi occhi con cui lo guardava tua madre. Quel giorno capirai il suo sogno. Quel giorno anche tu avrai il tuo sogno. >

    Le asari, in buon ordine, scortarono Furiosa attraverso il buco nella paratia; Janie si voltò un'ultima volta verso Shenna, indicandola con l'indice teso < In fondo ti devo ringraziare: è grazie a te se ho ritrovato la mia famiglia. Ti darò la caccia Shen. Ti troverò ovunque ti nasconderai e non basteranno tutti i quarian della Galassia per proteggerti. Ti troverò Shenna! E ti strapperò il cuore! >

    ________________________

    OMEGA. DUE GIORNI DOPO.



    < Sei sicura di quello che fai? > domandò l'asari stesa nel letto osservando l'ex mercenaria dai capelli fulvi che preparava le sue cose.
    < Mai stata così sicura in vita mia. Mio papà mi sta aspettando, Selene. >
    < Questo quindi è un addio? > incalzò l'asari tristemente.
    Furiosa andò a sedersi sul letto e accarezzò il volto dell'aliena < E' solo un arrivederci. >
    < Ora sei Cerberus, Janie! Come può essere solo un arrivederci? >
    < Cerberus è stato il sogno dei miei genitori. Il mio sogno è leggermente diverso...e nel mio sogno c'è spazio anche per te. >

    ________________________

    LUOGO INDEFINITO. UNA SETTIMANA PIU' TARDI



    < Signore! > un soldato in armatura bianca scattò sull'attenti, sbattendo rumorosamente i tacchi.
    < E' arrivata? > domandò l'uomo che dava lui le spalle seduto di fronte a una serie di schermi mentre regolarmente la sua mano portava la sigaretta alla bocca.
    < Affermativo, Signore. >
    < Fatela entrare. >

    Janie avanzò nella spaziosa sala semi buia fino ad andare a un passo dall'uomo che la guardava con i suoi occhi luminosi.
    < Finalmente hai ricordato, Piccola. > disse compiaciuto studiando la ragazza.
    < Perchè non sei venuto a cercarmi? > domandò Furiosa stringendo forte i pugni.
    < Non volevo costringerti, non volevo commettere l'errore che faccio con tutti i miei agenti. Dovevi essere tu a ricordare chi sei. E così ho aspettato, per anni. Ti ho visto crescere sperando ogni giorno che qualcosa scattasse nel tuo cervello. E quando la Sparkle ha tradito, ho pensato fosse l'occasione giusta per te. Aria ha "suggerito" il tuo nome alla traditrice e il destino ha compiuto il suo percorso, Giselle... >
    Furiosa lo interruppe con un gesto della mano < Io sono Janie 'Furiosa' Doe, papà. Questo è il mio nome. Questo è ciò che sono. >
    L'uomo annuì soddisfatto < Sei pronta? >
    Janie prese le mani dell'uomo tra le sue e appoggiò la fronte contro quella di suo padre, chiudendo gli occhi. Insieme, i due cominciarono a parlare < "Oh Signore grazie di avermi dato la forza e la determinazione di portare a termine il compito che mi avevi affidato. Grazie per avermi guidato diretto e sincero attraverso i molti ostacoli sul mio cammino e per avermi dato la determinazione quando tutto intorno sembrava perduto. Grazie della tua protezione e dei tuoi tanti segni lungo la strada. Grazie per il bene che posso aver compiuto e ti chiedo scusa per il male. Grazie per la famiglia che ho ritrovato; ti prego veglia su di lei come hai vegliato su di me. Grazie per avermi permesso di riposare. Sono molto stanco ma ora vado verso il mio riposo in pace sapendo di aver impiegato bene il mio tempo su questa terra. Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede." >
    < Bentornata a casa Piccola. > disse l'uomo al termine della preghiera < Ci attendono grandi sfide e più grandi pericoli all'orizzonte. >
    Janie annuì < Lo so ma prima ho una promessa da mantenere. >

    " Ti troverò Shenna! E ti strapperò il cuore! "






    Edited by hellequin81 - 22/5/2017, 21:53
  15. .

    Viretia "Legs" Laeviion

       Fazione: Gerarchia turian
       Ruolo: Agente




    E con il supervisore Eporian, la squadra di turian altezzosi e pieni di se è al completo.
    Ora, per rendere questa missione veramente 'indimenticabile', mancano all’appello un quarian piagnucoloso che ulula verso Rannoch, un drell profondamente spirituale con un marcato senso suicida e un delizioso hanar che si riferisce a se stesso come “Il Sottoscritto”.

    Spiriti! Quanto mi mancano Dekis e le mie missioni in solitaria!

    Io non muovo un muscolo mentre il Supervisore si presenta e tanto meno avevo mosso un muscolo ai sarcastici commenti verso la mia esibizione; non mi aspettavo nulla di diverso anzi, in fondo, è ciò che speravo.

    Quando Eporian però chiede se qualcuno ha domande, la mia mano si alza praticamente da sola e solo quando Terril mi indica con un evidente volto contrariato mi rendo conto di avere la mano alzata.
    Io e la mia dannata curiosità! Accidenti!

    < Prego Tenente… > mi incalza Terril spazientito per il mio tentennamento < …spero che il suo intervento non preveda qualche altro spettacolo circense. > aggiunge caustico.
    Pezzo di cacca!
    < Non credo sia necessario, Signore. > replico tranquilla < Ecco, forse sto bruciando le tappe ma non ho ancora capito cosa siamo venuti qui a fare. Signore. >
    Terril stringe un po’ la mandibola, sempre più contrariato < Dobbiamo indagare sulla scomparsa di quella nave, la Orphures… >
    < Questo l’avevo capito, Signore. > lo interrompo aumentando di almeno 3 tacche il suo già nerissimo umore < La Orphures, nave estrattiva mineraria e di ricerca scientifica. Sparita 5 mesi fa presso il sistema Pamyat, Nesso dell’Ade, in pieno territorio controllato dall’Egemonia batarian. Dopo un confuso segnale di soccorso, la squadra di salvataggio giunta sul luogo non trova alcun resto della nave. > parlo veloce e senza prendere fiato < Le autorità pensarono ad un coinvolgimento batarian ma le indagini esclusero i batarian dai sospettati. Lo so perché fui io a condurre le indagini… >
    < Lei? > domanda Terril che tra 3 decimi di secondo è pronto ad esplodere.
    < Io sono agente esperto di Egemonia, Signore; io indagai a fondo e non trovai alcun collegamento tra i batarian e la sparizione. Ma questa non è la mia domanda. Io mi sto chiedendo perché scomodare un eroe di guerra come il Supervisore Eporian nonché una delle migliori unità della Guardia Nera per fare il lavoro degli Acchiappa Fantasmi, Signore. > mi interrompo un secondo prima di porre la vera domanda che avevo in mente < Che tipo di ‘ricerche scientifiche’ stava portando avanti la Orphures? Nessuno me lo disse all’epoca, quando indagai e trovo che la cosa sia piuttosto bizz… >
    < Basta così, Tenente! > ringhia Terril.

    Lavata di capo tra 3…2…1…


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